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[Fumetto classico] Andrea Pazienza


grandguignol

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Scoprii Paz solo un paio di anni fa: l'anno scorso ne approfondii la conoscenza grazie ai quattro volumi monografici in uscita col Corriere della sera.Ecco una sua, seppur succinta, nota biografica:Andrea Pazienza nasce a San Benedetto del Tronto, in provincia di Ascoli Piceno nelle Marche, il 23 maggio 1956.Trascorre l'infanzia tra San Severo, città natale del padre nella piana pugliese, e San Menaio.Nel 1968, a 13 anni si trasferisce a Pescara, dove frequenta il liceo artistico e dove diventa amico di Tanino Liberatore.Nella primavera del 1977 la rivista "Alter Alter pubblica la sua prima storia a fumetti: Le straordinarie avventure di Penthotal.Nell’inverno 1977 partecipa al progetto della rivista underground "Cannibale". E’ tra i fondatori delle riviste "Il Male" e "Frigidaire", e collabora alle più importanti testate giornalistiche del panorama italiano, da Satyricon de "la Repubblica", a Tango de "l’Unità", al quindicinale indipendente "Zut", mentre continua a scrivere e disegnare storie per riviste quali "Corto Maltese" e "Comic Art".Nel 1984 Pazienza si trasferisce a Montepulciano. Qui realizza alcune delle sue opere più importanti, come Pompeo e Zanardi. Collabora a varie iniziative editoriali fra cui L’Agenda Verde della Lega per l'Ambiente.Muore nel giugno 1988 a Montepulciano.Non si limita ai fumetti, ma spazia in tutti i generi della grafica e dell'illustrazione, realizzando manifesti cinematografici (come quello per La città delle donne di Fellini nel 1980, copertine di dischi (come Robinson di Roberto Vecchioni), campagne pubblicitarie.Lavora anche per il teatro con la realizzazione di locandine e scenografie.Renato de Maria, nel 2001, girò il film Paz!, ispirato ai fumetti di Pazienza.Se ci altri fan di Paz... Si facciano avanti. ^^'In caso contrario, ovviate al più presto a questa grave mancanza. :PEdito e allego questa piccola immagine; spero nessuno me ne voglia... :love:

paz18g.jpg

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Sono felice che qualcuno ricordi Paz. E non mi riferisco solo al Forum, ma anche all’esterno, dove Andrea è stato praticamente messo da parte, nonostante i non pochi devoti ammiratori e nonostante l’enorme messe di libri, film, eventi a lui dedicati (spesso frutto di sciacallaggio, purtroppo).Vorrei intervenire con un post tecnico e asettico, ma non posso perché Andrea significa troppo per me. Potrei dire che è una delle persone che hanno maggiormente influenzato la mia vita.Me lo indicavano per strada, col misto di ammirazione per il compaesano che aveva avuto successo all’estero e di disapprovazione per il fatto che si trattasse di un artista… per di più di una forma d’arte non ancora riconosciuta come tale, il fumetto… per di più (ancora) di un tipo di fumetto che nulla aveva da spartire con il fumetto “politicamente corretto” cui l’Italia era abituata, l’unico che potesse tollerare… Poi, quando si seppe che era un “drogato”, l’ammirazione cedette del tutto alla disapprovazione… “Eh, Andrea è sempre stato un ragazzo difficile… C’era da aspettarselo… E poi, si sa, gli artisti sono tutti drogati…” dicevano, senza rendersi conto che nell’Italia di quegli anni morivano di droga anche i loro bei figli beneducati, non solo gli “artisti”.C’era anche la compassione, nei confronti del professore Pazienza, il padre di Andrea, che insegnava educazione artistica alle Palmieri, lui sì che era una persona per bene, era anche un pittore vero, che disgrazia avere un figlio come quello, che dà tante soddisfazioni ma che ti rovina anche la vita… Credo che una buona parte dell’ostracismo di mio padre nei confronti della mia carriera artistica sia derivata dall’esempio “negativo” del cugino Andrea: gli artisti muoiono di fame, ma se per caso hanno successo muoiono lo stesso di droga. Quando diedi scandalo annunciando che mi ribellavo, che abbandonavo lo studio dell’informatica per studiare al DAMS (la stessa “scuola di drogati” che aveva fatto Andrea), una persona a me cara, mi prese per un orecchio, mi trascinò davanti alla tomba di Andrea e mi chiese gridando se volevo finire così.Sì, volevo finire così. Nel senso che, come lui, ero semplicemente nato per fare una determinata cosa nella vita e nient’altro… e che, come lui, volevo riuscire a farla. Bene. Inoltre, come lui, volevo andarmene da quello schifo di paese e non tornare se non per vedere l’invidia sulla faccia di coloro che mi avevano reso la vita impossibile. Ma non volevo certo finire come lui nell’ALTRO senso: volevo vivere sì d’arte, ma lungamente e felicemente. Questa è la mia scommessa. Per adesso, pare che io stia vincendo… ma non si sa mai… Andrea è spesso in cima alle mie riflessioni su me stesso.Era un ragazzo altissimo, atletico, imponente. Un fascino irresistibile, una allegria incontenibile, una energia inesauribile, una fantasia ineguagliabile. Bisogna averlo conosciuto per capirlo. Era travolgente, si entusiasmava per le cose, si lanciava nelle idee… Se, camminando per strada, si trovava davanti un’auto parcheggiata, lui non la aggirava: ci passava sopra, pur di non deviare dal suo cammino.pazcuscinozm1.jpgE’ difficile riuscire a capire come quello stesso dio del sole potesse avere dentro di sé tanta oscurità, tanto impulso autodistruttivo, tanta angoscia esistenziale. La sua morte non è stata solo una conseguenza del successo. Il suo sguardo sulla vita andava più in profondità di quello degli altri. Questo lo ha distrutto… ma ha anche fatto di lui uno dei più grandi artisti della storia d’Italia… e non solo, mi verrebbe da dire.Si sentiva “tagliato fuori”, eppure era al centro delle cose. Il mondo onirico dello sconfitto Pentotal hanno spiegato all’Italia – a quella che voleva capire – cosa stava accadendo ai suoi giovani. (Quelli che oggi sono adulti, si intende…) Erano gli anni Settanta. Negli anni Ottanta, Zanardi, fratello minore di Penthotal, sarebbe stato il ritratto di una gioventù edonista, spietata, dispersa. (Se la gioventù d’oggi semplicemente rileggesse Penthotal e Zanardi, quanto scoprirebbe su se stessa!) Pompeo… Pompeo è troppo doloroso per parlarne. Preferisco piuttosto soffermarmi un momento su Pertini: perché Paz non era solo disperazione, il suo acuto sguardo sul mondo sapeva anche essere divertente… e la sua satira era a un tempo crudele e tenera, crudele e tenera come solo i bambini sanno essere… E Andrea, in fondo, rimase sempre bambino.pazsebastianooc3.th.jpgChiedo scusa se sono stato così nostalgico ed autoreferenziale… ma è che, solo pochi giorni fa, avevo nel mio Messenger una foto di Andrea… e tutti l’hanno scambiato per me. Non posso essere, pensare, dire, fare senza dovermi confrontare con lui.

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D'accordo, mi faccio avanti! :)Sono un fan di Pazienza da quando ho diciassette anni: l'ho letto e riletto tutto infinite volte.E' un riferimento culturale immancabile per la storia dell'arte contemporanea italiana... non so cosa aggiungere... una tappa incredibile per la mia formazione? Un'emozione inaspettata, ogni volta?

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ho letto una raccolta di fumetti l'anno scorso...mi piace anche perchè trovo particolarmente strani il suo modo di disegnare e la storia...ma non l'ho mai approfondito.

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Ottimo! :)Speravo qualcuno si facesse avanti.In giro per la rete esistono moltissimi filmati su Pazienza.Ve ne propongo solo due, anche per non appesantire troppo il topic, sperando di far cosa gradita.

Paz legge Paz.
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Nemmeno io l'ho visto.Seppi dell'esistenza di film più o meno quando stavo leggendo l'edizione critica di Zanardi.Prima di vederlo voglio comunque essere sicuro di aver letto tutto ciò che di Pazienza è disponibile al momento, visto che alcune cose non sono ancora riuscito a procurarmele.Ma, forse, chiedo un po' troppo...

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Io l'ho visto. Ma non riesco a farmene un'idea. La sceneggiatura in sé è ottima (segue le vicende di Penthotal, Zanardi e Fiabeschi) e il film è ben rifinito. Non mi sento di stroncarlo, visti gli adattamenti che circolano di ogni cosa. La riproduzione delle vignette e la somiglianza degli attori in carne ed ossa ai personaggi, poi, è maniacale e sorprendente. Però l'atmosfera non è la stessa... Dato che sono troppo coinvolto, non riesco a stabilire lucidamente se si tratta di una remora del film o di una insoddisfazione che avrei avuto comunque davanti a un film qualsiasi.

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Una volta aperto il discorso sul Paz non riesco a chiuderlo facilmente.Ho già postato un suo quadro e una sua foto. Stasera vi offro altri due microesempi della sua arte,.delle sue due facce, dei suoi infiniti stili.La tragedia esistenziale.pazfigliolprodigo6zc.th.jpgL'umorismo surreale.pazstoriaitalia9bl.th.gif

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