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Gay che si fingono eterosessuali


Fergus

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Gay che si fingono eterosessuali

In questi ultimi giorni ho avuto a che fare con due opere che mi hanno fatto pensare ai gay che vivono da eterosessuali.

Ho letto il libro "La lingua perduta delle gru" dove c'è il padre gay ma sposato, e ho rivisto Brokeback Mountain, con i due amanti entrambi intrappolati nella vita di coppia con una donna e figli.

Al di là dei motivi, penso il più comune la difficoltà di vivere apertamente la propria condizione, come fa un gay ad avere a che fare sessualmente con l'altro sesso per tutta una vita? 

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18 minutes ago, Fergus said:

come fa un gay ad avere a che fare sessualmente con l'altro sesso per tutta una vita? 

Primo:  alcuni sanno fare di necessità virtù.

Secondo:  l'inclinazione omoerotica non è necessariamente esclusiva, perché alcuni possono essere inclinati sia omo sia eteroeroticamente sia contemporaneamente sia in tempi diversi della vita.

Terzo:   E' possibile che l'inclinazione erotica verso il proprio o l'altrui sesso o verso ambedue non sia innata, ma acquisita  crescendo per cultura e dunque non ci sia un vero impedimento innato a passare da un'inclinazione verso un sesso a quella verso un altro, quando le condizioni culturali ed ambientali  lo permettano.

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davydenkovic90
1 hour ago, Fergus said:

come fa un gay ad avere a che fare sessualmente con l'altro sesso per tutta una vita? 

Credo che il problema, ancora una volta, sia l'errata percezione generale dell'eterosessualità (sì, ho scritto giusto, eterosessualità).

L'eterosessualità è ritenuta "naturale", e non per il discorso della riproduzione, ma più come sinonimo di "ovvia", su cui non si discute,  monolitica, scontata, abitudinaria, 3-4 volte a settimana, come nelle barzellette de "La Sai L'Ultima?"

Invece forse è il momento di iniziare a indagarla, perché scopriremmo un mondo davvero straordinario e ai confini della realtà. (altro che la banalissima e pratica sessualità di noi gay!)

Io ho il sospetto che, oggi più che in passato, in molte coppie etero il sesso sia poco praticato, o che comunque venga dopo tantissime altre cose, e non parlo dei figli o della TV, ovvero le scuse di quarant'anni fa, ma piuttosto di altri tipi di divertimento e altre soddisfazioni che si vogliono avere.

E voglio citare un passo del mio scrittore preferito (non so se tratto da un libro o da un'intervista). Parafrasando, più o meno era così:

"Passeggi per strada e vedi queste belle signore di quarant'anni, elegantissime, con le unghie lunghissime e curatissime, che fanno shopping tutto il giorno in via Condotti, Montenapoleone, Tornabuoni. Pensi: chissà dove andranno stasera, magari  una cena romantica, un ricevimento importante^ No, tornano a casa loro perché non le caga nessuno e quelle unghie se le distruggono a forza di ditalini."

Ecco, la sessualità eterosessuale di molta gente (o comunque di molta più gente oggi che in passato) per me si racchiude in queste parole. E in un quadro del genere, un cripto-gay trentenne che inscena un matrimonio di copertura non fa tutta questa fatica a farsi venire un'erezione una o due volte l'anno con la partner, pensando alle migliaia di addominali di modelli brasiliani o scene pornografiche d'ogni ordine e grado che vede su internet da almeno un decennio.

E non "deve avere a che fare con la sessualità eterosessuale per il resto della sua vita" poiché non vivendo in un Canyon, gli altri restanti 363 giorni va tranquillo al battuage, dopo il lavoro o mentre la moglie è in palestra per diventare una modella anoressica o a fare gli aperitivi con le amiche, ché gli aperitivi sembrano essere diventati il divertimento e l'obiettivo di maggiore interesse di ogni coppia sposata e di ogni mamma con figli.

Edited by davydenkovic90
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davydenkovic90
1 minute ago, Almadel said:

Perché nella fantastia di davydenkovic90 sono tutti invariabilmente alto-borghesi? ?

Eh, il problema forse è proprio questo: che non sono "tutti" alto borghesi, ma che troppi, ormai, vogliono comportarsi come tali o, cosa ancor più di cattivo gusto, mantenere il piede in due scarpe e avere da un lato matrimonio, figli, ecc. e dall'altro gli stessi divertimenti dei ventenni o delle donne in carriera single.

Cosa che non avveniva in generazioni passate, perché evidentemente c'è qualcuno che ha fatto passare la cosa come divertente, e ha fatto perdere un po' interesse verso certe altre scelte che si facevano più frequentemente una volta.

Per fare dei piccoli esempi,  la battuta frequentissima, tra etero, "se la mia ragazza resta incinta scappo per il Messico",  mamme che organizzano feste di compleanno per i figli semplicemente come scuse per fare aperitivo fra genitori, mamme con bambini ai giardinetti stappare una Beck's e scolarsela, scarpe di Balenciaga per bambini numero 27 che costano 250 euro... ecc.

Non sono cose di per sé allarmanti, sono cazzate, ma per me sono segnali che forse sotto questa superficie si nasconde di peggio, ed è indubbio che qualcosa sia cambiato nei gusti, fra una generazione e l'altra. Ed è indubbio che i gusti influenzino le azioni, che se, in questo contesto, si fanno meno figli non è colpa delle unioni civili, tanto per dirne una.

Paradossalmente al progresso della comunità lgbt, un gay che vuole fare l'etero, in presenza di questi nuovi elementi, dell'ipocrisia generalizzata, secondo me si mimetizza molto meglio oggi che una volta. E avendo grindr non deve certamente farsi andar bene la sessualità etero, ma può serenamente vivere quella gay in qualche nebbiosa area di sosta da qualche parte.

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1 hour ago, Fergus said:

come fa un gay ad avere a che fare sessualmente con l'altro sesso per tutta una vita? 

Semplicemente perché non è un gay. Il padre personaggio di quel bel romanzo di Leavitt non si percepisce come un omosessuale o gay che dir si voglia (se si fosse percepito come tale qualcosa sarebbe cambiato nella sua vita); si vive in una maniera molto più scissa, conflittuale, amara. Del resto la sua realtà  di eterosessuale non è essa stessa se non la realtà di vivere in quella casa con una moglie, cui effettivamente vuol bene, e che è la persona a lui più vicina nella vita, nonché con il figlio, mentre le sue inclinazioni sessuali sono vissute per tutta la vita, prima del tardivo CO, in poche ore alla settimana passate in un cinema dove si consuma. 

Come si fa tecnicamente ad avere rapporti sessuali con una donna: credo basti aver cominciato ad averli da giovane, quando una buona potenza sessuale aiuta ad averli, e impegnarvi  molta – diciamo– buona volontà. Del resto le tecniche di riconversione sessuale si basa(va)no su mille trucchi (pensare di stare tra le braccia di un uomo, ad esempio) che non c'è bisogno di aver frequentato uno psicanalista per farsi venire in mente. 

Tornando al personaggio di Leavitt, una volta acquisita la sicurezza di una vita "normale", che è ciò cui personaggi del genere mirano, forse c’è anche l'eccitazione (magari mista a amarezza e frustrazione) di scappare una due volte alla settimana in quel cinema, e godere, di nascosto. Pur nella frustrazione, ci sarà certamente anche un fremito, un palpito segreto.

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1 hour ago, Mario1944 said:

Terzo:   E' possibile che l'inclinazione erotica verso il proprio o l'altrui sesso o verso ambedue non sia innata, ma acquisita  crescendo per cultura e dunque non ci sia un vero impedimento innato a passare da un'inclinazione verso un sesso a quella verso un altro, quando le condizioni culturali ed ambientali  lo permettano.

Mi fa pensare questa cosa come a una sorta di fluidità che può dar luogo a qualunque esito.

1 hour ago, davydenkovic90 said:

E non "deve avere a che fare con la sessualità eterosessuale per il resto della sua vita" poiché non vivendo in un Canyon, gli altri restanti 363 giorni va tranquillo al battuage, dopo il lavoro o mentre la moglie è in palestra per diventare una modella anoressica o a fare gli aperitivi con le amiche, ché gli aperitivi sembrano essere diventati il divertimento e l'obiettivo di maggiore interesse di ogni coppia sposata e di ogni mamma con figli.

In effetti i protagonisti sia del libro sia del film vivono le loro storie omosessuali, parallelamente ai matrimoni.

9 minutes ago, Isher said:

Semplicemente perché non è un gay. Il padre personaggio di quel bel romanzo di Leavitt non si percepisce come un omosessuale o gay che dir si voglia (se si fosse percepito come tale qualcosa sarebbe cambiato nella sua vita); si vive in una maniera molto più scissa, conflittuale, amara.

Ma allora questi personaggi, seppur attratti da altri uomini, non sarebbero gay perché non vivono apertamente ?

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55 minutes ago, Fergus said:

Mi fa pensare questa cosa come a una sorta di fluidità che può dar luogo a qualunque esito.

E' possibile che sia così "naturalmente" e che le inclinazioni specifiche siano effetti della cultura, nel senso lato di coltivazione della persona sia per cura propria sia per l'educazione ricevuta.

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1 hour ago, Fergus said:

Ma allora questi personaggi, seppur attratti da altri uomini, non sarebbero gay perché non vivono apertamente ?

Non è solo o tanto una mera questione definitoria, risolvibile, o meno, nella conclusione "Non essere gay". Si tratta del peso della realtà della vita. La realtà della vita, intendo la miatua vita, (non parlo di nulla di astratto), non è certo  inessenziale ai fini della costruzione della (mia e della tua) omosessualità. Il padre, in quel romanzo, ha pulsioni sessuali omosessuali, ma solo queste, e tutto il resto della sua vita non contiene nulla di omosessuale, nessun vissuto omosessuale. Così in generale un gay, che pur si riconosca come tale, ma che non assume la propria omosessualità, che non vive la propria sessualità o la vive poco e male, che non ha amici gay, che non si interessa a nulla che appartenga alla storia alla cultura alla politica gay,  ha evidentemente un’identità omosessuale molto scarsa. Infatti, per tornare al libro, il riconoscimento della propria omosessualità col figlio, dovrebbe preludere proprio a questo, a questo cambiamento.

Edited by Isher
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8 minutes ago, Isher said:

Non è solo o tanto una mera questione definitoria, risolvibile, o meno, nella conclusione "Non essere gay". Si tratta del peso della realtà della vita. La realtà della vita, intendo la miatua vita, (non parlo di nulla di astratto), non è certo  inessenziale ai fini della costruzione della (mia e della tua) omosessualità. Il padre, in quel romanzo, ha pulsioni sessuali omosessuali, ma solo queste, e tutto il resto della sua vita non contiene nulla di omosessuale, nessun vissuto omosessuale. Così in generale un gay, che pur si riconosca come tale, ma che non assume la propria omosessualità, che non vive la propria sessualità o la vive poco e male, che non ha amici gay, che non si interessa a nulla che appartenga alla storia alla cultura alla politica gay,  ha evidentemente un’identità omosessuale molto scarsa. Infatti, per tornare al libro, il riconoscimento della propria omosessualità col figlio, dovrebbe preludere proprio a questo, a questo cambiamento.

Credo che ci siano tanti omosessuali che vorrebbero socializzare e che sarebbero disposti a far parte di associazioni, il fatto è che sono tutte pesantemente connotate politicamente, come l'Arcigay.

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davydenkovic90
1 hour ago, Isher said:

Semplicemente perché non è un gay. Il padre personaggio di quel bel romanzo di Leavitt non si percepisce come un omosessuale o gay che dir si voglia (se si fosse percepito come tale qualcosa sarebbe cambiato nella sua vita); si vive in una maniera molto più scissa, conflittuale, amara. Del resto la sua realtà  di eterosessuale non è essa stessa se non la realtà di vivere in quella casa con una moglie, cui effettivamente vuol bene, e che è la persona a lui più vicina nella vita, nonché con il figlio, mentre le sue inclinazioni sessuali sono vissute per tutta la vita, prima del tardivo CO, in poche ore alla settimana passate in un cinema dove si consuma. 

Sì ma diciamolo meglio, non è che non sono gay, è che non si sono accettati. 

Percepirsi in modo conflittuale è tipico di tutti i gay che non si sono ancora accettati, come è tipico di questi sposare delle donne e " effettivamente voler bene" a queste ultime.

Percepirsi come gay è un fatto, secondo me, sessuale. Parte da lì. Se uno è attratto dai maschi, a prescindere che se ne faccia 10 alla settimana, che vada in giro con bandiere arcobaleno, oppure sia un frate di clausura rinchiuso in un convento, o un padre di famiglia borghese, la sostanza non cambia. E' sempre gay.

Il discorso di "essere attratti sentimentalmente dalle donne e sessualmente dai maschi" lo abbiamo fatto miliardi di volte qui sul forum: non denota bisessualità ma semplicemente conformismo ai modelli della cultura etero e omofoba, che impedisce al gay di pensare qualunque possibile sviluppo di un suo eventuale amore omosessuale, e quindi l'interazione con altri gay si riduce al sesso e basta. 

Tutti noi, volendo, ci saremmo potuti fidanzare con ragazze e sposarle pure (qualcuno dei forumisti l'ha fatto) perché la società è strutturata così. Se sei carino e tutti i tuoi amici sono fidanzati, ti fidanzi anche tu. Quando poi cresci tutti hanno delle aspettative (famiglia, amici, fidanzata...) e allora lavori, vai a convivere, ti sposi, fai figli, hai delle responsabilità verso questi, e non puoi più tornare indietro. E allora vai al battuage. Magari la moglie lo sa pure, ma sta zitta perché anche lei è ben consapevole che la costruzione sociale e familiare viene prima. Ma in questa storia l'eterosessualità o la bisessualità non c'entrano niente. 

Sul fatto che l'omosessualità abbia componente innata, è già stato accertato scientificamente. Insieme al fatto che la presenza di omosessuali in una popolazione non determina un degrado della popolazione stessa (i.e. non si fanno meno figli). "Avere una componente" non significa che "si nasce gay", questo non è ancora stato dimostrato. Ma a mia memoria non ho mai incontrato nessuno che mi abbia detto di aver capito di essere gay a 30, 40 o 50 anni. Ho conosciuto tanti che "l'hanno sempre saputo" e che per molto hanno evitato di condurre alcuna vita sessuale (Se poco attraenti, se avevano altro da fare) oppure una vita etero di copertura (la maggior parte)

Edited by davydenkovic90
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13 minutes ago, Fergus said:

Credo che ci siano tanti omosessuali che vorrebbero socializzare e che sarebbero disposti a far parte di associazioni, il fatto è che sono tutte pesantemente connotate politicamente, come l'Arcigay.

Le associazioni vanno usate. Proprio perché sono tanti gli omosessuali che vorrebbero socializzare eccetera, non sarà difficile che in quelle sedi, a loro non consone, trovino altre persone come loro, e con queste costruiscano qualcosa, un gruppo, o rapporti individuali. Conosco molti ragazzi che hanno agito così.

14 minutes ago, davydenkovic90 said:

Sì ma diciamolo meglio, non è che non sono gay, è che non si sono accettati. 

Il mio era uno stenogramma, una sintesi. Tra l’altro partendo di qui lo si può smembrare e trarne tutte le conseguenze, io stesso ne avevo indicate alcune.

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5 hours ago, Isher said:

Il padre personaggio di quel bel romanzo di Leavitt non si percepisce come un omosessuale o gay che dir si voglia (se si fosse percepito come tale qualcosa sarebbe cambiato nella sua vita); si vive in una maniera molto più scissa, conflittuale, amara. Del resto la sua realtà  di eterosessuale non è essa stessa se non la realtà di vivere in quella casa con una moglie, cui effettivamente vuol bene, e che è la persona a lui più vicina nella vita, nonché con il figlio, mentre le sue inclinazioni sessuali sono vissute per tutta la vita, prima del tardivo CO, in poche ore alla settimana passate in un cinema dove si consuma. 

per chi non lo conoscesse, il romanzo è La lingua perduta delle gru

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On 3/26/2019 at 9:53 AM, Mario1944 said:

E' possibile che l'inclinazione erotica verso il proprio o l'altrui sesso o verso ambedue non sia innata, ma acquisita.

Se "acquisisci" un inclinazione è perché sei intrinsecamente bisex e una delle componenti della tua sessualità sopita è stata risvegliata dalle circostanze. Quindi di fatto non acquisisci un bel niente, perché l'ambivalenza la possedevi fin dall'inizio.

L'orientamento sessuale è innato e affermare il contrario è omofobo e violento.

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6 hours ago, wwspr said:

Se "acquisisci" un inclinazione è perché sei intrinsecamente bisex e una delle componenti della tua sessualità sopita è stata risvegliata dalle circostanze. Quindi di fatto non acquisisci un bel niente, perché l'ambivalenza la possedevi fin dall'inizio.

Infatti:

la condizione indifferenziata, ovvero ambivalente potrebbe essere quella originaria, e la differenziazione potrebbe essere effetto culturale sopravvenuto.

7 hours ago, wwspr said:

L'orientamento sessuale è innato e affermare il contrario è omofobo e violento.

Si può considerare omofobo e violento anche il non affermare il contrario...... ? 

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Non so bene come sia possibile per un gay vivere una vita sessuale etero, ma ho conosciuto molte persone che hanno fatto uno switch netto di sessualità, e lo intendo proprio in senso pratico, dopo essersi scoperte gay.  In un certo senso penso anzi che sia un po' il percorso della maggiorparte dei gay. Il che non mi è molto comprensibile, perché io ho avuto (fin troppa) consapevolezza di me fin da piccolissimo; comunque non mi sono mai spinto a fare domande più approfondite sul tema agli altri. Altri utenti potranno essere molto più specifici e autobiografici.

Penso che la semplificazione di @Isher sia molto più significativa di quanto sembri, cioè si deve considerare quella (forse un po' vecchia, oggi non la usa più nessuno) differenza fra "gay" e "omosessuale". Un uomo inconsapevole della propria omosessualità effettivamente non è "gay", cioè proprio da un punto di vista identitario è talmente egodistonico da essere capace di gestire con una discreta disinvoltura la sua pseudo-identità eteronormata, se non altro perché un'alternativa non gli è nemmeno lontanamente concepibile.

Edited by Sampei
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Anche io non uso d’abitudine quella distinzione, ma in questo caso potrebbe essere usata, anche se lo stesso discorso vale se lo chiamiamo omosessuale. Secondo me quel padre del romanzo La lingua perduta delle gru – che è un bel personaggio, molto umano, nei suoi pensieri, nel suo rapporto con il figlio, e anche con la moglie – è rimasto per tanti aspetti un ragazzo, il che sarebbe bellissimo, se non avesse comportato quel resto. Tuttavia il romanzo si chiude su una promessa, su una nuova vita.

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On 3/27/2019 at 7:35 PM, wwspr said:

L'orientamento sessuale NON è innato e affermare il contrario è omofobo e violento.

Cosi va un pochino meglio.

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15 hours ago, Sampei said:

Non so bene come sia possibile per un gay vivere una vita sessuale etero, ma ho conosciuto molte persone che hanno fatto uno switch netto di sessualità, e lo intendo proprio in senso pratico, dopo essersi scoperte gay.  In un certo senso penso anzi che sia un po' il percorso della maggiorparte dei gay. Il che non mi è molto comprensibile, perché io ho avuto (fin troppa) consapevolezza di me fin da piccolissimo

Non dovrebbero essere la "maggior parte dei gay" questo per due ordini di motivi, il primo è che la censura sulla omosessualità è caduta sia sui mass media ( che un tempo confinavano l'omosessualità a pochi cenni di cronaca nera ) sia grazie ad internet ( suppongo che le mie prime fantasie sessuali durante la pubertà sarebbero state più limpide se avessi saputo cosa potevo immaginare ) il secondo motivo è che in realtà noi già dai tempi del rapporto Kinsey sappiamo di un'ampia diffusione di comportamenti omosessuali ascrivibili all'omosessualità cd adolescenziale anche fra la popolazione etero maschile. Il problema magari è che questi primi contatti sono da sempre accompagnati da omofobia o almeno era certamente così fino ai miei tempi.

L'omosessualità adolescenziale era ( non so oggi ) un'attività diffusa ma sorvegliata, rispetto a cui alcuni gay si tiravano indietro per paura ( alcuni iniziano a subire episodi di bullismo alle medie inferiori, altri li vedono subiti dai compagni….altri ancora semplicemente capiscono come capitò a me di essere diversi dai compagni etero nel praticare le stesse cose e questa diversità non doveva vedersi ) o per una sorta di ritiro preventivo nell'introversione ( già la paura implica una chiara consapevolezza )

Vi era poi chi - rispetto a questa situazione standard - si impegnava precocemente in attività sessuali più impegnative, ma questo ha costituito più un problema ulteriore perché difficilmente venivano vissute bene, un caso fra tanti quello di Marc Batard che nella sua autobiografia la via d'uscita spiega bene come l'aver subito violenze sessuali dallo zio a cui fu affidato a partire dagli 11 anni, unitamente alle prese in giro dei compagni ed ai complessi per il suo aspetto fisico lo abbia spinto ad esorcizzare la paura dell'omosessualità con la pratica dell'alpinismo estremo ( sposato, tre figli CO ritardato a 42 anni quando si ritira e riprende la sua passione adolescenziale della pittura ) Chiaro che il significato attribuito a queste esperienze sessuali ( lo zio ha scoperto la mia omosessualità già esistente prima di me etc. ) muta con la maturazione di una identità sessuale chiara

Questo per dire che  possiamo anche parlare di switch netto di sessualità, ma la realtà era anche il significato attribuito a posteriori alle varie attività sessuali che si potevano vivere o meno, che venivano percepite-organizzate-interpretate in direzione etero normativa 

Il matrimonio, sottolineiamo pure in molti casi, con l'unica donna della propria vita, era quindi il coronamento di un processo di reductio ad unum di tante esperienze diverse

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davydenkovic90

Sul discorso dell'innatismo, ripeto per i più ignoranti che si ostinano a non informarsi che la scienza ha già dimostrato che l'omosessualità ha una componente genetica.

La ritengo una questione poco importante perché non cambia la sostanza dell'omosessualità in sé, e infatti chi si appassiona a questo genere di discorsi e tenta di avanzare teorie proprie, solitamente o è un omofobo, o irrisolto, o stupido, ecc.

Se io ho di fronte un parrucchiere bravo, non mi interessa sapere se è nato parrucchiere e da bambino pettinava le bambole, oppure se lo è diventato per caso a vent'anni non sapendo che lavoro scegliere, e parallelamente a uno studio, si è scoperto geniale in quel settore.

Chi sostiene che l'omosessualità sia un comportamento totalmente appreso, spesso lo fa in nome di santi e madonne e non di evidenza scientifica, che, lo ripeto per la seconda volta, tanto perché fosse chiaro ai più distratti, c'è in tutt'altro senso: l'omosessualità ha una componente genetica e non comporta un degrado della fertilità all'interno di una popolazione (che magari c'è, ma per altri motivi)

Detto questo, io davvero in vita mia non ho mai conosciuto nessuno che, da un giorno all'altro, o in virtù di un evento della sua vita, si sia trasformato da etero a gay. Come non ho mai conosciuto il viceversa. Vero è che sono ancora  relativamente giovane per osservare certi potenziali cambiamenti "geologici"...

Gli unici casi che mi saltano in mente sono di gay conosciuti tramite i media:

Malgioglio, ad esempio, sostiene di essere "diventato gay" (parole sue) dopo aver visto Carmen Miranda.

Di Tolve, quella giornalista di cui non ricordo il nome (che spesso si vede nei programmi tv attuali) sostengono di essere ritornati etero in seguito a una conversione religiosa.

Ora, io di cambiamenti "laici" non ne ho visti in senso gay->etero, fermo restando che non ci sarebbe nulla di male perché io sono per la libertà, e se anche uno fino a ieri è andato sui carri del pride o a farsi due bei maschioni, se si innamora di una donna, se è felice, se vuole dei figli con questa donna, per me è rispettabilissimo e sono con lui.

Il problema è che tante storie sembrano essere più che altro delle rinunce al sesso gay in nome della religione, e quindi sono storie più assimilabili a quelle di chi prende i voti, a prescindere che la loro sessualità fosse etero o gay. La giornalista di cui mi sfugge il nome racconta di aver recuperato la felicità non passando dall'essere lesbica all'essere etero, ma rinunciando alla sessualità, cosa che è quello che fanno suore, preti e frati. Una volta anni fa col catechismo mi toccò andare in un convento di clausura a intervistare delle monache. Una di queste ci disse che prima di entrare lì era stata fidanzata per 12 anni e progettava il matrimonio. Non credo che questa signora, una volta presi i voti, abbia cominciato a sparare a zero sul matrimonio, sull'eterosessualità, sui figli, ecc.  Semplicemente ha fatto una scelta di castità conforme alla sua psiche, seguendo un proprio desiderio, ed è legittimo.

Viene da pensare  (male) quando questi "diventati gay" che "ritornano etero" pensano di generalizzare la propria esperienza demonizzando quella altrui (la nostra)

Per quanto poco mi interessi della demonizzazione in senso religioso, trovo che sia un comportamento arcaico, mosso da ignoranza, e da combattere. Ecco perché non trovo niente di interessante nel trovarmi d'accordo coi signori che affermano "gay si diventa". Quasi sempre a questa frase segue la ricerca del perché, e il perché porta sempre alla psicologia fai da te vangelo alla mano, che non è certo la strada più rosea

Edited by davydenkovic90
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2 hours ago, Hinzelmann said:

L'omosessualità adolescenziale era ( non so oggi ) un'attività diffusa ma sorvegliata

Non capisco perché parlate di omosessualità.

Quello che si fa da adolescenti è semplicemente legato ad una fase di scoperta del proprio corpo in modo autonomo o con i propri coetanei. 

In seconda media mi sono segato insieme a due miei compagni di classe durante una gita di tre giorni...ma nessuno di noi pensava neanche lontanamente al fatto di stare facendo qualcosa "di gay"... perché dovrebbe esserlo?

Semplicemente ci trastullavamo il pisello in compagnia esattamente come lo avremmo fatto se fossimo stati da soli. 

Io non mi sono mai spinto oltre, nemmeno alla sega reciproca.. perché quello sì..mi sarebbe sembrato un po' da gay... ognuno faceva col proprio. 

però anche se qualche ragazzo (magari tra migliori amici e senza che nessuno lo sapesse) lo ha fatto non ci vedo nulla di omosessuale nemmeno lì.

Quando parlate di omosessualità adolescenziale sembra sempre che tutti gli etero passino gli anni dai 12 ai 15 a incularsi o a strusciarsi sotto le docce con passione... vabbè 

Non so se sono cose che vi raccontate per pensare di venire tutti da un passato comune da cui poi gli etero si sono differenziati incominciando a interessarsi alle ragazze... ma io non vedo riscontri con la realtà. 

Edited by Beppe_89
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1 hour ago, Beppe_89 said:

In seconda media mi sono segato insieme a due miei compagni di classe durante una gita di tre giorni...ma nessuno di noi pensava neanche lontanamente al fatto di stare facendo qualcosa "di gay"... perché dovrebbe esserlo?

Quando hai realizzato di essere gay e come lo hai scoperto?

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Ho sempre saputo di essere attratto dai maschi.. Mi facevo le seghe pensando ai tipi che mi piacevano già a 10 anni tipo e mi facevo comprare action man dai miei per Natale solo per poterlo spogliare.. (tipo a 8.. 9 anni..)
Ma non mi identificavo certo come gay a quell'età.. Mi sono accettato nei primi anni di università.
Fino ad allora le mie tendenze sessuali erano solo un qualcosa di mio..di cui non parlavo con nessuno e che non pensavo nemmeno di mettere in pratica. Nemmeno sapevo potessi metterle in pratica XD il mio era solo un godimento estetico totalmente svincolato dalla vita reale in cui invece facevo esattamente tutto quello che facevano gli altri.
La sega coi miei compagni la feci solo perché mi chiesero di farla.. E anche guardando il loro pisello non provavo nessuna attrazione. Per questo non mi sono nemmeno mai spinto oltre.
Comunque il mio caso non c'entra... Dico solo che parlare di omosessualità adolescenziale mi pare esagerato per descrivere le seghe di gruppo e qualche pompino rubato.

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Tu non mi puoi dire che i comportamenti di esplorazione del corpo puberali sono "innocenti" se servono a tutti i maschi per diventare "maschi", altrimenti il gay che - come te - sostiene di essere stato attratto dai maschi da prima è ipso facto "colpevole" dei suoi desideri, cioè mi stai legittimando l'omofobia pedagogica che è implicita al "diventare maschi" attraverso il rispecchiamento nei propri simili al prezzo di escludere l'opzione omosessuale.

Quindi vorrei che tu capissi il concetto che sta sotto certe mie osservazioni

Io - al contrario di te - ho scoperto la mia omosessualità più tardi ( al più in precedenza posso aver intuito una sensazione indefinita di diversità ) proprio attraverso quelle pratiche che tu giudichi innocenti, ma che in me i desideri li hanno risvegliati eccome, tanto è vero che mi sono spinto oltre, anche se la condivisione di pratiche erotiche progressivamente mi faceva capire che ero diverso ( non stavo diventando maschio e basta, stavo diventando gay )

Certo è vero che fra mera esplorazione del corpo e condivisione di pratiche erotiche c'è differenza, ma io non ho mai inteso limitare il discorso solo alle prime, il ché non significa neanche dire che facevo docce passionali con i miei amichetti ( ma certo ho iniziato a desiderarlo…. ) significa che per me non si trattava di una scelta transitoria come l'agito omosessuale dei miei partner etero ed io ne ero progressivamente consapevole.

Se tu per diventare maschio come i tuoi coetanei etero, hai rimosso i desideri omosessuali che erano già emersi durante la fase prepuberale o li hai sublimati in scelta estetica ed hai impiegato più tempo a sintonizzare desideri-identità di genere-orientamento, non c'è niente di male

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14 minutes ago, Hinzelmann said:

"diventare maschi" attraverso il rispecchiamento nei propri simili al prezzo di escludere l'opzione omosessuale.

beh per gli etero non è così?

15 minutes ago, Hinzelmann said:

hai rimosso i desideri omosessuali che erano già emersi durante la fase prepuberale o li hai sublimati in scelta estetica

appunto.. se le cose però stanno come dite voi, ossia che tutti i maschi vivono un'adolescenza un po' fluida in cui si sperimenta tra maschi.. non avrei avuto bisogno di rimuovere o sublimare un bel niente... 

a questo punto sembra quasi che sono gli etero che devono imparare a scoprire l'attrazione per le donne dopo essersi fatti tutti i loro amici e non noi che impariamo a sintonizzarci sull'attrazione per i maschi dopo che ci è stato detto per vent'anni che si possono fare "cose" solo con le ragazze. 

Dovrebbero essere gli etero a fare coming out allora...  "scusate ragazzi... le pompe e le seghe sono state belle però mi piace la figa, non posso farci nulla.. spero mi accettiate lo stesso come vostro amico" 

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3 hours ago, Beppe_89 said:

Quando parlate di omosessualità adolescenziale sembra sempre che tutti gli etero passino gli anni dai 12 ai 15 a incularsi o a strusciarsi sotto le docce con passione... vabbè 

:ghgh:

alza l'asticella (diciamo dai 13-14 fino ai 17-18 anni; 12 forse è ancora prestino) e c'hai preso

23 minutes ago, Hinzelmann said:

tu per diventare maschio come i tuoi coetanei etero, hai rimosso i desideri omosessuali che erano già emersi durante la fase prepuberale o li hai sublimati in scelta estetica ed hai impiegato più tempo a sintonizzare desideri-identità di genere-orientamento

mi sa che l'avvocato c'ha azzeccato

Edited by freedog
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6 minutes ago, freedog said:

alza l'asticella (diciamo dai 14-15 fino ai 17-18 anni) e c'hai preso

ammazza allora tutti i maschi del pianeta sono di una ipocrisia sconfinata vista l'omofobia che c'è in giro proprio in quegli anni...... 

disturbo bipolare di personalità di massa...

comunque non importa... tanto ciclicamente finiamo sempre col dire le stesse cose... 

accetterò il fatto di essere stato represso mentre invece tutti i maschi del pianeta scopavano come conigli alle mie spalle... me ne farò una ragione. 

peace to everyone

Edited by Beppe_89
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4 minutes ago, Beppe_89 said:

ammazza allora tutti i maschi del pianeta sono di una ipocrisia sconfinata...

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benvenuto nel pianeta terra!

chiamala goliardia, scherzi camerateschi eccetera.

ma, se da adolescente tu avessi frequentato uno spogliatoio di qsi sport (di squadra e no; mi dicono che i nuotatori sono qsa di inarrivabile..), sapresti che là dentro succede la qsi

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11 minutes ago, freedog said:

chiamala goliardia, scherzi camerateschi eccetera

ok @freedog...  ti ho detto... non importa... anche perché non so nemmeno se hai colto di cosa stiamo parlando. 

Ti suggerirei però di diffondere in modo ufficiale questa teoria per cui si è omosessuali fino ai 16-18 anni e si diventa poi etero successivamente. 

Nascerebbe un filone di letteratura di self help per tutti i maschi del mondo sul come imparare a diventare etero.... 

"Come smettere di fare pompe ai tuoi compagni di squadra e diventare l'etero che è in te!"

"Impara a farti piacere le donne, e il cazzo dei tuoi amici non ti interesserà più!"

aiuterebbe molti ad uscire dalla loro dipendenza dal sesso con i maschi. 

Edited by Beppe_89
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ma se l'hai detto tu prima che è un atteggiamento MOLTO ipocrita!

ricordati che da adolescenti si ha l'ormone che galoppa libero & bizzarro, e che ogni maschio brufoloso del pianeta terra si farebbe qsi cosa respiri

cmq non capisco perchè sentirlo dire ti scandalizzi a livello vecchia bigotta: rosichi per le occasioni che ti sei perso o cosa?

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