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Zeffirelli e le definizioni.


Mario1944

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Zeffirelli e le definizioni.

Zeffirelli si definiva omosessuale, ma non gay.

Si potrebbe pensare che ciò sia dipeso dalla sua tenace fede cattolica e che dunque egli abbia rifiutata la definizione che non implica ricognizione d'un peccato, ma addirittura ostentazione d'un orgoglio ed accolta viceversa la definizione "scientifica" come vox media suscettibile così d'approvazione come, al bisogno, di condanna.

Invece sembrerebbe, stando a certe sue dichiarazioni, che la definizione di gay sia stata da lui ripulsa per un'altra ragione, perché "frutto della cultura puritana, una maniera stupida di chiamare gli omosessuali, per indicarli come fossero dei pazzerelli".

Tale interpretazione della parola "gay" è forse storicamente erronea, ma questo interessa poco nel caso de quo.

Pare infatti che la sua posizione in merito a quello che io, a scanso di fraintendimenti, chiamerei "omoerotismo" non sia stata propriamente conforme alla dottrina etica cattolica, perché, se da una parte egli riconosceva che "il peccato della carne è tale se compiuto con un uomo o con una donna", riconducendo così necessariamente l'omoerotismo "applicato" ad un'attività irrimediabilmente in tanto sempre peccaminosa, in quanto costituzionalmente mancante dell'ancora di salvezza della prolificità almeno potenziale insita nell'attività eterosessuale;  dall'altra parte tuttavia faceva osservazioni d'esaltazione che difficilmente il magistero cattolico avrebbe potuto approvare:

"Essere omosessuale è un impegno molto serio con noi stessi e con la società. Una tradizione antica e spesso di alto livello intellettuale";

 

"Nella cultura greca l’esercito portava gran rispetto a due guerrieri che fossero amici e amanti, perché in battaglia non difendevano solo la patria, ma reciprocamente anche sé stessi, offrendo una raddoppiata forza contro il nemico".

 

Lasciando da parte la riduzione dell'omoerotismo greco ad un semplice omoerotismo bellico, perché palesemente contraria alle attestazioni antiche, rimane in lui l'essenza d'un orgoglio omoerotico ben poco cristiano, seppur nominalmente declinato nell'ambito tradizionale di tale fede religiosa.

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davydenkovic90

Anche lo stesso Poli raccontava di essere piaciuto molto e inserito in molti contesti televisivi perché "cattolico", inteso in senso lato, nonostante essere dichiaratamente omosessuale, oltre che effeminato. E non che siano mancate le polemiche e le censure, anzi, ne ebbe tantissime e addirittura una sua "Santa Rita" fu oggetto di interrogazione parlamentare.

Ancor prima che gay, Poli, Zeffirelli, Dalla erano artisti che dovevano barcamenarsi in un mondo molto cattolico, che poi era lo stesso che li aveva plasmati e portati alla ribalta, nel quale non si poteva dire quasi niente e però comunque bisognava tirare avanti facendo un certo lavoro.

Commetteremmo un errore nel non considerare questo aspetto e nel valutare certe frasi, come se a dirle fosse stato uno qualunque.

E non mi sembra neanche una discussione tanto interessante, perché non mi ritengo un gay del secolo scorso che ha bisogno di fare della teoria a se stesso e agli altri, per rendere la propria attrazione verso i maschi accettabile.

Cioè, io non sono la Nannini che va in giro a dire che ha "un'amica", e non sono Mahmood che dice che le etichette sono superate.

Ma non ho nemmeno da vendere dei dischi o film. E non ci sono decine e decine di persone (fonici, attori, assistenti, musicisti, organizzatori, maschere del teatro, bodyguard ecc.) che mangiano grazie a me e alle canzoni che scrivo.

Mi fece molta tristezza il compagno di Dalla al funerale. Definito "amico", anche dalla stampa stessa

 

Edited by davydenkovic90
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Delle definizioni di Zeffirelli mi interessa poco discutere, e del resto l'argomento è già stato trattato sul forum, sarei più interessato a parlare del suo lavoro artistico come regista 

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LocoEmotivo
5 hours ago, Mario1944 said:

Zeffirelli si definiva omosessuale, ma non gay.

Anch'io ho minacciato una collega che, se mi avesse chiamato "gay" invece di "frocio", avremmo potuto litigare.

Quindi, dov'è il thread a me intitolato? Eh? Dov'è? 

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Non conosco il personaggio e non nutro simpatie nei confronti di chiunque dimostri di avere una mente debole, facilmente soggiogata da religioni, superstizioni e altre amenità di questo genere.

Ho sentito parlare delle sue opere. Il fervore cattolico che mi pare dimostrino va ben oltre a "l'adattarsi a un'epoca avversa".

Edited by wwspr
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6 hours ago, Mario1944 said:

"Essere omosessuale è un impegno molto serio con noi stessi e con la società. Una tradizione antica e spesso di alto livello intellettuale";

Probabilmente perché voleva sentirsi accomunato ad Achille, Michelangelo o Leonardo Da Vinci e non a Malgioglio.

1 hour ago, Krad77 said:

sarei più interessato a parlare del suo lavoro artistico come regista 

Consiglio La Bisbetica Domata e Romeo e Giulietta, due dei suoi primi film e i più riusciti anche dal punto di vista cinematografico; era comunque soprattutto un regista teatrale e operistico, oltre che scenografo di formazione, quindi oggi possiamo apprezzare solo in parte il suo talento. Era più considerato all'estero che in Italia, dove le simpatie politiche liberali gli hanno sempre alienato una certa considerazione da parte della critica tradizionalmente "di sinistra"...trovo comunque i suoi ultimi film un po' leziosi e soporiferi.

5 minutes ago, wwspr said:

Si tratta davvero di un fantoccio della chiesa.

Mi vengono in mente il film Fratello Sole Sorella Luna sulla vita di San Francesco e il Gesù di Nazareth; rivisti oggi paiono molto calligrafici, nulla più.

 

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56 minutes ago, schopy said:

Consiglio La Bisbetica Domata e Romeo e Giulietta, due dei suoi primi film e i più riusciti anche dal punto di vista cinematografico; era comunque soprattutto un regista teatrale e operistico, oltre che scenografo di formazione, quindi oggi possiamo apprezzare solo in parte il suo talento.

Sono d’accordo anch’io, questi due film, forse la Bisbetica in particolare, ma anche Romeo e Giulietta, con uno straordinario Mercuzio, furono ottimi film all’epoca, in cui il rapporto tra i membri della gioventù maschile, e lo stesso corpo maschile, sono ovviamente ben colti e molto valorizzati. Soprattutto Zeffirelli fu un eccellente regista d’opera, grande amante e ottimo conoscitore del melodramma. Si ritorna al tema del grande rapporto degli omosessuali maschi col melodramma, e con le voci soprattutto femminili. Zeffirelli ha fatto carriera prima all’estero che in Italia, in Inghilterra in particolare, ha conosciuto un’élite culturale e anche un mondo di attori e impresari che ormai non esiste più, ora è uscito di scena dopo una lunga vita, 96 anni. 

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10 hours ago, LocoEmotivo said:

Quindi, dov'è il thread a me intitolato? Eh? Dov'è? 

Non sei ancora morto....

 

9 hours ago, wwspr said:

Non conosco il personaggio e non nutro simpatie nei confronti di chiunque dimostri di avere una mente debole, facilmente soggiogata da religioni, superstizioni e altre amenità di questo genere.

Tuttavia un'affermazione come:

Essere omosessuale è un impegno molto serio con noi stessi e con la società. Una tradizione antica e spesso di alto livello intellettuale"

sembra dimostrare non sia stato troppo soggiogato dalla (sua) religione, almeno nel giudizio etico sull'omoerotismo.

 

9 hours ago, schopy said:

Probabilmente perché voleva sentirsi accomunato ad Achille, Michelangelo o Leonardo Da Vinci

Non sembrerebbe ragione d'ingiuria.... 😉

In ogni caso non è ragione di scusa in un ambito dottrinale strettamente cattolico, cui pure mostrava aderire.

 

11 hours ago, Krad77 said:

sarei più interessato a parlare del suo lavoro artistico come regista 

S'accomodi pure.

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12 hours ago, schopy said:

rivisti oggi paiono molto calligrafici, nulla più.

In realtà questa critica a Zeffirelli è stata mossa da sempre, diciamo pure che fu immediata

Da un lato il fatto di essere rimasto come regista lo "scenografo" di Visconti, quindi carente di sostanza autoriale, dall'altro di essere come Mario Soldati ed altri registi legato ad uno stile "calligrafico" esauritosi negli anni '40, che non aveva ragion d'essere dopo il neorealismo.

Mentre il "calligrafismo" muovendosi nel fascismo è stato riabilitato, non foss'altro che per la sua capacità di dare spessore drammatico al cd cinema dei telefoni bianchi, ed di dover far ricorso ai riferimenti letterari per aggirare la censura politica, cosa che farà in parte lo stesso Visconti in Ossessione, Zeffirelli invece che precursore ( dal realismo poetico francese al neorealismo ) apparve retroguardia, nè certamente potè neanche a posteriori, tirare in ballo l'autocensura o il velo di omosessualità, dato il suo cattolicesimo.

Con Shakespeare seppe intuire l'innovazione del linguaggio necessaria alla trasposizione cinematografica, riuscì rispetto ad un mostro sacro della cultura anglosassone proprio perchè non era la sua cultura, ad affermare l'autonomia espressiva del cinema rispetto al teatro ( in un certo senso fu calligrafico in sostanza e forma non in modo formalistico-superficiale )

 

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1 hour ago, Hinzelmann said:

Da un lato il fatto di essere rimasto come regista lo "scenografo" di Visconti, quindi carente di sostanza autoriale, dall'altro di essere come Mario Soldati ed altri registi legato ad uno stile "calligrafico" esauritosi negli anni '40, che non aveva ragion d'essere dopo il neorealismo.

e no

nel senso: certamente ancora oggi è considerato in tutte le accademie/corsi di cinema inarrivabile nelle trasposizioni in costume d'epoca (pure Brannagh lo cita spudoratamente nelle sue revisioni shakespeariane). L'epoca da Skakespeare alla seconda guerra mondiale (vedi Il thè con Mussolini) l'ha saputa rappresentare anche iconograficamente in modo splendido. E questo gli è stato da sempre riconosciuto, tanto che non ha mai avto problemi di budget nella realizzazione dei suoi film, con tutta Hollywood che faceva la fila per essere nel cast.

Mi sarebbe piaciuto vedere come sarebbe potuto venire l'inferno che progettava da anni, con Dustin Hoffman nel ruolo di Dante; ma un po' per la malattia, molto perchè cmq sarebbe stata una produzione costosissima, rimarrò (rimarremo) con questa curiosità

d'altro lato però, nel documenario sulla Firenze alluvionata del 68 (quello con Burton voce narrante) ha dimostrrato di saper affrontare egregiamente anche un docu-film "realistico",senza cadere nella facile retorica dell'emotività da catastrofe naturale, in un film essenziale; diceva di aver voluto dare una testimonianza storica "a ciglio asciutto", raccontando solamente i fatti per come avvennero.

ed è un'opera potentissima

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Non c'è dubbio che Firenze debba essere riconoscente a Zeffirelli, per il fatto di aver realizzato un documentario in tempo reale e aiutato così a raccogliere fondi ed aiuti in un periodo storico in cui ancora non esisteva la protezione civile e con discutibili pretesti le prefetture tenevano nascoste addirittura le notizie sulle vittime di catastrofi naturali etc.

Non so francamente quanto un'opera del genere possa incidere sulla valutazione dell'artista Zeffirelli, più forse sull'uomo ed il cittadino

 

 

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2 hours ago, Hinzelmann said:

Non c'è dubbio che Firenze debba essere riconoscente a Zeffirelli, per il fatto di aver realizzato un documentario in tempo reale e aiutato così a raccogliere fondi ed aiuti in un periodo storico in cui ancora non esisteva la protezione civile e con discutibili pretesti le prefetture tenevano nascoste addirittura le notizie sulle vittime di catastrofi naturali etc.

Non so francamente quanto un'opera del genere possa incidere sulla valutazione dell'artista Zeffirelli, più forse sull'uomo ed il cittadino

 

 

te l'immagini però lo stesso docu-film realizzato da un Muccino qsi o come reportage "giornalistico" del primo simil Vespa/iena di passaggio? avrebbero puntato sull'effetto lacrima o avrebbero fatto una cronaca "fredda" ma fedele di quel che successe?

Certo, quello non è il suo capolavoro assoluto (anche perchè fu realizzato praticamente in tempo reale), però cmq dimostra che, SE avesse voluto/potuto, tecnicamente avrebbe saputo anche realizzare delle signore pellicole "realiste".

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17 minutes ago, freedog said:

avrebbero puntato sull'effetto lacrima o avrebbero fatto una cronaca "fredda" ma fedele di quel che successe?

Vabbe', dipende anche da quale sia la destinazione, come insegna la poetica, dell'opera:

ad esempio, se vuoi raccogliere fondi per i disastrati, è opportuno tentare la mozione degli affetti usque ad lacrumas;   se invece vuoi documentare l'evento per la storia, è consigliabile una cronaca "fredda".

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52 minutes ago, freedog said:

Certo, quello non è il suo capolavoro assoluto (anche perchè fu realizzato praticamente in tempo reale), però cmq dimostra che, SE avesse voluto/potuto, tecnicamente avrebbe saputo anche realizzare delle signore pellicole "realiste".

Tecnicamente avrebbe potuto fare il documentarista e non solo, certo

 

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In effetti @freedog mi sarebbe piaciuto vedere qualcosa di Zeffirelli di non lacrimevole, o un suo film le cui scene non sembrino la replica di un quadro ottocentesco; è proprio quel suo gusto estetico che a me non fa impazzire, e che alle volte è così "calcato" da farti rimpiangere Visconti...trovo molto interessante qual che scrivono @Isher e @Hinzelmann a proposito del rapporto con l'opera shakespeariana, probabilmente da "straniero" l'ha saputa interpretare in modo più fresco di quanto avrebbero saputo fare gli inglesi.

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14 minutes ago, schopy said:

In effetti @freedog mi sarebbe piaciuto vedere qualcosa di Zeffirelli di non lacrimevole, o un suo film le cui scene non sembrino la replica di un quadro ottocentesco; è proprio quel suo gusto estetico che a me non fa impazzire, e che alle volte è così "calcato" da farti rimpiangere Visconti...trovo molto interessante qual che scrivono @Isher e @Hinzelmann a proposito del rapporto con l'opera shakespeariana, probabilmente da "straniero" l'ha saputa interpretare in modo più fresco di quanto avrebbero saputo fare gli inglesi.

beh, mi pare che su questo si fosse tutti d'accordo (anzi, son stato io a dire che Branagh -da tutti considerato oggi il migliore per come mette su pellicola il Bardo- dichiaratamente ha studiato, copiato e citato il suo stile registico).

Poi ovvio, certi suoi barocchismi (un po' manieristici) possono non piacere, ma evidenziano che la sua formazione, prima che cinematografica, era teatrale, in totale continuità con la tradizione ottocentesca delle messe in scena dei melodrammi (operistici e no).

Però quando ved(ev)i una sua messa in scena, su pellicola o su palco che fosse, riconoscevi subito il suo stile; e oggi di ben pochi si può dire altrettanto!

Edited by freedog
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12 hours ago, freedog said:

d'altro lato però, nel documenario sulla Firenze alluvionata del 68 (quello con Burton voce narrante) ha dimostrrato di saper affrontare egregiamente anche un docu-film "realistico"

Beh fu assistente di Visconti per La terra trema, qualcosa avrà imparato, ma c'è da dire che non credo gli piacesse quel tipo di stile, non avendolo più riproposto - è anche un po' all'opposto dell'opera, così passionale melodrammatica ed artificiale, che gli piaceva tanto.

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Non credo di sbagliare se penso che Zeffirelli abbia amato Senso, più che La Terra trema

L'aspetto paradossale è che all'epoca quando Senso si contrappose a La strada di Fellini a Venezia, quello di destra e "spiritualista" prescelto dalla critica cattolica era considerato Fellini ( era il 1954 la dolce vita era da venire ) e Zeffirelli era l'organizzatore della claque di Visconti che fu totalmente ignorato dalla giuria

Vinse per assurdo un Giulietta e Romeo di Castellani ( a sua volta accusato di calligrafismo...)

 

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17 hours ago, freedog said:

Poi ovvio, certi suoi barocchismi (un po' manieristici) possono non piacere, ma evidenziano che la sua formazione, prima che cinematografica, era teatrale, in totale continuità con la tradizione ottocentesca delle messe in scena dei melodrammi (operistici e no).

 

Per quel (poco) che so, egli lavorò giusto solo con melodrammi ottocenteschi ed in particolare verdiani, rappresentando adeguatamente il gusto del colossale assiro babilonese, come con l'Aida,  ovvero il gusto del lusso da bordello, come con la Traviaata.

Non mi pare si sia mai cimentato con la magnificenza dell'opera barocca o con il nitore di quella neoclassica:

probabilmente non a caso.

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On 6/18/2019 at 10:53 AM, Hinzelmann said:

Non credo di sbagliare se penso che Zeffirelli abbia amato Senso, più che La Terra trema

In un bel documentario della BBC su Visconti uscito qualche anno fa Zeffirelli dichiarava di apprezzare (incredibilmente!) La Terra trema -sul cui set era assistente alla regia con Francesco Rosi- molto più di Senso. Come ben ricordi, al tempo ai festival del cinema c'erano le claques ad accompagnare gli autori (o ad osteggiarli)...fenomeno raro in tempi recenti, quasi che il cinema non riuscisse più ad entusiasmarci o a farci arrabbiare. E' un peccato che nessuno oggi ricordi più Renato Castellani (regista gay piuttosto nevrotico), che ha diretto alcuni bei film oltre quel modesto Giulietta e Romeo da te citato. Sul cinema italiano che va dal dopoguerra agli anni '80 consiglio il bel libro-intervista a Suso Cecchi D'Amico Storie di Cinema (e d'altro) raccontate a Margherita D'Amico, Garzanti, 1996.

Tornando a Zeffirelli, ho letto in questi giorni qualche tweet molto piccato a firma Tommaso Montanari, di seguito link all'articolo sul Fatto:

https://www.ilfattoquotidiano.it/2019/06/19/franco-zeffirelli-perche-per-me-firenze-non-doveva-santificarlo/5266069/

e nulla, nemmeno io ricordavo quanto fosse destrorso, il vegliardo.

Limitandoci a considerazioni artistiche, posso ben comprendere perché i suoi film fossero più esportabili di quelli di, esempio, Wertmuller o Scola; tuttavia credo che l'aspirazione "internazionale" non dovrebbe di per sé costituire un limite espressivo (fenomeno che nel suo cinema si verificava spesso: produzioni internazionali, il miglior cast tecnico ed artistico su piazza e risultati tutto sommato modesti).

Edited by schopy
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10 hours ago, schopy said:

 E' un peccato che nessuno oggi ricordi più Renato Castellani (regista gay piuttosto nevrotico), che ha diretto alcuni bei film oltre quel modesto Giulietta e Romeo da te citato

Ovviamente la coincidenza del Giulietta e Romeo, a livello aneddotico era notevole ( come l'equivalente accusa di calligrafismo, nonostante valga nel suo caso per quel film soltanto essendo egli semmai accusato di aver vellicato il genere sentimentale con il cd neorealismo rosa ) su la Terra trema prendo atto

10 hours ago, schopy said:

e nulla, nemmeno io ricordavo quanto fosse destrorso, il vegliardo.

L'ultima grande polemica di Zeffirelli fu certamente quella sulla Fallaci, dopodichè la Fondazione Zeffirelli affidata a Letta il passaggio di Toccafondi ed altri suoi compagni di partito al PD di Renzi segnarono una fase di recupero e ricucitura, ma l'età di Zeffirelli si era fatta avanzata e grande era il suo desiderio di creare questa Fondazione, direi che l'operazione su un piano culturale è più attribuibile al PD renziano, che a lui personalmente.

Va detto che questi personaggi ( alla Fallaci, alla Zeffirelli o alla Montanelli ) facevano dichiarazioni pubbliche intenzionalmente polemiche in una Italia diversa da quella attuale in cui forte era la spinta al consociativismo ed all'ipocrisia, valutarle alla luce del contesto attuale di Salvini e Di Maio, rischia di essere un po' una forzatura

Questo senza nulla togliere al fatto che Zeffirelli era un uomo di destra

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13 hours ago, schopy said:

ho letto in questi giorni qualche tweet molto piccato a firma Tommaso Montanari, di seguito link all'articolo sul Fatto:

https://www.ilfattoquotidiano.it/2019/06/19/franco-zeffirelli-perche-per-me-firenze-non-doveva-santificarlo/5266069/

Si chiama "TOMASO CON-UNA-EMME-SOLA", come (poco) amabilmente ama dire di sè.

Un altro con la simpatia di un.. pigneto nel culo, 7854231 tonnellate di spocchia & stima di sè e l'empatia umana che può offrirti un freezer.

ma si sente stocazzo essendo, secondo lui, in grdo di mettere in fila 4 parole di senso compiuto ed essendo molto ma molto di sinistra.

tanto che stava per diventare l'assessore alla cultura della Raggi, prima di scazzare con Dibba, che mise un veto TOTALE alla sua nomina.

1 hour ago, Hinzelmann said:

questi personaggi ( alla Fallaci, alla Zeffirelli o alla Montanelli ) facevano dichiarazioni pubbliche intenzionalmente polemiche in una Italia diversa da quella attuale in cui forte era la spinta al consociativismo ed all'ipocrisia, valutarle alla luce del contesto attuale di Salvini e Di Maio, rischia di essere un po' una forzatura

non sarebbe un po' una forzatura, ma parecchio!

1 hour ago, Hinzelmann said:

Zeffirelli era un uomo di destra

allora, se per uomo di destra intendi conservatore, un filo bigotto e nostalgico del bel tempo andato, sicuramente sì.

se invece intendi reazionario, filo fascista e/o razzista (salviniano insomma), altrettanto sicuramente NO

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6 minutes ago, Hinzelmann said:

Avendo premesso che sono persone che vanno valutate alla luce del paese in cui hanno vissuto, escluderei ogni riferimento a Salvini

 

vabbè, dai, era una banalizzazione voluta per rendere l'idea!

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davydenkovic90

Questa sera hanno dato la Traviata con la sua ultima regia, negli intervalli intervistavano vari personaggi che ricordavano Zeffirelli.

Ne ho visto solo un pezzettino.

A un certo punto Sgarbi ha chiesto al figlio Pippo Zeffirelli se suo padre fosse per la famiglia "cristiana" oppure anche per le unioni gay. E il figlio ha risposto: "famiglia cristiana", senza altri commenti.

Pochi istanti dopo, il tenore Vittorio Grigolo ha detto che durante le prove di una Traviata, Zeffirelli faceva sempre con lui la parte di Violetta per spiegare come si doveva comportare in scena (credendo di raccontare un aneddoto simpatico). E invece il figlio si è inalberato e subito ha detto "ma lo faceva anche con la soprano, interpretando il ruolo di Alfredo".

Insomma, la solita solfa RAI che ben conosciamo.

Edited by davydenkovic90
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On 6/20/2019 at 8:59 AM, Hinzelmann said:

Va detto che questi personaggi ( alla Fallaci, alla Zeffirelli o alla Montanelli ) facevano dichiarazioni pubbliche intenzionalmente polemiche in un'Italia diversa da quella attuale in cui forte era la spinta al consociativismo ed all'ipocrisia, valutarle alla luce del contesto attuale di Salvini e Di Maio, rischia di essere un po' una forzatura

Ma certo; Zeffirelli e Fallaci avevano poi entrambi trascorsi antifascisti, erano a loro modo dei liberali. Entrambi facevano girare molti denari, il che non guasta ed è indizio di buone capacità manageriali, o comunque di una "vocazione maggioritaria" della loro produzione culturale.  

10 hours ago, davydenkovic90 said:

A un certo punto Sgarbi ha chiesto al figlio Pippo Zeffirelli se suo padre fosse per la famiglia "cristiana" oppure anche per le unioni gay. E il figlio ha risposto: "famiglia cristiana", senza altri commenti.

Pochi istanti dopo, il tenore Vittorio Grigolo ha detto che durante le prove di una Traviata, Zeffirelli faceva sempre con lui la parte di Violetta per spiegare come si doveva comportare in scena (credendo di raccontare un aneddoto simpatico). E invece il figlio si è inalberato e subito ha detto "ma lo faceva anche con la soprano, interpretando il ruolo di Alfredo".

Zeffirelli temeva di scivolare nel camp...ipotizzo che lo spaventasse molto l'idea di rendersi involontariamente "ridicolo".

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Per quanto riguarda la famiglia in effetti Zeffirelli aveva le idee che aveva.

Era contrario alle adozioni, contrario anche alle unioni civili ( solito argomento della scimmiottatura di matrimonio ) etc

Malizioso semmai è stato Sgarbi a porre una domanda sapendo già la risposta, l'unica cosa che si può dire su Zeffirelli è che a differenza di Dalla o Zero almeno ha fatto CO e ragionevolmente la sua posizione di destra non è maturata dopo l'andropausa, ma era il frutto di un cattolicesimo radicato dai tempi di La Pira

3 minutes ago, schopy said:

ipotizzo che lo spaventasse molto l'idea di rendersi involontariamente "ridicolo". 

Su questo avrei pochi dubbi anche a costo di risultare feroce

 

 

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Saramandasama
2 hours ago, Hinzelmann said:

Per quanto riguarda la famiglia in effetti Zeffirelli aveva le idee che aveva.

Era contrario alle adozioni, contrario anche alle unioni civili ( solito argomento della scimmiottatura di matrimonio ) etc

Malizioso semmai è stato Sgarbi a porre una domanda sapendo già la risposta, l'unica cosa che si può dire su Zeffirelli è che a differenza di Dalla o Zero almeno ha fatto CO e ragionevolmente la sua posizione di destra non è maturata dopo l'andropausa, ma era il frutto di un cattolicesimo radicato dai tempi di La Pira

Su questo avrei pochi dubbi anche a costo di risultare feroce

 

 

Lo era?

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5 hours ago, Saramandasama said:

Lo era?

Ridicolo? Bah, forse un po'...apparteneva a quella cerchia di omosessuali ricchi che rigettano l'idea della famiglia gay come buffonata, ma poi adottano i segretari-amanti per garantirgli l'eredità (non so se i ragazzi adottati da Zeffirelli fossero stati suoi amanti, ma ho in mente altri casi certi di adozione dell'amante). In buona sostanza, oggi un gay "risolto" trova ridicoli proprio quegli atti che, nella mente di un Zeffirelli, gli avrebbero permesso di "salvare la faccia".

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