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Ufficiali neri del Regio Esercito


Demò

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Dell'Italia liberale, per quanto classista, ho sempre ritenuto meritorio l'approccio cosmopolita. E l'idea che fossero le istituzione a formare la Nazione, non l'appartenenza etnica.

Quei vecchi piemontesi non si sono limitati ad approvare la Legge Sineo nel 1848: "La differenza di culto non forma eccezione al godimento dei diritti civili e politici, ed all’ammissibilità alle cariche civili e militari"

Ma l'hanno messa in pratica.

Ecco perchè in Italia non troverete un caso Dreyfus, ossia un'uguaglianza formale ma non effettiva, ma scoprirete che il reggimento al quale era assegnato il giovane Vittorio Emanuele III durante l'istruzione militare era comandato da Giuseppe_Ottolenghi, ebreo, che fu anche senatore del regno e ministro della guerra

Oggi però parliamo di "razza", con riferimento a tre esempi sorprendenti (non sono neanche gli unici, la sensazione è che più se ne cercano più ne saltano fuori)

Iniziamo con il primo, il più incredibile, il capitano Michele Amatore 

https://it.wikipedia.org/wiki/Michele_Amatore

Michele Amatore, il capitano moro | Baionette Librarie

nato in Sudan, fatto schiavo da mercanti arabi, comprato da un italiano, portato in Piemonte, si arruola nel 1848, si fa tutte le guerre d'indipendenza e addirittura la repressione al brigantaggio (pensate ai neoborbonici che strepitano sul razzismo dei piemontesi, quando in realtà un africano in divisa sparava ai briganti lucani)

il secondo è addirittura un nobile, il cav. colonnello Michele Carchidio Malavolti, figlio di Francesco dei Malavolti e di Uollalà Sellasiè, donna eritrea. Legittimato, adottato dalla zia contessa e avviato alla carriera militare come il padre.

il Generale Domenico Mondelli

https://it.wikipedia.org/wiki/Domenico_Mondelli

Domenico Mondelli, il generale nero – ITALIANI IN GUERRA

africano, adottato, frequenta l'Accademia Militare di Modena, diventa aviatore, combatte nella I guerra Mondiale e solo l'avvento del fascismo gli impedisce di fare ulteriore carriera

Infine, un egiziano, il Maggiore Ismaele Embabi

Gli Egiziani nell'Esercito Italiano | Segreti della storia

morto durante la Terza battaglia dell'Isonzo

E' chiaro che l'avventura coloniale dell'Italia liberale ha mostrato una faccia imperialista (Libia, I guerra d'Etiopia), guerra e violenza

ma questi non sono casi isolati. Lo sono se li paragoniamo a paesi come Francia, Inghilterra e Stati Uniti

Ma in Italia sono numerosi, ricorrenti e non vengono raccontati

Nè dalla destra, che dovrebbe ammettere che il fascismo ha rappresentato una cesura rispetto al periodo liberale

Nè, sorprendentemente (lol) dalla pubblicistica sui rapporti tra indigeni e italiani nelle colonie

che spesso ama parlare di madamato come forma di sfruttamento delle donne e altrettanto spesso dimentica i frutti di quelle unioni.

Vicende che ricordano quella di Leone Jacovacci, pugile italo congolese che terminò la sua carriera per colpa del fascismo-------->https://it.wikipedia.org/wiki/Leone_Jacovacci

Leone Iacovacci: l'incredibile vicenda di un italiano nero durante il  fascismo - DolceVita

 

Piccola nota, non stiamo parlando di truppe indigene, ma dell'Esercito Italiano

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Uollalà sembra il nome di una drag queen dallo stile anni 50 e dedita al burlesc

comunque a proposito di esercito da quando mio fratello lavora per l'esercito ne sto sentendo di ogni che altro che rivoluzione francese. Però non posso parlarne liberamente perché sono una terrona omertosa e per interesse personale anche io devo tacere e far finta di niente su certe cose. 

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1 hour ago, SabrinaS said:

sono una terrona omertosa e per interesse personale anche io devo tacere

era meglio se Garibaldi unificava il nord italia al sudan mi sa

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Probabilmente nel corso del XXI secolo ci sarà spazio per il recupero del tema, che ha risentito in passato della monopolizzazione in chiave agiografica da parte della massoneria e quindi anche delle polemiche antimassoniche

Questo unitamente al fatto che Vittorio Emanuele III ha compromesso irrimediabilmente le istituzioni riuscendo a fare meno di un Balbo e trascinando nell'esito referendario anche la parte migliore dell'aristocrazia italiana ( la cui decadenza poteva essere frenata solo da una continuità monarchica ) e dall'altro il fatto che sia sia individuato nel cattolicesimo e nella chiesa cattolica la forza in grado di salvaguardare il capitalismo in Italia, ha determinato poi a cascata una serie di conseguenze

 

 

 

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On 10/17/2020 at 2:36 PM, Demò said:

Ma in Italia sono numerosi, ricorrenti e non vengono raccontati

Nè dalla destra, che dovrebbe ammettere che il fascismo ha rappresentato una cesura rispetto al periodo liberale

Nè, sorprendentemente (lol) dalla pubblicistica sui rapporti tra indigeni e italiani nelle colonie

Perché in effetti ricordare questi episodi non giova nell'immediato a nessuno. La destra italiana i conti col fascismo non li ha mai voluti fare😕

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23 hours ago, schopy said:

La destra italiana i conti col fascismo non li ha mai voluti fare😕

Croce e l'interpretazione storiografica liberale del fascismo come cesura-parentesi storica e della salvaguardia della continuità istituzionale con il risorgimento dove li metti? Certo han perso prima il referendum istituzionale e poi sono divenuti politicamente minoritari nel corso della prima repubblica, soprattutto dal 1976 essendo cessata la loro opposizione ai governi di centrosinistra hanno lasciato campo libero a destra, ai neofascisti-post fascisti però sotto il profilo culturale han rappresentato questa opzione

 

 

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26 minutes ago, Hinzelmann said:

 sotto il profilo culturale han rappresentato questa opzione

Ci mancherebbe, pure mio nonno era liberale...ma in termini di "peso elettorale" come ben ricordi anche tu non contavano molto mi pare...

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Hanno smesso di contare nel momento in cui con Zanone ed Altissimo, prima magari per garantire i governi di emergenza nazionale a causa del terrorismo, poi entrando nel pentapartito a pieno titolo, hanno smesso di opporsi al centrosinistra e hanno abbandonato il campo politico della destra al MSI-DN

A quel punto sono in effetti diventati politicamente esigui, ma per tutti gli anni '40-'50-'60 contarono sicuramente più del MSI

Ovvio che l'alleanza coi cattolici ebbe in ogni caso un prezzo...la caduta della monarchia non potè che accelerare la decadenza dell'aristocrazia cosmopolita italiana che era per certi versi un fenomeno inevitabile e una certa sordina sui rapporti con la massoneria ( che fu un'agenzia culturale importante nella formazione del cosmopolitismo borghese e dell'integrazione delle minoranze, durante il risorgimento ma era nemica della chiesa cattolica )

 

 

 

 

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Berlusconi più che altro ha cooptato i post fascisti, certo in Forza Italia c'era pure Biondi ( l'oppositore di Zanone nel PLI ) ma evidentemente su un piano di inferiorità oramai manifesta

I rapporti con la massoneria non direi siano molto cambiati, perchè subordinati a quelli con la CEI

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Ha cooptato i post-fascisti rivendicando la superiore importanza dell'invasione statunitense rispetto alla Resistenza

e ha mantenuto contatti con la massoneria deviata preferendo i rapporti con la Conferenza Episcopale.

Un miracolo italiano. :D

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On 10/20/2020 at 12:14 PM, Almadel said:

rapporti con la massoneria

licio gelli non me lo vedo a giubilare del bersagliere sudanese o del generale eritreo

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Licio Gelli era fascista e lo ha sempre rivendicato, però conoscendo il personaggio se gli fosse tornato utile non avrebbe certo avuto problemi a giubilare per sudanesi ed eritrei

Stiamo però parlando di una personalità decisamente eccezionale, anche se nel Male,  aderisce alla RSI e fa il doppio gioco per guadagnare benemerenze da partigiani e inglesi, si dice addirittura abbia riportato dalla Yugoslavia parte del tesoro della banca di stato per sottrarlo ai Tedeschi e se ne sia trattenuto un po' ( quindi un fascista fucilabile dai fascisti stessi ) aderisce alla massoneria nel 1963, in una loggia il cui gran maestro era ebreo e fa una carriera lampo in tre anni sostenendo la causa di Israele e si potrebbe andare avanti per pagine con gli aneddoti

Il punto è che la massoneria negli anni '50 è in forte crisi, la presa del potere da parte della DC dopo la repressione fascista ( ma Gelli stava all'epoca fra i repressori...) la fine della monarchia liberale rende apprezzabili anche personaggi equivoci come per l'appunto Gelli, è chiaro che la storia della massoneria durante la Repubblica è la storia di una istituzione culturalmente decaduta che fa l'agiografia di ciò che fu, anche per non vedere ciò che è, cioè personaggi come Gelli.

 

 

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