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Che sarebbe successo, se l'avesse detto....


Mario1944

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In tutto il discorso che hai fatto ti sfugge il fatto che il territorio era legittimamente inglese e quindi gli ebrei non hanno rubato nessun territorio a chi li ospitava.

Io dimentico, ignoro e non so tantissime cose, ma tu continui bellamente a glissare su un piccolo dettaglio: l'appartenenza geografica.

In quella terra (che non merita nemmeno di essere chiamata "Israele") è stato inserito a forza qualche centinaio di migliaio di persone CHE NON C'ENTRANO GEOGRAFICAMENTE UN CAZZO e che sono lì soltanto per quello che c'è scritto in quel libro che da millenni porta fin troppi attriti e divisioni: non a caso, ai tempi di quel nobile (almeno stando a sentire le tue parole) protettorato inglese e con una presenza di "appena" 360mila ebrei, ci fu qualcosa come quattro anni di guerra civile e un malcontento che non finiva più vista la sperequazione in atto tra arabi (uguali agli altri) ed ebrei ("più uguali" degli altri). Non stiamo parlando di un protettorato britannico che, che ne so, taglia a metà l'Egitto e chiama la parte di destra "Repubblica di 'sto ciufolo" e la unisce alla Cisgiordania mantenendo però gli stessi abitanti e le stesse etnie, no: qui parliamo di gente che è VENUTA DA FUORI, di gente che non c'entrava niente. Parliamo di una OCCUPAZIONE bella e buona.

Poi, se noi tutto questo non vogliamo vederlo è ben ovvio che non lo vedremo, ma questo è il punto di partenza di ogni riflessione su Israele: è uno Stato ABUSIVO. Viene tenuto in considerazione dal mondo della diplomazia perché vanno a braccetto con l'unica superpotenza rimasta e questo li legittima nel gioco di forze che regola la convivenza tra i vari Paesi, ma rimane uno Stato illegittimo e destabilizzatore.

Proprio come un ladro, anche se diventa Presidente del Consiglio dei Ministri e poi scappa ad Hammamet quando lo pizzicano con le mani nel sacco, rimane sempre un ladro.

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Be', visti gli sviluppi, conviene cambiare il titolo del topic in:

"Legittimità giuridica e morale dello Stato d'Israele".

 

 

Comunque, poiché già siamo a questo punto osservo:

 

1)  contro i legittimanti a prescindere, che gli Ebrei non hanno un diritto ereditario sulla terra della Palestina dipendente dalla sovranità lì esercitata, per altro non continuamente, dagli antichi Giudei, per la semplice ragione che gli Ebrei attuali non sono, se non in minima parte, discendenti di sangue di quel popolo giudaico, del quale hanno solo tramandato nei secoli alcuni riti, testi, usanze;

 

2) contro i delegittimanti a prescindere, che ogni popolo ha occupato il suo territorio ed ha costituito il suo Stato con l'oppressione o addirittura con l'espulsione di uno o più popoli indigeni, quindi non si vede perché si debba negare il diritto del prepotente agli Ebrei d'Israele, quando lo si concede a tutti gli altri, noi compresi ;-)

Edited by Mario1944
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2) contro i delegittimanti a prescindere, che ogni popolo ha occupato il suo territorio ed ha costituito il suo Stato con l'oppressione o addirittura con l'espulsione di uno o più popoli indigeni, quindi non si vede perché si debba negare il diritto del prepotente agli Ebrei d'Israele, quando lo si concede a tutti gli altri, noi compresi ;-)

 

Troppo recente :)

 

I peggiori sono gli Ebrei in Palestina, poi gli Inglesi nel Nord America,

in seguito gli Spagnoli nel Sud America... e così via: dai barbari che calarono nell'Impero

a Roma che si espanse contro i Celti, agli Indeuropei che scacciarono i precendenti Europei.

Una lunga catena di furti, il più grave dei quali è semplicemente il più recente.

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Be', visti gli sviluppi, conviene cambiare il titolo del topic in: "Legittimità giuridica e morale dello Stato d'Israele".

 

Non dire che non lo sapevi

 

Tutti questi topic, anche quelli più clamorosamente

sbagliati come questo, visto che in realtà avremmo

dovuto commentare le dichiarazioni di un islamico

finiscono fatalmente a quello

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col tuo critero

Veramente quello era il criterio di LocoEmotivo che io ho appunto definivo "logica assurda". Distorsione totale di un testo in italiano basilare.

 

Io dimentico, ignoro e non so tantissime cose, ma tu continui bellamente a glissare su un piccolo dettaglio: l'appartenenza geografica.

Non vedo la consistenza dell'appartenenza geografica nel discorso e se dovessimo fare valutazioni basate sull'appartenenza geografica la stragrande maggioranza degli stati ora esistenti semplicemente non esisterebbe. Perché quelli non li denunci?

Chi stabilisce quale sia l'appartenenza geografica legittima dal momento che praticamente nessun luogo al mondo è stato abitato dallo stesso gruppo etnoreligioso nella storia?

 

Sicuramente il protettorato inglese era più legittimo e "nobile", se così si vuole dire, di altri dal momento che:

- Non è stata una conquista fatta in logica coloniale come l'India, ma è stato il pegno che ha dovuto pagare un impero sconfitto in guerra.

- L'impero ottomano sconfitto fu dalla parte di chi la guerra la scatenò, cioè gli imperi centrali. Quindi nella logica che in guerra chi la inizia abbia torto e che gli avversari giocoforza debbano difendersi, non vedo alcun carattere riprovevole nel comportamento tenuto dal Regno Unito e nel suo "trofeo" post-vittoria, in cui era incluso anche il territorio palestinese.

 

Avendo il controllo di quel territorio, che prima apparteneva all'impero ottomano, il protettorato poteva farne ciò che voleva. Poteva decidere autonomamente di lasciarlo interamente agli arabi e sarebbe stato del tutto legittimo. Ha però deciso di affidarne le sorti ad una votazione democratica a cui hanno partecipato stati di tutto il mondo e a maggioranza schiacciante - con inclusi i voti dell'URSS e dei suoi stati satellite e ci tengo a sottolinearlo sempre perché ora i comunisti ce l'hanno tanto con Israele, ma furono fra i primi a sostenerne la nascita e la loro posizione cambiò radicalmente nel '67 per meri interessi geopolitici russi - si è deciso di creare due territori e due stati, poi però non è andata come doveva andare, etc.

A differenza che in molti altri casi nella nascita di stati tuttora esistenti (di cui però tu non contesti la legittimità), non c'è stata nessuna intenzione di conflitto, nessuno sterminio e nessuna deportazione degli abitanti già presenti. Non c'è stata nessuna costrizione a far spostare gli arabi dal neonato stato ebraico in quello arabo.

 

Alla base del sionismo vi è il principio di autodeterminazione dei popoli e personalmente ritengo la nascita di Israele anche un risarcimento per tutte le persecuzioni che gli ebrei hanno dovuto subire nei millenni a partire dalla diaspora, persecuzioni che hanno avuto il loro culmine con l'Olocausto.

Tu ritieni riprovevole e barbara l'emigrazione che molti ebrei hanno effettuato a partire dal '900 in territorio palestinese, ma ti ricordo che molti di loro erano perseguitati nei luoghi in cui vivevano e quindi vedevano nell'emigrazione in quelle terre un modo per vivere in pace. Infatti quest'emigrazione ebbe inizio con l'acuirsi dell'antisemitismo a partire dallo scoppio dell'affaire Dreyfus.

 

che gli Ebrei non hanno un diritto ereditario sulla terra della Palestina dipendente dalla sovranità lì esercitata, per altro non continuamente, dagli antichi Giudei, per la semplice ragione che gli Ebrei attuali non sono, se non in minima parte, discendenti di sangue di quel popolo giudaico, del quale hanno solo tramandato nei secoli alcuni riti, testi, usanze;

Non ho mai sostenuto questo e anzi l'ho già bollata come "logica assurda". Prima che si decidesse per il territorio palestinese furono presi in considerazione molti altri territori nel mondo. Certamente però ritengo che fra i tanti possibili, quello palestinese fosse quello che più presentava e conservava un patrimonio culturale e storico vicino a quello ebraico moderno e quindi quello più confacente per la nascita di uno stato ebraico.

 

ogni popolo ha occupato il suo territorio ed ha costituito il suo Stato con l'oppressione o addirittura con l'espulsione di uno o più popoli indigeni, quindi non si vede perché si debba negare il diritto del prepotente agli Ebrei d'Israele

Come già detto nella risposta a LocoEmotivo, non ravvedo logiche di oppressione e deportazione nella nascita dello stato di Israele. Logiche di questo tipo si possono ravvisare nel conflitto successivo causato dal rifiuto della risoluzione da parte araba, ma come già detto la guerra è guerra e non si può esecrare il vincitore se è anche colui che è stato attaccato (e non colui che ha attaccato).

Quindi, per quanto ciò che dici sia in generale più che giusto, è un ragionamento che non si può applicare al caso di Israele che non è nato da guerre di conquista, ma da una risoluzione votata democraticamente da stati rappresentanti di tutto il mondo e passata a maggioranza schiacciante.

Edited by Uncanny
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Alla base del sionismo vi è il principio di autodeterminazione dei popoli e personalmente ritengo la nascita di Israele anche un risarcimento per tutte le persecuzioni che gli ebrei hanno dovuto subire nei millenni a partire dalla diaspora, persecuzioni che hanno avuto il loro culmine con l'Olocausto.

E CHIAMI LO STATO DI ISRAELE "PRINCIPIO DI AUTODETERMINAZIONE"???

...

No, vabbè, questo è troppo anche per me.

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E CHIAMI LO STATO DI ISRAELE "PRINCIPIO DI AUTODETERMINAZIONE"???

...

No, vabbè, questo è troppo anche per me.

Se proprio non ti piace puoi far finta di non averlo visto e cercare di rispondere al resto, invece di ignorarlo totalmente. :^)
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Se proprio non ti piace puoi far finta di non averlo visto e cercare di rispondere al resto, invece di ignorarlo totalmente. :^)

No, basta: abbiamo assodato che siamo su posizioni distanti e non sono qui per monologare né per convincerti. Tu continui a vederla in un modo che per me è fuori dalla grazia di ogni divinità, visto che legittimi uno stato barbaro e usurpatore, ed io continuo a vederla dal punto dei vista degli usurpati.

Bella pe' te e lasciamo spazio agli altri.

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Troppo recente :) (omissis) Una lunga catena di furti, il più grave dei quali è semplicemente il più recente.

 

La recenziorità ha certamente il suo peso, ma non penso sia determinante, altrimenti dovremmo essere ancora in guerra nell'Europa occidentale con la Francia e la Germania a contendersi le ultime vestigia dell'eredità borgognona e la Germania ad esigere manu militari il suo spazio vitale verso Oriente e d'altronde la rovinosità sia materiale sia morale dell'ultimo conflitto europeo non è neppure lontanamente paragonabile a quella del conflitto tra Ebrei ed Arabi, eppure, benché la distanza temporale dagli eventi sia più o meno la medesima, Tedeschi e vicini orientali ed occidentali sembrano aver allontanato gli spettri del conflitto armato per risolvere controversie territoriali o politiche.

 

Probabilmente le cause più "pesanti" sono politiche, dipendenti dalla particolare situazione del cosiddetto (dai Britannici) Medio Oriente, che almeno finora ha favorito l'ingerenza di vicini e lontani a scapito dei reali interessi di Ebrei e Palestinesi, e soprattutto religiose:

Gerusalemme e le terre circostanti sono sante per troppe religioni.

 

 

 

 

Sicuramente il protettorato inglese era più legittimo e "nobile", se così si vuole dire, di altri dal momento che: - Non è stata una conquista fatta in logica coloniale come l'India, ma è stato il pegno che ha dovuto pagare un impero sconfitto in guerra.

 

Qualsiasi impero ha una logica coloniale, più o meno palese e dichiarata, vedi l'impero ateniese o quello romano, e qualsiasi conquista coloniale è fondata su una vittoria e quindi su una sconfitta in guerra, vedi ad esempio l'impero coloniale spagnuolo, fondato sulla sconfitta in guerra degli Atzechi e degli Incas.

 

 

 

 

Certamente però ritengo che fra i tanti possibili, quello palestinese fosse quello che più presentava e conservava un patrimonio culturale e storico vicino a quello ebraico moderno e quindi quello più confacente per la nascita di uno stato ebraico.

 

Appunto:

perché Gerusalemme e la Palestina?

Guarda caso ogni anno gli Ebrei a Pasqua per secoli, forse fin dalla distruzione del tempio ad opera di Tito o almeno dal divieto adrianeo per gli Ebrei d'accedere alla città  rifondata come Aelia Capitolina dopo la rivolta di Bar Kokeba, ripetevano l'augurio "l'anno prossimo a Gerusalemme", benché probabilmente ben pochi di loro sperassero o desiderassero realmente di andarci.

 

 

 

 

non ravvedo logiche di oppressione e deportazione nella nascita dello stato di Israele.

 

Certo non ci furono logiche di oppressione e deportazione all'inizio della colonizzazione ebraica ai tempi dell'impero ottomano, se non altro perché gli Ebrei erano "ospiti" e non avevano né organizzazione politica né militare.

Ma con la costituzione dello Stato d'Israele, conseguente alla spartizione deliberata dall'Onu, le logiche ci furono, eccome se ci furono, anche se forse più che di oppressione e deportazione bisognerebbe parlare di espulsione e di pulizia "etnica", ovviamente applicate anche da parte araba.

Le dichiarazioni dei maggiorenti ebraici e le azioni concrete andarono in questa direzione, che d'altronde era insita nel principio stesso della spartizione della Palestina tra Arabi ed Ebrei, con conseguente formazione di due Stati.

 

 

 

 

Quindi, per quanto ciò che dici sia in generale più che giusto, è un ragionamento che non si può applicare al caso di Israele che non è nato da guerre di conquista, ma da una risoluzione votata democraticamente da stati rappresentanti di tutto il mondo e passata a maggioranza schiacciante.

 

Eh, va be', ma se stiamo alle risoluzioni dell'Onu, Israele dovrebbe farne di passi indietro:

non per nulla le ha sempre rifiutate, anche quelle abbastanza blande e perciò non impedite dal veto statunitense ;-)

Edited by Mario1944
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Qualsiasi impero ha una logica coloniale, più o meno palese e dichiarata, vedi l'impero ateniese o quello romano, e qualsiasi conquista coloniale è fondata su una vittoria e quindi su una sconfitta in guerra, vedi ad esempio l'impero coloniale spagnuolo, fondato sulla sconfitta in guerra degli Atzechi e degli Incas.

Questo certamente, ma nel caso particolare del protettorato in territorio palestinese la situazione era diversa.

Ritieni moralmente sullo stesso piano una conquista fatta in logica puramente coloniale come nel caso dell'India rispetto ad una conquista avvenuta in seguito ad una sconfitta militare da parte di un impero che era pure dalla parte del "torto", se così vogliam dire, in un contesto ben più ampio?

Ritieni moralmente sullo stesso piano la conquista di territorio azteco degli spagnoli come offensori nel conflitto, rispetto ad un'ipotetica conquista di territorio spagnolo degli aztechi come difensori dopo aver sconfitto gli spagnoli offensori?

 

Appunto: perché Gerusalemme e la Palestina?

Per vicinanza culturale, non per diritto ereditario. O almeno questo è quello che sostengo io. Poi so benissimo che altri ritengono che gli ebrei abbiano diritto ereditario sul territorio palestinese, ma non è il mio caso.

 

Certo non ci furono logiche di oppressione e deportazione all'inizio della colonizzazione ebraica ai tempi dell'impero ottomano, se non altro perché gli Ebrei erano "ospiti" e non avevano né organizzazione politica né militare. Ma con la costituzione dello Stato d'Israele, conseguente alla spartizione deliberata dall'Onu, le logiche ci furono, eccome se ci furono, anche se forse più che di oppressione e deportazione bisognerebbe parlare di espulsione e di pulizia "etnica", ovviamente applicate anche da parte araba. Le dichiarazioni dei maggiorenti ebraici e le azioni concrete andarono in questa direzione, che d'altronde era insita nel principio stesso della spartizione della Palestina tra Arabi ed Ebrei, con conseguente formazione di due Stati.

Queste logiche furono in ogni caso successive alla formazione dei due stati e anche scontate dal momento che fra le due parti non era mai corso buon sangue e che di tensioni e conflitti ve ne furono anche nei decenni precedenti. La risoluzione di per sé non prevedeva nessuna di queste logiche che comunque, come anche da te detto, furono attuate da ambo le parti.

 

Eh, va be', ma se stiamo alle risoluzioni dell'Onu, Israele dovrebbe farne di passi indietro: non per nulla le ha sempre rifiutate, anche quelle abbastanza blande e perciò non impedite dal veto statunitense ;-)

Non intendo dire che basti una votazione democratica per dare assoluta legittimità a qualcosa. Le approvazioni di qualsiasi tipo, a partire da quelle di leggi, si possono contestare. Non sarebbe democrazia altrimenti.

Certamente però fra la nascita di Stato A avvenuta in seguito ad una conquista militare e la nascita di Stato B avvenuta in seguito ad una votazione democratica - per carità, contestabilissima - ritengo più legittima la seconda.

Edited by Uncanny
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Ritieni moralmente sullo stesso piano una conquista fatta in logica puramente coloniale come nel caso dell'India rispetto ad una conquista avvenuta in seguito ad una sconfitta militare da parte di un impero che era pure dalla parte del "torto", se così vogliam dire, in un contesto ben più ampio? Ritieni moralmente sullo stesso piano la conquista di territorio azteco degli spagnoli come offensori nel conflitto, rispetto ad un'ipotetica conquista di territorio spagnolo degli aztechi come difensori dopo aver sconfitto gli spagnoli offensori?

 

Che significa "logica puramente coloniale"?

qual è la distinzione tra una conquista puramente coloniale ed una non puramente coloniale?

Come fai a dire che l'impero ottomano o quello asburgico o quello germanico erano "dalla parte del torto"?

rispetto a che cosa?

Gli Aztechi erano gli offesi rispetto agli Spagnoli offensori?:

concediamolo, ma essi stessi quanti popoli avevano oppresso per costituire il loro impero?

infatti è noto che il successo dell'azione di Cortes non fu tanto dovuto alla novità ed alla potenza delle armi e dei cavalli, quanto piuttosto, guarda caso, all'alleanza ed all'aiuto dei popoli oppressi dagli Aztechi!

 

 

 

 

Per vicinanza culturale, non per diritto ereditario. O almeno questo è quello che sostengo io. Poi so benissimo che altri ritengono che gli ebrei abbiano diritto ereditario sul territorio palestinese, ma non è il mio caso.

 

Ovviamente non parlavo di te, ma degli Ebrei o meglio di quegli Ebrei che fondano le loro pretese su Palestina e Gerusalemme su una presunta discendenza dagli antichi Giudei, ai quali il loro dio aveva assegnato quelle terre (terra promessa).

Tra l'altro i Giudei furono privati dei loro territori dai Romani ed in buona parte espulsi dopo le ripetute ribellioni, ben prima d'ogni conquista araba.

 

 

 

La risoluzione di per sé non prevedeva nessuna di queste logiche che comunque, come anche da te detto, furono attuate da ambo le parti.

 

Non ho mica detto che la colpa del perenne conflitto sia solo degli Ebrei.....

Per altro, la stessa logica spartitoria insita nella risoluzione dell'Onu non poteva oggettivamente stimolare altro che una pulizia etnica da entrambe le parti.

D'altronde sarebbe stato difficile, e lo si era visto nei decenni precedenti, anche conservare un solo Stato con amministrazione e convivenza comune ad entrambi ovvero assegnato in amministrazione ad una potenza esterna.

 

 

 

 

Certamente però fra la nascita di Stato A avvenuta in seguito ad una conquista militare e la nascita di Stato B avvenuta in seguito ad una votazione democratica - per carità, contestabilissima - ritengo più legittima la seconda.

 

Parlare di votazione democratica, per quanto si voglia esterndere il significato di democrazia, per il voto dell'assemblea dell'ONU, tanto più per quella del 1946, mi sembra molto audace, anzi, direi che è senza fondamento sia concettuale sia reale.

E comunque l'Onu non fece altro che sancire una divisione già esistente ed un'opposizione conflittuale già incancrenita.

Edited by Mario1944
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Che significa "logica puramente coloniale"? qual è la distinzione tra una conquista puramente coloniale ed una non puramente coloniale?

La logica colonialista è quella per cui mi sveglio la mattina e decido di occupare un territorio senza motivo se non quello di espandere il mio potere coloniale.

In questo caso c'è di mezzo una guerra e in guerra chi perde paga e ha sempre pagato anche in termini territoriali, tanto più che l'impero ottomano stava dalla parte degli imperi centrali, che erano quelli che per primi mossero attacchi di natura offensiva (e non difensiva) nel 1914 che fecero scatenare il conflitto.

 

Come fai a dire che l'impero ottomano o quello asburgico o quello germanico erano "dalla parte del torto"?

nella logica che in guerra chi la inizia abbia torto e che gli avversari giocoforza debbano difendersi, non vedo alcun carattere riprovevole nel comportamento tenuto dal Regno Unito e nel suo "trofeo" post-vittoria, in cui era incluso anche il territorio palestinese.

 

ma essi stessi quanti popoli avevano oppresso per costituire il loro impero?

Io non questionavo sulla legittimità dell'intero impero britannico, ma semplicemente su quello del territorio palestinese. La natura delle conquiste non è uniforme per tutti i territori controllati.

In riferimento agli Aztechi e Spagnoli facevo solo un esempio volendo decontestualizzare da tutto il resto, ma in effetti è forse fuorviante come paragone.

Lo riformulo in modo del tutto generico: "Ritieni moralmente sullo stesso piano la conquista di territorio appartenente ad A da parte dell'esercito di B come offensore nel conflitto, rispetto ad un'ipotetica conquista di territorio appartenente a B da parte dell'esercito di A come difensore dopo aver sconfitto l'offensore che è l'esercito di B?"

 

Parlare di votazione democratica, per quanto si voglia esterndere il significato di democrazia, per il voto dell'assemblea dell'ONU, tanto più per quella del 1946, mi sembra molto audace, anzi, direi che è senza fondamento sia concettuale sia reale.

Per quale motivo? Forse do un significato troppo estensivo al termine "democratico", ma intendo banalmente una votazione in cui rappresentanti di stati di tutto il mondo hanno potuto dire la loro senza decisioni unilaterali prese da un'autorità assoluta in totale autonomia. Edited by Uncanny
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La logica colonialista è quella per cui mi sveglio la mattina e decido di occupare un territorio senza motivo se non quello di espandere il mio potere coloniale.

 

Ma è una possibilità astratta ed improbabile nella realtà:

nessun governo stando seduto a tavolino e decide di occupare un territorio senza motivo se non quello di espandere un potere coloniale.

Le cause delle espansioni territoriali, coloniali e no, sono complesse e non possono essere ridotte ad un  "occupare senza motivo".

Neppure di Hitler si può dire che abbia stabilito di "occupare senza motivo che non sia stato di mera espansione territoriale" la Francia, i Sudeti, l'Austria, la Polonia eccetera.

 

 

 

 

nella logica che in guerra chi la inizia abbia torto e che gli avversari giocoforza debbano difendersi,

 

Il problema è che l'iniziare una guerra, non necessariamente corrisponde all'essere il primo a dichiararla ed essere il primo a dichiararla non necessariamente corrisponde all'averla iniziata.

Ad esempio la Germania di Hitler formalmente non iniziò la guerra contro Gran Bretagna e Francia, perché furono queste a dichiararla alla Germania:

certo lo fecero per l'aggressione tedesca alla Polonia, ma, se se ne fossero state quiete e buone a casa propria, nessun conflitto sarebbe scoppiato.

D'altronde non si pouò negare che in una logica di contenimento d'uno Stato pericolosamente aggressivo, tale dichiarazione di guerra non era assurda.

Ma d'altra parte si può supporreche forse Hitler, intento ad espandere lo "spazio vitale" del popolo tedesco ad oriente e concorrente in ciò della Russia sovietica, se non fosse stato "aggredito" da Fancia e Gran Bretagna, non le avrebbe spontaneamente assalite.

 

 

 

 

"Ritieni moralmente sullo stesso piano la conquista di territorio appartenente ad A da parte dell'esercito di B come offensore nel conflitto, rispetto ad un'ipotetica conquista di territorio appartenente a B da parte dell'esercito di A come difensore dopo aver sconfitto l'offensore dell'esercito di B?"

 

Astrattamente la risposta è facile, ma nei casi concreti delle vicende umane, è molto difficile, se non impossibile stabilire sempre con certezza chi sia l'offensore conquistatore che è immorale nell'offendere e chi sia l'offeso conquistato che è morale nel difendersi.

Nel caso concreto di Ebrei ed Arabi, poi, l'intreccio di ragioni e torti è praticamente inestricabile, se non altro perché alle ragioni politiche ed a quelle giuridiche s'aggiungono quelle religiose ed etniche.

 

 

 

 

Per quale motivo? Forse do un significato troppo estensivo al termine "democratico", ma intendo banalmente una votazione in cui rappresentanti di stati di tutto il mondo hanno potuto dire la loro senza decisioni unilaterali prese da un'autorità assoluta in totale autonomia.

 

Sì:

francamente non mi pare abbia senso parlare di democrazia per un'assemblea come quella degli Stati dell'Onu, che del resto nel 1946 era sostanzialmente l'assemblea degli Stati europei ed americani, dato che il resto del mondo era ancora in gran parte colonia dell'Europa.

 

E comunque le decisioni di un' "autorità assoluta in totale autonomia" non sono necessariamente più inique rispetto a terzi di quanto siano quelle d'un'assembea democratica.

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