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Festa della Mamma, ne abbiamo?


Saramandasama

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Saramandasama

Oggi, mai come in altri anni, si sta assistendo ad una sovraesposizione del sentimentalismo legato alla festa della mamma. Foto, dediche, selfie..

La retorica del mammismo italiano proiettato ai massimi storici.

Basta! Non se ne può più! Give us a break!

 

E voi avete partecipato a questa fiera dei buoni sentimenti filiali o fottesega e avete perfino scordato di fare gli auguri?

 

Edited by Salamandro
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Ho notato anche io, e non solo, questa esplosione "social" della festa della mamma . Posso dire che non mi lascia tranquillo? Forse perchè non ne comprendo il motivo, o meglio : che cosa cambia dall'anno scorso, in cui questo fenomeno non si è visto, ad oggi tra foto e frasette ? 

 

 

Perchè la necessità della messa in pubblico della foto della propria mamma e degli auguri, così di botto, al di là del voler bene al proprio genitore che è una cosa su cui non discuto?

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Non sopporto queste esplosioni social sulle feste, auguri e robetta varia a cui in genere non prendo parte. 

Oltretutto mia mamma non sta bene da una settimana quindi c'è poco da far festa. 

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Perchè la necessità della messa in pubblico della foto della propria mamma e degli auguri, così di botto, al di là del voler bene al proprio genitore che è una cosa su cui non discuto?

Semplice, per visibilità, visualizzazioni, mi piace vari. Insomma le solite cose.

Al giorno d'oggi ognuno vuole essere qualcuno, in pochi vogliono essere se stessi.

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Saramandasama

Da Huffington Post

 

“L’Italia è un paziente malato di mente. Malato grave. Dal punto di vista psichiatrico, direi che è da ricovero. Però non ci sono più i manicomi”. Il professor Vittorino Andreoli, uno dei massimi esponenti della psichiatria contemporanea, ex direttore del Dipartimento di psichiatria di Verona, membro della New York Academy of Sciences e presidente del Section Committee on Psychopathology of Expression della World Psychiatric Association ha messo idealmente sul lettino questo Paese che si dibatte tra crisi economica e caos politico e si è fatto un’idea precisa del malessere del suo popolo. Un’idea drammatica. Con una premessa: “Che io vedo gli italiani da italiano, in questo momento particolare. Quindi, sia chiaro che questa è una visione degli altri e nello stesso tempo di me. Come in uno specchio”.

Quali sono i sintomi della malattia mentale dell’Italia, professor Andreoli?

 

“Ne ho individuati quattro. Il primo lo definirei “masochismo nascosto”. Il piacere di trattarsi male e quasi goderne. Però, dietro la maschera dell’esibizionismo”.

Mi faccia capire questa storia della maschera.

 

“Beh, basta ascoltare gli italiani e i racconti meravigliosi delle loro vacanze, della loro famiglia. Ho fatto questo, ho fatto quello. Sono stato in quel ristorante, il più caro naturalmente. Mio figlio è straordinario, quello piccolo poi…”.

Esibizionisti.

 

“Ma certo, è questa la maschera che nasconde il masochismo. E poi tenga presente che generalmente l’esibizionismo è un disturbo della sessualità. Mostrare il proprio organo, ma non perché sia potente. Per compensare l’impotenza”.

Viene da pensare a certi politici. Anzi, a un politico in particolare.

 

“Pensi pure quello che vuole. Io faccio lo psichiatra e le parlo di questo sintomo degli italiani, di noi italiani. Del masochismo mascherato dall’esibizionismo. Tipo: non ho una lira ma mostro il portafoglio, anche se dentro non c’è niente. Oppure: sono vecchio, però metto un paio di jeans per sembrare più giovane e una conchiglia nel punto dove lei sa, così sembra che lì ci sia qualcosa e invece non c’è niente”.

Secondo sintomo.

 

“L’individualismo spietato. E badi che ci tengo a questo aggettivo. Perché un certo individualismo è normale, uno deve avere la sua identità a cui si attacca la stima. Ma quando diventa spietato…”.

Cattivo.

 

“Sì, ma spietato è ancora di più. Immagini dieci persone su una scialuppa, col mare agitato e il rischio di andare sotto. Ecco, invece di dire “cosa possiamo fare insieme noi dieci per salvarci?”, scatta l’io. Io faccio così, io posso nuotare, io me la cavo in questo modo… individualismo spietato, che al massimo si estende a un piccolissimo clan. Magari alla ragazza che sta insieme a te sulla scialuppa. All’amante più che alla moglie, forse a un amico. Quindi, quando parliamo di gruppo, in realtà parliamo di individualismo allargato”.

Terzo sintomo della malattia mentale degli italiani?

 

“La recita”.

La recita?

 

“Aaaahhh, proprio così… noi non esistiamo se non parliamo. Noi esistiamo per quello che diciamo, non per quello che abbiamo fatto. Ecco la patologia della recita: l’italiano indossa la maschera e non sa più qual è il suo volto. Guarda uno spettacolo a teatro o un film, ma non gli basta. No, sta bene solo se recita, se diventa lui l’attore. Guarda il film e parla. Ah, che meraviglia: sto parlando, tutti mi dovete ascoltare. Ma li ha visti gli inglesi?”.

Che fanno gli inglesi?

 

“Non parlano mai. Invece noi parliamo anche quando ascoltiamo la musica, quando leggiamo il giornale. Mi permetta di ricordare uno che aveva capito benissimo gli italiani, che era Luigi Pirandello. Aveva capito la follia perché aveva una moglie malata di mente. Uno nessuno e centomila è una delle più grandi opere mai scritte ed è perfetta per comprendere la nostra malattia mentale”.

Torniamo ai sintomi, professore.

 

“No, no. Rimaniamo alla maschera. Pensi a quelli che vanno in vacanza. Dicono che sono stati fuori quindici giorni e invece è una settimana. Oppure raccontano che hanno una terrazza stupenda e invece vivono in un monolocale con un’unica finestra e un vaso di fiori secchi sul davanzale. Non è magnifico? E a forza di raccontarlo, quando vanno a casa si convincono di avere sul serio una terrazza piena di piante. E poi c’è il quarto sintomo, importantissimo. Riguarda la fede…”.

Con la fede non si scherza.

 

“Mica quella in dio, lasciamo perdere. Io parlo del credere. Pensare che domani, alle otto del mattino ci sarà il miracolo. Poi se li fa dio, San Gennaro o chiunque altro poco importa. Insomma, per capirci, noi viviamo in un disastro, in una cloaca ma crediamo che domattina alle otto ci sarà il miracolo che ci cambia la vita. Aspettiamo Godot, che non c’è. Ma vai a spiegarlo agli italiani. Che cazzo vuoi, ti rispondono. Domattina alle otto arriva Godot. Quindi, non vale la pena di fare niente. E’ una fede incredibile, anche se detta così sembra un paradosso. Chi se ne importa se ci governa uno o l’altro, se viene il padre eterno o Berlusconi, chi se ne importa dei conti e della Corte dei conti, tanto domattina alle otto c’è il miracolo”.

Masochismo nascosto, individualismo spietato, recita, fede nel miracolo. Siamo messi malissimo, professor Andreoli.

 

“Proprio così. Nessuno psichiatra può salvare questo paziente che è l’Italia. Non posso nemmeno toglierti questi sintomi, perché senza ti sentiresti morto. Se ti togliessi la maschera ti vergogneresti, perché abbiamo perso la faccia dappertutto. Se ti togliessi la fede, ti vedresti meschino. Insomma, se trattassimo questo paziente secondo la ragione, secondo la psichiatria, lo metteremmo in una condizione che lo aggraverebbe. In conclusione, senza questi sintomi il popolo italiano non potrebbe che andare verso un suicidio di massa”.

E allora?

 

“Allora ci vorrebbe il manicomio. Ma siccome siamo tanti, l’unica considerazione è che il manicomio è l’Italia. E l’unico sano, che potrebbe essere lo psichiatra, visto da tutti questi malati è considerato matto”.

Scherza o dice sul serio?

 

“Ho cercato di usare un tono realistico facendo dell’ironia, un tono italiano. Però adesso le dico che ogni criterio di buona economia o di buona politica su di noi non funziona, perché in questo momento la nostra malattia è vista come una salvezza. E’ come se dicessi a un credente che dio non esiste e che invece di pregare dovrebbe andare in piazza a fare la rivoluzione. Oppure, da psichiatra, dovrei dire a tutti quelli che stanno facendo le vacanze, ma in realtà non le fanno perché non hanno una lira, tornate a casa e andate in piazza, andate a votare, togliete il potere a quello che dice che bisogna abbattere la magistratura perché non fa quello che vuole lui. Ma non lo farebbero, perché si mettono la maschera e dicono che gli va tutto benissimo”.

Guardi, professore, che non sono tutti malati. Ci sono anche molti sani in circolazione. Secondo lei che fanno?

 

“Piangono, si lamentano. Ma non sono sani, sono malati anche loro. Sono vicini a una depressione che noi psichiatri chiamiamo anaclitica. Penso agli uomini di cultura, quelli veri. Che ormai leggono solo Ungaretti e magari quel verso stupendo che andrebbe benissimo per il paziente Italia che abbiamo visitato adesso e dice più o meno: l’uomo… attaccato nel vuoto al suo filo di ragno”.

E lei, perché non se ne va?

 

“Perché faccio lo psichiatra, e vedo persone molto più disperate di me”.

Grazie della seduta, professore.

 

“Prego”

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Semplice, per visibilità,

 

Va bene, ma io cerco di andare ad un altro punto : perchè quest'anno ? I social esistono da tempo .

Perchè nel 2017, perchè non già nel 2016?

Si sta superando forse una sorta di linea di confine? stiamo strabordando? 

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Saramandasama

Per quanto "social" e spesso di marketing, ho trovato sincero e genuino il contenuto di queste manifestazioni di sentimenti filiali. E che forse dovremmo abituarci a questa evoluzione dei mezzi di comunicazione. Ma se l'obbligo social di apparire spinge a esternare le proprie emozioni.. ben venga!

 

Detto ciò anche qui mi autocito

 

"La verità è di tipo antropologica. C'è un rinnovato bisogno di sobrietà, intimità e normalità. E questo è riscontrabile in diversi ambiti. Non è un caso che Miley Cyrus esca con un pezzo folk dai buoni sentimenti (riconquistando i fan perduti); che il Sobral vinca con la sua canzone, ma forse anche con la sua storia personale; la deriva sentimentalistica ostentata della festa della mamma; il trionfo dell'amore e del bene con Brigitte e Macron...

Insomma una reazione al trumpismo"

(E aggiungo alla paura dell'insicurezza data dagli attentati terroristici, ché per quanto si possa fare finta di niente..)

 

 

Il bene vince sempre.(cit)

Edited by Salamandro
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noi viviamo in un disastro, in una cloaca ma crediamo che domattina alle otto ci sarà il miracolo che ci cambia la vita. Aspettiamo Godot, che non c’è. Ma vai a spiegarlo agli italiani. Che cazzo vuoi, ti rispondono. Domattina alle otto arriva Godot.

 

mi sembra la migliore sintesi finora letta sull'origine del fenomeno politico 5stelle

per quanto riguarda la festa della mamma, è ormai un fenomeno trash: una volta si poteva citare come esempio di stucchevole religiosità laica di stampo disneyano, inventata per riempire il vuoto delle feste religiose ferocemente attaccate da ogni parte (Maggio è tradizionalmente il mese delle processioni mariane, dunque "materne")

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Saramandasama

Non si può ridurre il tutto a una questione di sostituzione religiosa, visto che la festa della mamma è festeggiata in tutto il mondo, anche in tradizioni non cattoliche. In Giappone ad es festeggiano tutto, c'è anche la festa della cacca..(cit)

Edited by Salamandro
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Non si può ridurre il tutto a una questione di sostituzione religiosa

 

secondo me si può: la festa della mamma è la classica festa universalistica, basata su un minimo comun denominatore volto ad appiattirci su un sentimentalismo indifferenziato (il tuo esempio sul Giappone non indebolisce ma rafforza questo punto di vista)

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secondo me si può: la festa della mamma è la classica festa universalistica, basata su un minimo comun denominatore volto ad appiattirci su un sentimentalismo indifferenziato (il tuo esempio sul Giappone non indebolisce ma rafforza questo punto di vista)

 

massoneria-massone_0.jpg

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ma no @layer, inutile scomodare i massimi sistemi: nel melting pot ti dovrai pure inventare qualcosa, la reductio ad corpora (cui appartiene il concetto di madre padre etc.) permette di riconoscersi in aspetti minimali ma universali (e la festa della mamma andrebbe bene anche per i gatti, le cimici, etc.)

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Saramandasama

Non si possono usare gli stessi parametri categoriali per tutto. Di etnocentrismo spicciolo, ne abbiamo?

In Giappone non frega un cazzo dell'aspetto sentimentalistico, è solo una buona occasione per comprare dolcetti alle fragole e avere una scusa per cazzeggiare. Facendo una ricerca sembra che molti nemmeno se ricordino..

Edited by Salamandro
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Ilromantico

Io non ci vedo niente di male, fermo restando che a me queste ricorrenze comandate mi lasciano indifferente. Più che altro vorrei capire il vostro fastidio da cosa è dato. Non è certo il primo topic di questo forum dove si fa della negatività esagerata su di una sciocchezza.

 

Mi sembra del tutto logico e comprensibile che chi abbia la madre defunta o malata non sia molto fan di questa ricorrenza(e come dargli torto), ma anche chi una madre non l'ha mai avuta. In sintesi, credo che il problema di queste feste sia l'esclusione e l'inadeguatezza che generano per chi non può festeggiare.

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il mio non è un fastidio, ma una constatazione: sono state sotituite a feste religiose, ricche di simbolismo ancestrale, di stratificazioni antropologiche e di significato, occasioni di festeggiamento basate su meri eventi biologici, come la condizione di genitorialità

questo significa che si è perso qualcosa di importante, ad esempio si è persa la collocazione della dimensione materna nell'ambito di una storia religiosa e culturale umana antichissima, di una specificità che va molto oltre la funzione biologica

certo è bellissimo scambiarsi faccine e cuoricini e mettere il messaggio su facebook, ma è come essere tornati all'anno zero, agli scimmioni di 2001 Odissea nello spazio

che poi questo possa esprimere una sottile ma sentita esigenza "religiosa" di ritorno a dinamiche di infantilismo sociale, ci può pure stare

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Hinzelmann

Sulla festa della mamma son un po' impreparato, ma la mia

idea è che serva al carattere interconfessionale della democrazia

americana, che è sì una società religiosa ma pluralistica e quindi

ha bisogno di feste valide per tutti

 

Non ci vedo necessariamente qualcosa di recessivo, anche se di fatto

ci fu un uso politico della festività ( soprattutto di pacificazione interna

fra Nord e Sud, dopo la guerra civile )

 

Certo in Italia, dapprima a causa della politica fascista sulla maternità

( che però non ebbe un seguito o meglio non l'ha avuto fintantoché non

è andato al potere Matteo Renzi...) poi a causa della Democrazia Cristiana

la cosa ha preso una piega diversa, anche perchè eravamo un paese a

religione di stato ( quindi il mese mariano etc, cose che oggi non pesano

più ma negli anni '50 sì )

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Non mi piace postare molte cose su facebook. Pubblico solo le cose divertenti che trovo online e ogni tanto qualche foto. Poi mia madre odia essere fotografata quindi mi è proprio difficile farle una foto da mettere poi online.

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