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Il giovane Holden


Rotwang

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Il giovane Holden è un romanzo del 1951 scritto da Jerome David Salinger.

1949. Il protagonista è Holden Caulfield, un diciassettenne americano proveniente da una famiglia benestante, che viene espulso dal college che frequenta in Pennsylvania. Decide così di recarsi a New York, senza avvertire i genitori, alla ricerca di libertà ed emozioni che lo catapultino nel mondo adulto. Holden è un ragazzo sfrontato, ribelle, appare come una sorta di rivoluzionario, ma in fondo è un giovane come tanti altri, che vuole realizzare i suoi sogni e che teme il mondo dei grandi, ma che rimpiange la sua infanzia, quella che gli sfugge di mano facendogli perdere la bellezza delle cose ed è molto critico verso la società americana distante dal suo ideale di sincerità e purezza.

L'avete letto?

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LocoEmotivo
21 hours ago, Bloodstar said:

[...] trovo  l'autocompiacimento di Holden  stucchevole.

Ma è un autocompiacimento inevitabile, visto che è un adolescente: è un bellissimo libro sulla percezione di sé, e funziona proprio perché il protagonista è un fanciullo.

So che tu non sei mai stato giovane, @Bloodstar caro, ma dovresti provare ad immedesimarti.

Magari per astrazione.

Edited by LocoEmotivo
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6 minutes ago, LocoEmotivo said:

So che tu non sei mai stato giovane, @Bloodstar caro, ma dovresti provare ad immedesimarti.

Magari per astrazione.

e niente, non ce la fai proprio a non brontoLocà...

tornando a Salinger: letto nel secolo scorso, non particolarmente amato,  ma neanche detestato; l'ho trovato molto americano (nel senso della smania  di primeggiare e ottenere il risultato sempre & cmq, che sia il successo o entrare -anche senza permesso- nelle mutande di qualcuno)

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13 minutes ago, LocoEmotivo said:

So che tu non sei mai stato giovane, @Bloodstar caro, ma dovresti provare ad immedesimarti.

Magari per astrazione.

E' tardi. 

9 minutes ago, freedog said:

l'ho trovato molto americano (nel senso della smania  di primeggiare e ottenere il risultato sempre & cmq, che sia il successo o entrare -anche senza permesso- nelle mutande di qualcuno)

Per quanto mi riguarda è l'aspetto che ho preferito del libro, perchè penso che dia un ottimo spaccato di una certa (agghiacciante per certi versi) società americana di inizio anni '50. Questo approccio, oltretutto, ha avuto un'influenza enorme sui romanzieri statunitensi che sono venuti dopo. Aveva forse ragione il papa quando diceva che Salinger è lo scrittore più influente della seconda metà del secolo XX.

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Letto giusto di recente e sinceramente mi è piaciuto.

Normalmente mal digerisco i romanzi di formazione, però questo l'ho trovato scorrevole.

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LocoEmotivo
16 hours ago, Bloodstar said:

Questo approccio, oltretutto, ha avuto un'influenza enorme sui romanzieri statunitensi che sono venuti dopo. Aveva forse ragione il papa quando diceva che Salinger è lo scrittore più influente della seconda metà del secolo XX.

A differenza di John Fante, per dire, che adotta un approccio simile ma non vale un'unghia di Salinger.

È forse il più degno erede (se non l'unico) di F. S. Fitzgerald.

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