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Gli scherzi su YouTube sono una distopia inquietante


Rotwang

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The Vision

Alice Oliveri

Nel 1964 fu Nanni Loy uno dei primi a fare ridere sfruttando quel senso di disagio e imbarazzo che si prova nel vedere una vittima ignara coinvolta in una situazione paradossale. Nel suo caso si trattava del celebre sketch della“zuppetta”: in un bar del centro di Bologna, in una mattinata qualsiasi, un distinto signore inzuppa il suo cornetto nel cappuccino di un estraneo, come se fosse del tutto normale. Le reazioni sono diverse. C’è chi fa finta di niente, chi un po’ se la ride, ma il succo è sempre lo stesso: tutti percepiscono l’anormalità di quella situazione. Non so bene perché gli scherzi fatti ad altri ci divertano così tanto, ma quello che innescano è un meccanismo che funziona da sempre, che procura risate facili e a cui la televisione ha attinto a piene mani. La riuscita di uno scherzo sta nella verità della reazione scaturita dall’equivoco: la scena non deve sembrare recitata, in alcun modo fasulla; la comicità della candid camera risiede proprio nella spontaneità degli eventi e della loro vittima inconsapevole– meglio ancora se le reazioni fanno cascare, anche se per poco, l’impalcatura di un personaggio famoso.

Fino a qualche anno fa ci sbellicavamo tra Scherzi a parte, candid camera giapponesi e Ashton Kutcher assoldato per prankare vip su MTV: questa forma di“sentimento del contrario”– se vogliamo dargli un’origine pirandelliana forse un po’ troppo nobile– non poteva certo sfuggire alla fagocitazione di internet. Cosa c’è di più vero di un video su YouTube? Cosa c’è di più vero di uno youtuber, sarebbe meglio chiedersi. Il motivo per cui queste figure in bilico tra tv e internet, nuovi punti di riferimento dell’intrattenimento, riescono a fare incetta di così tanti follower è chiaro. Lo youtuber non è un presentatore, professionale e distaccato, e nemmeno un cantante o un attore, un’irraggiungibile celebrità: è l’amico con cui giocare alla PlayStation, la sorella con cui parlare di vestiti appena comprati, una persona come noi. Ecco il grande inganno di YouTube, l’orizzontalità dei rapporti tra fruitore e creatore. Questa premessa di YouTube, il fatto che sia pieno di contenuti creati dal basso– o almeno così dovrebbe essere– produce due tendenze diverse in chi si diletta nel genere scherzi su internet. C’è chi li mette in atto mantenendo quella base di genuinità fondamentale per la riuscita dello sketch, rischiando però di perdere il controllo della situazione in seguito a un calcolo sbagliato o per un eccesso di spettacolo, con esiti addirittura tragici; c’è chi invece sovverte completamente la logica dello scherzo, privandolo di ogni elemento spontaneo e trasformandolo di fatto in una lunga pubblicità occulta o in una scenetta poco credibile che non capisco proprio perché dovrebbe fare ridere,figuriamoci ingannare qualcuno– e invece.

Di questa seconda categoria fanno parte tutti quegli scherzi confezionati dai professionisti dell’equivoco: i canali YouTube o le pagine Facebook con annessi video che hanno come unico obiettivo quello di riprodurre un perenne stato di comicità che spazia tra Paperissima, le scene slapstick e le commedie sexy anni’80. In sostanza queste persone che devolvono la loro vita al bene del mondo, regalandoci ogni giorno un sorriso, pensano che sia normale per noi credere che i loro scherzi abbiano una qualche base di verità. Tutta la riflessione sulla sorpresa e sul divertimento legato alla reazione inaspettata della vittima decade completamente: canali come Scherzi di coppia o youtuber come Antony di Francesco– per citare due di quelli che reputo i peggiori, ma che contano rispettivamente 686mila e 830mila iscritti, numeri piuttosto alti per canali italiani– hanno instaurato una narrazione demenziale della propria vita intima, dove le vittime degli scherzi sono sempre e solo loro stessi.

Lasciamo stare per un attimo il fatto che magari esista qualcuno che trova effettivamente divertente guardare una coppia che mette in piedi uno scherzo epico del genere“ho tradito la mia ragazza su Lovoo”. Questo genere di comicità reiterata lascia col dubbio che sia impossibile credere a una vittima così ingenua da cascarci ogni volta– non c’è bisogno di scomodare Pierino e il lupo. E poi, altro elemento che mi fa storcere il naso, solo un cieco non si renderebbe conto della quantità di sponsorizzazioni e di pubblicità presenti in questi canali. È come guardare uno spot che invece di avere un set e degli attori ha come protagonisti due ragazzi normali–con tutte le accezioni che questo termine può avere– calati in situazioni che non lo sono. Questo tipo di gag domestiche non manca di prendere pieghe davvero originali, come nel caso della categoria scherzi sexy, le cui vittime sono sempre e solo belle ragazze poco vestite: i fidanzati burloni riescono a individuare ogni volta con precisione il momento in cui fare lo scherzo del secolo, ovvero quando la propria compagna si trova mezza nuda in qualche parte della casa.E quando non sono coppie, ecco i collettivi di modelle che si strappano i tanga o si prendono a schiaffi per farvi ridere a crepapelle. Si tratta di scenari comici talmente vecchi e stantii che non mi stupirei di vedere spuntare a sorpresa Lino Banfi.

Per quanto riguarda invece l’altra categoria di prankers, quella che sfrutta la libertà del mezzo per sbizzarrirsi senza controllo, le cose diventano addirittura pericolose. Una secchiata d’acqua gelata in testa alla propria fidanzata in déshabillé è piuttosto innocua, di cattivo gusto magari, denigratoria per il solito uso strumentale del corpo femminile, certo, ma non mette a rischio nessuno–al massimo il tempo speso nel guardare questi sketch. Ma c’è chi alla banalità preferisce lanciarsi in trame inquietanti con esiti che a volte risultano decisamente dannosi, se non letali.Esiste un filone di scherzi tra genitori e figli, o per dirla in altri termini, tra adulti e minori: un canale YouTube, Toy Freaks, è stato chiuso di recente per via dei suoi contenuti, una serie di video in cui due bambinevenivano terrorizzate dal padre per mezzo di strani animali nascosti nella doccia, o fatte vestire da poppanti e comportare di conseguenza, tra pipì addosso e rigurgiti; un altro canale, DaddyOFive, è costato la custodia dei propri figli a due genitori talmente creativi in fatto di scherzi da far credere a uno dei due di essere stato adottato, con le comprensibili reazioni del caso. A sottolineare lo spirito goliardico della loro iniziativa c’è sempre la catchphrase del canale,“it’s just a prank, bro”. Certo, è solo uno scherzo, cosa può esserci di male nel maltrattare i propri figli piccoli per fare ridere qualche centinaio di migliaia di iscritti?

Se coinvolgimenti di bambini e travestimenti inquietanti demarcano quella linea invisibile che esiste tra ciò che potrebbe essere fatto e ciò che non andrebbe fatto, soprattutto su Youtube, l’estremo esito dello scherzo online è quello che coinvolge la morte, come nel caso della coppia di youtuber del Minnesota che per avere più follower sul loro canale ha deciso di deliziare il pubblico con un video in cui la ragazza spara al compagno mentre quello dovrebbe pararsi con un’enciclopedia, anziché una Bibbia. Divertente, no? Spettacolare. Se non fosse che l’uomo è mortodavanti alla telecamera e al figlio di tre anni. O come nel caso più recente di Logan Paul, re indiscusso delle prank wars– ha finto di farsi uccidere in diretta davanti ai suoi fan, ma a differenza dei colleghi è sopravvissuto–che vanta 15 milioni di iscritti al suo canale e che è arrivato a confondere la vita reale con uno dei suoi scherzi, finendo per filmare con in testa un cappellino di Toy Story il corpo di un uomo che si era tolto la vita nella famosa foresta dei suicidi, in Giappone. Lo youtuber, come prevedibile, è stato ricoperto di critiche e si è di conseguenza scusato in un lungo video in cui spiega di aver capito di essere andato“un po’ oltre”. C’è chi dice che la sua carriera su internet sia finita, ma di certo non la sua popolarità.

Il grande paradosso di YouTube consiste nell’aver dato un pubblico a dei momenti che normalmente vivremmo solo noi, nell’intimo della nostra quotidianità– giocare ai videogiochi, truccarci, guardare i vestiti appena comprati, confessarsi e aprirsi fino a scoppiare a piangere, come se fossimo davanti al più caro dei nostri amici. E la velocità con cui si espande questo mondo è direttamente proporzionale a quella con cui può crollare, come dimostra il caso adpocalypse. Contestualizzando questi episodi nella corsa alla viralità non è strano allora che una famiglia rischi di perdere la custodia dei propri figli solo per l’illusione di ottenere un successo planetario, come non è nemmeno così assurdo che uno youtuber pensi che filmare un uomo morto suicida sia legittimo e perfino divertente. L’aplombvintage di Nanni Loy appare obsoleto al nostro sguardo disilluso, ma la faccia tosta di uno youtuber che arriva a filmare un cadavere “for the lols” sembra avere un risultato opposto a quello a cui mirano canali del genere: se la sincerità di uno scherzo si traduce solo in una smania per la visualizzazione, lo scherzo in questione farà ancora ridere?

Cosa ne dite? La saga infinita degli scherzi demenziali su YouTube deve finire?

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On 18/2/2018 at 8:41 PM, Almadel said:

Sei sicuro di sapere cosa si intenda per "distopia"?

Forse Rot pensava al più calzante aberrazione...

Edited by schopy
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A me questi video non fanno tanto ridere, in particolare ne distinguo due gruppi : le americanate (pacchiane idiozie) e quelli "pane, degrado e ignoranza" - e solitamente questi sono i più diffusi in Italia.

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2 minutes ago, LocoEmotivo said:

Veramente, da lettore di fantascienza condivido la stessa perplessità linguistica di @Almadel.

Allora siete lettori di fantascienza molto vecchi dentro che non capiscono l'adozione culturale del termine distopia in certi contesti, io scrivo racconti di distopie politiche da quando sono bambino su internet, o forse non avete visto abbastanza Black Mirror o letto abbastanza veri romanzi distopici.

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1 minute ago, Rotwang said:

Allora siete lettori di fantascienza molto vecchi dentro che non capiscono l'adozione culturale del termine distopia in certi contesti

La legislazione italiana mi impedisce di adottare: saresti così gentile da chiarire questa perplessità senza lanciarti nei tuoi soliti attacchi da isterica, per cortesia? :kiss:

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Just now, LocoEmotivo said:

La legislazione italiana mi impedisce di adottare: saresti così gentile da chiarire questa perplessità senza lanciarti nei tuoi soliti attacchi da isterica, per cortesia? :kiss:

Non sono attacchi isterici, ti ho solo risposto, per distopia (o antiutopia, pseudo-utopia, o utopia negativa) s'intende una immaginaria società o comunità altamente indesiderabile o spaventosa, in questo caso non mi sembra difficile immaginare una società schiava dei vip e personaggi di YouTube, è l'abc della fantascienza odierna questo, o siete rimasti agli Ultracorpi?

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Il fatto è che qui non c'è distopia, questa è realtà . Gli scherzi sul web esistono, potrebbero far parte di una realtà distopica in un romanzo di 10 o 20 anni fa .

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è la premessa di tutto sto pippone che è sbagliata: perchè i prankers si sputtanano qsi tipo di reputazione così?

dire che è solo 

On 18/2/2018 at 10:57 AM, Rotwang said:

per sbizzarrirsi senza controllo

non è credibile, e lo dicono nel pippone per primi, quando parlano di pubblicità, msg promozionali eccetera.

in poche parole: LO FANNO PER SOLDI, PUNTO.

chè voglio vederli a una selezione di lavoro: se il capo del personale o l'agenzia va a googlearli e viene fuori tutto quel trashume, secondo voi quanti nanosecondi ci vorranno prima che il curriculum finisca direttamente nel tritacarte?

cmq 20 anni fa si dicevano le stesse cose della tv trash, quella delle vallette scosciate, le risse tipo C'eravamo tanto amati (remember Luca Barbareschi, quello che oggi si atteggia a intellettualoide de sta ceppa? lui) o i telefilm in cui per alzare l'audience c'era regolarmente qualche bonazza in intimo o in topless (dopo una certa ora).

diciamo che questa dei prankers è un'evoluzione di quel filone originariamente del vecchio avanspettacolo nei teatrini di provincia, passato poi per i b-movie anni 70, la tv trash anni 90 e, che, come un fiume carsico, periodicamente riemerge [sempre ammesso che ogni tanto si inabissi, il che è tutto da dimostrare]

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3 hours ago, Ghost77 said:

Il fatto è che qui non c'è distopia, questa è realtà .

Ecco.

2 hours ago, freedog said:

cmq 20 anni fa si dicevano le stesse cose della tv trash, quella delle vallette scosciate, le risse tipo C'eravamo tanto amati (remember Luca Barbareschi, quello che oggi si atteggia a intellettualoide de sta ceppa? lui) o i telefilm in cui per alzare l'audience c'era regolarmente qualche bonazza in intimo o in topless (dopo una certa ora).

Ecco.

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Vabbè regà, adesso io non mi fermerei tanto all'accezione o all'etimologia di distopia.  Mi pare proprio la questione secondaria di lana caprina in tutto questo.

E non me la prenderei neanche tanto con YouTube, coi prankers e quant'altro... in fondo è solo una delle tantissime armi di instupidimento di massa di cui oggi si dispone. E' la quantità che ormai annichilisce. Prima (i citati 20-30 anni fa) c'erano eccome, certo, ma erano confinate e c'era una maggiore possibilità di difendersi, adesso c'è un allargamento a macchia d'olio e una possibilità di diffusione del vuoto pneumatico vario che a me sinceramente preoccupa parecchio. Fosse solo YouTube. E preoccupa parecchio pure che l'infantilizzazione della società sta progredendo ad età sempre più avanzate.

A Natale la mia cuginetta mi ha fatto vedere il profilo Instagram di una sua amichetta che con delle parole retoriche acchiappalike - questa era la sua grande preoccupazione - ha postato una foto col nonno in ospedale, intubato e in procinto di morire, con l'espressione sorridente di una che aveva incontrato un personaggio famoso e si metteva in una posa allegra. Cioè, un moribondo con due regazzini (lei e il fratello) in posa a ridere come due deficienti. A tavola noi ci siamo agghiacciati, mentre alla mia cuginetta sembrava una cosa "carina" per "salutare il nonno".

Oggi il problema è che nella fabbrica della stupidità e del cattivo gusto siamo tutti potenzialmente operai, produttori e consumatori (tutti possono postare, scrivere, fare, non si parla più di due orette di stronzate in tv) e si fa sempre più fatica proprio ad arrivare a credere che questo possa portare a un problema, non lo si percepisce più, senza contare proprio, come ho già detto, la quantità di roba, di mezzi e di tempo a disposizione per continuare questo trend. Basti guardare il livello della comunicazione politica e pubblica in generale per capire che l'idiota informalità e la cretineria a buon mercato la fanno proprio da padrone. Non c’è proprio più separazione fra le cose, c’è un trash pervasivo a cui tutti sono spinti, esposti e incoraggiati a farsi protagonisti.

La soluzione qual è? Non dire "questo è il mondo contemporaneo" e ciao, l'argomentazione dell'ineluttabilità del cambiamento in una certa direzione e non in un'altra potenziale proprio non mi convince, Neanche eliminare questi nuovi mezzi può essere una cosa praticabile, assolutamente no, per carità, lungissimo da me. Diciamo che io a scuola e all'università metterei come materia obbligatoria l'educazione ai media, almeno questo, mi sembra un passo obbligatorio. Internet e la tv non sono semplice robetta, sono le agenzie educative più potenti oggi e quelle che esprimono più significati che la gente assorbe. Ognuno dev'essere libero di usarle come vuole, ma almeno fornire un po' di consapevolezza in più non farebbe male, perché sì, la leggerezza con cui questi mezzi sono presi io la trovo inquietante, sì.

My two cents.

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Secondo me in attesa di trovare una occupazione stabile, l'idea di fare gli idioti su Youtube e avere un sacco di seguaci e guadagnare con le pubblicità viene a molte persone. Poi inevitabilmente diventa non più un hobby o una professione part time ma un lavoro a tempo pieno.

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14 minutes ago, Sorgesana said:

Poi inevitabilmente diventa non più un hobby o una professione part time ma un lavoro a tempo pieno.

Sicuro, ma non può durare per sempre .

Parliamo di chi non ha veramente un contenuto ma fa video generici.

 Mi viene in mente Daniele Doesn't Matter: qualche anno fa fece un video in cui ironizzava sul suo diventar vecchio e continuare a fare i video, mentre ora ridendo e scherzando a quell'età ci è arrivato -e si nota- .

Willwosh ? fa video sponsorizzati in cui commenta gli audio che gli spettatori gli mandano raccontandogli varie esperienze, e ride .  Bello, eh.

I volti nuovi invece?

Space Valley, ora su Tendenze Youtube, è un gruppo di giovani che con goliardia curano uno spazio per lo più dedicato a test alimentari e confronti. Proprio uno di questi video li ha mandati in tendenza, a mio parere "obbligandoli" a produrre sempre più contenuti per mantenere la fama . Solo che stanno esaurendo i contenuti stessi e stanno arrivando a filmarsi e a bere tortellini frullati . L'importanza di avere autori prolifici è questa : non cadere nel fenomeno "quella cavalla lì non è la stessa più" a brache calate.

A volte non sarebbe il caso di dire basta, far calare il sipario e dedicarsi ad altro?

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Nel frattempo con quei soldi si sarà pure comprato una casetta e con l'esperienza che ha potrebbe fare altro sempre in campo pubblicitario/spettacolo e poi Willwoosh lavorava ( o lavora ancora ? ) anche in radio.

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3 minutes ago, Sorgesana said:

e poi Willwoosh

Lui ha avuto l'intuizione prima degli altri, e così è riuscito ad accedere -come Frank Matano- anche sul piccolo e grande schermo . E' stato anche il primo a parruccarsi e  fare i personaggi; oggi ci sono Matt & Bise a far lo stesso (molti diranno, con ragione CHII? - ecco, sono una rivisitazione dei vari Panpers e soci, diciamo i Benjji e Fede della comicità web) . Solo che appunto sono cose che, se già viste da altri, non funzionano più se non per brevi momenti . E hanno successo perchè sono ventenni twink che piacciono alle ragazze, ma non avendo lo spessore dei The Jackal, per citarne altri, finita la bellezza dell'asino, che faranno?

Tempo fa c'era un ragazzo, gay, con un canale YT di viaggi, abbastanza famoso poi finì a far gli spot in tv per l'Ariosto . E poi ?

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9 hours ago, Fred said:

La soluzione qual è? Non dire "questo è il mondo contemporaneo" e ciao, l'argomentazione dell'ineluttabilità del cambiamento in una certa direzione e non in un'altra potenziale proprio non mi convince, Neanche eliminare questi nuovi mezzi può essere una cosa praticabile, assolutamente no, per carità, lungissimo da me. Diciamo che io a scuola e all'università metterei come materia obbligatoria l'educazione ai media, almeno questo, mi sembra un passo obbligatorio. 

Mi piace questo approccio "pedagogico", confrontandomi di recente con un'ex compagna di scuola con due fratellini sui 14-15 anni mi comunicava il suo rammarico nel vederli assuefatti dallo smartphone confermando quel che dici a proposito dei comportamenti dei ns. teenagers...il discorso comunque è troppo vasto, Facebook e Youtube domani daranno lavoro (auspicabilmente) ai loro fruitori più avveduti.

Che i social modifichino la percezione che ciascuno ha e dà di sé in effetti un po' spaventa, ma ciascuna società si fabbrica i propri canoni etici ed estetici. Nemmeno a me entusiasma un presente di bimbiminkia interessati solo ad apparire al meglio su Instagram, ma grazie al cielo tanti ragazzi continuano a fare sport, a frequentare i conservatori, a far teatro, a lavorare nei pub il sabato sera per emanciparsi dalla famiglia...

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3 hours ago, schopy said:

Mi piace questo approccio "pedagogico", confrontandomi di recente con un'ex compagna di scuola con due fratellini sui 14-15 anni mi comunicava il suo rammarico nel vederli assuefatti dallo smartphone confermando quel che dici a proposito dei comportamenti dei ns. teenagers...il discorso comunque è troppo vasto, Facebook e Youtube domani daranno lavoro (auspicabilmente) ai loro fruitori più avveduti.

Che i social modifichino la percezione che ciascuno ha e dà di sé in effetti un po' spaventa, ma ciascuna società si fabbrica i propri canoni etici ed estetici. Nemmeno a me entusiasma un presente di bimbiminkia interessati solo ad apparire al meglio su Instagram, ma grazie al cielo tanti ragazzi continuano a fare sport, a frequentare i conservatori, a far teatro, a lavorare nei pub il sabato sera per emanciparsi dalla famiglia...

Proprio perché ci lavoreranno dovrebbero saperli usare bene e consapevolmente. Sulla necessità di una media education e di una media literacy c'è ormai un mega-dibattito. 

Sicuramente poi c'è chi continua a fare cose "sane" (chiamiamole così), ma certi meccanismi (per me negativi) della società iper-mediatica sono ormai pervasivi. Dipende anche dal fatto che sono tutti mezzi recenti, e ancora bisogna capire come confrontarcisi...magari in un futuro neanche troppo breve si riuscirà a trovare una quadra.

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A mio parere è una bolla di sapone, per di più limitata al momento .

D'accordo, il pranking, il parkour estremo, la sessione di gaming, le recensioni dei telefonini, mettiamo che ti permettano di comprarti la casa (cosa ormai molto difficile visto il problema con le monetizzazioni dei video - magari adattabile ancora ai fenomeni tipo Favij e Scilla), mettiamo che dai il 100% a produrre video accattivanti .

E poi?

Io un favij quarantenne o uno dei vari "bella raga" adulti lo troverei di una tristezza immane , a are ancora video da "cazzoni universitari sopra le righe". Che fai poi con la casa? Te la magni? come ti ci paghi le bollette?

Un conto è il tuber che continua il suo piano di vita e parallelamente gira qualche video, un conto è chi investe i suoi anni, illuso da improvvisa fama e che si ritrova ormai non più interessante, e costretto a fare altro . 

Un calo drastico di like è più deleterio di chi un like non l'ha mai avuto, specie se quei like sono soldoni . Perchè se prima la realizzazione di un buon video era un portfolio per potersi muovere in età adulta nell'ambito della produzione, ora che da 10 produttori video sono diventati 1000, il valore di questo curriculum scade all'inverosimile poichè si diventa semplicemente "uno tra tanti" .

E' un problema che non sottovaluterei, ma c'è anche da dire che sono ben pochi quelli che seguono questo iter, mentre la maggior parte dei giovani, come si diceva sopra, fa comunque una vita "normale" e fuori dai riflettori .

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Ma ormai chiunque abbia un canale seguito poi fa pubblicità, poi scrive qualche libro, oppure come Cliomakeup una collezione di trucchi e cose di questo tipo, oppure sei sai disegnare poi qualcuno ti chiama a fare fumetti perché avendo tu un grande pubblico sicuramente venderai tante copie... e nel frattempo riempi il curriculum e ti fai qualche soldo. 

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On 24/2/2018 at 10:43 PM, Fred said:

A Natale la mia cuginetta mi ha fatto vedere il profilo Instagram di una sua amichetta che con delle parole retoriche acchiappalike - questa era la sua grande preoccupazione - ha postato una foto col nonno in ospedale, intubato e in procinto di morire, con l'espressione sorridente di una che aveva incontrato un personaggio famoso e si metteva in una posa allegra. Cioè, un moribondo con due regazzini (lei e il fratello) in posa a ridere come due deficienti. A tavola noi ci siamo agghiacciati, mentre alla mia cuginetta sembrava una cosa "carina" per "salutare il nonno".

mi sfugge qual è la differenza rispetto alle volte che all'epoca mia facevamo morì "poro nonno/pora nonna" per non farci interrogà quando non avevamo studiato.

conosco gente che avrebbe dovuto avè 874156 antenati, per le volte che l'ha fatti schiattà...

On 24/2/2018 at 10:43 PM, Fred said:

 Internet e la tv non sono semplice robetta, sono le agenzie educative più potenti oggi e quelle che esprimono più significati che la gente assorbe. Ognuno dev'essere libero di usarle come vuole, ma almeno fornire un po' di consapevolezza in più non farebbe male, perché sì, la leggerezza con cui questi mezzi sono presi io la trovo inquietante, sì.

potenzialmente sarei anche d'accordo con ste intenzioni; solo vorrei capire come si possano mettere in pratica!

insomma, non mi basta sentir gridare "al lupo al lupo", vorrei anche capire come si intenderebbe cacciarlo/renderlo innocuo concretamente

On 25/2/2018 at 1:24 AM, Sorgesana said:

l'idea di fare gli idioti su Youtube e avere un sacco di seguaci e guadagnare con le pubblicità viene a molte persone.

sì, ma mi torni a quanto scrivevo l'altro giorno:

fai il cazzone sul web, poi magari ti ritrovi a dover fare una selezione per il lavoro dei tuoi sogni e vieni scartato perchè il selezionatore - capo del personale - agenzia di cacciatori di teste o chi per loro trova il referto a tuo carico.

domanda: alla fine, ne sarà valsa la pena di sputtanarsi a fare il pranker? secondo me NO; poi oh, ognuno è responsabile delle cazzate che combina, filmate o no!

On 25/2/2018 at 5:35 PM, Sorgesana said:

Ma ormai chiunque abbia un canale seguito poi fa pubblicità, poi scrive qualche libro, oppure come Cliomakeup una collezione di trucchi e cose di questo tipo, oppure sei sai disegnare poi qualcuno ti chiama a fare fumetti perché avendo tu un grande pubblico sicuramente venderai tante copie... e nel frattempo riempi il curriculum e ti fai qualche soldo. 

qui m'hai messo assieme un po' di cose un tantinello diverse:

  1. libri degli youtubers: Mondadori ci sta a fà bei soldoni (tra i Mates, Simone Paciello e adesso Iris Ferrari e la Viscardi), ma sanno tutti benissimo che è una moda, come lo è stata quella dei vampiri, delle 50 sfumature di porno eccetera. La sfruttano finchè va, poscia tante care cose! Cmq, se li sfogliate, son tutti libri dalla struttura molto simile a quelli di Geronimo Stilton, solo che invece dei disegni ci sono delle foto
  2. fumetti: lì è MOLTO diverso, chè cmq ci vedi una storia, una struttura, una trama ben costruita (o molto bene, vedi Zerocalcare; Macerie prime, il suo ultimo, l'ho trovato di una bellezza devastante, e attendo con ansia la parte  seconda )
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2 hours ago, freedog said:

mi sfugge qual è la differenza rispetto alle volte che all'epoca mia facevamo morì "poro nonno/pora nonna" per non farci interrogà quando non avevamo studiato.

conosco gente che avrebbe dovuto avè 874156 antenati, per le volte che l'ha fatti schiattà...

Eh beh, la differenza è ENORME. Cioè, non lo so, stiamo parlando di uno che DAVVERO stava morendo attaccato a un tubo e a quei cretinetti (i genitori poi vabbè, ndo stavano?) viene in mente di spiattellare tutto su Instagram? Ora qui non rende l'idea perché non si può vedere, ma veramente l'abbiamo tutti trovata una foto disturbante, della serie che manco di fronte alla morte imminente ci si regola un attimo. L'esempio da te citato in confronto è una boutade... 

3 hours ago, freedog said:

potenzialmente sarei anche d'accordo con ste intenzioni; solo vorrei capire come si possano mettere in pratica!

insomma, non mi basta sentir gridare "al lupo al lupo", vorrei anche capire come si intenderebbe cacciarlo/renderlo innocuo concretamente

In molti paesi stranieri è già realtà l'inserimento nei programmi scolastici dell'educazione ai media. Se c'è l'intenzione e la voglia, tutto si fa, poi siamo pur sempre in Italia...

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  • 2 weeks later...

E' un argomento interessante.

Io ho visto qualche video dei TheShow (e meno male che li ho scoperti perché a dicembre li ho riconosciuti in piazza Duomo e li ho schivati): è vero sono puttanate. Ho visto pochi loro video perché dopo un po' rompono i coglioni, però ammetto che i loro scherzi dove si vestono da preti e fanno la candid costruita sulle gag sulla pedofilia a me fanno ridere. E' vero, è humor nero, ma certe volte sono troppo sopra le righe.

So che tipo in Umbria ci sono degli youtubers che si vestono da clown e fanno delle prank horror basate su clown assassini. Ecco, quelli sono da denuncia.

Io concordo con chi vuole correggere il termine "distopia", perché quest'articolo si riferisce al reale e per fortuna non possiamo dire di vivere in una Youtube Society, però capisco che il termine sia stato utilizzato per enfatizzare l'alienazione di pochi individui malati conosciuti come youtubers.

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