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M¥SS KETA - LE RAGAZZE DI PORTA VENEZIA


Rotwang

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Intervista a M¥SS KETA per Rolling Stone

 

«Per descrivermi forse dovrei partire da quell’anno in cui fui la musa di Elio Fiorucci, forse da quella gita in barca con Gianni Agnelli. Però preferisco definirmi come modella, artista, 90-60-90, pittrice, attrice, donna di spettacolo, spettacolo di donna». Si presenta così M¥SS KETA, all’anagrafe non ne ho idea perché non ha voluto dirmelo.

 

Abbiamo appuntamento in un bar in zona Porta Venezia, intorno alle 19,30. La vedo arrivare da lontano, neanche il tempo di accennare un saluto che si è già infilata grossi occhiali neri e mascherina antismog (color rosa pastello): «Ok, ora possiamo salutarci come si deve».

 

Se non avete idea di chi sia, cerchiamo di fare un breve sunto. È diventata famosa sul web un paio di anni fa, quando col suo pezzo Milano, Sushi e Coca ha creato un bel po’ di casino, a suon di sesso, droga e nigiri. Da lì sono arrivate tante altre canzoni: Burqa di GucciLe Ragazze di Porta VeneziaIn gabbia non ci vado. Tutte con un comun denominatore: raccontare la realtà in modo surreale e senza filtri.

 

Nello stesso momento in cui entriamo nel locale capisco una cosa: M¥SS KETA è una star. Iniziano a farle foto e, scoprirò solamente più tardi, non pagheremo nemmeno da bere. Tutto questo senza che nessuno la veda in faccia – non possiamo neanche sapere se sia la vera M¥SS KETA o una qualsiasi Ragazza di Porta Venezia. Ma forse è un bene che sia mascherata: a viso scoperto potrebbe non elargire lo stesso numero di perle che ci ha regalato in mezz’ora di happy hour.

 

Partiamo dall’inizio: il tuo primo pezzo, Milano Sushi & Coca, è stato un grande successo su internet. Come è nato? 
È successo tutto in una caldissima notte d’agosto dall’incontro di varie menti (che ora formano Motel Forlanini). È un pezzo nato grazie all’apporto di Amanda Lear, il giorno stesso in cui inaugurò la sua mostra Visioni, a Milano. Quella mostra ha segnato l’inizio di una nuova era storica.

 

Decine di migliaia di visualizzazioni e poi a un certo punto stop, il video è stato rimosso. Cos’è successo? 
È successo un casino… In questo video c’erano dei frame molto veloci con foto di alcuni personaggi pubblici. Ho fatto incazzare qualcuno ai piani alti e il video è stato cancellato. Poi è tornato in versione modificata. Non posso dire di più.

 

A chi è rivolta la tua musica? Sicuramente, visto il contenuto dei tuoi testi, non sei per niente radiofonica o televisiva
Il mio pubblico è la gente immersa nell’attuale. Persone che riescono a vedere le cose come stanno. Senza veli di perbenismo. Io racconto la realtà, quello che vedo. M¥SS KETA è libertà di parola.

 

Però ti metti la maschera…
Solo con la maschera puoi dire la verità. Partiamo dal teatro antico, dalla Grecia. Le persone che dicevano la verità erano persone mascherate, erano su un palco o comunque in un momento performativo. È un modo per liberare la parola.

 

Come rispondi a chi ti critica perché sei volgare, perché parli di droga e apparentemente ridicolizzi un sacco di tematiche? 
Le critiche sono mosse da una parte di pubblico che non riesce a capire tutto lo spettro di M¥SS KETA. Ci sono diversi livelli di lettura. Se ci si ferma al primo, è un problema. Comunque le critiche mi fanno piacere, vuol dire che in qualche modo fai ragionare, smuovi qualcosa. Purtroppo troppi però non colgono cosa c’è sotto. Beh, ho un messaggio per tutti voi: una risata vi seppellirà.

 

Chi sono le ragazze di Porta Venezia? 
Sono una gang di ragazze che ho conosciuto in diversi periodi della mia vita e a cui sono rimasta legata. Siamo un gruppo molto affiatato. Le nostre avventure sono storiche, potete vederne alcune nel video (il singolo Le Ragazze di Porta Venezia, appunto). Siamo ragazze che vogliono essere come sono, divertirsi, uscire in gruppo, e sentirsi libere. Trovarle è stato un ritrovarsi.

 

Chi sono i tuoi idoli?

Caterina Caselli, Il Gabibbo, poi, fammi pensare… Enzo Iacchetti. Ma vorrei parlarti dei miei maestri artistici. È una triade. Antonio Ricci, David Lynch e Enrico Ghezzi. Blob è l’arte nella televisione attuale. Un po’ come Striscia la Notizia, a suo modo.

 

Similissimi tra loro eh...

Beh, lo sono nell'immaginario di M¥SS KETA.

Dal punto di vista musicale e della produzione invece? Te ne occupi direttamente? 
Lavoro con Motel Forlanini. Ci siamo conosciuti tutti in quella sera magica dell’apertura della mostra di Amanda Lear. Molto naturalmente abbiamo capito che potevamo mescolarci insieme. Condividiamo la stessa visione delle cose.

 

Avete lavorato insieme anche a “M¥SS KETA: L’ANGELO DALL’OCCHIALE DA SERA”? 
Sì, certo. Ti piace la cover? È stata realizzata con un illustratore. Si vuole ispirare agli anni ‘70.

 

A me ha ricordato un po’ anche Carmen San Diego
Vero. Carmen potrebbe uscire con le ragazze di Porta Venezia. Ci manca il giallo tra l’altro. Forse. Quindi ok, è la prossima.

 

Hai lavorato anche con Lorenzo Senni.
Non proprio. Abbiamo rubato un sample di una sua canzone e l’abbiamo rielaborato per il pezzo Bling Bling. L’hai visto il lyric video, no?

 

Ti vanti di conoscere bene Milano. Dove porteresti una persona per la prima in città? Magari in serata.
Beh, prima di tutto si va in un qualsiasi negozio 24 ore per comprare una vodka di scorta che non si sa mai. Dopo di che prelievo al Banco Desio di corso Buenos Aires. Poi consiglio a bomba il Love per il preserata, è un ambiente magico. Sto riscoprendo tutta la zona di via Palazzi. Con menzione d’onore al bar Zilli e a Rachele che è una magica intrattenitrice. Il Blanco per l’aperitivo.

 

Le mie serate di riferimento comunque sono 3, di nuovo: Dogs, In Treatment, e poi delle serate a Macao, puoi ascoltare un sacco di cose.
Ah, poi c’è anche un amore nuovo ma vecchio: il Pervert. Riscopriamo il Pervert. Non c’è più il dress code ma è stata una delle serate più fiche dove sia stata.

 

Elezioni, diventi sindaco. 3 cose che fai per la città:
Prima di tutto si ritorna a fumare dentro ai locali. Poi vorrei che Milano diventasse una città 24 ore. Basta con questo scarto che c’è tra giorno e notte. La notte viene sottovalutata. Chi vive la notte ha un sacco di cose da dire, ricordalo. Come ultima cosa organizzerei degli after in cima al Duomo.

 

L’hanno chiesto ad Andreotti, ora lo chiedo a te: che futuro si auspica per i nostri bambini?
Forse dovrei farmi andare di traverso un’oliva del Bloody Mary per fare la stessa scena. Comunque: «se il futuro è il presente che sarà, perché il presente non può essere futuro? Siamo già nel futuro». Poi ti vorrei dare anche una risposta vera (e severa): auspico per tutti un futuro di Visioni.

Edited by Rotwang
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L'estate scorsa ho passato un viaggio in auto da Rovigo a Jesolo sentendo le sue meravigliose hit in loop...La mia preferita è "Burka di Gucci".

Comunque questo "progetto" lo considero come qualsiasi altro novelty act.

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