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All'estero?


Bhethar

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Più o meno la nostra triennale.

 

Ti ringrazio.

 

Per curiosità, se posso chiedere, com'è l'università in Olanda? Sullo stile di quelle anglosassoni?

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La struttura è simile. 3+1, almeno nella maggior parte delle università. Alcune hanno scelto invece il 3+2, dando però un'impostazione di ricerca al corso specialistico. Il livello è decisamente alto, come in Inghilterra del resto. Considera che mi sembra ci siano 9 università nelle prime 200 al mondo, la prima italiana è la sapienza che è duecentesima. I costi invece rispetto all'inghilterra sono decisamente più bassi, la retta è fissata dallo stato a circa 1500 euro, mentre in inghilterra si può arrivare fino a 24.000 euro l'anno (per la Lse). Dal punto di vista didattico le classi sono piccole. Mi è capitato di seguire un corso con 5 studenti e in moltissimi corsi il numero massimo di studenti è 30. C'è anche molta molta libertà nell'impostazione del piano di studi. Io mi sono scelto liberamente tutte le materie, quindi non studierò materie unitilissime come diritto ecc...

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La struttura è simile. 3+1, almeno nella maggior parte delle università. Alcune hanno scelto invece il 3+2, dando però un'impostazione di ricerca al corso specialistico. Il livello è decisamente alto, come in Inghilterra del resto.

Ma solo a me pare che l'istruzione britannica non sia affatto buona come dicono? Considerate che io al lavoro ho alle mie dipendenze un team di 20 ragazzi che vanno dai 16 ai 22 anni circa e studiano tutti o alle superiori o all'uni. Nessuno di loro mi sembra particolarmente acculturato, studiano una o due materie quando va bene, cioè senza dubbio magari avranno una conoscenza molto specializzata di quelle due o tre materie, ma gli manca totalmente la cultura generale. L'altro giorno qualcuno mi ha chiesto cosa significasse la parola "patriottico"!!

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Mmm.. dell'istruzione britannica in generale non ho sentito parlare benissimo. Però le università al top sono veramente di un altro pianeta e non sono nemmeno poche. Giusto per fare un raffronto in un settore come l'economia, la differenza tra la prima italiana, la Bocconi e la London School of Economics è spaventosa. Sicuramente quindi hanno delle ottime eccellenze, la media però non la conosco. Non credo però valga la pena andare a studiare in una università mediocre giusto per andare all'estero. Meglio starsene a casa a quel punto.

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Capito. Dove se posso?

 

Sulla Bocconi le opinioni e i commenti sono discordanti. Secondo me dipende dalle attitudini di ognuno. In Bocconi c'è molta teoria e praticamente solo lezioni frontali (almeno in triennale). Di fatto chi ha buone capacità in questo ambito non avrà nessun problema. Chi magari è molto bravo ma ha difficoltà a offrontare le materie così passivamente qualche difficoltà la potrebbe avere. Di fatto la Bocconi come impostazione è molto simile a un liceo.

 

In altre università estere che ho frequentato invece il lavoro è più concreto e la teoria passa più in secondo piano, o magari semplicemente va affrontata da soli (non papponi preconfezionati).

 

Io penso che sia veramente una cosa molto relativa. Ognuno, a mio avviso, dovrebbe provare a scegliere l'università più adatta alle proprie caratteristiche.

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Una delle mie migliori amiche ha fatto la triennale alla Bocconi. Si è ammazzata di lavoro, la mole era tanta e mi pare il suo corso di laurea comprendesse anche un tirocinio... non so come ha fatto ma si è laureata pure in tempo, però per quei tre anni per gli amici è stata praticamente un fantasma :P

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Mmmm.. nn mi pare ci siano corsi che comprendano il tirocinio, se non volontario. Io l'ho fatto per sei mesi e mi sono laureato al primo appello. Certo dipende da cosa uno vuole fare. Io non ho mai avuto nemmeno il pensiero di rinunciare a vivere per la media del 30 e lode, nn credo ne valesse la pena, però sono scelte personali.

 

Poi ritengo anche che il dover lavorare molto non sia indicativo della difficoltà della scuola. Se si vogliono imparare tutte le teorie economiche la mole di lavoro è pressochè infinita, ma non necessariamente è un lavoro difficile.

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@Roby: Zurigo. Ero in dubbio se andare al politecnico di Milano o a quello di Zurigo. Alla fine ho scelto quest'ultimo, poiché almeno imparo anche un po' il tedesco, lingua che adoro.

Ho sentito un mio compagno tentare l'ingresso alla Normale e non ci è riuscito. Ed ha ripiegato all'uni di Pisa.

Un altro motivo per cui non ho scelto le università italiane è che i test di ingresso sono molte volte difficili e non fanno entrare molte persone. Questa cosa non mi piace poiché ti giudicano prima di entrare, prima di averci studiato. Un po' un controsenso. In Svizzera è tutto strutturato in maniera diversa. L'accesso è garantito a tutti coloro che hanno conseguito la maturità liceale, mentre è molto difficile passare gli esami universitari, con percentuale di bocciati che arrivano fino al 70% al primo anno. Inoltre è possibile ripetere gli stessi esami non più di due volte.

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Il mio sogno più grande sarebbe andare a viverein america, lavorare lì come ingegnere e magari nel frattempo frequentare dei corsi in scuole come Harvard, Yale, ecc... Attualmente frequento ingegneria in Italia. Mi interesserebbe molto imparare benissimo l'inglese, quasi come un madre lingua. E comunque gli USA sono sempre stati il mio sogno sin da piccolo... 

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Inoltre è possibile ripetere gli stessi esami non più di due volte.

Questa cosa mi interessa parecchio. In Germania avevo una coinquilina polacca e anche nella sua università polacca valeva questa regola. Se per due volte venivi bocciato non potevi più ritentare l'esame. Quello che non capisco è: se ti mancano degli esami come lo completi il corso di laurea? Metti che quella tale disciplina era assolutamente essenziale al tuo corso di laurea, che succede? Devi cambiare indirizzo?

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Guest †- MartyVampire -†

E' ancora tutto da decidere, ma il prossimo anno vorrei andare per un mesetto in Irlanda =P

Mia sorella però mi ha detto che fa un freddo boia xD

Pazienza, a me il freddo piace *-*

Leggendo gli altri post, soprattutto quello di Sweet, mi domando una cosa..se vai li e parli comunque italiano che cavolo ci vai a fare? A spendere soldi?

Sinceramente se io ci andrò, parlerò inglese sempre e comunque, sennò che dimanine ci vado a fare?

Anche se sarà abbastanza dura per me, visto che l'inglese mi risulta anche più difficile del francese  :sisi:

Eppure a scuola l'ho sempre studiato, ma niente..non so perchè mi risulta difficile >_>

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Questa cosa mi interessa parecchio. In Germania avevo una coinquilina polacca e anche nella sua università polacca valeva questa regola. Se per due volte venivi bocciato non potevi più ritentare l'esame. Quello che non capisco è: se ti mancano degli esami come lo completi il corso di laurea? Metti che quella tale disciplina era assolutamente essenziale al tuo corso di laurea, che succede? Devi cambiare indirizzo?

 

Dipende se gli esami sono obbligatori.

Se sono facoltativi, semplicemente cambi il corso e ne scegli un altro.

Se sono obbligatori, allora ti attacchi perché gli esami sono a livello nazionale e non puoi più rifarli. Di conseguenza niente laurea e devi cambiare indirizzo. :sisi:

La cosa è abbastanza scocciante se sei già al secondo o al terzo anno di università...

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Mi pare una regola stupida.... ma gli insegnanti si mettono una mano sul cuore?

 

Che gliene frega ai professori. Da noi sono strapagati e hanno un potere decisionale enorme. È molto difficile contestare la nota di un esame orale (ma anche di un esame scritto) se il professore non è d'accordo.

Trovo che il sistema è molto crudele, ma credo che lo fanno appunto per evitare che si rifacciano infinite volte gli esami. O peggio, evitare quello che succede nelle università italiane (che non approvo): che si ripeta e ripeta un esame fino a che non si ha un 30 di nota, anche se lo rifai più di 5 volte.

Scene del tipo: "Ha fatto un buon esame, le do un 27, va bene?"... "No!"  :sisi: ....mi fanno rabbrividire...

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E su questo siamo d'accordissimo, anch'io rabbrividisco a sentire cosa viene rifiutato, però la scelta intermedia della Bocconi mi pare più umana: non si possono rifiutare i voti sufficienti. L'esame non si ridà e comunque non si impedisce a uno studente di laurearsi. In olanda tra l'altro si applica la stessa regola della bocconi.

 

Continua a sembrarmi una scelta decisamente eccessiva quella inglese.

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Trovo che il sistema è molto crudele, ma credo che lo fanno appunto per evitare che si rifacciano infinite volte gli esami. O peggio, evitare quello che succede nelle università italiane (che non approvo):

O peggio, quello che è successo nella mia università. Una prof tostissima e nota perché promuoveva al massimo 2-3 persone a ogni sessione e sempre regolarmente con 18 o 19, e che stava praticamente frenando la carriera universitaria di certe colleghe particolarmente capre che non arrivavano neanche al 18, è stata mandata via. Le suddette colleghe ignoranti hanno fatto una protesta formale al rettore dicendo che la docente era ingiusta ed esagerata e l'hanno fatta rimpiazzare da una più clemente che (pensate!) a qualcuno metteva addirittura 24!

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Mizica...  :look:

 

Penso che da noi se delle studentesse si mettessero a reclamare contro un professore o una professoressa al rettorato, il rettorato stesso gli riderebbe in faccia... :D

Come dicevo prima, qui i professori hanno un potere enorme.

Ad esempio una mia compagna ha fatto l'esame in una materia in cui non le è stato chiesto praticamente NULLA di ciò che avevamo fatto in classe. Erano domande di logica e di ragionamento, in una materia in cui tutto il semestre avevamo visto solo definizioni e teoremi. È uscita disperata, piangendo. Abbiamo provato a contattare la professoressa per reclamare e dirle che non è possibile che le chiedesse cose del genere a quell'esame (il mio esame è stato completamente diverso!). Il risultato è che dopo ben tre settimane non abbiamo nessuna risposta ancora.

Scommetto che si farà viva e con una motivazione liquiderà la cosa in men che non si dica. E addio contestazione.  :asd:

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Guest bambolo

Il mio sogno sarebbe entrare a Pembroke...O fare un MIT negli stati uniti...O anche studiare a Oxford da studente di phd.

 

Prima però ci vuole una buona base di inglese...QUindi: esame FIRST CERTIFICATE da superare, e due mesi di lavoro in Inghilterra (non a Londra che tt sono Italiani)

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Il first non è sufficiente, il livello è troppo basso. Dai l'Ielts se vuoi stare in Europa, il Toefl per andare in america e controlla i punteggi richiesti. Solitamente per l'Ielts si chiede 7 in tutte le 4 parti per i paesi anglosassoni, 6,5 nei paesi non anglosassoni, ma non è una regola, dipende dalla singola uni.

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Prima però ci vuole una buona base di inglese...QUindi: esame FIRST CERTIFICATE da superare, e due mesi di lavoro in Inghilterra (non a Londra che tt sono Italiani)

Per favore non diciamo scemenze... cioè, è verissimo che Londra è piena di italiani ma questo non ti obbliga a frequentarli e parlare italiano con loro!! Gli italiani medi hanno questa orribile caratteristica che se vedono che sei loro connazionale, automaticamente pensano "amico!" Di fatto sono perfetti sconosciuti che non hai mai visto prima, ma siccome parlate la stessa lingua si prendono subito confidenza (troppa). L'importante è decidere che tu non ti comporterai in questo modo. Io in 2 anni ho solo un'amica italiana che vive a Londra. Le sono amica non perché è italiana, ma perché è simpatica, e condivide la mia opinione sugli italiani. Pensa che ieri sono andata con lei e altri in una pizzeria gestita da italiani e abbiamo parlato inglese tutto il tempo perché non volevamo che si prendessero confidenza...

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Parlo anch'io per esperienza personale. In olanda si formano gruppi per nazione, in austria era lo stesso. Poi ci sono persone come me ed evidentemente come te a cui della nazionalità sbatte poco, però tutti i popoli lo fanno.

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Scusate un secondo.

Se volessi fare un corso di inglese per andare eventualmente all'estero, mi suggerireste l'advanced o il proficiency?

 

Avete detto che il first è troppo poco...

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Io credo che un vero advantage sia sufficiente. Almeno per quanto so io solitamente nn si chiede di più. Certo deve essere vero, cioè non tirato per le orecchie.

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