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Scoprire la propria omosessualità?!??


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Ciao a tutti, sono un ragazzo di 18 anni, vivo a Milano e studio in un liceo scientifico.

Ho inserito nel motore di ricerca due parole: gay+forum, è ho trovato questo sito.

Lo scopo della mia ricerca era quello di trovare uno luogo d'incontro in cui poter condividere con altri i miei moti interiori.

Uno spazio diverso dai soliti siti di incontri dove la gente non pensa, ma cerca soltanto qualcuno da portarsi a letto.

 

Posto un brano che ho scritto un anno fà, un brano che racconta la scoperta dell'omosessualità di un ragzzo di 17 anni, un brano a cui sono molto affezionato perchè fà parte del mio tracorso, e che spero possiate apprezzare anche voi.

 

Ciao a tutti, Tommi

 

Silenzio, una casa buia, solo silenzio, tutto tace, nelle stanze di quella casa sagome affagottate dormono e si contorcono sotto le coperte. Tutto ha inizio quando il sole decide di spezzare quella stupenda quiete, atomo di un mondo in silenzio. Così quel cielo così sereno e scuro, senza luna e senza stelle si ritira lasciando il posto a quel sole coì invadente e narcisista. Il sole arriva, stende quel manto azzurro, cielo, e ci si sdraia sopra. Tutto ha inizio quando il sole decide che il cielo non gli basta, tutto ha inizio quando il sole sveglia il mondo. E quella sensazione di quiete viene stravolta, le sagome così fisse e sedentarie  cominciano a muoversi freneticamente, un braccio fuori da quella coperta, poi un altro, una faccia arruffata. Altra stanza, altre braccia che fanno capolino da coperte infeltrite, piedi, mugolii. Il mondo si sveglia e ogni singolo atomo di quel mondo si sveglia con lui. E chissà perchè quel giorno, per qualcuno, è arrivato il momento di accorgersi degli altri, e non la semplice consapevolezza che non siamo soli su questa terra, quel tipo di consapevolezza l’acquisiamo pochi mesi dopo la nostra venuta al mondo. Per qualcuno è arrivato il momento di provare attrazione per qualcun altro. Solitamente veniamo attratti dal sesso opposto, ma quando un ragazzo si sveglia, e dopo aver portato a termine il solito rituale del mattino, esce di casa, e si gira a guardare un ragazzo come lui perchè ne è attratto, non immagina quanto un istinto ritenuto “sbagliato” possa creargli seri problemi. Inizialmente lo reputerà una cosa normale, un’attrazione come tante altre, ma in qualche modo un meccanismo contorto e questa volta sì, sbagliato, lo porterà a porsi mille domande che dovrà affrontare da solo, contando solo su sè stesso. Domande che non potrà condividere con chi gli sta attorno. Domande che lo porteranno a passare momenti di forte solitudine e che avranno bisogno di tempo per  essere sciolte.

E così ci si sente sbagliati, e così si cerca di nascondersi, o semplicemente di fingere. Comincia un processo di autoconvincimento, un cercare attrazione per qualcosa che non ti attrae, ci si “innamora” del sesso giusto, solitamente una ragazza abbastanza irraggiungibile, per non rischiare di dover fingere oltre. E così sei riuscito a eludere il controllo dei tuoi coetanei, per loro sei solo uno dei tanti ragazzi che si “innamora” della ragazza sbagliata, o uno dei tanti timidi un po’ impacciati che devono aspettare qualche anno in più per raggiungere il frutto del desiderio. Attraversi un periodo di finta serenità in cui il tuo grado di autoconvincimento sale, sale, sale e sale finchè arrivi a credere che sia colpa di qualche cattiva stella se continui a restare solo. In realtà una piccola parte di te stesso, quella più fedele alla tua essenza, riesce a non farsi autoconvincere, ed è proprio lei la cattiva stella che non vuole farti trovare una ragazza, sa che non è ciò che vuoi, e così continua imperterrita a farti “innamorare” di ragazze belle serie intriganti, ma irragiungibili. E tu ti deprimi, e anche se sai che ti piacciono i ragazzi non ci fai neanche più tanto caso, concentri il tuo malessere su qualcosa di normale.

Un giorno però succede l’imprevedibile, una di quelle ragazze belle intriganti e irraggiungibili risponde al tuo “interesse”, e ti ritrovi con una ragazza “desiderata” ma che non vuoi. Dura poco perchè ti senti più suo fratello che il suo uomo. Così la cara vecchia particella di te stesso riesce ad avere la meglio, riesce a farti smettere di trovare in quelle ragazze, belle serie e intriganti, finti interessi. Sei tranquillo, non stai neanche così male, attendi che succeda qualcosa, che qualcuno arrivi e ti porti via da quel coma.

Aspetti , e se hai pazienza quel qualcuno arriva, è un ragazzo dagli occhi verdi, capelli neri, ricci e scompigliati. Lui ti vede, capisce di te, e decide di avvicinarti, ti avvicini con cautela, ma lui fa un gioco sporco, parla dei suoi sospetti  a chi ti è vicino. Ti senti scoperto, vulnerabile e fragile, da lì a poco tutti sapranno o sospetteranno. Per colpa di uno stronzo che non sa tenersi la bocca cucita, anni e anni di lavoro e segreti rischiano di finire nel cesso. Ti incazzi. Lei, amica nascente, ti chiede conferme o smentite, e tu cosa fai? Hai paura, e la cosa più sensata da fare è smentire. Ma per evitare che possa avere ancora qualche sospetto, dopo lunghi tira e molla, e lunghi tentennamenti, ti concedi a lei, che ti desidera. Non fingi, non la prendi in giro, ci tieni davvero a lei, ma magicamente lei ti lascia. Ci stai male, non saprai mai perchè.

Pian pianino raggiungerai la piena consapevolezza del fatto che sei gay. Conoscerai altri ragazzi come te, e da lì è fatta, bisognerà solo accettarsi anche con loro. Non è poi così difficile, il peggio è passato. E ascolta bene ciò che ti dico, potranno chiamarti gay, omosessuale, frocio, checca, finocchio o ricchione; non ha importanza, vivi e ama chi hai capito di amare quel lontano mattino.

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Complimenti...in certe parti mi rivedo,a 16 anni...E benvenuto tra di noi...qua troverai tanto calore...io mi sono iscritto da un po',ma sto scrivendo,anche se con difficoltà,soprattutto in questi giorni..e già in diversi mi hanno fatto sentire come uno di loro...^^

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In molti ti hanno fatto sentire come uno di loro? E in molti lo state facendo anche con me.

Ma a questo punto una domanda sorge spontanea: Perchè nei locali gay questa sensazione di essere "tra di noi" non la sento? Perchè fanno tutti le froce snob? Perchè percepisco tanta finzione e ben poca genuinità? Perchè sono tutte impegnate a far le dive e nessuno sta bene veramente?

Sono io che sbaglio locali? Oppure i gay presi in "branco" si conportano appunto da branco?

 

Comunque grazie! Calore percepito, anche se cyber-calore! :)

 

Un abbraccio,

Tommi

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Mi è sembrato di rivivere la mia adolescenza leggendo queste parole. Purtroppo molte cose che dici le ho vissute pure io e credo pure la maggior parte delle persone che hanno scoperto di essere gay nella completa solitudine. Sono comunque parole che fanno molto riflettere le tue.

Complimenti, scrivi davvero bene! Già subito dall'inizio sono rimasto colpito dalle tue parole...

Ciao, un saluto, Pat

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Grazie Pat87!  :)

Lo ammetto, è di estrema importanza per me trovare un riscontro con voi.

Il vedere che ciò che ho provato non è frutto di mie elucubrazioni, che non è tutto inventato per spiegare a me stesso la mia omosessualità.

 

Sono davvero contento che voi vi ci ritroviate.  :) :)

 

Un abbraccio e a presto!

Tommi :gha:

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Effettivamente mi ci ritrovo pure io in questo racconto!!!

COndivido pure quanto hai detto sui locali gay!!!! Anch'io non mi sento a mio agio in certi posti!

Saremo strani noi due?!??!? :)

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Ma a questo punto una domanda sorge spontanea: Perchè nei locali gay questa sensazione di essere "tra di noi" non la sento? Perchè fanno tutti le froce snob? Perchè percepisco tanta finzione e ben poca genuinità? Perchè sono tutte impegnate a far le dive e nessuno sta bene veramente?

 

perché adesso hai 18 anni, quando sarai più "avanti" l'età e l'esperienza ti avranno deluso a sufficienza per poter iniziare a comportarti come loro

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Ma a questo punto una domanda sorge spontanea: Perchè nei locali gay questa sensazione di essere "tra di noi" non la sento? Perchè fanno tutti le froce snob? Perchè percepisco tanta finzione e ben poca genuinità? Perchè sono tutte impegnate a far le dive e nessuno sta bene veramente?

Sono io che sbaglio locali? Oppure i gay presi in "branco" si conportano appunto da branco?

 

Semplicemente perchè tu sei venuto qua a sfogare i tuoi pensieri, e spero che saremo tutti in grado di alleggerirti un pò il peso della vita quotidiana

Mentre chi va in discoteca ci va per sfogare i propri ormoni  :) (La maggior parte almeno, secondo me)

 

Complimenti per il Nickname, davvero bello

 

Scrivi bene, escludendo il finale il resto è abbastanza in stile leopardiano

 

Benvenuto, e che la tua strada possa essere sempre illuminata dall'amore e dalla saggezza dei Bhodisattva

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In molti ti hanno fatto sentire come uno di loro? E in molti lo state facendo anche con me.

Ma a questo punto una domanda sorge spontanea: Perchè nei locali gay questa sensazione di essere "tra di noi" non la sento? Perchè fanno tutti le froce snob? Perchè percepisco tanta finzione e ben poca genuinità? Perchè sono tutte impegnate a far le dive e nessuno sta bene veramente?

Sono io che sbaglio locali? Oppure i gay presi in "branco" si conportano appunto da branco?

più che sbagliare locali, credo sia sbagliato l'approccio stesso... i locali gay alla fine di diverso da quelli etero hanno solo che se vedi uno che ti piace e vuoi provarci non corri il rischio che gli altri ti guardino come si guarda un marziano, per il resto sono come ogni altro locale, con i gruppi di amici già formati e quindi apparentemente impenetrabili, con le "dive" e i "divi" che vogliono solo mettersi in mostra, con gli allupati che cercano un rimorchio a qualunque costo... del resto, gay e etero sono comunque maschi, e il branco gay si comporta ovviamente da branco. La sensazione di "essere tra di noi" secondo me è più facile trovarla in un circolo Arcigay (o associazione simile) che in un locale, proprio perché le finalità di un'associazione sono diverse da quelle di un locale :)

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In molti ti hanno fatto sentire come uno di loro? E in molti lo state facendo anche con me.

Ma a questo punto una domanda sorge spontanea: Perchè nei locali gay questa sensazione di essere "tra di noi" non la sento? Perchè fanno tutti le froce snob? Perchè percepisco tanta finzione e ben poca genuinità? Perchè sono tutte impegnate a far le dive e nessuno sta bene veramente?

Sono io che sbaglio locali? Oppure i gay presi in "branco" si conportano appunto da branco?

 

Comunque grazie! Calore percepito, anche se cyber-calore! :)

 

Un abbraccio,

Tommi

 

 

Non ti posso rispondere....perché non sono mai andato in un locale gay e da come me ne parlano non ho intenzione,per ora,di andarci...poi ti dirò,in questo forum,leggendo diversi post,ho notato persone belle interiormente...non mancano quelle che mi hanno fatto un brutto effetto (a impatto),però sono pochi...comunque la risposta migliore te l'ha data blue...^^

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Carto bluelake, a mio parere i locali gay non sono come i locali etero...

La sensazione che mi danno è diversa, in quelli etero mi sento a mio agio, in quelli gay invece no.

Evidentemente è come dici tu, il modo di approccio è sbagliato, ma possibile che mi diano fastidio e mi innervosiscano?

I circoli arcigay mi incuriosiscono molto, ma allo stesso tempo mi intimidiscono.

E che caspita! Quello che mi manca è proprio il confronto.

Questo forum aiuta, ma poter guardare negli occhi la persona con cui parli è estremamente importante.

Le cose che si ascoltano si percepiscono diversamente da quelle che si leggono.

Non cerco questo nei locali gay, non voglio intenderla stile pubblicità della vodafone "WE ARE FAMILY", ma i locali gay sono invivibili,

mi mettono ansia da prestazione, e non mi piace.

Non so se mi spiego...si capisce cosa voglio dire? No eh? :asd:

 

Kropotkin, ti ringrazio molto! Mmmmm...Leopardi...lo studierò l'anno prossimo, mi dicono sia un po' pesante e depressive.  :asd:

Comunque gli ormoni si possono sfogare anche senza far sentire delle merde gli altri! Parola di boy-scuout!  ;)

 

ROJ84 la vita riserva fregature, che una persona sia gay o etero, le fregature arrivano.

E' anche vero che un ragazzo gay dovrà affrontarne di più, ma perchè pensare che tra 15 anni guarderò il mio passato con delusione?

Perchè un ragazzo gay di 18 anni si deve ritrovare a pensare questo? Non condivido ciò che scrivi.

E soprattutto perchè un 30enne deluso dalla vita dovrebbe ripagare i più giovani con la stessa moneta? Per non sentirsi solo?

 

Grazie ancora a tutti,

Tommi

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Carto bluelake, a mio parere i locali gay non sono come i locali etero...

La sensazione che mi danno è diversa, in quelli etero mi sento a mio agio, in quelli gay invece no.

Evidentemente è come dici tu, il modo di approccio è sbagliato, ma possibile che mi diano fastidio e mi innervosiscano?

I circoli arcigay mi incuriosiscono molto, ma allo stesso tempo mi intimidiscono.

E che caspita! Quello che mi manca è proprio il confronto.

Questo forum aiuta, ma poter guardare negli occhi la persona con cui parli è estremamente importante.

Le cose che si ascoltano si percepiscono diversamente da quelle che si leggono.

Non cerco questo nei locali gay, non voglio intenderla stile pubblicità della vodafone "WE ARE FAMILY", ma i locali gay sono invivibili,

mi mettono ansia da prestazione, e non mi piace.

Non so se mi spiego...si capisce cosa voglio dire? No eh? :asd:

penso di aver capito cosa intendi... io nei locali gay da solo non ci sono mai andato (o meglio, ci sono entrato da solo, poi dentro ho incontrato gente che già conoscevo da anni che a sua volta mi ha presentato altra gente che loro conoscevano, insomma ormai quando vado all'Hub mezza serata va via nei saluti :asd:) ma direi che è normale che tu li percepisca diversamente dagli altri... insomma, lì le cose sono "ribaltate" rispetto alla realtà che vivi ogni giorno, lì la cosa strana è essere etero, ed un senso di disagio è piuttosto normale provarlo se magari sei anche un tipo un po' timido, dato che nei locali trovi tutte le tipologie di persone possibili e immaginabili. Sul fatto che siano invivibili, quello dipende da locale a locale... già solo tra un Red e un Cassero, nella stessa città, la differenza è a dir poco abissale  ;)

Per le associazioni, la cosa è molto più semplice, chi ne fa parte conosce la sensazione dell'essere nuovo in mezzo a gente sconosciuta ed è probabile che farà di tutto per farti sentire a tuo agio, in quel caso devi soltato tirarti un calcio nel culo da solo e andarci  :asd:

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Blue Lake, sei di Monsummano Terme? Ci vive anche mio cugino, ci sono stato! :asd:

Va bè, senza divagare troppo, sarò breve e conciso...

...in un locale gay non ci sono mai stato da solo, sempre con "amici" che evidentemente non erano così amici da farmi sentire pienamente a mio agio.

Però il nervosismo post locale gay ce l'ho sempre...

Riguardo al calcio nel culo? Credo me ne darò uno a breve...

 

Ciao, un bacione!

Tommi

 

P.s. Io timido? No, questo no! :asd:

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Prendi in considerazione il fatto che quel disagio dipenda pure da quel tanto di lavoro di autoaccettazione che ancora devi compiere.

Una cosa infatti è provare attrazione per un ragazzo del "sesso sbagliato" altra relazionarsi con gli altri gay, cioè entrare in relazione con le

persone e decidere di entrare in quel "mondo" ( dire così è già in fondo un prenderne le distanze, no? ) mettendosi in gioco.

 

Chiamasi in gergo: blocco del novizio...

 

Il chè giustificherebbe pure il nervosimo a posteriori, che ovviamente non può essere spiegato nei termini della mera insicurezza che si può provare

per il fatto di confrontarsi con qualcosa di nuovo.

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Blue Lake, sei di Monsummano Terme? Ci vive anche mio cugino, ci sono stato! :asd:

Va bè, senza divagare troppo, sarò breve e conciso...

...in un locale gay non ci sono mai stato da solo, sempre con "amici" che evidentemente non erano così amici da farmi sentire pienamente a mio agio.

Però il nervosismo post locale gay ce l'ho sempre...

Riguardo al calcio nel culo? Credo me ne darò uno a breve...

spettàolo, come minimo ci si conosce anche io e il tu' cugino  :asd:

io nervosismo post-locale non lo sento, per fortuna, magari mi sono mangiato un paio di volte le mani per essermi fatto scappare qualche bel ragazzo che ci provava con me e io ero troppo su di giri per crederci ma penso sia normale ;) conta comunque il modo in cui ci vai nel locale, come ho detto prima, se lo consideri un posto come qualunque altro e pensi solo a divertirti e ballare credo che sia molto più semplice... va anche detto che comunque l'Hub ha una "marcia in più" rispetto ad altri locali gay, in questo probabilmente sono stato molto fortunato  :asd:

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hum io mi son fatto l'idea che si parta sempre con grandi speranze

destinate piu' o meno ad andare in vacca di fronte alla realta' delle cose

 

se prendiamo in considerazione la gheis life

aperitivi...cinturoni D&G

fare le pazze in disco...e prenderlo nel culo in dark

 

potrebbe andare anche bene..per carita'

ma il 90% delle volte si ferma li

e' questo il modello...del gheis medio

 

a sentire molta gente

mi sembran sempre molto insoddisfatti

gli stessi che vantano equilibrio..e di saper fare una distinzione importante

tra sesso e amore

 

son i primi a lagnarsi..di rapporti insoddisfacenti

 

quello che vedo spesso...quando entro in molti local gheis

e' gente delusa...che fino ai 35...si da al scopa e scappa

verso ai 40 si rende conto che non e' piu' cosi' giovine

da poterci stare dentro

e dopo un paio di riflessioni...comprende che lo scopa e scappa non e' in verita' quello di cui

ha bisogno

ma...ormai il suo mercato e' minato...da gente piu' giovine

 

e alla fine della fiera son tutti insoddisfatti

 

non e' tanto una critica...a come uno vuol vivere la propria sessualita'

ma gesu'

se poi ce se lamentai..che si sta sempre soli e ci son solo cazzi

 

qualcosa che non funzion ci sara' pure ne?

:asd:

 

bho...sto maturando l'idea...che i gheis che vogliono fare i gheis

ormai mostan solo il lato peggiore

 

e i gheis che voglion esser stessi..son sempre piu' rari

U.u

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Qui stiamo parlando dei timori legati alla dimensione della scoperta dell'omosessualità.

 

Per quel che mi riguarda, io non ero affatto così "speranzoso", ma se ben mi ricordo

ero "esigente" . Come al solito mi autoattribuisco i ruoli sgradevoli, ma io mi ricordo

così..non un giovane pieno di illusioni spezzate dal duro confronto con la realtà, che sarebbe

una immagine romantica, ma pur con tutte le ingenuità dell'inesperienza, esigente e credo

pure caratterialmente più rigido e sgradevole. Onestamente io mi vedo migliorato.

 

Che molte persone siano insoddisfatte poi, della propria gay life è vero, tuttavia bisogna

sempre fare la tara con l'atteggiamento lamentoso...le persone in generale ed i gay in

particolare tendono a lamentarsi . Vien da chiedersi ad un certo punto per quale mai

forza misteriosa le cose vadano male, se tutti si lamentano delle stesse cose...salvo farle.

 

Ora non so se sia una rilettura razionalizzante della mia biografia...però in effetti io ho notato

che approfondendo con le persone, si percepisce che molti oltre la lamentela mantengono

una scarsissima disponibilità nei confronti degli altri ( in tutti i campi )

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un mio grande timore mentre scoprivo/(e scopro) la mia sessualita'

era per l'appunto non trovare una dimensione cosi "semplice" e definita

come poteva essere per l'eterosessualita'

che ancora tutt'ora per certi versi trovo tale

 

se non andando avanti... un'incopatibilita'

con una realta' fatta perlopiu' di esteriorita'

di facciate..patinature...e personaggi piu' o meno costruiti

 

..o forse non ho ben capito  :)

scoprire la propria sessualita' = chiarirsi con se stessi ed accettare che piacciono i maschi..

oppure

scoprire la propria sessualita' =trovare una propria dimensione..nel rapportarsi con l'universo gaio?  :)

 

(e probabilmente e' anche lo stesso discorso in due tappe diverse

ma se si trattava di fermarsi alla prima mi ritiro rispettosamente

nella cripta

:))

 

a me vien da dire anche..

 

fortunatamente..la ghei life

non per forza corrisponde alla vita di un gheis  :)

 

per quanto riguarda la scarsa disponibilita'

non ti so dire

suppongo forse che sia perche' dopo un po' la gente si scoccia

si rassegna e si adegua

 

certo che a sto punto non se puo' piu' lamentare pero'

..mha magari quando arrivo ai 30 avro' il mio satori e ti sapro' dire meglio  :)

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Anche io sto assaporando a pieno che sono omosessuale, ma è una cosa che già sapevo... da quando avevo 6 anni... al tempo delle elementari...

certo avere delle relazioni è stata una c osa durissime e durissimi sono stati i tempi in cui si voleva stare con qualcuno, ma si era soli... per paura forse (mi riferisco alla mia situazione) di essere scherniti e ridicolizzati...

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Sto imparando a conoscermi,

sto cercando di non far ruotare la mia esistenza attorno al perno dell'omosessualità.

E' la cosa più facile, quando ci si sente spaesati, cercare di rientrare in un branco o in un gruppo, per non sentirsi soli.

E questo succede a molti, non solo ai gay.

Ed evidentemente anch'io mi stavo muovendo in quella direzione,

però mi sono reso conto che non essere me stesso in qualche modo minava la mia serenità.

 

Una cosa che NOI cerchiamo di far capire, è che l'essere omosessuale è paragonabile ad avere gli occhi castani.

Ma NOI questa affermazione l'abbiamo fatta nostra? NO!

Da quando in qua esistono locali dedicati solo a persone con gli occhi castani?

Perchè io che ho gli occhi castani cerco di distinguermi dagli altri attraverso il colore degli occhi?

Sono altre le cose per cui ci si distingue, e non sono nè la sessualità, nè il colore degli occhi.

E allora perchè diventa inevitabile, per molti, far diventare la proprio sessualità un fattore determinante?

Perchè ci si sente spaesati, tutto qua, perchè si ha bisogno di un confronto.

E nei locali il confronto è solo esteriore, molto superficiale.

Ma in mancanza di altro, molti si accontentano, e alla fine non ne escono più.

 

Io invece non mi accontento di questo tipo di confronto,

sono gay, va bene,

ma innanzi tutto sono una persona, simile ad alcune e diversa da altre,

una persona dalle mille sfaccettature, di cui l'omosessualità ne occupa solo una.

Io non voglio nascondere la mia omosessualità, ma non voglio che si riducca tutto ad essa.

 

Perchè la gente si sente costretta a dover rientrare per forza all'interno di una categoria?

Perchè ognuno non esalta la propria persona? Ed invece la piega ad una moda?

Semplicemente perchè non ci si ama per quello che si è...

 

Appartenere ad una realtà è importante, ma attenzione perchè alcune realtà si murano vive.

Si finisce col ghettizzarsi e autodistruggersi.

 

No, non riesco a spiegarmi.

Sono sensazioni difficili. :)

 

Io amo la vita e la gente, ma amo anche me stesso.

Non ho intenzione di distruggermi per colpa di un mondo che non è ancora pronto ad amarmi,

io vivo per me stesso, non solo per gli altri, vivo per star bene, non per star male.

E dunque sarò me stesso per sempre, cercando di appartenere solo a a me, a nessun altra categoria.

 

 

P.s. Questo non vuol dire rinnegare il contesto in cui cresciamo e viviamo.

 

Lo so, scusate, sono deliri di un Tommi che viene bombardato da sensazioni che purtroppo non sa spiegare,

sensazioni che spera un giorno di poter mettere a disposizione degli altri.

 

Vi abbraccio, e vi mando il mio sorriso più grande,

perchè di speranze ne ho molte,

Tommi

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Sto imparando a conoscermi,

sto cercando di non far ruotare la mia esistenza attorno al perno dell'omosessualità.

 

 

Se non ho capito male, tu vuoi dire: sto imparando a conoscere tutto quello che sono, senza fermarmi a dire «sono gay» e credendo, con ciò, di essermi conosciuto, di avere esaurito la scoperta di me stesso.

Sono d'accordo.

 

Una cosa che NOI cerchiamo di far capire, è che l'essere omosessuale è paragonabile ad avere gli occhi castani.

Ma NOI questa affermazione l'abbiamo fatta nostra? NO!

 

 

Tommi, NOI crediamo che l'omosessualità sia un'attributo naturale, una variabile spontanea, un modo di essere, ma:

 

1. La società, le religioni, l'opinione comune NON la pensano così.

 

2. Nemmeno NOI pensiamo che l'omosessualità sia come avere «gli occhi castani», perché questo significherebbe

peccare di ingenuità e di riduzionismo, sarebbe quasi autoaccecarsi. E' una variabile naturale MA non così insignificante (per la sua storia e il suo stesso presente) da poter essere paragonata al colore degli occhi: significherebbe fare torto alla nostra non facile storia individuale e di gruppo, alla fatica più o meno grande ma comunque alla fatica e allo sforzo che abbiamo fatto per capirci, accettarci e tendere una mano al nostro simile gay (cosa già più difficile, perché tutte le minoranze hanno difficoltà a stare insieme, mentre è molto più facile - e anche sacrosanto - stare in una dimensione non comunitaria).

 

3. NOI dobbiamo dire a chi ci attacca che l'omosessualità è una variabile naturale e spontanea, per diminuire l'omofobia e accrescere la nostra richiesta di diritti. Possiamo poi NOI stessi aggiungere che è come il colore degli occhi? In certi contesti discorsivi ci sarà utile, e quindi potremo dirlo, ma...come ti sentiresti tu se, di fronte a un ragazzo che si è suicidato perché emarginato e insultato o comunque ferito, in quanto gay, un'anima bella che passasse, of course eterosessuale, dicesse:

 

«ma che strano! l'omosessualità, per me (notare il «per me») è una cosa talmente naturale! come il colore degli occhi..»

 

O se di fronte agli sforzi fatti da un* ragazz* per fare CO, magari torturandosi nell'attesa, o dovendo subire urli e rimproveri, la stessa persona ti dicesse:

 

«ah davvero hai dovuto fare tutti questi sforzi! davvero hai trovato tutte queste difficoltà? Ma come, la società ORMAI è così evoluta! (pertanto: e chi se ne frega di quelli che sono vissuti prima o secoli prima)! L'omosessualità, è come il colore degli occhi, non conta! Ragazzi, attenti a non autoghettizzarvi! :)»

 

Bada, so bene che tutto questo farebbe adirare anche te.

 

La mia è una semplice spiegazione del perché non possiamo fingere che l'omosessualità sia una cosa tanto ovvia e

senza problemi fintantoché essa non sarà riconosciuta come tale dalle leggi, dal costume, dall'opinione pubblica, dagli Stati.

 

Infatti, non a caso, quella stessa persona potrebbe dire (e molti "emancipati" e "democratici" lo dicono):

 

«volete il matrimonio? volete certi diritti? e che ve ne fate? ORMAI un gay è come tutti, davvero 'ce la può fare', OGGI».

 

Per il resto, io penso che a chi come te ha 18 anni spetta proprio questo: creare un nuovo e diverso modo di stare insieme, imporre con i fatti e col comportamento un nuovo «modo di vita» gay e quindi, necessariamente, anche nuovi tipi e generi di locali, di punti di ritrovo, di aggregazioni reali e virtuali! Assolutamente.

 

Del resto lo dici anche tu:

 

un Tommi che viene bombardato da sensazioni che purtroppo non sa spiegare,

sensazioni che spera un giorno di poter mettere a disposizione degli altri.

 

perchè di speranze ne ho molte

 

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Secondo me lui ha proprio il problema che i locali gay lo innervosiscono... :)

 

E allora dire che l'omosessualità è indifferente gli serve a rimuovere il problema

della ricerca di cosa lo infastidisce della omosessualità che nei locali vede.

 

Ciò che vede nei locali e lo innervosisce è ovviamente l'effetto specchio.

 

Arrovesciando il discorso io posso andare in un locale gay, può non piacermi

ma certamente questo non mi innervosisce...al più se avevo delle aspettative

posso rimanere deluso, ma è tutt'altra cosa rispetto al nervosismo

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Caro Hinzelman, 'sta sera non è serata, forse vedo il tuo ultimo intervento come un attacco, non lo so.

Comunque è evidente che i locali gay mi innervosiscano perchè rispecchiano qualcosa che mi appartiene.

Ogni volta che vado in un locale gay, forse ci vado con la speranza di sentirmi meglio di come potrei stare da qualunque altra parte.

E invece mi rendo conto che non è così, che carico tutto sull'essere gay, che magari quel locale neanche lo calcolerei se non fosse frequentato da gay.

Mi rendo conto di essere caduto ancora una volta in quel giochetto dell'essere gay sufficiente a sè stesso.

E mi innervosisco, perchè mi rendo conto che le cose belle le trovi nei sorrisi degli amici, a tavola con la tua famiglia, non in un locale gay.

Non lo so, 'sta sera sono triste, l'ho detto a mia madre e sono triste, non mi va di parlarne.

 

C'è troppa ipocrisia in giro, si.

Mi chiedevo una cosa oggi, c'è chi ha la passione per la storia e la coltiva, si arricchisce, chi ha una passione per la musica e suonerebbe per ore, io invece? che passione ho? Per il teatro certo, passerei la mia vita sopra un palco, ma faccio niente per nutrirmi di teatro? No, io faccio i miei due corsi di teatro e basta. Fuori da quei due corsi mi capita di andare a teatro, mi piace, ma non riesco a fare mio ogni spettacolo. Non potrei parlare per ore del teatro. E allora mi sono detto che evidentemente sono una persona vuota, che evidentemente non ho passioni, e che non ho un fuoco che mi arde

dentro. Ma allora questo mio interrogarmi che cos'è? Possibile che farmi domande e cercare di capirmi non sia il mio fuoco? Possibile che sia così superficiale? Persino i tamarri hanno le loro passioni, io non ne ho, vivo il presente e basta.

Io voglio mettere a disposizione del mondo le mie visioni, non so come arriverò a farlo, ma lo farò...

...aiuterò il mondo a cambiare. Sarò un visionario ma è l'unica cosa che mi brucia dentro, la voglia che il mondo cambi.

 

Sono stanco, scusate se non tutto si capisce, ma non ho la forza di rileggere e correggere ciò che non si capisce.

 

Buona notte a tutti,

Tommi

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io invece? che passione ho? Per il teatro certo, passerei la mia vita sopra un palco, ma faccio niente per nutrirmi di teatro? No, io faccio i miei due corsi di teatro e basta. Fuori da quei due corsi mi capita di andare a teatro, mi piace, ma non riesco a fare mio ogni spettacolo. Non potrei parlare per ore del teatro. E allora mi sono detto che evidentemente sono una persona vuota, che evidentemente non ho passioni, e che non ho un fuoco che mi arde dentro.

 

Io voglio mettere a disposizione del mondo le mie visioni, non so come arriverò a farlo, ma lo farò...

...aiuterò il mondo a cambiare. Sarò un visionario ma è l'unica cosa che mi brucia dentro, la voglia che il mondo cambi.

 

 

Sembrano i due membri di una contraddizione ma non lo sono.

Io credo che anche la passione abbia bisogno di un sostegno - nella vita, nella realtà, nelle emozioni stesse.

Di un minimo di maturità, che ovviamente ci vuole del tempo per acquisire.

C'è davvero qualcosa di autosufficiente? Ne dubito.

La passione ha bisogno di tempo, di un po' di disciplina, della serenità per poter accettare e spendere il proprio ardore. Poi prende una forma e ci si rende conto che perché si potesse esprimere richiedeva anche un po' di qualità "fredde" o altre - appunto tempo, serenità, e magari anche l'occasione giusta.

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Premetto che ovviamente non intendo attaccare nessuno, semmai dire delle verità scomode.

Il topic parla della dimensione della scoperta dell'omosessualità, si poteva scegliere di parlarne in

terza persona, cioè come oggetto di riflessione, si è scelto invece l'approccio emotivo, intimo.

( il vantaggio: è più coinvolgente, lo svantaggio:  può esserlo troppo...tanto è vero diversi

per assonanza di stati d'animo, intervengono per lamentare altre cose non in tema )

 

Chiediti perchè non riesci ad appassionarti alle cose, perchè cioè tutta la tua carica emotiva

si proietta su un futuro ipotetico, ovvero uno scenario immaginario: perchè dal presente ti

senti agito. Immaginare un futuro altro ( alternativo ) ovvero una visione, non è un modo per evadere la

realtà o per colmare compensativamente un senso di vuoto interiore?

 

Chiediti a questo punto perchè molti omosessuali sono dei creativi....

perchè questo meccanismo psicologico che è alla base della ri-costruzione di una immagine di sè

può caratterizzarci, tanto in senso positivo e diventare risorsa, quanto in senso negativo e rimanere

nevrotico.

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Non ho nulla da aggiungere al dibattito;

vorrei solo osservare che forse quando My_brain ha aperto questo topic non si rendeva conto di avviare un dibattito che avrebbe anche potuto presentargli delle verità scomode. Ringrazio Isher e Hinzelmann per le loro riflessioni e My_brain che le ha provocate col testo che ha voluto proporci e con i suoi interventi.

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Ragazzi, non sono più in grado di rispondere.

Mi sento sovracaricato di verità, ed ho bisogno di tempo per verificarle e farle mie.

Questo forum è un mezzo molto potente per aiutare chi ha dei dubbi o si sente solo,

ed io ne sto giovando, come credo molti altri.

Le cose si stanno smuovendo, e credo sia molto importante che succeda, anche se questo può voler dire affrontare momenti di crisi.

 

Grazie ancora, :)

Tommi.

 

P.s. Dalla prossima volta i miei grazie dateli per sottointesi. Continuare a leggere grazie può anche dare fastidio... :)

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