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Che cos'è la Teoria Queer?


Aarwangen

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Che cos'è la Teoria Queer?
Nata tra gli anni '80 e '90 durante l'epidemia di AIDS negli Stati Uniti e la radicalizzazione di certe frange antiborghesi del movimento LGBT occidentale di fronte alla normalizzazione borghese del maggioritario e liberale movimento dei diritti omosessuali, alla sua base vi era (e vi è) l'idea che sia teoricamente possibile separare completamente il genere dalla sessualità ed è il punto di partenza degli "studi queer". La teoria venne fortemente influenzata dal pensiero post-strutturalista (secondo il quale - dallo strutturalismo filosofico degli anni '60 - un insieme organico sia scomponibile in elementi e unità e quindi il ragionamento successivo è dissolvere concetti e modalità), influenzata dal filosofo e sociologo francese Michel Foucault tra il 1977 e il 1984 e, in particolare, dalla filosofa statunitense Judith Butler nel 1990.

I teorici che si rifanno all'approccio queer mettono in discussione il concetto di "identità" come qualcosa di relativamente fisso o assegnato agli individui dagli "agenti della socializzazione". Rifacendosi a Foucault, sostengono che il genere e la sessualità non sono qualcosa di oggettivamente reale o "naturale", ma costituiscono solo un "discorso".

Questa filosofia dunque, contesta il sistema di classificazione genere-sesso-orientamento sessuale come ha scritto l'intellettuale e filosofo queer italiano Lorenzo Bernini nel suo saggio Le teorie queer. Un'introduzione del 2017, che postula l'esistenza di due distinti sessi biologici ed in base ad essi definisce il desiderio sessuale. Nella sua prospettiva interpretativa, è al contrario l'obbligo all'eterosessualità a regolamentare il genere come relazione binaria in cui il maschile si differenzia dal femminile attraverso il suo desiderio e le sue pratiche. Non sono quindi, per i queer, i due sessi a definire la distinzione tra l'eterosessualità e l'omosessualità, ma è l'eterosessualità a definire la differenza sessuale, in definitiva: il concetto di orientamento sessuale "non funziona più" non appena si mette in discussione questa interpretazione binaria e i concetti di genere e sesso sono "costruzioni eterosessuali". Per i queer, all'interno del sistema (che è eteronormativo) il gay è pensato come un uomo "cisgenere" eterosessuale attratto da uomini "cisgeneri" eterosessuali, viceversa la lesbica è una donna "cisgenere" etero attratta da donne "cisgeneri" etero. Per Butler l'eterosessualità non produce solo ruoli di genere e sessuali, ma tutto quanto e non ci sarebbe più una coerenza tra sesso e orientamento sessuale, stabilita invece dalla scienza e dalla medicina.

I critici anti-queer sostengono che questa teoria tende a studiare prodotti culturali come film o romanzi ed è priva di supporto empirico; non spiega il radicamento sociostrutturale delle categorie sessuali e di genere nella vita sociale materiale creata dal capitalismo, né la supremazia maschile espressa nel patriarcato. Inoltre, è del tutto possibile che molti sentano la propria identità non come qualcosa di fluido come dicono i queer, o mutabile, ma piuttosto come qualcosa di fisso e stabile. Questa forma di costruzionismo radicale è rimproverata di una sopravvalutazione del grado di apertura delle identità al cambiamento.

Se si demolisce il concetto di orientamento sessuale, come dice lo storico e giornalista italiano Giovanni Dall'Orto, diventa impossibile un movimento LGB o i diritti politici e giuridici di tale comunità, che si basano sulla differenza, seppur paritaria, tra orientamenti, esattamente come, negando realtà ontologica ai due sessi di ogni specie di mammiferi, si rende impossibile il femminismo, che si basa sulla differenza sessuale. In entrambi i casi ciò avviene a vantaggio dei gruppi dominanti (etero, maschi "cisgeneri") assolutamente il più delle volte non toccati da questi dibattiti filosofici accademici, e dall'economia capitalistica stessa. Questo ci guida a capire che non si tratta di errori accidentali, ma del risultato politico voluto fin dall'inizio (vedasi ad esempio il recente neologismo "transfemminismoqueer" o l'invenzione dello "xenofemminismo").

Edited by Aarwangen
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