Jump to content

Quali alternative alla "fast fashion"?


Serpente

Recommended Posts

La cultura drag e gay ha completamente assorbito i canoni consumistici delle grandi case di moda occidentale, che se ne strafregano dell'ambiente o della sostenibilità in questo senso, tanto che senza la varietà di vestiario costoso ed economico la cultura gay probabilmente neanche esisterebbe come la conosciamo oggi. Però l'ambiente è più importante dei camorristi della moda ed è urgente cercare un'alternativa alla "fast fashion" (non da boicottare, solo da considerare tra molte più scelte magari più etiche), siete d'accordo? La prima domanda fondamentale per un frocio che vuole essere accettato nel mondo mondano è: "Mi serve veramente questa cagata queer e trans che sto per comprare?"

https://www.friendlyshop.it/quali-sono-le-alternative-alla-fast-fashion/

https://www.ecorisparmiare.it/2019/04/27/alternative-economiche-alla-fast-fashion/#:~:text=Capsule Wardrobe,le nostre nonne e mamme.

https://i-d.vice.com/it/article/wjzeaz/industria-moda-inquinamento-gas-serra-indagine

https://i-d.vice.com/it/article/a3qk7e/moda-contribuisce-schiavitu-moderna-nuovo-studio

Link to comment
Share on other sites

Mio marito usa i miei vecchi vestiti

e io quelli vecchi di mio padre o dei suoi fratelli.

Ogni anni mia madre ci regala un buono da 50 euro per l'Oviesse

perché si vergogna che siamo così tanto "zingari" (in Veneto "sìngani")

Link to comment
Share on other sites

51 minutes ago, Serpente said:

è urgente cercare un'alternativa alla "fast fashion" (non da boicottare, solo da considerare tra molte più scelte magari più etiche), siete d'accordo?

Sì, occorrerebbe un cartellino di certificazione della "filiera etica" per il vestiario. In realtà tutto il settore del tessile si regge su sfruttamento del lavoro e delle risorse, e tutte le aziende appaltano un pezzo di lavoro ad altri, che ne appaltano un pezzo ad altri, etc...quindi non è semplice nemmeno per il consumatore capire come regolarsi. Tanti anni fa ho spalleggiato un boicottaggio contro H&M...perché l'amica mezzo palestinese m'aveva coinvolto, avevamo la lista nera dei marchi internazionali colpevoli di aprire negozi in Israele.

Link to comment
Share on other sites

I grandi marchi se li possono permettere in pochi quindi per forza di cosa vengono prodotti meno pezzi a un prezzo maggiore e di qualità, un vestito Versace o una borsa da 10k euro di Gucci ti dura una vita perché lo metti solo 3 volte in vita tua, per cui l'associazione gay - grandi marchi di moda è sbagliato perché dato che ad esempio la Cina è uno dei paesi in via di sviluppo che inquina più di tutta europa e usa (primo mondo) sicuramente se compri una maglietta da 10 euro cinese stai inquinando di più che comprando una di 50 euro scegliendo bene il marchio perché la cinesata ti dura anche di meno, per cui ne devi comprare un'altra. Periodt.

E non mi parlate di lavoratori indiani o cose di questo tipo perché fino a 25 anni fa invece dei lavoratori indiani c'erano i terroni. La città dove sono nato faceva parte di un distretto del tessile e calzaturiero del sud italia (per questo ora è una zona di falliti e fallita dato che da allora non c'è stata alcuna innovazione) e negli anni 70 e 80 il settore dava occupazione a tantissima gente, in particolare donne, seppur in condizioni di lavoro a nero o senza tante garanzie. 

Per cui la prima azione da fare sarebbe non comprare i maglioncini a 9,90euro dei piccoli marchi del vattelapesca che tanto si riforniscono sempre da magazzini cinesi che producono maglioni e pantaloni da derivati del petriolio che se ti accendi una sigaretta prendi fuoco e comprarne di meno ma buoni, soprattutto di cotone o lana o canapa o lino. 

E poi i grandi marchi hanno tutti abbandonati le fur naturali per dire. 

anche perché avendo un target di ricchi ricchioni e ricche anoressiche ci tengono a proporre prodotti di qualità e attenti alla "sustenibility" perché più una persona è ricca e sopra la soglia di povertà assoluta e poi di povertà relativa del paese in cui vive e più si interessa di cose come la sostenibilità ambientale, i cagnolini picchiati, i gattini abbandonati etc... 

Link to comment
Share on other sites

ma io non conosco gay, neanche tra i più ricchi e socialmente brillanti

che spenda per la moda

al massimo spendono in alcolici e serate

sono quei tamarri degli etero che ormai sono ossessionati dai marchi. I treppisti si vestono firmati da capo a piedi, come volgari baldracche e spacciano per comprarsi le infradito da 400 euro

Link to comment
Share on other sites

15 minutes ago, Demò said:

ma io non conosco gay, neanche tra i più ricchi e socialmente brillanti

che spenda per la moda

Io sono così figo e così gay

che se ammazzo un gatto e me lo metto al collo

la stagione prossima tutti ne vorranno uno.

Noi siamo la tendenza: è totalmente inutile seguire la moda 🙂

Link to comment
Share on other sites

in realtà certi gay di provincia infatuati del trash brutto, si vestono come malgioglio e spendacchiano

ma è l'effetto bollicina di sodio che grida c'è nessuno penso

noi invece un po' ci vergogniamo, un po' non ci proviamo neanche, un po' scopiamo lo stesso

Link to comment
Share on other sites

  • 2 weeks later...

Con il nuovo lavoro, posso dire di conoscere gay che spendono centinaia di euro in capi di moda e sono proprietari di boutique d'abbigliamento sul Corso, asd.

(Ma forse le due cose sono così collegate da far statistica a sé.)

Link to comment
Share on other sites

Join the conversation

You can post now and register later. If you have an account, sign in now to post with your account.

Guest
Unfortunately, your content contains terms that we do not allow. Please edit your content to remove the highlighted words below.
Reply to this topic...

×   Pasted as rich text.   Paste as plain text instead

  Only 75 emoji are allowed.

×   Your link has been automatically embedded.   Display as a link instead

×   Your previous content has been restored.   Clear editor

×   You cannot paste images directly. Upload or insert images from URL.

×
×
  • Create New...