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Relativismo etico


Cosgrove

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Sull'articolo sul Corriere di oggi di Gian Antonio Stella.Anche Gian Antonio Stella  riconosce che un certo sacerdote inguaiato dovrebbe chiedere scusa anche agli omosessuali, che ha offeso usando una parolaccia che non ripeteremo, oltre alle scuse che ha dovuto fare ad ebrei e massoni per altre uscite sopra le righe L'ottimo Stella lo fa in un articolo dove afferma che la lotta al relativismo etico non si fa con espressioni da caserma (forse dovremmo dire: da leghista,vedi Calderoli e Tremaglia).Stella forse pensa che insultare, discriminare e calunniare con espressioni forbite ed eleganti sia etico? Che sarebbe per lui il relativismo etico? E' etico calunniare e discriminare gli omosessuali? Direi proprio di no. L'etica è trattare gli altri come vorresti essere trattato, e non recare danni ad alcuno. Ciò che non reca danno è eticamente indifferente. Se relativismo etico è giustificare discriminazioni, pogrom, stragi suicide,in nome della propria particolare ideologia religiosa o meno, allora anch'oio sono contro il relativismo etico. Se relativismo etico è giustificare furti, rapine, omicidi, stragi in nome di una "causa" anch'io sono contro il relativismo etico. Non è relativismo etico ripudiare condanne e discriminazioni ingiustificate verso chi, amandosi, non danneggia proprio nessuno.E chi usa certe parole non "lotta contro il relativismo etico": sta solo esternando il proprio razzismo e la propria omofobia in modo cafone.

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Quella al relativismo etio è una lotta assurda e patetica ingaggiada da ratzinger con l'obiettivo dichiarato di controllare le coscienze. Nel suo libro senza radici lui scrive testualmente di sostituire il moto illuminista "fare come se Dio non esiste" proposto ai credenti impegnati nella vita pubblica al suo motto "comportarsi come se Dio esistesse" che lui propone ai non credenti. Vi rendete conto dell'assurdità di questo discorso?

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Fissare un punto comune su qualsiasi cosa, da tutti pienamente condiviso, apprezzato e supportato, è letteralmente impossibile.Ci sarà sempre qualcuno contento e qualcuno scontento.Ed è pure facile dire che ci sono dei criteri e valori che sono universalmente validi e da difendere, perchè entrando poi nel dettaglio e snocciolando ogni aspetto, si rilevano talmente tante sfumature d'opinione che, accostate l'una all'altra, portano ad avere uno spettro di ideologie che partono da un estremo per arrivare a quello opposto.

L'etica è trattare gli altri come vorresti essere trattato, e non recare danni ad alcuno.
Come vorresti essere trattato tu, può non corrispondere a come vogliono essere trattati gli altri.Ne consegue che, pur essendoci tutto il tuo miglior intento ad onorare e rispettare il prossimo tuo come te stesso, non saprai mai in quale misura stai azzeccando le aspettative della controparte.L'etica, quindi, c'è e non c'è al tempo stesso.C'è perchè ognuno di noi ne ha una propria concezione personale, ma non c'è in quanto appena provi ad esternarla ed applicarla nella quotidianità, già commetti una violazione di quella altrui, che tu lo voglia o meno.Non è un caso che esistano le LEGGI: proposte, vagliate, votate ed entrate in vigore per mano di una MAGGIORANZA che si trova, in merito ad un preciso tema, allineata nell'opinione.Ma la maggioranza non accontenta tutti... e così ci sarà sempre qualcuno che lamenta di essere stato "tagliato fuori" e discriminato.Gli insulti, la calunnia, la bestemmia e la violenza gratuita, non possono di sicuro essere etici, in quanto atti distruttivi che non lasciano spazio alcuno a differenti interpretazioni che possano porli sotto una luce positiva.Ma vale davvero la pena tenere ancora il termine "etica" nei dizionari oggigiorno, visto che chiunque tenti di professarne una ben precisa, viene puntualmente additato come un patetico ed anacronistico conservatore ed assalito da un'orda di "evangelizzatori" di nuove correnti che espongono una loro etica che di qui a un paio d'anni sarà già considerata spazzatura?
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Etica: dal greco ethos ovvero indole, atteggiamento, si riferisce generalmente al comportamento che si deve tenere nelle varie situazioni. Il "fare agli altri quello che vorresti fosse fatto a te" (o non fare, a seconda delle versioni) è una dottrina evangelica che detta un orientamento etico. Il concetto di Etica è scevro da connotazioni positive, che invece sono molto più vicine al concetto di Morale (dal latino mos, ovvero il costume, il retto agire). Il principio morale è un concetto alla base di una serie di leggi etiche che ne dipendono. Per tanto, un'etica morale è un codice di comportamento che segua dei principi fermi e per definizione giusti, mentre l'etica in sè è semplicemente un codice di comportamento, indipendentemente dalle premesse, dagli esiti, e da valutazioni.Quindi, etica è semplicemente il sistema dei comportamenti, mentre morale è l'insieme delle regole che dovrebbero essere alla base di tali comportamenti.Ora, la lotta a cui stiamo assistendo è a sostegno (non dichiarato, poiché l'espressione farebbe insospettire qualche coscienza) dell'assolutismo etico, ovvero di un'etica morale basata su affermazioni dogmatiche indiscutibili. Assolute, insomma. Questi dogmi sono assolutamente arbitrari, sono presi come assiomi indimostrabili e indiscutibili. Il motivo per cui si ha da temere il relativismo etico è che la messa in discussione delle premesse pregiudicherebbe l'intero edificio morale della Chiesa - edificio, peraltro, tutt'altro che stabile, se si vanno a considerare tutte le contraddizioni non solo dottrinali.Si definisce infatti relativismo etico un'etica che non consideri nessun valore assoluto - un'etica extramorale. Il relativismo etico parte dalla presa di coscienza che i valori assoluti non esistono, sono arbitrari, o al più giustificati da disquisizioni metafisiche che non hanno riscontro inconfutabile nella realtà. Si tratta in fondo della consapevolezza che il dogma non è un'entità reale, ma una creazione intelettuale, un'illusione, alla stregua di una fantasia infantile (e forse nemmeno troppo distante dal punto di vista teoretico). E' insomma l'estrema opposizione all'imperativo categorico ("devo perchè devo") in favore di un calcolo razionale ("devo perchè è utile") - o semplicemente di un'azione soggettiva e istintuale ("devo perchè voglio"). Relativismo significa in parole povere dare uguale valore a tutti i punti di vista (e primariamente, avere più di un punto di vista).Il relativismo etico è un pericolo per la Chiesa, perchè non ha fondamenti fasulli, e anzi riconosce l'arbitrarietà dei fondamenti di qualsivoglia sistema etico. Non è forse questo un pregio di tale atteggiamento etico? Perchè non viene spiegato chiaramente perchè il relativismo etico è pericoloso? Perché per la gente esso non è pericoloso: lo è per l'autorità, per l'ordine costituito. Ma per il singolo, rappresenta il modo di vivere più naturale. L'intento della Chiesa appare come sempre quello di reprimere e controllare. Ma non è forse per questo che è stata creata? Il relativismo etico è la chiave per far crollare il suo sistema di controllo delle coscienze. Non bisogna negare che alcuni dettami siano frutto di un ragionamento relativista (il saggio Einstein dopotutto, affermava che "tutto è relativo", no? E sto parlando di Einstein, Albert, il fisico, il genio, non di un qualsivoglia Joseph dottore in teologia), ma anzi rivendicare il relativismo etico come una bandiera contro l'assolutismo morale del Potere costituito.

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Bel post, il tuo, Wotan. Se poniamo il relativismo etico (d'ora in poi: RE) a raffronto o in opposizione con un sistema di valori assoluti fondati su Dio, è facile optare per il RE e rifiutare la morale proposta da una qualunque religione, che, oltretutto, è eteronoma. La sua autorità non le deriva da un fondamento razionale intrinseco, come nella morale che poggia su un sistema filosofico, la quale è autonoma, secondo la nota distinzione kantiana. Ciò indica tra l'altro che non è possibile accomunare una morale autonoma, anche se rigorista o assoluta, e una morale eteronoma, che non è in realtà altro che religione applicata alla sfera del comportamento umano in tutte le sue possibili regioni. La Chiesa persegue l'obiettivo che tu hai detto, controllare le coscienze e le conoscenze e non scuotere ma anzi rafforzare un sistema di pensiero e di valori che riconduce tutto all'autorità di Dio. E' per questo che accusa di RE non solo il RE in senso proprio ma qualunque atteggiamento di pensiero che confligga con questo proposito. Il laico però deve stare attento a non introiettare i termini del ragionamento della Chiesa e sposare il RE in senso proprio, perché vi può essere un atteggiamento morale laico, razionale, sensato, che si oppone decisamente ai dettami della morale cristiana e alla sua eteronomia ma non si confonde con il RE.Il fatto è che il RE presenta dei limiti (sui quali astutamente fà leva la Chiesa, e, al suo seguito o no, il senso comune). Tende all'indifferentismo: arginare l'indifferentismo è il primo problema di un RE serio. Tende a mettere tutto sullo stesso piano, quel che pare a un «Socrate insoddisfatto» e quel che pare a un«maiale soddisfatto»: ristabilire una qualche gerarchia tra le credenze è l'altro problema di un RE serio. Dare eguale valore a ogni punto di vista non può essere sufficiente se il punto di vista di Tizio è quello di sopprimere le libertà individuali e quello di Caio di istituire tribunali speciali, o semplicemente se il loro punto di vista è quello di incompetenti. Inoltre la morale della Chiesa e anche le varie "religioni laiche" propongono dei codici, per quanto diversi, che soddisfano al bisogno di un sistema di riferimento comune per gli uomini (e all'osso: al non sentirsi soli): qui il RE ha difficoltà a parlare. Deve andare oltre, anche oltre il singolo (che è il punto di partenza giusto). Naturalmente resta vero che il RE ha una funzione insostituibile nel minare l'assolutismo delle religioni rivelate, del loro sistema di divieti, delle loro morali, come hai ben detto tu nell'ultima parte del tuo post.Spostando il discorso sul piano politico e di battaglia culturale: il laico non deve farsi mettere nell'angolo dalla Chiesa come se il suo laicismo si riducesse a RE. Il RE può essere un ingrediente di una miscela più ricca. E la morale cristiana e non solo cristiana è da rifiutarsi non solo perché è assoluta ma anche per ben altre ragioni: sopprime le Emozioni; mortifica la Vita; è rinunciataria per l'Uomo. I valori di cui ha bisogno l'uomo sono anche e soprattutto questi: nulla è più valore per l'uomo che sentirsi vivo, animato da impulsi e desideri, centro di progetti e volizioni, capace di amare e pensare.

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Il pastore tedesco cn il cappellino rosso mette bocca su tutto perkè è un tuttologo; kmq l'importante è divertirsi[modbreak=yrian]Per favore: niente abbreviazioni, niente off topic (la discussione è sul relativismo etico, non sull'opportunismo della Chiesa) e niente epiteti poco eleganti (le espressioni qui usate non sono offensive, ma sono trite, becere, inutili: niente a che vedere con la satira e nemmeno l'ironia, solo volgarità, specie in un post che non apporta contributi significativi alla discussione e quindi si riduce appunto a tali espressioni e null'altro). Complimenti, Go87: in questi giorni ne hai fatte di tutti i colori, ma tre in un colpo solo non le avevi ancora fatte.[/modbreak]

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