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Battute omofobe e gay come insulto: microagressioni quotidiane


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MESSAGGIO PARECCHIO LUNGO. SALTATE ALL'ULTIMO PARAGRAFO PER LA VERA DOMANDA.

Salve a tutti, se qualuno ha un paio di minuti da buttare un po' di conforto sarebbe molto d'aiuto. Nonostante abbia iniziato a sperimentare con ragazzi da ormai quasi cinque anni (ne ho 21 tra poco) e non abbia ma in questo periodo messo in discussione la direzione della mia attrazione, per qualche motivo non mi riconoscevo pienamente nella categoria "gay". Ma ora qualcosa sta cambiando: leggo articoli sul mondo gay, mando la faccia su grindr senza pare, controllo le dating app senza guardarmi le spalle con paranoia, inizio a pensarmi a lungo termine con altri ragazzi e ho voglia di qualcosa di piu che incontri anonimi. Nonostante non mi sia mai confidato con gente al di fuori di incontri online, non ho dubbi sulla mia omosessualitá e tutto ció che comporta e comporterá in futuro.
Consapevole di essere gay e non dichiarato, sono diventato stra sensibile alle mille battutine e riferimenti denigratori sui gay che sento ogni giorno. Ad esempio, commenti "scherzosi" tra amici "che gay" in foto un po' troppo posate su facebook, oppure un mio amico che mi ha mandato un documento via mail mettendo come oggetto "frociooo". Wow. Divertente.
Ho 21 anni e vorrei poter dire che sono superiore a tutto cio ma la reatá é che queste microaggressioni quotidiane, spesso non rivolte a me, anzi pronunciate proprio nella non consapevolezza che io stesso sia gay, mi feriscono molto. Non solo mi rattristano, ma mi rendono rancoroso e mi incattiviscono. Non essendo etnicamente bianco so cosa vuol dire l'imbarazzo di sentire qualcuno fare una battutina razzista per poi accorgersi che sono li e affrettare qualche scusa nell'imbarazzo. Non ci ho mai pienamente fatto l'abitudine e continua a infastidirmi. Ma quanto meno, tendenzialmente, la gente é piu prudente sulle battute razziste ed eviterebbe commenti grossolani in pubblico o sui social media, ma su battutine omofobe la gente si sfoga come se i gay fossero solo una categoria mistica e ridicola e non delle persone reali.
Per lungo tempo ho pensato che non essere visibilmente "gay" (ovvero non conforme agli stereotipi) fosse un vantaggio ma adesso ne capisco i limiti. E' frustrante sapere che gli etero sono cosí focalizzati nel loro mondo che nonostante io abbia zero ragazze, eviti sempre di parlare della mia vita sentimentale, non passi mai nemmeno lontanamente per la testa a qualuno che io possa non essse etero.

Ok questo era un po' uno sfogo infinito, ora andiamo al sodo. Ci si fa l'abitudine a queste mini aggressioni, battutine, a sentire "gay" e "frocio" usati come insulti? Posso tollerare l'omofobia. Posso tollerare l'ignoranza. E' facile individuare un "altro ostile" (gli omofobi, i bigotti, ecc) e dissociarsi da loro, non prendere seriamente le loro opinioni. Ma ció che mi ferisce veramente é sentire gente in teoria liberale e tollerante che, senza volerlo, non fa altro che perpetuare questa cultura intollerante con battutine e banalitá. Ogni timido passo mentale che faccio fuori dal closet, una battutina o commento sopra le righe mi rispinge dritto dentro. Ho l'impressione di non poter contare su nessuno. Ora come ora é una delle cose che mi turbano di piú e l'idea di un giorno fare CO con i miei amici che hanno usato tantissime volte 'gay' in termine denigratorio in mia presenza (senza pensarci troppo ovviamente) e sapere che ora si sentiranno in colpa per tutti quegli episodi, mi sale giá l'imbarazzo. A qualcuno potrá sembrare stupido tutto cio, ma questo é il mio carattere e non si applica solo nella sfera della sessualitá ma in tante altre situazioni, quindi queste battutine che per altri possono sembrare indolori per me non lo sono, anche se magari non lo do a vedere.

P.S. perdonate la mancanza di accenti/accenti storti, cause di forza maggiore.

Puoi tollerare l'ignoranza e l'omofobia e poi non tolleri che ogni tuo passo per uscire fallisca. Uhm. Ci si fa l'abitudine ? Sì, poi può capitare che uno si scocci e voglia cambiare aria o riderci su o combattere. Ho capito che sei un ragazzo di colore, quindi un domani quando sarai out potresti usare questo fatto per fare la battutina e mettere in imbarazzo gli altri in maniera spassosa. " Ah sei gay ? " " Sì, è sono pure nero quindi stai attento ".

hum, e se fosse asiatico :P ? di etnie ce ne sono tante :D

lecosechenondici

Quando sarai out impareranno a non fare più queste battutine fastidiose, anzi, impareranno a farle con te e vi divertirete.

Comunque la gente è sostanzialmente ignorante, non votliono ferire nessuno, semplicemente non si rendono contl che i gay esistono davvero. Uscendo dall'armadio forse si sentirebbero un po' in imbarazzo ma faresti un grosso favore a te, a loro e alla società.

 

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E' il cane che si morde la coda: tu non sopporti le loro battute perche' sei gay nascosto e loro le fanno perche' non sanno che sei gay.

 

Se non spezzi questo cerchio non cambiera' nulla. E lo puoi solo spezzare dichiarandoti con loro.

 

A te la scelta se farlo o non farlo. Se non lo fai la situazione resta quella che vivi oggi.

 

Lo scrivo anche se non ti servira' suppongo: non devi sentirti in imarazzo se loro si sentiranno in colpa perche' facevano battute sui gay non sapendo che tu sei gay.

 

Cazzi loro se si sentono in colpa, anzi gli sta bene e la prossima volta che fanno battute su qualcosa o qualcuno magari ci pensano due volte.

Edited by marco7

Quoto marco e aggiungo che comunque loro non dovrebbero fare queste battute nemmeno se fossero certi di essere tutti etero, te compreso.

 

Allo stesso modo un gruppo di amici non deve fare battute razziste anche se non ci sono persone di colore tra di loro.

 

 

Ho l'impressione di non poter contare su nessuno.

ti sembra cosi perché ti circondi di persone che non sanno di te (e sono come te)  ed escludi conoscenze che potrebbero supportarti e aiutarti.

In qualsiasi gioco ci sono regole, limiti, vantaggi e svantaggi.. se bleffi non dovresti avere motivo per lamentarti... se giochi a carte scoperte puoi vincere o perdere.

 

 

Ci si fa l'abitudine a queste mini aggressioni, battutine, a sentire "gay" e "frocio" usati come insulti?
 Mah più che altro ciò che accade è un importante cambiamento del contesto in cui vivi. Nel momento in cui uno decide di vivere out automaticamente inizia a essere più selettivo nelle amicizie, si circonda solo di persone gradevoli e sulla stessa lunghezza d'onda, e d'altra parte ci si fortifica a sufficienza per lasciar scorrere via i momenti imbarazzanti del passato. Anzi, in certi casi il coming out modifica profondamente le persone che hai intorno, rendendole consapevoli, politicamente attente, talvolta addirittura militanti per la causa: è quello che è capitato con un mio amico e una mia amica di vecchia data. I legami si rafforzano, e poi può anche capitare di tornare a utilizzare le battutacce omofobiche, sciogliendo il taboo e l'imbarazzo e utilizzando una chiave totalmente differente, cioè in tono scherzoso goliardico fra chi si intende perfettamente.

Bisognerebbe valutare caso per caso, ma una persona che usa ''gay'' o ''frocio'' e sinonimi fra amici non necessariamente è una persona omofoba. Conoscendo talune persone, potrai pure osservare una certa dicotomia tra il loro essere relativamente gay-friendly, nei fatti, e usare un linguaggio omofobo, a parole. A volte, di converso, persone irreprensibili e pacifiche nel linguaggio, possono dimostrare una chiusura e un'omofobia profonda sul tema.

 

Diciamo che alcuni meccanismi sfuggono a chi omosessuale non è. Dell'incoerenza di taluni usi del termine ''gay'', queste persone (le prime) ne prendono consapovolezza proprio con un coming out. Non quello di Tiziano Ferro, di Ian Thorpe, di Tim Cook o chissà chi del mondo sportivo, cinematografico, politico-industriale, scientifico-intellettule... ma di chi conoscono e vedono ogni giorno. Il tuo.

 

A quel punto, quelle persone intelligenti che avrai scelto come amici, e che ti hanno scelto quale amico, quando si troveranno a ricordare l'uso di quelle espressioni, quando le ascolteranno nuovamente, quando la forza dell'abitudine farà loro ''scappare'' un goliardico ''frocetto'', si sentiranno in imbarazzo per te, e non più tu per loro.

 

Poi arriverà anche il momento in cui ci si scherzerà di nuovo, questa volta consapevolmente da ambo le parti, al pari di un ''coglionazzo'' detto con il cuore a un caro amico. Dipenderà tutto dal grado di confidenza e dal rapporto che si è costruito nel tempo.

Edited by Layer

@@nayoz, Ha scritto che non è " etnicamente bianco ( caucasico ) ". Magari voleva fare un confronto e far notare di avere al contrario una scura carnagione, o di essere proprio nero xD Asiatico è un concetto troppo ampio. Ci sono i mongoloidi, gli australoidi ( Malesia, Papua... ). Neanche gli asiatici si definiscono asiatici ma specificano di essere cinesi, giapponesi, indiani, mongoli, coreani ecc.. Probabilmente è di seconda generazione nato in Italia, figlio di africani ( ma non sono molto sicuro ), o molto probabilmente la sua famiglia è del sud america e vivono in una città medio-grande in Italia dato che la maggioranza dei brasiliani per esempio in realtà è di razza mista con pelle non propriamente chiara/bianca anche se possono essere considerati e scambiati per " negri " ignorantemente  :read:  Sarebbe bello che ce lo dicesse per risolvere l'enigma xD

ho un genitore bianco (italiano) e uno nero (africano).

Una mia carissima amica faceva spesso battute omofobe, se di battute possiamo parlare visti i toni che usava....dopo che le ho detto che sono gay ha smesso ed è diventata una delle mie più grandi sostenitrici.

 

Che dire, è un po' nel costume dell'etero medio. Fortunatamente molti non lo fanno nemmeno con cattiveria, semplicemente non si sforzano di capire che c'è gente che soffre. Sentono mamma e papà ridere dei froci e magari non sanno neanche che significa.

 

Personalmente non sono ancora riuscito a farmi scivolare tutte le battutine e gli insulti che mi capita di sentire. Mi dico che non ne vale la pena, che magari è gente che non capisce veramente, ma un po' fa male. Spero che con gli anni diventerò più forte.

 Mah più che altro ciò che accade è un importante cambiamento del contesto in cui vivi. Nel momento in cui uno decide di vivere out automaticamente inizia a essere più selettivo nelle amicizie, si circonda solo di persone gradevoli e sulla stessa lunghezza d'onda, e d'altra parte ci si fortifica a sufficienza per lasciar scorrere via i momenti imbarazzanti del passato. Anzi, in certi casi il coming out modifica profondamente le persone che hai intorno, rendendole consapevoli, politicamente attente, talvolta addirittura militanti per la causa: è quello che è capitato con un mio amico e una mia amica di vecchia data. I legami si rafforzano, e poi può anche capitare di tornare a utilizzare le battutacce omofobiche, sciogliendo il taboo e l'imbarazzo e utilizzando una chiave totalmente differente, cioè in tono scherzoso goliardico fra chi si intende perfettamente.

 

 Mah più che altro ciò che accade è un importante cambiamento del contesto in cui vivi. Nel momento in cui uno decide di vivere out automaticamente inizia a essere più selettivo nelle amicizie, si circonda solo di persone gradevoli e sulla stessa lunghezza d'onda, e d'altra parte ci si fortifica a sufficienza per lasciar scorrere via i momenti imbarazzanti del passato. Anzi, in certi casi il coming out modifica profondamente le persone che hai intorno, rendendole consapevoli, politicamente attente, talvolta addirittura militanti per la causa: è quello che è capitato con un mio amico e una mia amica di vecchia data. I legami si rafforzano, e poi può anche capitare di tornare a utilizzare le battutacce omofobiche, sciogliendo il taboo e l'imbarazzo e utilizzando una chiave totalmente differente, cioè in tono scherzoso goliardico fra chi si intende perfettamente.

Il punto è che non esagero se ti dico che alcuni dei miei amici sono tra le persone piu progressiste e colte in giro. Uno ha un coinquilino gay, fotina profilo arcobaleno dopo la marriage equality in America e tutto il resto… Eppure dovresti vedere come parla della relazione del suo coinquilino in modo scherzoso, come se fosse qualcosa di serie B. Io penso che l’attitudine di cui parlo sia davvero diffusissima, quanto meno in Italia… Non penso se ne salvi quasi nessuno. In paesi nordici invece ho notato che le battute gay o sull’ “essere inculati”, ecc sono molto piu rare. Come avevo detto, non è l’omofobia che mi ferisce, la metto in conto, ma è l’atteggiamento di chi in teoria é progressista e poi fa battutine che sottolineano i peggiori stereotipi possibili o parla di relazioni gay come se fossero qualcosa di buffo e divertente. Quindi a meno che tu non intenda dire che una volta fatto CO inizierò a frequentare solo gay, sono un po’ scettico che la maggiore selettività cambierà nulla. Ciò che al massimo potrà succedere e che semplicemente la gente smetterà di fare battutine davanti a me, facendosele periodicamente comunque scappare per sbaglio con tanto d’imbarazzo generale.

Se il tuo amico ha il coinquilino gay e fa battutine sui gay non in presenza del coinquilino e considera la relazione del suo coinquilino inferiore alle relazioni etero non credo che lui cambi se tu fai CO con lui.

 

Con te si comportera' come ora lui fa col suo coinquilino per me.

Edited by marco7

Se ha la fotina arcobaleno fai coming out e parlagli direttamente di ciò che ti dà fastidio

 

Se ha la fotina arcobaleno fai coming out e parlagli direttamente di ciò che ti dà fastidio

Sinceramente non mi fido assolutamente di lui per mantenere il "segreto". Sará pure tollerante per cui non temo reazioni negative, ma per lui e per la maggior parte della gente questo sarebbe un pettegolezzo come un altro e non vedo perché non potrebbe farselo sfuggire e poi é un attimo che lo sanno tutti. Non sai quante volte alcuni hanno "outed" per sbaglio qualcun altro in mia presenza... Faró CO quando saró a mio agio con l'idea che potenzialmente, se la mia fiducia viene tradita, lo sappiano tutti e non solo la persona a cui lo dico.

Se il tuo amico ha il coinquilino gay e fa battutine sui gay non in presenza del coinquilino e considera la relazione del suo coinquilino inferiore alle relazioni etero non credo che lui cambi se tu fai CO con lui.

 

Con te si comportera' come ora lui fa col suo coinquilino per me.

Ovvero politically correct in teoria e poi a ridere di me in mia assenza. Questo sí che mi tira su il morale...

Quindi a meno che tu non intenda dire che una volta fatto CO inizierò a frequentare solo gay, sono un po’ scettico che la maggiore selettività cambierà nulla. Ciò che al massimo potrà succedere e che semplicemente la gente smetterà di fare battutine davanti a me, facendosele periodicamente comunque scappare per sbaglio con tanto d’imbarazzo generale.

 

Senti saprò bene cosa significa visto che sanno tutti di me da diversi annetti.

 

Non devi confidarti sugli ultimi risvolti amorosi della tua storia più dolorosa col mondo, devi semplicemente fottertene del giudizio altrui e imparare a mettere a tacere una battutina omofoba, a sfidarla maliziosamente o a ribaltarla ironicamente o ignorarla pacificamente invece che stare lì zitto in un angolino a rodere perché non hai il coraggio di parlare.

 

Nella vita si devono fare anche delle scelte prima o poi, e anche non scegliendo, scegli specificamente di sopportare all'infinito le battutine: comodo credere che siano l'unico modo con cui la gente parla di te, così almeno hai la scusa bella e pronta per vivere nascosto. L'ipersuscettibilità che hai può anche essere in buona percentuale frutto della situazione paranoica in cui vivi (e in cui ogni non dichiarato vive, perché ovviamente deve muoversi nel costante terrore di essere scoperto).

 

Fare coming out non significa solo confidare all'amico che non sai cosa comprare al fidanzato per Natale, significa vivere apertamente al di fuori del pregiudizio prendendo in mano la realtà che ti circonda e avendo il coraggio di argomentare contro l'omofobia liberandoti della gente schifosa e che sai essere veramente immodificabile e facendo invece lavorare il cervello della gente che val la pena tenersi.

Edited by Sampei

Senti saprò bene cosa significa visto che sanno tutti di me da diversi annetti.

 

Non devi confidarti sugli ultimi risvolti amorosi della tua storia più dolorosa col mondo, devi semplicemente fottertene del giudizio altrui e imparare a mettere a tacere una battutina omofoba, a sfidarla maliziosamente o a ribaltarla ironicamente o ignorarla pacificamente invece che stare lì zitto in un angolino a rodere perché non hai il coraggio di parlare.

 

Nella vita si devono fare anche delle scelte prima o poi, e anche non scegliendo, scegli specificamente di sopportare all'infinito le battutine: comodo credere che siano l'unico modo con cui la gente parla di te, così almeno hai la scusa bella e pronta per vivere nascosto. L'ipersuscettibilità che hai può anche essere in buona percentuale frutto della situazione paranoica in cui vivi (e in cui ogni non dichiarato vive, perché ovviamente deve muoversi nel costante terrore di essere scoperto).

 

Fare coming out non significa solo confidare all'amico che non sai cosa comprare al fidanzato per Natale, significa vivere apertamente al di fuori del pregiudizio prendendo in mano la realtà che ti circonda e avendo il coraggio di argomentare contro l'omofobia liberandoti della gente schifosa e che sai essere veramente immodificabile e facendo invece lavorare il cervello della gente che val la pena tenersi.

Avercelo il fidanzato ahah. Non credo riuscirei/vorrei nasconderlo se avessi un fidanzato. Lo farebbe sembrare una cosa brutta, di cui vergognarsi, mentre penso sarebbe una delle cose piú belle che possano capitare. 

  • 2 weeks later...

Salve a tutti.

Io credo che nel messaggio iniziale i problemi siano molteplici.

Una cosa è cercare di capire perché si voglia, o si possa, fare coming out, una cosa differente è riflettere sulle figure di linguaggio normalmente in uso. Il linguaggio è l'espressione delle persone che lo utilizzato, è quindi uno strumento condiviso, con regole che devono essere chiare a tutti, altrimenti, addio comunicazione.

Che c'entra questo? E' in centro del discorso invece.

Nel senso che, al di là del fatto che una persona sia o non sia omofoba, la gente comunque parla (e qui con 'gente' cadiamo comunque ad usare questa figura, se per gente dobbiamo intendere la categoria etero). Dicevo, la gente parla, e non si rende conto di operare una netta divisione fra ciò che pensa, ciò che pensa veramente e ciò che poi dice, a volte anche per educazione, o per affetto, nei confronti di qualcuno, come per esempio il caro amico che ad un certo punto abbia dichiarato pubblicamente di essere gay.

Riassumendo: senza essere schizofrenici, e neanche ipocriti, o contraddittori, si verifica spesso che qualcuno, pur avendo accettato una rivelazione simile, possa contemporaneamente:

1) Accettare l'amico gay anche in nome dei trascorsi, e magari creare appositamente per lui una bella categoria a parte che lo separi dal mondo gay in generale.

2) Riservarsi di riflettere sul mondo gay in generale in altro momento, oppure mai.

3) Fare attenzione a non usare battute ambigue, o chiarissime, in presenza dell'amico gay.

4) Usare comunque il linguaggio che tutti usano in assenza dell'amico gay, o sottovoce, senza crearsi troppi problemi sul capire che invece queste divisioni non esistono, e cioè che l'amico gay, che è parte del mondo gay, gli vive accanto, a volte si allontana, ma sente, e comunque usa lo stesso linguaggio in cui tutti siamo immersi.

Scusatemi per quello che sto per dire, è chiaro che lo faccio per chiarire il mio pensiero rispetto alla realtà che vedo, e non le mie idee personali, ovvio.

Purtroppo, certe cose fanno ridere, sono dei luoghi comuni, delle roccaforti del linguaggio condiviso. E' come Charlot che scivola sulla buccia di banana, non puoi pensare di combattere e vincere un nemico tanto forte così facilmente. Il linguaggio è linguaggio, e segue regole sue proprie e profondissime, che non possono essere frenate, se non apparentemente, dalla buona volontà di pochi nell'occasione in cui sono in presenza di amici gay. Perché poi, 'allo stato brado', quelle stesse persone premurose tornano all'ovile di un'espressione sicura, che strappa l'applauso insomma, e rende popolari.

La lotta all'omofobia deve essere una lotta sul linguaggio e del linguaggio, perché è da lì che parte tutto, sempre.

E non penso sia una lotta impossibile.

 

 

 

La lotta all'omofobia deve essere una lotta sul linguaggio e del linguaggio, perché è da lì che parte tutto, sempre. E non penso sia una lotta impossibile.
Certo che non è impossibile. Se uno è dichiarato. 

La lotta all'omofobia deve essere una lotta sul linguaggio e del linguaggio, perché è da lì che parte tutto, sempre.

 

Mi piace molto questo concetto e come lo hai espresso.

L'ho sempre pensato anche io.

E non è applicabile solo all'omofobia, ma all'odio e alla violenza in generale.

Certo che riguarda tutti ed una serie di categorie. Non dico infatti che l'impegno civile debba necessariamente spostarsi su un piano tanto generale quanto quello linguistico tralasciando l'impegno per una vita personale migliore. Coming out e tutto il resto, per capirci. Dico solo che nella differenza comunque ci sono altre differenze: ognuno si deve impegnare proporzionalmente ai mezzi che possiede. Chi può porre domande e riflessioni più profonde lo deve fare, sempre se se la sente. Il sistema si scardina dall'interno e con le sue stesse regole, solo così un cambiamento non può essere ignorato.

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