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Sullo spartiacque a 30 anni


Thebaios

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Ciao a tutti, sono un uomo di quasi trent'anni che ha atteso anni prima di iscriversi, ma ora finalmente eccomi qui. 🙂  Perché non l'ho fatto prima? Diciamo che preferirei di gran lunga poter fare conoscenze dal vivo, non mi piace molto parlare senza poter vedere gli altri in faccia, ma per impedimenti di vario tipo non mi è possibile frequentare associazioni, gruppi di confronto e simili (anche perché da me non ce ne sono, a quanto ne so), inoltre, come vedete dal titolo, ho una veneranda età e non potevo più buttare tempo. Buttare tempo, già: gli anni che dovevano essere i migliori sotto tutti i punti di vista io li ho letteralmente gettati nel bidone. Non torneranno ma amen: le recriminazioni non servono, posso solo evitare di proseguire nel danno. 

Per più di dieci anni, cioè da quando ho dovuto affrontare anche in famiglia la mia omosessualità, mi sono lettaralmente dilaniato . Se ora ho "smesso" è solo perché non ne ho davvero più la forza: penso di aver toccato il fondo. Probabilmente dovevo sbatterci (e a lungo) il muso. Ho avuto pochissimi confronti con altri ragazzi omosessuali, ma non voglio rischiare di arrivare a 40 anni (e sicuramente sarà un lampo) ancora in queste condizioni, voglio uscire dall'impantamento esistenziale in cui sono sprofondato per colpa sia mia sia del contesto sociale che mi circonda(va) sia dei tempi che sono stati.

Tranquilli: non intendo sfracassare le "parti basse" a nessuno nonostante la presentazione lunghetta (limitarsi alla declinazione delle generalità l'avrei trovato davvero arido); spero piuttosto (chissà) di poter finalmente frequentare un posto (seppur virtuale) libero e sereno, come avrei voluto fosse quello di casa e di scuola, o delle associazioni sportive che frequentavo da adolescente...Ma erano davvero altri tempi! Se devo essere sincero, nonostante i molti fallimenti in vari campi di questi lunghi anni, ora come ora mi sento un sopravvissuto, e non posso nemmeno negare che qualche consistente passo avanti l'ho fatto e ne ho fatti compiere (siamo sempre migliori nell'aiutare gli altri che noi stessi, non sarà mai retorica dirlo).

Sono rimasto nel vago perché in parte ho affrontato problemi comuni alla maggior parte di chi ha una sessualità diversa dalla maggioranza, ma vari altri sono stati miei peculiari direi, e sarebbe fuori luogo esporli in una presentazione: penso di essere un caso di omosessuale a parte, nel senso che persone sia etero che gay mi hanno detto più volte che mi faccio troppi problemi e che loro tutti quelli che mi faccio io (di problemi, eh...😁) non se li sono mai o quasi mai fatti...

Insomma, sono una testa che funziona troppo, se vogliamo; varie volte questo si è rivelato un vantaggio, ma ne ho anche pagato parecchio lo scotto, al punto da arrivare a non sopportarmi da solo 😒. Quello che mi fa piacere è che comunque parecchie persone (etero) sono felici di parlarmi e di avermi attorno, dicono che riesco sempre a risollevarle e che metto allegria... Buon per loro! Funzionasse pure con me stesso mi farebbe ancora più piacere. Chiaramente se sono qui è anche perché spero che possa nascere qualche bella amicizia: come avrò modo di spiegare, ciò che più mi è mancato sia a scuola che all'università che in ogni altro ambiente è stata la possibilità di essere trasparenti sulla sessualità. Quanto mi piacerebbe poter ricominciare le superiori potendo dire fin dall'inizio non tanto "sono omosessuale", ma semplicemente "credo di essere così, non escludo l'eterosessualità perché forse è solo una fase visto che mi sento attratto dalle ragazze... questa cosa non mi torna...Boh...Chi vivrà vedrà". Insomma, il poter esternare sinceramente i dubbi che avevo, e chiaramente non con tutti (mica è un biglietto da visita), ma semplicemente il non dover essere obbligati a nascondere tutto, a negare, ad omettere, perfino con i migliori amici.  Poter respirare !  ... Pazienza, ormai è andata così. Mi consolo pensando che poteva andarmi ancora peggio in un sacco di modi, e che molti quarantenni/cinquantenni di oggi pagherebbero oro per poter avere trent'anni nel 2020, quindi cercare di valorizzare ciò che si ha, nonostante tutto. 

Tornando alle amicizie che spero di fare qui ed altrove vorrei precisare che nonostante questo desiderio non amo forzare le cose: le speranze non devono trasformarsi in aspettative (in nessun ambito), altrimenti  si costruisce male. Diciamo che io mi butto, poi quel che viene viene. Scusate la logorroicità! 😆 

E per concludere: nonostante il tono allegro che permea questo papiro, vi assicuro che per oltre dieci anni sono stato tutto l'opposto. Adesso non ne posso più: mi sono privato di tutto ciò che avrei adorato mettere in pratica, e non parlo di sessualità o affettività ma, per esempio, di sport, vacanze, esperienze varie, etc etc etc. Il tutto perché la rabbia derivante dalla mia non accettazione ha pervaso tutti i campi della mia vita. Mi sembra di essermi addormentato a 17-18 anni ed essermi risvegliato ora: non felice, ma deciso a non continuare a distruggermi. La mia vita sarà purtroppo molto diversa da come speravo sarebbe stata...Ma forse la più grande lezione della mia vita è stata proprio questo: sognare e sperare sì, è bello, dà la carica, bisogna farlo, ma non dare per scontato di poter realizzare. E comunque...apprezzare sempre ciò che si ha 8che spesso è molto, e non lo vediamo). Ci ho messo secoli per capirlo, mi sento così stupido e ingrato... Adesso bisogna andare avanti veramente.

Edited by Thebaios
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Sbaglio 🤔 o hai difficoltà a pesare due cose sulla bilancia egizia :aha: il cuore che tende al rinnovamento e al miglioramento da una parte e lo spirito, invece, che tende alla rassegnazione? 

Comunque sia benvenuto :sisi:

Ps: ho una veneranda età ma anche no :nono: sei giovane :aha:

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Grazie per il "giovane", ma purtroppo non mi ci sento mica tanto! 😆 Sarà la consapevolezza del tempo perso, boh...Forse è anche un modo per spronarmi. Diciamo comunque "veneranda" in relazione all'ipotesi di poter ancora procrastinare, non vivere la mia sessualità ed affettività, ecco...E pure per iniziare a frequentare un forum, avrei dovuto farlo a 18 anni, sicuramente ne avrei tratto giovamento, magari molto! Spero di poter aiutare i ragazzi di quell'età a non compiere i miei medesimi errori. E comunque non nego che sento un sapore dolce-amaro, sì, mi sto rassegnando a non poter essere etero.

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davydenkovic90
34 minutes ago, Thebaios said:

tempo perso

Nessun tempo è perso. Hai avuto i tuoi tempi e ognuno ha diverse cose da sbrigare, non siamo macchine programmate con una scadenza. 

Poi, guarda, tutti abbiamo iniziato tardi, non credere che un ventenne vergine si senta tanto più tranquillo di te, anzi, può essere altrettanto angosciato nel sentirsi "in ritardo" e magari anche più invischiato di te in certe situazioni. 

I principali problemi che devi affrontare sono due:

1) tutte le persone con le quali hai simulato/dissimulato per anni, che andranno affrontate per gradi e gli andrà spiegato, senza troppi giri di discorsi in stile grande fratello, che non ti eri ben compreso e che in realtà non sei etero come pensano, ma gay. 

2) conoscere altri ragazzi gay tramite canali ad hoc (purtroppo, è come cercare, che ne so, un compagno di tennis... bisogna che tu vada in un circolo di tennis, non puoi più di tanto sperare di conoscerlo per caso) e quindi app (romeo, grindr), locali, associazioni, questo forum, ecc. e pian piano fissare appuntamenti senza aspettative per confrontarti e vedere che succede.

E' chiaro che il primo può essere notevolmente più facile se ti avvantaggi un po' con il secondo: tanti ragazzi che ho conosciuto hanno fatto CO spinti dal fatto che già frequentavano altri ragazzi gay, in amicizia o come relazioni vere e proprie, che non potevano essere di certo nascoste, e questo dava loro la spinta per il CO. Oppure, come ad esempio nel mio caso, certi si accettano definitivamente solo dopo che hanno sperimentato i propri gusti sul campo. Io avevo sempre sospettato fortemente di essere gay, ma ne ho avuta la certezza solo quando ho frequentato dei ragazzi sia per farci sesso che per uscirci a fare due chiacchiere. Non vedo produttivo mantenersi sul vago, dire che non ci piacciono le etichette, e cose così. Tutti siamo etichettati per questioni di praticità e per relazionarci meglio col mondo. Come uno dice che gli piacciono le fragole con la panna, uno deve imparare a normalizzare il fatto di dire di essere gay, benché la cosa spesso susciti delle reazioni variegate, dalle più neutre e soft alle più irritanti e seccanti (Anche in positivo... magari commenti fuori luogo, premure eccessive... a me che sono un tipo un po' timido scocciano abbastanza, ma ormai ci ho fatto il callo)

Questo forum, per me, è un buon canale per un primo approccio al mondo lgbt, al netto di certa utenza non moderata, e anche io, se l'avessi scoperto prima, probabilmente lo avrei sfruttato di più per conoscere persone in amicizia e non mi sarei affidato al mondo delle app che è più polarizzato verso la ricerca di scopate o fidanzamenti ed è più selettivo e sbrigativo. 

Però vedi te.

Un saluto 🙂 

Edited by davydenkovic90
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Ti ringrazio dei consigli 😉 però vedi, io sono dichiarato, e questo sia in famiglia, sia con i miei parenti, sia con i miei amici: l'ho fatto tra il 2009 ed il 2019, 10 anni belli intensi. In realtà ho solo un amico, ma non fa molto testo in quanto a difficoltà perché è gay pure lui. Gli altri "amici" sono donne, poche ma che mi porto dietro dalle medie. Devo però riconoscere che l'ho detto anche a giovani uomini che non posso considerare amici, semplici buoni conoscenti, e non ho mai ricevuto una risposta offensiva. Magari ne parlerò meglio nella sezione del coming out!

Le app preferisco evitarle: mi sembrerebbe ridicolo cercare amicizie e confronti in posti dove la gente si invia primi piani di genitali e ingressi posteriori...Oddio, non lo fanno mica tutti, però boh...A pelle direi che preferisco qui.

La frase "non mi piacciono le etichette" non la sopporto, a mio parere denota solo mancanza di coraggio: l'essere umano è spaventato molto più dalle parole che dai fatti, assurdo! E poi, ammesso che l'orientamento sessuale ad un certo punto della vita possa cambiare, non deve costituire un problema l'essersi definiti in precedenza di una certa categoria: dirsi gay, etero, bisessuali non implica il dover per forza restare collocati lì ! Poi a mio parere è estremente difficile che le cose possano cambiare, ma siccome posso parlare solo per me...

Edited by Thebaios
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davydenkovic90

Quindi il non avere amici non dipende dal fatto di dover nascondere la tua sessualità e, quindi, mantenere tutti i potenziali rapporti più profondi sempre superficiali...

Forse ti sono mancate le occasioni giuste oppure sei poco flessibile?

Per esempio, guarda, le app non sono niente di male, al netto di chi cerca sesso (comunque anche tu potresti cercarlo, o averlo cercato, in determinati periodi) si possono anche conoscere ragazzi validi per due chiacchiere o una passeggiata.

Io non credo tanto nelle amicizie "confessionale", cioè quegli amici che devono esser lì perché tu vomiti loro addosso tutti i problemi. A maggior ragione quando il tuo problema è proprio, a quanto ho capito, quello delle relazioni e delle esperienze che scarseggiano.

Il forum è ottimo, è stato fatto anche un raduno di recente a Bologna e si sono presentati in tanti, se non sbaglio. Il limite è che incontri persone che abitano lontane, anche se ognuno di noi due o tre utenti della sua città li ha trovati e li frequenta (Anch'io), mentre invece le app hanno un filtro geografico per cui ci sono più persone nelle tue vicinanze e questo è un bel vantaggio.

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Le cause sono molteplici, provo a spiegarmi meglio: qui da me (forse anche in altri posti, chissà) si tende ad elargire la qualifica "amico" con troppa generosità : basta fare una bella chiacchierata un paio di volte, magari tornando a piedi da scuola, e subito tizio lo definisci "amico" quando ne parli con gli altri. Io devo dire che sono sempre stato un tipo che parlava con tutti, attaccavo spesso bottone per primo, non ho mai avuto grandissime difficoltà ad interagire, però gli amici sono un'altra cosa: sono "pochi" e soprattutto si palesano al momento del bisogno.

Stante ciò come base, direi che invece l'impossibilità (o la non volontà) di fare coming out ha avuto il suo bel ruolo eccome: mentre le ragazze (TUTTE, perfino quella che sbavava per me dalla prima media) mi hanno accettato tranquillissimamente, con i maschi è stata moooooooolto diversa. Non mi sento di biasimarli, però: so mettermi nei loro panni, e capisco che avere ieri un amico strettissimo che ti parlava di tette e fica, e che invece oggi ti dice di essere dell'altra sponda, improvvisamente fa cambiare tutto: vieni visto sotto una luce completamente differente, è quasi come se non fossi più tu. Per questo è molto meglio avere la possibilità di dire chi si è fin dall'inizio, almeno se le amicizie non devono nascere non nascono, e invece se nascono lo fanno sotto la più totale sincerità. Probabilmente le prossime generazioni saranno molto più serene da questo punto di vista, un ragazzo che si sentirà dire dall'amico del cuore che è gay (e che magari si è preso una sbandata per lui) non ne verrà più sconvolto, accetterà placidamente la cosa pur non ricambiando (magari) la cotta. Dobbiamo arrivarci, però!

Neanch'io sono orientato a concepire gli amici come sfogatoi, tranquillo! 😉 Non solo, perlomeno .

Per quanto riguarda ciò che mi dici sulle app, be'... Lo terrò a mente. Thanks!

Edited by Thebaios
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No, parlavo di un tebano in generale perché a Tebe nacque Ercole, ed Hercules della Disney era il mio cartone preferito da bambino, mi piaceva proprio il personaggio del protagonista: emarginato dai "normali" impiega bene il suo "difetto" (la forza eccessiva) e diventa un eroe, volevo essere forte come lui...Una specie di modello cui ispirarsi, per me! Però ammetto di aver pensato anche al battaglione sacro perché mi piace associare l'omosessualità alla virilità, in contrasto con la visione stereotipata degli omosessuali come "meno uomini" degli etero. 

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28 minutes ago, Thebaios said:

Però ammetto di aver pensato anche al battaglione sacro perché mi piace associare l'omosessualità alla virilità, in contrasto con la visione stereotipata degli omosessuali come "meno uomini" degli etero. 

Non tanto meno uomini, quanto piuttosto meno maschi....

Ma forse intendevi uomini nel senso di uomini maschi.

In ogni caso sono perfettamente d'accordo che l'inclinazione omoerotica è l'espressione d'una virilità piena, mentre l'inclinazione eteroerotica implica un'indulgenza all'elemento femminile.

Purtroppo la teoria di Ulrichs dell'anima muliebris virili corpore inclusa ha infatuate, forse ben oltre le intenzioni dell'autore, non solo le anime eteroclite, ma anche quelle omoclite, sì che da allora siamo sospettati di desiderare  d'essere donne, mentre prima eravamo temuti come feroci misogini 😉 

Edited by Mario1944
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davydenkovic90
1 hour ago, Thebaios said:

capisco che avere ieri un amico strettissimo che ti parlava di tette e fica, e che invece oggi ti dice di essere dell'altra sponda, improvvisamente fa cambiare tutto: vieni visto sotto una luce completamente differente, è quasi come se non fossi più tu. Per questo è molto meglio avere la possibilità di dire chi si è fin dall'inizio, almeno se le amicizie non devono nascere non nascono, e invece se nascono lo fanno sotto la più totale sincerità.

Se hai fatto CO da tempo, però, dovresti aver ovviato a questo problema. Quanto meno, dovresti aver fatto CO prima che iniziassero a pretendere da te che tu parlassi di figa e tette e prima di creare un rapporto grottesco e finto nel quale simuli e dissimuli continuamente...

Quindi hai individuato quale potrebbe essere il problema, il motivo per cui non ne hai, al momento attuale?

Magari ti butti poco in situazioni che, a priori, giudichi sfavorevoli?

Per esempio, mi hai già silurato le app... invece possono anche quelle essere un canale valido al netto di cose che non ti interessano. 

L'amico gay come lo hai conosciuto? Se ha gli stessi tuoi problemi, meglio, forse potete capirvi meglio e sviluppare un rapporto più semplice.

"L'amico si vede nel momento del bisogno" è anche questa una frase inflazionata, che non approvo perché troppi interpretano nel modo sbagliato, e cioè: se io ho un problema, il mio amico mi deve aiutare. Assolutamente no. Se l'amico rimane con te nel momento del bisogno, è davvero un amico. Non è una frase che va usata contro quelli che non ti aiutano, e quindi non sono amici, perché nessuno ha detto che, proprio loro, ti debbano aiutare.

1 hour ago, Thebaios said:

Le cause sono molteplici, provo a spiegarmi meglio: qui da me (forse anche in altri posti, chissà) si tende ad elargire la qualifica "amico" con troppa generosità : basta fare una bella chiacchierata un paio di volte, magari tornando a piedi da scuola, e subito tizio lo definisci "amico" quando ne parli con gli altri. Io devo dire che sono sempre stato un tipo che parlava con tutti, attaccavo spesso bottone per primo, non ho mai avuto grandissime difficoltà ad interagire, però gli amici sono un'altra cosa: sono "pochi" e soprattutto si palesano al momento del bisogno.

Ci hai già detto dove abiti? Forse m'è sfuggito

Non credo che sia una cosa che cambia da zona a zona, ma da persona a persona. Io non definisco uno con cui ho parlato due volte un "amico", comunque non demonizzo neanche il parlare due volte, le conoscenze superficiali... primo, perché servono tantissimo anche quelle, e poi perché da alcune di quelle si può passare, col tempo, all'amicizia vera e propria. 

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11 hours ago, Thebaios said:

come vedete dal titolo, ho una veneranda età

30 anni una veneranda età?? MA VEDI D'ANNA' UN PO' AFFANCULO

allora io a 46 me dovrei solo che suicidà!!

-e l'idea manco mi sfiora; sallo!-

11 hours ago, Thebaios said:

gli anni che dovevano essere i migliori sotto tutti i punti di vista io li ho letteralmente gettati nel bidone.

no, se ti han portato ad essere quel che sei ora

 

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9 hours ago, davydenkovic90 said:

Se hai fatto CO da tempo, però, dovresti aver ovviato a questo problema. Quanto meno, dovresti aver fatto CO prima che iniziassero a pretendere da te che tu parlassi di figa e tette e prima di creare un rapporto grottesco e finto nel quale simuli e dissimuli continuamente...

Quindi hai individuato quale potrebbe essere il problema, il motivo per cui non ne hai, al momento attuale?

Sì, ed è in via di risoluzione; diciamo però che a forza di dover stare solo per anni durante l'adolescenza e i primi tre dell'università (e sei ben inserito nell'ambiente scolastico e sportivo ma non sei te stesso di fatto è quasi come se fossi solo, perché erigi una barriera invisibile tra te e gli altri, ti fai conoscere per molti aspetti, pregi e difetti, ma ometti l'orientamento sessuale, il che per me non è affatto un dettaglio: me lo ha insegnato l'esperienza) per sopravvivere ti fai crescere una tale forza che non vuoi più avere amici a tutti i costi. La mia filosofia dopo i 19 è stata "se gli amici ci sono, tanto meglio...Ma non andrò più a dovermene cercare per forza alcuni...Lascerò che le cose vengano, senza ripetere le sequenze di medie e superiori". Ora è complesso spiegare tutte le vicende di questi lunghi anni, ma probabilmente avevo anche il bisogno di stare da solo, come con due forze uguali e opposte che, pertanto, si annullano.

 

Per esempio, mi hai già silurato le app... invece possono anche quelle essere un canale valido al netto di cose che non ti interessano.

Se leggi bene già dal secondo/terzo messaggio ti ho risposto che, stando quanto mi hai scritto in merito, potrei riconsiderarle.

L'amico gay come lo hai conosciuto? Se ha gli stessi tuoi problemi, meglio, forse potete capirvi meglio e sviluppare un rapporto più semplice.

L'amico gay è un ex compagno di classe delle medie, si è confidato con me a 21 anni, io ancora non l'avevo fatto con lui, ad ogni modo lo sospettavo da tempo... Se ci sentiamo ancora da quando avevamo 11 anni evidentemente la qualità del rapporto c'è, anche se siamo stati in grado di far trascorrere pure mesi e mesi e mesi senza il bisogno di una telefonata, poi quando ci rivedevamo era come se ci si fosse visti fino al giorno prima. Non c'è mai stato del tenero fra noi due, nessuno è il tipo dell'altro, siamo veramente due amici (e basta), certe volte iniziano delle litigate epiche su un sacco di argomenti, ci mandiamo a f.....o ma il giorno dopo abbiamo già rimosso! 😆 è una persona diversissima da me, proprio per questo dal nostro scontro nascono dei giovamenti per entrambi, ma in relazione ad altri aspetti viviamo proprio su due pianeti distanti, ecco perché capirsi può risultare arduo.

"L'amico si vede nel momento del bisogno" è anche questa una frase inflazionata, che non approvo perché troppi interpretano nel modo sbagliato, e cioè: se io ho un problema, il mio amico mi deve aiutare. Assolutamente no. Se l'amico rimane con te nel momento del bisogno, è davvero un amico. Non è una frase che va usata contro quelli che non ti aiutano, e quindi non sono amici, perché nessuno ha detto che, proprio loro, ti debbano aiutare.

Chiariamo: gli amici non sono e non devono essere "balie". Francamente non ritengo di non essere stato aiutato, anzi... Finché per loro ero etero come tutti gli altri si sono dimostrati, ed altrettanto ho fatto io per loro, direi che ti viene naturale se tieni ad un amico, non lo vivi come un obbligo! è il bello dell'amicizia. Le cose sono molto cambiate quando ho detto la verità su di me, ma , come già spiegato, non mi sento di biasimarli (né di giustificarli). Non avrei mai accettato un rapporto basato sul dovere di comportarsi bene: per un'amicizia deve essere un comportamento "sentito". Ciò che mi ha indotto a scrivere che gli amici si vedono nel momento del bisogno (eh no, per me non è per nulla una frase fatta, mi dispiace) è quanto ho visto in campo etero fra ragazze: anni fa una ex compagna di classe è caduta in anoressia ed altri gravi problemi psicologici, metà del suo gruppo di amiche l'ha letteralemente abbandonata nel giro di qualche mese ("Scusaci non ce la facciamo a vederti così, non sei più tu...Ti aspettiamo per quando sarai tpornata quella di prima, così usciamo!" ), e proprio quelle che a scuola avevano ricorso a lei per sfoghi e consigli continuamente. Lei non si era mai risparmiata, anteponendo i bisogni delle altre ai propri (ed anche questo è negativo). Nulla di strano se poi ritengo quella frase verissima, quindi come vedi non mi piango addosso, non sto facendo la vittima.

Scusa se sembro nozionistico, ma era solo per chiarire.
 

 

1 hour ago, SabrinaS said:

Ma sei mai andato al cassero a fare bucchini ricreativi e a trovarti degli amiki

Scusami, non fa ridere.

1 hour ago, freedog said:

30 anni una veneranda età?? MA VEDI D'ANNA' UN PO' AFFANCULO

allora io a 46 me dovrei solo che suicidà!!

-e l'idea manco mi sfiora; sallo!-

no, se ti han portato ad essere quel che sei ora

Grazie, freedog! No, no, per carità: non voglio essere indelicato verso i più grandi di me. Dicevo "veneranda" per potermi ancora permettere di tergiversare, di bloccarmi, di non vivere, anche in confronto a ragazzi che fanno CO durante l'adolescenza e sfruttano bene il tempo: la vita va coltivata.

 

 

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Praticamente ci stai dicendo che hai fatto CO prima di esserti accettato, come forma di autopunizione?

Non è che sia del tutto chiaro ciò che dici, ma se non ti accetti tu per primo difficilmente saprai comunicare il tuo bisogno di accettazione agli altri

 

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35 minutes ago, ldvrsp said:

SabrinaS è fatta così, non te la prendere.

Benvenuto a te, spero di leggerti in altri threads!

Grazie! Vedrò di essere più sintetico e chiaro, comunque. 😉

26 minutes ago, Hinzelmann said:

Praticamente ci stai dicendo che hai fatto CO prima di esserti accettato, come forma di autopunizione?

Non è che sia del tutto chiaro ciò che dici, ma se non ti accetti tu per primo difficilmente saprai comunicare il tuo bisogno di accettazione agli altri

 

Lo sono, sono stato cervellotico, ma ci sarebbero talmente tante cose da spiegare...Ad ogni modo sì, ho fatto CO prima di accettarmi, molto prima, ma non andiamo oltre: all'autopunizione non avevo proprio mai mirato. L'ho fatto perché ormai quei panni mi andavano stretti, e per aver preso coscienza che non essermi potuto mostrare per ciò che sono mi ha creato una marea di casini in stile "reazione a catena". Se non l'avessi sperimentato non l'avrei mai immaginato o capito. Chiaramente non per tutti funzionerà così, dipende moltissimo dal carattere e dal contesto in cui si vive, alla fine ognuno è un mondo a sé.

Guarda, ti posso assicurare invece che il bisogno di accettazione le ragazze l'hanno capito benissimo, probabilmente perché, in media, sono più riflessive dei ragazzi, ma questi ultimi...be'...molto più "pragmatici" sembravano dirmi: "Che ti frega? Mica devi per forza dirlo. Tienitelo per te e vivi tranquillo, no?" solo che io questa logica non potevo e non posso più accettarla, non negli anni '10 del XXI secolo, perché omettendo, omettendo, omettendo ti poni in una situazione delicata e pesante da sopportare, faccio mie le parole di un giornalista che, diciratosi nell' ormai non più vicino 2012 ha detto che nascondersi rende sfuggenti, nega la possibilità di stringere rapporti d'amicizia o professionali trasparenti con gli altri, e finisce che limiti sempre di più le occasioni di interazione sociale (tipo una cena fra colleghi), creando tutti i presupposti per far morire le frequentazioni. Non sono le parole testuali ma il concetto mi sembra fosse questo. Qualche altro ragazzo però, pur essendo etero, ha capito perfettamente, e credo abbia apprezzato il mio essermi aperto anche sulla difficoltà di autoaccettazione: ho l'impressione che loro tendano a vederci unicamente come persone tutte fortunatamente in pace con sé stesse, invece non è così...pertanto è giusto che sappiano che cosa prova un omosessuale o bisessuale che non si accetta, non per commiserarlo, ma perché possono capire meglio una parte della realtà che riguarda la società tutta: insomma, un figlio gay può nascere a tutti ! Se sanno quello che si prova, probabilmente nei confronti di quei figli futuri saranno più preparati ed attenti. Io penso anche a quelli che verranno dopo di noi, visto che alla fine anche quelli della nostra generazione sono stati ampiamente aiutati dalle esperienze (per non dire tragedie, spesso e volentieri) di chi  è stato giovane prima e debitamente presentate dalla tv o dai libri. Insomma: sensibilizzazione, dialogo, illustrazione della realtà. Che possiamo e dobbiamo fare anche noi nel nostro piccolo, se se ne presenta l'occasione ed il contesto ci pare opportuno. Ora forse mi sto dilungando troppo, la chiudo qui e magari ne riparleremo nella sezione del CO. 

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Ciao Thebaios, benvenuto nel forum.... sei una macchina da guerra per via di lunghezza dei testi😁, ma è un piacere leggere le tue considerazioni e punti di vista. Alcuni comuni a varie persone, in primis al sottoscritto. 

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Ciao, grazie, mi fa molto piacere questo commento, però hai ragione: mi manca il dono della sintesi, devo impegnarmici! Finisce che uno si scoccia e non arriva a leggere tutto, il più delle volte. Secondo me è anche una conseguenza di tutti quegli anni costretto a tacere sull'argomento.

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2 hours ago, JohnDoo said:

Ciao Thebaios, benvenuto nel forum.... sei una macchina da guerra per via di lunghezza dei testi😁

Comincio a ingelosirmi, il prolisso sono io e non accetto concorrenza.

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