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Elezioni presidenziali in Francia del 2017


Rotwang

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In tutta franchezza, trovare in una ampia intervista come questa, come unico

riferimento programmatico il "nodo" della "scuola materna" mi lascia perplesso

 

Fra "uscire dalla NATO e dall'UE" ed il nodo "scuola materna" spero possa

esistere qualcosa di sostanzioso nel mezzo

 

Altrimenti Macron sarà odiato -come Hollande e Sarkozy- nel giro di tre mesi

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Saramandasama

adnkronos

 

"Macron è sposato con Brigitte che ha 24 anni più di lui, mia madre quando mi ha partorito aveva 24 anni. Ecco, se scegli per moglie una che può essere tua madre non stai bene, è oggettivamente qualcosa di innaturale". Mario Adinolfi, blogger e leader del Popolo della famiglia, si esprime così sull'unione tra Emmanuel Macron, candidato alla presidenza in Francia, e Brigitte Trogneux. L'ex ministro dell'Economia è molto più giovane della consorte.

 

"Sarebbe innaturale un 64enne che sta con una 39enne? Lo sarebbe meno, al netto di ogni luogocomunismo politicamente corretto, la natura spiega facilmente il perché. In Francia si insiste molto su Brigitte come copertura di un'omosessualità di Macron non ostentata ma inserita in una logica di lobbismo gay", prosegue Adinolfi su Facebook. "Forse non è rilevante. Ma che in Francia si passi dalla Premiére Dame ad una sorta di Premiére Mum non è solo una nota a margine di costume".

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Adinolfi e' lui stesso innaturale, la natura non contempla sua obesita' che troviamo solo nella specie umana.

 

Hollande farebbe meglio a tacere che fa solo danni.

 

Io trovo che i francesi dimostrano una certa maturita' a votare un presidente che ha la moglie 24 anni piu' vecchia. Significa che lasciano vivere a ognuno la sua vita privata come meglio lui crede.

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Beh non è che avessero molta scelta XD

 

La famiglia "normale" quella di Fillon era foraggiata

di fondi pubblici ( moglie e figli ) ed è un fatto acclarato

 

La Le Pen è divorziata due volte ed è in coppia di fatto

 

Mélenchon è divorziato ed ufficialmente "single" dopo aver lasciato

Saida Jawad ( che ha l'età della figlia ) forse per la spin doctor di 5

anni più giovane

 

Hollande era quello delle scappatelle in motorino per tradire l'amante

per la quale aveva lasciato la Royal

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Icoldibarin

Non mi stupirei particolarmente se quei raid li avesse finanziati lei o chi per essa. Sicuramente a livello politico sono una manna per la Le Pen.

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Al Tg1 i funerali di Stato all'Eliseo del poliziotto Xavier, alla presenza di Hollande, Macron e Le Pen e col suo compagno che l'ha ricordato.

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Beh ma non credo nessuna persona informata

e di buon senso possa mai aver pensato che Macron

fosse di sinistra

 

Magari liberale in materia di diritti civili

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Beh ma non credo nessuna persona informata

e di buon senso possa mai aver pensato che Macron

fosse di sinistra

 

Magari liberale in materia di diritti civili

 

Il Post

 

Emmanuel Macron è diventato uno dei due candidati – insieme a Marine Le Pen – che si contenderà la presidenza della Francia nel ballottaggio del 7 maggio, ottenendo al primo turno più voti di tutti gli altri candidati (ha ottenuto il 23,8 per cento dei voti, contro il 21,5 di Le Pen). Macron si dimise da ministro nell’agosto del 2016 e aveva mostrato da subito di voler trovare maggior protagonismo nella politica francese: quando si è candidato da indipendente, però, pochi gli davano delle possibilità, soprattutto per le cose molto europeiste che Macron diceva in tempi in cui sono popolari soprattutto idee di altro tenore.

 

Macron ha una storia politica breve nel centrosinistra, ma evita le definizioni e dice di non essere «né di destra né di sinistra»: durante la campagna elettorale è stato definito “liberale di centrosinistra”, “centrista” e “moderato”. È giovane – ha 39 anni – ed è un oratore carismatico, suona il pianoforte e, come scrisse Bloomberg a settembre, “mescola apprezzamenti alle riforme di mercato con appelli all’unità sociale”. Si è formato alla École nationale d’administration concludendo gli studi nel 2004, ha lavorato presso Rothschild & Cie Banque, una banca d’affari del gruppo Rothschild, e per questo Le Pen lo ha accusato di essere espressione di una “elite globale” che vuole controllare la Francia. Dal 2006 al 2015 è stato iscritto al Partito Socialista. Durante i suoi comizi dice cose che nessun altro candidato francese dice, per esempio «l’Europa siamo noi. Bruxelles siamo noi. Abbiamo bisogno dell’Europa». Macron si definisce un “progressista liberale” in economia, ma è di sinistra sulle questioni sociali: parla della libertà di praticare ognuno la propria religione in uno stato laico e dice che non bisogna cedere a coloro «che promuovono l’esclusione, l’odio o la chiusura in noi stessi».

 

Quando era ministro, Macron era stato definito da diversi giornali francesi «il più liberale della squadra di governo» e la sua prima proposta di legge sulle liberalizzazioni aveva da subito fatto molto discutere. Il suo nome è infatti legato alla legge che avrebbe dovuto mettere fine alla settimana lavorativa di 35 ore in Francia, che però poi è stata ammorbidita a tal punto da far scrivere allo storico François Huguenin su Le Figaro che «la sua timidezza ha tradito ogni pretesa di riforma». Macron si era poi dimesso da ministro il 30 agosto 2016. Dopo le dimissioni ha fondato un suo partito di centro che si chiama En Marche! (“In marcia!”).

 

Macron si è ufficialmente candidato a metà novembre, criticando nel suo discorso quelli che chiama «i blocchi» che, secondo lui, paralizzano la Francia: «Il sistema ha smesso di proteggere coloro che doveva proteggere. (…) La politica vive ormai per se stessa ed è più preoccupata della propria sopravvivenza che non degli interessi del paese». Per giustificare la sua candidatura fuori dai partiti tradizionali, ha evidenziato la «speranza» che intende rappresentare, in particolare tra i giovani: «Il mio obiettivo non è riunire la destra o la sinistra, ma riunire i francesi». Più di recente ha definito le primarie una «querelle de clans» (una disputa interna ai partiti). I suoi comizi in campagna elettorale sono sempre stati affollatissimi, e senza i pullman organizzati di solito per i candidati dei partiti tradizionali.

 

Lo scorso novembre Macron ha pubblicato un libro che si intitola Révolution, e in cui doveva essere contenuto il programma politico alla base della sua candidatura alle presidenziali. In realtà il libro indica soprattutto la linea politica di Macron senza entrare nei dettagli delle riforme che vorrebbe proporre e sostenere. Macron si rivolge al “campo progressista” degli elettori e delle elettrici che non si identificano in modo monolitico né con la destra né con la sinistra: si rivolge a ecologisti, liberali, centristi, socialdemocratici, ma soprattutto a chi non sente di avere un’affiliazione politica precisa. Macron parla di semplificazione, decentralizzazione, protezione e liberazione: dice di essere «il candidato del lavoro» perché vuole essere «il candidato della giustizia». È a favore di un abbassamento del costo del lavoro attraverso le agevolazioni fiscali per le imprese, vuole «ridurre il divario tra retribuzione lorda e netta» eliminando alcuni contributi pagati da dipendenti e autonomi e vuole una semplificazione della struttura pubblica. Ha poi proposto di «rilanciare lo spirito imprenditoriale» del paese facilitando le decisione di prendersi dei rischi durante le proprie carriere lavorative e difendendo «un diritto universale alla mobilità professionale»: a differenza della destra, non vuole la riduzione progressiva dei sussidi di disoccupazione.

 

Macron dice che la globalizzazione ha favorito i più ricchi dei paesi già sviluppati e le classi medie dei paesi in via di sviluppo. Le classi medie dei paesi sviluppati, invece, si sono indebolite e per questo è soprattutto su di loro che bisogna intervenire: «Le classi medie si sono costruite socialmente, politicamente, ideologicamente sul concetto di progresso e sulla convinzione che i loro figli avrebbero vissuto meglio dei loro genitori. Questo non è più vero». Dice che il programma di François Fillon non è liberale dal punto di vista economico, ma al contrario profondamente conservatore perché difende le rendite e non favorisce la mobilità sociale: in sostanza «favorisce solo coloro che hanno già avuto successo»: «in Francia si confonde molto spesso il liberalismo con il conservatorismo perché non abbiamo una tradizione liberale. Ho grande rispetto per François Fillon, ma è soprattutto un conservatore».

 

Macron ha infine proposto un pensionamento differenziato a seconda delle carriere lavorative e parla molto di istruzione: è a favore di una maggiore autonomia delle università e degli istituti scolastici e in materia di sicurezza ha promesso «10 mila posti di lavoro per poliziotti e gendarmi». Vorrebbe creare una «polizia di prossimità» e ricostruire «un’intelligence territoriale». Dice che la Francia non può bastare a se stessa e che l’Europa unita è fondamentale sia nella lotta al terrorismo che per affrontare i flussi migratori. Pensa che la vera sovranità non sia nazionale ma europea, e che chiudere le frontiere per proteggere la Francia dai rischi della globalizzazione (come propone Marine Le Pen) sia un’ingenuità.

Edited by Rotwang
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dice di non essere «né di destra né di sinistra

 

Appunto, lo dice lui per primo NON SONO DI SINISTRA

 

 

 

Quando era ministro, Macron era stato definito da diversi giornali francesi «il più liberale della squadra di governo» e la sua prima proposta di legge sulle liberalizzazioni aveva da subito fatto molto discutere.

 

Appunto, non solo voleva abolire l'orario massimo di lavoro a 35 ore

ma anche introdurre maggiore flessibilità lavorativa e precarietà

per aumentare la competitività ( che poi me lo definisca "diritto

universale alla mobilità" francamente lo trovo comico )

 

Poi vuole il poliziotto di quartiere e togliere l'IMU sulla prima casa

all'80% della classe media etc ( ricorda qualcosa? )

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Next Quotidiano

 

Come ampiamente previsto dai sondaggi Marine Le Pen si giocherà al ballottaggio la possibilità di essere eletta Presidente della Repubblica francese. Lo farà contro Emmanuel Macron, il che era previsto, ma non troppo. Il dilemma che ora si para dinnanzi agli elettori francesi è il seguente: votare Le Pen o votare Macron? Come già accaduto in passato con il padre di Marine, Jean-Marie, Macron spera che gli elettori degli altri partiti scelgano lui. Ma c’è un problema perché l’ex ministro dell’Economia è visto come membro dell’establishment e della “casta”.

 

Le Pen invece, ha impostato tutta la sua campagna elettorale “in nome del Popolo” e contro le élite. Che siano quelle finanziarie, europee o del mondialismo poco importa. Il Front National infatti deve puntare ad ampliare il più possibile la platea dei suoi elettori. E come sappiamo il fronte no-euro è ampio e trasversale. Per questo motivo Jean-Luc Mélenchon, il candidato della sinistra radicale che al primo turno ha conquistato poco meno del 20% dei voti, ha deciso di non voler dare indicazioni ai suoi elettori. Anzi: Mélenchon ha deciso di indire una consultazione online per stabilire la posizione di France Insoumise al ballottaggio. Perché è evidente che tra Macron e Le Pen non c’è alcuna differenza.

 

Eppure per un elettore di sinistra dovrebbe essere chiaro che un partito fondato da un negazionista dell’Olocausto che ultimamente si è attestato su posizioni anti-islamiche e xenofobe non è la scelta giusta. Ma la Le Pen piace perché è nazionalista, proprio come Mélenechon, e per le sue posizioni critiche nei confronti dell’euro e dell’Unione Europea. Insomma la logica è molto semplice: il nemico del mio nemico è mio amico. E così la Le Pen finisce per essere “il male minore”. Una certa sinistra, francese e non, preferisce puntare l’attenzione sulla lotta contro il capitalismo piuttosto che il neofascismo lepenista, accuratamente occultato sbattendo fuori dal partito il padre.

 

Lo slogan elettorale della Le Pen è “Au nom du Peuple”, quello di Mélenechon “La force du Peuple”, dettagli che ci aiutano a capire perché la sinistra radicale faccia fatica a schierarsi con Macron. Il che però non vuol dire che i due schieramenti siano uguali. Sembra che il 20% degli elettori di France Insoumise sia pronto a votare per il candidato di En Marche! mentre il Front National raccoglie il consenso dell’economista Jacques Sapir.  Su Twitter Sapir parlava del “fronte repubblicano” – ovvero della coalizione di forze anti lepeniste – come un “mito conservatore di un’indecenza assoluta“.

 

Sapir ipotizza anche che al primo turno abbiamo assistito ad una vittoria culturale delle “forze sovraniste”. I cinque candidati no-euro (Asselineau, Cheminade, Dupont-Aignan, Le Pen e Mélenchon) hanno conquistato complessivamente il 47% dei voti. Il che però vuol dire che la maggioranza dei francesi non ha votato le forze sovraniste. Le quali a loro volta, visti gli scarsi risultati degli altri candidati, si ridicono a Front National e France Insoumise.

 

In Italia tra i principali interpreti del rossobrunismo c’è il filosofo televisivo Diego Fusaro. Quando non è in televisione Fusaro predica su Facebook a favore della Le Pen. La candidata del FN è l’unica tra i due a difendere i diritti delle classi subalterne dall’attacco dell’élite “apolide e sradicata” al servizio dell’oligarchia del capitale.

 

Per Fusaro le sinistre (quindi anche i socialisti di Hamon) non devono appoggiare l’ultraliberista e mondialista Macron in nome di una stantia idea di antifascismo. Perché secondo Fusaro l’antifascismo non ha più ragion d’essere dal momento che il fascismo non esiste più. Marine Le Pen è quindi l’unica che si schiera a difesa del popolo e dei lavoratori.

 

Non bisogna dimenticare che a sinistra come a destra i Rothschild e il mondialismo fanno paura. Sorprende quindi il fervente collaborazionismo di certa sinistra nei confronti di una candidata che va predicando la vecchia teoria dello scontro di civiltà con l’Islam. Che – lungi dall’essere una donna di popolo – non ha praticamente lavorato in vita sua. Una “donna del popolo” che fino a qualche anno fa viveva in un castello donato da un facoltoso militante del FN che lascio in eredità anche parecchi milioni. È stato proprio grazie a quel lascito milionario che il Front National è riuscito a diventare quello che è oggi. Perché anche i partiti anti-sistema affondano le loro radici nel capitale.

Edited by Rotwang
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Saramandasama

Non diciamo cazzate. La Le Pen la gavetta l'ha fatta eccome. All'inizio della sua carriera da avvocato aiutava addirittura gli extracomunitari in situazioni irregolari..

 

 

(Min 2:48)

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Vabbè ma è abbastanza irrilevante, ovviamente un avvocato

è un professionista

 

I Francesi sono chiamati alla scelta fra un tecnocrate che è certamente

espressione dell'establishment economico ( En marche non è certo un

partito politico e la raccolta fondi è stata fatta dall'ex direttore generale di

Paribas credo ) ed una politica pura, che però è figlia di JM Le Pen e milita

in un partito che era neofascista etc

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Appunto, sono rimasti fuori due dei tre

principali partiti del sistema politico francese

mi pare una caso di scuola di mancanza della

politica

 

Peraltro En Marche nasce essenzialmente per

la candidatura di Macron nel 2016 meno di un

anno fa è a tutti gli effetti una sorta di Scelta

Civica di Monti

 

La differenza è che i Francesi lo hanno votato

mentre per Monti votò una minoranza esigua

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Vabbè ma è abbastanza irrilevante, ovviamente un avvocato

è un professionista

Se si dice aiutare per me e' una prestazione data gratis.

 

Se un avvocato fa il suo mestiere facendosi pagare non e' un aiuto ma una prestazione professionale retribuita.

 

Non credo che la le pen abbia lavorato gratis per i neri. E neanche per altri probabilmente.

 

La scelta tra pen e macron per me si fonda su:

- la le pen proviene da un partito razista e nazista anche se tenta di cancellare il passato facendosi chiamare solo per nome ad esempio

- la le pen vuole distruggere l'europa, macron vuole ricostruirla

Edited by marco7
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Beh la motivazione che ha animato la Le Pen è irrilevante

un avvocato deve difendere ed aiutare il proprio assistito

pagante o meno, al meglio delle sue possibilità ed usufruendo

di tutte le chance che la legge gli offre

 

La Le Pen quindi bene ha fatto a segnalare ad eventuali suoi

patrocinati neri, tutte le opportunità che la legge francese gli

offriva anche se lei non condivideva quelle leggi e come politico

avesse pensato fossero leggi da abrogare

 

Ma lo trovo abbastanza irrilevante non è che si deve decidere se è

stata un bravo avvocato, si deve decidere se sarà un buon Presidente

uno può essere ottimo in una cosa e pessimo nell'altra

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Peraltro En Marche nasce essenzialmente per la candidatura di Macron nel 2016 meno di un anno fa è a tutti gli effetti una sorta di Scelta Civica di Monti

il paragone lo farei più con Rinnovamento Italiano di Dini (che, a parità di condizioni, andò meno peggio alle politiche del 96: erano tutti e due primi ministri),

ma 20 anni dopo 

 

 

un avvocato deve difendere ed aiutare il proprio assistito pagante o meno, al meglio delle sue possibilità ed usufruendo di tutte le chance che la legge gli offre

Hinzy, capisco che per deformazione professionale tendi a difendere la categoria,

però dai..

 

ammesso che esista l'avvocato -più o meno famoso- che accetti clienti pro bono,

probabilmente dedicherà loro i ritagli di tempo che gli avanzano dalle altre cause,

con tutti i corollari di poco approfondimento della contesa annessi & connessi

 

a meno che non stai parlando di Ghedini col Berlusca 

-ma lì era una gratuità leggerissimamente interessata-

Edited by freedog
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A un avvocato interessa solo prendersi i soldi del cliente e per questo se ne frega di qualunque senso di giustizia possa scaturire da un processo. Sono una manica di figli di puttana e basta.

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Non stavo parlando della possibilità di far gestire la clientela

squattrinata al praticante di studio, cosa che è ancora meno

rilevante perchè in quel caso neanche se ne sarebbe occupata

la Le Pen personalmente, stavo parlando del fatto che un Avvocato

non può disapplicare una legge favorevole al proprio assistito perchè

è una legge che politicamente non gli piace

 

Altrimenti avremmo avvocati cattolici che maltrattano clienti che vogliono

il divorzio, avvocati fascisti che fanno espellere extracomunitari nonostante

possano ottenere lo status di rifugiato ed avvocati comunisti che ritardano

gli sfratti per morosità in danno dei proprietari di casa

 

Il ché ovviamente non è, esiste una deontologia professionale che obbliga

al di là del convincimento politico ad applicare la legge migliore per il cliente

 

Se poi volete fare la solita tirata contro gli Avvocati pescecani interessati solo

ai soldi, fate pure la questione non mi tange e non credo c'entri niente neanche

con quanto diceva la Le Pen, che ha semplicemente detto di aver aiutato dei neri

a godere del miglior trattamento che la legge gli garantiva, anche se non condivideva

la logica politica di quelle leggi

 

Tutto qui


 

 

il paragone lo farei più con Rinnovamento Italiano di Dini (che, a parità di condizioni, andò meno peggio alle politiche del 96: erano tutti e due primi ministri), ma 20 anni dopo

 

Ci può stare

 

Diciamo che Macron non ha fatto il salto della quaglia da Berlusconi

al campo avverso, dall'altro lato è pur vero che anche Monti non fu

esattamente di parola con Bersani...per me più o meno si equivalgono

si tratta di due tecnocrati non eletti che hanno profittato della debolezza del

sistema politico

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.... stavo parlando del fatto che un Avvocato

non può disapplicare una legge favorevole al proprio assistito perchè

è una legge che politicamente non gli piace

 

... esiste una deontologia professionale che obbliga

al di là del convincimento politico ad applicare la legge migliore per il cliente

E io che ho sempre creduto che la legge venisse applicata dai giudici e non dagli avvocati che si limitano ad argomentare basandosi su come loro credono o vogliono far credere che la legge debba venire applicata correttamente in favore del cliente.

 

Evidentemente certi avvocati credono di avere dei poteri che non hanno.

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Evidentemente ignori che un giudice non può decidere

andando al di là della domanda che gli viene posta e

quindi se la Le Pen non chiede una cosa in nome e per

conto del proprio cliente - in fatto e diritto - il giudice non

può decidere in favore del cliente medesimo, a meno che

non si tratti di un procedimento di carattere inquisitorio

 

Comunque insisto, tutto ciò non ha alcun rilievo rispetto

a ciò di cui qui si discute...

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La legge comunque la applica il giudice anche se la domanda la fa l'avvocato. Altrimenti non sarebbe una domanda ma una applicazione diretta della legge da parte dell'avvocato.

 

Il tutto e' nato perche' qualcuno sosteneva sopra che la le pen ha aiutato i neri mentre faceva solo il suo mestiere e non aiutava nessuno se si faceva pagare per lavorare.

Edited by marco7
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La Repubblica

 

Né per Emmanuel Macron, né per Marine Le Pen: la Chiesa francese decide di non scegliere e non fornisce indicazioni su quale dei due candidati votare alle presidenziali. Contrariamente a quanto avvenuto nel 2002, la Conferenza episcopale di Francia ha deciso di non schierarsi a favore di nessuno dei due protagonisti al ballottaggio per l'Eliseo.

Non hanno scelto la stessa posizione le organizzazioni religiose tanto ebree che musulmane, che hanno invitato gli elettori a sostenere il candidato centrista e non quella del Front National.

"La Chiesa cattolica - ha detto il portavoce citato da Bfmtv - non invita a votare né per l'uno né per l'altro candidato, ma ricordando l'importanza della posta in gioco a questa elezione, auspica dare a ciascuno alcuni elementi per poter scegliere" e segue un elenco di questioni che vanno dalla famiglia, al rispetto dei legami di filiazione, alle preoccupazioni per i più poveri, anziani, handicappati o disoccupati, per citare infine anche l'accoglienza dei rifugiati. Nessuno dei due aspiranti alla presidenza della Repubblica condivide in toto le posizioni della Chiesa su questi argomenti: ad esempio sui migranti Le Pen ha posizioni diametralmente opposte, così come Macron le ha sulla procreazione assistita.

Secondo un sondaggio Ifop realizzato all'indomani del primo turno, gli elettori cattolici hanno votato nelle stesse proporzioni per Emmanuel Macron e Marine Le Pen (22% per ciascuno), molto più favorevoli a François Fillon (28%). I musulmani e i protestanti hanno fatto scelte più nette: i primi hanno plebiscitato Jean-Luc Mélenchon ed Emmanuel Macron, che hanno ottenuto rispettivamente il 37% e 24% dei loro voti (17% per Benoît Hamon, 10% per François Fillon). I secondi hanno scelto Macron con il 30%, davanti a Fillon e Le Pen, pari al 20%.

 

La protesta degli studenti. Non hanno proprio intenzione di votare né per l'uno né per l'altro aspirante alla presidenza francese gli studenti che oggi hanno protestato contro Macron e Le Pen: "Ni Marine, ni Macron, ni Patrie, ni Patron" ("né Marine, né Macron, né Patria, né Padrone") è stato il grido con il quale un migliaio di studenti si è radunato a Parigi. Durante la manifestazione si sono registrati scontri tra i giovani e gli agenti di polizia.

 

I liceali si sono dati appuntamento a Place de la République rispondendo all'appello dei Movimenti studenteschi anti-fascisti e anticapitalisti. Da lì si sono diretti a Piazza della Bastiglia coprendo lungo il loro percorso diversi manifesti elettorali con lo slogan o dando fuoco ai cassonetti dell'immondizia. Danneggiate anche numerose vetrine, in particolare quelle di uno sportello bancario, come ha riferito un giornalista di Afp sul posto. Secondo gli agenti, i manifestanti hanno lanciato bottiglie di vetro; in risposta le forze dell'ordine hanno tirato gas lacrimogeni.

 

I sondaggi. Pronostici e previsioni proseguono senza sosta, per individuare il futuro capo della Repubblica francese: secondo un sondaggio Ifop le probabilità del candidato indipendente di battere la sua rivale sono rimaste invariate:infatti, dovrebbe ricevere il 60,5% dei voti contro il 39,5% di Le Pen. Secondo i risultati del sondaggio, il 90 per cento di coloro che hanno dichiarato di sostenere il candidato di En marche! è convinto della scelta, contro l'84 per cento dei sostenitori di Le Pen. Secondo la rilevazione, andrà alle urne il 71 per cento degli intervistati, mentre il 29 per cento degli elettori francesi prevede di astenersi.

La campagna continua. In vista dell'appuntamento del 7 maggio, sia Le Pen che Macron riempiono l'agenda di impegni per sfruttare il tempo utile per la campagna elettorale. Stamani, la candida dell'estrema Destra è salita su un peschereccio a Grau-du-Roi, nel Mediterraneo francese, dicendo di volere difendere la 'Francia che si alza presto' contro il suo rivale centrista Emmanuel Macron, che ha definito "il candidato dell'oligarchia". Le Pen, quindi, prosegue nell'intento di volersi dimostrare vicina ai lavoratori, provando così a distinguersi dal profilo dell'ex ministro dell'Economia di François Hollande, che mantiene un'immagine più distanziata: "Voglio dimostrare la mia solidarietà con questo lavoro così duro al contrario di Macron, che non sopporta il concetto di lavoro duro", ha detto la candidata dopo quattro ore trascorse in mare. Le Pen ha affermato che il suo rivale "è sconnesso dalla realtà" e che la sua politica "ultraliberale" farà finire l'artigianato del Paese, come la pesca. "Macron propone una completa deregolamentazione imposta dall'Unione europea (...) io credo che un'altra politica sia possibile, che la difesa dei posti di lavoro sia possibile", ha detto la candidata.

 

Dal canto suo Macron ha deciso di andare a Sarcelles, alla periferia di Parigi, dove si è presentato con proposte di sicurezza e reinserimento e ha compensato la fredda accoglienza che gli era stata riservata dai lavoratori dello stabilimento Whirlpool ad Amiens, nel nord della Francia. Macron, la cui popolarità è scesa di quattro punti in un mese, anche se nell'ultimo sondaggio resta comunque in testa, ha giocato un po' a calcio con alcuni bambini. "Non vado soltanto in posti facili. Vado in tutti i posti, con proposte. Dico la verità. Non dico: 'Con me sarà formidabile'", ha dichiarato ai giornalisti.

Negazionista il nuovo presidente del Front National. Jean-Francois Jalkh è il nuovo presidente del Front National dopo l'autosospensione dalla carica di Marine Le Pen, diventata soltanto 'candidata alle presidenziali'. Jalkh ha un passato da negazionista che i media francesi hanno sottolineato, ripubblicando dichiarazioni rilasciate nel 2000 a una ricercatrice universitaria che mettono in dubbio la realtà delle camere a gas naziste. Jalkh sostiene di non ricordarsi di queste dichiarazioni, ma la ricercatrice afferma di avere la registrazione del colloquio.

Edited by Rotwang
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