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La fine del desiderio. Riflessioni sulla pornografia


Rotwang

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La fine del desiderio. Riflessioni sulla pornografia è un saggio del 2012 di Michela Marzano.

 

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Cos'è la pornografia? Cosa la differenzia dall'erotismo? Senza moralismi, la filosofa Michela Marzano indaga le basi della rappresentazione del corpo umano e della sessualità, individuando nel rispetto del soggetto il nodo fondamentale della questione: se l'erotismo mette in scena il mistero del corpo e dell'incontro con l'altro, la pornografia riduce tutto a oggetto, confondendo dimensione interiore ed esteriore e facendo scadere anche il desiderio alla dimensione del consumo. Per dimostrarlo l'autrice analizza opere letterarie, da L'amante di Lady Chatterley all'Histoire d'O fino alle più recenti pubblicazioni pornografiche, interrogandosi su quale "libertà" esse rappresentino, quale immagine della donna offrano e quale effetto possano avere sui ragazzi e le ragazze di oggi.
Non si può pretendere che questo libro sia la medicina per chi vuole cercare di guarire dalla dipendenza dalle immagini pornografiche o dal sesso con o senza masturbazione compulsiva. Però è un ottimo strumento che può dare una mano per fare un insieme di riflessioni interiori, che devono essere più o meno approfondite e di conseguenza quello che serve per liberarsi da questa come da una qualunque altra forma di dipendenza affettiva. Questa dipendenza affettiva è dovuta fondamentalmente al fatto che non si ha voglia di cercare nella vita concreta un obiettivo o un'azione quotidiana che dia gratificazione. Perché noi siamo fatti da un centro di piacere che richiede che la maggior parte delle azioni della nostra vita e che viviamo ogni giorno, siano necessariamente portate a soddisfarlo. Senza un obiettivo concreto e magari comune ecco che siamo destinati ad andare (o a ricadere) nella dipendenza del porno oppure in altre per chi avesse tendenze diverse. Ecco questo è quello che l'autrice ci fa pensare, spiegando una reale problematica dilagante, ma silenziosa e sottovalutata che viene causata dalla diffusione senza limiti di materiale pornografico nonché il reale interesse malizioso della gigantesca e spaventosa industria correlata. Una delle riflessioni principali è che la pornografia compulsiva causata dall'essere sulla rete in quantità e in qualità infinita consiste nel totale scardinamento del concetto profondamente congiunto di persona con il concetto di sesso. Sì, perché si è portati a dividere questo concetto per pensare che il sesso sia una mera forma di piacere e che ci basta questo per essere felici. La pornografia ha il compito di aumentare la tristezza dell'uomo, tristezza portata dal dividere i due suddetti concetti già per natura. Il sesso è ritenuto come forma d'espressione più alta che un essere umano ha nei confronti di un altro essere umano, ma che dipende da quanto un essere umano si sappia esprimere.
Edited by Rotwang
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Ve lo consiglio. Io l’ho fatto autografare dall’autrice con cui ho avuto la fortuna di parlare.
 
Ovviamente non c’è nulla di più sbagliato che ridurlo ad un "saggio contro la pornografia", soprattutto senza averlo letto.
 
La Marzano qui parla di corpo, desiderio, erotismo, identità e molto altro, sfruttando grandi opere di arti diverse (pittura, letteratura, cinema) come esempi ed argomenti del suo discorso.
 
Posso dirvi che per la Marzano il piacere è un possibilità frutto della trasgressione, invece la pornografia è il divieto cancellato in partenza.
 
Mi rendo conto sia difficile anche solo comprendere tale discorso oggi che si deve essere liberi di farsi una sega su due brasiliane che si vomitano addosso.

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Saramandasama

Piacere frutto della trasgressione..

 

Molto cattolicheggiante come tesi. Stesse parole le ho sentite argomentate anni fa dall'ormai convertito all'Islam Buttafuoco..

 

Faceva l'esempio di una donna da spogliare e una già spogliata.

 

Se vogliamo, qualsiasi imam fedele ai precetti coranici, non potrebbe che abbracciare la sua tesi. Interessante!

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Nel passato la chiesa con i suoi divieti sulla sessualita' extramatrimoniale e' stata sicuramente il maggior incentivo a trasgredire e scopare.

 

Oggi penso che la pornografia e lo sdoganamento di immagini arrapanti su ogni pubblicita' contribuiscano in buona parte al fenomeno del calo del desiderio, che da da mangiare ai sessuologi che lavorano nella nostra epoca.

Edited by marco7
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  • 3 months later...

Una donna che parli contro la pornografia

è interessante quando un uomo

che parli contro lo shopping.

 

Quando un progressista pro-porno sferra attacchi sessisti è segno che c'è un deserto argomentativo.

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La pornografia impone dei modelli irraggiungibili e si rischia così di sviluppare insicurezze di ogni tipo.

Ad esempio mi piacerebbe vedere dei minidotati che fanno sesso in qualche video prodotto dall'industria del porno, ma non ci sono e per godersene uno bisogna affidarsi a quelli amatoriali.

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Beh nel libro di Siti si chiama in causa la pedofilia però -ed al di là della

polemica sulla dedica a Don Milani ( che la dice lunga su come sia impossibile

sbarazzarsi dal cattolicesimo in Italia, sia che tu sia Siti, sia che tu sia la Marzano...

anche se ottieni la cattedra in Francia, anche se esci dal PD etc ) -contestare nel

merito il modo in cui viene rappresentata e raccontata la pedofilia, non equivale alla

"demonizzazione" ( intendendo l'attacco a qualcosa di lecito nella nostra società ) 

della pornografia.

 

Sono due aspetti che terrei distinti

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