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I numeri di due anni di unioni gay in Italia


Fabius81

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Riporto la cartina del settimanale Wired che fa un bilancio sui "matrimoni" gay in Italia a due anni esatti dall'entrata in vigore della legge. Come spiega il giornale il numero di unioni è abbastanza simile a quello della Spagna, altro paese cattolico, ma, incredibilmente, di pochissimo inferiore al numero di Olanda e Irlanda, due tra le nazioni più secolarizzate d'Europa

https://www.wired.it/attualita/politica/2018/05/23/andamento-unioni-civili/

il numero più alto di unioni si ha nella provincia di Milano (25 ogni 100 mila residenti), seguita da Firenze (24/100 mila), Bologna (22/100 mila), Lucca (22/100 mila) e due provincie abbastanza a sorpresa ovvero La Spezia (21/100 mila) e Sassari (20/100 mila) e ancora più a sorpresa di tutte nella rurale e cattolicissima Udine (20/100 mila).  All'ultimo posto Crotone che alla fine del 2017 non aveva ancora registrato nessuna unione civile.

Sorprendono in negativo i dati di due zone storicamente friendly ovvero Napoli (6/100 mila) e Catania (2/100 mila).

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La percentuale rispetto ai matrimoni dell'1,8% dell'articolo riguarda solo le unioni celebrate in Italia, se si aggiungono le registrazioni di matrimoni tenutisi all'estero sale al 2,4%. Un ottimo dato considerando che in molti preferiscono vivere nell'ombra, in particolare al Sud. 

P.S. Irlanda tra le nazioni più secolarizzate d'Europa e Udine rurale e cattolicissima non si può proprio sentire. 

Edited by Uncanny
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L'unione civile, come del resto il matrimonio, è una certificazione legale dei sentimenti affettivi tra due persone di cui alcuni, anche in ambito eteroerotico, non sentono affatto  il bisogno, mentre altri sono interessati solo ai vantaggi patrimoniali che ne derivano;   pertanto  quante siano le unioni civili ed eventualmente quanti sarebbero i matrimoni, se fosse aperto quest'istituto, è un numero d'interesse sociologico, non certo d'interesse rivendicativo:

per la rivendicazione (dei diritti) è sufficiente la parità dell'accesso agli istituti e la parità nel poterne sostanzialmente usufruire, anche al di là dell'eventuale  differenziazione nominalistica.

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Hinzelmann

A me pare di ricordare che per quanto riguarda la tolleranza su omosessualità nel Nord-Est la classifica fosse Trentino-Alto Adige---Friuli---Veneto

 Al di là del fatto che il Friuli sembra andare meglio dell'Alto Adige, forse stupisce la timidezza del Nord-Ovest

Ci si poteva aspettare forse qualcosa di più da Torino e Genova

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11 hours ago, Sorgesana said:

La Spagna ha 20 milioni in meno di abitanti dell'Italia e l'Olanda ne ha la metà della spagna quasi

Sono ovviamente dati calcolati in percentuale ogni 100 mila abitanti, altrimenti le unioni in Lussemburgo sarebbero pochissime e negli Stati Uniti un'infinità.

11 hours ago, Uncanny said:

P.S. Irlanda tra le nazioni più secolarizzate d'Europa e Udine rurale e cattolicissima non si può proprio sentire. 

Beh insomma Udine è una provincia tra le più estese e quasi totalmente montana, non credo che i piccoli paesi della Carnia siano tanto diversi da quelli dell'Aquilano come mentalità e composizione sociale.

Le zone di montagna sono ancora molto cattoliche (per esempio in Alto Adige ho visto le chiese piene alla domenica), non tanto per questioni ideologiche quanto perchè le parrocchie sono spesso l'unica forma di aggregazione sociale dei piccoli paesi.

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Hinzelmann

@Fabius81

Però in FVG i dati dell'8per mille delineano un calo per la chiesa cattolica fra il 2008 ed il 2017 ( -6,2% ) ed un boom di scelte a favore dello Stato (+82% ) e dei Valdesi ( +117% )  dati che la allineano come regione contributrice fra le più basse

Al primo posto si classifica l'Emilia Romagna ( 66% ) seguono Toscana e Liguria (71% ) e poi c'è il Friuli Venezia Giulia ( 75% )

Un corrispondenza con quella cartina c'è...se consideriamo un elemento concreto come l'8per mille e lo paragoniamo ad un altro elemento concreto il numero di unioni civili

Il Veneto ad esempio è all'82% e la Sicilia al 92%

Stupisce un po' il Piemonte che è al 76% come il Lazio, ma i dati di Torino non sono buoni come a Roma o come a Udine

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davydenkovic90
On 5/25/2018 at 10:40 PM, Uncanny said:

La percentuale rispetto ai matrimoni dell'1,8% dell'articolo riguarda solo le unioni celebrate in Italia, se si aggiungono le registrazioni di matrimoni tenutisi all'estero sale al 2,4%. Un ottimo dato considerando che in molti preferiscono vivere nell'ombra, in particolare al Sud. 

Più che altro un ottimo dato se pensiamo che si stima che gli omosessuali siano l'1-2% della popolazione. 

On 5/26/2018 at 12:14 AM, Mario1944 said:

L'unione civile, come del resto il matrimonio, è una certificazione legale dei sentimenti affettivi tra due persone di cui alcuni, anche in ambito eteroerotico, non sentono affatto  il bisogno, mentre altri sono interessati solo ai vantaggi patrimoniali che ne derivano;   pertanto  quante siano le unioni civili ed eventualmente quanti sarebbero i matrimoni, se fosse aperto quest'istituto, è un numero d'interesse sociologico, non certo d'interesse rivendicativo:

per la rivendicazione (dei diritti) è sufficiente la parità dell'accesso agli istituti e la parità nel poterne sostanzialmente usufruire, anche al di là dell'eventuale  differenziazione nominalistica.

Cazzata.

Chi si opponeva (e si oppone, e si opporrà) alle unioni civili lo fa dicendo - tra le altre cose - che "ai gay non interessano queste cose" e, invece, le percentuali dimostrano che ai gay interessano tanto quanto agli etero, e che quindi la battaglia è stata giusta e la legge è importante. E da questo presupposto si può partire per arrivare, prima o dopo tanto succederà, al matrimonio egualitario, affinché  quei bambini che hanno due papà o due mamme siano trattati esattamente come gli altri

Edited by davydenkovic90
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6 hours ago, davydenkovic90 said:

Più che altro un ottimo dato se pensiamo che si stima che gli omosessuali siano l'1-2% della popolazione.

Rimango fedele alla stima del 5%, secondo me la più realistica. 

È uscito qualche giorno fa un sondaggio della Gallup su 340 mila americani secondo cui a essere LGBT è il 4,5% della popolazione. Ipotizzando uno 0,5% di trans, allora c'è un 4% di omosessuali e bisessuali. Tra l'altro è una percentuale che aumenta leggermente ogni anno, segno che sempre meno gente si nasconde e quindi se si aggiungesse il totale del "sommerso" altro che 4%. Fra i soli millenial (nati tra il 1980 e il 1999) a identificarsi come LGBT è ben l'8,1%. 

Comunque, tornando ai dati sulle unioni civili, stupisce in negativo che anche le città e province più grandi e relativamente friendly del Sud come Palermo, Catania, Napoli e Bari abbiano così poche unioni. Ne hanno più in proporzione praticamente tutte le piccole province del Nord, anche quelle da cui si aspetterebbe più chiusura come ad esempio Varese patria leghista. 

Edited by Uncanny
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40 minutes ago, Uncanny said:

Rimango fedele alla stima del 5%, secondo me la più realistica. 

In una cultura ancora prevalentemente omofoba o, al massimo, tollerante stimare il numero di persone con tendenze omoerotiche è difficile, se non impossibile, anche ammesso che l'omoerotismo sia tendenza innata e non sopravvenuta, quali ne siano le cause:

infatti in un ambiente omofobo è logico che la gran parte delle persone tenda a negare anche a sé stesse  eventuali impulsi considerati antisociali o comunque devianti.

Dunque, posto che la percentuale di persone con tendenze omoerotiche esclusive o prevalenti, tali quindi che possano concepire un percorso di vita comune con altre persone dello stesse sesso, è ignota, necessariamente si dovrebbe fare il conto sulle persone "ostentanti" il proprio omoerotismo, cioè, come si dice oggi, sui gay dichiarati:

in questi termini forse la percentuale di persone sposate o di civilmente unite con altre dello stesso sesso è molto simile a quella degli sposati o civilmente uniti con altri  di sesso diverso.

Peraltro, come ho già detto, tutta questa attenzione ai numeri ed alle percentuali di chi accede all'istituto mi sembra eccessiva, se non per curiosità statistica:

un diritto dev'essere concesso o negato in virtù della sua capacità od incapacità di soddisfare esigenze non antigiuridiche di tutti o d'una parte non trascurabile o disprezzabile dei membri d'una  comunità, indipendentemente dal numero di membri di quella comunità che ne usufruiranno realmente ed attualmente.

Edited by Mario1944
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davydenkovic90
7 hours ago, Uncanny said:

Rimango fedele alla stima del 5%, secondo me la più realistica. 

È uscito qualche giorno fa un sondaggio della Gallup su 340 mila americani secondo cui a essere LGBT è il 4,5% della popolazione. Ipotizzando uno 0,5% di trans, allora c'è un 4% di omosessuali e bisessuali. Tra l'altro è una percentuale che aumenta leggermente ogni anno, segno che sempre meno gente si nasconde e quindi se si aggiungesse il totale del "sommerso" altro che 4%. Fra i soli millenial (nati tra il 1980 e il 1999) a identificarsi come LGBT è ben l'8,1%. 

Comunque, tornando ai dati sulle unioni civili, stupisce in negativo che anche le città e province più grandi e relativamente friendly del Sud come Palermo, Catania, Napoli e Bari abbiano così poche unioni. Ne hanno più in proporzione praticamente tutte le piccole province del Nord, anche quelle da cui si aspetterebbe più chiusura come ad esempio Varese patria leghista. 

Be' guarda che 1-2% non è mica poco. Una volta provai a fare una stima (tenendo conto di tutte le variabili) basandomi dei numeri di iscritti a PlanetRomeo. E ripeto, tenendo conto di tutte le variabili (ad esempio non è detto che tutti i gay stiano su planetromeo, ma molti potrebbero comunque avere un profilo, qualcuno potrebbe avere più di un profilo.. ecc. Tuttavia è il metodo più valido perché raccoglie anche i non dichiarati) E il mio risultato ponderato coincideva con l'1-2% della popolazione ,prendendo anche città diverse (anche non italiane) come campione. 

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