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Ricerca europea sulle persone LGBTI


Krad77

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La più grande ricerca europea sulle persone LGBTI
Circa 140 mila persone provenienti da 30 paesi hanno raccontato la loro esperienza sociale: sull'Italia ci sono dati tristemente interessanti

L’Agenzia dell’Unione europea per i diritti fondamentali ha pubblicato i risultati della European LGBTI Survey 2020, ricerca realizzata nel 2019 a cui ha partecipato un campione di circa 140 mila persone LGBTI – lesbiche, gay, bisessuali, transgender, intersessuali – provenienti da 30 diversi paesi. Rispetto alla prima ricerca, del 2012, hanno partecipato molte più persone, sono stati inseriti due nuovi paesi e sono state incluse le persone intersex e le persone LGBTI tra i 15 e i 17 anni.


L’indagine, spiega il ricercatore in scienze politiche all’Università di Verona Massimo Prearo, è importante soprattutto per un motivo: perché «si basa sull’autopercezione e sull’autodefinizione del proprio vissuto. Tutte le domande sono state cioè formulate nel senso della percezione che le persone hanno di sé e dell’esperienza sociale che fanno». Inoltre, prosegue Prearo, «è uno studio ampio su tanti paesi, mentre in Europa ricerche con questo approccio erano state condotte su campioni più ridotti, a livello nazionale, e comunque non necessariamente con questa attenzione alla dimensione del vissuto e dell’esperienza sociale della discriminazione e della violenza. Si concentravano più sulla costruzione di profili socio-demografici: il lavoro, l’appartenenza religiosa e così via».

 

Proprio per questo, spiega Prearo, questa ricerca è stata molto contestata dai cosiddetti “movimenti antigender”: la contestano perché è l’unica che dà la parola alle persone LGBTI. «La critica dei movimenti antigender è che non ci si possa fidare del punto di vista delle persone LGBTI, che non valga niente, che non si tratti, insomma, di un dato oggettivo. Puntano il dito sempre sullo stesso argomento: gli studi di genere non sono scientifici, ma ideologici e questo rimanda naturalmente a come concepiscono l’idea di omofobia e transfobia: come un’idea inventata per promuovere i diritti LGBTI».

L’Italia
Tra i dati raccolti ce ne sono due particolarmente significativi per quanto riguarda l’Italia: il grado di coming out delle persone LGBTI e quanto pensano che il governo del paese in cui vivono porti avanti una lotta efficace ed effettiva contro l’intolleranza e il pregiudizio nei confronti delle persone LGBTI.

La scheda sulla situazione dell’Italia è introdotta e riassunta dal racconto di una giovane donna bisessuale: «Poche persone sono consapevoli della mia sessualità, soprattutto i miei amici più cari. Non ho voglia di parlarne apertamente a causa dei vari commenti che sento nella vita di tutti i giorni, all’università o in alcuni luoghi pubblici. Penso che la situazione sia migliorata molto in Italia e che la maggior parte della società ci sostenga, ma purtroppo c’è ancora molta ignoranza e la politica per prima non ci aiuta».

In Italia il 62 per cento delle persone LGBTI dice di non dichiarare apertamente mai o quasi mai il proprio orientamento sessuale (la media dei paesi UE è pari al 61 per cento, ma la ricerca precisa come sia importante sottolineare che le medie nascondono enormi differenze tra paesi); il 23 per cento dichiara di farlo abbastanza e solo il 15 per cento di farlo sempre. Questo significa che, in Italia, più di una persona LGBTI su due non fa mai o quasi mai coming out.

«In Italia», dice Prearo, «malgrado negli ultimi anni ci siano stati degli sviluppi positivi in termini di legge, c’è un clima sociale che contribuisce a far sentire le persone non al sicuro se fanno coming out: tendono a non svelare la loro identità e quindi, di fatto, a condurre una doppia vita. Ed è drammatico: a cinquant’anni dagli anni Settanta e dalla rivoluzione sessuale, quando si è un po’ scardinato il sistema oppressivo della sessualità, siamo ancora al punto che le persone si debbano nascondere».

Il 38 per cento delle persone LGBTI intervistate in Italia dichiara poi di evitare di tenere per mano il o la partner dello stesso genere in pubblico, per paura di molestie o aggressioni. Il 37 per cento afferma che il pregiudizio e l’intolleranza sono diminuite negli ultimi cinque anni, mentre il 41 per cento dichiara che sono aumentate.

In Italia, e il dato è molto significativo, circa il 92 per cento delle persone LGBTI considera che il proprio paese non si impegni per nulla o quasi per nulla «in una lotta efficace ed effettiva contro l’intolleranza e il pregiudizio» nei confronti delle persone LGBTI. Solo l’8 per cento circa (a fronte di una media europea pari al 33 per cento) ritiene che il proprio governo combatta efficacemente pregiudizi e intolleranza.

«Nove persone LGBTI su dieci in Italia non si sentono pienamente cittadine e cittadini. Quasi tutte pensano che non si faccia niente per favorire un ambiente meno ostile e meno violento e questo vuol dire che lo stato si dimentica di una fetta di popolazione. Il dato va di pari passo con quello del coming out: non lo faccio perché ho paura di quello che potrà succedere» commenta Prearo.

Dalla ricerca risulta infine che in Italia il 30 per cento delle persone LGBTI eviti spesso o sempre determinati luoghi per paura di aggressioni (la media UE è pari al 33 per cento). Per quanto riguarda le discriminazioni: il 23 per cento si è sentito o sentita discriminata al lavoro nell’anno precedente all’indagine (la media UE è del 21 per cento). Il 32 per cento, in Italia, afferma di essere stato molestato o molestata l’anno prima dell’indagine (la media UE è del 38 per cento) e l’8 per cento dice di aver subito aggressioni nei 5 anni precedenti all’indagine (la media UE è dell’11 per cento). Solo il 16 per cento si è rivolto alla polizia per denunciare (la media è bassa ovunque: 14 per cento in tutta l’UE).

Tra i giovani di età compresa tra i 18 e i 24 anni, il 41 per cento dichiara di nascondere il proprio orientamento a scuola, mentre nel 2012 la percentuale era pari al 47 per cento. Il 28 per cento degli studenti LGBTI tra i 15 e i 17 anni afferma di essersi nascosto a scuola e il 33 per cento degli adolescenti dice inoltre che la scuola, a un certo punto, ha affrontato le questioni LGBTI in modo positivo o equilibrato (in media con il resto dell’UE).

In generale
Rispetto al 2012 ci sono stati pochi progressi, dice la ricerca. In alcune aree, la situazione è anche peggiorata. Se sempre più persone che lo sono dichiarano di essere LGBTI (52 per cento rispetto al 36 per cento del 2012), il 61 per cento evita spesso o sempre di tenere per mano in pubblico il o la propria partner dello stesso sesso. Lo spazio pubblico non viene insomma percepito come uno spazio sicuro o di libertà.

Nel 2019 il 43 per cento delle persone intervistate sopra i 18 anni si è sentito discriminato nella propria vita quotidiana nell’anno precedente all’indagine: nel 2012, la percentuale era del 37 per cento. La situazione più preoccupante è quella delle persone trans: il 60 per cento si è sentito discriminato nel 2019 rispetto al 43 per cento del 2012.

Anche la discriminazione sul lavoro rimane elevata, pari al 21 per cento (la media sale al 36 per cento per le persone trans, rispetto al 22 per cento del 2012). Nel 2019, il 58 per cento degli intervistati e delle intervistate ha dichiarato di aver subito molestie durante i cinque anni precedenti all’indagine, mentre nel 2012 si parlava del 45 per cento. I dati delle segnalazioni e delle denunce rimangono bassi. Solo il 14 per cento è andato alla polizia rispetto al 17 per cento del 2012.

Circa il 40 per cento afferma che il pregiudizio e l’intolleranza sono diminuite nel loro paese, mentre il 36 per cento dice che sono aumentate. Ma su questo dato ci sono differenze significative tra i paesi. In Irlanda, a Malta e in Finlandia, oltre il 70 per cento afferma che l’intolleranza è diminuita. In Polonia e in Francia, il 68 e il 54 per cento affermano che è aumentata.

Solo una persona su tre ritiene che il proprio governo nazionale combatta efficacemente i pregiudizi e l’intolleranza contro le persone LGBTI: a Malta l’83 per cento crede che il governo lo faccia, in Polonia la percentuale scende al 4.

Le donne lesbiche hanno maggiori probabilità di dichiararsi, anche a scuola. Tuttavia, continuano a subire discriminazioni significative. Oltre la metà di loro ha ancora paura di tenersi per mano con la propria partner per paura di essere aggredita. Oltre il 41 per cento afferma di essere stata molestata nell’ultimo anno, ma rispetto agli uomini gay o alle persone bisessuali, le donne lesbiche hanno meno probabilità di denunciare a qualsiasi tipo di autorità. Hanno anche meno fiducia nel loro governo, rispetto agli uomini gay, quando si tratta di combattere efficacemente i pregiudizi e l’intolleranza contro le persone LGBTI.

Gli uomini e le donne bisessuali hanno meno probabilità di subire discriminazioni sul lavoro o quando un lavoro lo cercano. Tuttavia, continuano a subire discriminazioni significative nella loro vita quotidiana. Oltre la metà delle persone trans è stata discriminata nell’ultimo anno, rispetto al 39 per cento delle donne lesbiche e al 32 per cento degli uomini gay. Gli adolescenti trans subiscono molta più discriminazione rispetto alle loro coetanee lesbiche, ai loro coetanei gay o alle persone bisessuali della loro età.

A subire più discriminazioni rispetto a qualsiasi altro gruppo LGBTI sono le persone intersex. Molte hanno evidenziato poi l’assenza di consenso informato per le procedure mediche che hanno dovuto attraversare. Il 62 per cento afferma di non aver fornito un consenso pienamente informato prima del primo trattamento chirurgico per modificare le caratteristiche sessuali.

In generale, i risultati mostrano che la discriminazione è maggiore nei paesi in cui l’uguaglianza LGBTI viene messa in discussione pubblicamente. Le persone LGBTI pensano anche che «i cambiamenti positivi nella legge e nella politica» e che «il sostegno da parte di personaggi pubblici e della società civile» riducano le discriminazioni. Quando i personaggi pubblici o i politici o i partiti hanno invece una posizione discriminatoria che invade il discorso pubblico, o quando non vengono applicate le leggi esistenti, le discriminazioni aumentano.

fonte: https://www.ilpost.it/2020/05/15/ricerca-europea-persone-lgbti/

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Mi sembrano nel complesso dati positivi

Sarebbe interessante avere il dato scorporato per orientamento sessuale per la sola Italia e non solo quello generale dell'UE

Ma se come per quasi tutti i restanti dati della ricerca è in linea con la media UE significa che il 60% dei gay e il 65% delle lesbiche italiane sono molto o abbastanza aperti sul loro orientamento sessuale, mentre il 40% dei gay e il 35% delle lesbiche lo sono raramente o mai (o quasi) con quest'ultimo dato sotto il 20%

Sarebbe anche interessante avere il dato scorporato per fasce d'età

È comunque il dato sui bisex specie se uomini e in minor modo donne a sballare fortemente le percentuali generali. Che fra loro ci sia molta meno apertura anche perché spesso "eteroromantici" (cioè relazioni romantiche solo col sesso opposto, mentre sesso con tutti) è in parte fisiologico

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Edited by Uncanny
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Hinzelmann
42 minutes ago, Krad77 said:

In Italia il 62 per cento delle persone LGBTI dice di non dichiarare apertamente mai o quasi mai il proprio orientamento sessuale (la media dei paesi UE è pari al 61 per cento, ma la ricerca precisa come sia importante sottolineare che le medie nascondono enormi differenze tra paesi); il 23 per cento dichiara di farlo abbastanza e solo il 15 per cento di farlo sempre. Questo significa che, in Italia, più di una persona LGBTI su due non fa mai o quasi mai coming out.

Speravo che i dati fossero migliori, suppongo che il margine del miglioramento stia in quella fascia che si situa magari fra il "mai" del 2012 ed il "quasi mai" di oggi

50 minutes ago, Krad77 said:

Rispetto al 2012 ci sono stati pochi progressi, dice la ricerca. In alcune aree, la situazione è anche peggiorata. Se sempre più persone che lo sono dichiarano di essere LGBTI (52 per cento rispetto al 36 per cento del 2012), il 61 per cento evita spesso o sempre di tenere per mano in pubblico il o la propria partner dello stesso sesso. Lo spazio pubblico non viene insomma percepito come uno spazio sicuro o di libertà.

Pur non essendo notoriamente un ottimista ed essendomi reso conto da diversi indici ( anche dalla lettura del forum ) di questo "quasi mai", francamente se lo sapevo devo aver dimenticato o rimosso quello scarso 36% di persone che si identificavano come gay ancora nel 2012 ( se ho capito quel che intendono dire )

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E' curioso che gay e lesbiche siano apertamente dichiarati e raramente dichiarati nello stesso modo

e che le differenze ci siano solo sul non dichiararsi mai e il dichiararsi abbastanza. 🙂

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mah.. non esagererei nel pessimismo cronico come chi ha curato il report della ricerca, sinceramente.

per esempio, il fatto di non tenersi per mano pucciosamente in strada: lo vedo fare rarissimamente anche tra le coppiette etero, mentre nessuno si fa problemi a camminare sottobraccio ad un amico/amica; non so fino a che punto tra gay non lo si faccia per paura di reazioni omofobe.

Per anzianità di servizio gaya posso dire che oggi, rispetto anche solo a 20 anni fa, va MOLTO meglio; il che non significa certo che abbiamo risolto ogni problema e viviamo nel paese dell'arcobaleno!

anche il solo fatto che i ragazzi oggi si vergognino molto meno ed abbiano sempre più il coraggio di dichiararsi LGBT anche da giovanissimi è un eccellente dato, che non capisco come mai qui venga lasciato quasi in sordina

Edited by freedog
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@Krad77 ti ringrazio molto per aver creato questo thread, probabilmente, da quando sono iscritto, è tra i tre più interessanti. Volevo offrire a tal riguardo la mia riflessione personale e forse anche autoreferenziale, e di questo mi scuso.

Come sapete non sono ancora dichiarato, se non con la famiglia, che non ha accettato. Ho concluso di accettare me stesso a gennaio di quest'anno, ma ero consapevole del mio orientamento da anni, ovviamente. Chi mi conosce sa che caratterialmente non sono solito agire da codardo, anzi di norma sono molto saldo, in tutti gli ambiti: ad es, quando c'è da affrontare una situazione pericolosa, una brutta litigata con estranei o una trattativa economica difficile, se posso mi faccio avanti sempre io. Più di una volta ho messo paura a persone ben più grandi di me.

Voglio ribadire ancora una volta che considero con grande stima chi ha fatto coming out e/o vive apertamente il proprio orientamento, e che ritengo il mio non averlo fatto come una deficienza, temporanea peraltro, quindi prego tutti di non considerarmi un sostenitore dei veli e delle menzogne. Oltretutto proprio l'altro ieri una ragazza che aveva provato ad approcciarmi intorno a Natale ha ricominciato a messaggiarmi per uscire con me, e, se non avessi deciso di farmi avanti come omosessuale, dicendo addio alle menzogne, avrei accondisceso già da tempo. (costei è di buona famiglia, laureata in sociologia e vota FdI)

Il motivo per cui non ho rivelato fuori casa il mio orientamento deriva dunque dalla concreta percezione, certamente non più sufficiente come mia motivazione, di una ancora diffusa omofobia presente trasversalmente in tutti gli strati della società. Quando mi viene detto, al centro fitness, di non avvicinarmi al gay perché è indecoroso anche solo rivolgergli la parola, quando mio cugino mi dice che gli piacerebbe investire con la macchina i culattoni, quando i vicini di casa, oltretutto persone molto abbienti, mi dicono che finalmente sembra che in tv si parli un po' meno di quella roba schifosa dei pervertiti lgbt, nella zona del mare tanti piccoli episodi analoghi, in montagna idem, nelle Marche peggio… mi spiego le percentuali pubblicate nella ricerca. Considerando che esperienze analoghe saranno state verosimilmente vissute anche dai miei simili. Si tace per timore di essere a propria volta sottoposti alle medesime discriminazioni.

Altri due elementi.

Un mio amico originario di Salerno, figlio di due noti professori universitari, definisce un ragazzo gay del suo gruppo con un termine che mi pare sia "la femminiella". E poi lo sfotte molto.

L'unico gay dichiarato nel mio corso all'università, ammetto persona piuttosto antipatica, viene chiamato Mirtilla Malcontenta. Nello stesso corso ho scoperto una coppietta molto unita, la quale però vive il proprio rapporto in assoluta segretezza. Tanto che uno dei due su Facebook ha messo "mi piacciono: donne". Chissà quali saranno state le motivazioni che li hanno indotti a tale scelta.

Ritengo che anche nelle questioni rilevate dalla ricerca, la società italiana dimostri un'arretratezza, anzi, meglio, un radicato orientamento illiberale, rispetto al resto dell'Europa Occidentale, dovuto ad un interessante insieme di fattori che non sono destinati ad esaurirsi nel breve-medio periodo, anzi alcuni persino ad incrementare.

In conclusione, per sdrammatizzare un po', vorrei chiarire che quando io avrò un ragazzo, se questi gradirà, sarò ben lieto di tenerlo pubblicamente per mano, o abbracciarlo, o simili, sempre nei limiti dell'educato aplomb che cerco di mantenere in strada, e non avrò alcun timore di eventuali aggressioni fisiche o verbali a mio danno, ma, nel caso, mi preoccuperò per possibili analoghe a suo danno. (certo questo non sarebbe valido in un viaggio in Iran, o in Somalia, manco a dirlo…) 

1 hour ago, freedog said:

Per anzianità di servizio gaya posso dire che oggi, rispetto anche solo a 20 anni fa, va MOLTO meglio;

Questo mi rincuora ed è in larga parte merito vostro.

Edited by ldvrsp
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12 minutes ago, ldvrsp said:

Si tace per timore di essere a propria volta sottoposti alle medesime discriminazioni.

A volte invece si parla proprio per non dover sentire tutta questa merda.

Perlomeno quando il gay sei tu è vero che non sentirai quello che ti dicono alle spalle,

ma in compenso non sentirai neanche quello che dicono alle spalle degli altri.

 

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4 minutes ago, SabrinaS said:

sicuramente i dati migliori in italia saranno del sud, è molto piu aperto rispetto al nord omofobo lo dicono in molti qui

Speriamo.

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Il dato più interessante, come avrò già fatto intendere, per me è la differenza fra omosessuali e bisessuali

A livello europeo solo il 23% degli uomini bisex e il 34% delle donne bisex sono molto o abbastanza aperti sul loro orientamento. È un dato bassissimo e probabilmente anche nei paesi più liberali rimane minoritario sotto il 50% 

Invece i molto o abbastanza aperti sul loro orientamento fra i gay sono il 60% e fra le lesbiche il 65%

Edited by Uncanny
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56 minutes ago, ldvrsp said:

Quando mi viene detto, al centro fitness, di non avvicinarmi al gay perché è indecoroso anche solo rivolgergli la parola, quando mio cugino mi dice che gli piacerebbe investire con la macchina i culattoni, quando i vicini di casa, oltretutto persone molto abbienti, mi dicono che finalmente sembra che in tv si parli un po' meno di quella roba schifosa dei pervertiti lgbt,

:aiuto:ma  in che postaccio vivi?

Anche io sento ancora battute infelici sui gay e, tristemente, anche da parte giovanissimi ma fortunatamente non fino a questi livelli

42 minutes ago, Almadel said:

A volte invece si parla proprio per non dover sentire tutta questa merda.

Perlomeno quando il gay sei tu è vero che non sentirai quello che ti dicono alle spalle,

ma in compenso non sentirai neanche quello che dicono alle spalle degli altri.

 

Vero in molti casi! Direi che è' una delle ragioni per cui decisi di fare C.O al lavoro,

sebbene si possano contestare certe uscite anche da non  dichiarati

 

 

Edited by prefy
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1 hour ago, prefy said:

sebbene si possano contestare certe uscite anche da non  dichiarati

Ho già il mio da fare per contestarle sugli immigrati, almeno sui gay posso metterci la faccia. 🙂

1 hour ago, Uncanny said:

Il dato più interessante, come avrò già fatto intendere, per me è la differenza fra omosessuali e bisessuali

Non è tanto questo che mi fa incazzare, quanto il fatto che i pochi bisex dichiarati

preferiscano spiegare la cosa con la bifobia dei gay piuttosto che con l'omofobia delle donne e degli amici etero.

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9 minutes ago, Almadel said:

Non è tanto questo che mi fa incazzare, quanto il fatto che i pochi bisex dichiarati

preferiscano spiegare la cosa con la bifobia dei gay piuttosto che con l'omofobia delle donne e degli amici etero.

Come se poi il nucleo famigliare fosse composto da gay così come la maggioranza della compagnia di amici 

È con eterosessuali che ci si deve confrontare in famiglia e nella stragrande maggioranza dei casi degli amici

Comunque come dicevo a contribuire molto secondo me è anche il fatto che molti siano "eteroromantici" (genuinamente o per omofobia interiorizzata) e quindi non sentano il bisogno di essere aperti sul proprio orientamento dal momento che la loro parte omo si riduce a scopate occasionali fra quattro mura

Anche negli stati in cima alla classifica come Paesi Bassi e Danimarca la percentuale di bisessuali maschi aperti sul proprio orientamento è molto probabilmente sotto il 50%

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3 hours ago, freedog said:

 

per esempio, il fatto di non tenersi per mano pucciosamente in strada: lo vedo fare rarissimamente anche tra le coppiette etero 

Be' , c'è da dire però che,almeno nella mia esperienza,  ho visto tante coppie etero stare una sopra all'altro e viceversa negli autobus o sulle panchine (anche quelle non infrattate) a fare robe piuttosto spinte, quindi la manina  no , però insomma...😅

 

3 hours ago, ldvrsp said:

 

Ritengo che anche nelle questioni rilevate dalla ricerca, la società italiana dimostri un'arretratezza, anzi, meglio, un radicato orientamento illiberale, rispetto al resto dell'Europa Occidentale, dovuto ad un interessante insieme di fattori che non sono destinati ad esaurirsi nel breve-medio periodo

Vero,anche secondo me. Calcola che in prima elementare già sentivo commenti omofobi; certo, uno magari pensa:" So ragazzini, manco sanno che significa". Io a 'sta cosa non ce credo sinceramente, anche perché in prima elementare già sapevo che a me piacevano i maschi e mi davano fastidio quei commenti. Quindi qua o si interviene appena nascono, o comunque si riesce ad essere più "persuasivi" rispetto a quello che insegnano i genitori,  o la vedo lunga come storia.

Un altro fatto che mi ha fatto riflettere è stato un episodio sul treno; stavo alle scalette per scendere al piano inferiore e c'erano diverse persone che dovevano scendere a quella fermata. Davanti mi trovo un ragazzo che avrà avuto più o meno la mia età,mettiamo tra i 20 e i 25; stava scrivendo al telefono e ad un certo punto fa un movimento e per un attimo me lo mette quasi sotto gli occhi, involontariamente ; io ero mezzo distratto,stavo per conto mio, però mi viene naturale guardare un attimo lo schermo e leggo un :" Buongiorno amore " con tutti cuori, da parte di un certo Flavio,mi pare. Io non credo di aver fatto facce strane a quel punto, ma fatto sta che subito dopo si aprono le porte del treno e  'sto ragazzo mette il turbo, neanche il tempo di dirgli niente e si smaterializza. Mi sono sentito in colpa 😔.

3 hours ago, Almadel said:

 

Perlomeno quando il gay sei tu è vero che non sentirai quello che ti dicono alle spalle,

ma in compenso non sentirai neanche quello che dicono alle spalle degli altri.

 

Stravero.  Una situazione simile ce l'ho in famiglia.

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@Krad77 @Uncanny

Non sono riuscito a capire, anche andando sul Post, quale è la fascia di età considerata. Da quale età (15?) a quale età più alta. Me lo potete dire voi?

Vorrei precisare che non è che sia puccioso andare in giro mano nella mano. È un atto sociale, per una coppia omosessuale di qualunque sesso, funge come misuratore di quanto si è liberi socialmente di rendere pubblico il proprio orientamento sessuale. Se si è giovani ci si può sentire quasi parificati a una coppia etero, che non lo fa, se non lo fa, perché gode di una accettazione sociale che rende inutile il poter fare liberamente un simile atto. Ma se si è anziani la cose cambiano un po’. 

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27 minutes ago, Isher said:

Non sono riuscito a capire, anche andando sul Post, quale è la fascia di età considerata. Da quale età (15?) a quale età più alta. Me lo potete dire voi?

Ho trovato il report sul sito dell'agenzia UE. Al punto 8 e 10 vengono date le informazioni sul campione

https://fra.europa.eu/en/publication/2020/eu-lgbti-survey-results#TabPubMethodologyQA2

Il campione è totalmente casuale e poteva rispondere chiunque volesse e quindi in teoria non è rappresentativo, anche se viene detto che "to mitigate this inherent problem of opt-in online surveys, comprehensive weighting methodology was developed and applied to achieve better estimates and a more faithful picture of the situation. This allows to balance out and compensate for over and under-representation of some LGBTI groups, including age groups, in the sample and between countries." 

L'età media dei rispondenti è 29 anni e l'82% è under 40, ma poi a stando a quanto scritto sono stati applicati dei correttivi per bilanciare i risultati

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7 hours ago, Uncanny said:

È comunque il dato sui bisex specie se uomini e in minor modo donne a sballare fortemente le percentuali generali. Che fra loro ci sia molta meno apertura anche perché spesso "eteroromantici" (cioè relazioni romantiche solo col sesso opposto, mentre sesso con tutti) è in parte fisiologico

Un bisessuale non ha alcun motivo di fare coming out se è inserito in un contesto etero ed ha una relazione etero e rinunciare ai privilegi del rimanere nel mondo eterosessuale.

 

2 hours ago, Almadel said:

Non è tanto questo che mi fa incazzare, quanto il fatto che i pochi bisex dichiarati

preferiscano spiegare la cosa con la bifobia dei gay piuttosto che con l'omofobia delle donne e degli amici etero.

Diciamo che il mio evergreen è quello di sentirmi rispondere che non bisogna fare coming out perché non è importante dirlo e che è ghettizzante stare in ambienti gay AKA "ma che so matto/a a rinunciare ai miei privilegi etero pubblicamente????"

6 hours ago, Almadel said:

E' curioso che gay e lesbiche siano apertamente dichiarati e raramente dichiarati nello stesso modo

e che le differenze ci siano solo sul non dichiararsi mai e il dichiararsi abbastanza. 🙂

Perché secondo me chi fa coming out in famiglia e affronta "il mostro per eccellenza", poi ha meno problemi a fare coming out pubblicamente.

Escluso quando il coming out ti dà problemi sul lavoro.

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12 hours ago, ldvrsp said:

Voglio ribadire ancora una volta che considero con grande stima chi ha fatto coming out e/o vive apertamente il proprio orientamento, e che ritengo il mio non averlo fatto come una deficienza, temporanea peraltro, quindi prego tutti di non considerarmi un sostenitore dei veli e delle menzogne.

mi pare che nessuno ti stia rinfacciando questo: evidentemente hai i tuoi tempi & i tuoi modi.

E qui abbiamo la stramba usanza di rispettare il percorso di ognuno.

Certo però che se tra 70 anni dovessi essere ancora nell'armadio e magari fare comizi al bar (o sul web o in tv, ammesso che ormai ci sia differenza)  contro quegli schifosi contronatura degli invertiti.. beh, se permetti, io (ma non solo) m'incazzerei un pochetto...

 

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Hinzelmann
1 minute ago, freedog said:

Certo però che se tra 70 anni dovessi essere ancora nell'armadio e magari fare comizi al bar (o sul web o in tv, ammesso che ormai ci sia differenza)  contro quegli schifosi contronatura degli invertiti.. beh, se permetti, io (ma non solo) m'incazzerei un pochetto...

Ci mancherebbe pure questo, speriamo almeno che questo sia diventato un caso limite anche perchè sarebbe del tutto incompatibile con una vita di coppia etc.

Semmai direi che le persone non dichiarate percepiscano una ostilità maggiore della società rispetto ai dichiarati, le due percezioni ( quella sulla propria visibilità e quella sulla discriminazione ) sono in qualche misura correlate

 

 

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15 minutes ago, Hinzelmann said:

le persone non dichiarate percepiscano una ostilità maggiore della società rispetto ai dichiarati

mmhh.. nì.

pure in questi casi ci sono una marea di variabili, che quasi tutte rientrano nella categoria "motivi per cui resto velato".

La prudenza del ragazzino che rischia di esser buttato fuori di casa a calci e di chi teme di perdere o essere mobbizzato il lavoro posso anche capirla; se però ci si dovesse aggiungere un'stitlità (di facciata) contro il mondo LGBT (mi viene in mente l'ex ministro, fascista ed orgoglione di esserlo, allora di AN che era meglio noto come chiappe d'oro, per dirne uno..), beh, se permetti lì non ci sto più

 

e cmq questa loro "sensibilità" alle ostilità spesso va in coppia col loro terrore di subire un outing sputtanante

Edited by freedog
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Hinzelmann

@freedog tu parli diciamo della sottocategoria di coloro che, non solo fanno una doppia vita e sono totalmente velati, ma anche manifestano una avversione totale verso la propria comunità Ci mancherebbe non giudicare male questi ultimi, soprattutto poi nel caso in cui militino in partiti omofobici, concentrarsi però su loro nel 2020 ( certamente ancora ne esistono ) rischia di non cogliere fenomeni più attuali

Penso - anche se non ho niente in mano per dimostrarlo - che almeno l'avversione totale sia diventata una sommatoria di avversioni parziali ( non mi piacciono gli effeminati i militanti i locali le baracconate etc ) ma certamente chi "avversa" si espone anche al giudizio legittimo di chi viene avversato quale che sia l'esatto contorno del fenomeno sociale ipotizzato

Diciamo che io mi ero focalizzato su un altro aspetto, non coloro che fanno una doppia vita sostenuta da una serie di avversioni, che sono delle idee delle opinioni a sostegno, ma di percezioni ( anche perchè di questo mi pare si preoccupi lo studio in questione )

 

 

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11 minutes ago, Hinzelmann said:

@freedog tu parli diciamo della sottocategoria di coloro che, non solo fanno una doppia vita e sono totalmente velati, ma anche manifestano una avversione totale verso la propria comunità Ci mancherebbe non giudicare male questi ultimi, soprattutto poi nel caso in cui militino in partiti omofobici, concentrarsi però su loro nel 2020 ( certamente ancora ne esistono ) rischia di non cogliere fenomeni più attuali

sai, fossero in via di estinzione (come spero) non mi preoccuperei minimamente di costoro.

però temo siano ancora una bella percentuale dei velati, non solo in politica (penso a preti & contorni o a casi di doppiopesismo applicato alla Morisi, per dire).

e ormai ti dovrebbe esser noto quanto io da sempre non sopporti gli ipocriti in genere

Edited by freedog
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21 hours ago, Krad77 said:

La più grande ricerca europea sulle persone LGBTI
Circa 140 mila persone provenienti da 30 paesi hanno raccontato la loro esperienza sociale:

Le narrazioni degli indagati non paiono rivelare nulla d'incongruente né con ciò che ragionevolmente si può pensare sortisca una persona omoeroticamente inclinata che viva in un ambito culturale sostanzialmente ed inveteratamente omofobo né con quella che è probabile sia stata e sia, almeno accidentalmente, l'esperienza della gran parte dei lettori di questo forum.

Non di meno mi lasciano assai perplesso i numeri dichiarati dagli indagatori:

140 mila persone su 740 milioni d'Europei non sono troppo poche da poter fare deduzioni, sia pure solo statistiche, che riguardino tutti o la stragrande maggioranza di coloro che si suppone abbiano inclinazioni omoerotiche?

Concediamo pure che, come congetturano alcuni, le persone omoeroticamente inclinate, in tutto od in parte, siano tra il 3% ed il 5% della popolazione mondiale:

in Europa si tratterebbe tuttavia di un numero tra i 20 ed i 40 milioni e quindi 140 mila indagati paiono in ogni caso assai pochi....

Peraltro, scarsa numerosità degli indagati a parte, in queste indagini a mio giudizio c'è sempre un vizio di fondo:

in un ambiente culturale sostanzialmente omofobo è lecito congetturare che non ci possa essere un concorso clamoroso di persone entusiaste di svelarsi agli indagatori, seppur questi siano loro ignoti e promettano massima riservatezza.

Dunque, quale che sia il numero totale supposto delle persone omoeroticamente inclinate, è ragionevole pensare che in un ambiente culturale omofobo solo una minima parte di loro si conceda apertamente alle indagini, rivelandosi per quello che sono o che vorrebbero essere:

il che parrebbe ostare gravemente a deduzioni fondate sui pochi indagati, ma estese a tutte od alla gran parte delle persone, per di più di numero ignoto, con le medesime inclinazioni.

 

 

Edited by Mario1944
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21 hours ago, Almadel said:

A volte invece si parla proprio per non dover sentire tutta questa merda.

Perlomeno quando il gay sei tu è vero che non sentirai quello che ti dicono alle spalle,

ma in compenso non sentirai neanche quello che dicono alle spalle degli altri.

Anche tu hai ragione.

 

8 hours ago, freedog said:

mi pare che nessuno ti stia rinfacciando questo: evidentemente hai i tuoi tempi & i tuoi modi.

E qui abbiamo la stramba usanza di rispettare il percorso di ognuno.

Certo però che se tra 70 anni dovessi essere ancora nell'armadio e magari fare comizi al bar (o sul web o in tv, ammesso che ormai ci sia differenza)  contro quegli schifosi contronatura degli invertiti.. beh, se permetti, io (ma non solo) m'incazzerei un pochetto...

In realtà due settimane dopo che mi ero iscritto, un utente che non nominerò mi ha insultato e sfottuto perché a 26 anni non ho fatto c o con gli amici.

Fermo restando il fatto che avesse in parte ragione, ho ritenuto opportuno, da quel momento, cautelarmi al fine di evitare che voialtri pensiate che io sua un sostenitore dei veli, visto che assolutamente non è vero.

Inizierò a sperimentare qualche app entro un paio di settimane, ma prima aspetto di andarmene da Roma, visto che vi tornerò non prima di ottobre inoltrato, eccetto qualche avanti-indietro senza dormire in città. Avrei agito prima, ma da qualche giorno non so più a chi dare i resti, l'altro ieri non ho nemmeno avuto la possibilità di fare pranzo. Ora ho due ore libere perché i facchini mi hanno detto che faranno ritardo (sto sostituendo dei mobili a casa mia con pezzi migliori).

17 hours ago, IlFinnico said:

Un altro fatto che mi ha fatto riflettere è stato un episodio sul treno; stavo alle scalette per scendere al piano inferiore e c'erano diverse persone che dovevano scendere a quella fermata. Davanti mi trovo un ragazzo che avrà avuto più o meno la mia età,mettiamo tra i 20 e i 25; stava scrivendo al telefono e ad un certo punto fa un movimento e per un attimo me lo mette quasi sotto gli occhi, involontariamente ; io ero mezzo distratto,stavo per conto mio, però mi viene naturale guardare un attimo lo schermo e leggo un :" Buongiorno amore " con tutti cuori, da parte di un certo Flavio,mi pare. Io non credo di aver fatto facce strane a quel punto, ma fatto sta che subito dopo si aprono le porte del treno e  'sto ragazzo mette il turbo, neanche il tempo di dirgli niente e si smaterializza. Mi sono sentito in colpa 😔.

Mi dispiace tanto per quel ragazzo, è tristissimo dover nascondere un bel gesto d'amore, anche se ciò rende ancora più intenso il sentimento, no?

Davvero peccato tu non abbia avuto occasione di sostenerlo dicendogli qualcosa.

I tuoi non hanno accettato il tuo orientamento? (se la domanda è troppo intrusiva, scusami e ignorala)

Edited by ldvrsp
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20 hours ago, ldvrsp said:

dalla concreta percezione, certamente non più sufficiente come mia motivazione, di una ancora diffusa omofobia presente trasversalmente in tutti gli strati della società

Ciao senti io ho letto qualche tuo post, e abbiamo due vite molto diverse ^^ devo dire che molta omofobia, ma anche razzismo e maschilismo e una serie di altre cosucce antipatiche, si legano a certi ambienti di destra borghese, che vanno dal conservatore al retrivo. Piano piano le cose cambiano anche a destra ma non possiamo aspettarci molto.

Poi ti devo dire un'altra cosa, i commenti da bar, per strada mentre porti a spasso il cane, in palestra tra un'esercizio e l'altro, sono fatti in contesti che facilitano, purtroppo, sfoghi tranchant e giudizi lapidari. Chi invece ha esperienze dirette di conoscenza di persone lgbt, chi ha un giudizio positivo, non è che ti butta lì un'osservazione alla "i gay sono meravigliosi" estemporanea. Puoi scoprirlo solo in discorsi piuttosto approfonditi, con persone che hanno voglia di aprirsi, quindi molto più probabilmente, con amici abbastanza stretti piuttosto che semplici conoscenti. 
 

15 hours ago, nowhere said:

Un bisessuale non ha alcun motivo di fare coming out se è inserito in un contesto etero ed ha una relazione etero e rinunciare ai privilegi del rimanere nel mondo eterosessuale.

Che non abbiano motivo non credo, c'è il motivo di essere onesti con i propri cari, e sicuramente molti bisessuali lo desiderano, anche a fronte della rinuncia alla "spontaneità" delle amicizie degli etero che si relazionano con te.

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20 hours ago, Almadel said:

Speriamo.

certo al sud non ci sono denunce per omofobia e sono di meno di quelle del nord !!!!  es el paraíso homosexual jajajaja

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1 hour ago, ldvrsp said:

In realtà due settimane dopo che mi ero iscritto, un utente che non nominerò mi ha insultato e sfottuto perché a 26 anni non ho fatto c o con gli amici.

già, avevo dimenticato quel flame.

cmq mi trovo abbastanza d'accordo con kraddino quando scrive

23 minutes ago, Krad77 said:

che molta omofobia, ma anche razzismo e maschilismo e una serie di altre cosucce antipatiche, si legano a certi ambienti di destra borghese, che vanno dal conservatore al retrivo. Piano piano le cose cambiano anche a destra ma non possiamo aspettarci molto.

 

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Al Nord denunciano, al Sud no. Il fidanzato casertano di un americano che vive sull'Appennino mi ha detto che sono fuggiti dalla Campania, non potevano più viverci e non hanno mai denunciato.

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