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La mia storia.


Berni23

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Non so se sia questa la sezione più adatta, per cui chiedo perdono se così non fosse. Vorrei parlarvi della mia situazione. Sono un ragazzo gay, dichiarato con un paio di amici, e che ha avuto una storia con un ragazzo, conclusa ormai un anno fa. Mi sono accettato, forse lo sto ancora facendo del tutto, ma sono consapevole del mio orientamento, ne parlo liberamente con questi due amici, e con loro mi sfogo e parlo di tutto ciò di cui non posso parlare con qualcun'altro. Ma sto vivendo un momento difficile, anche se si tratta di un periodo piuttosto lungo, in cui momenti di quiete si sono alternati a momenti di instabilità. Ma mai come adesso. 

Parto dall'inizio. Due anni fa, verso dicembre, io ed il mio ragazzo (quello di cui sopra) decidemmo, cosa che a posteriori mi rendo conto fu una stronzata, di andare tre giorni da soli a Firenze. Nessuno dei due era dichiarato con la propria famiglia, ma solo con un paio di amici. Inventammo che lui era un ragazzo della mia stessa scuola, con cui condividevo la passione per la fotografia, e che da un pò mi aveva chiesto ripetizioni di matematica. Mia madre e mia sorella erano scettiche, non avendolo mai visto ne sentito, ma si fidarono. Accadde ovviamente l'irreparabile: mia madre e mia sorella, non fidandosi, frugarono nella mia camera, e trovarono una piccola lettera che lui mi aveva scritto, per il primo mese insieme (sdolcinati, già). Mia sorella mi chiamò, noi eravamo appena arrivati, e mi crollò il mondo addosso. Mi disse che mia madre era scoppiata a piangere, che lei non voleva crederci, che non lo avrebbe accettato, e cosi via. Io piansi come poche volte nella vita, e litigai anche con il mio ragazzo. Chiamai mia madre, negai spudoratamente, e decisi di tornare a casa, visto che non sarei comunque riuscito a stare lì, sapendo la situazione che si era creata. Il rapporto con il mio ragazzo si complicò, da quel giorno. Il problema vero nacque però dopo: mia sorella sapeva la verità, ma si ostinó a dirmi che "secondo me è una fase, non ci pensare, vedrai che passa". Mi rendo conto che qui fui stupido: glielo lasciai credere. Gli lasciai credere che ero confuso, che non lo sapevo neanche io, che avrei lasciato stare. Non fu così: continuammo a vederci, ma le mie già enormi paranoie riguardo l'essere scoperti si fecero insostenibili, e portarono ad una rottura definitiva. 

La situazione in cui mi trovo è quindi questa, da ormai un anno a questa parte: mi sento in trappola. Studio lontano da casa, ma ho la fobia che, se provassi a conoscere qualcuno, accadrebbe di nuovo tutto quanto. Con mia sorella non ne ho più parlato, mia madre ogni tanto se ne esce con frasi del tipo "Sai, ogni tanto ci ripenso, mica è facile". Ho paura che mia sorella mi faccia passare nuovamente un periodo del cazzo, che mia madre e mio padre mi rifiutino (visto che le premesse, almeno per lei, non sono state per nulla incoraggianti), e addirittura ho paura nel fare coming out con il resto dei miei amici. Tutto questo mi sta condizionando in una maniera assurda, e mi rendo conto che facendo cosi ho perso (e sto perdendo) solo del tempo prezioso, in cui avrei potuto fare amicizie, condividere esperienze, trovare una persona con cui vivere l'amore. Non so cosa fare, come scrollarmi di dosso questa perenne "paura di vivere". I miei due amici, per quanto mi siano vicini e siano spesso la mia ancora di salvezza, non possono fare altro se non starmi vicino. Vi siete mai trovati in questa situazione? Come ne siete usciti? Cosa potrei fare, anche a piccoli passi, per liberarmi di questo peso? 

Ps: so che penserete che molte delle mie azioni sono state sbagliate, e ne sono consapevole. Sono stato, e probabilmente lo sono ancora oggi, un ragazzo ingenuo, pieno di paure, che pur di sopravvivere si accontenta di rimanere confinato in una bolla. Ma non ne posso più, perché sto male, psicologicamente e fisicamente, per questa situazione. Non riesco ad essere me stesso, senza aver paura che il mondo magicamente si sgretoli. Se mi confido qui, è perché presuppongo ci sia gente che ha sofferto, o soffre tutt'ora, per una situazione simile, e che ne è uscita a testa alta, orgogliosa della propria persona. Grazie per la pazienza. 

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Cerca di riuscire a fregartene di quel che  pensa la tua famiglia.

che succederebbe in pratica  se tu ti fidanzassi con un ragazzo secondo te ?

Se tua mamma piange lasciala piangere o mandala da uno psicologo a sfogarsi e chiarirsi le idee.

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1 hour ago, marco7 said:

Cerca di riuscire a fregartene di quel che  pensa la tua famiglia.

che succederebbe in pratica  se tu ti fidanzassi con un ragazzo secondo te ?

Se tua mamma piange lasciala piangere o mandala da uno psicologo a sfogarsi e chiarirsi le idee.

Semplicemente, non mi accetterebbero. Il fatto che sia originario di un piccolo paesino, in cui la mentalità rimane chiusa nonostante il continuo evolversi del mondo, non aiuta. 

8 minutes ago, Sorgesana said:

Si anche secondo me devi imparare a fregartene del giudizio della gente soprattutto se aspiri a diventare asociale.

Beh, diciamo che diventare asociale non è proprio la mia più grande aspirazione... ?

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Sei troppo dipendente dal giudizio della tua famiglia, se è in grado di condizionarti pure a centinaia di chilometri di distanza.

La tua fobia è del tutto irrazionale come lo sono tutte le fobie. Se sei in una città lontana e vivi le tue esperienze e i tuoi amori, a meno che tu non li condivida platealmente sui social, loro non verranno mai a saperlo. La tua infelicità in questo momento non dipende dalla tua famiglia, ma dalla fobia irrazionale che possano scoprirti anche se vivono da tutt'altra parte. Fobia che ti causa quella che tu definisci "paura di vivere". 

Il discorso non è tanto diverso da quello che si potrebbe fare a riguardo della fobia del volo o, che ne so, quella degli spazi stretti. Tentare di razionalizzare non so quanto possa essere utile. Al massimo puoi consultarti con un psicologo, che potrebbe essere utile se adeguato.

Al di là dello psicologo ti direi semplicemente di buttarti, senza pensarci troppo. Magari con un approccio graduale, ma non c'è molto altro che tu possa fare. Nessuno ti dice di entrare nella prima disco gay che becchi, ma uscire a fare una passeggiata e prendere un caffè con un altro ragazzo conosciuto ad esempio sulle chat d'incontri non è niente di trascendentale (poi certo, non è così immediato trovare gente che non cerchi solo sesso su queste chat ma neanche così difficile). Una volta che uscirai dalla tua "(dis)comfort zone", comincerai a cambiare assetto mentale e capire che le tue paure sono infondate. 

Prima o poi dovrai comunque affrontare la tua famiglia, ma in questo momento è proprio l'ultima cosa a cui devi pensare. 

Edited by Uncanny
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18 minutes ago, Uncanny said:

Sei troppo dipendente dal giudizio della tua famiglia, se è in grado di condizionarti pure a centinaia di chilometri di distanza.

La tua fobia è del tutto irrazionale come lo sono tutte le fobie. Se sei in una città lontana e vivi le tue esperienze e i tuoi amori, a meno che tu non li condivida platealmente sui social, loro non verranno mai a saperlo. La tua infelicità in questo momento non dipende dalla tua famiglia, ma dalla fobia irrazionale che possano scoprirti anche se vivono da tutt'altra parte. Fobia che ti causa quella che tu definisci "paura di vivere". 

Il discorso non è tanto diverso da quello che si potrebbe fare a riguardo della fobia del volo o, che ne so, quella degli spazi stretti. Tentare di razionalizzare non so quanto possa essere utile. Al massimo puoi consultarti con un psicologo, che potrebbe essere utile se adeguato.

Al di là dello psicologo ti direi semplicemente di buttarti, senza pensarci troppo. Magari con un approccio graduale, ma non c'è molto altro che tu possa fare. Nessuno ti dice di entrare nella prima disco gay che becchi, ma uscire a fare una passeggiata e prendere un caffè con un altro ragazzo conosciuto ad esempio sulle chat d'incontri non è niente di trascendentale (poi certo, non è così immediato trovare gente che non cerchi solo sesso su queste chat ma neanche così difficile). Una volta che uscirai dalla tua "(dis)comfort zone", comincerai a cambiare assetto mentale e capire che le tue paure sono infondate. 

Prima o poi dovrai comunque affrontare la tua famiglia, ma in questo momento è proprio l'ultima cosa a cui devi pensare. 

Si, mi sto rendendo conto che il loro giudizio conta molto per me... E capisco che questo sia diventato molto negativo, ora come ora. Sono sempre stato uno di quelli che riflette e cerca di pianificare tutto, ma buttarsi credo sia davvero una delle poche (se non l'unica) soluzione. Ti ringrazio per il consiglio, davvero. 

Edited by Berni23
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3 hours ago, Berni23 said:

forse lo sto ancora facendo del tutto

Tutto qui, il resto non conta

Sei a metà di un percorso di accettazione altrimenti non saresti tornato indietro dalla tua gita a Firenze, non diresti che i tuoi si fidano di te smentendoti il rigo dopo e scrivendo che hanno frugato fra le tue cose perchè non si fidavano ed infine non ti sentiresti in trappola pur studiando lontano da casa, quando i tuoi hanno già capito tutto ciò che c'era da capire.

Evidentemente ti sei accettato solo parzialmente, se questo corrisponda poi ad un dato più generale della tua personalità ( tu parli di una "paura di vivere" ) o sia solo il risvolto di un processo di accettazione rimasto a metà non lo so, alcune persone quando si accettano del tutto si scrollano di dosso questa paura perchè di fatto è il prodotto di un senso di colpa e di una punizione autoinflitta, legata all'omosessualità. Altre no.

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22 minutes ago, Hinzelmann said:

Tutto qui, il resto non conta

Sei a metà di un percorso di accettazione altrimenti non saresti tornato indietro dalla tua gita a Firenze, non diresti che i tuoi si fidano di te smentendoti il rigo dopo e scrivendo che hanno frugato fra le tue cose perchè non si fidavano ed infine non ti sentiresti in trappola pur studiando lontano da casa, quando i tuoi hanno già capito tutto ciò che c'era da capire.

Evidentemente ti sei accettato solo parzialmente, se questo corrisponda poi ad un dato più generale della tua personalità ( tu parli di una "paura di vivere" ) o sia solo il risvolto di un processo di accettazione rimasto a metà non lo so, alcune persone quando si accettano del tutto si scrollano di dosso questa paura perchè di fatto è il prodotto di un senso di colpa e di una punizione autoinflitta, legata all'omosessualità. Altre no.

Si, anche questa ipotesi l'ho considerata. Sto cercando di capire come riuscire a farlo completamente, e forse buttarsi (come ha suggerito @Uncanny) significherebbe fare un passo decisivo. In realtà, andando a Firenze quella volta, feci un grosso passo in avanti, considerando che non avevo mai avuto un ragazzo e lo sapeva a malapena un mio amico. Più volte ho pensato che, se non fosse accaduto nulla, ora non starei cosi. Ma tant'è.

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Secondo me, devi iniziare a conoscere altri ragazzi.. anche perché come ti accorgerai, non è che con il primo che conosci, ci passerai una vita (salvo botte di cxxo ehmm di fortuna). Se e quando troverai il ragazzo giusto, vedrai, ti sentirai più forte e più protetto, e magari affrontare i tuoi famigliari o amici sarà più facile.

 Per cui... intanto, esci e cerca di conoscere altre persone, a cosa farai fra un po’ c’ Sempre tempo ;)

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11 minutes ago, cangrande said:

Secondo me, devi iniziare a conoscere altri ragazzi.. anche perché come ti accorgerai, non è che con il primo che conosci, ci passerai una vita (salvo botte di cxxo ehmm di fortuna). Se e quando troverai il ragazzo giusto, vedrai, ti sentirai più forte e più protetto, e magari affrontare i tuoi famigliari o amici sarà più facile.

 Per cui... intanto, esci e cerca di conoscere altre persone, a cosa farai fra un po’ c’ Sempre tempo ;)

Ahahah si, so che non troverò "l'uomo della mia vita" al primo incontro. Per cui si, penso che proverò a conoscere qualcuno intanto, buttarmi e vedere come va. Grazie ?

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5 hours ago, Berni23 said:

Studio lontano da casa

Parti da questo. Hai il privilegio di curare la tua vita senza preoccuparti troppo della famiglia, almeno per il momento.

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4 minutes ago, Bloodstar said:

Parti da questo. Hai il privilegio di curare la tua vita senza preoccuparti troppo della famiglia, almeno per il momento.

Si, lo so. Infatti mi infastidisce questo mio ostinarmi ad avere paura anche lontano da casa. Cercherò di migliorare. 

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Se anteponi la paura allo star bene e vivere gaiamente non sei diverso da uno che si sciacqua nel fiume gange :aha: la paura si supera, l'accettazione si accetta e l'amore si vive. 

finché non accetti quello che sei prima tu e impensabile che lo facciano in famiglia e difficilmente raggiungerai il nirvana.  

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Capricorno57
8 hours ago, Berni23 said:

Sono sempre stato uno di quelli che riflette e cerca di pianificare tutto

non è vero: il pianificatore non lascia bigliettini in giro, ma li scannerizza e li distrugge! tanto meno lascerà che i babbani abbiano libero accesso a pc e smartphone, mai, nemmeno quel minuto in cui fai pipì! 

Ora c'è da pianificare che Tu sei il numero uno, che il parere della famigliola è irrilevante e che il target è cercare e trovare un ragazzo decente con cui condividere un pezzetto di vita.

Auguri   B)

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13 hours ago, Berni23 said:

In realtà, andando a Firenze quella volta, feci un grosso passo in avanti

Certo, questo non intendevo negarlo, tanto è vero che sei a metà strada del percorso ed in fondo sei ancora giovanissimo

Tutti i ragazzi omosessuali penso che abbiano avuto della paura al manifestarsi delle prime pulsioni omoerotiche, poi non tutti hanno dei familiari che frugano nella stanza del figlio perchè a 18 anni vuol farsi una gita di tre giorni con un amico ( tu dici di aver fatto una stronzata, ma nella realtà sono loro che sono un po' folli...) e in un mondo ideale un figlio che è timoroso andrebbe incoraggiato, dovrebbe trovare supporto, ma purtroppo le cose non stanno ancora così.

La trappola in cui ci si viene a trovare, scaturisce dal fatto che costituendo l'omosessualità una fonte di paure irrazionali uno finisce da un lato per intimorirsi di più dall'altro per incarnare agli occhi dei suoi il "bravo ragazzo" per ottenerne l'approvazione, così facendo finisci per dipenderne in una fase della vita in cui dovrebbe contare progressivamente di più l'opinione degli amici ( ma sono amici etero quindi amici di cui non ti puoi fidare etc ). Ti devi dire però che questo circolo vizioso è definitivamente interrotto dal fatto che ora stai lontano, era un meccanismo difensivo che aveva senso quando vivevi in paese.

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LocoEmotivo
14 hours ago, Berni23 said:

Sto cercando di capire come riuscire a farlo completamente

Fottitene.
Anche se non è vero.
Anche se ti fa male.
Anche se non ti senti stabile e saldo.
Fottitene. Fai vedere che te ne fotti. Trova in te stesso la forza che l'ambiente e le persone intorno non ti forniscono.
Sarai probabilmente attaccato da ogni parte e dovrai far vedere che eri già pronto in assetto di guerra  e che nessuno ha il diritto di dirti come devi vivere, chi devi amare e cosa devi essere.
Un buon modo potrebbe essere quello di auto-denunciarti sui social, di esporti in maniera provocatoria ben sapendo che tutta la tua rete di contatti saprà cosa hai scritto, cosa stai seguendo e a chi hai messo "Mi piace".
Il nicodemismo può andar bene come momento intermedio: tu vorresti vivere la tua vita così? Vorresti spendere tutto questo tempo in relazioni clandestine, amori nascosti, bugie? Non preferiresti divertirti come un matto in prima fila al prossimo Pride, limonando un ragazzo carino in diretta tv?
Se vorrai intraprendere questa rivoluzione personale, dovrai essere ben saldo nella tua idea - ma considera che, inaspettatamente, qualcuno ti dirà che è con te. Che ti supporta. Che ammira il tuo coraggio. Insomma, preparati anche a ricevere qualche feedback positivo ?

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Ma che te ne frega? Oramai lo sanno gli piaccia o no è un problema loro.

Se non ti va di affrontare l argomento fai la tua vita ma che senso ha a questo punto nascondere ? Vuoi solo farti del male

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14 hours ago, Capricorno57 said:

non è vero: il pianificatore non lascia bigliettini in giro, ma li scannerizza e li distrugge! tanto meno lascerà che i babbani abbiano libero accesso a pc e smartphone, mai, nemmeno quel minuto in cui fai pipì! 

Ora c'è da pianificare che Tu sei il numero uno, che il parere della famigliola è irrilevante e che il target è cercare e trovare un ragazzo decente con cui condividere un pezzetto di vita.

Auguri   B)

Già, diciamo che ci ho sempre provato e che, dopo questo evento, sicuramente ho migliorato la sicurezza ahaha.

Per il resto si, so che è quello che dovrò fare, e sto cercando di arrivarci.

6 hours ago, Hinzelmann said:

Certo, questo non intendevo negarlo, tanto è vero che sei a metà strada del percorso ed in fondo sei ancora giovanissimo

Tutti i ragazzi omosessuali penso che abbiano avuto della paura al manifestarsi delle prime pulsioni omoerotiche, poi non tutti hanno dei familiari che frugano nella stanza del figlio perchè a 18 anni vuol farsi una gita di tre giorni con un amico ( tu dici di aver fatto una stronzata, ma nella realtà sono loro che sono un po' folli...) e in un mondo ideale un figlio che è timoroso andrebbe incoraggiato, dovrebbe trovare supporto, ma purtroppo le cose non stanno ancora così.

La trappola in cui ci si viene a trovare, scaturisce dal fatto che costituendo l'omosessualità una fonte di paure irrazionali uno finisce da un lato per intimorirsi di più dall'altro per incarnare agli occhi dei suoi il "bravo ragazzo" per ottenerne l'approvazione, così facendo finisci per dipenderne in una fase della vita in cui dovrebbe contare progressivamente di più l'opinione degli amici ( ma sono amici etero quindi amici di cui non ti puoi fidare etc ). Ti devi dire però che questo circolo vizioso è definitivamente interrotto dal fatto che ora stai lontano, era un meccanismo difensivo che aveva senso quando vivevi in paese.

Si, infatti la cosa che mi da forza è che so di non essere l'unico, e per quanto sia una fase delicata e difficile, quasi (se non tutti) gli omosessuali ci sono passati o ci passeranno (poi certo, dipende dalla famiglia, dall'ambiente etc.). Cercherò di pensare meno e di lasciarmi andare un pò di più, a piccoli passi, ma verso un risultato più grande. 

6 hours ago, LocoEmotivo said:

Fottitene.
Anche se non è vero.
Anche se ti fa male.
Anche se non ti senti stabile e saldo.
Fottitene. Fai vedere che te ne fotti. Trova in te stesso la forza che l'ambiente e le persone intorno non ti forniscono.
Sarai probabilmente attaccato da ogni parte e dovrai far vedere che eri già pronto in assetto di guerra  e che nessuno ha il diritto di dirti come devi vivere, chi devi amare e cosa devi essere.
Un buon modo potrebbe essere quello di auto-denunciarti sui social, di esporti in maniera provocatoria ben sapendo che tutta la tua rete di contatti saprà cosa hai scritto, cosa stai seguendo e a chi hai messo "Mi piace".
Il nicodemismo può andar bene come momento intermedio: tu vorresti vivere la tua vita così? Vorresti spendere tutto questo tempo in relazioni clandestine, amori nascosti, bugie? Non preferiresti divertirti come un matto in prima fila al prossimo Pride, limonando un ragazzo carino in diretta tv?
Se vorrai intraprendere questa rivoluzione personale, dovrai essere ben saldo nella tua idea - ma considera che, inaspettatamente, qualcuno ti dirà che è con te. Che ti supporta. Che ammira il tuo coraggio. Insomma, preparati anche a ricevere qualche feedback positivo ?

Questo è il passo più difficile, almeno per me. Fottermene, di qualsiasi cosa, è sempre stato complicato, in qualsiasi ambito. Questo continuo adeguarmi alle regole, non fare mai una stronzata, mi condiziona anche oggi. Ma no, non voglio e non posso continuare così. E prima lo capirò, prima inizierò a fregarmene. Quei feedback positivi arriveranno, prima o poi. Grazie ?

14 minutes ago, Iron84 said:

Ma che te ne frega? Oramai lo sanno gli piaccia o no è un problema loro.

Se non ti va di affrontare l argomento fai la tua vita ma che senso ha a questo punto nascondere ? Vuoi solo farti del male

Già, so che non dovrebbe fregarmene. Ma non per tutti è facile, sono sempre stato legato alla mia famiglia, e tutto quello che è accaduto si è materializzato in un momento in cui non ero assolutamente pronto perchè lo scoprissero. Sono stato ingenuo nel negare? Probabilmente si. Ma non so quanti avrebbero avuto la forza di dirlo e basta... 

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Guarda che io a 34 anni non ho fatto co quindi sono l ultimo a poter parlare ma anche non avendolo fatto non significa che mi nascondo.

Un conto è non avere il coraggio di farlo altro è cercare che gli altri non pensino che tu sia gay. È molto diverso in più, aggiungo, tu vorresti stare nel secondo caso ma di fatto già non ne fai più parte. Quindi ok negarlo ma che lo nascondi a fare ?

Sai cosa è inquietante ? È la sistematica e violenta violazione della tua privacy che tu consentì alla tua famiglia.

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LocoEmotivo
26 minutes ago, Iron84 said:

Sai cosa è inquietante ? È la sistematica e violenta violazione della tua privacy che tu consentì alla tua famiglia.

Concordo in pieno, anche se il nostro @Iron84 è un'inguaribile velatah.

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20 hours ago, Berni23 said:

mi infastidisce questo mio ostinarmi ad avere paura anche lontano da casa. Cercherò di migliorare. 

comincia con l'eliminare questi cazzo di sensi di colpa cretini.

anche perchè non hai NULLA di cui doverti vergognare

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Io non dovrei aver diritto di parlare in quanto, ahimè mi faccio fin troppi problemi a volte [emoji54], ma cerca di vivere la tua vita liberamente senza preoccuparti del giudizio e opinione altrui.

Anni fa quando ho conosciuto il mio ex ho iniziato a frequentarlo giorno e notte, sempre via in vacanza assieme, passare tutto il tempo libero assieme e gli altri della compagnia vedevano che eravamo sempre assieme. Magari a volte mi ponevo qualche problema a riguardo, però di fatto me ne fregavo e vivevo la mia vita con lui.

Poi vabbè, quando ho detto ai miei che sarei andato a vivere con lui, mi hanno chiesto se per caso dovessi dirgli qualcosa[emoji38]

E anche adesso per certe scelte, che poi mi stanno incasinando e non so dove mi porteranno [emoji848], mi pongo il problema "chissà cosa pensano gli altri" però cerco di infischiarmene, e ci sto riuscendo discretamente, e fare quello che ritengo giusto per me...

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Potresti provare con un approccio aut-aut. Qualcosa di violento, di inusuale, uno scontro diretto faccia a faccia, qualcosa che non fa assolutamente per te, che non ha nulla a che vedere con la tua persona. Qualcosa che non hai mai osato fare prima. Potresti arrabbiarti.

Potresti scontrarti con tua sorella, la prossima volta che si permette di decidere che cosa va bene e che cosa non è appropriato nella tua vita, invece che assecondarla. Potresti inveire esplicitamente contro tua madre, la prossima volta che utilizza ricatti psicologici per tenerti sotto controllo, invece che cascarci. Potresti mettere un limite. Potresti impadronirti dell'autorità ad avere l'ultima parola su te stesso.

Sei autorizzato a farlo. E' una questione di sopravvivenza psicologica. La rabbia buona, la rabbia della pulsione di vita, deve obbligatoriamente sgorgare dall'animale braccato e messo all'angolo, altrimenti questi soccombe.

Penso sia il momento giusto, nella tua vita, che tu accetti l'istinto a vivere e che tu esprima la rivendicazione ad essere un essere umano diverso dai violenti desideri di annichilimento che nutre la tua famiglia nei tuoi confronti.

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11 hours ago, Sampei said:

Potresti provare con un approccio aut-aut. Qualcosa di violento, di inusuale, uno scontro diretto faccia a faccia, qualcosa che non fa assolutamente per te, che non ha nulla a che vedere con la tua persona. Qualcosa che non hai mai osato fare prima. Potresti arrabbiarti.

Potresti scontrarti con tua sorella, la prossima volta che si permette di decidere che cosa va bene e che cosa non è appropriato nella tua vita, invece che assecondarla. Potresti inveire esplicitamente contro tua madre, la prossima volta che utilizza ricatti psicologici per tenerti sotto controllo, invece che cascarci. Potresti mettere un limite. Potresti impadronirti dell'autorità ad avere l'ultima parola su te stesso.

Sei autorizzato a farlo. E' una questione di sopravvivenza psicologica. La rabbia buona, la rabbia della pulsione di vita, deve obbligatoriamente sgorgare dall'animale braccato e messo all'angolo, altrimenti questi soccombe.

Penso sia il momento giusto, nella tua vita, che tu accetti l'istinto a vivere e che tu esprima la rivendicazione ad essere un essere umano diverso dai violenti desideri di annichilimento che nutre la tua famiglia nei tuoi confronti.

Potrebbe essere un approccio diverso, si. Provare a tirare fuori gli artigli nel momento del bisogno... Ti ringrazio.

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On 6/24/2018 at 3:21 PM, Berni23 said:

ho la fobia che, se provassi a conoscere qualcuno, accadrebbe di nuovo tutto quanto. [...] Ho paura che mia sorella mi faccia passare nuovamente un periodo del cazzo, che mia madre e mio padre mi rifiutino (visto che le premesse, almeno per lei, non sono state per nulla incoraggianti), e addirittura ho paura nel fare coming out con il resto dei miei amici. Tutto questo mi sta condizionando in una maniera assurda, e mi rendo conto che facendo cosi ho perso (e sto perdendo) solo del tempo prezioso, in cui avrei potuto fare amicizie, condividere esperienze, trovare una persona con cui vivere l'amore.

In realtà la maggior parte delle nostre paure sono irrazionali, quindi ti capisco perfettamente...

Detto questo, e premettendo che non sono la persona più adatta a dare consigli sull'argomento visto che nemmeno io ho fatto c.o. in famiglia (sono dichiarato solo con alcuni amici), da come ne parli mi sembra che tu non abbia "semplicemente" delle difficoltà ad accettarti, ma che ti faccia una colpa della tua omosessualità, forse anche a causa del contesto ambientale in cui sei cresciuto... potrebbe essere un'impressione sbagliata ma, se così non fosse, per me il primo passo da fare è capire che non hai niente che non va, che non sei "sbagliato", e che anche tu, come tutti, hai il diritto di essere felice ?

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