Jump to content

L'invenzione dell'adolescenza


FreakyFred

Recommended Posts

Aaaah, l'adolescenza! I nostri anni di cambiamento, di tormento, di passione, di ribellione, di eccitazione, ma anche di instabilità emotiva, incapacità di assumersi le proprie responsabilità et cetera. Insomma quel periodo della vita di un uomo o di una donna che inizia intorno ai dodici anni e oggi dura un periodo compreso fra i 5 e i 45 anni, e durate il quale si fa una montagna di cazzate.

È fatto risaputo fra chiunque abbia elementi di biologia umana che un periodo di transizione da infanzia ad età adulta, in termini biologici, non esiste. Un giorno sei bambino, il giorno dopo diventi fertile e, bum! Adulto. I caratteri sessuali secondari si sviluppano in tempi un po' più lunghi, ma non parliamo di una "fase della vita", magari che dura anni, parliamo di pochi mesi, un anno. Avete mai visto un cane adolescente o un gatto adolescente? Da un giorno all'altro il gatto inizia ad avere erezioni e pisciare urina super puzzolente per tutta casa; è diventato adulto ed è lì che viene castrato. E nell'uomo non è diverso; nella femmina in particolare l'inizio dell'età adulta ha addirittura una data, un'ora, un minuto e un secondo e sporca pure molto.

L'adolescenza, la fase di transizione, è puramente un fatto sociologico, è un concetto creato in un secolo o due e incastratosi nel sentire comune come un'inevitabilità biologica. Ha i suoi tratti distintivi che sono anch'essi visti come un fatto biologico, una fase della vita. Quel ragazzino è maleducato, insofferente alle regole, disordinato, irresponsabile e soffre di sintomi collegati alla depressione clinica e/o al disturbo narcisistico della personalità. Avanti, quanti ci sono passati? Praticamente tutti, almeno gli under 50, io di sicuro. Beh, che vuoi farci? È una fase, è l'adolescenza. Sì, solo che ha 17 anni, è psicologicamente un bambino ma l'anno prossimo questo va in cabina elettorale, e probabilmente mette la croce sul Movimento 5 Stelle. 

È curioso che la responsabilità di tanti tormenti e disagi siano con tanta leggerezza riversate su una fase di sviluppo biologico... che è una fase che proprio in termini biologici non esiste. Gli adolescenti non sono pigri, non sono irresponsabili, non sono ribelli o sottomessi... gli adolescenti non sono. Non esistono, non li puoi neanche definire se non piazzando limiti del tutto arbitrari. Sei adolescente da quando a quando? Fra 13 e 19, tipo? Sei un "teen"? E quindi a 20 che succede, ti si trasforma il cervello e diventi un altro? Che differenza c'è fra quello che succede fra i 19 e i 20 e quello che succede fra i 29 e i 30 o fra i 39 e i 40? Nessuna. C'è semmai un incremento continuo di competenze in tutti i campi, collegate presumibilmente alle esperienze di vita, ma biologicamente non sta succedendo davvero nulla di particolare. Alcuni se ne sono accorti e iniziano a dirlo chiaro.

Sociologicamente, invece, beh... Ovviamente sta succedendo qualcosa. Quindi sociologicamente parlando l'adolescenza esiste. La si è fatta esistere con tutte le forze ed ora esiste, e dura pure un tempo molto lungo.  Non esisteva, così l'abbiamo creata, e ora si allunga, e si allunga, e si allunga, e si allunga... Certo è come la mafia, un fenomeno storico: è nata in un momento della storia, esisterà per un po', speriamo che ce ne sbarazziamo prima possibile. Però per adesso ci tocca sorbircela.

L'utilità di questo concetto artificiale è prossima allo zero. Non serve a nulla se non a giustificare i comportamenti infantili nell'adulto, oltre che a deresponsabilizzare gli educatori rispetto ai propri fallimenti. A trent'anni Napoleone aveva condotto la campagna d'Egitto, a ventitré Newton deduceva il teorema binomiale. Oggi ai colloqui di lavoro gli fai che hai trent'anni: "Uuuuuh, sei praticamente un bambino!"
Ma sul serio? Ma sì, perché non prenderselo qualche anno in più? Scoprire sé stessi, esplorare i propri orizzonti, farsi delle esperienze, riflettere sulla vita, queste cose qui. E poi se vuoi finire la triennale con 110 e lode vorrai pure metterceli sette-otto anni, no? Pensate che cattivo quel Poletti che dice che faremmo meglio a sbrigarci. NAAAAAH! C'è da divertirsi, prima!

Ma vogliamo parlare del'adolescenza dei gay? Ecco, sì, parliamone, perché gli omosessuali sono forse gli unici che avrebbero una buona scusa per prendersi un po' di tempo fra il momento in cui diventano adulti e quello in cui inizino a comportarsi come tali. Ok, non che l'inettitudine degli educatori che gestiscono gli etero non sia una scusa, ma noi ne abbiamo una migliore perché ci hanno sempre obbligati a nascondere il fatto stesso di essere diventati adulti; ci hanno praticamente obbligati a restare bambini mentre il nostro corpo cresceva, e paghiamo di solito questo ritardo... ci tocca dunque avere un'adolescenza, ovvero una fase della vita che sarebbe auspicabilmente da cancellare e speriamo sparisca dalla storia prima possibile. Ma no problem: l'adolescenza si allunga sempre di più per tutti, insomma la maturazione rallenta: se noi riusciamo anche solo a tenere il nostro passo presto potremmo perfino superare gli altri.

La questione interessante, tuttavia, è da dove parte questo fenomeno, e dunque dove bisognerebbe agire per sradicare prima possibile la patologia dell'adolescenza. Credo che il problema inizi molto prima della maturità sessuale, chiaramente; il ritardo si accumula perché non vieni preparato prima ad essere adulto e poi a un certo punto ti ci buttano dentro, hai sedici anni, sei già adulto, magari fai già sesso, ma tu ancora quando vai al ristorante fai i capricci perché vuoi mangiare solo cotoletta e patatine fritte; cosa ci si può aspettare da te? Non è manco colpa tua, anche se resta tua purtroppo la responsabilità di recuperare. Noi gay ovviamente abbiamo "diritto morale" ad un'adolescenza visto che spesso siamo stati letteralmente obbligati ad averne una, ma se adesso diventiamo come gli altri a cosa possiamo aspirare? A soffrire di adolescenza come gli etero, cioè un po' meno a lungo? Sarebbe già un risultato, ma dovremmo forse approfittare della nostra posizione per guardare la cosa da un punto di vista diverso: il narcisismo patologico non è normale perché hai solo sedici anni e poi passa da solo, il narcisismo patologico è un problema e va trattato. L'ideazione suicidaria non è una fase normale della vita che succede perché c'hai gli ormoni che ti sconvolgono, è un disturbo da trattare.

Purtroppo prima di poter discutere quello c'è però da affrontare un problema ben più radicale: la resistenza della società a riconoscere l'adolescenza come un semplice fenomeno sociale, e per di più uno patologico. Ammettere di essere in ritardo significa ammettere che adesso bisogna mettersi a correre per tornare a stare al passo. Per gli educatori, significa ammettere che "questi giovani d'oggi che non sanno cos'è il lavoro e vogliono tutto servito" li hanno creati loro, vade retro, dunque, non lo ammetteranno mai, preferiranno dire che è colpa degli ormoni o della Sinistra. Inoltre c'è un altro problema, ed è la nostra tendenza ad affezionarci anche alle nostre patologie, romanticizzandole. L'adolescenza spesso ci regala una prevalenza di ricordi orribili e sensazioni drammatiche, al punto che alcuni considerano un fenomeno del tutto normale pensare al suicidio durante l'adolescenza. L'idea di rimuovere l'adolescenza, saltarla a pie' pari, dovrebbe essere lieta. Ma tendiamo tutti a legarci alle sensazioni forti attraverso lenti romantiche, anche quando la ragione per cui sono forti è che sono brutte. Per fare un paragone calzante, tutte le donne che abbiano partorito ti dicono che si tratta di uno dei dolori peggiori provati nella loro vita, e che per di più ha mutato il loro corpo in peggio e gli ha creato una marea di disagi fisici, non è un caso che Dio abbia usato la cosa come punizione per la storia della mela, è una roba tremenda; ma se inventassimo da un giorno all'altro l'utero artificiale, che risparmierebbe quest'esperienza estremamente sgradevole alle donne, scommetto il cazzo che incontreremmo, inizialmente almeno, un'opposizione feroce alla diffusione del mezzo, perché la gravidanza è vista più come un'esperienza romantica che come un esperienza terribilmente sgradevole quale effettivamente è. Inoltre, avere una scusa per fare puttanate tipo tatuarsi il nome del fidanzatino sul culo è dannatamente comodo: "eh, ma ero adolescente". Sì, sarà, ma poi il laser per fartelo togliere te lo devi pagare tu, e per inciso sappiamo che non hai molti soldi perché hanno preferito assumere un cinese che aveva tre anni di meno e le stesse competenze. Queste sono le ragioni per cui probabilmente se dicessi, come sto dicendo, che auspico la cancellazione dell'adolescenza, scatenerei molte reazioni difensive. Ha detto una volta una cosa simile un ministro e ancora ci fanno i meme, figurati se la dico io.

Ma cominciamo a gettare il semino...

seed.png

Link to comment
Share on other sites

LocoEmotivo
On 4/4/2018 at 7:41 PM, FreakyFred said:

[...] nella femmina in particolare l'inizio dell'età adulta ha addirittura una data, un'ora, un minuto e un secondo e sporca pure molto.

Ti posso assicurare che anche la mia prima polluzione notturna non passò inosservata  :sisi:

On 4/4/2018 at 7:41 PM, FreakyFred said:

L'utilità di questo concetto artificiale è prossima allo zero.

Parli a più riprese di "fenomeno sociologico" ma sembri dimenticare che tale fenomeno ha delle ripercussioni psicologiche.
Visto che il nostro apprendimento avviene per mimesi e data l'impossibilità sociale di ripercorrere i passi di così tanta umanità prima di te, è inevitabile che la percezione che hai di te stesso rispetto al mondo ne risenta parecchio - ed è qui che entra in gioco il fattore psicologico: sei tu il primo a creare involontariamente una consapevolezza dell'inadeguatezza, del non essere all'altezza, del alla-mia-età-Mozart-era-già-morto-e-io-sono-ancora-un-precario.
D'altronde, un percorso di studi completo e regolare ti tiene impegnato fino ai 22 anni e la ricerca di un lavoro può protrarsi ancora per parecchio tempo: non aver superato pietre miliari tangibili provocherà una forte disforia tra te e le generazioni precedenti che era già tanto se finivano la terza media e vivevano nel periodo del boom economico.
Alla mia età, i miei genitori erano sposati da dieci anni. Avevano già me e lavoravano stabilmente da più tempo di quanto non faccia io: forse loro non si ponevano il problema "dell'essere grandi" ma lo erano e basta, comportandosi semplicemente come richiedeva la situazione contingente. Probabilmente, la loro adolescenza è confluita direttamente nell'età adulta quando si sono sposati o sono andati via di casa o sono partiti per il militare o chissà cos'altro: dati il forte ritardo o la totale assenza di questi "riti di passaggio", con quali criteri di autovalutazione possiamo riconoscerci cresciuti?

On 4/4/2018 at 7:41 PM, FreakyFred said:

Ma vogliamo parlare del'adolescenza dei gay? [...] ci hanno sempre obbligati a nascondere il fatto stesso di essere diventati adulti; ci hanno praticamente obbligati a restare bambini mentre il nostro corpo cresceva

Ehm... Scusami, Frea-d, ma questo paragrafo non l'ho proprio capito. A cosa ti riferivi?

On 4/4/2018 at 7:41 PM, FreakyFred said:

Ammettere di essere in ritardo significa ammettere che adesso bisogna mettersi a correre per tornare a stare al passo.

Quindi, per te, siamo una generazione rimasta psico-sociologicamente indietro? E dobbiamo crescere velocemente per recuperare il gap rispetto alle generazioni passate?

Link to comment
Share on other sites

2 hours ago, LocoEmotivo said:

Parli a più riprese di "fenomeno sociologico" ma sembri dimenticare che tale fenomeno ha delle ripercussioni psicologiche.

Perché dici ciò? Sociologico e psicologico sono sempre intrecciati. Metodologicamente si può iniziare dalla sociologia per capire la psicologia o viceversa, ma si deve arrivare comunque al punto d'incontro, da qualunque parte si inizi.

2 hours ago, LocoEmotivo said:

Alla mia età, i miei genitori erano sposati da dieci anni. Avevano già me e lavoravano stabilmente da più tempo di quanto non faccia io: forse loro non si ponevano il problema "dell'essere grandi" ma lo erano e basta, comportandosi semplicemente come richiedeva la situazione contingente.

Ovviamente. Ma non perché l'adolescenza è confluita nell'età adulta. Il punto è che l'adolescenza non esisteva, è stata creata dopo. 

Per com'è definita l'adolescenza, sarebne da intendersi come una fase intermedia in cui non sei più bambino ma non sei ancora adulto. Di fatto, biologicamente sei adulto e non c'è scusa che regga per non comportarsi in tutto e per tutto come un adulto , dunque l'adolescenza sarebbe piuttosto da ridefinirsi come "persistenza di tratti infantili nell'adulto". Ad oggi, se un adulto ha mantenuto tratti infantili oltre i più irragionevoli limiti nei quali viene comunemente definita l'dolescenza, per esempio a 50 anni, si dice che ha mantenuto tratti adolescenziali. In realtà, non c'è nessuna base per dire che abbia smesso di essere "adolescente", visto che l'adolescenza è un mero costrutto sociale. 

Indubbiamente, per acquisire tratti del pensiero da adulto completo servono una serie di presupposti che in passato si rendevano disponibili prestissimo. Non mi riferisco necessariamente all'andare subito a lavorare i campi; a quattordici anni se eri di famiglia nobile potevi tranquillamente diventare pure re o regina, anche se poi probabilmente avevi la guida di un precettore o di consiglieri per farlo. 

L'aumento delle competenze necessarie a vivere da adulto, con conseguente allungamento del percorso di studi, è sicuramente fra i fattori per cui è nata l'adolescenza. Riconosciuto questo, essa resta comunque un fatto patologico, un ritardo nello sviluppo psicologico rispetto a quello fisico, che difatti si paga con i famosi "tormenti dell'adolescenza". 

2 hours ago, LocoEmotivo said:

Ehm... Scusami, Frea-d, ma questo paragrafo non l'ho proprio capito. A cosa ti riferivi?

Il marker dell'età adulta è la maturità sessuale. Se sei obbligato a nascondere o a non vivere la sessualità, di fatto sei costretto a comportarti in maniera infantile o comunque non da pieno adulto, quindi il ritardo non può che peggiorare ulteriormente e l'adolescenza prolungarsi ancora di più. 

2 hours ago, LocoEmotivo said:

Quindi, per te, siamo una generazione rimasta psico-sociologicamente indietro? E dobbiamo crescere velocemente per recuperare il gap rispetto alle generazioni passate?

Dovremmo. 

Va da sé che non sia ciò che accade, perché non siamo stati adeguatamente preparati a farlo. 

Link to comment
Share on other sites

1 minute ago, FreakyFred said:

Ovviamente. Ma non perché l'adolescenza è confluita nell'età adulta. Il punto è che l'adolescenza non esisteva, è stata creata dopo. 

Fred, non puoi liquidare un fenomeno tanto sfaccettato e diffuso come un'"invenzione" (fatta da chi? quando? consistente in cosa di preciso?). Come pensi la prenderebbero tutti coloro che hanno passato la vita a studiare, per dirne una, i riti di passaggio?

Link to comment
Share on other sites

Just now, Bloodstar said:

Fred, non puoi liquidare un fenomeno tanto sfaccettato e diffuso come un'"invenzione" (fatta da chi? quando? consistente in cosa di preciso?). Come pensi la prenderebbero tutti coloro che hanno passato la vita a studiare, per dirne una, i riti di passaggio?

Il rito di passaggio è l'esatto opposto dell'adolescenza, perché è quel rito che segna il passaggio, netto, fra infanzia ed età adulta, laddove l'adolescenza è quel fenomeno per cui il passaggio avviene attraverso una lunga, e aiutatemi a dire lunga, fase di transizione intermedia.

Ora mentre il rito di passaggio si sovrappone ad un fenomeno biologico reale, l'adolescenza come concetto non lo fa, non ha un corrispettivo biologico. Dunque mentre ovviamente sono entrambi costrutti sociali, è chiaro che l'adolescenza è più integralmente sociale in quanto completamente scissa dalla biologia, vedi, e.g. gli adolescenti over 30 come me.  

Link to comment
Share on other sites

LocoEmotivo
12 minutes ago, FreakyFred said:

Il punto è che l'adolescenza non esisteva, è stata creata dopo. 

Ma ne sei veramente, veramente sicuro?
Catullo scrive robe da quindicenne nel Primo secolo avanti Cristo. Shakespeare, con i personaggi di Romeo e Amleto (tra gli altri), ritrae dei caratteri che oggi non faticheremmo a classificare come emo ante litteram. Werther e Jacopo Ortis sono due disadattati infantili, eppure vengono elevati a modelli di sensibilità per tutto l'Ottocento.
Sei davvero, davvero sicuro che l'adolescenza sia un costrutto successivo e non, magari, una realtà che è stata ampiamente studiata e riconosciuta soltanto in tempi più recenti?

Edited by LocoEmotivo
Link to comment
Share on other sites

Certamente l'adolescenza esiste da Secoli

Limitandosi alla formazione degli stati nazionali ed alla storia contemporanea era sicuramente più delimitata ( esame di maturità, leva militare, maggiore età : fra i 18 ed i 21 anni )

Nel secondo dopoguerra il sistema economico ha scoperto l'adolescente-consumatore, questo è stato certamente un cambiamento  ( suoi vestiti, sua musica, sua cultura etc ) prima non esisteva un mercato dell'adolescenza perchè l'adolescente essendo improduttivo non poteva consumare, mentre il benessere economico diffuso ha reso possibile l'adolescente come consumatore non produttore

EDIT ovviamente se parliamo di istituzioni borghesi, parliamo di istituzioni che tagliavano fuori il mondo agrario preindustrializzato, non è che la delimitazione ai 21 anni valesse nella solfatara siciliana. Valeva per coloro che erano borghesi cioè vivevano in città in un mondo non ancora urbanizzato...

Edited by Hinzelmann
Link to comment
Share on other sites

3 minutes ago, FreakyFred said:

Il rito di passaggio è l'esatto opposto dell'adolescenza, perché è quel rito che segna il passaggio, netto, fra infanzia ed età adulta, laddove l'adolescenza è quel fenomeno per cui il passaggio avviene attraverso una lunga, e aiutatemi a dire lunga, fase di transizione intermedia.

Il problema Fred è che non esiste UN rito di passaggio, ne esistono svariatissimi, talmente diversi a volte che è difficile farli entrare tutti sotto la medesima categoria.  Non è affatto detto che ci sia una transizione dall' infanzia all'età adulta come noi la concepiamo, oltretutto.

Link to comment
Share on other sites

8 minutes ago, LocoEmotivo said:

Sei davvero, davvero sicuro che l'adolescenza sia un costrutto successivo e non, magari, una realtà che è stata ampiamente studiata e riconosciuta soltanto in tempi più recenti?

Se così fosse, avrebbe un corrispettivo biologico che non ha. Certo non è sorprendente che la prima età adulta presenti delle modalità specifiche di adattamento al nuovo ruolo ricoperto, vedasi ad esempio l'efebia. Ma l'efebia non era "adolescenza", era la primissima età adulta, e comunque durava un paio d'anni.

1 minute ago, Bloodstar said:

Non è affatto detto che ci sia una transizione dall' infanzia all'età adulta come noi la concepiamo, oltretutto.

Biologicamente esiste senza dubbio. Fra l'altro mi pare che vi stiate completamente dimenticando tutta la realtà femminile. Complice il ciclo mestruale, le donne hanno sempre avuto molta meno adolescenza dei maschi, a dodici anni via, spose, in tantissime culture. 

Oggi la cosa si è tradotta nel luogo comune "le femmine maturano prima dei maschi". Ma quando mai, maturano in perfetta contemporaneità, solo che si vede di più --> (_)(_)

7 minutes ago, Hinzelmann said:

Certamente l'adolescenza esiste da Secoli

Limitandosi alla formazione degli stati nazionali ed alla storia contemporanea era sicuramente più delimitata ( esame di maturità, leva militare, maggiore età : fra i 18 ed i 21 anni )

Ok, ammettiamo pure da "secoli". Un paio a mio avviso. Di sicuro non da sempre. E sì, delimitarla a due-tre anni di durata, come l'efebia, significava che più che entità a sé era la fase dell'età adulta in cui devi assimilare il cambiamento nei ruoli e nelle responsabilità. Dunque poteva durare solo quanto necessario ad apprendere le suddette capacità e a entrare nei suddetti ruoli.

Link to comment
Share on other sites

LocoEmotivo

Scusami, Frea-d, ma non ti seguo.
Cioè, non colgo il senso di questa tua forte acredine verso l'adolescenza (o qualunque altro fenomeno presunto tale): mi sembra che ci sia un non-detto abbastanza predominante ma, non riuscendo a coglierlo, resto estremamente perplesso.

Link to comment
Share on other sites

5 minutes ago, FreakyFred said:

Dunque poteva durare solo quanto necessario ad apprendere le suddette capacità e a entrare nei suddetti ruoli.

Ho fatto un Edit perchè mi sono reso conto che vanno messi dei paletti, da secoli in città, da due secoli come criterio di regolazione di istituzioni statali "nazionali" etc

Poi Dostoevskij scriveva l'adolescente in Russia nel 1875 e l'arretratezza russa era tale che si capisce che ci sono delle sfasature storiche fra istituzionalizzazione e riflessione e diffusione

L'adolescente consumatore esiste invece solo dagli anni '50 del XX secolo

Edited by Hinzelmann
Link to comment
Share on other sites

8 minutes ago, LocoEmotivo said:

Scusami, Frea-d, ma non ti seguo.
Cioè, non colgo il senso di questa tua forte acredine verso l'adolescenza (o qualunque altro fenomeno presunto tale): mi sembra che ci sia un non-detto abbastanza predominante ma, non riuscendo a coglierlo, resto estremamente perplesso.

Cioè vuoi psicanalizzarmi pure in un topic così? xD

No such luck :P

Link to comment
Share on other sites

Il rito di passaggio credo sia il diploma di maturità, quello è il punto in cui non si è più socialmente tanto adolescenti ma giovani adulti. Quindi si inizia ad essere adolescenti quando spunta la prima barba o il ciclo e si resta tali fino alla fine della scuola dell'obbligo o con il conseguimento della maturità, almeno nella nostra società, quando una persona in teoria potrebbe scegliere cosa fare della propria vita per mantenersi e vivere e votare. L'adolescente non prende decisioni, ma si ribella, l'adulto va a votare e prende decisioni in maniera autonoma. Non a caso le assemblee di istituto non si fanno alla scuola media ma alle superiori.

Edited by Sorgesana
Link to comment
Share on other sites

Da quando si inizia a essere potenzialmente sessualmente attivi

a quando questa sessualità viene "domata" dalla convivenza col partner

io direi si possa parlare di adolescenza.

Non in tutte le società è concesso avere un simile periodo - specialmente alle donne -

ma mi pare una condizione molto diffusa anche in altre specie animali:

da quando un gorilla è sessualmente attivo a quando riesce effettivamente ad avere delle femmine

ci sono in mezzo molte botte coi maschi adulti, sesso di nascosto, esperienze omosessuali, okkupazioni, spinelli...

Link to comment
Share on other sites

LocoEmotivo
1 minute ago, Almadel said:

da quando un gorilla è sessualmente attivo a quando riesce effettivamente ad avere delle femmine ci sono in mezzo molte botte coi maschi adulti, sesso di nascosto, esperienze omosessuali, okkupazioni, spinelli...

Applausi ad Alma! :lol:

Link to comment
Share on other sites

Che è un po' l'idea tipica dell'adolescenza, o quella che una persona dovrebbe avere per essere considerata normale dalla società: spinelli con gli amici, sesso di nascosto, tornare a casa ubriachi e occupare la scuola, poi si diventa adulti quando si mette nell'armadio la maglietta del gruppo rock preferito e ci si mette la cravatta per andare in ufficio.

Edited by Sorgesana
Link to comment
Share on other sites

Tra non poter dormire fuori perché la mamma non vuole e non poter dormire fuori perché la moglie non vuole

vogliamo o no che ci sia un momento di autodeterminazione?

Link to comment
Share on other sites

La maggior parte delle società sono poligamiche. Inoltre non vedo come si faccia ad identificare adolescenza con libertà, quando nell'adolescenza manca il requisito primo di ogni libertà positiva: indipendenza economica.

Se uno ha genitori ricchi può godere, semmai, di una fase prolungata di irresponsabilità. Ma essere irresponsabili è ben diverso dall'essere indipendenti.

Link to comment
Share on other sites

1 hour ago, FreakyFred said:

Dunque poteva durare solo quanto necessario ad apprendere le suddette capacità e a entrare nei suddetti ruoli.

Normalmente nel dibattito contemporaneo si distingue fra "adolescenza protratta" cioè il fenomeno legato al ritardo dell'ingresso nel mondo produttivo, che un tempo anticipava la maggiore età ed oggi si è spostato verso i 25-30 anni ( ovviamente nelle società post-industriali chiaro che in Bangladesh no )

E questo fenomeno sociologico è pacificamente riconosciuto, anche perchè è oggettivo

E la cd "adolescenza prolungata" che è invece materia della riflessione psicologica, sul permanere di atteggiamenti narcisistici o a vario titolo "patologici" che suppongo sia il fenomeno negativo a cui alludevi e che infastidisce alcuni

Come gay subiamo ovviamente il peso culturale del pregiudizio freudiano sulla omosessualità come fase immatura dello sviluppo psico-sessuale, quindi bisogna ben chiarire che si tratta di due cose distinte : l'omosessualità non è il sintomo di un insuccesso evolutivo, gli omosessuali possono però vivere sia una adolescenza protratta che prolungata

Link to comment
Share on other sites

11 minutes ago, FreakyFred said:

La maggior parte delle società sono poligamiche. Inoltre non vedo come si faccia ad identificare adolescenza con libertà, quando nell'adolescenza manca il requisito primo di ogni libertà positiva: indipendenza economica.

Ahahah, come no :D

Lavorare otto ore al giorno è proprio l'idea diffusa della libertà.

E' proprio il contrasto tra le proprie aspirazioni e il legame economico coi genitori

che caratterizza l'adolescenza e la rende terreno di conflitto generazionale.

Vuoi andare in vacanza ion Grecia, ma non hai i soldi;

ti senti dire "Finché sei sotto il mio tetto ti vesti come dico io, signorina".

Non si può parlare di adolescenza senza parlare di conflitto, come nel caso dei gorilla.

Quando hai l'indipendenza economica sei adulto e alle tue "libertà" corrispondono anche dei "doveri".

Se hai uno stipendio, ma non hai degli obblighi verso una nuova famiglia; non sei né un adolescente né un adulto.

Sei forse un "giovane adulto": che non ha conflitti tra i suoi desideri e le sue possibilità come il quindicenne che sogna la moto,

ma neppure ha conflitti tra i suoi desideri e i le sue responsabilità come il trentenne che vende la moto perché ormai ha un bambino (come fece mio padre).

Una volta i "giovani adulti" venivano chiamati "scapoli" (chi userebbe oggi un termine simile?) ed erano immancabilmente "da sposare".

Link to comment
Share on other sites

38 minutes ago, Almadel said:

Lavorare otto ore al giorno è proprio l'idea diffusa della libertà.

L'idea diffusa della libertà è una roba che non esiste. La libertà è al più rimozione di vincoli e ostacoli precisi, ma non tange minimamente la questione della responsabilità. Da adulto hai la agency: libertà e responsabilità. Da bambino hai la hypoagency: niente libertà, niente responsabilità. In mezzo non dovrebbe esserci nulla, non serve nulla, e in effetti fattualmente non c'è nulla. Tuttavia si è inventata una fase di transizione chiamata adolescenza e la si è piazzata lì. Buona idea? Bah, forse per Almadel, nescio. Dove esiste, per gli altri è la fase della vita a più alto rischio di suicidio. E si legge Twilight che è pure più preoccupante.

Link to comment
Share on other sites

Secondo me non stai considerando l'adolescenza per quello che è, cioè una fase di transizione.
L'adolescenza esiste perché esistono infanzia ed età adulta, ma il passaggio da una all'altra non può essere qualcosa di istantaneo. Non può darsi che una mattina una ragazza si svegli e dica: "Toh, mi è venuto il ciclo! Adesso sono un'adulta!". Dal punto di vista biologico qualcosa è sicuramente cambiato, ma è un processo che è avvenuto gradualmente e che non si è ancora concluso. Dal punto di vista psicologico, invece, non si può parlare nemmeno di un evento definito per il presunto passaggio.
Tra essere-malato e essere-sano si trova sempre in mezzo sto-guarendo. Allo stesso modo, tra infanzia ed età adulta si trova sto-crescendo, che è quello che poi chiamiamo adolescenza. Nella prospettiva della fase di transizione, l'adolescenza è "divenire", mentre infanzia ed età adulta sono "essere". Un bambino è un diveniente-adulto, e questo suo divenire è il processo che porta all'adulto.
(Se proprio vuoi negare un essere all'adolescenza, ma credo che la scienza la tratti come qualcosa di più di una fase di transizione).

Link to comment
Share on other sites

Il fatto e' che va definito cosa significa essere adulto. La definizione basata sulla maturita' sessuale per le persone non va bene perche' nelle ragazze la prima mestruazione avviene prima di quel che avveniva 20 e 50 anni fa. Per i ragazzi non so se e' cambiata l'eta' della maturita' sessuale.

l'eta' adulta nelle persone ha piu' a che vedere con l'esperienza e capacita' cerebrali che con la maturita' sessuale.

se essere adulto viene definito come l'eta' media in cui si ha il primo figlio calcolata sulla popolazione che figlia questa eta' adulta e' diventata maggiore rispetto 50 anni fa.

Edited by marco7
Link to comment
Share on other sites

37 minutes ago, Gigiskan said:

L'adolescenza esiste perché esistono infanzia ed età adulta, ma il passaggio da una all'altra non può essere qualcosa di istantaneo. Non può darsi che una mattina una ragazza si svegli e dica: "Toh, mi è venuto il ciclo! Adesso sono un'adulta!"

È questo il punto: biologicamente è proprio così! Così come per i maschi il segno è il primo pelo. 

29 minutes ago, marco7 said:

l'eta' adulta nelle persone ha piu' a che vedere con l'esperienza e capacita' cerebrali che con la maturita' sessuale.

In senso psicologico e sociologico si possono inventare tutte le classificazioni di questo mondo, ma malgrado le nostre classificazioni possono essere scisse, nel senso di non legate a filo doppio con la biologia, non può essere eliminato il richiamo ad essa e il riferimento ad essa. Non si può sostenere che l'età adulta sia una cosa che si raggiunge così, in un momento a caso della vita, quando ce lo sentiamo. C'è un riferimento biologico ineliminabile, a seguito della pubertà uomini e donne hanno acquisito una serie di competenze (ed esigenze) fisiche. Ad esse tuttavia non corrisponde un quadro sociale adeguato, perché troppo spesso non v'è la necessaria corrispondenza fra acquisizione di competenze e di resonsabilità. Insomma o sei pronto a prenderti responsabilità, ma non hai libertà perché sei dipendente dai genitori, oppure hai un incremento di libertà ma non sei responsabilizzato. Non è impossibile, malgrado sembri contraddittorio, che le due cose accadano insieme... dopotutto l'adolescenza è più o meno infantilizzazione dell'adulto, e l'infante non ha né libertà né responsabilità. 

Link to comment
Share on other sites

31 minutes ago, FreakyFred said:

Non è impossibile, malgrado sembri contraddittorio, che le due cose accadano insieme... dopotutto l'adolescenza è più o meno infantilizzazione dell'adulto, e l'infante non ha né libertà né responsabilità. 

In realtà si tende a ritenere che il modello tragico dell'eroe adolescenziale ( James Dean ) avrebbe peso il posto del modello dell'uomo colpevole, sempre in difetto rispetto a dei doveri morali ( Dio Patria Famiglia ) etc : cioè non è che prima si fosse liberi e responsabili, si poteva essere sempre in difetto.

Ma lo stemperamento dei cd doveri morali, slatentizza al contempo la possibilità per i genitori di proiettare sui figli i loro desideri e aspettative oltrechè la possibilità di soddisfare una serie di bisogni consumistici indotti, nel figlio.

A questo punto può sorgere l'idea - consapevole o meno - che diventare adulti, non sia poi un bell'affare e questo lo sanno particolarmente quei gay che sono cresciuti in famiglie in cui hanno percepito chiaramente di non poter mai corrispondere integralmente a queste aspettative ( ora le cose vanno migliorando )

Edited by Hinzelmann
Link to comment
Share on other sites

5 hours ago, FreakyFred said:

non perché l'adolescenza è confluita nell'età adulta. Il punto è che l'adolescenza non esisteva, è stata creata dopo. 

Per com'è definita l'adolescenza, sarebne da intendersi come una fase intermedia in cui non sei più bambino ma non sei ancora adulto. Di fatto, biologicamente sei adulto e non c'è scusa che regga per non comportarsi in tutto e per tutto come un adulto , dunque l'adolescenza sarebbe piuttosto da ridefinirsi come "persistenza di tratti infantili nell'adulto

stai mischiando adolescenza e precarietà (emotiva, economica o di ruolo sociale che sia; anzi, spesso sono tutte e 3 insieme).

Giusto per restare nella tua amata sociologia, rispolvererei il buon caro zio Zygmunt (nel senso di Bauman): in un mondo estremamente liquido, quelli che giustamente brontoLoco chiamava i riti di passaggio (che fino a pochi decenni fa potevano essere l'anno da militare, o la conquista del titolo di studio, o il matrimonio o il posto fisso) oggi non ci sono più.

E allora, come fai a costruirti quelle "solide basi" per la tua vita adulta, se vivi in un eterno loop precario, senza nè certezze nè prospettive sicure anche solo per domani mattina?

logico che alla fine vivi come viene, alla giornata, senza pensieri nè responsabilità.

Edited by freedog
Link to comment
Share on other sites

-per completare il discorso che avevo iniziato-

in fondo, i 18-35enni si ritrovano davvero a vive sta vita in vacanza ed a poter essere

il cameriere, l'assicuratore

Il campione del mondo, la baby pensione

il ricco di famiglia, l'eroe nazionale

Il poliziotto di quartiere, il rottamatore

 il candidato poi l'esodato

Qualche volta il ladro o il derubato

eccetera

Link to comment
Share on other sites

Guardate che basta mettere insieme quanto detto da marco e quanto detto da freedog per vedere il problema.

Prima mestruazione: 10 anni.

Prima gravidanza, matrimonio, posto fisso... 35? 40?

E frattanto che succede, esattamente? 

Se la maturità sessuale inizia sempre prima, sempre prima deve essere raggiunta una maturità intellettuale ed emotiva necessaria ad affrontare tutte le criticità di una vita sessuale e di relazione. Quello che accade oggi è l'effetto opposto: questa maturità viene raggiunta sempre dopo. Non è casuale la mia frecciatina ai sedicenni che ancora mangiano solo cotoletta e patatine fritte, ne ho conosciuti. E anche 24enni. Essenzialmente questi sono "capricci", ma a sedici anni non puoi ancora fare i capricci. 

Link to comment
Share on other sites

Join the conversation

You can post now and register later. If you have an account, sign in now to post with your account.

Guest
Unfortunately, your content contains terms that we do not allow. Please edit your content to remove the highlighted words below.
Reply to this topic...

×   Pasted as rich text.   Paste as plain text instead

  Only 75 emoji are allowed.

×   Your link has been automatically embedded.   Display as a link instead

×   Your previous content has been restored.   Clear editor

×   You cannot paste images directly. Upload or insert images from URL.

×
×
  • Create New...