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E.M.D.R.: funziona?


Giacmar

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Ribadisco, di che cosa stiamo parlando? L'espressione "problemi psicologici" è un calderone di sintomi e cause e non è possibile estrarre numeri. Non stiamo parlando di un'infezione; stiamo esaminando dei sintomi (riconoscibili e catalogabili) dietro cui si celano vissuti umani. Il nostro obiettivo non è togliere il sintomo,è andare alla radice. 

Sai come potremmo rendere sensato uno studio?  Clonando il paziente e ponendo ogni clone di fronte a una soluzione diversa :una sola terapia farmacologica, una solo psicoterapica,una combinata e il nulla,raccogliendo poi i dati . Impossibile ovviamente, ma chiarisce il paradosso che voglio far intendere. Non possiamo racchiudere sotto lo stesso tetto dei vissuti diversi, non possiamo quindi confrontarli tra loro. 

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33 minutes ago, paperino said:

Vuol dire che sia nell'ingente mole di studi di efficacia sia in studi specifici per indagare il fenomeno si è constatato che circa il 40% dei pazienti migliora da solo col tempo. 

Prima dici che il 40% si risolve da solo in due anni.

poi dice che il 40% migliora da solo col tempo.

mi sembra ci sia una gran differenza tra risolversi (che intendo come guarire del tutto) e migliorare (cioe‘ guarire parzialmente).

Edited by marco7
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Confermo che circa il 40% dei disturbi si risolve spontaneamente nell'arco di due anni.

Detto ciò, esistono oggi nella psicologia clinica dei metodi scientificamente validati e la cui efficacia è dimostrata e quella è la direzione in cui è opportuno muoversi quando si sceglie un terapista, ferma restando l'importanza della bravura del singolo.

Risposte fumose o vaghe per non confrontarsi con l'efficacia delle proprie al di là della esperienza individuale (priva di valore in tal senso), possono essere certo intellettualmente accattivanti e affascinanti sul piano speculativo, ma sono uno spreco di soldi per l'individuo con un disagio psichico reale, per il quale è senza dubbio meglio orientarsi verso approcci la cui efficacia sia stata ben verificata attraverso studi controllati.

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Il fatto che il 40% dei disturbi si risolve non significa che bisogna tenerseli due anni a vedere se si risolvono.

le depressioni possono migliorare col tempo ma anche cronicizzare e i disturbi d‘ansia o panico da soli non si risolvono.

il problema dell‘italia e‘ che spesso molti si pagano da loro lo psicologo e questo non dovrebbe succedere, dovrebbe essere preso a carico dalla sanita‘ nazionale. In svizzera e‘ a carico dalle casse malati e i pazienti non sborsano soldi di solito per lo psicologo.

se demo‘ non avesse pagato lui le sedute forse si lamenterebbe meno del poco successo ottenuto.

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ma io vedo un mio conoscente che da anni a cadenza settimanale va dal suo psicoterapeuta, eppure vi garantisco che è la stessa persona di sempre con gli stessi problemi

si è mai visto uno psico-qualcosa che rinuncia a un paziente riconoscendo che non si è creata l'alleanza terapeutica o non è efficace il trattamento?

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50 minutes ago, Demò said:

psico-qualcosa che rinuncia

Io, e ne conosco altri di psicoqualcosa che lo fanno. Semplice prassi, poi se vi siete imbattuti in cani o vi gongolate un po' a gridare al malfattore e signora mia è tutto un magna magna è tutto un altro discorso.

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davydenkovic90
58 minutes ago, Ghost77 said:

Io, e ne conosco altri di psicoqualcosa che lo fanno. Semplice prassi, poi se vi siete imbattuti in cani o vi gongolate un po' a gridare al malfattore e signora mia è tutto un magna magna è tutto un altro discorso.

Io non penso che uno psico-qualcosa sia un malfattore. Già ascoltare per un'ora le pippe mentali di una persona random dev'essere un lavoraccio, quindi per me quei 50-100 euro se li merita tutti, sia che ottenga i risultati, sia che non li ottenga. Più che altro sembra che questo problema di cui parla Demò siano in pochi a porselo: si va dallo psicologo "molto bravo", punto e basta.  [sì uno può informarsi sui vari metodi, ma alla fine non ne capisce niente comunque non può sapere cosa ne uscirà fuori] Cosa fa, fa. E' lo stesso. Fa tutto parte dell'abuso che le persone fanno di certe categorie e della leggerezza con la quale uno dice, a qualcun altro o a se stesso, "vai dallo psicologo".

Una cosa che mi fa innervosire molto, ad esempio, sono quei genitori che, al primo disagio adolescenziale, mandano il figlio in cura. Sembra quasi che lo facciano per lavarsi la coscienza, più che per essere effettivamente d'aiuto. E non credo sia tanto normale che un ragazzo debba prendere psicofarmaci per affrontare l'esame di maturità, ad esempio, o per andare tutte le mattine in una classe dove viene preso in giro o dove non ha amici, o che ne so. Credo che siano quelle difficoltà da affrontare a viso aperto, col "vecchio metodo", è una piccola battaglia quotidiana che uno deve combattere. Bypassare il problema con dei farmaci non so quanto possa aiutare, e le chiacchierate pomeridiane con lo psicologo devono essere avvilenti. In questi casi spero sempre che i genitori, oltre allo psicologo, possano permettersi anche di far fare al figlio un bel corso di violoncello o di danze caraibiche...

Comunque, lungi da me fare di tutta l'erba un fascio e mi scuso se non ho potuto seguire molto bene il topic e magari ho dato risposte un po' a caso.

Mi eclisso. Baci stellari.

Edited by davydenkovic90
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Gli psicologi non danno farmaci. Scrivere avendo un attimo cognizione di causa di quel che si scrive non s arebbe male.

in svizzera molti bambini e adolescenti prendono ritalin e credo che il farmaco serva effettivamente da quel che dicono medici, ragazzi e genitori. Non lo danno per risolvere velocemente un problema ma perche' quel ragazzo ne ha bisogno per riuscire a concentrarsi su un problema, altrimenti e' un ragazzo solo agitato che non sta bene con se stesso e non riesce a seguire bene ne la scuola ne l'apprendimento di una professione.

Edited by marco7
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Se sei così contrario all'approccio evidence based alla psicologia clinica ti consiglio almeno di leggere questo paper, per una disamina delle più comuni credenze errate al riguardo, di cui alcune hai riproposto in questo topic: https://www.ncbi.nlm.nih.gov/m/pubmed/23647856/

Per quanto riguarda gli esempi, non si può parlare in generale, perché, come già detto dipende dal problema che si vuole curare; è la ragione per cui ormai i bravi psicoterapeuti che seguono orientamenti e-b approfondiscono più indirizzi, al fine di adattare alle esigenze individuali e alle comorbidità del paziente la giusta combinazione di terapia.

Questo significa che magari un protocollo si è dimostrato efficace per il problema X, ma non per il "comorbido" problema Y. Questo viene inserito nelle linee guida.
Oppure che in caso di disturbo depressivo maggiore gli interventi X e Y sono la prima linea di intervento da considerare; ma che per i pazienti con disturbo depressivo maggiore e una storia familiare di disturbo bipolare il trattamento Z dovrebbe essere la prima scelta. Questi sottogruppi di pazienti sono inseriti nelle linee guida.

Un'altra delle cose che distingue le terapie evidence-based è che considerano i dropout come fallimenti. Spesso altri approcci non lo fanno, a volte colpevolizzando il paziente che non voleva mettersi in gioco, non si impegnava o dando la colpa a presunte resistenze o all'aver smosso qualcosa. Negli studi controllati la percentuale di successo è calcolata su tutti i pazienti che hanno iniziato il trattamento e, quindi, anche la capacità di tenere i pazienti (senza magari stufarli o frustrarli) è considerata.

Nel merito, invece, della psicoterapia ericksoniana (se era la ragione della tua domanda), il risultato delle meta-analisi è: non c'è ancora un corpo di studi di quantità e qualità sufficiente a confermarne l'efficacia o l'inefficacia. Il fatto che non sia ancora validato implica che il professionista può somministrarlo ma eticamente il consenso informato dovrebbe indicare che si tratta di interventi sperimentali (in Italia nell'ambito della psicologia clinica non lo fa nessuno, ovviamente).

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Ho in mente degli articoli di Migone a tal proposito che ribaltano il punto di vista dell'orientamento evidence based ponendo doverosi dubbi su quell'approccio, se a casa recupero il link sarò lieto di condoviderlo. 

Per quanto riguarda il tuo link ovviamente dissento, d'altronde l'approccio "skeptic"  del suo autore si fa sentire. Per fortuna non è, quella la voce dell'intera comunità scientifica. 

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1 hour ago, Ghost77 said:

Per fortuna non è, quella la voce dell'intera comunità scientifica. 

Solo della stragrande maggioranza, visto che si tratta del processo universalmente usato nel moderno metodo scientifico, con tutto il sistema di paper, ecc.

Sistema certo migliorabile (si legga in merito il bravissimo Ben Goldacre, che ha denunciato le scorrettezze nel mondo scientifico e anche della ricerca clinica moderna) ma quello attualmente in uso e grazie al quale ci curiamo ogni giorno negli ospedali di tutto il mondo.

In ogni caso, il paper che ho linkato controbatte proprio alle più comuni controdeduzioni opposte contro la pratica evidence-based: nel merito delle risposte su cosa non sei d'accordo o avresti delle controargomentazioni?

Parlando più in generale, visto che affermi che l'efficacia del metodo è indimostrabile e posto che l'esperienza dei singoli terapeuti è irrilevante, come valuteresti tu quali tecniche sono efficaci e quali no? Poi, esiste qualcosa che in futuro potrebbe farti cambiare idea sull'approccio che usi o la tua è ormai una convinzione inaffondabile?

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davydenkovic90
6 hours ago, marco7 said:

Gli psicologi non danno farmaci. Scrivere avendo un attimo cognizione di causa di quel che si scrive non s arebbe male.

in svizzera molti bambini e adolescenti prendono ritalin e credo che il farmaco serva effettivamente da quel che dicono medici, ragazzi e genitori. Non lo danno per risolvere velocemente un problema ma perche' quel ragazzo ne ha bisogno per riuscire a concentrarsi su un problema, altrimenti e' un ragazzo solo agitato che non sta bene con se stesso e non riesce a seguire bene ne la scuola ne l'apprendimento di una professione.

Marco7 dov'è che ho scritto che lo psicologo dà i farmaci? Per favore, ti ho già detto, evita di costringere la gente a dover quotare 100.000 volte quello che scrivi perché, di tutta una discussione, ti appigli al dettaglio inutile, estrapolando quello che ti pare.

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solo per dire che non ho mai pensato che psicologi o terapeuti vari siano malfattori: assolutamente, anzi credo gravoso il loro lavoro, e penso siano in genere preparati ed impegnati professionalmente

mie riflessioni critiche sono sempre state sulla facilità con la quale ci si sottopone spesso a una terapia ( "come prendere un antibiotico");  penso che spesso il tempo e il denaro spesi in terapia avrebbero gli stessi effetti ( o migliori)  se investiti in un viaggio o uscendo al pub con gli amici...   Ovviamente parlo di patologie non gravi...  Ovviamente poi ogniuno fa quello che gli pare e impiega insindacabilmente  il suo tempo e denaro come meglio crede....  

ps: io ho visto amico e conoscenti spinti dai familiari a fare terapia, e spesso mi ha dato la sensazione, l'impressione che fosse un modo di lavarsene le mani.....

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13 hours ago, Ghost77 said:

Io, e ne conosco altri di psicoqualcosa che lo fanno. Semplice prassi, poi se vi siete imbattuti in cani o vi gongolate un po' a gridare al malfattore e signora mia è tutto un magna magna è tutto un altro discorso.

Guarda sono partito da un ragionamento molto chiaro: per tante prefessioni esistono parametri valutativi certi, che si tratti di colpa medica o di tenuta della contabiità

Per gli psicoterapeuti...magari sará perseguibile il genio del male che ipnotizza woody allen per farne un ladro di gioielli come nella maledizione dello scorpione di giada, però il medio professionista che ti tiene per 10 anni, magari in un contesto in cui si forma una sorta di dipendenza, non é tenuto a mostrare di aver svolto il suo compito al meglio delle sue possibilitá, perché non esistono standard valutativi rigorosi temo

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13 hours ago, Demò said:

, però il medio professionista

Per parlare di medio professionista devi conoscerne parecchi che attuino la stessa condotta, o allo stesso modo numerosi pazienti vincolati per 10 anni senza una reale necessità . Altrimenti con quel "medio" ti metti ad additare -a sproposito- un'intera categoria.

19 hours ago, paperino said:

In ogni caso,

Ribadisco il concetto . In uno studio sulla psicoterapia evidence based puoi porre in analisi tecniche psicoterapiche standardizzate e ripetibili da attuare in modo "da manuale" a tutti i pazienti dello studio . La Cognitivo Comportamentale in questo senso è molto inquadrata su tecniche di rimozione del sintomo, quindi è ben sfruttabile .

Ma ... Beh ovviamente arriva il MA ,altrimenti non saremmo qui a discutere . Ma l'uomo non è un Tic Tac Toe, un gioco del 15 o un Tetris da rimettere a posto . Per carità, lo studio dimostra quante caselline trovano la loro collocazione, ma non tiene conto del fattore uomo, dell'unicità del soggetto .

La diatriba "evidence based" contro "alleanza terapeutica" che ovviamente bagna le radici nella psicodinamica è vecchia .  Come si fa a catalogare,  a razionalizzare qualcosa che per natura -il rapporto paziente terapeuta- è unico ed irripetibile?  Con che coraggio potremmo tirare fuori indagini statistiche ben sapendo che il sintomo non è che il segnale di SOS e non il reale problema ?

So bene che un frangia della scienza sostiene che se un fenomeno non è ripetibile e standardizzabile non è degno di nota . Conosco i discorsi tipo "non nego a priori che ciò che sostieni non esista, ma se non lo dimostri col MIO metodo allora non ci credo". La riflessione sta nell'ammettere che non tutto può essere analizzato con lo stesso criterio, soprattutto dove la multifattorialità fa da padrone . 

A differenza delle tue riflessioni così rigide -profane sul contenuto profondo di ciò che trattiamo, ma così come io sono un profano nella tua materia di lavoro- per cui le mie osservazioni sul campo clinico risultano a tuo avviso irrilevanti (mie inteso del singolo professionista nel proprio studio), fortunatamente la cmunità scientifica si muove e si pone quesiti .

Ovvio, si parte da estremisti che criticano senza costruire, come http://www.altrapsicologia.it/articoli/attualita/il-mito-infranto-dellevidence-based-in-psicoterapia/    per passare a http://www.psychomedia.it/pm/modther/probpsiter/ruoloter/rt98-05.htm in cui si parla di auspicabile correlazione tra ricerca "dall'alto" e dati forniti "dal basso" e giungere all'articolo su ricerca empirica e alleanza terapeutica in cui si fanno passi in avanti pur ammettendo la multifattorialità e l'irripetibilità della relazione di alleanza . Spunti e critiche per entrambi i fronti .  http://www.edizionimago.it/index.php/download_file/-/view/21/

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La tua esperienza clinica individuale è completamente irrilevante per valutare l'efficacia dei trattamenti che somministri e sono francamente allibito che un medico professionista come te non l'abbia imparato nei lunghi anni di studio, visto che è uno dei concetti fondamentali della medicina moderna.

Anche senza addentrarsi nei problemi che ho citato in precedenza, facciamo un altro ragionamento. Se vado da un mago qualsiasi mi dirà che i suoi riti sono magici, funzionano e faranno X; se vado in giro tra 1.000, 10.000, 100.000 maghi mi ripeteranno tutti la stessa cosa e che nella loro pratica ha sempre funzionato. Se 200 anni fa avessi preso tanti medici, ne avrei ricavato che *inserire metodo idiota* era una cura efficace e l'avevano visto funzionare. Su che base dovremmo distinguere i metodi efficaci da quelli inefficaci se ci basiamo solo sul passaparola degli individui?

Detto ciò, da quanto scrivi continua a trasparire una certa ignoranza o conoscenza superficiale su come vengono condotti i trial e su come valutino l'efficacia di un trattamento. Come punto di partenza ti consiglio di leggere il paper che ho già linkato o se preferisci un testo più divulgativo e critico nei confronti della medicina i libri del dott. Goldacre.

Siccome non hai risposto alle mie domande te le ripropongo di seguito per tua praticità:

Posto che affermi che l'efficacia del metodo è indimostrabile e posto che l'esperienza dei singoli terapeuti è irrilevante, come valuteresti tu quali tecniche sono efficaci e quali no? Esiste qualcosa che in futuro potrebbe farti cambiare idea sull'approccio che usi o la tua è ormai una convinzione inaffondabile?

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Io invece non sono allibito,semmai dispiaciuto. La tua è una non-domanda dato che non sto parlando di non dimostrabilità ma che quel metodo è fallace e va data voce all'esperienza sul territorio. Peraltro le mie domande non sono sull'efficacia ma sul meccanismo di azione. Non sono qui per offenderti e non voglio finire a toccare qualche tuo nervo scoperto, di solito i nervi scoperti li copro, per cui ritengo sia più sano terminare qui il mio intervento con te dato che i giochi di dialettica non mi interessano . 

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Prima di cercare di spiegare un fenomeno bisogna osservarlo. Non si scrivono paper su come facciano gli elefanti a volare, perché nessuno ne ha mai visto uno volare. Allo stesso modo è inutile indagare su come funziona qualcosa se prima non si è verificato se funziona.

Qui si parla di ciarlataneria e cattiva medicina, un tema di fondamentale importanza. Come ho detto, in Italia siamo estremamente arretrati in questo campo e lo abbiamo ben visto anche in questa discussione, non c'è da stupirsi che nel nostro paese gli psicologi abbiano questa nomea brutta e che siano così diffuse le esperienze negative tra chi ne ha cercato il supporto. Grazie al cielo nel resto del mondo le cose sono migliori e anche qui stanno migliorando molto lentamente e in futuro ci saranno più professionisti nella professione. Peccato solo per tutti coloro che nel frattempo continueranno a buttare via soldi.

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1 hour ago, paperino said:

Come punto di partenza ti consiglio di leggere il paper che ho già linkato

ma ti riferisci a questo?

https://www.ncbi.nlm.nih.gov/m/pubmed/23647856/

no perché mi pare che sia leggibile solo l'abstract, il testo dell'articolo è a pagamento

visto che tu lo hai sicuramente letto, forse pagando di tasca tua, potresti lasciarci in visione il pdf?

grazie in anticipo

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No, ovviamente non essendo liberamente accessibile non posso caricarlo qui in barba al diritto d'autore. Se ti interessa lo puoi leggere dal link che segue, iscrivendoti alla trial gratuita; ti chiederà i dati di una carta o l'account PayPal, ma sarà sufficiente cancellare l'abbonamento prima del termine della prova. D'altra parte ti vedo così entusiasta e interessato a leggerlo che sono sicuro non sarà un problema.

https://www.deepdyve.com/lp/elsevier/why-many-clinical-psychologists-are-resistant-to-evidence-based-4mu1M1t9vt?key=elsevier

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3 minutes ago, paperino said:

D'altra parte ti vedo così entusiasta e interessato a leggerlo che sono sicuro non sarà un problema.

beh come si fa a non essere entusiasti visto che è l'unico articolo che hai citato e sul quale hai basato tante dotte elucubrazioni? deve essere sicuramente ricco di contenuti e molto profondo

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lecosechenondici

Il punto, @davydenkovic90 e @castello, è che non siete voi a stabilire quali siano i problemi gravi. C'è sicuramente una difficoltà nell'essere indirizzati verso i professionisti giusti, per questo motivo più che affidarmi ai vostri consigli andrei in un centro di salute mentale e farei il colloquio con l'infermiere/a. È anche vero che il SSN non investe molto sui centri di salute mentale, ma questo non può succedere se la gente continua ad avere questi pregiudizi oppure va da un terapeuta a caso. 

E, assodato il fatto che un terapeuta inadatto che continua a spillarti soldi è un cane, io prima di spendere qualche centinaio di euro al mese cercherei di essere indirizzato nel modo più corretto possibile.

On 6/11/2017 at 8:44 AM, davydenkovic90 said:

E non credo sia tanto normale che un ragazzo debba prendere psicofarmaci per affrontare l'esame di maturità

 Se un ragazzo ha una diagnosi psichiatrica per cui deve prendere psicofarmaci è normale che li prenda, soprattutto in prospettiva di un evento stressogeno come l'esame di maturità (e si parla di stress di mesi, non di due o tre giorni). Magari tu hai un po' d'ansia e affronti tutto senza supporto di alcun tipo, il tizio che soffre di disturbo d'ansia generalizzato non è che non prende niente perché per te non è normale. Le prescrizioni non si fanno a caso, se uno prende degli psicofarmaci è perché deve prenderli (ci saranno sicuramente gli psichiatri che prescrivono Lexotan come fossero mentine, esattamente come ci sono quelli che ti prescrivono l'antibiotico quando ti va la saliva di traverso). E deve prenderli perché gliel'ha detto un medico che ha studiato medicina per anni.

On 6/11/2017 at 8:44 AM, davydenkovic90 said:

andare tutte le mattine in una classe dove viene preso in giro o dove non ha amici, o che ne so. Credo che siano quelle difficoltà da affrontare a viso aperto, col "vecchio metodo", è una piccola battaglia quotidiana che uno deve combattere. 

A me sinceramente questa non sembra una piccola battaglia quotidiana. Il bullismo e l'emarginazione non sono piccole battaglie, sono problemi seri. Possiamo dire al ragazzo emarginato che deve uscire le palle, che deve comportarsi così e cosà e scaricare tutto su di lui, oppure fare delle scelte ragionate e sensate.

Secondo me il problema di base è che credi, in fondo in fondo, che tutti percepiscano la vita come la percepisci tu. Beh non è così, ognuno ha i suoi punti deboli e i suoi strumenti per difenderli. Se davy risolve i suoi problemi col "vecchio metodo" tanto bene per lui, ma non sono tutti davy.

Tra l'altro vorrei portare questa mia esperienza personale: sto affrontando un percorso terapeutico da un mese e qualcosa e mi sono reso conto come ancora oggi mi porto dietro gli strascichi di problemi che credevo di aver risolto. Credevo di aver risolto il problema "bullismo delle medie" passando l'esame di terza, credevo di aver risolto il problema "classe di stronzi che mi pigliano per il culo e mi emarginano" cambiando scuola e andando in una in cui mi sono trovato molto meglio, credevo di aver risolto il problema "omofobia interiorizzata" con l'accettazione e il coming out. Non è così, questi problemi effettivamente non ci sono più, ma quello che mi hanno fatto nel cervello mentre c'erano non è scomparso in un puff. Al contrario, all'ennesimo problema che sembra superabile col "vecchio metodo", mi sono trovato a crollare senza neanche capire il perché e a fare una serie di scelte piuttosto discutibili. Ci tengo a sottolineare il fatto che io il perché non lo trovavo e lo sto tutt'ora indagando. 

Ho scritto questa pappardella per farti presente che i problemi possono pure sparire ma gli effetti no, e quello che è successo a me può succedere a chiunque in qualsiasi momento.

Comunque a ogni tuo intervento sulle tue amiche psicologhe mi viene sempre più voglia di sapere cosa hanno da dire. Le tiri spesso fuori ma sarebbe utile interpellarle direttamente, vorrei capire se davvero dicono le cose grottesche che riferisci. 

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@lecosechenondici:

dove e quando ho mai detto o preteso di stabilire IO quando ci sia un problema grave???????    me lo trovi nel mio intervento?!  Grazie!   

Dove e quando IO mi metterei a dare consigli in materia di terapia ?????  me lo trovi nel mio intervento?!  Grazie!

Casomai ho detto   "Ovviamente poi ogniuno fa quello che gli pare e impiega insindacabilmente  il suo tempo e denaro come meglio crede....   "

MI sono limitato a dire che spesso ci si rivolge al psicologo o alla psicoterapeuta come , espressione non mia,  "come prendere un antibiotico".....

Continui a fare polemiche inutili e gratuite;  non capisco neanche se ti senti chiamato in causa, nel caso del tutto fuori luogo....

PS: forse @davydenkovic90, e forse  @castello , non hanno  l'idea che tutti percepiscano la vita come la percepiscono loro, tanto è vero che mostrano rispetto per le scelte individuali e per la professione dei terapeuti (e lo capiresti se solo leggessi meglio gli interventi). Una cosa è dire come uno risolve i suoi problemi senza ricorrere alla psicoterapia, esponendo il suo vissuto, altro è aspettarsi che tutti li risolvano ugualmente .   Sicuramente, ragazzino arrogante , alias  @lecosechenondici,  TU pretendi di sapere tutto di tutti, di avere sempre la soluzione e di dire a tutti cosa fare e non mostri mai l'umiltà di rispettare le altrui idee e scelte. Parlane col tuo terapeuta la prossima volta, magari riesce a ridurre la tua continua e gratuita aggressività. Auguri di buona terapia.

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8 hours ago, lecosechenondici said:

Ho scritto questa pappardella per farti presente che i problemi possono pure sparire ma gli effetti no, e quello che è successo a me può succedere a chiunque in qualsiasi momento.

Ti ringrazio per esserti esposto con una testimonianza personale - preziosa anche perchè altri ragazzi potrebbero esserci passati - in un clima non esattamente incoraggiante.

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