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Visita a Palazzo Massimo a Roma


mauzz

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Oggi sono stato a Palazzo Massimo dove c'é una mostra permanente di sculture dell'antica Roma e Grecia.Trae varie statue c'é anche quella di un ermafrodito dormiente.Si nota benissimo che ha il seno e il pene. Ho pensato a quanto fosse normale una realtà del genere ai tempi addirittura per finire raffigurata in un'opera d'arte. So che non è che l' antica Grecia fosse L'età Dell'oro però c' era una accettazione di molteplici  realtà sessuate in qualche modo. Voi cosa sapete? Che ne pensate? 

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Non so di preciso se la cultura dell'Antica Grecia fosse quella che ci figuriamo, ma credo che il cristianesimo non abbia aiutato nell'accettare le diversità.

PS: sbaglio o manca la tua presentazione? Rimedia!!

 

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6 minutes ago, marce84 said:

Non so di preciso se la cultura dell'Antica Grecia fosse quella che ci figuriamo, ma credo che il cristianesimo non abbia aiutato nell'accettare le diversità.

PS: sbaglio o manca la tua presentazione? Rimedia!!

 

Sissignore! 🙂

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davydenkovic90

Come ogni cultura, quella che ha prodotto questa statua aveva le sue peculiarità. Per esempio le donne nell'antica Grecia non è che se la passassero benissimo (molto meglio a Roma), quindi sul discorso di quanto tutto fosse "normale" e "accettato", soprassiederei. 

Quello più classico che viene fatto è quello tra la pederastia paideutica greca e l'omosessualità attuale. Nessun punto di collegamento. I greci non conoscevano né il termine né tantomeno il concetto di omosessualità per come lo intendiamo noi oggi.

Ermafrodito era una figura del mito, e da lì bisogna partire per capirlo. Non da "ah, quanto erano avanti loro che accettavano già i transgender (concetto e termine ignoti ai greci), e quanto poco lo siamo noi"

Di sicuro c'è che la discussione sul genere suscita tanto interesse e stimola la curiosità e la fantasia. Forse qui sta il collegamento tra Eva Robin's e il mito degli androgini del Simposio di Platone.

Per il resto, non mi azzarderei in impropri paragoni, vittimisti e di parte. Ribadisco, tanto per fare un esempio, che le donne nell'antica Grecia non avevano alcun diritto.

 

Edited by davydenkovic90
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Certo sono d'accordo. Il fatto è che a me sembra che giocassero "passami"il termine con le identità e la Sessualità molto di più di noi. Ecco forse questo 

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12 hours ago, mauzz said:

Ho pensato a quanto fosse normale una realtà del genere ai tempi addirittura per finire raffigurata in un'opera d'arte. So che non è che l' antica Grecia fosse L'età Dell'oro però c' era una accettazione di molteplici  realtà sessuate in qualche modo. Voi cosa sapete? Che ne pensate? 

La scultura è copia, una delle numerose, prodotta in età romana su esemplare greco probabilmente del II secolo a.C., quindi d'età ellenistica, quando erano diffuse rappresentazioni di cose e persone mitologiche stravaganti:

infatti Ermafrodito era una creatura mitologica che peraltro rappresentava forse più l'amore come passione che fonde due anime e dunque due corpi, piuttosto che una supposta unità primigenia indifferenziata dei due sessi;  d'altronde esso non è conosciuto in tempi anteriori a quelli appunto ellenistici, benché si possa presumere riprenda caratteristiche di deità orientali con attributi sia maschili sia femminili, come Afrodito, il cui culto pare sia giunto in Grecia intorno al V secolo a.C..

Ovviamente non c'era inella Grecia classica una normalità di ermafroditi, nel senso di persone fisicamente provviste di caratteristiche maschili e femminili:

del resto sono casi rarissimi anche oggi, mi pare.

Non ci poté dunque essere allora un'accettazione d'un evento normale, perché normale un ermafrodito certo non era.

In ogni caso nella Grecia classica le "realtà sessuate" eticamente accettabili erano solo due: maschile e femminile e la contemporanea approvazione dell'omoerotismo, addirittura prescrittiva in molte comunità doriche, non contraddice a tale confine etico.

 

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13 hours ago, mauzz said:

Voi cosa sapete?

A quel che so io si ipotizza che la rappresentazione iconografica greca, in pose ieratiche, avesse implicazioni cultuali ( magari come divinità protrettrice dello sviluppo sessuale ) di cui poco si sa, mentre poi prende piede un filone erotico ( a cui appartiene la narrazione di Ovidio e la serie degli ermafroditi dormienti ) in cui molto si accentua l'effemminatezza del corpo ed il gioco dello svelamento del sesso . Ovidio ci aggiunge l'inversione dei ruoli sessuali perchè ermafrodito viene preso da una ninfa, che si comporta da maschio, mentre lui  è riluttante al rapporto sessuale ( mentre nell'iconografia spesso è insidiato da satiri )

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19 minutes ago, Hinzelmann said:

A quel che so io si ipotizza che la rappresentazione iconografica greca, in pose ieratiche, avesse implicazioni cultuali ( magari come divinità protrettrice dello sviluppo sessuale ) di cui poco si sa, mentre poi prende piede un filone erotico ( a cui appartiene la narrazione di Ovidio e la serie degli ermafroditi dormienti ) in cui molto si accentua l'effemminatezza del corpo ed il gioco dello svelamento del sesso . Ovidio ci aggiunge l'inversione dei ruoli sessuali perchè ermafrodito viene preso da una ninfa, che si comporta da maschio, mentre lui  è riluttante al rapporto sessuale ( mentre nell'iconografia spesso è insidiato da satiri )

Questa cosa che dici della nudità si chiama anasyrma, che non ha nessuna valenza erotica ma culturale/sacrale appunto. In un periodo storico in cui il corpo di una donna non era ancora stato desessualizzato e era portatore di un forte simbolismo e usato anche come intimidazione o motivo d riso.  Ad esempio se vi può interessare è particolare la figura di Baubô nel mito di Demetra e Persefone.

Questa cosa di Ovidio sugli Ermafroditi me la voglio andare a cercare, grazie!!! 

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Palazzo massimo alle terme, ex collegio de Merode, che ospita parte del museo nazionale romano, andrebbe alienato.

Sarebbe ottimo come albergo.

Invece qualche bel palazzo ministeriale, tipo il palazzo delle finanze, sbattuti in uffici più consoni ministro, dirigenti impiegati e uscieri, sarebbe sede più opportuna.

Anche perché oltre ai millemila fondi non esposti e stipati all'antiquarium o nei magazzini, serve trovare una bella sede per esporre la collezione Torlonia, quando lo Stato finalmente deciderà di espropriarla a quella famiglia che la tiene nascosta da 40 anni

Edited by Demò
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