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Mi98797

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Buonasera, 

Vorrei parlarvi di questa fase che sto avendo in questo ultimo periodo di tempo. Sono uno studente universitario al terzo anno di università. Ho capito di essere gay da tanto tempo (tipo fine scuole medie) ma ho accettato la cosa non facendomi tanti problemi e me lo sono tenuto per me . Con il passare del tempo è come se avessi eliminato l'aspetto sessuale dalla mia  vita e cosi è tutt'ora. Durante il liceo sono sempre stato "abile" nel nascondere questo aspetto ai miei amici e fino ad ora me la sono cavata pagando come pegno il fatto di essere considerato  il ragazzo della comitiva timido, che non parla mai di se e che se ne sta sempre in disparte. Non so cosa avranno pensato, tipo che sono impedito con le ragazze e forse qualcuno avrà pensato che sono gay, però questo non m'interessa. Oggi conduco una vita molto solitaria perchè non mi frequento più con loro , sia perchè alcuni si sono allontanati fisicamente ma anche perché non mi piaceva avere delle amicizie dove non ero me stesso ma costretto ad indossare una maschera. Gli amici dell' università sono per me più conoscenze che amicizie perchè non ci vediamo mai fuori dall'università essendo tutti di paesi diversi e anche con loro indosso la "maschera" etero. Il punto è che mi sono stancato di indossare queste maschere e di avere amicizie che in realtà per me non sono vere e proprie amicizie perchè non mi permettono di essere completamente sincero con loro e vorrei tanto dirglielo, il problema è che non mi sento ancora pronto. E' che proprio non riesco a dirlo a nessuno e quando mi decido mi convinco per 5 minuti ma poi la paura fa padrona e ritorno a quello che ero prima... è una situazione di loop che non riesco a spezzare e non so se mai ci riuscirò. Temo di soffrire di omofobia interiorizzata perchè non mi sognerei mai di andare in locali o posti gay per conoscere gente nuova, non perchè non voglia, ma perchè mi sentirei  in  colpa con me stesso, come se stessi tradendo tutti. Tra l'altro non avendo veri amici e pochi, non saprei a chi dirlo per primo e non vorrei iniziare dai miei genitori perchè se non la prendessero bene non saprei come comportarmi. Non so proprio cosa fare. :(.

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Abiti coi genitori o in un'altra citta' ?

che commentano i genitori quando in tv c'e' un tema che parla dei gay ? Hai fratelli ?

Abito con loro.  Non commentano in maniera positiva 😥. Si ma piu piccoli 

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26 minutes ago, Mi98797 said:

in  colpa con me stesso, come se stessi tradendo tutti

E pensa che, invece, l'unico che stai tradendo sei te stesso.

Se non fai qualche passo nella direzione dell'accettazione di te stesso, rischi di restare bloccato in questo loop potenzialmente all'infinito ma con una qualità della vita che andrà inevitabilmente a decrescere col passare del tempo.

In questo frangente, quello che potresti provare a fare è accantonare il problema (e il momento) del Coming Out: forse ti conviene concentrarti sullo stabilire un contatto con te, con il tuo desiderio, con il tuo corpo in tutta la sua interezza. E la strada maestra, quella stessa opzione che tu hai scartato a priori, è proprio quella di frequentare la tua comunità: che siano discoteche o associazioni, hai bisogno di conoscere e capire. Se vivi in una città abbastanza grande da avere una università, allora avrai sicuramente qualche sportello di ascolto; se poi la permanenza qui dovesse risultarti particolarmente piacevole, potresti sempre presentarti ai nostri raduni dal vivo ;)

In ogni caso, buona fortuna! 

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1 hour ago, Mi98797 said:

[...] non ero me stesso ma costretto ad indossare una maschera [...] anche con loro indosso la "maschera" etero. Il punto è che mi sono stancato di indossare queste maschere [...]

Ho già sentito questo genere di discorsi e sinceramente non riesco a capirli. Che cosa c'è da contraffare con delle maschere, esattamente? Vorresti scheccare ma non ti senti libero di farlo? Domanda provocatoria per dire che mi sembra ovvio che tu possa essere autentico anche con persone che non sanno che sei gay. Se invece parliamo di senso di connessione con gli altri è tutta un'altra questione, ma anche fra amici gay forse non si parla esclusivamente di cazzo e drag race, quindi, di nuovo, non capisco del tutto.

1 hour ago, Mi98797 said:

[...] vorrei tanto dirglielo, il problema è che non mi sento ancora pronto. E' che proprio non riesco a dirlo a nessuno e quando mi decido mi convinco per 5 minuti ma poi la paura fa padrona e ritorno a quello che ero prima [...] Tra l'altro non avendo veri amici e pochi, non saprei a chi dirlo per primo e non vorrei iniziare dai miei genitori perchè se non la prendessero bene non saprei come comportarmi.

Non sono un sostenitore del coming out solenne. Dovrebbe trattarsi di un momento spontaneo. Invece di dichiarare in lacrime ai tuoi che sei finocchio, annuncia che hai un ragazzo. Invece di tirare la cosa in ballo quando non ha senso, imbarazzando i colleghi, smentiscili quando danno per scontato che tu sia etero. A volte può non essere nemmeno importante farlo e si può lasciar correre.

Il coming out è inevitabile, ma non deve essere vissuto come qualcosa che programmi scrivendoti un discorso e un copione da recitare. Hai visto troppe serie TV americane.

1 hour ago, Mi98797 said:

Temo di soffrire di omofobia interiorizzata perchè non mi sognerei mai di andare in locali o posti gay per conoscere gente nuova, non perchè non voglia, ma perchè mi sentirei  in  colpa con me stesso, come se stessi tradendo tutti. 

Non credo di capire il tuo trip di senso di colpa (tradire cosa?). Calmati e acquisisci la consapevolezza che a nessuno frega un bel niente del tuo orientamento sessuale. Il resto viene da sé.

Edited by wwspr
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Bene direi che è proprio il momento ideale perché tu prenda coraggio e ti presenti al collettivo gay della tua università o ad una qualche associazione lgbt cittadina per chiedere sei puoi dare una mano nelle attività routinarie di divulgazione, forum, sensibilizzazione che sicuramente faranno. Prendilo come uno step da fare "tuffandosi ad occhi chiusi" per smettere di tradire te stesso e iniziare a saldare i pezzi della tua vita che hai tenuto separati per così tanto tempo.

Ormai sei un adulto, non devi più render conto agli altri delle tue frequentazioni, della tua identità, dei tuoi desideri e bisogni. Devi però renderne conto a te stesso, ed è davvero il momento perfetto per iniziare a farlo. Sei l'unico responsabile del tuo benessere ma ora che ne sei consapevole puoi progressivamente imparare ad occuparti di te come persona "unica" senza più elidere nessuno dei tuoi aspetti, perché tutti i tuoi aspetti, le tue caratteristiche e le tue peculiarità hanno il pieno e assoluto diritto di esistere e di concorrere a formare la tua personalità.

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21 hours ago, Mi98797 said:

Temo di soffrire di omofobia interiorizzata perchè non mi sognerei mai di andare in locali o posti gay per conoscere gente nuova, non perchè non voglia, ma perchè mi sentirei  in  colpa con me stesso, come se stessi tradendo tutti.

Tradiresti tutti? ma se hai appena finito di dire che sei solissimo, a livelli che manco Leopardi quando era di cattivo umore?

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occhioditigre

Penso di capirti, perché anch'io sono stato sempre come te, un tipo chiuso con una maschera da etero e oltretutto timido di natura, tanto da rimanere bloccato in certe situazioni e di fronte a determinati discorsi. Poi, come ho raccontato già sul forum, si è presentato nella mia vita un ragazzo per cui ho sentito una forte attrazione sotto tutti i punti di vista e in quel caso non ho potuto fare a meno di condividere le mie sensazioni con alcune persone per me importanti. Come vedi non ho programmato nulla, eppure adesso sto bene e sono più leggero. La spinta a parlarne deve provenire da te e non preoccuparti di ciò che pensano gli altri. Non tradisci proprio nessuno, anzi fai del male solo a te stesso. Credi di più in te!

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Tutti bene o male abbiamo passato quello che passi tu. Alcuni CO sono difficili ( tipo i genitori) altri invece trovano il tempo che corrono (colleghi universitari), altri sono fondamentali (gli amici di tutta una vita). Pian piano e a seconda della propia indole sanno da fare.

Essendo tu, così ho capito eh, un lupetto solitario potresti provare con i colleghi universitari magari quelli più fidati e che un briciolo ci tengono a te, per sondare il terreno e se non va bene non perdi nulla di importante (finita l'uni manco te li ricorderai più), ciò che voglio dirti è provare per gradi: dagli "estranei" alle persone più importanti per te (es.genitori). 

Sono i vari co che daranno forza e ti faranno capire che tu non sei sbagliato o diverso. Se un co va male ti fortificherà di più (ovviamente superata la delusione) se andrà bene pian piano acquisirai consapevolezza e ti risulterà più facile dirlo. Hai un vantaggio enorme: sei giovane e devi vivere per cio che sei e non per quello che fingi di essere. 

 

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davydenkovic90

La mia stessa identica storia, fino a quando avevo la tua età.

Dunque, l'università è un terno al lotto, nel senso che tu vai lì, ti siedi, fai amicizia con quello/a seduto accanto e rimani quasi sempre con lui/lei per tutto il corso. All'inizio, gioco forza, passando tanto tempo sempre con le stesse persone e con tanti tempi morti, ti leghi moltissimo a un gruppetto, ma in definitiva il legame e strettamente legato alle esigenze didattiche e all'arrangiarsi in vista della sessione d'esame. Va molto a fortuna chi ti trovi accanto ma comunque, quasi sempre, quando dai l'esame e ognuno va a seguire un altro corso, rimane un rapporto superficiale e là finisce. Ed essendo al terzo anno dovresti già averlo capito.

Quindi non caricherei di tutta questa importanza il fare coming out con queste persone o l'influenza che possano avere sulla tua felicità.

Ora è il momento che tu pensi a te stesso e a fare quelle esperienze che non hai mai fatto prima.

Te lo meriti: hai fatto da comparsa per anni nei drammoni etero dei tuoi compagni di scuola, e ora dovresti pure rinunciare a farne dei tuoi, di drammoni, stavolta gay, perché ti senti in colpa verso qualcuno?

Lascia perdere.

Ti direi di partire da due idee/attività fondamentali

1) non aver paura di essere "scoperto" da qualcuno. Non devi fare coming out con tutti se ancora non te la senti, ma almeno non sentire la pressione addosso di persone pettegole che potrebbero capirlo se, per dire, ti vedono in giro con un ragazzo, oppure vedono che posti foto sui social, o hai gusti particolarmente gay, o cose così. Io non ho fatto coming out con tutti tutti (per esempio in università) anche per ovvi motivi contingenti e pratici (non ero così in confidenza) e molti l'hanno saputo da altri o spiando i miei social... e alcuni di questi sono anche venuti, poi, a chiedermelo o a commentare... pazienza, ci ho fatto una risata!

La cosa importante è non nasconderti, perché questo ti inibirebbe in qualsiasi conoscenza con altri ragazzi gay, che in questo momento, per te, è prioritaria.

2) Utilizza dei canali ad hoc per conoscere ragazzi gay. I principali sono: app (grindr, romeo), associazioni, locali. Puoi anche usarle tutte e tre, io quand'ero nella tua situazione usavo solo le app.

Non è altro che un modo per forzare incontri che non potrebbero avvenire in modo spontaneo semplicemente perché noi gay siamo una minoranza della popolazione, quindi, ad es. se nel tuo corso universitario siete in 100 (E studi, diciamo, giurisprudenza) di gay ce ne saranno dai 2 ai 5, uno sei tu, mezzi non hanno fatto coming out, altri mezzi non sono i tuoi tipi, si va facilmente a zero.

A me andò abbastanza bene con Romeo perché era un'app un pochino più prolissa dove si poteva chattare un pochino di più di quanto magari si faccia su grindr (che è più per il mordi e fuggi). 

Prova a chattare con qualcuno della tua zona e, se ti incuriosisce, a fissarci un incontro per conoscerlo e farci amicizia (intanto). Non è difficile, basta mettere foto carine, una descrizione nel profilo, scambiarsi qualche messaggio e poi proporre "ti piacerebbe portare questa conversazione davanti a due birre?"

e da lì poi vedi che succede.

Buona fortuna ;) 

Edited by davydenkovic90
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3 hours ago, davydenkovic90 said:

Utilizza dei canali ad hoc per conoscere ragazzi gay. I principali sono: app (grindr, romeo), associazioni, locali. Puoi anche usarle tutte e tre, io quand'ero nella tua situazione usavo solo le app.

io ci aggiungerei anche il provare ad affacciarti dalle parti dei gruppi universitari gay (ormai sono in qsi facoltà e in tutte le uni)

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1 hour ago, freedog said:

io ci aggiungerei anche il provare ad affacciarti dalle parti dei gruppi universitari gay (ormai sono in qsi facoltà e in tutte le uni)

Anche lì ci vuole fortuna. Se non sei particolarmente espansivo e gli altri membri del gruppo hanno già formato i loro gruppetti di amici refrattari, allora è difficile fare nuove amicizie.

Però ovviamente tentare non nuoce.

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49 minutes ago, wwspr said:

Anche lì ci vuole fortuna. Se non sei particolarmente espansivo e gli altri membri del gruppo hanno già formato i loro gruppetti di amici refrattari, allora è difficile fare nuove amicizie.

Però ovviamente tentare non nuoce.

a inizio anno accademico ci sono anche le matricolette nuove

probabilmente saranno disponibilissimi ad accogliere a gamb.. ehm.. a braccia aperte i nuovi arrivati, no?

Edited by freedog
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davydenkovic90
On 8/14/2019 at 6:45 PM, freedog said:

a inizio anno accademico ci sono anche le matricolette nuove

probabilmente saranno disponibilissimi ad accogliere a gamb.. ehm.. a braccia aperte i nuovi arrivati, no?

Solo nelle tue fantasie. Nella realtà ce ne sono solo una manciata accettati, ad Architettura, e solitamente dopo lezione vanno a fare shopping da HM reparto donna con l'amica, il resto omofobi interiorizzati che ci metteranno due o tre anni prima di perdere i kg di troppo, diventare boni e definitivamente fiorire facendo (o facendosi) un erasmus.

I gruppetti, fra gay, non esistono. Fra gay dopo un po' ci conosciamo, ci odiamo, ci amiamo e frequentiamo tutti e nessuno allo stesso tempo. 

 

Edited by davydenkovic90
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6 hours ago, davydenkovic90 said:

I gruppetti, fra gay, non esistono

Il fratello del mio ragazzo ha un bordello di amici gay. Vanno insieme al mare, al giapponese, al ComicCon, a giocare a Squillo o a Taboo...
Io, se fossi in te, sarei meno categorico.

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19 minutes ago, LocoEmotivo said:

Il fratello del mio ragazzo ha un bordello di amici gay. Vanno insieme al mare, al giapponese, al ComicCon, a giocare a Squillo o a Taboo...
Io, se fossi in te, sarei meno categorico.

Il fratello del tuo ragazzo, ricordiamolo, vive in un posto in cui i gusti musicali, l'omosessualità e leggi dello stato non vigono come nel resto del Paese

Edited by Bloodstar
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1 hour ago, Bloodstar said:

in un posto

Chill è 'o paese r'o sole, chill è 'o paese r'o mare, in effetti.
Ma, a maggior ragione, si potrebbe generalizzare un po' di meno.

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On 8/11/2019 at 8:31 PM, Mi98797 said:

Temo di soffrire di omofobia interiorizzata perchè non mi sognerei mai di andare in locali o posti gay per conoscere gente nuova, non perchè non voglia, ma perchè mi sentirei  in  colpa con me stesso, come se stessi tradendo tutti

Il fatto di essere consapevole del problema è già un primo passo

Ora si tratta di focalizzare quel "tutti" che secondo me da ciò che scrivi significa "i genitori con cui ancora abito", perchè purtroppo mi pare di capire che tu non abbia avuto la possibilità di mettere una distanza fisica tra te e loro: tu vai in ansia e ti senti in colpa al pensiero di tradire le aspettative dei tuoi genitori.

Quindi delimitiamo : non tradisco tutti, alla maggior parte delle persone non interesserebbe affatto, ma solo le aspettative dei miei genitori

La seconda osservazione da fare è distinguere la "prospettazione" dalla "realtà"

La tua realtà omosessuale è attualmente molto limitata, perchè di fatto sei "bloccato" ma esiste : provi sensi di colpa quando ti masturbi?

Prima-durante-dopo?

Oppure avverti dei sensi di colpa solo quando ti immagini un futuro, cioè ci rimugini sopra in senso "prospettico"?

 

 

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davydenkovic90
4 hours ago, LocoEmotivo said:

Il fratello del mio ragazzo ha un bordello di amici gay. Vanno insieme al mare, al giapponese, al ComicCon, a giocare a Squillo o a Taboo...
Io, se fossi in te, sarei meno categorico.

Forse mi hai frainteso. Per "gruppetti" intendevo dire quelle aggregazioni sferiche e perfette, dove è impossibile penetrare, che invece sono tipicamente etero.

Fra gay queste cose non esistono, nel senso che ci potranno anche essere dei gruppetti, che però tendenzialmente non hanno tutti quei motivi che invece hanno gli etero per non accogliere un nuovo ragazzo o ragazza che prova a integrarsi. Anzi, solitamente hanno tanti motivi per volerlo accogliere.

In alcuni gruppi etero se non rispetti alcuni standard, cioè sei fidanzato, ricco, bello, alto, ecc. è impossibile che tu possa fare amicizia e uscire con determinati gruppi. Ma basta anche molto meno, per esempio credo che certi etero già uno che ha pochi amici o nessun amico lo etichettino come "lebbroso" e non vogliano assolutamente uscirci. Fra gay non è richiesto nemmeno che tu sia gay, anzi, ben vengano etero, frociarole e personaggi. E non abbiamo davvero bisogno di fare le cenette a 4 o a 6 o a otto o dei tacchi, per passare una serata.

In più i gruppi gay (associazioni, per es.) sono fatti apposta per aggregare e per raccattare persone isolate nel loro contesto, quindi sarebbe una contraddizione in termini se agissero con un atteggiamento da selezione all'ingresso o di diffidenza.

C'è del disagio, quello sì, fra gay, e tanto. Ma io per esempio ci convivo da talmente tanti anni che è diventato il mio migliore amico.

Edited by davydenkovic90
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On 8/16/2019 at 10:07 AM, Hinzelmann said:

Il fatto di essere consapevole del problema è già un primo passo

Ora si tratta di focalizzare quel "tutti" che secondo me da ciò che scrivi significa "i genitori con cui ancora abito", perchè purtroppo mi pare di capire che tu non abbia avuto la possibilità di mettere una distanza fisica tra te e loro: tu vai in ansia e ti senti in colpa al pensiero di tradire le aspettative dei tuoi genitori.

Quindi delimitiamo : non tradisco tutti, alla maggior parte delle persone non interesserebbe affatto, ma solo le aspettative dei miei genitori

La seconda osservazione da fare è distinguere la "prospettazione" dalla "realtà"

La tua realtà omosessuale è attualmente molto limitata, perchè di fatto sei "bloccato" ma esiste : provi sensi di colpa quando ti masturbi?

Prima-durante-dopo?

Oppure avverti dei sensi di colpa solo quando ti immagini un futuro, cioè ci rimugini sopra in senso "prospettico"?

 

 

Nono nessun senso di colpa,  solo per il futuro 

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On 8/16/2019 at 8:20 AM, Bloodstar said:

Il fratello del tuo ragazzo, ricordiamolo, vive in un posto in cui i gusti musicali, l'omosessualità e leggi dello stato non vigono come nel resto del Paese

a sor maè,

ma quanto stai a  diventà bakkettone però!!!

scialla!!!!!!!!!!!

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