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Prostituzione omosessuale


Guest -NakedOnTheSand-

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Guest -NakedOnTheSand-

Tempo fa vidi a Le Iene un servizio in cui si parlava di omosessuali che si prostituiscono (uso il presente perchè è una realtà ancora esistente). La domanda che mi sorge è: cosa li porta a fare questo? Sono le stesse motivazioni che portano una donna a 'battere', o c'è qualche differenza, secondo voi? Può, il tutto, essere essere ricondotto a una sorta di ricerca di trasgressione, o perchè no, perversione?E inoltre, come vi ponete voi di fronte a questa situazione? Credete che sia qualcosa che debba essere fermata? Oppure assumete, a riguardo, una posizione più Live and let live?

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I motivi penso siano gli stessi per le donne. Soldi, trasgressione o perchè costretti...

L'uniko modo x fermarla è ke non ci sia più domanda sul mercato...

Basterebbe che non ci fossero + i "clienti"....

Ma in quale dimensione questo potrebbe accadere?

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Guest Lover_Of_Darkness

quoto con paulie...

magari per i trans è diverso....la società non li accetta...e l'unica cosa ke possono fare per vivere è quello...

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Come per quanto riguarda le prostitute, alcuni vengono sfruttati, mentre ce ne sono molti altri (credo la maggior parte) che lo fanno per libera scelta...magari celandosi dietro il nome di "escort" o "accompagnatore", che altro non sarebbe che la versione maschile della puttana di alto bordo...ma la sostanza è sempre quella.

Credo inoltre che chi lo fa per libera scelta, è semplicemente perchè rappresenta un modo facile di guadagnare un sacco di quattrini...

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dubito fortemente che qualcuno di loro sia costretto da un ''protettore''.

in certi quartieri di Napoli, non e' raro imbattersi in giovani che, per arrotondare, si prostituiscono con altri uomini o, occasionalmente, donne.

penso sia esclusivamente una questione di soldi... .

a me e' successo una volta con il mio primo ''vero uomo''.. avevo si e no 17 anni e un signore ben distinto mi abborda nel bel mezzo del centro di sanremo...

si chiama maurizio e faceva il muratore, era un uomo di circa 45 anni e non era affatto un brutto uomo.. beh, fatto sta che mi ha invitato a cena e io, tutto contento (il primo appuntamento!) ho accettato.. e pure il DOPOCENA ! che e' stato fantastico !..

 

l'abbiamo fatto nella sua capanna degli attrezzi un po in periferia ma al mio risveglio non c'era.

soltanto due biglietti da lire 50 mila giacevano immobili sul materasso.....

 

che tristezza ! era stato il tutto cosi' romantico ! >_> 8)

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quoto con paulie...

magari per i trans è diverso....la società non li accetta...e l'unica cosa ke possono fare per vivere è quello...

 

 

Si, purtroppo temo ci sia anche questo da tenere in conto. Il fatto che la società discrimina anche gli omosessuali, figuratevi loro. La trovo una cosa veramente orribile.

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Due estati fa ho conosciuto per caso un escort. Inizialmente non sapevo "chi" fosse, me lo ha detto con il tempo. Di coinvolgimento prima mentale poi fisico ce n'è stato tanto, durato vari mesi con strascichi protratti sino all'inizio di quest'anno. Quest'uomo molto più grande di me ha dimostrato cervello, più di quanto mi aspettassi.

 

Ricordo bene quando gli chiesi per quale motivo avesse iniziato questa sua doppia vita: eravamo a casa sua, poco più che l'alba, avevo forse timore di quello che poteva dirmi, del resto, le scelte che facciamo a volte non sono tutte guidate dalla completa libertà.

 

Rispose però aver iniziato per caso in parallelo al suo vero lavoro (ambiente teatrale e giornalistico) quando conobbe un certo personaggio che gli fece delle avances spietate, anche offrendogli soldi, e da lì colse le occasioni, con conferme economiche non indifferenti. Quando poi arrivammo ad un punto importante della nostra frequentazione (che comunque non prevedeva vincoli di alcun tipo)mi disse che avrebbe smesso, se questo poteva servire a fare in modo che mi fidassi di lui. Però rifiutai.. perché non mi sentivo legato tanto da ricambiarlo...era e rimane una persona incredibile con cui ho passati molti bei momenti, una persona capace di comprendermi meglio di tanti altri.

 

Non so cosa ci sia di differente dalla prostituzione femminile...ma è tutto più nascosto,più velato, morboso anche. Perché molti dei suoi clienti, mi disse, pagavano tanti extra perché nulla trapelasse.

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  • 2 years later...

Non vorrei aprire un altro topic, perché il mio post riguarda sempre la prostituzione maschile, anche se non le motivazioni che spingono un ragazzo a prostituirsi, bensì il problema su come si debba giudicare la prostituzione (e se sia giusto farlo).

 

Ho letto poco tempo fa un articolo su un sito frequentato da gay nel quale parlavano degli escort come fenomeno in espansione in italia, e la persona che scriveva riconduceva la disapprovazione generale a questo tipo di attività in Italia a una cultura bigotta.

Non nego che la leggerezza dell'articolo nel trattare la questione mi abbia colpito negativamente, ma mi ha fatto riflettere: la mia difficoltà ad accettare la prostituzione come una normale attività commerciale è segno di bogottismo o di buon senso? Dove finisce uno e comincia l'altro?

 

Ho sempre prensato che vendere il proprio corpo fosse una soluzione estrema, perché la trovo una cosa degradante per una persona... ma forse sbaglio e l'educazione e la cultura che mi hanno dato sono ormai superate.

 

Voi cosa ne pensate?

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Guest liverpool

 

Ho sempre prensato che vendere il proprio corpo fosse una soluzione estrema, perché la trovo una cosa degradante per una persona... ma forse sbaglio e l'educazione e la cultura che mi hanno dato sono ormai superate.

 

Voi cosa ne pensate?

 

 

Sono un prete e quindi non aspettarti che difenda la prostituzione. Ma anche come uomo, facendo astrazione dalla fede e dalla morale cristiane, non posso giustificare chi si prostituisce (non sto pensando qui a chi è costretto a farlo) per il semplice motivo che considero il corpo una realtà sacra e perciò intangibile e non commerciabile. Come nessuno ha diritto a manipolare e perfino a togliere la vita dell'altro, così nessuno può avere il diritto di esporre se stesso nella propria dimensione corporea a qualsivoglia forma di sfruttamento. Purtroppo, come dici, la prostituzione sta diventando una soluzione estrema (mica tanto estrema poi...), visto che in alcuni casi sopperisce alla mancanza di un lavoro e si rivela quindi un buon sistema per guadagnare "facilmente".  Ma le soluzioni trovate con il cappio al collo dell'urgenza non sono certo le migliori, anzi: l'urgenza impedisce di ragionare con serenità.

Educazione e morale superate? Mah. Già quarant'anni fa Martin Heidegger avvertiva che l'uomo si stava sempre più caratterizzando come essere perfettamente sostituibile, una specie di magazzino da cui si può prendere ciò che serve. E anche se la prostituzione è il mestiere più vecchio del mondo, non mi pare questa una ragione per difenderla, magari riempiendosi la bocca di concetti quali il diritto a disporre di sè, la libertà personale e quant' altro. L'essere umano esiste nel corpo e senza di esso non è pensabile; se ognuno rivendica per sè la propria originalità, anzi la propria unicità, non si vede come ciò sia compatibile con il mettersi in vendita.

Sarò anche bigotto, ma credo che il progresso autentico non si faccia a discapito della dignità. E questo, grazie a Dio, non lo insegna solo la chiesa.                       

 

:look:

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Corpi sacri ed offerte immonde.

 

 

Caro Liverpolita,

 

dichiari:

"Ma anche come uomo, facendo astrazione dalla fede e dalla morale cristiane, non posso giustificare chi si prostituisce (non sto pensando qui a chi è costretto a farlo) per il semplice motivo che considero il corpo una realtà sacra e perciò intangibile e non commerciabile.".

 

L'argomento sarebbe inconfutabile se Tu condannassi anche coloro, i quali vendono l'opera delle sue mani o l'immagine stessa del suo corpo:

un muratore non vende anch'egli una parte del proprio corpo ?;

non vende le proprie mani anche un agricoltore che coltiva la terra altrui ?;

non vende forse tutto il suo corpo colui, che si offre nudo o poco vestito agli occhi degli spettatori, per allettarli, in virtù delle sue belle forme, ad acquistare merci ?.

 

Perché vendere le parti genitali dovrebb'essere cosa più turpe ?.

 

Non forse perché il genere umano, da innumeri secoli, non tanto reputa sacro il corpo umano in sé, quanto piuttosto reputa preziose quelle parti che hanno ufficio di generare la vita, moltiplicando la specie:

quale altra causa è, per cui la morale di gran parte dei popoli stimò e stima sommamente inverecondo che un maschio od una femmina puberi mostrino in piazza il pube, ma decente che non velino le dita della mano ?.

 

Ciò osservo non perch'io voglia vituperare ed estirpare le leggi morali universali; ma perché voglio indagare le cause e le origini di quelle leggi.

 

Sacro è ciò che appartiene ad un dio:

se fosse sacro il nostro corpo, neppure potremmo venderne l'opera, se non commettendo empietà contro quel dio.

 

Riconosciamo, per altro, che la prostituzione sia immorale per la gran parte degli uomini in ogni tempo:

è un fatto, perché anche coloro, che ne usano, raramente stimano i prostituti e le prostitute;  non di meno, essa non è giudicata immorale perché il corpo umano sia stimato sacro, ma perché le membra vendute hanno efficacia genitale.

 

Tant'è vero ciò, che anche coloro, i quali, non avendo religione di numi ovvero negando addirittura ch'essi siano, non opinano essere alcunché sacro;  pur tuttavia giudicano cosa turpe o, al meno, non decorosa la prostituzione.

 

Il sacro tempio disveliamo essere un palazzo profano; il delubro prezioso, dono del dio, confessiamo essere lo scrigno della nostra arroganza, nel quale custodiamo il seme che perpetua la nostra specie.

 

Con ciò non voglio, per certo, pregiare i prostituti e le prostitute, che mi paiono vasi turpemente aperti agli umori superflui d'ogni viatore;  ma voglio solo collocare la controversia nel campo che mi pare le sia proprio, che è quello del semplice buon gusto sia che giudichiamo colui, che offra sé stesso a tutti, sia che giudichiamo colui, che ne raccolga l'offerta immonda.

 

Anakreon.

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la prostituzione di per sè non è una bella cosa certamente tuttavia penso sia impossibile stabilire quali siano le cuase generali che portano a questo mestiere,penso che ce ne siano un'infinità,tante quante coloro che la praticano..

per quanto riguarda la domanda di blunotte penso che l'inaccettbilità sociale della prostituzione non derivi tanto da bigottismo quanto dal giudizio esprimibile sul mercimonio dei propri organi genitali,parti del nostro corpo rivestite di un importanza quasi sacrale da millenni come sostiene Anakreon..

per quanto mi riguarda per me uno fa quello che vuole,io non avrei problemi a essere amico di un prostituto o di una prostituta (purchè fossero chiaramente brave persone secondo i miei parametri) ma rapporti più profondi onestamente credo che non ne potrei instaurare..

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Guest liverpool

Altro è usare il proprio corpo per costruire e coltivare o per metterlo al servizio dell'arte; altro è fissare un prezzo perchè uno sconosciuto lo possa trasformare in oggetto di piacere sfogando le proprie voglie.

La questione del buon gusto mi sembra molto opinabile: non mi pare che si possano accusare di cattivo gusto certi bordelli del passato e del presente; nè si può dire che la prostituzione alligni in mezzo al degrado, vista la considerazione  di cui era omaggiata nell'antico Giappone (tanto per fare un esempio).

   

Nel parlare di sacralità non intendevo riferirmi a vincoli di carattere religioso, ma piuttosto al valore simbolico del corpo umano, al suo essere "Chìasma" (punto di incontro) tra la natura ed il mondo spirituale; o più semplicemente al suo essere luogo e mezzo per l'accadere delle relazioni. 

 

Credo poi che un qualsiasi psichiatra possa informare circa l'incidenza dell'abuso sessuale sull' equilibrio della mente.

 

Il "vivi e lascia vivere" è talmente sintomo di superficialità e disimpegno da commentarsi da solo.

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perdonami ma non sono per nulla d'accordo.

anche se dici di volerti affrancare dalla logica reigiosa nell'esprimere il tuo giudizio definisci il corpo come punto d'incontro tra mondo naturale e spirituale e come luogo delle relazioni,visioni queste chiarissimamente cristiane,non tenendo minimamente in considerazione il fatto che chi si prostituisce possa professare un culto diverso da questo o addirittura non professarne alcuno,poi infili dentro a casaccio l'abuso sessuale:che cosa c'entra qui l'abuso sessuale?stiamo parlando di gente che si vende spontaneamente non di poveretti in balìa di chiunque,a meno che tu non sottintenda che farsi pagare per fare sesso sia un abuso il che è quantomeno opinabile..

infine "vivi e lascia vivere"non  affatto superficialità e disimpegna,al contrario,è far si che ognuno si prenda la responsabilità di sè stesso,cosa molto più difficile e impegnativa che delegare tutto alle cure del pensiero e della morale altrui.

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perdonami ma non sono per nulla d'accordo.

anche se dici di volerti affrancare dalla logica reigiosa nell'esprimere il tuo giudizio definisci il corpo come punto d'incontro tra mondo naturale e spirituale e come luogo delle relazioni,visioni queste chiarissimamente cristiane,non tenendo minimamente in considerazione il fatto che chi si prostituisce possa professare un culto diverso da questo o addirittura non professarne alcuno,poi infili dentro a casaccio l'abuso sessuale:che cosa c'entra qui l'abuso sessuale?stiamo parlando di gente che si vende spontaneamente non di poveretti in balìa di chiunque,a meno che tu non sottintenda che farsi pagare per fare sesso sia un abuso il che è quantomeno opinabile..

infine "vivi e lascia vivere"non  affatto superficialità e disimpegna,al contrario,è far si che ognuno si prenda la responsabilità di sè stesso,cosa molto più difficile e impegnativa che delegare tutto alle cure del pensiero e della morale altrui.

Oh yeah, Athesis  :asd: straquotissimo

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Guest liverpool

Quella del corpo punto di incontro tra natura e mondo spirituale non è una trovata cristiana, ma è di Maurice Merleau - Ponty, filosofo morto nel 1965 che di cristiano non aveva proprio nulla.

 

Che relazione c'è tra prostituzione e abuso della propria attività sessuale? Mah! Chi si fa scopare cinque/sei volte a notte da clienti diversi (cinque/sei volte male che vada) che fa secondo te?

 

Spero infine, Athesis, che tu rifletta con molta cura sulla giustificazione che dai al "vivi e lascia vivere"...

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il sesso è come tante altre cose della vita,se esageri porta cattive conseguenze ma li sta nella testa di ognuno decidere cosa fare di sè,perchè ognuno di noi è libero di fare quel che gli pare.

per quel che riguarda il vivi lascia vivere c'ho riflettuto più che bene e sono arrivato alla conclusione che per quanto possiamo conoscere di una persona alla fine tutto ciò che fa,ogna sua più minima azione, è frutto del suo solo pensiero,che sarà sempre inconoscibile al100%dagli altri quindi io non me la sento proprio di biasimare scelte di vita radicali come questa,pur non condividendola,non mi sento proprio di poterlo fare.

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Questioni ed amori.

 

 

Caro Liverpolita,

 

annoti:

 

“Altro è usare il proprio corpo per costruire e coltivare o per metterlo al servizio dell'arte; altro è fissare un prezzo perchè uno sconosciuto lo possa trasformare in oggetto di piacere sfogando le proprie voglie.”.

 

Capisco bene che sia altro, come altro è ricevere una mercede per far che siano a disposizione altrui le facoltà del proprio ingegno ovvero la propria scienza o sapienza.

 

Ma la questione, che ho proposta, non è se sia altro vendere la propria mano, perché abile a coltivare un campo, che vendere le proprie membra, perché giovani o formose od altrimenti dilettevoli, affinché l’acquirente possa eccitare il proprio pube godendone; la questione è bensì perché la vendita d'alcune membra sia stimata cosa immorale, la vendita d’altre no:

vuoi concedermi che ci dev’essere una causa, per cui nessuno s’indigna se il muratore presta, per compenso, la forza della sua mano a chi voglia godere d’una casa ben costrutta;  ma molti, se non tutti, inorridiscono se un prostituto presta, per compenso, la forza della sua verga a chi voglia godere d’un corpo ben formato ?.

 

Tu affermi che la causa sia questa, che il corpo umano sia sacro; ma è evidente che, se qualche cosa sia stimata sacra, non è il corpo tutto, ma alcune membra del corpo:

quelle appunto che hanno efficacia genitale.

 

E’ questo il precetto d’un dio ?:

sia pure;  ma non puoi affermare che sia un precetto che consacri tutto il corpo, se poi concedi che le altre membra possano essere liberamente vendute.

 

M’opponi:

 

“La questione del buon gusto mi sembra molto opinabile: non mi pare che si possano accusare di cattivo gusto certi bordelli del passato e del presente; nè si può dire che la prostituzione alligni in mezzo al degrado, vista la considerazione  di cui era omaggiata nell'antico Giappone (tanto per fare un esempio).”

Consento pienamente che il gusto dipenda dall'opinione di ciascuno e che dei gusti non si faccia disputazione e veramente ho voluto solo dichiarare la causa del mo giudizio avverso alla prostituzione:

non apprezzo chi si ponga come una latrina in mezzo alla via a raccogliere gli umori altrui;  non l’apprezzo se lo fa per mercede, come non l’apprezzerei se lo facesse per mero suo diletto;  che se poi la via è ampia e lastricata di marmo piuttosto, che angusta e sassosa, ciò non toglie che una latrina sia sempre una latrina.

 

Chiarisci:

 

“Nel parlare di sacralità non intendevo riferirmi a vincoli di carattere religioso, ma piuttosto al valore simbolico del corpo umano, al suo essere "Chìasma" (punto di incontro) tra la natura ed il mondo spirituale; o più semplicemente al suo essere luogo e mezzo per l'accadere delle relazioni.  “.

Non è forse vero che una cosa è sacra, perché è d’un dio o riferita ad un dio ?.

 

Comunque sia, dio o non dio, rimane la questione perché è opinione diffusa che alcune membra possano essere vendute liberamente ed altre no:

a tale questione ho tentato rispondere, secondo il mio giudizio.

 

Concludi:

 

“Il "vivi e lascia vivere" è talmente sintomo di superficialità e disimpegno da commentarsi da solo.”

 

Mi pare che la carità universale, che vuole ostinatamente il bene altrui, sia assai più perniciosa e ferace di tormenti e di stragi, come ben videro i nostri maggiori nei secoli trascorsi ed ancor vediamo noi nei tempi nostri; che sia una negligenza pacata ed indifferente, la quale, se non ostenta l'inane proposito di correre in ausilio di tutti i miseri  dell’orbe terracqueo, neppure costringe in un amplesso ineluttabile il genere umano, soffocandolo, pur invito, tra le ferree braccia degli affetti amorosi:

come ricordiamo le rovine causate dall’odio, così non obliamo i maleficii perpetrati dall’amore.

 

Anakreon.

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Cause e nomi.

 

Caro Liverpolita,

 

tra i molti possibili, perciò ho assunto il nome d'Anacreonte, perché primamente di lui lessi un carme dedicato da un adulto al giovinetto amato:

frequentavo il Ginnasio ed il carme era trascritto nel mio libro di letteratura Greca.

 

Perché anch'io allora ardevo per la beltà adolescente d'un mio condiscepolo, il quale tuttavia così di me non si curava, come Cleobulo negligeva Anacreonte;  in quei versi riconobbi specchiato il vano desiderio mio.

 

Anakreon.

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