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Verifica per i milanesi e dintorni


cangrande

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Ciao,

letto da poco questo articolo (poi ve lo ripropongo sotto per intero).

Visto che siamo in tempo di fake news o sparate grosse, e dopo il filmato de "Le Iene" che tanto scalpore ha fatto, mi chiedevo e chiedevo ai milanesi o chi va a Milano nel week end se questo mondo esiste veramente ed è così diffuso e accesibile come sembra da questo articolo.

Non che mi stupisca, sia chiaro, ma vorrei capire se:

1 ai giornalisti piace esagerare e sfruttare l'onda emotiva

2 ci sono così tanti giovani e giovanissimi che amano rovinarsi

3 se qualcuno conosce gente che ci và (e quindi ricollegandomi al punto 1 se la storia tiene o è esaferata)

4 una vostra opinione sull'articolo e sulla realtà che ci presenta

5 mia considerazione, sui pochi ma ottimi commenti all'articolo, in cui giustamente si fa notare che questa è solo una piccola parte del mondo gay, che esistono le versioni etero di tali locali e che i fiumi di droga che circolano a Milano sono talmente grossi che inevitabilmente buona parte di kilanesi e turisti ci da dentro e pesantemente (sempre ricollegandomi al punto 1, direi che possiamo affermare che il gionalista cavalchi l'onda ed esageri? Io direi di si)

 

Ecco l'articolo integrale qui sotto:

 

Viaggio nel sesso estremo gay «Ecco la via, quanti siete?» Le sigle, i codici e gli eccessi

La Milano della trasgressione. Club, case, saune: appuntamento via app poi rapporti non protetti e droghe. Nei locali Anddos, denunciati dalle «Iene»

 

L’appuntamento è per le 16. L’edificio è stato trasformato in una sauna. È domenica e tra poco arriveranno molti giovani, tutti maschi, italiani e stranieri, «convocati» per una ragione: fare sesso, con chiunque, con o senza protezione, a base di sostanze stupefacenti, dal popper (un vasodilatatore) alla cocaina. «Speciale orgia gay giovani», c’è scritto sulla locandina di presentazione inviata su Grindr e Hornet, due app per incontri che una minoranza degli omosessuali sfrutta per organizzare rapporti di gruppo. Seguono un po’ di informazioni: un nome e un numero di telefono, l’agenda della giornata e un «avviso ai soci»: «Il pagamento della quota sociale costituisce finanziamento alle attività del circolo».

 

Il costo della tessera

È uno degli eventi estremi che vanno in scena a Milano. In locali e case che sono diventati quasi un punto di riferimento per chi cerca un certo tipo di divertimento. Questo è vicino a via Padova, in uno stabile lontano dai luoghi dove la comunità Lgbt si ritrova per conoscersi e bere. «È una festa medio-grande e per under 33», chiarisce l’organizzatore. L’ingresso — in questo e in altri posti visitati — è riservato a chi ha la tessera Anddos (10 o 17 euro all’anno), l’associazione finita al centro dell’inchiesta delle Iene perché in alcuni suoi circoli si praticherebbe la prostituzione maschile mentre in parallelo l’ente riceve finanziamenti pubblici. «Che problema c’è? Queste feste le fanno ovunque in Europa, a Berlino e Amsterdam e Parigi», sembra voler giustificare l’appuntamento. Che sarebbe un «chemsex party», miscuglio di musica, droghe, sesso che dura ore.

 

Un linguaggio specifico

Viaggio nelle giornate selvagge di Milano. Grazie alle applicazioni per telefonini (create per altre ragioni), tra studenti e turisti, giovanissimi e attempati, omosessuali, bisessuali e «curiosi», single e sposati, famosi e non, prostituti e spacciatori che riescono a vendere ogni genere di sostanza stupefacente. Ci sono, denuncia più di qualcuno, pure rapinatori e ricattatori. E ci sono anche sedicenni che fingono di essere 19-20enni nei profili delle app. Tutti che orbitano attorno al mondo digitale di Grindr e Hornet e Scruff per trovare il rapporto sessuale o il divertimento di gruppo. Si tratta di programmini che si installano sugli smartphone e, grazie al gps, mostrano su una schermata scorrevole tutti i profili più vicini degli uomini iscritti.In questo viaggio tra club e palazzi abbiamo raccolto le storie di decine di fruitori delle app. Ritrovarsi in questi chemsex party è più facile di quel che sembra. «Il trucco è non presentarsi subito», racconta il nostro Cicerone, un 30enne, che ci spiega anche la terminologia, fatta di sigle e codici, pena l’estromissione da qualsiasi dialogo successivo. «Se non comunichi come loro capiscono che o sei un pivello o, peggio, un “infiltrato”». La tempistica, poi, permette di «entrare in una casa senza avere tante noie, persino dopo aver mandato una foto finta, sono così storditi dalla droga che a malapena si ricordano chi hanno invitato».

 

L’approccio telefonico

Uno dei «centri» più attivi nei chemsex party è questo appartamento vicino a San Babila. «Siamo in cinque e altri ne arriveranno», esordisce su Grindr Andrea (questo e altri nomi sono stati cambiati per non renderli identificabili, ndr), 30 anni. Poi invia un numero di cellulare e un indirizzo. «Bb?», chiede. «Sta per “bareback”, sesso non protetto», traduce il Cicerone. «Siete tutti sani?», chiediamo. «Io non so, uno è poz, agli altri non l’ho chiesto». «Poz» sta per sieropositivo. «Vuoi venire o no?», si spazientisce. Sono le due di notte. All’ingresso compare Andrea. Strafatto. Non chiede nemmeno chi siamo. Alla camera da letto — da dove arrivano suoni inequivocabili — si accede da due corridoi separati. In cucina ci sono cocaina in polvere su carta di alluminio, popper e Mdma. Dentro al forno a microonde c’è il crack. Quattro persone sono sul divano, altre tre si aggiungeranno. Una coppia tedesca si affaccia, poi se ne va. Vicino ai fornelli ci sono diverse bottiglie di Coca Cola e lattine di Red Bull. C’è un via vai tra il materasso e la cucina. I partecipanti si prendono una pausa drogandosi e dissetandosi. Pure questo giovane arrivato — dice — appositamente dalla Bergamasca per il chemsex party. Nello stanzone da letto, intanto, sta andando avanti un miscuglio di rapporti non protetti e popper. Qualcuno si affaccia a guardare la scena. È tutto surreale. Da un lato ci sono i partecipanti del festino. Dall’altro curiosi che intanto rispondono a messaggi su WhatsApp, danno un’occhiata ai profili Facebook e Instagram. Nel frattempo Andrea, l’organizzatore, invita altre persone a raggiungerli.

 

Le caratteristiche dei festini

In media a Milano abbiamo contato anche dieci chemsex party a settimana. La metà tra venerdì e sabato. La «grandezza» varia — confermano molti tra quelli che partecipano — e di solito non si scende sotto i 5-6 individui. «Vieni qui», scrive su Grindr un 24enne che come nickname ha l’emoji di un maialino, di una banana, di tre gocce d’acqua e la scritta, tutta in maiuscolo, «chems». Niente saluti, ma un invito ad aggiungersi al festino in corso e una mappa. La via è a due passi dalla Stazione Centrale. L’indirizzo corrisponde a un bar che nel tempo è diventato famoso per essere uno dei centri principali di «cruising», ovvero la ricerca di sesso occasionale. «Allora vieni?», incalza. Intanto manda altre sue foto vietate ai minori. «Sex e chems», ribadisce. «Quanti siete?», domandiamo. «È pieno», risponde. «Bb?», indaghiamo per capire se si tratta di un evento dove non si usa il preservativo. «Sì».

 

Dentro al locale

I gestori di questi locali non promuovono i chemsex party. Ma lasciano fare. Per accedere bisogna essere maggiorenni e avere una tessera annuale. All’interno l’ambiente è in alcuni punti claustrofobico. Nell’area «cruising» è quasi buio. Ci sono un bar, un vero e proprio labirinto e in un altro piano si accede soltanto se nudi. Le sostanze stupefacenti non mancano. Una ventina di persone stanno facendo sesso. Qualcuno si avvicina a guardare. Difficile capire quanto ci sia di protetto. Da quel groviglio compare il 24enne che ci aveva invitati. Va al bancone e chiede un mojito. «Vengo spesso qui», racconta. È alto e magro. Dimostra meno di 24 anni, ma giura che non mente. Beve e osserva chi passa. «Se sei venuto qui solo a parlare non me ne frega nulla», interrompe. Cosa succede di là, si fa sesso protetto? «Non ne ho idea», risponde. Ma non temi di beccarti qualche malattia? «No». Sei sieropositivo? «Non lo so, ora non asciugarmi...». Se ne va spazientito e sparisce nell’oscurità. «Ciao, cerchiamo top porco», scrive un altro utente. «“Top” sta per attivo nel rapporto sessuale», chiarisce il Cicerone. Sono in due. Il profilo manda entrambi i volti. Anticipa che altri si vogliono aggiungere. E che ospiterebbe in una casa poco fuori Milano. Altrimenti c’è il locale, lo stesso di Stazione Centrale. Quindi la precisazione: «Uno è poz, l’altro no. Quello negativo fa comunque sesso senza preservativo».

 

Il frequentatore abituale

A cinque chilometri di distanza c’è un altro bar. Anche questo molto in voga tra i gay e anche questo ufficialmente un circolo. Uno dei suoi clienti abituali è «Vih». Ha 23 anni, è sudamericano, vive e lavora nel capoluogo lombardo. Solo dopo averci contattato — attraverso una delle app — spiega che il suo nickname bisogna leggerlo al contrario. «Sono sieropositivo. L’ho scoperto due giorni fa», confessa. Segue l’emoji della faccina triste. Com’è successo? «Penso sia capitato in quel locale». «Vih» passa quindi a descrivere le serate là dentro. «Mi piacciono quelle “naked” (nude, ndr): vai lì, ti spogli, lasci le tue cose nell’armadietto, vedi cosa c’è che ti può interessare e vai a cercare fortuna». E poi che succede? «Fai sesso in pubblico o nelle cabine. Ti unisci a un gruppo...». Quante volte hai fatto sesso sicuro là dentro? «Credo soltanto una volta... forse due». E quante volte ci sei andato nelle ultime settimane? «Una decina». E chi l’ha fatto con te ha detto se era positivo o no? «No».

 

Le sostanze alternative

«Hi», scrive Michael, britannico di 35 anni. «Into hard sex?», chiede. Dove per «hard», interpreta la nostra guida, «intende senza protezione». «Per ora siamo in quattro», calcola. Seguono foto di tutti gli altri. Italiani. Età variabile tra i 26 e i 39 anni. Andando sui profili di ciascuno di loro si scopre che più d’uno ha l’account Instagram agganciato. Clicchiamo. Due — almeno a giudicare dalle immagini pubblicate — sembrano avere una relazione. Con donne. «Siamo in questo hotel», insiste Michael. Manda la sua geolocalizzazione, per farsi un’idea della distanza. Chiede immagini. Ma non c’è nemmeno il tempo di approfondire perché «Sex-Party», anni 28, ci contatta. «Ti va gruppo?», cerca di capire. Quanti siete? «Ne ho 8». Tra chi è già lì e chi sta arrivando. Manda le foto. Tra loro c’è anche Andrea, quello incrociato tempo prima. E infatti l’indirizzo del chemsex party è lo stesso appartamento a pochi metri da San Babila. Quanti sono quelli sieropositivi lì nell’evento? «Credo 3 o 4, ma per ora si fa tutti insieme sesso bb», risponde «Sex-Party». E manda foto di quello che sta succedendo. Ci andiamo verso le 5 del mattino, un orario che il Cicerone giudica «sicuro». Otto sono in azione, compreso Andrea che non ci riconosce. Altri tre giovani si fanno di coca. Poi uno dei partecipanti spruzza una bomboletta su un asciugamano e dopo qualche secondo aspira il pezzo di stoffa. La bomboletta è un ghiaccio spray contro le contusioni. «È a base di cloruro di etile, è più potente del popper», chiarisce chi l’ha appena inalata, Marco, con accento bresciano. Poi va a sniffare in cucina. Quindi sparisce nella camera da letto. Sono ormai le 6 del mattino. Marco ricompare. «Andiamo a fare colazione?», propone. «Però dovete offrire voi, perché io ho speso tutto per comprare la “bamba”».

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Suppongo di si che accadano queste cose, spesso sono stato contattato da alcuni utenti su grindr che organizzavano orgie in vari posti, esistono locali appositi sinceramente non capisco dove sia il problema, anzi si lo capisco eccome!

 

Il vero scandalo non e che esistano posti simili piuttosto il discorso che siano luoghi e club che utilizzano varie associazioni per aggirare il pagamento delle tasse. Questo gioco alla fine pone in essere una serie di implicazioni disgustose da un punto di vista pratico, evitabile.

Tutto sommato ce lo meritiamo, quando ho sempre detto che trovavo inopportuno da parte delle associazioni essere legate a questo mondo, mi sono sentito rispondere che da qualche parte avrebbero pure dovuto reperire i fondi e se era necessario sponsorizzare la serata fisting in fin dei conti cosa c era di male? scusate ho problemi con la tastiera del nuovo pc

 

Ad ogni modo, certi luoghi esistono per i gay e per gli etero, quindi non capisco lo scandalo dove sia, se si spaccia allora va represso ma se la gente vuole fare ammucchiate ed esperienze estreme e trasfressive saranno anche cazzi loro.
Queste cose succedono ovunque, si paga un regolare biglietto, senza tessere e cazzate varie e si va alla serata pissing a Berlino o ad Amsterdam.

 

Che coglioni.

Edited by Iron84
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I termini usati nell articolo sono solo per fare scalpore e basta . Sono 15 anni che frequento i famigerati locali e gia trovare uno che non se la tira , e ci sta e' un terno al lotto . Orge con giovani , ma dove ????? Sono cavolate . Le feste chems ecc ecc ci sono sempre state e sempre ci saranno che scoperta dell acqua calda . Ma che baldi giovani tutti sieropositivi che ti portano nell inferno della perdizione che cazzata !!!!!!

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Ad ogni modo, certi luoghi esistono per i gay e per gli etero, quindi non capisco lo scandalo dove sia

Italietta pruriginosa a parte, intendi?

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Cangrande ma sei curioso? Prova!

Naaa, passo, non amo ne droga ne andare con gente mai vista...

Però quel momdo esiste e sapere che vengono manipolate persone e soldi per il piacimento di pochi mi fa arrabbiare molto, non lo nego ;)

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Naaa, passo, non amo ne droga ne andare con gente mai vista...

Però quel momdo esiste e sapere che vengono manipolate persone e soldi per il piacimento di pochi mi fa arrabbiare molto, non lo nego ;)

 

 

Scusa chi è che viene manipolato?  Vogliono drogarsi e scopare, lo fanno, fatti loro, chi sei tu per arrabbiarti per conto terzi?

 

Ti avverto un po' morboso sull'argomento, come il 99% dei lettori di un articolo del genere, per carità, ma essendo tu gay hai la possibilità concreta di farle queste cose, lo sai anche tu e forse sarebbe meglio che le facessi prima di proclamare un sentimento di rabbia che mi sembra piuttosto abusivo, per non dire pretestuoso

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Scusa chi è che viene manipolato?  Vogliono drogarsi e scopare, lo fanno, fatti loro, chi sei tu per arrabbiarti per conto terzi?

 

Ti avverto un po' morboso sull'argomento, come il 99% dei lettori di un articolo del genere, per carità, ma essendo tu gay hai la possibilità concreta di farle queste cose, lo sai anche tu e forse sarebbe meglio che le facessi prima di proclamare un sentimento di rabbia che mi sembra piuttosto abusivo, per non dire pretestuoso

Ma non sono arrabbiato con i ragazzi del servizio a essere sincero... (ma con l'articolo e lo scopo dell'articolo)

il post era legato soprattutto alle cosiddette "fake news" e al fatto che tale articolo è nato dopo il clamore del servizio delle iene.

Io non giudico nessuno, tutti sono liberi di fare quello che vogliono, ci mancherebbe.

Chi viene manipolato? L'opinione pubblica, che pensa che la lobby gay o le associazioni a essa legata, prendano soldi pubblici mentendo sul loro scopo.

Non tutte saranno così spero...

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