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smile93

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Visto che il 17 maggio è la giornata internazionale contro l'omofobia e transfobia, oggi com'è la condizione di un ragazzo/a in Italia e nel mondo ? Ci sono dei cambiamenti in atto ?
 
"Non so cosa voglia dire essere insultati perché gay. Ma so cosa vuol dire crescere pensando di essere fuori posto, ed è molto dura. E so bene che, per molti, la sensazione di essere soli, o esclusi, può essere qualcosa che consuma. E che, quando vieni tormentato o picchiato, ti può sembrare in qualche modo che sia colpa tua perché sei diverso, perché non riesci ad adattarti.
Ecco cosa voglio dirvi, però non siete soli. Non avete fatto niente di male. Non meritate di essere attaccati. C'è un mondo che vi aspetta ed è pieno di possibilità. Ci sono persone che vi vogliono bene e che tengono a voi, esattamente per quello che siete.
Quindi se sentite che ciò che la gente fa o dice contro di voi vi state demoralizzando, parlatene con persone fidate. Che siano i vostri genitori, gli insegnanti o gli amici che vi vogliono bene davvero, parlate con loro, non pensate di poter affrontare tutto questo da soli"

Barack Obama.
 
Fonte TPI del 17/03/17

Sono 73 i paesi del mondo dove l'omosessualità è criminalizzata 11 quelli in cui è punita con la pena di morte 121 invece quelli in cui è legale.
 
Mentre nel mondo esistono paesi in cui una coppia omosessuale può sposarsi e avere figli adottando o ricorrendo a tecniche di procreazione assistita allo stesso tempo a qualche centinaio di chilometri di distanza quella stessa coppia potrebbe rischiare di essere condannata a morte.
 
Sono 73 i paesi del mondo dove l'omosessualità è criminalizzata e 11 quelli in cui viene punita con la pena di morte tra cui Arabia Saudita, Pakistan, Afghanistan ed Emirati Arabi.
 
Nell'Unione europea 11 paesi su 28 hanno varato una legge che compara il matrimonio omosessuale a quello eterosessuale. Altri 11 tra i quali l'Italia hanno adottato una legislazione sulle unioni civili. Solo sei paesi vietano esplicitamente nelle loro costituzione in matrimonio gay sono Bulgaria, Slovacchia, Polonia, Lettonia, Lituania e Romania paesi in cui l'omosessualità non è comunque un crimine, a differenza di molti paesi africani e asiatici.
 
Fonte Repubblica
 
Porte aperte ai gay, la svolta della Chiesa. In parrocchia le veglie antiomofobia

Cadono i veti sulla spinta delle parole del Papa. Da Genova a Milano e Palermo decine di adesioni

 

 

ROMA - Bisogna "accogliere e accompagnare" omosessuali e trans, "questo è quello che farebbe Gesù oggi". La svolta è arrivata dopo queste precise e puntuali parole pronunciate da Papa Francesco meno di un anno fa (era l'ottobre del 2016), di ritorno dal viaggio in Georgia e Azerbaijan. E ha contagiato parte del mondo cattolico. Tanto che da dopodomani fino a fine maggio saranno diverse le parrocchie, italiane e non, che aderiranno (le prime città saranno Milano e Siviglia) alla giornata mondiale per la lotta all'omo-transfobia.
 
Fra queste anche alcune comunità cattoliche di Genova e Palermo, le due diocesi i cui arcivescovi, nelle precedenti edizioni, vietarono ai fedeli la partecipazione a delle veglie organizzate per l'occasione.
 
Nel 2011 fu Paolo Romeo, cardinale di Palermo, a fermare la veglia organizzata da don Luigi Consonni, parroco di Santa Lucia, dicendo: "Ci siamo ispirati alla Lettera firmata nell'86 da Joseph Ratzinger". Nel 2015 fu il cardinale Angelo Bagnasco, a Genova, a proibire all'ultimo momento che l'evento si svolgesse nella chiesa della Sacra Famiglia: "Ovunque ma non a Genova", lasciarono in sostanza trapelare dalla curia.
 
Eppure, come ripete sempre Francesco, "il tempo è superiore allo spazio". E, in questo caso, è stato galantuomo con gli omosessuali credenti che intendono unirsi ai tanti che saranno in piazza perché si dica la parola fine all'omofobia, alla transfobia e a ogni forma di discriminazione. A fare da cornice alla loro partecipazione un versetto della Lettera di san Paolo ai Romani: "Benedite coloro che vi perseguitano, benedite e non maledite".
 
La novità di quest'anno non risiede soltanto nel fatto che per la prima volta non si hanno notizie di interventi censori di vescovi e cardinali. Ma anche che, cosa non avvenuta in precedenza con queste proporzioni, alle veglie parteciperanno pubblicamente numerose comunità di ordini religiosi e associazioni cattoliche. Così a Genova dove la veglia non solo sarà ospitata da una parrocchia, ma a oggi, a meno di ripensamenti dell'ultima ora sempre possibili, vede la partecipazione del vicario generale della diocesi Nicolò Anselmi. "Mi sembra il segno più evidente di come la Chiesa stia cominciando a interrogarsi seriamente su quanto affermava il Sinodo dei vescovi, circa la necessità di costruire una pastorale di accoglienza per le persone Lgbt e i loro familiari", dice Innocenzo Pontillo, referente del progetto Gionata su fede e omosessualità.
 
A Milano, invece, la veglia unirà idealmente con una fiaccolata di luci il tempio valdese e la parrocchia di Santa Maria della Passione. Mentre a Palermo l'organizzazione della veglia è stata voluta non solo dalla Chiesa Evangelica Luterana ma anche, fra gli altri, dai comboniani e dai gesuiti della Chiesa del Gesù. E poi, importanti adesioni di parrocchie a Firenze, Reggio Emilia, Catania, Trieste e Bologna e in tante altre città.

Dice don Franco Barbero, animatore delle comunità cristiane di base, a margine della presentazione dell'esplosivo volume di Ortensio da Spinetoli "L'inutile fardello" (Chiarelettere), nel quale l'autore oggi scomparso chiede "un salutare rinnovamento teologico della Chiesa", andando oltre "i pensatori medievali": "A Pinerolo abbiamo organizzato una veglia nella parrocchia di San Lazzaro insieme alla comunità di base, alla Chiesa valdese e alla Scala di Giacobbe: abbiamo deciso di uscire, di lasciare le mura parrocchiali e di vegliare in piazza, pubblicamente, davanti al monumento delle vittime
di tutte le persecuzioni.

Queste veglie sono il segno di una Chiesa che vuole cambiare pelle anche se, a onor del vero, esiste ancora una parte che resiste e all'interno della quale è diffusa l'indifferenza. C'è ancora chi non solo non partecipa alle sofferenze degli omosessuali ma un po' le irride e ne prende le distanze. Il motivo per me è semplice: chi prende le distanze lo fa perché ha paura di sé. Se la Chiesa guarda al proprio interno, infatti, scopre di avere degli omosessuali nella scala gerarchica e di questa
evidenza ha paura. In sostanza teme di riconoscere negli altri ciò che è anche in sé. Sono le nostre paure a renderci diffidenti verso gli altri. Mentre l'accoglienza deve essere sempre senza se e senza ma, in caso contrario non è accoglienza".

 

 

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Che c'entra l'articolo sulla chiesa?

 

Perché per la prima volta in occasione della giornata contro l'omofobia le parrocchie italiane e non aderiranno all'iniziativa.

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Nominare Don Barbero e i Valdesi è un po' come voler vincere facile . 

 

 

Vorrei comprendere il pensiero del resto delle iniziative CATTOLICHE per capire se si tratta di una lotta "fianco a fianco" o una lotta come quelle intraprese dagli umani che vogliono salvaguardare i cuccioli di beagle .

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