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Dalla Lega Nord alla Lega nazionale: un ostacolo ai diritti LGBT+


Rotwang

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L'Espresso

Simbolo nuovo. Lo stesso per tutta Italia. Prima delle elezioni politiche. E nuovo nome. Che significa via la parola “Nord”. Una rivoluzione, un cambio di pelle radicale. Nelle cose è già in atto: chiedi infatti a Matteo Salvini quando si deciderà a cancellare l’anacronistica dicitura “per l’indipendenza della Padania” dal nome del partito e dei gruppi parlamentari, e ti risponde che due mesi fa ha vinto il Congresso «con l’83 per cento su una piattaforma federalista chiara e dichiarata, unire le energie di lombardi, veneti, abruzzesi, calabresi, siciliani e tutti gli altri per salvare il paese dalla rovina. La sostanza è già questa, la forma la sistemeremo».

Gli racconti allora che un quarto di secolo fa, intervistando in pubblico D’Alema, alla domanda su cosa aspettavano a cancellare “comunista” dal nome ti rispondeva vago «ci penseremo, ma ci sono radici e tradizioni», e una settimana dopo il Pci diventava Pds. Mica farà anche lui così? «Una settimana dopo?» Eh, sì. Ride e scuote la testa, Salvini. «Vabbè. Allora. Non è che possiamo star lì tanto a cavillare».

Il 22 ottobre si terranno i referendum per l’autonomia in Lombardia e Veneto. In inverno, presumo a febbraio, le politiche. Lì sicuramente la Lega si presenterà con lo stesso simbolo in tutta Italia. No, non lo abbiamo ancora disegnato: ho visto che ci sono studi e società di consulenza, ma non abbiamo una lira, ce lo faremo noi, ne siamo capaci. Di certo resterà il marchio Lega, che è la nostra storia. E ci sarà il nome del segretario. Il resto si vedrà, ascolterò e decideremo». Chiedi conferma: simbolo unico, niente più sdoppiamento Lega Nord sopra la linea gotica e Noi con Salvini sotto, significa via “Nord” dal nome, giusto? «Abbiamo sessanta consiglieri comunali in Sicilia. L’altro giorno 500 persone mi aspettavano a Ladispoli, litorale laziale, nuovo sindaco eletto da noi e Fratelli d’Italia contro Pd, Forza Italia e tutti gli altri. Poi andrò a festeggiare la nuova giunta dell’Aquila. A incontrare i pescatori di Tropea. A Catanzaro a inaugurare la nuova sede. È evidente che non posso continuare a fare tutto ciò come Lega “Nord”». Il dado è tratto.

Barzago, 2.400 anime in provincia di Lecco, festa lombarda al centro sportivo, è l’una di notte quando la conversazione con Salvini ha inizio, dopo che un acquazzone ha finalmente mandato a casa il grosso degli astanti. Alle 9 di sera era a Vizzolo Predabissi, a sud di Milano, festa provinciale Lega della Martesana. Bermuda, camicia azzurra fuori dalla cintola, dal palco ha pestato sugli immigrati clandestini, le tasse, i negozi che chiudono per il salasso fiscale, le culle vuote, infine l’appello accorato: «Quest’estate non un giorno di tregua, in posta, in edicola, col vicino d’ombrellone a convincere i rassegnati, dobbiamo vincere, governare, ripulire questo paese da nord a sud, ce la giochiamo tutta». Neanche il tempo per un boccone, un’ora d’auto ed è a Barzago. Lo aspettano centinaia di persone: militanti storici, famiglie, molti ventenni, ragazzi e ragazze. No, non è una festa per vecchi. Altro comizio.

Bossi, ai tempi d’oro, seduceva le folle per tre ore infilando ragionamenti chilometrici con toni alterni dal didascalico allo ieratico, Salvini è secco, diretto, a tratti ironico, lingua veloce, argomentazioni per exempla. Appena tocca un nervo scoperto, non ha che da scegliere, volano i bravo e gli applausi. Non c’è dubbio, la Lega è sua.

Bossi chiudeva col Va’ pensiero, lui «con una canzone il cui titolo ben rappresenta la nostra battaglia», ed eccolo cantare “Voglio una vita spericolata”, di quelle che non dormi mai, qualche stecca, un cedimento di voce, capita se ti fai due o tre comizi al dì. Il lavoro duro però comincia adesso: «Calma, due o tre alla volta, ho tempo fino a mezzanotte, le foto le fate tutti!» L’orchestrina è passata ai Pooh. Un’orda si sposta dietro Salvini sul prato: coppie di fidanzati, grappoli di ragazzi, famiglie dalla nonna al nipotino, militanti della prima ora, giovani mamme con figlie, donne sole. L’Umberto d’antan tirava notte a firmare libri, patenti, caschi da moto, magliette, maschi avambracci e petti delle militanti, nel bagno di folla ci sguazzava. Al Matteo al centomillesimo selfie, la camicia zuppa dal caldo, ogni tanto passano un sorso di birra e la mascella tesa a sorridere gli si stende per un istante: «Ma è giusto così, ti devono vedere, ti devono toccare...» Vero. Le donne gli mettono la mano sulla guancia, sulla pancia, tra i capelli, qualcuna lo bacia all’improvviso senza scampo.

Con buona pace di Kantorowicz e dei “due corpi del re”, nell’epoca dei selfie, e dell’intimità coatta ancorché illusoria di Facebook, non c’è più distinzione tra il corpo fisico e quello politico del capo, il corpo naturale e il corpo mistico. Come in certe tribù, il corpo del Capo è cibo per il suo popolo. Quando non ce la fa più, a grandi passi Salvini si rifugia in cucina, lo rincorrono, e lui «dai, va bene, portali qui». Seduti infine alla tavolata, roast-beef e arancini del cuoco siciliano, un dirigente gli parla di un problema a Lecco, lui risponde netto: «Ne avete tre da segare? Fatelo! Ci attaccheranno tutti, se il primo che passa comincia a discettare di filosofia, addio! Io ne ho espulso uno (si riferisce al senatore Provera, trent’anni di Lega in Valtellina, che al referendum aveva votato sì) ed è bastato». Si potrà fumare? Adesso si può, il segretario federale s’è appena acceso una sigaretta: «Sì, ho ripreso», dice con un sorriso amaro. «Questa settimana. E non per ragioni legate alla politica...»

Sa di gioco sporco, la copertina e il tono del pezzo di “Chi”, titolo “Ma quali nozze con Salvini, lei ama un altro”. «No comment». Certo. Neanche glielo chiedi. Il punto è Berlusconi, la rivista è sua. «Voglio credere che non c’entri lui. Altro non so e non mi interessa». Riallearsi? Salvini ti risponde più o meno ciò che t’aspetti: nel vecchio centrodestra c’è un enorme vuoto, in politica come nella vita contano i numeri, sono finiti i tempi in cui Forza Italia dettava legge e la Lega a ruota, lui è pronto ma non fa della leadership una questione di vita o di morte, si batte per un centrodestra unito e un programma comune ma prima delle elezioni, non dopo. Alla peggio, ognuno per sé e a urne chiuse si faranno i conti. Meno tenuti all’aplomb, i militanti sparano invece alzo zero.

Alla tavolata di quelli di Inzago, tovagliette “Salvini premier, idee cuore coraggio”, bianco in campo azzurro, fuori moda anche il verde-Lega, Elisabetta la casalinga certo che se l’è comprato il famigerato numero di “Chi”. Per lei, e per Massimo l’autotrasportatore, Imerio l’imprenditore in pensione, Emma la presidente del Consiglio comunale, Berlusconi «è un filibustiere, uno che stupidamente prova a far fuori Salvini con tutti i mezzi, e alleanze assolutamente no, è un leader perdente, peggio, uno che fin che campa avrà a che fare con la magistratura». Stoccata finale: «È uno che non comanda più. Come Bossi». Sì, il fondatore l’hanno archiviato una volta per tutte. Nei cuori, non solo ai congressi. Meglio stia fuori, crea solo casini. Non mi è mai piaciuto, troppo spavaldo. Morto un papa se ne fa un altro. Chi ha avuto ha avuto. Largo ai giovani. Finiti i proverbi, sic transit gloria mundi. Imerio e un altro azzardano che pure Maroni sarebbe forse ora si mettesse da parte, non aveva detto cinque anni da presidente poi jazz e pensione? Fatto salvo il gioco delle parti, il presidente della Lombardia lo trovi sempre più spesso in disaccordo con il suo segretario federale, dal bagnino fascio di Chioggia alle alleanze per le regionali 2018. «Ovviamente non è ipotizzabile che gli alfaniani, a Roma con Renzi, possano ripresentarsi in Lombardia con noi». Maroni dice il contrario. «Ho parlato con lui, è disponibile, risolveremo insieme». Se sulle alleanze senti i militanti, non che vada tanto meglio quando tiri in ballo i Cinquestelle. Raccontano i sondaggi di una larga disponibilità dei leghisti a qualche forma di intesa con Grillo, Di Maio, il Dibba e gli altri. Sarà. Qui fanno tutti facce tra lo scettico e lo schifato. Non mi fido. È gente che cambia idea a seconda di come si sveglia la mattina. Macché carne fresca, vengono tutti chi di qua chi di là. E Salvini, che qualche avance l’ha pur fatta? «Io non ho condiviso l’approccio di Renzi e Berlusconi, che vedono in loro dei disoccupati debosciati. Ma dove governano, tranne rarissime eccezioni, hanno dimostrato il nulla. La loro proposta di un reddito per chi sta a casa non fa parte della mia forma mentis. A Bruxelles votano quasi sempre con la sinistra su Islam, profughi, accoglienza, minoranze rom, poi qua Grillo urla basta con i barconi, tutti a casa. Difficile un’alleanza: la Lega ha tanti difetti ma parla con una sola voce». Spiraglio aperto, come una porta di riserva, senza contarci, capitasse mai. Ma, giochi tattici a parte, su cosa le vinci o le perdi le prossime elezioni?

Stop invasione, recita la maglietta che più vedi in giro addosso ai ragazzi, contro una sola “Prima il Nord”, ormai vintage. A parlar d’immigrati scopri l’acqua calda, e quanto ai toni del comizio salviniano, «il Pd si finanzia con l’immigrazione illegale di nuovi schiavi, noi con le salamelle. Se non ci muoviamo in fretta, fra cinque anni questa festa la facciamo col velo islamico, il muezzin che chiama alla preghiera e la salamella fuori legge!» Ma, alle ortiche per un istante gli slogan e le battute facili, c’è un modo sensato e praticabile per affrontare la questione? «Ma sì!», risponde Salvini: «Alla fine gli organismi internazionali, l’Onu, l’Unione europea, la Nato, interverranno per spostare i confini oltre il Mediterraneo. E i centri di accoglienza, identificazione, alloggio, selezione, riconoscimento, saranno in Africa invece che in Italia. Inevitabilmente accadrà. Spero non fra tre anni». Comunque sia, «noi non parliamo solo di clandestini. Il nostro è un programma di governo su tutti i temi fondamentali: lavoro, pensioni, scuola, burocrazia, studi di settore, revisione dei trattati europei. E tasse. A Piacenza, giornata di studio Facciamo squadra!, per esempio...»

Piacenza, albergone sulla tangenziale. Parlamentari, amministratori, professionisti, imprenditori. E dodici esperti per dodici temi di governo. Armando Siri, il 45enne consigliere economico di Salvini, snocciola in 35 slide il progetto di legge sulla “flat tax” già depositato in parlamento e di cui è estensore, nume tutelare l’Alvin Rabushka della Stanford University. Conti, raffronti, tabelle, clausole di salvaguardia: 15 per cento di tassazione fissa, un po’ meno sui redditi molto bassi per via di deduzioni, liberi enormi risorse, rimetti in moto l’economia, lo Stato recupera introiti grazie alla crescita, l’Europa non te lo può impedire e il gioco è fatto, l’uovo di Colombo. Lo scetticismo è lecito, ma non è questo il luogo dove vagliare i conti. La domanda è: se vincete, quando tagliate le tasse al 15? «Subito. Qualche mese. Per gradi non funziona», ti risponde Siri. Salvini, quando il 15 per cento? «A regime nel quinquennio, questo è l’obiettivo. Ma uno shock lo devi dare subito». Sarebbe? «Nel primo anno». Aliquota unica? «Dimezzare quelle massime attuali». Ci mette la faccia? «Sì, certo. Non farei il segretario della Lega se non fossi ambizioso».

 

La nascita di una Lega nazionale, non più a traino padanista (ormai sepolta), dopo le ultime primarie del partito che hanno consolidato senza alcun contrasto la guida salviniana contro un rivale leghista vecchio stampo (pure a favore delle unioni civili), significa un ulteriore e grosso ostacolo all'avanzamento dei diritti LGBT+ nel nostro Paese e per qualche tempo?

Edited by Rotwang
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Io credo potremo essere soddisfatti se non revocheranno il poco che il PD ci ha concesso

Sull'avanzamento dei diritti LGBT credo ci si debba mettere una croce sopra per diversi anni

A Sinistra lo scambio Job Act - Unioni Civili non è piaciuto ma la lotta è sulla modifica del primo, non sull'implementazione del secondo

Il PD istituisce il Dipartimento Maternità e sopprime il Dipartimento Diritti civili

La lega si concentrerà sugli immigrati e forse ci lascerà in pace, o forse no....non l'ho ancora capito bene

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9 minutes ago, Hinzelmann said:

Il PD istituisce il Dipartimento Maternità e sopprime il Dipartimento Diritti civili

Ti pagano per essere così falso? Esiste il dipartimento Libertà civili nel Ministero dell'Interno.

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Mi riferisco al PD al Partito...ma neanche delle lamentele di Mancuso ti fidi?

https://www.gaypost.it/pd-renzi-dipartimenti-diritti-civili

Questo è il profilo organizzativo del PD post Congresso e per affrontare le nuove elezioni

E non promette bene....poi staremo a vedere

Se sei iscritto al PD informati, protesta fai qualcosa....

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6 minutes ago, Hinzelmann said:

Mi riferisco al PD al Partito...ma neanche delle lamentele di Mancuso ti fidi?

https://www.gaypost.it/pd-renzi-dipartimenti-diritti-civili

Questo è il profilo organizzativo del PD post Congresso e per affrontare le nuove elezioni

E non promette bene....poi staremo a vedere

Se sei iscritto al PD informati, protesta fai qualcosa....

Segnalato, il topic non è sul PD, come il 90% dei topic di questo forum, ma tu incredibilmente riesci a tirarlo fuori ovunque, sei stato tradito da uno del PD? Mi spiace...

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Togliere quanto concesso è impossibile, significherebbe de-sposare migliaia di coppie che si sono già unite con tanto di centinaia di ricorsi ai tribunali ecc... Ci aveva provato Orban in Ungheria qualche anno fa a togliere quel poco fatto ma alla fine non c'era riuscito, tranne che inserire che il matrimonio era solo tra uomo e donna e che solo le coppie etero sposate potevano adottare.

Penso che l'anno prossimo l'Italia sarà la nuova spina nel fianco dell'Europa, aggiungedosi a Polonia, Ungheria, Cechia, ecc... il tessuto sociale ed economico è identico. Aggiungiamoci poi il terrore per l'arrivo dei profughi, unica ragione per l'abbastanza incomprensibile boom della lega (a parte che ha i media a proprio favore) ed il gioco è fatto. Cosa faranno manderanno via la quota di rifugiati spedendoli agli altri paesi? Ormai anche li la frittata è fatta.

Se Renzi avesse fatto come il collega slovacco Fico (partito del PSE tra l'altro) e dire no alle quote di rifugiati in quanto il proprio paese non era abituato a vedere gente di altre razze a quest'ora avrebbe ancora un consenso fortissimo. Un governo che crolla di popolarità mentre l'economia è in crescita è una sorta di paradosso vivente.

 

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5 minutes ago, Fabius81 said:

Togliere quanto concesso è impossibile, significherebbe de-sposare migliaia di coppie che si sono già unite con tanto di centinaia di ricorsi ai tribunali ecc..

No, non pensavo addirittura annullare le unioni già fatte, semmai modificare la legge o abrogarla per il futuro

Però è anche vero che la legge è già talmente scarna....che modificarla è quasi impossibile

Insomma mi pare più realistico che facciano qualcosa contro la GPA e l'omogenitorialità e l'adozione gay, piuttosto che abrogare la Boschi-Alfano

( in ogni caso sarebbe una cosa negativa anche questa )

Su Renzi non parlo perchè @Rotwang poi mi morde...Lol

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  • 1 month later...

Salvini ha detto di sentirsi «il prossimo presidente del Consiglio» e che è stata «l’ultima Pontida con la Lega all’opposizione». Il suo è stato un discorso “a metà del guado”, conciliante su alcuni aspetti, ma molto radicale su altri. Non ha parlato di uscita dall’euro e anzi ha detto che l’Unione Europea merita ancora «un’ultima chance». Ha parlato poco anche di “flat tax”, cioè la proposta da molti giudicata irrealizzabile di introdurre un’unica tassa al 20 per cento (che significherebbe sostanzialmente dimezzare l’attuale imposizione fiscale). Ha strizzato l’occhio alla parte più estrema dei suoi sostenitori dicendo che quando la Lega sarà al governo «darà mano libera alla polizia», e cancellerà la legge Fiano sull’apologia di fascismo e quella Mancino, che proibisce l’incitamento all’odio razziale e religioso. Ha anche detto che intende abolire il Jobs Act, la riforma Fornero e la legge che rende obbligatori una serie di vaccini, sostenendo che sia un favore «all’industria farmaceutica».
Per la prima volta, sul prato di Pontida non c’era la statua di Alberto da Giussano, il capitano di ventura medievale diventato simbolo della Lega, e non si sono visti gli striscioni che inneggiavano alla secessione: gli unici militanti che ne hanno portato uno sono stati convinti a rimuoverlo dallo staff del segretario. Inoltre, per la prima volta dalla fondazione della Lega, Umberto Bossi non ha parlato dal palco, per decisione dello stesso Salvini – Bossi ha detto ai giornalisti di essere offeso e pronto a lasciare il partito. Persino il verde, il colore tradizionale della Lega, è quasi sparito, sostituito da centinaia di cartelli blu con la scritta “Salvini premier”.

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Che lui si senta presidente del consiglio, è possibile. Come politico però dovrebbe spiegarci come pensa di poterlo diventare. Non credo basti alla Merkel e Macron un certo ammorbidimento sull'Europa, la Neo-Destra Europea preferirà sempre il Renzusconi

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Non so quanto una Lega senza Nord possa interessare gli elettori: il partito di Bossi era fondato da e per una certa fetta di settentrionali razzisti che volevano dividersi dal resto d'Italia. Adesso si tratterà dell'ennesimo gruppo politico di (estrema?) destra che tenterà di intraprendere l'ascesa tra mille critiche e figuracce.

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Più che altro è triste vedere quello che era rimasto l'unico partito italiano

con una sua identità politica, ridursi a "Salvini premier" come un qualunque

altro partito della seconda repubblica

Direi che sia l'atto finale di una degenerazione oramai veramente complessiva-sistemica

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