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Franca Leosini


davydenkovic90

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davydenkovic90

 

E' in corso una nuova stagione di Storie Maledette, programma di cui è autore unico e conduttore Franca Leosini.

Il programma si svolge sottoforma di intervista della stessa Leosini a diversi personaggi che hanno guadagnato le cronache come autori di omicidi, prevalentemente, ma non solo. Franca non intervista professionisti del crimine, ma solo persone comuni che, per qualche motivo, sono cadute nel buio di una maledetta storia. Nelle interviste si sofferma molto sul lato umano,  curafin nel minimo dettaglio il lessico, studia migliaia di pagine di processo e "solfeggia" (parole sue) il suo quadernone decine di volte per trovare la giusta intonazione alle frasi che dirà. Il risultato è un prodotto televisivo di altissimo livello, fa sempre il boom di ascolti e ormai ha generato una vera e propria mania: esistono i Leosiner (fan di Franca Leosini) e pagine come "Uccidere il proprio partner per farsi intervistare da Franca Leosini".

Doveroso ricordare che Franca nostra è stata incoronata icona gay 2013 alla Muccassassina e non c'è da stupirsene: è una donna che non ha pregiudizi ed è piena di ironia (ha detto, infatti "io il pizzico d'ironia ce lo metto sempre, anche quando faccio la maionese").

Sulle unioni civili, a Ballarò, si è espressa con le seguenti parole:

“Io sono assolutamente favorevole perché sono, anzitutto, diritti umani, poi vuol dire mettere ordine nella vita delle persone. E quando c’è ordine nella vita delle persone, c’è anche ordine nella società. Queste persone chiedono solo, giustamente, che venga riconosciuto loro quello che è riconosciuto a tutti: il diritto d’amare. ”

Nell'ultima puntata ha definito Sabrina Misseri (parafrasando) una fiorente ragazza di Avetrana, una babbalona, una bonazza, va', sentimentalmente genuflessa al dio Ivano, che confronto Brad Pitt è un bipede sgualcito.

Impossibile non amarla, ben venga se questo diventa un topic con le vostre citazioni preferite della divina Franca.

Se non la conoscete, eccovela:

 

Edited by davydenkovic90
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LocoEmotivo

Ho visto qualcosina quando la guardava mia madre ma non ne sono rimasto folgorato (forse per la mia idiosincrasia che avversa i delitti e tutto quello che gli ruota intorno).
In compenso, è un leosiner un bravissimo fumettista che seguo su Twitter, Daniel Cuello, che ha anche lanciato l'hashtag #LeosiniDice o qualcosa del genere: se ti può interessare, buttagli un occhio.

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potrei citare la parodia che le ha fato la Cortellesi o il cameo radical chiccoso della sora Franca nell'ultimo film di Paoletta;

e però sto ancora a ride per sta vignetta

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-ma l'ha detto veramente???-

cmq, seriamente, è una di quelle persone che mi fa credere che possa esistere ancora un giornalismo che racconta- studia- approfondisce ed usa un italiano ricercato ed elegante, perfino in questi tempi sciatti

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Franca e' un mito.

a me piace anche Roberta Petrelluzzi, fa ancora un giorno in pretura? : D

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ha quel modo di fare tranquillo.. che ispira fiducia.. da guardare mentre si sorseggia una cioccolata calda 

ahahah meno male che non ci incontreremo mai raga perche' con tutte le cose che ho scritto sul forum ho perso qualsiasi sex appeal XD 

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davydenkovic90

In molti si chiedono "l'ha detto veramente?" Ebbene sì.

Certo in una tv defilippiana dove il lessico è da asilo, la Leosini è champagne con le bollicine. Peccato che faccia poche puntate e si veda poco in altre trasmissioni... sulle puntate, dice lei, ci lavora moltissimo, perciò sono poche. Non va in altri programmi per non ammorbare e annoiare con una presenza ingiustificata in altre trasmissioni. Unica!

franca-leosini-758786.jpg

Il citazionismo su franca, comunque, dilaga sui social. C'è anche un imitazione molto carina sul web che riprende le sue frasi cult degli ultimi episodi (quella della cortellesi è più vecchiotta, anche se è molto azzeccata anche quella)

Edited by davydenkovic90
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5 hours ago, Beppe_89 said:

Franca e' un mito.

a me piace anche Roberta Petrelluzzi, fa ancora un giorno in pretura? : D

Image result for un giorno in pretura

ha quel modo di fare tranquillo.. che ispira fiducia.. da guardare mentre si sorseggia una cioccolata calda 

ahahah meno male che non ci incontreremo mai raga perche' con tutte le cose che ho scritto sul forum ho perso qualsiasi sex appeal XD 

Sisi tra l'altro sabato dovrebbe iniziare la nuova stagione...

Comunque oltre alla calma condividono anche sangue freddo: ricordo l'intervista che la Leosini fece a Wanna Marchi e mi domando come fece a stare tranquilla di fronte alle puttanate che sparava.

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On 14/3/2018 at 10:05 AM, davydenkovic90 said:

Non va in altri programmi per non ammorbare e annoiare con una presenza ingiustificata in altre trasmissioni.

E fa anche bene... la sua apparizione a Sanremo era totalmente inutile e affatto all'altezza del potenziale della Leosini.

A parte la sua ironia, una cosa che apprezzo molto è il fatto che non si lasci andare ad emozioni e faccia un racconto diretto e sincero. Basta vedere come rimprovera Sabrina Misseri quando inizia a piangere.

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Amo <3 la Leosini.
La prima parte sul caso Avetrana è stata ineccepibile, lei sempre preparatissima, sempre attenta alla dimensione umana del racconto, che non perde mai, montaggio azzeccatissimo, non vedo l'ora di vedere la parte 2.

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Che sia apprezzata dagli omosessuali perché cinica, imperscrutabile e dal lessico arcaico e ricercato, che crea tutta una atmosfera trash decadente, é innegabile, che fosse obbligatoria la sua analisi e il suo racconto di questi casi di cronaca per poterci capire di più su questi omicidi poiché lei troppo brava e necessaria é in dubbio, soprattutto perché se ne parla dalla mattina alla sera di queste cose. 

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davydenkovic90
1 hour ago, Sorgesana said:

Che sia apprezzata dagli omosessuali perché cinica, imperscrutabile e dal lessico arcaico e ricercato

E' apprezzata dagli omosessuali (e non solo) perché non ha pregiudizi, per l'ironia e il lessico ricercato.

1 hour ago, Sorgesana said:

che fosse obbligatoria la sua analisi e il suo racconto di questi casi di cronaca per poterci capire di più su questi omicidi poiché lei troppo brava e necessaria é in dubbio, soprattutto perché se ne parla dalla mattina alla sera di queste cose. 

Non fa nessuna analisi né racconto, sono interviste. La Leosini studia migliaia di pagine dei vari processi di cui si occupa, cosa che, in ambito televisivo, non fa nessuno. Poi non sempre tratta argomenti di cui si è parlato molto, come il caso Avetrana o il delitto di Perugia ma anche storie quasi sconosciute.

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10 hours ago, davydenkovic90 said:

per l'ironia e il lessico ricercato.

vero

a me per questo piaceva un sacco la Marchesini.. roba da prendere appunti mentre parlava e poi ripetere le frasi XD 

a volte c'e' un  non so che di paradossale e comico nel parlare in modo ricercato... quando lo si fa bene pero'.. non come fa a volte Bonolis (ad esempio) che tira fuori sinonimi  ricercati a vanvera.. solo per fare frasi piu' lunghe

Edited by Beppe_89
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Vabbè la Bruzzone è parte in causa...ovviamente questo di Avetrana è un classico del processo massmediatico italiano

Si parte con un reo confesso e si finisce con il condannare i suoi parenti, i testimoni d'accusa che non  reggono o ritrattano, i consulenti della difesa etc

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davydenkovic90

va be', la Bruzzone è permalosa e basta, non ha capito che la Leosini non fa un processo, ma un' intervista a Sabrina Misseri e la madre, in questo caso. 

Probabilmente voleva solo più spazio all'interno del racconto, invece la Leosini ha solo detto una frase su di lei in 4 ore di trasmissione.

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Oltre ad essere permalosa è passata da essere consulente della difesa del padre, a testimone per l'accusa nei confronti della figlia e parte offesa nel processo per calunnia contro l'ex cliente...una roba un po' difficile da spiegare

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Rolling Stone

Gianluca Neri

Confesso di avere atteso qualche giorno prima di apprestarmi a scrivere le parole che leggerete di seguito, confidando che sui social network e sulla rete in generale l’instupidimento collettivo per Franca Leosini passasse.

Confesso anche di avere pensato che mi steste trollando, tutti. E che a un certo punto sareste usciti allo scoperto prendendomi giustamente per il culo per avere anche solo per un momento pensato che poteste essere davvero affascinati da una che, in quanto a empatia, gioca in un campionato di cui fanno parte Heinrich Himmler, il cacciatore che sparò alla mamma di Bambi e Billy Zane in “Titanic”.

Confesso infine che gran parte delle speranze in questo senso sono state definitivamente spazzate dalla lettura dei vostri tweet di cieca adulazione e, in seguito, anche dai dati Auditel che hanno certificato il trionfo della prima puntata della nuova serie di “Storie Maledette”, in cui la Leosini ha intervistato Sabrina Misseri e sua madre Cosima Serrano, entrambe condannate in via definitiva all’ergastolo per l’omicidio della quindicenne Sarah Scazzi.

Ora, io so che parlando male della vostra Franca do un dolore immane a tutti voi, ma è oggettivamente venuto il momento che apriate gli occhi e affrontiate la realtà.
Lo dico perché, nel descriverla, smettiate di ridicolizzarvi scrivendo mostruosità facilmente oppugnabili quali “È una donna adorabile sotto tutti gli aspetti”; “Ha un modo di raccontare i fatti che è avvincente”; “Ha una classe che qualsiasi altro personaggio in tv si sogna”; “Tratta gli intervistati con infinito rispetto”; “Pone le domande senza alcun preconcetto”.
Ecco il momento della rivelazione: Franca Leosini è tutte queste cose esclusivamente nella vostra suggestionabile mente malata e nel fantastico mondo fatto di marzapane nel quale state lasciando scorrazzare liberamente un francamente inquietante numero dei neuroni che avete a disposizione.

Innanzitutto: “Storie Maledette” inizia con un’agiografia della vittima adolescente. Così, invece di descrivere Sarah Scazzi come una normale adolescente tendente a una vita da adulti per la quale è ancora inevitabilmente inadeguata e che man mano le si rivela più ordinaria e desolante che nei sogni, ci viene presentata come un angelo dell’iconografia classica, “bionda e lieve, volata lassù così leggera che neppure sono servite le ali per sistemarsi lì fra gli angeli che sono certo biondi e puri come lei”. È una breve introduzione che da sola copre almeno una decina d’anni di fabbisogno di retorica di uno stato occidentale mediamente sviluppato. Ma per la Leosini non è ancora abbastanza: “Carina tanto: solare, bionda, gioiosa. Se i sogni hanno un colore, erano forse biondi anche i sogni di Sarah”. Giuro, testuale: non sto inventando niente.

Per motivi che ignoro, alla Leosini (e in generale chi scrive per la televisione) non basta che la vittima di un caso di cronaca nera sia, per l’appunto, vittima, e quindi morta. No. Deve anche essere santa. L’autore televisivo medio cova la malsana idea che perché non siano “quelle che se la sono andata a cercare” abbiamo bisogno che le morte siano Sante Marie Goretti: martiri e pure e, forse, perfino un po’ rassegnate al dolore e alla morte in quanto veicoli di santità.
Sarah non era Santa Maria Goretti. Ma, se è per questo, nemmeno Santa Maria Goretti era Santa Maria Goretti: aveva undici anni e questa balzana idea di non lasciarsi stuprare dal vicino di casa diciannovenne, il quale rispose alle sue resistenze e alle grida colpendola più volte con un punteruolo. Contribuirono a farne una santa quelli che in letto di morte insistettero per chiederle di perdonare il colpevole ma, soprattutto, quello che si ricordò che qualche tempo prima la bambina aveva dichiarato che avrebbe voluto morire piuttosto che commettere peccati. Quindi, urrà – era morta senza commettere il peccato di essere stuprata –: ce l’aveva fatta.
Sarah – come potete immaginare – era invece una semplice adolescente di provincia, ingenua e indisponente, stupida e furba, innocente e ammiccante, che la morte ha colto impreparata e incompiuta, come un animale selvatico abbagliato dai fari sulla statale.

Lo racconta la stessa madre, Concetta: era una “bomba atomica”, iperattiva per quanto gracile, e diceva un sacco di parolacce. A scuola, con la compagna di banco, faceva le barricate con gli zaini per sfuggire allo sguardo dei professori poi, con il bianchetto, disegnava cuori cui dava fuoco. Prendeva per i fondelli gli insegnanti e, se per caso mentre era in compagnia degli amici incontrava per strada una suora, le andava davanti, alzava indice, pollice e mignolo della mano e le gridava in faccia “Viva la droga!”. In macchina, con gli amici, chiedeva sempre di mettere a tutto volume “Smack my Bitch up”, che cantava a squarciagola. Aveva quindici anni e tornava abitualmente a casa alle due, tre di notte. «È stata sempre ribelle, stolta, aggressiva, la vedevo così e pensavo tanto i giovani sono tutti uguali», confessa la signora Cosima nel corso di un’intervista rilasciata qualche tempo a Vanity Fair.

“Storie Maledette” è un triste spettacolo d’arte varia che va in onda in differita (pensate l’ideona di montaggio: porre la domanda a Sabrina e poi interromperla prima che risponda, dicendo “No, aspetti un attimo che lo chiedo a sua madre” per lanciare la registrazione del colloquio con Cosima, in un carcere diverso, in un giorno diverso), perché la conduttrice che adulate per la proprietà di linguaggio è, semmai, degna di nota per la proprietà di scrittura.
Ma anche su questo sbraca, non ce la fa: “Io solfeggio il testo come uno spartito musicale: faccio le pause, inserisco le lunghe, le brevi. La stessa parola assume una valenza diversa a seconda dell’intonazione scelta” dice, e mostra il copione, con tutti i segnetti che indicano se pronunciare le vocali aperte o chiuse. Beh, tenetevi forte: l’idea del solfeggio del testo è una sonora stronzata che non sta né in cielo né in terra.

La liturgia prevede che la Leosini si presenti alla persona che deve intervistare con un monologo scritto, nemmeno mandato a memoria e consultato platealmente mentre si impappina, si blocca, sbaglia i tempi, legge male. E se per caso tu che sei intervistato tenti di scartare di lato, di dire la tua, di abbozzare una ragionevole risposta che richieda un minimo di approfondimento, lei ti riporta a forza sui binari del copione perché deve declamare una telefonatissima e francamente scarsissima battuta che faccia da chiusa.
Ho letto atrocità tipo “Franca Leosini ha una padronanza di linguaggio sconfinata e la sensibilità per trattare temi scottanti con il dovuto rispetto”, che è ovviamente ciò che ti viene da pensare quando la senti recitare frasi tipo: “Frenando i suoi ardori lombari, rinforcava le mutande”. E invece si nasconde molta più morbosità in quei vezzi linguistici che nella volgarità dei termini più triviali: perché non è che puoi dire le peggio porcate con l’espressione e il tono di Maggie Smith in Downton Abbey, e allora tutto va bene. Lei elenca curiose espressioni alternative per fare riferimento allo sperma o ai ditalini e, mentre mezza rete italiana si sbrodola addosso pensando “Dio, che proprietà di espressione!”, sembra quasi di vederla mentre sfoglia il dizionario dei sinonimi e dei contrari alla ricerca del termine più rococò.

La trasmissione di Franca Leosini si basa su un unico, fondamentale pilastro: io sono la Franca e tu non sei un cazzo. E questa superiorità – morale, intellettuale, finanziaria, etica, di mezzi e di forze – è “il” format. Tutto, a Francaland, riporta al culto della Sacra Messa In Piega ma, come accade a tutte le semi-divinità, anche a lei tocca di tanto in tanto umiliare l’intervistato per mantenerlo conscio della grandezza cui è al cospetto. Di tutti i dettagli che potrebbe approfondire, Franca Leosini sceglie sempre il lato più morboso, amplificando la supposta volgarità di uno specifico atto sessuale e costruendoci su un gioco di parole che l’intervistato non capisce perché non ha la sua cultura. E lei se la ride.

Non si spiega altrimenti il perché, nel corso dell’intervista a Luca Varani – l’avvocato che assoldò due malviventi albanesi per sfregiare con l’acido il viso dell’ex-ragazza Lucia Annibali – possa uscirsene con la domanda: “Le leggerò una poesia di Wisława Szymborska, conosce?”, e reagire con un sorrisetto compiaciuto quando lo sventurato risponde “Non mi pare”.
O come possa citare una canzone di Franco Battiato del 1981 a Sabrina Misseri: una che se è andata più in là di qualche brano dei Tokyo Hotel e dell’opera omnia dei Modà è un miracolo.
A un certo punto – sempre nel corso dell’intervista a Sabrina Misseri – Franca Leosini chiede: “Ha presente il coro delle tragedie greche?”. Come no: vogliamo chiederle anche qualcosa sulla fissione nucleare, sulla teoria delle stringhe o sulla meccanica quantistica?

Tutto è funzionale al fatto che la Leosini sia messa in condizione di prenderci per il culo: a volte gli intervistati, non capendo, ridono perfino di sé stessi, pur di sentirsi della partita. Quando, ad esempio, Sabrina Misseri, puntualizza di avere studiato ed essersi diplomata come estetista, la Leosini non riesce a trattenersi dal commentare: “Adesso anche per spremere un foruncolo sembra che ci voglia un master”. È un gol a porta vuota, a beneficio dei fan sugli spalti. E Sabrina ride, senza avere i mezzi per capire che non era un complimento.
Poi le viene in mente di ridicolizzare Sabrina e l’infatuazione per il suo Ivano: un normale ragazzo di provincia che – in quanto cesso, a parere della Franca – non meriterebbe di essere descritto come “Dio Ivano”, come invece Sabrina fa in un SMS che gli invia. Sabrina cerca di spiegarle che si trattava di un gioco di parole sull’espressione “non nominare dio iNvano”, ma la Leosini è già da un’altra parte, non la sta più ascoltando: è tutta presa dal suono della sua voce che si appresta a declamare la pungente battuta con cui chiudere la questione: “Del resto Ivano è talmente bello che Brad Pitt al confronto sembra un bipede sgualcito”.
Già, perché nel mondo di Francaland il sesso è una cosa sporca e i brutti, gli sfigati, i poveri e i delinquenti scopano poco e male: sono goffi e preda di istinti animaleschi ridicoli come la linguetta fuori di Fantozzi quando incontra la signorina Silvani
Brad Pitt, lui no, non ha bisogno di “rinforcarsi” le mutande. Probabilmente nemmeno sono parenti delle mutande, le cose che si rinforca Brad Pitt.

E poi Brad Pitt alla fine almeno ti tromba per davvero: non fa come Ivano, che porta Sabrina in camporella, la fa spogliare, la mette (testuali parole) “in condizioni di disponibilità” e poi che ti fa? Cambia idea all’ultimo. Non la tromba più. Ma che si fa così? “Se un uomo ti ha messa in condizione di disponibilità” – sentenzia la Franca – poi allora come minimo te deve scopa’, “altrimenti ti umilia”. E centinaia di persone che fino a qualche mese fa avevano la timeline di Facebook che era tutta un “#metoo” non fanno una piega: si può dire “no” in qualsiasi momento, a meno che tu non sia Ivano. Se sei Ivano e Ivano ti ha “messa in condizione di disponibilità”, allora “no” non può più dirlo. Perché non è elegante, non è da uomo.
Dice: “ma tu non l’hai capita, la Franca: lei lavora solo sugli atti”. Balle: negli atti nessuno si sogna di scrivere di “ardori lombari”, “mutande rinforzate”, “questuanti dell’amore” e “ditini birichini”. Aggiungerei anche: fortunatamente. E, comunque, se vuoi recitare gli atti, non c’è bisogno di fare un’intervista. Da un’intervista devi poterti aspettare che apra scenari che deviano dal copione. Invece la Leosini ti lascia rispondere e, incurante di ciò che hai detto, riparte esattamente da dov’era rimasta.

In tutto questo vuoto spinto di empatia, di tanto in tanto, in un momento assolutamente random, la Franca sente la necessità di mostrarsi coinvolta: attende paziente che una lacrima faccia capolino sugli occhi dell’intervistato, e butta lì un “No, non pianga però. Vuole fare piangere pure me?”. Questo malgrado l’ultimo che ricordi di avere visto la Leosini piangere sia un velociraptor, e non fosse nemmeno così sicuro che stesse davvero piangendo.

Il problema di “Storie Maledette” è che è ormai il one-woman-show di una cronista ormai troppo presa da sé stessa per poter parlare d’altro che di sé; di una maschera tragica involontariamente comica quando riprende un Pubblico Ministero per aver insistito troppo su un dettaglio morboso; di una giornalista che confeziona frasi fatte già in forma di tweet, nella quale si vede tutto il compiacimento nella consapevolezza di essere uno degli idoli della rete; di una donna che vuole a tutti i costi mettersi in piedi su una sedia per recitare a memoria la sua poesia di Natale e, per farlo, coglie l’occasione in cui non puoi rifiutare di ascoltarla, perché sei al gabbio.

Quella doveva essere la tua occasione: il palco e il momento perfetti per raccontare la tua versione e per poterlo fare davanti a quasi due milioni di persone. Ma un’attrice invadente ti ha rubato la scena e ha avuto gioco facile. Perché in fondo cosa ci vuole a fare i bulli con gli ergastolani?

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davydenkovic90

La Leosini non recita gli atti. E non parla solamente del processo. Molto interessante, ad esempio, dalle sue interviste è sapere cosa fanno in carcere i detenuti e le detenute.

Gli atti la Leosini li studia per il semplice fatto che deve conoscere la verità processuale e riportare sempre a questa l'intervistato, che, altrimenti, racconterebbe solo la sua verità sui fatti. 

Se usa linguaggio forbito, riferimenti colti e frasi originali è solo da elogiare. Chi accende la tv è stanco di sentire sempre le solite poche centinaia i vocaboli dei vari personaggi che popolano i programmi. La leosini a si vede, a dir tanto, per 4-5 puntate in un anno (se non meno,in media) perché va pochissimo in altre trasmissioni, non ammorba con presenze ingiustificate. Non capisco, peraltro, perché non si possa parlare di Battiato o di tragedia greca a Sabrina Misseri.

Le critiche comunque stanno solo a testimoniare il successo del programma, cavalcato, come prevedibile e come è anche giusto che sia, da uno dei tanti pessimi giornalisti di cui Rotwang ama tanto copincollare articoli, nonché da personaggi sepolti ormai nella memoria quali la criminologa bruzzone che, a parte quando si parla avetrana, l'imitazione della raffaele e qualche ospitata da bruno vespa, non mi pare abbia avuto gran successo di pubblico quando ha provato a condurre trasmissioni relative alla cronaca nera

Edited by davydenkovic90
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5 hours ago, davydenkovic90 said:

Le critiche comunque stanno solo a testimoniare il successo del programma, cavalcato, come prevedibile e come è anche giusto che sia, da uno dei tanti pessimi giornalisti di cui Rotwang ama tanto copincollare articoli

Anche la D'Urso è famosissima e con un successo mai in discesa, preferisco lei ai personaggi costruiti e finti come la Leosini.

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On 14/3/2018 at 6:32 AM, davydenkovic90 said:

E' in corso una nuova stagione di Storie Maledette, programma di cui è autore unico e conduttore Franca Leosini.

Il programma si svolge sottoforma di intervista della stessa Leosini a diversi personaggi che hanno guadagnato le cronache come autori di omicidi, prevalentemente, ma non solo. Franca non intervista professionisti del crimine, ma solo persone comuni che, per qualche motivo, sono cadute nel buio di una maledetta storia. Nelle interviste si sofferma molto sul lato umano,  curafin nel minimo dettaglio il lessico, studia migliaia di pagine di processo e "solfeggia" (parole sue) il suo quadernone decine di volte per trovare la giusta intonazione alle frasi che dirà. Il risultato è un prodotto televisivo di altissimo livello, fa sempre il boom di ascolti e ormai ha generato una vera e propria mania: esistono i Leosiner (fan di Franca Leosini) e pagine come "Uccidere il proprio partner per farsi intervistare da Franca Leosini".

Doveroso ricordare che Franca nostra è stata incoronata icona gay 2013 alla Muccassassina e non c'è da stupirsene: è una donna che non ha pregiudizi ed è piena di ironia (ha detto, infatti "io il pizzico d'ironia ce lo metto sempre, anche quando faccio la maionese").

Sulle unioni civili, a Ballarò, si è espressa con le seguenti parole:

“Io sono assolutamente favorevole perché sono, anzitutto, diritti umani, poi vuol dire mettere ordine nella vita delle persone. E quando c’è ordine nella vita delle persone, c’è anche ordine nella società. Queste persone chiedono solo, giustamente, che venga riconosciuto loro quello che è riconosciuto a tutti: il diritto d’amare. ”

Nell'ultima puntata ha definito Sabrina Misseri (parafrasando) una fiorente ragazza di Avetrana, una babbalona, una bonazza, va', sentimentalmente genuflessa al dio Ivano, che confronto Brad Pitt è un bipede sgualcito.

Impossibile non amarla, ben venga se questo diventa un topic con le vostre citazioni preferite della divina Franca.

Quando ho visto che avevi aperto sto topic sapevo che me avresti fatto tajà, chapeau

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davydenkovic90
7 hours ago, Rotwang said:

Anche la D'Urso è famosissima e con un successo mai in discesa, preferisco lei ai personaggi costruiti e finti come la Leosini.

Fanno cose diverse, anche a me la d'Urso non dispiace, guardare i suoi programmi è un po' come andare al circo, solo che al posto delle tigri e dei clown ci sono Lory del Santo e Platinette. La de Filippi invece mi piace meno, ma solo perché ha la pretesa di imporre e vendere dei modelli di comportamento incivile e linguaggio ai giovani i quali, ahimè, hanno raccolto benissimo l'insegnamento. Poi sono tutte forme di intrattenimento, costruite o meno. Se piacciono bene altrimenti uno può cambiare canale.

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  • 4 weeks later...
davydenkovic90

Ha fatto solo tre puntate, peccato. Le prime due ha intervistato Sabrina Misseri e Cosima Serrano e la terza Paolo Esposito.

Comunque ci consoliamo il sabato sera con Roberta Petrelluzzi e Un giorno in pretura. Tra l'altro la prossima puntata sarà la seconda parte di un processo per la morte di una ragazza, Eva Sacconago, di 27 anni che si è suicidata nel 2011 perché a quanto pare subiva da anni vessazioni e stalking da parte di una suora, suor Maria Angela Farè, che aveva abusato di lei quando aveva 14 anni (e cioè diversi anni prima del suicidio). 

Edited by davydenkovic90
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  • 7 months later...
  • 2 weeks later...
Visto.. Puntata nella media direi.. Anche se a dire il vero mi aspettavo che venissero intervistati Olindo e Rosa in carcere come fatto per il caso Scazzi.

Non mi è piaciuto il tentativo di fare dell'ironia sul fatto che che Rosa avesse detto di essere stata stuprata da Azouz.

Quel "la sensualità di Rosa non era certo qualcosa di folgorante" (non ho rivisto l'episodio per citare l'esatta espressione usata ma questo era il senso) mi è parso fuori luogo ed inutilmente schernitorio..
I due fratelli infatti hanno bloccato il tentativo della Leosini sul nascere.
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