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Vittoria del movimento No TAV?


Rotwang

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Luigi Di Maio interviene per dettare la linea del Movimento 5 Stelle e del governo sulla linea ad alta velocità Torino-Lione. «Poteva avere un senso trent’anni fa, ma oggi non più. Andremo a parlare con la Francia, spiegheremo che quell’opera non va fatta, è inutile. E li convinceremo». 

A Ivrea per spiegare il contratto di governo sottoscritto con la Lega, Di Maio fa leva sulle battaglie storiche del Movimento. «Nel contratto ci sono tutte le cinque stelle, tutti i venti punti del programma elettorale. E le nostre battaglie storiche, come quella contro la TAV, che forse è la ragione d’essere stessa del Movimento». L’abolizione della Torino-Lione, che si stima costerebbe due miliardi, era inizialmente stata inserita nella bozza di contratto per poi diventare un più generico impegno a ridiscutere l’opera. 

«Sono molto sorpreso perché sulla TAV, Francia e Italia lavorano da una trentina d’anni. È una questione di sviluppo economico ma anche di una storia ancestrale tra l’Italia del Nord e la nostra regione. Grazie alla Torino-Lione formeremmo una regione tra le più ricche al mondo, senza pari in Europa e al livello della Silicon Valley». Étienne Blanc, è il vicepresidente di centrodestra (Les Républicains) della regione Auvergne-Rhône-Alpes, e ha la delega a seguire e sostenere i lavori della "Lyon-Turin".

Negli ultimi mesi anche in Francia ci sono stati tentennamenti.
«I deputati della République En Marche, il partito di Macron, sono d’accordo con noi, così come il presidente della Repubblica e il governo: vogliamo andare fino in fondo».

Prima dello stop italiano a che punto era la posizione ufficiale della Francia?
«Siamo in attesa della legge d’orientamento delle mobilità (LOI) che comincerà a essere dibattuta all’Assemblea nazionale a luglio, e che deciderà sulle vie di accesso al tunnel da parte francese. Quante farne, e quando. Il rapporto Duron consigliava un rinvio, ma non aspetteremo, al massimo sceglieremo le vie di accesso da costruire subito e penseremo in seguito alle altre. Quanto al tunnel principale, è disciplinato dai trattati internazionali con l’Italia. Andremo fino in fondo».

A che punto sono i lavori?
«Sono stato sul cantiere, è impressionante. Fermarci adesso, dopo che abbiamo già cominciato a scavare, sarebbe uno spreco assurdo. Viste le penali da pagare, per l’Italia sarebbe più costoso interrompere i lavori che proseguirli fino alla fine come concordato».

I contrari, sia in Italia sia in Francia, fanno notare che il traffico dei camion in questi anni è aumentato meno del previsto, e quindi cadrebbe una delle ragioni per costruire il tunnel. 
«È vero in questi anni il traffico dei mezzi pesanti è diminuito, ma è dipeso dalla crisi economica. Ora che c’è la ripresa i Tir ricominciano a ingolfare le montagne. Il tunnel è necessario per questo, e perché rappresenta un potenziale economico straordinario per i due Paesi».

Che accadrà all’Assemblea nazionale se nel frattempo l’Italia si ritira? 
«Continuare senza l’Italia sarebbe impossibile. Ma osservo che da un lato ci sono i Cinque Stelle che dicono fermiamo tutto, dall’altro la Lega che preferirebbe andare avanti. Se devono trovare un accordo, spero che sarà su un compresso che permetta la continuazione dei lavori. Non si può rinegoziare tutto da capo ma si possono fare degli aggiustamenti. Spero che la ragione prevalga, per il bene degli italiani e dei francesi. È paradossale che si dica no proprio a un’opera che dimostra l’utilità concreta dell’Europa, che finanzia in parte l’opera».

Un contratto di governo, posizioni apparentemente inconciliabili sulla Torino-Lione: una mina sotto l’esecutivo M5S-Lega e un fronte di scontro all’interno del centrodestra, dove Forza Italia e Fratelli d’Italia insorgono contro il M5S ma con altrettanta veemenza chiedono al partito di Salvini garanzie sulla TAV, "socio" del nuovo governo.  «Leggetevi il contratto, non c'è il blocco della TAV. Ci sono progetti che saranno riesaminati, alcuni saranno confermati, altri ridiscussi». Lo afferma il leader della Lega Matteo Salvini a Fiumicino.

Oltretutto, si tratta di capire se e cosa, eventualmente, è ancora trattabile a proposito di un’opera di cui si dibatte da decenni, già adeguata rispetto al progetto originale. Mario Virano e Paolo Foietta, rispettivamente presidenti di TELT (Tunnel Euralpin Lyon Turin, responsabile della realizzazione e della gestione della sezione transfrontaliera della linea Torino-Lione) e dell’Osservatorio sulla Torino-Lione, concordano su un punto: il tunnel di base, di cui sono già stati scavati una trentina di chilometri, non è trattabile. Al massimo si può fare qualche ragionamento sulle tratte nazionali, cosa che peraltro si sta facendo in Francia e pure in Italia.

Sarebbe dunque impossibile sospendere i lavori senza pagare un costo rilevante in termini di risorse spese inutilmente, fondi da restituire all’Unione europea, costi di ripristino dei luoghi, eventuali penali per i contratti in corso. Le prime stime parlano di due miliardi di euro, ma queste cifre non tengono conto né della perdita dei contributi della UE (circa 2,4 miliardi), né del danno in termini di prestigio per l'Italia che straccerebbe unilateralmente un trattato internazionale con la Francia e azzererebbe una delle opere prioritarie previste dai programmi infrastrutturali europei.  «La Sezione transfrontaliera della Torino-Lione - si legge sul quotidiano La Repubblica - è un enorme cantiere in corso in cui sono già stati investiti oltre 1,4 miliardi in studi, progetti ed opere finanziati per metà dall'Unione Europea e al 25 per cento a testa tra Italia e Francia». Lo scrive in un comunicato il presidente dell'Osservatorio per l'Asse ferroviario Torino-Lione, Paolo Foietta, che aggiunge: «L'Europa ha inoltre già assegnato una prima tranche di 813 milioni di euro di finanziamento, nell'ambito del programma Tent-T 2015-2019, per i lavori definitivi a finanziamento del 40 per cento dei costi sostenuti nel periodo».

Sei chilometri per ribadire il no alla TAV in Val di Susa. E per lanciare un messaggio a Salvini e Di Maio: «Non esistono governi amici». Migliaia di persone si sono radunate alla stazione di Rosta e hanno marciato per sei chilometri fino ad Avigliana. Secondo i promotori, i manifestanti erano più di 15 mila. In prima fila hanno sfilato almeno una decina di sindaci della Valle; ad aprire il corteo anche i gonfaloni delle città della Bassa Valle di Susa. Insieme ad alcuni parlamentari pentastellati, con la fascia tricolore era presente anche il vicesindaco di Torino Guido Montanari.  «La Città di Torino - ha detto - è contro TAV. Noi sosteniamo la lotta No TAV e lo faremo ancora».

Uno degli storici leader del movimento No TAV, Alberto Perino: «Ci possono essere governi meno ostili che perseguono i nostri stessi obiettivi. Ma i governi hanno dei vincoli che il movimento No TAV non ha. Il movimento continua per la sua strada».

Credete che la lotta No TAV in Val di Susa sia giunta alla sua vittoria? Ritenete utile la costruzione della linea Torino-Lione?

Edited by Rotwang
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  • 3 weeks later...
Hinzelmann

La verità sulla posizione Francese

Perché anche la Francia è tentata di diventare no Tav

Un rapporto di esperti consiglia di posticipare al 2038 i costosissimi lavori di connessione, in attesa di vedere se i flussi del traffico merci saranno davvero in aumento. Ma così il tunnel diventa inutile. E Parigi adesso deve decidere come procedere

https://www.panorama.it/economia/francia-no-tav/

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Tgcom24

Il movimento "No Tav" si appella alla Corte dei Conti per chiedere un "accertamento delle responsabilità amministrative e contabili in relazione al danno erariale" a suo giudizio derivante dall'avvio dei lavori per la realizzazione della tratta ferroviaria della Torino-Lione in Val Susa. L'esposto è stato presentato il 28 maggio da esponenti del Controsservatorio Val Susa, supportati da docenti di diritto dell'Università di Torino.

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