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Vita onirica


Catilina

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Il mondo dei sogni notturni è stato esplorato in passato solo in ambiti non scientifici (religiosi, astrologici o comunque esoterici). Freud fu il primo a considerarli un importantissimo strumento di analisi psicoanalitica. Oggi le teorie freudiane sono ampiamente superate e il mondo onirico è ancora oggetto di studi ben lontani dall'essere giunti a compimento. Sono tanti gli psicologi che incoraggiano i loro pazienti a parlarne per svolgere un’analisi più approfondita del loro subconscio. Una psicologa fra gli psicoterapeuti che mi hanno seguito m’incoraggiava spesso a parlarne, anche se poi non mi ha mai esposto le sue conclusioni a riguardo. Io stesso, fin da bambino, ho sempre avuto una fascinazione fortissima per il mondo onirico. Oggi questa mia fascinazione si è molto ridimensionata, poiché da piccolo tendevo ad attribuire ai sogni significati criptici e simbolici privi di valenza scientifica, mentre oggi so bene quanto essi siano strettamente legati al vissuto e alla personalità individuale di ciascuno di noi. Tuttavia sento ancora la necessità di avere da un esperto un parere circa la mia vita onirica per capire meglio me stesso. In tanti anni di riflessioni mi sono posto tante domande, alle quali ho dovuto trovare da solo le risposte e posso ora fornire a me stesso e agli altri un quadro più esaustivo e ragionato della mia vita onirica.
In genere le persone parlano poco dei loro sogni e poiché vi riflettono poco tendono ad evidenziare dettagli che a mio parere sono secondari o molto limitati per avere un quadro interpretativo utile agli interessati e agli altri. Le categorie usuali di sogni sono relative alla positività o negatività di ciascun episodio onirico, oppure alla sua eventuale reiterazione o esclusività. Riflettendo affondo sulla mia vita onirica nel suo complesso ho riscontrato delle costanti e delle particolarità che denotano un quadro interpretativo molto più complesso, che certamente riguarda noi tutti, ma che solo pochi di noi si prendono la briga d’indagare. Per quanto riguarda la positività o negatività dei sogni mi sono reso conto fin da piccolo che solo una piccola parte di essi potrebbero essere catalogati come nettamente positivi o negativi, la stragrande maggioranza costituiscono un mix di esperienze e sensazioni molto variabile che m’induce a catalogarli quasi tutti come sogni ambigui: quasi mai belli e raramente incubi espliciti. Forse però ancor più importante è il discorso relativo alla reiterazione, che induce gli altri a parlare di sogni ricorrenti o irripetibili. Mi sono reso conto che l’insieme dei miei episodi onirici, o almeno la quasi totalità, costituisce una trama costante di sogni in varia misura “semi ricorrenti”. Infatti ho notato che certe esperienze oniriche si ripetono spessissimo ma mai in forme identiche, mentre altre restano a tutti gli effetti originali e limitate a un singolo episodio notturno. Tuttavia considero semi ricorrenti anche quei sogni in cui apparentemente avvengono fatti originali, questo per via delle sensazioni che provo e dei luoghi in cui si svolgono. Quello che mi colpisce maggiormente della mia vita onirica sono proprio gli scenari in cui la mia mente ambienta ciascun sogno. Nella maggior parte dei casi si tratta di luoghi che una parte di me m’induce a etichettare come quelli della mia vita reale (la mia casa, la mia città, il territorio circostante) oppure altri luoghi reali in cui non sono mai stato o che conosco meno di quelli quotidiani. La realtà è che ogni volta, al mio risveglio, ripenso al sogno e mi rendo conto che si tratta di luoghi la cui effettiva conformazione e soprattutto atmosfera sono totalmente estranei a quelli reali, benché la mia parte più logica m’inducesse a catalogarli come tali. Non solo si tratta di luoghi solo nominalmente corrispondenti a quelli reali, ma che mantengono costanti diverse loro caratteristiche, benché queste non siano affatto legate al mondo esterno. È come se l’insieme dei miei sogni costituisse una dimensione parallela a quella della vita da sveglio, una dimensione in cui ci sono luoghi che provano a “imitare” talune caratteristiche di quelli a me familiari, o di luoghi che conosco attraverso le descrizioni geografiche, ma che oltre questo sono palesemente alieni nell'atmosfera e nella morfologia (specialmente quando si va nel dettaglio). Sono arrivato al punto di sognare città e ambienti ricorrenti nell'aspetto ma assolutamente immaginari rispetto alla realtà: per esempio mi sono abituato (finché sogno) a credere nell'esistenza di negozi o di altri luoghi pubblici in determinati angoli di città che a loro volta dovrebbero imitare quelle a me familiari (ma di fatto non lo sono) o che non riesco a identificare.
Quello che mi sconvolge maggiormente di questo mondo onirico così complesso e speculare a quello della mia vita reale è la sua diversità tanto profonda quanto familiare: è come se questa dimensione parallela fosse una prova del fatto che io stesso viva in almeno due dimensioni parallele di cui quella onirica non è infondo meno importante e familiare di quella reale. Questo rapporto di estraneità-familiarità strettamente aggrovigliate fa sì che la quasi totalità dei miei sogni non sono quasi mai piacevoli ma nemmeno esplicitamente spaventosi (se non sporadicamente). Quello che però è costante è un velato e stagnante senso di angoscia che mi trasmette l’atmosfera di ogni sogno, per quanto diversi siano i fatti che possono svolgersi in ciascuno. Per fare una metafora è come se ogni mio sogno fosse un film con una sceneggiatura diversa ma generalmente simile alle precedenti, che viene però girato entro un elenco di medesime locations.

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ogni Tua considerazione sui sogni, per quanto possa essere interessante, parte da un unico presupposto: quello di ricordarli. 

Facoltà che non mi appartiene... se non raramente. 

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Piacerebbe anche a me interagire con qualcuno in grado di fornirmi indicazioni utili per il rapporto tra la vita reale e la vita onirica, si tratta di un campo che m'affascina ma che ho esplorato fin'ora marginalmente.

 

I sogni nei quali navigavo da bambino erano sereni, ricordo infatti che immaginavo gli incubi in quanto privo di riscontro personale: parallelamente, supponendo che il bilanciamento reale-onirico sia evidenza, la mia infanzia è stata molto serena, equilibrata e non ricordo eventi funesti o negativamente metabolizzati tali da tumultuare la serenità di un bambino.

 

Il mio primo incubo ricordo essere avvenuto in età adolescenziale, durante il primo anno di superiori: lo ricordo vivido, perché scorse lungo il confine tra il sogno immaginario e il sogno lucido.

Si trattò di un contesto onirico angosciante, prolungato, dal quale pareva non esserci uscita.

 

Stando alle mie personali interpretazioni in merito, tale incubo si collocò verso l'inizio di un'epoca di maggior consapevolezza interiore, dato che furono anni in cui maturai celermente a seguito di alcune vicissitudini personali che resero la mia adolescenza non esattamente invidiabile.

Non voglio certo asserire che l'incubo rappresenti il delineato confine tra l'epoca spensierata e la fase turbolenta, quanto più si colloca in un macro-contesto nel quale la mia critica interiore e la consapevolezza della vita iniziarono a consolidarsi in maniera sempre più robusta, consolidamento tangibile in qualsiasi aspetto della mia persona.

 

Terminata l'infanzia, sinteticamente, la mia vita onirica iniziò a bilanciarsi tra sogni positivi e negativi, senza mai sconfinare nell'atrocità infernale o nell'incubo tale da angosciare per lunghi periodi.

Dei sogni sperimentati, ne ricordo alcuni lampantemente collegati a qualche vicenda reale, ma la maggior parte a me parve sconnessa, confusa, anche se sono convinto che il mondo onirico non sia mai casuale.

I significati possono essere nascosti, ottenuti solo e soltanto tramite interpretazioni laboriose e non sempre fruttuose, ma presenti.

 

E' per questo che mi pento di non aver mai indagato a fondo in alcuni aspetti della mia vita onirica, sviluppata ed elaborata dal contesto mentale che regola anche la vita reale, ma conto di non perderne occasione in futuro.

 

Da qualche anno, invece, le mie esperienze oniriche ricordate si stanno rarefacendo: posso supporre che i miei sogni non si siano bruscamente arrestati, ma ne ricordo sempre meno e quando capita di delineare un percorso onirico sperimentato, i ricordi sono vaghi e sfumati.

 

Soggettivamente, imputo la colpa all'irregolarità del mio sonno determinata dai turni lavorativi, frequentemente notturni: spesso manco di adeguato riposo, ed il mio sonno racimolato durante le ore diurne è qualitativamente scadente.

Edited by Laen
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molti si giustificano subito dichiarando di non ricordarli mai i sogni, il fatto è che se non ci si sofferma a ragionare anche su quel poco che si ricorda quella di dimenticarli sempre diventa un'abitudine inconscia.

 

Più uno s'interroga e si sforza di ricordare quello che sogna più sogni gradualmente rammenterà, questo discorso l'avevo sentito fare da uno psicologo in una trasmissione parecchi anni fa  

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La mia vita onirica è quasi ricca come quella nello stato di veglia . I sogni tendo a ricordarli, e spesso sono vividi e con trama . Ho dei luoghi onirici in cui torno, situazioni che rivivo, ho la mia "Torino Onirica" così come ho i sogni in cui viaggio coi miei amici in treno o in aereo, e finisco in parcheggi sotterranei o stazioni della metro, ho la mia scenografia standard dell'"essere in montagna", quella di cui sono in un albergo o sono in supermercati, di notte, chiusi al pubblico .

 

I miei incubi, quando vengono, non sono incubi con un significato che proietta le mie paure : i miei sono proprio incubi irrazionali e terrificanti, facce che di colpo ti si avvicinano a 2 cm dal volto e urlano, o ...ecco, mi sono ricordato ora, il condominio totalmente abbandonato che mi metto ad esplorare, ancora con mobili ed arredi, e l'ascensore che si mette in moto da solo e si ferma ai vari piani . 

 

O il sogno ricorrente in adolescenza, in cui mi trovo in una stanza enorme adibita a bagno tipo pubblico, fatto da tanti muri che creano dei mini ambienti ognuno con una doccia e un lavandino, tutto piastrellato, tipo bagno collettivo di una colonia o di un collegio, tutto deserto, e io che so che non sono da solo, che in uno di questi micro bagni c'è qualcuno .  Poi da quando ho capito di esser gay è svanito, e non ci ho messo molto a capire che cosa significasse .

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luoghi vasti come palazzi altissimi, oppure montagne o ambienti sotterranei come scantinati, stazioni metro o ferroviarie sono molto ricorrenti anche nei miei sogni  

 

devo dire poi che talvolta arrivo a dispiacermi di non fare quasi mai degli incubi espliciti. Se provo forti spaventi questi avvengono sempre in circostanze molto brevi e in un contesto di caos che non riuscirei nemmeno a ricostruire

se facessi un po' di incubi in piena regola avrei forse uno spunto in più per scrivere racconti del terrore 

Edited by Catilina
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Purtroppo non ricordo i sogni e mi dispiace moltissimo, non importa se incubi, disturbanti o belli o assurdi. Mentre sogno sono assolutamente consapevole di sognare e vedo i colori e tantissimi dettagli e mentre sogno mi dico sempre di cercare di ricordarlo.

 

Alle volte mi sveglio e ricordo solo parzialmente e non ho voglia di scriverlo, non ci riuscirei perché sono complessi.

 

Peccato perché da paziente oramai da 5 anni freudiano avrei molto più materiale succoso da interpretare con il mio analista

 

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Io ne faccio pure troppi, a volte se un sogno mi piace e mi sveglio, mi riaddormento per proseguire la trama:D. I sogni che più spaventano sono quelli premonitori che non riesci mai a ricordare nonostante sai di averne fatto uno. Possono succedere 2 cose, se lo ricordi non succederà mai quello che hai sognato, ma se non lo ricordi ricorderai di averlo sognato quando sperimenterai il deja-vu e sono cose che possono succedere anche a diversi mesi o anni da un sogno.

Tra i sogni normali i ricorrenti sono:scappare da una tigre in giro per la città, sognare persone care che sono morte nella vita reale, il diavolo che ti invita ad andar con lui (nei sogni è sempre un tipo elegantissimo e che giura che le cose su di lui sono menzogne), la Madonna e Gesù (che non sa mai quello che dicono, ma dopo ti svegli e ti senti benissimo e in paradiso) e poi sogni di vario genere.

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Questo rapporto di estraneità-familiarità strettamente aggrovigliate fa sì che la quasi totalità dei miei sogni non sono quasi mai piacevoli ma nemmeno esplicitamente spaventosi (se non sporadicamente). Quello che però è costante è un velato e stagnante senso di angoscia che mi trasmette l’atmosfera di ogni sogno, per quanto diversi siano i fatti che possono svolgersi in ciascuno. Per fare una metafora è come se ogni mio sogno fosse un film con una sceneggiatura diversa ma generalmente simile alle precedenti, che viene però girato entro un elenco di medesime locations.

 

E' proprio quel che Freud avrebbe definito Das Unehimliche, frequentemente tradotto come "il perturbante".

 

il diavolo che ti invita ad andar con lui (nei sogni è sempre un tipo elegantissimo e che giura che le cose su di lui sono menzogne), la Madonna e Gesù (che non sa mai quello che dicono, ma dopo ti svegli e ti senti benissimo e in paradiso) e poi sogni di vario genere.

 

wow, hai tutta un'iconografia religiosa! A me questi mancano...

 

Generalmente faccio sogni da frustrato (una volta più spesso di adesso)...es, ci sono dei familiari a cui ho gridato tutto il mio livore solo nei sogni.

Per molto tempo ho sognato i ragazzi che non mi filavano, i sogni ricorrenti più frequenti però riguardano situazioni scolastiche, o in generale momenti in cui dovrei essere pronto a far delle cose che non so fare. Poi c'è il sogno in cui volo e non riesco ad atterrare, continuo a capriolare per aria senza sosta e mi gira sempre la testa. Penso che questo banalmente sia un segno di leggera artrosi cervicale.

Edited by schopy
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Io ho bisogno di aiuto a interpretare un sogno.

 

Ho sognato che incontravo Rotwang in un mondo morente.

Tutto si stava sgretolando. Sottilissime crepe nella realtà si allargavano come abissi sbadiglianti.

Ogni cosa stava diventando oscura e luminosa allo stesso tempo, e c'era un suono come di onde che si infrangono in riva al mare salendo a diventare un urlo penetrante ai confini dell'udito.

Sapevo che non ci restava molto tempo insieme.

Lui mi afferrava e mi sussurrava una sequenza di numeri nell'orecchio.

Poi tutto svaniva.

 

Mi sono svegliato. La memoria dell'apocalisse impallidiva in mera immaginazione, ma i numeri mi restavano impressi nella mente. Li ho trascritti subito.

Erano coordinate. Un luogo e un orario, nessuno dei due troppo distante.

 

Che altro potevo fare? Quando il giorno è arrivato mi sono recato sul luogo e ho atteso.

 

A quanto pare desiderare qualcosa non basta a renderlo reale.

 

Non importa quanto elaboratamente cerchi di ingannarti.

 

 

P.S.: Grazie, Randall.

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  • 2 weeks later...

ho appena sentito dire su youtube che lo stesso Howard Philip Lovecraft (l'autore horror col quale sento maggiori affinità e al quale mi sono ispirato maggiormente nel modo di concepire i miei racconti) vedeva la propria vita onirica come una dimensione parallela e alla quale traeva parte della sua ispirazione

 

non che io creda che i sogni svelino qualche verità paranormale, ma quest'analogia tra me e Lovcraft potrebbe costituire un'ulteriore prova per coloro che sospettano la sua neurodiversità 

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  • 2 years later...

agli inizi di dicembre ho deciso di sospendere i farmaci antidepressivi perché mi ero stufato di alcuni loro affetti collaterali; da quando l'ho fatto ho ricominciato a dover gestire di nuovo quotidiani sbalzi d'umore, ma spero che certi altri effetti shgradevoli se ne vadano 

a parte questo i miei sogni sono cambiati: l atmosfere non sono più quelle di prima     

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Catilina.....ANCHE IO HO UN PROBLEMA COI SOGNI ADESSO CHE NON SO RISOLVERE.
Quelli di cui sono innamorato sono la mia ragione di vita....e in 10 giorni li ho sognati tutti i giorni meno che una volta...UNA COSA PIACEVOLE.

Secondo te che magari ti sei informato più di me può essere che il mio inconscio mi fa fare questi sogni piacevoli perché sono sulla strada corretta?

IO comunque penso che i sogni siano parti di te in altri universi......perchè ci sono trame troppo dettagliate e un sacco di sogni li hai già fatti ma cambia giusto qualcosina e a volte sai bene anche come andrà a finire, le ambientazioni sono completamente diverse e le storie anche quelle.(TUTTE TROPPO DETTAGLIATE COMUNQUE PER ESSERE SOLO IMMAGINAZIONE)

(comunque gli antidepressivi non hanno effetti collaterali praticamente)

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gli anti depressivi purtroppo ne hanno eccome di effetti collaterali; può confermarlo chiunque li assuma o li abbia assunti   

io almeno non ho avuto la sventura di risognare tutte le ragazze che mi piacevano (giacché mi hanno tutte rifiutato) 

quanto a universi paralleli non mi pronuncio, posso solo dire che tutte le interpreazioni sovrannaturali dei sogni non mi dicono alcunché, così come l'astrologia, la parapsicologia, la chiromanzia e qualsivoglia pseudoscienza   

Edited by Catilina
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Io prendo antidepressivi e ti assicuro che in confronto agli antipsicotici non hanno proprio effetti collaterali...
Scusa tu che effetti collaterali hai?
Anche a me comunque mi hanno tutti rifiutato...però mi fa piacere risognarli perché ho piacere nel rivederli come se fosse reale...

Comunque è solo una mia interpretazione personale sui sogni...

Edited by N3c0L4s
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sonnolenza eccessiva, aumento del colesterolo, bruxismo e soprattutto anorgasmia

io comunque preferisco i brutti sogni: almeno al risveglio provi sollievo e non amarezza 

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Io non provo tristezza o amarezza anzi sono contento di averli fatti al risveglio....poi pensare che sono reali ti fa pensare che c'è speranza e che comunque le cose vadano c'è sempre un te che ha passato altre cose anche più difficili.

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