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La top model con la gamba di legno.


davydenkovic90

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davydenkovic90

Recentemente, non so dove, di sfuggitissima, ho sentito parlare di una supermodella con una protesi alla gamba. Ne parlo solo come introduzione a un tema confinante.

Le riflessioni - teoriche, ipocrite, sbattute in faccia a parole su questa modella - sono:  "non bisogna essere perfetti per essere belli", "chiunque abbia un difetto può farcela nella vita", e poi la bella favola della lotta al bullismo, ecc.... ma a me sembra che il vero messaggio sia un altro, ossia che anche il diverso debba aspirare all'uguale, a comprare quel dato prodotto rifacendosi a quei dati canoni imposti dall'alto, 3kg di fondotinta, un intervento al seno a 18 anni, le extension, le ciglia finte... e questo solo per essere decenti, un minimo presentabili. Quella diversità, che dovrebbe secondo me essere vissuta come una risorsa proprio perché in molti casi ti aiuta ad uscire da certi circuiti e canoni malati, diventa invece un modo per rimanerci impantanati dentro come gli altri.

Ho fatto questo preambolo per arrivare alla domanda:

Un gay risolto, arrivato, modello, col profilo da dichiarato su instagram, che ce l'ha fatta, oppure un'associazione, un Pride, possono / vogliono / riescono veramente ad aiutare concretamente il gay che non ha ancora mosso un passettino fuori e che non conosce nessuno oppure - magari inconsapevolmente - rischiano di diventare un'ulteriore fonte di disagio, distacco, rifiuto,  o di creargli ancora più problemi di quelli che aveva prima?

Accogliere un ragazzo gay alle prime armi in associazione, a volte, a me sembra un po' come accogliere un ragazzo delle medie a una lezione di analisi in più variabili. Chi è abituato all'analisi in più variabili la ritiene facile e non riesce più, quasi, a immedesimarsi in chi non l'ha mai studiata. Il ragazzino delle medie si trova totalmente alienato e a disagio, in quel contesto, a meno che a sua volta non si sia già preparato da solo e abbia acquisito lui una certa forma mentis o insegua un certo obiettivo.

Ma anche senza tirare in ballo le associazioni (che stimo e ritengo importantissime, lungi da me criticarle) lo stesso esempio si può fare anche per un approccio fra un gay un po' più navigato o risolto con uno alle prime armi che tentano di fare amicizia. E' facile che uno, involontariamente, faccia sentire l'altro a disagio, ed è facile che per l'altro questo tipo di contatto sia peggiorativo della condizione iniziale, o che si chiuda a riccio pensando di essere inadeguato

I social amplificano il problema, perché mi sembra che un numero sempre crescente di persone (e molti gay, ma direi che la cosa è trasversale) sui social ormai gestiscono un vero e proprio business di se stessi, in veste di influencer o pornoattori (tutto aggratis, naturalmente) e invece, all'estremo opposto, c'è gente che non ha vita sociale e rigetta totalmente i social perché metterebbero alla luce questo vuoto e il problema di non sapere come riempirlo...

Poi, come mai la gente si sente in dovere di mettere sui social una foto profilo in cui è nuda? Uno andrebbe mai a fare la spesa o all'ufficio postale in mutande semplicemente perché ha fatto tanta palestra, come scusa per mostrare il fisico? La spiegazione che mi son dato io è che, se non ti spogli sui social, sembra che hai una magagna da nascondere, non hai la "pancia piatta", non ti sei fatta la ceretta, oppure, se sei maschio, non hai il fisico scolpito. Se ce l'hai, intanto devi esibirlo e poi devi anche cristallizzarlo nel tempo per averne un continuo ritorno di autostima da chi pioverà sulla tua pagina negli anni a venire e che non incontrerai mai nella vita reale. 

Ritornando alle associazioni, mi chiedo: ma perché non agiscono principalmente sulle realtà di provinicia? E' troppo facile creare l'associazione degli universitari gay, tutti fuorisede che vivono a Milano sotto casa di Malgioglio perché i genitori ricchi pagano l'affitto della casa per anni. Come se la passa chi tutte queste cose non le ha? A che gli serve a questi trovarsi di fronte un gay fighetto hipster q.b. che organizza il pride, con più arcobaleni sul profilo che capelli in testa? Visto dalla prospettiva del gay in erba, mi sembra l'altra faccia della stessa medaglia dei PR dei locali che reclutano il ventenne twink per vendere i biglietti e attirare altrettanti ventenni potenziali clienti appena iscritti all'università. Tutto è troppo sbilanciato sull'organizzare, sul fare, sul festeggiare, addobbare, e forse poco sull'incontro, sul far risaltare le  differenze anche di opinione o di percorso tentando di capirsi l'un con l'altro, e ripeto che forse tutto questo è fatto involontariamente e perché ci sono delle piattaforme che ci fanno sentire inadeguati se non ci esibiamo abbastanza.

E noi, nel nostro piccolo, e mi ci metto anch'io nel calderone, che possiamo fare per tendere una mano al forumino che vive nel paesello e che viene a scrivere qui chiedendo consigli, per aiutarlo concretamente ma senza lederlo, suscitare in lui disagio, diffidenza, sentimenti negativi?

Forse ho fatto un po' un minestrone, comunque qualsiasi punto di vista o riflessione è ben accetto/a.

Edited by davydenkovic90
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12 hours ago, davydenkovic90 said:

Un gay risolto, arrivato, modello, col profilo da dichiarato su instagram, che ce l'ha fatta, oppure un'associazione, un Pride, possono ...rischiano di diventare un'ulteriore fonte di disagio, distacco, rifiuto,  o di creargli ancora più problemi di quelli che aveva prima?

La mia prima relazione la ebbi con un ragazzo dichiarato in famiglia, mentre di me non sapeva nessuno. Inoltre non ero mai stato nemmeno in un locale gay. Ero fuori e lontano da tutto. Non mi sono mai sentito giudicato negativamente da lui per questo, anzi, è sempre stato molto comprensivo e per me è stato un toccasana conoscerlo e una fortuna essere stato con lui. Anche dopo che ci siamo lasciati è rimasto a lungo un punto di riferimento.

Quindi per rispondere alla tua domanda penso che dipenda da come si pone una persona. Se si pone in modo eccessivamente critico e presuntuoso, otterrà l'effetto opposto a quello desiderato, perché chi si sente attaccato finisce sempre per porsi sulla difensiva e allontanarsi.

12 hours ago, davydenkovic90 said:

come mai la gente si sente in dovere di mettere sui social una foto profilo in cui è nuda?

I meccanismi dei social non sono poi così diversi dal marketing e dal battage pubblicitario. Il fisico è come un'insegna, uno specchietto per allodole e chi ce l'ha bello lo esibisce proprio per richiamare l'attenzione. Utilizzare la propria immagine o quella di un prodotto per massimizzare il numero di scopate o il profitto se si tratta di vendere qualcosa.

 

Edited by Gondo
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davydenkovic90
1 hour ago, Gondo said:

la mia prima relazione la ebbi con un ragazzo dichiarato in famiglia, mentre di me non sapeva nessuno. Inoltre non ero mai stato nemmeno in un locale gay. Ero fuori e lontano da tutto. Non mi sono mai sentito giudicato negativamente da lui per questo, anzi, è sempre stato molto comprensivo e per me è stato un toccasana conoscerlo e una fortuna essere stato con lui. Anche dopo che ci siamo lasciati è rimasto a lungo un punto di riferimento.

Quindi per rispondere alla tua domanda penso che dipenda da come si pone una persona. Se si pone in modo eccessivamente critico e presuntuoso, otterrà l'effetto opposto a quello desiderato, perché chi si sente attaccato finisce sempre per porsi sulla difensiva e allontanarsi.

Per te - come anche per me, tra l'altro - il toccasana è stato una relazione sentimentale. Ma a volte può essere pericoloso riversare tutto su un'unica relazione, che magari dopo un po' va a finire male e può essere una batosta inenarrabile se non sei dichiarato e se sei solo.

Sul non essere giudicante, sono d'accordo, anche se a volte credo che chi è già dichiarato a volte lo faccia involontariamente o ingenuamente... certi suoi gesti vengono amplificati, fraintesi e miscapiti, o visti come minacce.

Mi domando se si possa fare di meglio, anche via forum.

Ad esempio ci sono stati casi di utenti storici che erano in difficoltà perché provenivano da piccoli paesi del sud, e venivano anche ai raduni, però mi sembra che il forum non gli abbia fatto bene, anzi, tutt'altro. Era un continuo rimarcare, da parte loro, la condizione di disagio contrapposta ad altri utenti che magari si erano già trasferiti o avevano famiglie facoltose che potevano pagare loro l'università, e questo generava trollaggio e inutili guerriglie e frecciatine interne al forum che non è che abbiano portato poi a molto.

E' un po' come se a un certo punto traessero più vantaggio dal lanciare la provocazione che non dal fatto di trovare gente con lo stesso orientamento, che magari non avrà alcuni problemi che hai tu, ma ne avrà altri, e tanti di questi problemi, in definitiva, coincidono e sono gli stessi un po' per tutti.

 

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15 hours ago, davydenkovic90 said:

Tutto è troppo sbilanciato sull'organizzare, sul fare, sul festeggiare, addobbare, e forse poco sull'incontro, sul far risaltare le  differenze anche di opinione o di percorso tentando di capirsi l'un con l'altro, e ripeto che forse tutto questo è fatto involontariamente

fidati, queste sono scelte MOLTO volontarie.

boccaccia mia taci...

 

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16 hours ago, davydenkovic90 said:

tendere una mano al forumino che vive nel paesello

non so so se è così categorico.

Ormai i ragazzi gay sui 20 anni (e ancora di più chi non li ha ancora compiuti) hanno iniziato coi loro inciuci già alle superiori e in generale sono mooolto meno complessati di noi

sarà netflix, instagram, i social, il fatto che son cresciuti ad unioni civili fatte (penso che laa causola singolarmente più significativa sia netflix)

adesso, mi domando chi resta fuori da queso processo: o è qualcuno che sta in una provincia veramente lontana da dio (non so, un paesino sugli appennini da 500 abitanti) o  è un po' strano (non so, malattie invalidanti, aspetto fisico segnato da qualche deformità o problemi psichici veri)

è un insieme di cause in sè positive che se lascia fuori qualcuno, a paragone, evidenzia ancora di più la marginalità

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2 hours ago, davydenkovic90 said:

Ma a volte può essere pericoloso riversare tutto su un'unica relazione, che magari dopo un po' va a finire male e può essere una batosta inenarrabile se non sei dichiarato e se sei solo

Ma questo vale per tutti e non credo che abbia molto a che fare con l'essere dichiarati o meno. Immagina un marito che lascia la moglie o viceversa, dopo vent'anni o trentanni di matrimonio. Non pensi che ritrovarsi soli dopo così tanto tempo di vita in comune, non possa essere, allo stesso modo, una legnata capace di distruggere psicologicamente una persona?

 

2 hours ago, davydenkovic90 said:

Ad esempio ci sono stati casi di utenti storici che erano in difficoltà perché provenivano da piccoli paesi del sud, e venivano anche ai raduni, però mi sembra che il forum non gli abbia fatto bene, anzi, tutt'altro. Era un continuo rimarcare, da parte loro, la condizione di disagio contrapposta ad altri utenti che magari si erano già trasferiti o avevano famiglie facoltose che potevano pagare loro l'università, e questo generava trollaggio e inutili guerriglie e frecciatine interne al forum che non è che abbiano portato poi a molto.

Ma questi utenti venivano criticati sul forum o ai raduni?

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On 12/17/2019 at 1:39 AM, davydenkovic90 said:

 

Poi, come mai la gente si sente in dovere di mettere sui social una foto profilo in cui è nuda? Uno andrebbe mai a fare la spesa o all'ufficio postale in mutande semplicemente perché ha fatto tanta palestra, come scusa per mostrare il fisico?

Narcisismo da social network.

Soprattutto su Instagram e Tinder,

dove conta l'immagine più striking possibile.

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davydenkovic90
On 12/17/2019 at 6:29 PM, Gondo said:

Ma questi utenti venivano criticati sul forum o ai raduni?

No, era più il contrario. I raduni si svolgevano normalmente e poi questi utenti riversavano un po' di insoddisfazione sugli altri utenti del forum rimarcando le differenze e la distanza tra le varie esperienze... e poi finivano per trollare e seminare zizzania.

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