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Pagina contro schermo


Devil Boy

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Beh, signori, Internet bene o male ha cambiato le nostre abitudini comunicative, ma anche quelle dei nostri acquisti.

Uno degli esempi più lampanti è la proliferazione di siti di news (Repubblica, CorSera, Stampa ecc.) e quelli che pian piano vanno a sostituire le riviste cartacee con quelle digitali (esempio lampante: i siti di videogiochi, che tra news, recensioni e reportage in tempo reale anziché mensilmente, aiutati dall'espandersi dell'industria in questi anni, stanno facendo una vera e propria fortuna).

 

La mia domanda a voi è questa, quindi: siete già entrati nell'ottica dell'informazione (gratuita) digitale o comprate ancora riviste/giornali cartacei? Specificate magari :cool:

 

Personalmente per un certo periodo prendevo comunque le riviste, sapete adoro l'odore della carta stampata... poi però visto il costo esorbitante e la comodità del PC ci ho rinunciato. Quanto ai giornali li leggo comunque anche in forma cartacea, ma in biblioteca dell'università. E poi ho 5-6 siti di news tra i preferiti, giacché mi piace informarmi in tempo reale, eheheh.

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  • 3 months later...

Purtroppo questo bel topic non ha avuto molto successo e allora - d'accordo con Devil Boy - provo a rilanciarlo. Per farlo mi approprio del titolo e del contenuto di un altro topic simile aperto anni fa da Deed, co-fondatore ed ex-amministratore del nostro Forum.

 

"Pagina contro schermo" è una dicotomia che al giorno d'oggi, come nota Devil Boy, sta già trovando delle soluzioni di compromesso: anche io, come lui, non rinuncio certo ai libri in forma cartacea, ma riguardo all'informazione mi avvalgo essenzialmente di Internet; anzi, di più, perché, prima dell'avvento della Rete, semplicemente non compravo quotidiani (non li amo troppo, lo ammetto), mentre adesso, almeno su schermo e almeno in parte, li leggo. (Per la cronaca, guardo i telegiornali rarissimamente, affidandomi soprattutto ai giornali-radio di Radio Rai Tre, mia preziosissima compagna.)

 

E’ una dicotomia che, dicevo, sta già trovando alcune soluzioni, ma che comunque ha per anni creato (e ne crea ancora) le contrapposizioni tra i due i proverbiali schieramenti degli "apocalittici" e degli "integrati".

 

Ricordo (molti anni fa: ero un ragazzino) l'indignazione di un'anziana professoressa che quasi piangeva di rabbia all'idea di un mondo senza più libri da sfogliare, di un "Pinocchio informatizzato". Ebbene, Pinocchio si è informatizzato sì - così come si è adattato, ridotto, tradotto, pupazzificato, cartonenanimatizzato, videogiochizzato - ma non è scomparso nella sua forma originaria: la pagina cartacea. D’altra parte, questo hanno i classici: che, per quante siano le loro multiformi epifanie, il mito non ne viene cancellato, anzi rigenerato.

 

Messo dunque da parte il timore che lo schermo soppianti definitivamente la pagina, cerchiamo di esaminare le specificità dello schermo stesso. Se la scrittura tradizionale non è scomparsa, ecco però che ne sono apparsi di nuovi tipi (io stesso ho più volte sperimentato la scrittura ipertestuale; anzi, il primo piccolo premio letterario che ho vinto mi arrivò proprio per un ipertesto). Mi sembra che possiamo individuare almeno tre aspetti fondamentali…

 

- I generi. Nascono nuovi generi (come le “fanfiction”) o tornano in auge generi che erano quasi scomparsi (mi riferisco alla letteratura diaristica e memorialistica – e prometto prima o poi un grande topic sui “blog”).

- Le strutture, gli stili, i linguaggi. Ho già nominato gli ipertesti e aggiungo la multimedialità. E chissà quante altre possibilità ancora da scoprire e valorizzare abbiamo sotto mano. Inoltre, è il linguaggio stesso che si sta modificando in senso “digitale”, il che – purtroppo – non sempre è un bene, nel senso che non sempre si tratta di modificazioni che alzano la qualità di ciò che si dice, ma anzi la riducono drasticamente (vedasi il topic “La polemica sullo stile ‘K’”).

- La diffusione e la fruizione. Naturalmente lo schermo si sostituisce, magari solo parzialmente, alla pagina. Ma non si tratta solo della nuova fruizione dovuta al nuovo supporto, cioè del rapportarsi con un sito Web o un CD-ROM piuttosto che con un libro o una rivista; si tratta anche di una questione di diffusione: basta andare in una edicola per accorgersene e, per quanto riguarda Internet, è inutile che io stia a ricordarne la fantomatica “democraticità”, che garantisce a tutti la possibilità di conoscere e farsi conoscere, in modo anonimo, economico, veloce e senza limiti di spazio e tempo. Proprio oggi sentivo (al giornale-radio, per l’appunto) che una grande parte stanno avendo, nei tragici scontri dell’ex-Birmania, i movimenti di pensiero e informazione che avvengono grazie ai blog e a siti di vario genere, nonostante nell’ex-Birmania solo lo 0,05% della popolazione (spero di ricordare la percentuale giusta) abbia accesso ad Internet. (Anche in questo caso rimando ad altri topic: “Il libro come oggetto” e “In che modo leggete?”.)

 

Mi sembra di aver messo già fin troppa carne al fuoco. Questo topic è destinato ad accogliere le nostre riflessioni generali ma anche le nostre esperienze personali nell’ambito della questione “pagina contro schermo”. Grazie a tutti coloro che vorranno contribuire.

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