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Il "dopo" peggio del "prima"


smile93

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Dovremmo essere la generazione social che prenderà  le redini del prossimo futuro, ma stando alle statistiche ed ai sondaggi recenti, saremo ( forse) la prima generazione più povera di chi ci ha preceduto, se la situazione non cambia in Italia .......

Repubblica 12/10/17

Lavoro, un giovane italiano su due pensa che guadagnerà meno dei genitori

Secondo un sondaggio di Monster, l'Italia è uno dei Paesi in cui l'ottimismo dei giovani è tra i più bassi. I più convinti sono gli americani: due terzi dei giovani sono sicuri che guadagneranno più soldi dei padri.

MILANO - Quali sono le aspettative di carriera dei giovani italiani? Non certo le stesse dei loro genitori, secondo quanto rivela un sondaggio globale condotto da Monster. Un recente sondaggio globale realizzato da Monster sui guadagni potenziali dei lavoratori rispetto ai genitori ha rivelato che un lavoratore italiano su due (il 50% del totale) prevede di guadagnare meno o molto meno dei genitori nel corso della propria carriera rispetto ai lavoratori di Canada (31% ), Francia (27%), Finlandia (24%) e Stati Uniti (17%). I risultati dimostrano che in Italia i giovani già inseriti nel mondo del lavoro o in cerca di occupazione avvertono un livello elevato di incertezza e preoccupazione per quanto riguarda le proprie aspettative di carriera e prospettive economiche future.

OCSE: L'Italia è tra i peggiori Paesi per la disoccupazione giovanile
 
Dai numeri emerge inoltre un netto contrasto rispetto alle prospettive dei giovani nel resto del mondo. Più del 60% del totale degli intervistati ha delle prospettive di guadagno molto più alte o comunque superiori a quelle dei propri genitori. Meno di un quinto (17%) degli intervistati prevede un potenziale di guadagno inferiore rispetto ai genitori nel corso della propria carriera; la percentuale scende ulteriormente (solo il 7%) tra coloro che prospettano guadagni nettamente inferiori rispetto ai genitori. 
 
Tra i gruppi di intervistati italiani, questi numeri hanno raggiunto un più rassicurante 26% tra coloro che si aspettano di guadagnare più dei genitori, ma solo quando l'entusiasmo è stato ridotto da aspettative salariali "molto più alte" a "più alte". Si tratta tuttavia di cifre ancora ben al di sotto della media degli altri paesi inclusi nel sondaggio (-10%).
 
"I dati rilevati dal sondaggio lasciano emergere una situazione obiettiva contrastante - commenta Nicola Rossi, Country Manager di Monster Italia - e testimoniano il grande pessimismo che regna in Italia tra i giovani alla ricerca di occupazione rispetto ai coetanei in altre aree del mondo. Si tratta probabilmente della più grande sfida che il nostro Paese si trova ad affrontare: invertire progressivamente questa spirale negativa con incentivi e politiche che, assieme a una solida presa di posizione in materia di occupazione, offrano ai giovani in cerca di lavoro la prospettiva di un reale miglioramento della propria posizione rispetto a quella delle generazioni che li hanno preceduti".
 
Che cosa succede negli altri Paesi? Tra i più ottimisti, gli americani: quasi tre quarti (71%) prevedono di guadagnare "molto di più" (32%) o "di più" (39%) durante la propria carriera rispetto ai genitori. Tra coloro che hanno mostrato una percentuale di pessimismo per quanto riguarda il proprio potenziale di guadagno, solo il 12% si aspetta di guadagnare meno dei genitori e solo il 5% degli intervistati statunitensi prevede di guadagnare molto meno. Ad accompagnare gli americani nel loro ottimismo sono i canadesi, con più della metà (55%) che prevede guadagni di carriera "molto più alti" (22%) o "più alti" (33%) rispetto ai genitori. Tuttavia, dal sondaggio è emerso anche che quasi un terzo (31%) dei lavoratori canadesi ha prospettive di guadagno "più basse" o "molto più basse" rispetto ai genitori.
 
Le aspettative di Finlandia e Francia sono in linea con quelle del Canada e sono quasi identiche l'una all'altra. La maggior parte degli intervistati in Francia (54%) e Finlandia (56%) ha prospettive di guadagno "molto più alte" o "più alte" dei genitori. Metà di questi, quasi un quarto del totale (il 27% in Francia e il 24% in Finlandia) prevedono di guadagnare "meno" o "molto meno" dei genitori entro la fine della propria carriera. Riassumendo, la percezione globale per quanto riguarda il potenziale di guadagno nel corso della propria carriera lavorativa non è così pessimista. In realtà, questi risultati mostrano una grande speranza in termini di guadagni potenziali per i nostri leader di domani. Tuttavia, c'è ancora molto lavoro da fare e il margine di miglioramento in tutto il mondo è elevato. I risultati ottenuti in Italia, dove il 26% ritiene di avere prospettive di guadagno superiori (ma non di molto) rispetto ai
genitori, mentre un terzo (34%) ritiene che tali guadagni saranno inferiori ai genitori, sottolineano la necessità di livelli di sostegno, opportunità e risorse maggiori.

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In realtà il dilemma è un altro: c'è richiesta di molte figure professionali nel campo del marketing, della medicina, dell'ingenieria, dell'informatica, ecc., ma la gente continua a studiare lauree del tutto inutili o si ostina a voler un posto di un lavoro che non offre possibilità alcune.

Se sei furbo, studiando certe cose(ormai pure da autodidatta su internet) puoi trovarti un posto di lavoro decente e senza fatica, ma rimane comunque il problema che la gente abbia tutto il diritto di poter accedere a dei posti meno qualificati e di poter guadagnare uno stipendio decente per vivere. 

A parte che nel futuro la situazione peggiorerà perché i governi ignoranti, la gente stupidissima e le aziende senza morale distruggeranno e faranno sparire i posti piu semplici per utilizzare i robot. 

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8 hours ago, Rotwang said:
11 hours ago, Ilromantico said:

 dell'ingenieria

Ecco, appunto. Non serve a un cazzo studiare lettere e voler fare il professore nella vita, è evidente.

Edited by Bloodstar
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23 minutes ago, Bloodstar said:

Ecco, appunto. Non serve a un cazzo studiare lettere e voler fare il professore nella vita, è evidente.

Beh no....

Sarà un percorso un po' più difficile di sicuro, ma se è quello che vuoi fare continua. E' un problema che accomuna tutti quelli (me compreso) che hanno deciso di seguire gli studi umanistici.

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@Bloodstar

Capita se hai il t9 in spagnolo...  ti consiglierei un po' di zucchero  se hai la sindrome della maestrina con la penna rossa :)

@smile93

Il lavoro è lavoro. Arrivati a una certa età è essenziale trovarsi un lavoro che ti permetta di vivere decentemente. Se riesce ad essere il lavoro dei tuoi sogni tanto meglio, ma non sempre è possibile.

Il tuo pensiero è lodevole e se sei disposto ad inseguirlo a tutti costi senza MAI lamentarti non avrò di certo nulla da obiettare. Tuttavia, molti di quelli che conosco che provengono da studi umanistici, finiscono sempre nello stesso punto. Conosco pochi casi fortunati(tra chi è diventato prof., chi giornalista e chi lavora in biblioteca), ma per il resto...30enni che fanno la fame tra lavori precari e mal pagati(ma non si danno per vinti e continunano a studiare master su master inutilissimi), gente che finisce per fare lavori che avrebbe potuto fare benissimo senza una laurea e i melodrammatici che stanno tutto il tempo a lamentarsi del loro precariato o del non riuscire a trovare un lavoro(salvo poi negarsi di riciclarsi con studi o lavori piu promettenti).

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In realtà il dilemma è un altro: c'è richiesta di molte figure professionali nel campo del marketing, della medicina, dell'ingenieria, dell'informatica, ecc., ma la gente continua a studiare lauree del tutto inutili o si ostina a voler un posto di un lavoro che non offre possibilità alcune.

Se sei furbo, studiando certe cose(ormai pure da autodidatta su internet) puoi trovarti un posto di lavoro decente e senza fatica, ma rimane comunque il problema che la gente abbia tutto il diritto di poter accedere a dei posti meno qualificati e di poter guadagnare uno stipendio decente per vivere. 

A parte che nel futuro la situazione peggiorerà perché i governi ignoranti, la gente stupidissima e le aziende senza morale distruggeranno e faranno sparire i posti piu semplici per utilizzare i robot. 

Il problema è che le università continuano a proporre corsi di studio desueti e stantii soprattutto al sud. La gente non è orientata le università propongono ancora corsi porno come giurisprudenza sociologia scienze politiche ecc. E quindi si arriva a questio
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Se uno fa studi in un settore che da pochi sbocchi professionali e’ necessario essere tra i migliori per poter lavorare in quel campo.

se si e’ solo mediocri bisogna lavorare in altri campi.

questo in un paese normale dove vige la meritocrazia. In italia forse vale meno perche’ i posti vengono spesso dati per raccomandazione o cose simili e se li beccano i mediocri raccomandati al posto dei migliori.

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Si hai ragione, anche se a onor del vero in certi settori non c'è nemmeno il problema della meritocrazia. Ormai esistono posti talmente richiesti e/o specializzati che sono i recruiter quelli che fanno a gara per assumere il candidato (e non viceversa).

Purtroppo però il problema resta, sebbene uno possa essere 'furbo' e scegliere settori e studi con un certo futuro, trovo scandaloso che i lavori più comuni e poco specializzati debbano essere tremendamente precari e sottopagati. Per non parlare dei relativi processi di selezione schifosamente random e di parte(in molti casi i recruiter valutano i candidati a pelle e per pura simpatia e purtroppo certa gente me l'ha pure confermato).

Io credo di aver cambiato settore perché seriamente irritato da certi esamini scritti da liceo e da colloqui asettici. Ora è tutta un'altra storia, se voglio cambiare azienda ci sono moltissime possibilità, i candidati sono pochissimi, non devo fare colloqui strambi(stile psicoanalista) e la mia esperienza parla per me. Ma ripeto è ingiusto che per gli altri non sia così.

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18 hours ago, Ilromantico said:

@smile93

Il lavoro è lavoro. Arrivati a una certa età è essenziale trovarsi un lavoro che ti permetta di vivere decentemente. Se riesce ad essere il lavoro dei tuoi sogni tanto meglio, ma non sempre è possibile.

Il tuo pensiero è lodevole e se sei disposto ad inseguirlo a tutti costi senza MAI lamentarti non avrò di certo nulla da obiettare. Tuttavia, molti di quelli che conosco che provengono da studi umanistici, finiscono sempre nello stesso punto. Conosco pochi casi fortunati(tra chi è diventato prof., chi giornalista e chi lavora in biblioteca), ma per il resto...30enni che fanno la fame tra lavori precari e mal pagati(ma non si danno per vinti e continunano a studiare master su master inutilissimi), gente che finisce per fare lavori che avrebbe potuto fare benissimo senza una laurea e i melodrammatici che stanno tutto il tempo a lamentarsi del loro precariato o del non riuscire a trovare un lavoro(salvo poi negarsi di riciclarsi con studi o lavori piu promettenti).

Condivido con te che il lavoro è lavoro, qualsiasi esso sia. Non c'è un lavoro di serie A e uno di serie B.  Ad un certo punto, Sì, bisogna abbandonare i propri sogni per poter sopravvivere se non si è riusciti a trovare uno sbocco lavorativo nel settore inerente ai propri studi. Ma prima di mollare però, bisogna ( credo) almeno provare a giocarsi tutte le carte a disposizione, con i relativi sacrifici.

Il settore delle scienze umane non solo in Italia, ma anche all'estero è considerato poco, perché vige ancora il grande stereotipo che con la "cultura" non si possa vivere. Pensiero che un nostro ex ministro dell'economia ha contribuito ad aumentare.

Il ramo che ho scelto io di scienze umanistiche in Italia potrebbe offrire molti posti di lavoro, se solo si decidesse di cambiare idea sul nostro patrimonio e se si rispettasse di più un articolo della nostra costituzione.......

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On 16/10/2017 at 7:22 PM, smile93 said:

Il settore delle scienze umane non solo in Italia, ma anche all'estero è considerato poco, perché vige ancora il grande stereotipo che con la "cultura" non si possa vivere. Pensiero che un nostro ex ministro dell'economia ha contribuito ad aumentare.

mmmhhh...

mi pare che rischiamo di mischiare due mega temi che è bene tenere distanti, anche se poi non sono così distinti

1. studi umanistici: inutili o no?

nì:

nel senso che cmq le competenze trasversali e l'elasticità mentale che puoi avere con quell'allenamento alla logica ti possono essere utili in qsi campo;

sta a te però trovare il modo di sfruttarle al meglio.

E qui entra in gioco il tema numero 2: come faccio a trovarlo sto caz..volo di lavoro?

domandona delle domandone!

appurato che gli uffici di collocamento servono a scaldare la sedia a chi sta là e che 200 concorsi su 10 sono fatti su misura per chi dovrà vincerli,

il sistema meno peggiore per inserirsi è la conoscenza diretta nel settore/azienda/bottega di interesse, oltre alla raccomandazione che da sempre infesta queste lande

insieme al più becero familismo, per cui lo stesso lavoro si tramanda x generazioni, anche quando le nuove leve lo odiano.

Insomma, ci vuole la gran faccia tosta di andare a bussare, proporsi, farsi conoscere (e, in caso, far apprezzare le proprie competenze/capacità), pure se si è timidissimi, introversi, nerd inside eccetera.

In una parola, buttarsi senza vergogna, sapendo benissimo che c'è la concreta possibilità di beccarsi una porta in faccia.

Epperò può pure capitare che qualche uscio si apra...

Edited by freedog
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Ma certo @smile93 siamo assolutamente d'accordo, bisogna sempre cercare di realizzare i propri sogni professionali(e non) fino all'ultimo. Il mio discorso era più diretto su quando si arriva a una certa età ed è meglio riciclarsi in altri settori. Più per un mero fatto di età, il problema è che gli anni di esperienza professionale contano per trovare lavori decenti e la cosa peggiore è che nessuno poi ti assume se a 30 e passa vuoi riciclarti in certi settori.

@freedog

Io col passare degli anni non ci vedo nulla di strano o squisitamente italiano nelle cosiddette 'raccomandazioni'. Difatti più un settore è specifico e più la raccomandazione è uno strumento a volte più utile di anonomi colloqui. Ovviamente parlo di raccomandazioni genuine, di persone che hanno le giuste competenze e che sono apprezzate da chi ci ha lavorato prima o da chi le conosce personalmente(amici, colleghi o altro). Ormai di fatto tra Linkedin, referral programs e altro, la raccomandazione è molto valorata ed è utilissima per essersi almeno considerati per un processo di selezione.

Sulla faccia tosta, sono utilissimi consigli e ti do pienamente ragione, ma al tempo stesso dimostrano che, per trovare lavori in certi campi, un cv e delle competenze non sono sufficienti. Un ingegnere non ha bisogno di ricorrere alla 'faccia tosta', può pure limitarsi a lasciare il cv pubblico su Linkedin e verrà persino chiamato da decine di recruiter senza far nulla. Ai recruiter fregherà poco se sia estroverso, socievole o altre cose che invece vengono valutate eccessivamente in lavori meno qualificati. Come non ritenerlo ingiusto?

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Che le prospettive economiche italiane non siano buone è palese, ma è invece falso il mito che prima si stava meglio.

Se è vero che c'era molta più disoccupazione vanno visti invece altri dati, dai consumi alla produzione industriale, che dimostrano l'esatto contrario, cioè stiamo molto ma molto meglio adesso. Basta prendere dei dati reali (e non immaginari) per verificarlo.

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1 hour ago, Ilromantico said:

Un ingegnere non ha bisogno di ricorrere alla 'faccia tosta', può pure limitarsi a lasciare il cv pubblico su Linkedin e verrà persino chiamato da decine di recruiter senza far nulla

infatti il mio era un discorso 'targettizzato' per chi ha un titolo di studio umanistico o qsi "laurea debole"

1 hour ago, Ilromantico said:

di fatto tra Linkedin, referral programs e altro, la raccomandazione è molto valorata ed è utilissima per essersi almeno considerati per un processo di selezione.

sarà che quello dei cacciatori di teste è un settore che conosco poco;

fors'anche perchè nessuno di loro ha finora mai cercato la mia..

1 hour ago, Ilromantico said:

più un settore è specifico e più la raccomandazione è uno strumento a volte più utile di anonimi colloqui. Ovviamente parlo di raccomandazioni genuine, di persone che hanno le giuste competenze e che sono apprezzate da chi ci ha lavorato prima o da chi le conosce personalmente

SE fossero questo, non potrei che condividere.

MA sai benissimo anche tu che per 'raccomandazione' va inteso nel 99.99999999999999% dei casi il sistemare qualcuno di totalmente incapace in posti in cui riuscirà sempre & solo a far danni

-ogni riferimento ai burocrati messi lì con robusta raccomandazione di parroco-monsignore-onorevole-sottosegretario [scegliere opzione preferita] perchè la famiglia non sapeva dove piazzare il figlio imbecille è puramente voluto-

Edited by freedog
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Ufficialmente dal 2008 ad oggi dovrebbero essere emigrati oltre 600.000 Italiani, in realtà sono molti di più perchè non tutti si cancellano dall'anagrafe e non tutti si iscrivono all'AIRE

Se ne sono andati anche 300.000 cittadini stranieri in gran parte dell'Est Europa i cui redditi non giustificavano più la permanenza in Italia ( Ucraini Moldavi Polacchi )

Vi ricordate le storielle xenofobe sui lavavetri polacchi? Sono scomparse insieme ai Polacchi...

Dei Romeni in gran parte sono rimasti gli zingari, ovviamente parliamo solo degli stranieri regolari ed iscritti agli anagrafi comunali

380.000 meridionali si sono trasferiti nelle regioni del Centro Nord

Sono dati che giustificano ottimismo?

Direi proprio di no

Edited by Hinzelmann
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2 hours ago, Fabius81 said:

Che le prospettive economiche italiane non siano buone è palese, ma è invece falso il mito che prima si stava meglio.

Fondamentalmente credo sia stata la generazione dei nati tra i '40 e i '60 del secolo scorso ad avere una fortuna sfacciata :D

Fortuna di cui quella generazione non ha saputo far tesoro, se il Paese che ci lasciano è così sghembo ed impreparato ad affrontare il XXI secolo.

Io sono uno di quei lamentoni che @Ilromantico condannerebbe, visto che ho studiato Filosofia; vorrei comunque invitare tutti i lettori giovani che si son dati agli studi umanistici di non disperare eccessivamente, sono percorsi più accidentati che non si accordano spesso ad una visione del tutto "lineare" di quello che ci si aspetterebbe nella vita, ma non per questo tutti dovremmo cercare di diventare ingegneri o medici, magari pure un po' mediocri.

E' la scuola che dovrebbe invogliare i giovani a intraprendere certe strade (non necessariamente demonizzandone altre), e questo si realizzerebbe più agevolmente se pure nelle scuole vi fossero più risorse per laboratori, formazione extracurriculare, etc...ma qui il discorso si fa lungo...

On 12/10/2017 at 11:16 PM, Ilromantico said:

In realtà il dilemma è un altro: c'è richiesta di molte figure professionali nel campo del marketing, (...), dell'ingegneria, dell'informatica, ecc...

(...)

A parte che nel futuro la situazione peggiorerà perché i governi ignoranti, la gente stupidissima e le aziende senza morale distruggeranno e faranno sparire i posti piu semplici per utilizzare i robot. 

E chi sarebbe l'attore dei processi di automazione se non l'informatico rampante o il geniaccio del marketing che convince il direttore dell'azienda che, tutto sommato, conviene investire la stessa somma per una campagna pubblicitaria o per un hardware che permette di risparmiar ore di lavoro anziché mantenere dipendenti che ormai costituiscono una zavorra...?

La situazione è complessa; più il tempo passa e più mi convinco che l'optimum non sia tanto e solo "il buon lavoro" astrattamente considerato, quanto, in senso molto generale, l'avere a mente una comunità di riferimento ove sapersi inserire. Le competenze poi si acquisiscono (ovvio, è preferibile averla un po' di preparazione per quel che si fa), ma di fatto (e di qui la disillusione di molti studenti, me compreso) la quasi totalità delle occupazioni retribuite comporta noia e fastidi o, a voler essere ottimisti, sfide e responsabilità, cui in qualche modo far fronte.

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1 minute ago, schopy said:

la quasi totalità delle occupazioni retribuite comporta noia e fastidi o, a voler essere ottimisti, sfide e responsabilità

postilla: e quasi nessuno di questi è/potrà diventare un posto fisso.

o almeno non a breve-medio termine

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1 hour ago, Hinzelmann said:

Sono dati che giustificano ottimismo?

Direi proprio di no

1 hour ago, schopy said:

Fondamentalmente credo sia stata la generazione dei nati tra i '40 e i '60 del secolo scorso ad avere una fortuna sfacciata :D

Fortuna di cui quella generazione non ha saputo far tesoro, se il Paese che ci lasciano è così sghembo ed impreparato ad affrontare il XXI secolo.

No, non sono dati che giustificano ottimismo, ma sono dati migliori, o almeno meno peggiori di quelli di anni fa. In particolare il dire sempre che le vecchie generazioni stavano meglio è una falsità conclamata.

Ho la fortuna di avere alcune edizioni del Calendario Atlante De Agostini, la "bibbia" per quanto riguarda ogni tipo di dato. In particolare un'edizione di metà anni '50 confrontata a quella del 2016-

Vediamo qualche dato:

  •  studenti delle scuole superiori - 396,497 (1954) vs 2,655,134 (2014)
  • studenti universitari - 145,170 (1954) vs 1,068,750 (2014)

(e già sui dati dell'istruzione post scuola dell'obbligo direi che è un dato abbastanza significativo). Passiamo proprio ai dati di emigrazione/immigrazione

  • espatri per l'estero - 131,372 (1954) vs 136,238 (2014)
  • iscrizioni all'anagrafe dall'estero - 18,946 (1954) vs 277,631 (2014)

e siamo passati ad un saldo migratorio positivo contro uno negativo

molto interessanti i dati riguardo ai consumi alimentari

  • carne - 15,5 kg/anno (1954) vs 80,9 kg/anno (2014)
  • pesce - 6,3 kg/anno (1954) vs 25 kg/anno (2014)
  • frumento e cereali 200,3 kg/anno (1954) vs 160,5 kg/anno (2014)
  • aumento notevole anche per caffè, zucchero, frutta, olio d'oliva ecc... calo per vino e patate

veniamo agli elettrodomestici, oggi tutti abbiamo in casa lavatrice, frigorifero, televisori, ecc... vediamo nel 1957 invece

  • lavatrice 13 ogni 100 famiglie
  • frigorifero 23 ogni 100
  • televisore 12 ogni 100
  • e soprattutto automobili 1 ogni 2,4 abitanti (2014) contro 1 ogni 68,6 (1954)

A fronte di questi (ma ce ne sono centinaia di altri) dati qualche dubbio che stessero meglio le passate generazioni viene...

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@Fabius81...ma che scrivi!!

E' chiaro che il "prima" ed il "dopo" sono percezioni legate alla memoria di chi ha vissuto gli anni '80 e gli anni '90, stiamo parlando della generazione dei padri rispetto a quella dei figli quindi di persone nate negli anni '60-'70 non di chi avendo vissuto il primo dopoguerra è nato negli anni '30-'40, e va verso gli 80 anni

Dopodiché ti  faccio notare che nel 2014 sono espatriate più persone che nel 1954

Il dato migratorio è DEVASTANTE in questi anni sono emigrate più persone di quanto non avveniva nell'Italia distrutta da una guerra persa sul suolo nazionale

Tu dici che il saldo è positivo...e grazie al cavolo che è positivo se mi prendi i profughi sbarcati a Lampedusa, ma questo al più può essere un argomento per dire che ci conviene integrarli piuttosto che repingerli vista l'emorragia di manodopera qualificata, tuttavia non è certo un dato indicativo di una economia in salute

Anzi l'operazione economicamente parlando è "a perdere" nel senso che noi abbiamo speso per formare manodopera di cui usufruiscono altri paesi ( negli anni '50 erano semianalfabeti, ma oggi sono diplomati e laureati con ben altri costi a carico dello stato ) ed al contempo, stabilito che dei profughi non possiamo fare a meno dovremo sostenere i costi per integrarli e formarli ( con l'evidente ricaduta politica di chi vedendo i propri figli andare in Germania mastica amaro e vota Salvini o la Meloni )

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Chi ci ha preceduto non stava meglio di noi è vero.  Anche se per quel contesto e per il benessere massimo di quel periodo,  direi di Si.  Le esigenze erano ben diverse, rispetto ad oggi.
 
Sicuramente la società sta cambiando e richiede figure nuove in grado di produrre denaro nel breve periodo, senza effettuare grandi investimenti. Il profitto più alto spendendo poco, sistema che adopera anche lo Stato, con mezzi ben noti a tutti.
 
Nel caso delle scienze umane, dove il grande datore di lavoro è quasi unicamente lo Stato, servono massicci investimenti che daranno i risultati nel lungo periodo ( ricerca, tutela e valorizzazione). Fondi che per la cultura non ci sono mai, però se non vogliamo dimenticare chi siamo si dovrà iniziare pur qualche giorno di questi, No ?
 
L'Italia è uno dei paesi "sorgenti" maggiori al mondo insieme alla Grecia, dal punto di vista del pastrimonio storico artistico, quello che non è solo come alcuni sostengono una cosa "noiosa" o "inutile". Ma è la nostra storia e cultura, che nel modo corretto può generare molta ricchezza e benessere per tutti, non solo turismo. Siamo una delle nazioni con il maggior numero di beni culturali, ma anche quella che spende pochissimo in ricerca e valorizzazione, posti di lavoro che si potrebbero creare.
 
Ovvio che non tutte le persone che effettuano un percorso di studi umanistici aspiri a  lavorare nella scuola, ma se è quello che si desidera si  dovrebbero avere le stesse opportunità di un architetto o un economista che si affacciano nei rispettivi settori.  Altrimenti mi sembra paradossale mantenere un indizizzo universitario (non gratuito) che non è equiparato e non fornisce le stesse possibilità degli altri.
 
Avente presente l'età media di coloro che lavorano nelle biblioteche o nei musei ?? Pronti alla pensione da anni, ma se non si decide a fare il cambio generazionale anche se non si creano posti di lavoro nuovi, quelli vecchi non si libereranno mai. E dove capita di vedere ragazzi giovani sono lì per volontariato oppure per qualche stage che fa pur sempre curriculum. Discorso che vale per qualunque settore oggi.....
 
Vi metto un video ed un articolo su Guedelon (Francia), argomento discusso a lezione con un prof, dove hanno avviato un progetto unico ......
 
P.S. La definizione di laurea "debole" non mi piace, già di per sminuisce il corso di studi.
 
Il castello costruito come si faceva nel Medioevo
A Guédelon, in Francia, è in corso un progetto di archeologia sperimentale: stanno costruendo un castello secondo le tecniche del 1250.
 
Uno dei progetti più particolari dell’epoca moderna, la realizzazione di un Castello Medievale, utilizzando mezzi e tecniche risalenti a quello stesso periodo storico, un vero tuffo nel passato, questo è il Castello di Guedelon. Tutto ciò accade a Puisaye, in Yonne, Borgogna, ed è proprio qui che vengono reperiti tutti i materiali utili alla costruzione, come: legno, pietra, sabbia e argilla. Guédelon offre un’esperienza unica, quella di poter assistere a tutte le varie fasi di Costruzione di un Castello.
 
Le Origini del Castello Medievale
I lavori del Castello hanno avuto inizio nel 1997, e si prevede un tempo di realizzazione pari a 25 anni. Ideatore di questa “Pazza Idea” è Michel Guyot, da sempre appassionato di Edifici Storici, tanto che nel 1979, insieme al fratello acquista il Castello di Saint Fargeau, un Castello in completo stato di abbandono, che viene restaurato grazie all’aiuto di tutta la comunità. Durante i lavori di rifacimento, un gruppo di Archeologi porta alla luce i resti di un antico Castello tra le mura di Saint Fargeau, da qui l’idea di realizzare una Fortezza utilizzando le Tecniche Medievali, al fine di comprendere meglio come i costruttori lavoravano nel 13° Secolo. Per portare a termine un Progetto del genere è necessario un Team di lavoratori altamente qualificati e motivati, sono ben 50 le persone che lavorano alla realizzazione del Castello di Guédelon.
 
Progetto del Castello
In questo “Cantiere” è come se il tempo fosse tornato indietro, tutto viene realizzato secondo le usanze del Tempo, anche il sito sulla quale si è scelto di erigere il Castello, è stata una scelta dettata dalle necessità, infatti visto l’elevato costo di trasporto dei materiali, in epoca Medievale, era necessario un posto che potesse fornire direttamente tutte le materie necessarie. Guédélon è luogo molto frequentato dalle scolaresche, in quanto ideale per apprendere direttamente le diverse fasi di realizzazione di un vero Castello Medievale. Lo scopo di Guedelon è di “Fare Cultura”, una cultura reale e tangibile, anzi potremmo dire che la Cultura e la Storia divengono materiali, il Castello è parte di un profondo e grande progetto, utile anche a comprendere le tradizioni, inoltre è inserito in un contesto più ampio, quello di realizzazione di un Parco Medievale, dove successivamente verranno create altre Strutture, come Cappelle, Monasteri e altro quasi a voler ricreare un Borgo Antico.
 
Informazioni sull’ Castello
Il sito è aperto dal 16 Marzo al 3 Novembre 2015, e offre la possibilità di calarsi nell’Epoca Medievale, collaborando in prima persona alla realizzazione del Progetto, infatti sono disponibili dei corsi di Costruzione, non è richiesta alcuna competenza tecnica ma il desiderio di imparare, di sostenere il progetto, la padronanza della lingua francese ed un mezzo proprio per recarsi sul Cantiere. Nell’area adibita al progetto, sono stati realizzati i servizi necessari per i Turisti, come bagni, area picnic, ed anche un’Osteria, ovviamente in puro stile Medievale.
 
Il progetto in parte si autofinanzia con il prezzo dei biglietti:
Adulti
€ 12,00
Bambini 5 – 17 anni
€ 10,00
Bambini 0 – 5 anni
Gratuito
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1 minute ago, smile93 said:
 
Avente presente l'età media di coloro che lavorano nelle biblioteche o nei musei ?? Pronti alla pensione da anni, ma se non si decide a fare il cambio generazionale anche se non si creano posti di lavoro nuovi, quelli vecchi non si libereranno mai.

hai ragionissima su tutta la linea, 

il problema è che dal 1992 c'è il blocco delle assunzioni nel pubblico impiego;

e quelli che entrano ora (con un rapporto del tipo 1 'nuovo' assunto ogni 10 neo pensionati; che stanno andando in pensione nonostante la Fornero, per capirci) si son fatti decenni di precariato cronico, nella scuola, nelle biblioteche, nei musei e in tutti quegli enti pubblici che ora li assumono con tanto di toni trionfalistici sui giornali.

3 minutes ago, smile93 said:

P.S. La definizione di laurea "debole" non mi piace, già di per sminuisce il corso di studi.

se lo dici a me (laurea in storia del cinema) sfondi una porta spalancata; ste definizioni non le ho date certamente io!!

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La Francia può fare i castelli perchè seppur in posizione subordinata alla Germania conduce il gioco

A noi spetta solo di fare....i castelli in aria

Non è questione di laurea, è che mancano i soldi

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14 minutes ago, freedog said:

il problema è che dal 1992 c'è il blocco delle assunzioni nel pubblico impiego;

Il grande problema è proprio quello, e credo sia giunto anche il momento di aprire gli occhi al riguardo, ed invertire la rotta. Senza lamentarsi se poi qui non rimane nessuno...... Se si continua così, prima o poi i "nodi vengono al pettine" e ci sarà da ridere fra qualche anno perché bisognerà capire chi pagherà le future pensioni sia quelle dei cittadini sia quelle dei nostri politici.....

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11 hours ago, Hinzelmann said:

Dopodiché ti  faccio notare che nel 2014 sono espatriate più persone che nel 1954

Il dato migratorio è DEVASTANTE in questi anni sono emigrate più persone di quanto non avveniva nell'Italia distrutta da una guerra persa sul suolo nazionale

Tu dici che il saldo è positivo...e grazie al cavolo che è positivo se mi prendi i profughi sbarcati a Lampedusa

No, nel dato vengono conteggiati solamente gli arrivi di stranieri (o i rimpatri di italiani) legalmente giunti in Italia, i richiedenti asilo non vengono conteggiati.

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1 hour ago, smile93 said:

Il grande problema è proprio quello, e credo sia giunto anche il momento di aprire gli occhi al riguardo, ed invertire la rotta.

eh, ma ne senti parlare una mezza volta in giro?

stranamente NESSUNO nomina mai la questione, manco in campagna elettorale...

2 hours ago, smile93 said:

Il grande problema è proprio quello, e credo sia giunto anche il momento di aprire gli occhi al riguardo, ed invertire la rotta.

eh, ma ne senti parlare una mezza volta in giro?

stranamente NESSUNO nomina mai la questione, manco in campagna elettorale...

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A q

A quel che risulta a me i nuovi ingressi in Italia nel 2017 sono pari a 225.000, di questi il 34% sono rappresentati da permessi di protezione umanitaria o concessione di asilo politico, quindi gli sbarchi incidono eccome anche se il 47% sul totale rimangono ricongiungimenti familiari, nonostante l'effetto di trascinamento di queste due componenti che assorbono l'80% dei permessi concessi, il totale della popolazione extracomunitaria legalmente residente in Italia è calato a 3.700.000 (-5,5% in un anno

Ovviamente non sono ricompresi coloro che sono sbarcati e sono in attesa di risposta alla domanda di asilo, o hanno avuto delle risposte negative ma hanno interposto dei ricorsi, o dovrebbero essere espulsi ma rimangono qui. Del pari non sono compresi gli stranieri-UE che non hanno bisogno di permesso di soggiorno.

Secondo l'ISTAT solo il 53% dei migranti arrivati in Italia nel 2012 è ancora presente sul territorio nazionale, il 47% se n'è andato

Gli Italiani residenti all'estero al 2017 che si sono registrati nei registri AIRE sono oramai quasi 5.000.000, tale cifra però è stimata essere largamente inferiore alla realtà visto che gli iscritti ai sistemi previdenziali inglese e tedesco, che sono necessari per lavorare indicano cifre due volte maggiori ( iscriversi all'AIRE di fatto serve solo per votare )

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I licenziamenti disciplinari sono aumentati, ma non è questo l'oggetto del topic, nel senso che la maggioranza dei licenziamenti avvengono per crisi aziendali

Ovviamente per lo stesso motivo il superamento dell'art 18 non ha minimamente contribuito, né a risolvere le crisi aziendali, né a rilanciare gli investimenti

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On ‎19‎/‎10‎/‎2017 at 8:55 PM, freedog said:

eh, ma ne senti parlare una mezza volta in giro?

No o se lo fanno solo con secondi fini .... 

Siamo arrivati al punto dove i mass media parlano di concorsi/lavoro come una cosa strana mai avvenuta, e quando si svolgono, assistiamo nel 2017 alla partenza da tutta Italia di ragazzi e non per cercare di conquistare un posto di lavoro.....

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