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Transessualità: depatologizzazione e demedicalizzazione


Uncanny

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Divido in due paragrafi per comodità, sperando di non dilungarmi troppo

Depatologizzazione

Attualmente la transessualità è considerata una condizione patologica, o meglio nell’ultimo DSM è stata catalogata come “Disforia di genere” mentre precedentemente era “Disturbo dell’identità di genere”. Dal DSM-IV al DSM-V la condizione è stata dunque rimossa dal novero dei disturbi, ma è comunque considerata - correggetemi se sbaglio - una condizione patologica anche se in maniera più “soft”, altrimenti non ci sarebbe chi si batte per la depatologizzazione.

Ed è proprio la depatologizzazione a lasciarmi perplesso. La disforia di genere è una dissociazione fra sesso e genere che induce nel soggetto che ne è affetto forte disagio psicologico ed emotivo, la cura (che è appunto una cura, quindi è per forza di cose correlata ad una condizione patologica) cioè la transizione richiede trattamenti invasivi, sia che si tratti di sola terapia ormonale sia che venga anche effettuata la riassegnazione chirurgica dei genitali. Anche se la transfobia fosse del tutto assente, questo disagio psicologico ed emotivo e questi trattamenti sarebbero comunque presenti, quindi la transessualità a differenza dell’omosessualità è una condizione disagiante in sé. La transessualità non sarebbe una condizione desiderabile neanche nella più trans-friendly delle società.

Quali sono quindi le giustificazioni scientifiche a supporto della sua depatologizzazione? L’unico motivo che riesco a trovare leggendo in rete è che con la depatologizzazione diminuirebbe lo stigma verso le persone trans. A parte il fatto che questo sarebbe da dimostrare, questa comunque non è una ragione scientifica ma politica. Anche l’autismo è un disturbo che può provocare stigma, lo stesso dicasi per - chessò - la balbuzie e la dislessia; la depressione e l’ansia ricorrente sono disturbi che spesso non vengono compresi e questo può portare ulteriore disagio alle persone che ne sono colpite. Eppure nessuno si sogna di non considerarle per quello che sono, cioè condizioni patologiche.

Già diversi stati – mi vengono in mente Danimarca, Francia e Belgio – hanno depatologizzato la transessualità con un voto parlamentare, e fra i partiti italiani alle scorse elezioni Liberi e uguali e Potere al popolo lo avevano come punto del loro programma. Ma questo dimostra appunto che trattasi di scelta politica, e la politica non dovrebbe sconfinare in quello che è il campo di competenza delle scienza medica e psicologica.

Altra problematica, questa più pratica, è che se la transessualità non fosse considerata condizione patologica, non sarebbe coperta dal Servizio Sanitario Nazionale e quindi la persona transessuale dovrebbe pagare tutto di tasca propria per il processo di transizione.

Demedicalizzazione

Altra richiesta spesso affiancata a quella della depatologizzazione è quella della demedicalizzazione, quest’ultima ben più radicale e spesso proveniente da ambienti queer.

In poche parole la persona trans dovrebbe essere libera di autodeterminare in modo del tutto autonomo il proprio genere, senza né visite di accertamento dallo psicologo/psichiatra né il minimo trattamento medico. Quindi chiunque, trans o meno, sarebbe libero di farsi considerare uomo o donna (o anche altri generi inventati come accade ad esempio in Canada o alcuni stati americani) sui documenti personali e dalle autorità statali semplicemente dichiarando di volersi far considerare tale. Questo accade appunto in Canada, alcuni stati americani, la Norvegia se non sbaglio e sicuramente altri stati che non mi vengono in mente. In Francia era inizialmente previsto nella prima versione della legge che comprendeva la depatologizzazione, ma poi è stato rimosso.

Qual è il senso di tutto ciò? Non riesco a proprio a capirlo. E’ anche illogico dal momento che se una persona appare in tutto è per tutto come uomo non ha senso che venga considerato donna sui documenti e dalle istituzioni di gestione statale, quindi ospedali, università, etc. Se è effettivamente trans ha senso che questo cambio sui documenti avvenga alla fine del trattamento ormonale quando appare effettivamente del genere di destinazione.

Oltre ad essere demenziale, perché poi il rappresentante statale deve riferirsi a te con i pronomi corrispondenti al genere ufficiale, diventa pericoloso se affiancato a leggi che sanzionano il “misgendering”, cioè il non riferirsi all’individuo trans con i pronomi corretti che possono essere anche pronomi inventati per riferirsi ai generi inventati “non-binary” tipo “they/them” alla terza persona singolare o “ze/zir” (questo è previsto dalla Bill C-16 in Canada ad esempio, anche se il “misgendering” deve essere voluto e cioè la persona deve rifiutarsi in modo consapevole di usare il pronome preferito).

Diventa inoltre problematico nel caso di bagni e spogliatoi, perché un uomo con genere ufficiale donna potrebbe usare tranquillamente quelli femminili e sarebbe inattaccabile, e nel caso generale di trattamenti differenziati fra i due sessi. Un uomo potrebbe autocertificarsi donna per andare prima in pensione ad esempio.

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Sulla depatologizzazione:

1) Non tutte le persone transessuali vivono con disagio la loro condizione e questo fatto ancora non è stato pienamente accettato.

Evidentemente si possono desiderare un paio di tette, senza soffrire di disturbi perché non si posseggono ancora.

2) Non serve che qualcosa sia una patologia per essere gratuita al SSN: pensa alla gravidanza

Sulla demedicalizzazione:

1) Io ho una visione più semplice: l'abolizione legale del genere.

Con i matrimoni gay e i bagni misti, non ha alcun senso persevare nel segnare sui documenti il genere.

E per quanto riguarda gli spogliatoi, il fatto di avere scritto su un documento che sei "femmina"

non cambierà l'eventuale disagio delle donne. Non basta una parolina magica per evitare proteste.

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Mi sembra arduo sostenere che una persona trans possa non vivere alcun disagio nell'essere intrappolata in un corpo sbagliato, altrimenti non si spiega perché dovrebbe e vorrebbe cambiarlo. Se una persona qualsiasi si fa una rinoplastica è perché evidentemente il naso che ha la mette a disagio, altrimenti tanto varrebbe farla. E' comunque oltremodo semplicistico ridurre la transizione a "desiderare un paio di tette".

La gravidanza è l'unica condizione non patologica coperta dal SSN e per ovvi motivi, è un'eccezione e non si può paragonare alla transessualità. La gravidanza è necessaria alla nascita di un bambino e il perpetuarsi della società. Se la transessualità non è considerata condizione patologica e quindi disagiante a che  pro coprirne i costi di transizione? Tanto non ci sarebbe disagio né prima né dopo. 

L'abolizione legale del genere non è una cattiva idea, ma:

1) Non si ridurrebbe solo ai documenti ma anche ai pronomi di riferimento in istituzioni di gestione pubblica. Quindi verrebbero usati quelli del genere di apparenza. Per me andrebbe benissimo, ma non so quanto questo possa far piacere a molti attivisti trans/queer che invece vogliono che ci si riferisca col genere in cui ci si identifica al di là dell'apparenza fisica.

2) Il punto non è evitare o meno il disagio delle donne, il punto è essere attaccabili o meno dal punto di vista legale. Se un uomo autocertificato donna va in uno spogliatoio o una doccia femminile è inattaccabile perché lo stato è dalla sua parte, se un uomo ufficialmente uomo ci va non lo è.

3) Prima dell'abolizione legale del genere bisogna però procedere a parificare tutte le situazioni in cui sono presenti trattamenti differenziati fra i due sessi. Età pensionabile, congedo parentale, pene maggiori per "femminicidio", etc. Per me sarebbe un'ottima cosa, ma è appunto una cosa da fare.

Edited by Uncanny
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3 minutes ago, Uncanny said:

Mi sembra arduo sostenere che una persona trans non viva alcun disagio nell'essere intrappolata in un corpo sbagliato, altrimenti non si spiega perché dovrebbe e vorrebbe cambiarlo. Se una persona qualsiasi si fa una rinoplastica è perché evidentemente il naso che ha la mette a disagio, altrimenti tanto varrebbe farla. E' comunque oltremodo semplicistico ridurre la transizione a "desiderare un paio di tette".

Non tutte le persone transessuali parlano della loro condizione come un disagio, quindi non lo è.

Essere transessuali non è come essere diabetici, ci sono persone felici di essere nate trans.

E cambiare il proprio corpo molto spesso non significa operarsi i genitali, a volte neppure prendere ormoni.

A volte è davvero solo un paio di tette e una ceretta.

Questa retorica dell'essere "intrappolato in corpo sbagliato" non vale per tutti.

6 minutes ago, Uncanny said:

La gravidanza è l'unica condizione non patologica coperta dal SSN e per ovvi motivi, è un'eccezione e non si può paragonare alla transessualità. La gravidanza è necessaria alla nascita di un bambino e il perpetuarsi della società. Se la transessualità non è considerata condizione patologica e quindi disagiante a che  pro coprirne i costi di transizione? Tanto non ci sarebbe disagio né prima né dopo. 

Sì, scricchiola proprio in questo punto; se la transizione non è sempre un disagio

allora dovrebbe essere a carico del SSN solo quando è un problema;

ma - pragmaticamente - ciò significa che tutte le persone trans diranno che è un disagio :)

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1 hour ago, Almadel said:

Non tutte le persone transessuali parlano della loro condizione come un disagio, quindi non lo è.

Essere transessuali non è come essere diabetici, ci sono persone felici di essere nate trans.

Permettimi di dubitarne. Penso che qualsiasi persona trans avrebbe preferito nascere con sesso biologico e identità di genere coincidenti, non vedo francamente come la loro dissociazione possa essere in qualche modo desiderabile, così come non vedo come possano essere desiderabili i relativi trattamenti psicologici e psichiatrici e i relativi interventi di modificazione corporea (chirurgia plastica, terapie ormonali, riassegnazione chirurgica dei genitali).  Poi può essere vissuta poco o tanto negativamente, si può accettare la cosa e vivere in pace con sé stessi, se ne può essere anche orgogliosi perché nonostante tutto si sono superati molti ostacoli e difficoltà, ma da qui a ritenerla desiderabile ne passa. 

Chiarisco che per persona transessuale mi riferisco alla persona pre o in transizione, cioè una persona con dissociazione fra sesso e genere. Una persona che ha finito la transizione non è più trans ma a tutti gli effetti uomo o donna. La transizione è appunto la cura alla disforia di genere che caratterizza la condizione trans. 

1 hour ago, Almadel said:

se la transizione non è sempre un disagio

La transizione non è un disagio, è la risposta ad un disagio. Se risposta ad un disagio non è, allora che senso ha? Se la condizione pre-transizione non è vissuta negativamente perché mai dovrebbe esserci una transizione, un cambiamento rispetto a quella condizione? Così a caso?

Edited by Uncanny
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Scusa, intendevo "se la transessualità non è sempre un disagio".

In ogni caso sei liberissimo di dubitare di ciò che vuoi:

solo che al momento la posizione di larga parte delle persone trans è questa.

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Mi sembra una posizione ascrivibile ad un sentimento di rivalsa e orgoglio, di aver superato difficoltà e ostacoli e quindi essere felici nonostante tutto non rinnegando il proprio percorso, etc. 

Se disforia di genere è, è semplicemente illogico ritenerla desiderabile così come è illogico ritenere desiderabili gli annessi trattamenti medici e psicologici.

Se si tratta invece di semplice varianza di genere, cioè l'essere "gender non-conforming", allora è un altro discorso. Varianza di genere e transessualità sono però cose ben diverse. 

Edited by Uncanny
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Perché continui a usare laggettivo "desiderabile" che io non ho mai usato?

Conosco anche pochi gay che riterrebbero "desiderabile" l'omosessualità,

eppure siamo concordi che senza l'omofobia l'omosessualità non darebbe problemi a nessuno;

anche se l'essere così pochi e il fare così fatica ad avere figli biologici

non la rendono comunque una condizione invidiabile.

Forse sarebbe così anche per la transessualità: vestirsi fin da piccoli coi vestiti dell'altro genere

e nell'adolescenza prendere gli ormoni con la semplicità con cui le altre ragazze prendono la pillola anticoncezionale.

E' una prospettiva credibile? Non lo so, ma non vedo motivazioni per negarlo.

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Essere felici di essere nati trans = ritenere desiderabile nascere trans. 

Se una cosa rende felici evidentemente è desiderabile, altrimenti non lo sarebbe. 

Stavo per curiosità leggendo delle testimonianze online di persone trans e in tutti i casi avrebbero voluto nascere direttamente col sesso biologico corrispondente al genere verso cui hanno effettuato la transizione. Poi magari sarà un caso eh, ma mi sembra anche molto logico. 

Non vedo come si possa essere felici di essere nati con una dissociazione psico-fisica che prevede trattamenti medici e psicologici più o meno invadenti. 

Io sono nato con la condizione patologica dell'atopia. Ci convivo serenamente nonostante i problemi e fastidi che mi ha dato e mi dà, ma non per questo la ritengo desiderabile e posso dire di essere felice di esserci nato. 

L'omosessualità in sé non prevede dissociazioni/conflitti psico-fisici e non richiede alcun trattamento psicologico e medico. 

L'omosessualità può anche essere desiderabile, avere la possibilità di avere rapporti sessuali senza il timore di avere gravidanze indesiderate per me è ottimo e di avere bambini non ci penso proprio. 

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In primo luogo vi è una classificazione diversa, perchè il DIG veniva sì chiamato disturbo di genere ma era poi catalogato fra i disturbi mentali insieme alle disfunzioni sessuali.

Vi era quindi un contrasto o una ambiguità fra "sesso" ( categoria disturbi sessuali ) e qualificazione del disturbo come di "genere"  poi il termine stesso alludeva ad un disturbo mentale sessuale, mentre disforia chiarisce meglio che si tratta solo di una eventuale "alterazione dell'umore" protratta per oltre 6 mesi, per il fatto che la società ti costringe a vivere in un ruolo di genere conforme al sesso biologico ( la qual cosa potrebbe essere attenuata o risolta con maggiore tolleranza etc )

In secondo luogo si è scelta una terminologia più valida in termini clinici, essendo stata abrogata la sottodistinzione delle persone trans per orientamento sessuale  "Sessualmente Attratto da Maschi; Sessualmente Attratto da Femmine; Sessualmente Attratto sia da Maschi che da Femmine; Non Attratto Sessualmente né da Maschi né da Femmine"

Tale sottodistinzione non serviva a niente, ma era il cascame classificatorio di un disturbo di genere inteso ancora come disturbo dell'identità sessuale ( identità comprensiva anche dell'orientamento )

Mentre si è introdotta la distinzione fra persone disforiche "pre-transizione" e "post-transizione" che ha un suo rilievo clinico, oltreché essere più politicamente corretto del precedente "persona affetta da disturbo dell'dentità di genere sessualmente attratto da maschi in remissione" che lasciava sottintendere come la soluzione al problema fosse necessariamente quella "chirurgica" cioè il cambiamento di sesso.

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  • 4 weeks later...

Riporto due notizie. 

La prima è che già due settimane fa il Portogallo ha approvato una legge che permette alle persone sopra i 16 anni di autodeterminare il proprio genere senza alcuna visita psicologica e medica. Notizia che è stata riportata da tutte le testate lgbt online e accolta positivamente in modo totalmente acritico, senza alcuna giustificazione razionale. 

Altra notizia, che risale al mese scorso ma che ho scoperto solo ora, è che un uomo argentino ha autodeterminato il proprio genere in donna per poter andare in pensione prima dal momento che in Argentina l'età pensionabile non è la stessa fra i due sessi (65 anni per gli uomini, 60 anni per le donne). È però inattaccabile dal momento che la legge sull'identità di genere argentina permette di poter cambiare genere senza alcuna visita psicologica e medica, sulla base del principio di totale autodeterminazione. 

http://www.corriere.it/esteri/18_marzo_22/cambia-sesso-anticipare-pensione-fannullone-sergio-indigna-argentina-8d2b082c-2dbf-11e8-815d-5b935dd8b5ba_amp.html

Alla fine quello che ho detto nel primo post era già accaduto ed evidentemente accadrà ancora, sempre più spesso. 

On 3/4/2018 at 10:50 AM, Uncanny said:

Un uomo potrebbe autocertificarsi donna per andare prima in pensione ad esempio.

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45 minutes ago, Uncanny said:

Altra notizia, che risale al mese scorso ma che ho scoperto solo ora, è che un uomo argentino ha autodeterminato il proprio genere in donna per poter andare in pensione prima dal momento che in Argentina l'età pensionabile non è la stessa fra i due sessi (65 anni per gli uomini, 60 anni per le donne). È però inattaccabile dal momento che la legge sull'identità di genere argentina permette di poter cambiare genere senza alcuna visita psicologica e medica, sulla base del principio di totale autodeterminazione. 

Amo questa notizia, che rinforza la mia posizione per l'abolizione legale del genere.

Visto che a tutti i maschi converrà dirsi donne trans per accedere ai privilegi femminili (pensione, quote rosa, servizio militare)

perché perseverare? O puntiamo a una legge che permetta a tutti di diventare donne in modo facile o aboliamo le distinzioni di genere.

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Si potrebbero anche abolire taluni privilegi.

La riforma fornero sulle pensioni ad esempio è intervenuta per uniformare l'età della pensione tra uomo e donna .

Anche le normative recentemente introdotte nelle leggi elettorali e denominate  per semplificare "quote rosa" in realtà non fanno quasi mai riferimento al sesso femminile ma dicono solo che nessuno dei due generi deve avere una rappresentanza inferiore ad una determinata percentuale.

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On 3/4/2018 at 4:30 PM, Almadel said:

Conosco anche pochi gay che riterrebbero "desiderabile" l'omosessualità,

Per me l'omosessualità o, meglio. l'omoerotismo è desiderabile in sé e per sé.....

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Negli ultimi 8 anni l'età pensionabile delle donne è passata da 60 a 66 anni e 7 mesi, dal 2019 saranno 67 anni

Ed ora, essendo agganciato il meccanismo di revisione dell'età ai tassi di sopravvivenza, c'è chi inizia a dire che vivendo le donne mediamente di più, sarebbe giusto che lavorassero anche più dei maschi, la situazione si è quindi ribaltata e la parità di genere è diventato un principio a tutela della donna rispetto ad una diversa aspettativa di vita. Residua la possibilità della donna di ottenere delle agevolazioni a seconda del numero dei figli nell'APE Social, una agevolazione ed un riconoscimento piuttosto limitato della maternità (che differenzia maschi e femmine).

Ciò detto

Non sfuggirà a nessuno il fatto che si potrebbe anche fare una unione civile, al solo fine di ottenere il diritto alla pensione di reversibilità ( divento gay per ottenere la pensione ) Quindi che facciamo? Un accertamento dell'omosessualità di coloro che chiedono di usufruire di diritti riservati ai gay?

C'è il caso di Carmen Di Pietro che non si risposa, perchè perderebbe la ricca pensione di reversibilità di Paternostro ( 2 anni di matrimonio 3000€ di pensione maturata a 35 anni vita natural durante ).  In questo caso andrebbe accertato se hanno "consumato" il matrimonio?

A dire il vero di vedove e vedovi, che convivono nel peccato...perchè non vogliono privare i figli dei loro diritti ereditari e perdere la reversibilità del primo marito o della prima moglie, è piena l'Italia anche se magari non hanno 35 anni.

Quindi io mi autocertifico gay quando faccio una unione civile, Carmen Di Pietro si è autocertificata donna eterosessuale gerontofila, mentre  le vedove o i vedovi sono tecnicamente concubini per non autocertificare la verità e perdere i diritti già acquisiti.

Edited by Hinzelmann
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LocoEmotivo

Quoto praticamente in toto le parole di @Almadel.

La mia impressione (del tutto personale e quindi di punto valore) è che la comunità trans si trova "indietro di una generazione" rispetto alle conquiste omosessuali: le sue richieste assomigliano fin troppo alle nostre rivendicazioni (mutatis mutandis) di venti -trent'anni fa. Probabilmente, in questo processo di emancipazione noi siamo un po' i centravanti di sfondamento: spero davvero che le nostre conquiste possano aiutare anche tutto il resto del mondo arcobaleno.

Oltretutto, caro @Uncanny, permettimi di sottolineare che richiedere informazioni sul mondo trans in una realtà a maggioranza omosessuale (come questo forum) non ha molto senso: perché non vai a bussare direttamente alla loro porta? Una comunità quasi esclusivamente trans potrebbe offrirti il confronto che cerchi.

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3 hours ago, Hinzelmann said:

Non sfuggirà a nessuno il fatto che si potrebbe anche fare una unione civile, al solo fine di ottenere il diritto alla pensione di reversibilità ( divento gay per ottenere la pensione ) Quindi che facciamo? Un accertamento dell'omosessualità di coloro che chiedono di usufruire di diritti riservati ai gay?

L'unione civile, così come il matrimonio, non è una certificazione dell'amore, ma semplicemente un negozio giuridico che dà diritti e doveri ad una coppia. Coppia di persone fra cui nella stragrande maggioranza dei casi intercorre una relazione amorosa, ma che può benissimo non essere presente. Quindi due amici/che eterosessuali possono contrarre un'unione civile per avere accesso alla pensione di reversibilità così come due amici di sesso opposto uno gay e una lesbica possono contrarre un matrimonio per lo stesso motivo. 

La questione dell'autocertificazione del proprio genere legale è ben diversa, il parallelo dunque non sussiste. 

14 minutes ago, LocoEmotivo said:

Oltretutto, caro @Uncanny, permettimi di sottolineare che richiedere informazioni sul mondo trans in una realtà a maggioranza omosessuale (come questo forum) non ha molto senso: perché non vai a bussare direttamente alla loro porta? Una comunità quasi esclusivamente trans potrebbe offrirti il confronto che cerchi.

In questo forum sono presenti anche diverse persone transessuali e di forum specifici per trans non ne conosco e trovo. Se qualcuno sapesse indicarmene gliene sarei grato. 

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2 hours ago, Uncanny said:

La questione dell'autocertificazione del proprio genere legale è ben diversa, il parallelo dunque non sussiste. 

La differenza fra una persona che decide di diventare donna per andare in pensione prima ed una persona che fa finta di essere diventato gay per prendere la pensione ad un vecchio gay solo, è che la prima fa qualcosa di vero e la seconda mente spudoratamente

Tanto è vero che la prima fa notizia...perchè ce n'è 1 al mondo

Mentre di finti gay e finti gerontofili è pieno il mondo....

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