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INPS: cronaca di un tracollo annunciato


mutinus

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In questo topic vorrei occuparmi principalmente di numeri, lasciando a voi le considerazioni di merito.I numeri, piu' delle parole mostrano come sia assolutamente necessario il riordino previdenziale.Fonte dei dati ISTAT (mia elaborazione)

                                                                       1982             2005          increm. %POPOLAZIONE ATTIVA  (16-60 anni)      34.282.436     37.477.795    9,32POPOLAZIONE ANZIANA (>60 anni )        9.235.168     14.101.695   52,70

Basterebbero solo questi dati per evidenziare l'enorme squilibrio che è andato consolidandosi negli anni, tra popolazione in età lavorativa e quella quiescente.Se nel 1982 per ogni pensionato c'erano 3,71 lavoratori attivi , nel 2005 , per ogni pensionato ce n'erano 2,65.Il decremento lavoro attivo /quiescenza sarebbe già pesante per se stesso, se non fosse aggravato dagli aspetti qualitativi entro la classe di modalità (16-60 anni)Infatti:a) i giovani entrano sempre piu' tardi nel mercato del lavoro :salut: il lavoro è sempre piu' precario e, spesso, "nero" con elevatissima evasione contributiva verso l'ente previdenzialeQuesto per quanto riguarda il fronte delle "entrate"Per quello delle "uscite" va osservato che:a) la speranza di vita si è molto allungata la sopravvivenza media dopo il 60°mo anno di età è di 18 anni per i maschi e 22 per le femmine; con tendenza costante al rialzob) la quasi generalità degli attuali pensionati, percepisce una pensione in base al criterio numerario delle marche versate, secondo il seguente calcolo:Valore della pensione = media delle cinque retribuzioni annuali scelte tra le migliori dell'ultimo decennio.Arrotondando, con 35 anni di contributi ( pari a 1820 marche settimanali) la suindicata media va moltiplicata per il 0,7 del lordo in busta paga ( dell'imponibile FAP)Con 40 anni di contributi (pari a 2080 marche settimanali) il lavoratore ha diritto all'80% (dell'imponibile FAP )Esempio :  5 stipendi migliori degli ultimi dieci anni lavorativi : 35.000.000; 39.000.000; 42.000.000; 44.000.000; 46.000.000 = media

41.200.000 * 0,7 = 28.840.00041.200.000 * 0,8 = 32.960.00

Considerando il fatto che il pensionato non ha piu' costi per la produzione del reddito si può dire che queste cifre sono piu' che dignitose.Il problema è che, con l'aumento della speranza di vita, in media, i pensionati percepiscono molto di piu' di quanto hanno effettivamente versato.Questo divario ha fatto "scoppiare" l'INPS.  Per cui, nel 1995 viene varata la cosiddetta "Riforma Dini" che sancisce il passaggio del calcolo figurativo ( le 1820 marche settimanali o le 2080 ) a quello contributivo ( la media dei contributi effettivamente versati per tutta la vita lavorativa dal lavoratore ).Non so se è chiaro il passaggio ( che non è da poco) La riforma Dini, praticamente ha cancellato la precedente riforma del 1971 ed ha ripristinato il sistema in vigore prima di tale data ( pensione in base ai contrinuti effettivamente versati).Ovviamente, a questo punto il problema diventa quello del coefficiente di moltiplicazione da applicare per ottenere il valore della pensione. I sindacati, ovviamente, vorrebbero questo coefficiente alto e il governo, per contro, il piu' basso possibile ( per le ovvie ragioni di cassa)Il problema drammatico però riguarda i giovani che, stante l'attuale situazione, con una pensione calcolata sulla contribuzione effettivamente versata, rischiano di arrivare a 60 anni con un pugno di mosche in mano.Ecco allora la necessità di un riordino complessivo che significa:a) fare crescere l'economiab) promuovere la regolarità e continuità del rapporto di lavoroc) favorire la formazione di fondi integrativiVi ho stufato? Immagino di si: non è semplice e nemmeno gradevole perdersi nei numeri e in questi ragionamenti.Tuttavia sono aspetti concreti della nostra vita. Per cui, non abbiatene a male se vi chiedo di leggere e commentare quanto ho scritto.

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Caro Priapo Romano, i governi non si danno mai pena d'altri numeri, che quelli che rappresentano i suffragii degli elettori.D'altronde, non possiamo dar loro torto, s'essi coltivano quel campo, in cui raccolgono le messi.Forse dovrebb'essere cura dei cittadini esigere che i governanti non dirigano la nave pubblica nelle secche o sugli scogli.Ma, come ammonisce il proverbio, ogni popolo ha il governo che merita.Anakreon.

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E se favorissimo l'immigrazione invece di ostacolarla? Che fine vogliamo fare? Un mondo di vecchi costretti a lavorare perche' la pensione non ci bastera'???

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Questo dell'equilibrio del sistema pensionistico è un sistema molto discusso e di non facile soluzione perché come ampiamente esposto gli elementi da tenere in considerazione sono molti e orientati in senso opposto:1) dinamiche demografiche2) equilibri finanziari3) entità delle pensioni e quindi della qualità di vita degli anziani.Il cosidetto sistema retributivo è certamnte il più corretto dal punto di vista strettamente sociale perché garantirebbe ai pensionati il mantenimento di un tenore di vita in linea con quello tenuto in età lavoratova.Il sistema contributivo guarda piuttosto ai contributi effettivamente versati e usa come parametri di valutazine anche l'aspettativa di sopravvivenza dei pensionati. Questo, pur non garantendoli necessariamente, è più orientato allìequbrio dei conti dellente previdenziale erogatore.Io non credo, come sostiene mutinus, che un governo guardi solo necessariemente all'equilibrio dei conti (per quanto questo sia importante e in qualche modo imposto anche dalle istituzioni europeee), perché inevitabilmente lo scopo di qualsisasi governo è anche il benessere complessivo della popolazione. Se un sistema previdenziale in equilibrio finanziario desse pensioni risibili, e comunque ampiamente inadeguate a gaantire stili di vita dignitosi ai pensionati evidentemente il governo si troverebbe con un serio problema di natura sociale, con riduzione dei consumi (e conseguenti problemi sui fornti delle entrate e del ciclo economico) e necessità di intervenire con ulteriori strumenti "assistenziali" per garantire sostegno ai casi di indigenza più pesanti, senza considerare il sotegno che spesso proprio i redditi da pensione garantiscono anche al resto della famiglia e, in particolare, ai giovani che rimangono più a lungo nel sma formativo e che non riescono ad inserirsi presto e stabilmente nel mondo del lavoro (con conseguenti negative sulle loro future pensioni).Poi evidentemente nessun governo, in democrazia soprattutto, può prescindere dal mantenimento del consenso popolare per le scelte.Quanto riguarda L'Italia innanzitutto io trovo utile parlarne e non considerò un tabù intevenire con spirito laico e partico per affrontare questa problematica. Non considero drammatico prolungfare di qualche anno la vita lavorativa in particolare nei settori del terziario e meno usuranti. Poi però va tenuto in conto che la percentuale di popolazione attiva sulla popolazione in "età lavorativa" è in italia drammaticamente più sa che in altri paesi europei, questo è soprattutto dovuto alla rinuncia a cerare lavoro di molti giovani del sud ma anche e soprattutto alla scarsa occupazione femminile che ha molto di culturale (donna casalinga) e fa anche molto pensare alle possibili politiche di sostegno e incentivo al lavoro femminile.Per influire sul rapporto lavoratori pensionati, tanto dottamente citato, si può certamente intervenire sull'età pensionabile, ma forse si pensa troppo poco alla componente del numero dei lavoratori (donne, ma anche immigrati appunto).

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Un'altra contraddizione a mio avviso sempre piu' evidente, e' da un lato la necessita' di posticipare l'accesso alla pensione, dall'altra la tendenza del mercato a considerare "vecchi" lavoratori sempre piu' giovani.Oggi se hai 40 anni e perdi il lavoro, e' un dramma, se poi ne hai 50, sei finito.Il limbo lavorativo, ovvero il periodo in cui sei troppo vecchio per cercare uun lavoro nuovo ma troppo giovane per andare in pensione, diventa sempre piu' ampio.Ci dicono che dobbiamo essere piu' dinamici e flessibili, gia', ma senza avere una controparte economica. La flessibilita' infatti viene interpretata come sfruttamento, retribuzione inferiore e con meno diritti rispetto a chi ha un lavoro stabile.Poi sono proprio loro, i politici, ad essere i meno flessibili in assoluto, e chiedono a noi di esserlo.Riformare il sistema pensionistico richiederebbe tanta tanta lungimiranza.... non credo abbiamo una generazione di politici in grado di vedere oltre alla propria legislatura.... e qui si tratta di guardare 20/30 in la' nel futuro.....

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Io credo che l'unico modo è far ripartire le nascite sò che sembra una cosa una cosa molto bigotta ma l'unico sistema è questo

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Io credo che l'unico modo è far ripartire le nascite sò che sembra una cosa una cosa molto bigotta ma l'unico sistema è questo
Devi però chiederti perchè le nascite sono "ferme" egoismo di coppia, disamoramento dai figli oppure insicurezza sociale, mancanza di prospettive, precarietà del lavoro .....?Se la "cicogna" è disoccupata ci sarà pure una ragione.
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Io credo che l'unico modo è far ripartire le nascite sò che sembra una cosa una cosa molto bigotta ma l'unico sistema è questo
questo purtropp è solo una parte del problema e in prospettiva ravvicinata non può essere comunque realisticamente risolutivo... Per il semoplice fato che i fenomeni demografici hanno dinamiche inerziali che si propagano nel tempo per le generazioni:spero di riuscrie a rendere l'idea brevemente. Se oggi abbiamo un figlio per donna i futuri genitori saranno in linea di massima (a livello intuitivo) la metà di quelli attuali il che vuol dire che se anche avessero a loro volta due figli non riuscirirebbero a tornare in equilibrio con la generazione precedente... dovrebbero forse averne quattro per tentare un recupero... ma questa prospettiva in un paese come l'Italia è del tutto inverosimile...
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La cicogna e' disoccupata perche', ad esempio, mancano i "dindi" ....Quando mio papa' aveva 27 anni, aveva una figlia di due anni e mezzo, un bimbetto appena nato (io!!! :salut: ), ed una moglie che, per sua volonta', decise di stare a casa dal lavoro per crescere noi pargoletti!!! Mio papa' non era un dirigente, e nemmeno un quadro, era un semplice impiegato. I miei genitori sapevano bene che un solo stipendio avrebbe significato qualche sacrificio in piu', che infatti fecero, ma erano tempi in cui si poteva vivere e mantenere una famiglia dignitosamente anche con un solo stipendio.Oggi con lo stipendio da impiegato non ci si campa nemmeno da soli.Sara' un discorso trito e ritrito, ma gli stipendi dei lavoratori dipendenti sono troppo bassi.Se oggi non hai gia' una casa, sei "fottuto", perche' 1000 euro di mutuo non sono pochi.In Francia, paese con i PACS, con orde di coppie di fatto e coppie gay pronte a distruggere la famiglia, le donne fanno 2 figli a testa, contro l'1,3 del bel paese.

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