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L'amico della chat. Qualche consiglio?


LDaverio

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Se lui soffre di attacchi di panico potrebbe essere che vive isolato senza amici e conoscenze. succede spesso a chi ha questa patologia purtroppo.

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davydenkovic90
No. Non capisco quale sia il problema su questo punto. Non divido le amicizie sulla base della sessualità. No. Non lo obbligo a entrare nella mia cerchia di conoscenze, né a fingere di essere diverso. LO HO SEMPLICEMENTE INVITATO UNA VOLTA  E VE LO RACCONTO FRA I VARI ANEDDOTI. Stai immaginando cose che non esistono. I nostri incontri sono piacevoli e spensierati, ho solo paura che lui abbia dei problemi di socializzazione in generale e non so a cosa sono dovuti.

Ma ti ripeto che i problemi di socializzazione che ha lui, li hai anche tu. Anzi, direi che stai proiettando su di lui gran parte di questi tuoi problemi.

La paura, ad esempio, di essere riconosciuti come una coppia gay dalla gente quando siete seduti a un tavolino a bere un caffè, è una paura anche tua.

Se lui fosse venuto al museo e il tuo amico dell'università vi avesse chiesto "come vi siete conosciuti?", tu cosa gli avresti risposto? Come avresti reagito se lui avesse detto la verità: "siamo gay e ci siamo conosciuti su grindr"?

Sembra che a te vada bene che teniate per voi due questo segreto, che debba andar bene anche a lui e che il resto del mondo non sospetti niente.

Per te sarà anche la cosa più normale da fare e quella che, indubbiamente, ti crea meno stress. Ma ti sei messo dall'altra parte? Io lo troverei pesante, se fossi al posto del tuo amico. Sia se fossi dichiarato, sia se non lo fossi. Perché comunque è sempre un nascondersi, un vivere la relazione di amicizia entro certi paletti. E non fa piacere a nessuno.  Lui sarà timido, complessato, pauroso, e magari ti esprime il suo disagio in modo vago, dandoti buca o trattandoti con freddezza. Tu cerchi un amico gay per parlare liberamente , con lui in privato, dei ragazzi e del tema "omosessualità". Magari il tuo amico invece vuole un contatto con un altro ragazzo gay per riuscire ad aprirsi al mondo circostante, ad avere le prime storie, conoscere una realtà gay un po' più aperta e varia, a non sentirsi più impaurito e in colpa di essere gay... E il rapporto con te invece gli prospetta una ennesima chiusura verso molte situazioni e complicazioni ulteriori in situazioni dove è costretto a fingere (vedi l'esempio dell'amico del museo).

Le amicizie le dividi eccome sulla base della sessualità: agli amici gay dici che sei gay, agli altri no e dissimuli. Ti sembra una differenza da poco?

Non voglio accusarti, tutti ci siamo nascosti, chi più chi meno, per paura delle conseguenze. Ti invito solo a riflettere un po' sulla tua situazione e a non pensare che il problema qui sia il tuo amico con le sue presunte ansie sociali e vari ed eventuali altri problemi.

 

Poi il discorso della famiglia, che "ha diritto di sapere per prima", mi sembra assurdo. I tuoi genitori sono di un'altra generazione, meno facilmente possono capirti e accettarti in pieno. Inoltre la vita sessuale e sentimentale è tua e non di tuo padre o di tua madre. Al massimo i tuoi possono avere il diritto di sapere come spendi il tuo tempo o i tuoi soldi, nel caso in cui siano loro a mantenerti. Ma non certo dove vai a inzuppare il biscotto o se ti masturbi su Elisabetta Canalis o su Jake Gyllenhaal.  Io ti consiglio di provare a sbloccarti prima sul fronte "amici" che sul fronte "famiglia" (a meno che tu non abbia fratelli o sorelle con cui hai anche un rapporto di amicizia e condivisione) proprio per una questione di benessere che ne ricaverai dopo... avrai delle amicizie un po' più sincere e limpide, potrai parlare liberamente dei tuoi desideri, dei tuoi problemi, delle cose che vuoi fare, delle persone che frequenti e che ti piacciono. E se in un'amicizia non c''è questo, per me non c'è amicizia e non c'è vita sociale. Cioè, c'è, ma è falsata.

Alla famiglia ci puoi pensare in un secondo tempo, a mio parere. Poi fai come ritieni più opportuno tu per la tua situazione specifica.

Edited by davydenkovic90
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Dal quadro che hai tratteggiato, sposo più la tesi di una scarsa accettazione della sua omosessualità, che lo porta a atteggiamenti evitanti e ansiosi. E' come se alternasse momenti in cui sta bene con te e riesce a stare rilassato a momenti in cui fa fatica a gestire la vostra relazione, come se la trovasse "pesante", onerosa, e allora ha il bisogno di staccare. Potrebbe essere anche il sintomo di un innamoramento, ma ho come la sensazione che sia proprio la difficoltà ad affrontare l'omosessualità, perché bene o male la vostra frequentazione, seppur amicale, è comunque un modo che ha avuto di "rompere il ghiaccio" con l'universo gay. Non è ancora in fase di completa accettazione e fa un passo avanti e due indietro, e quindi a tratti il rifiuto della vostra frequentazione corrisponde al rifiuto di un contatto sereno con la sua omosessualità. Un sintomo mi pare il non voler far alcun riferimento a qualcunque "cosa gay", o a sembrare in un certo senso omosessuale.

 

Diciamo che anche tu, sebbene mi sembri più avanti, sei ancora "in percorso", da quanto leggo, e questa cosa non vi aiuta e non lo aiuta ad avere un rapporto "fluido".

 

Il consiglio che chiedi nel titolo del topic? Mi verrebbe da dire che potresti provare a parlargli con franchezza e capire se effettivamente ha questo disagio, ma potrebbe avere una reazione di ulteriore chiusura a riccio. Di certo non è facile combattere con l'irrisolto, suo e anche un po' tuo (non è un giudizio eh, capita ed è normale che capiti).

Edited by Fred
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Ma ti ripeto che i problemi di socializzazione che ha lui, li hai anche tu. Anzi, direi che stai proiettando su di lui gran parte di questi tuoi problemi.

La paura, ad esempio, di essere riconosciuti come una coppia gay dalla gente quando siete seduti a un tavolino a bere un caffè, è una paura anche tua.

Se lui fosse venuto al museo e il tuo amico dell'università vi avesse chiesto "come vi siete conosciuti?", tu cosa gli avresti risposto? Come avresti reagito se lui avesse detto la verità: "siamo gay e ci siamo conosciuti su grindr"?

Sembra che a te vada bene che teniate per voi due questo segreto, che debba andar bene anche a lui e che il resto del mondo non sospetti niente.

Per te sarà anche la cosa più normale da fare e quella che, indubbiamente, ti crea meno stress. Ma ti sei messo dall'altra parte? Io lo troverei pesante, se fossi al posto del tuo amico. Sia se fossi dichiarato, sia se non lo fossi. Perché comunque è sempre un nascondersi, un vivere la relazione di amicizia entro certi paletti. E non fa piacere a nessuno.  Lui sarà timido, complessato, pauroso, e magari ti esprime il suo disagio in modo vago, dandoti buca o trattandoti con freddezza. Tu cerchi un amico gay per parlare liberamente , con lui in privato, dei ragazzi e del tema "omosessualità". Magari il tuo amico invece vuole un contatto con un altro ragazzo gay per riuscire ad aprirsi al mondo circostante, ad avere le prime storie, conoscere una realtà gay un po' più aperta e varia, a non sentirsi più impaurito e in colpa di essere gay... E il rapporto con te invece gli prospetta una ennesima chiusura verso molte situazioni e complicazioni ulteriori in situazioni dove è costretto a fingere (vedi l'esempio dell'amico del museo).

Le amicizie le dividi eccome sulla base della sessualità: agli amici gay dici che sei gay, agli altri no e dissimuli. Ti sembra una differenza da poco?

Non voglio accusarti, tutti ci siamo nascosti, chi più chi meno, per paura delle conseguenze. Ti invito solo a riflettere un po' sulla tua situazione e a non pensare che il problema qui sia il tuo amico con le sue presunte ansie sociali e vari ed eventuali altri problemi.

 

Poi il discorso della famiglia, che "ha diritto di sapere per prima", mi sembra assurdo. I tuoi genitori sono di un'altra generazione, meno facilmente possono capirti e accettarti in pieno. Inoltre la vita sessuale e sentimentale è tua e non di tuo padre o di tua madre. Al massimo i tuoi possono avere il diritto di sapere come spendi il tuo tempo o i tuoi soldi, nel caso in cui siano loro a mantenerti. Ma non certo dove vai a inzuppare il biscotto o se ti masturbi su Elisabetta Canalis o su Jake Gyllenhaal.  Io ti consiglio di provare a sbloccarti prima sul fronte "amici" che sul fronte "famiglia" (a meno che tu non abbia fratelli o sorelle con cui hai anche un rapporto di amicizia e condivisione) proprio per una questione di benessere che ne ricaverai dopo... avrai delle amicizie un po' più sincere e limpide, potrai parlare liberamente dei tuoi desideri, dei tuoi problemi, delle cose che vuoi fare, delle persone che frequenti e che ti piacciono. E se in un'amicizia non c''è questo, per me non c'è amicizia e non c'è vita sociale. Cioè, c'è, ma è falsata.

Alla famiglia ci puoi pensare in un secondo tempo, a mio parere. Poi fai come ritieni più opportuno tu per la tua situazione specifica.

 

Per le parti in grassetto. Queste tue argomentazioni stanno rasentando l'assurdo. 

-Non lo ho mai imposto nulla che gli debba andar bene

-Non ho mai messo paletti

-Mi farebbe piacere un confronto ma con chi lo vuole, non certo con lui che ha problemi in questo senso

-Non lo costringo a fingere, fu una volta e mi resi conto della cosa

-Dato che lui NON SA SE SONO DICHIARATO O MENO mi è sembrato giusto e sincero dirlo

-Se uno mi dice che è gay non ho paura di essere trattato male se scopre che sono gay anche io

 

Sinceramente dovermi continuamente proteggere su questi punti mi pare allucinante. 

Sopratutto sulle amicizie. E' l'unico amico che so essere gay. Questo è il senso che sto dando a "amicizia gay". Non voglio obbligarlo a confronti sui miei interrogativi. Vorrei che fosse meno agitato nelle cose più quotidiane e semplici e mi preoccupo per lui.

Chiarisco ancora la questione delle amicizie, dato che è una cosa a cui tengo moltissimo. NON FACCIO STUPIDE E BANALI DIFFERENZE FRA CHI E' GAY E CHI NON LO E'. Gradirei che, non conoscendomi affatto, tu evitassi di scrivermi che faccio questa differenza perché non è così. Se lui lo sa è per forza di cose (ci siamo conosciuti in una chat gay!)

.

Per il CO non so argomentare un granché, sono molto confuso in merito, ma grazie per i consigli (e lo dico davvero... non ho nulla contro te)

 

 

 

P.S.

Per tutti gli altri che, gentilissimi, stanno partecipando alla discussione: vi leggo con interesse e vi ringrazio per le risposte che mi date. E' una cosa nuova per me ricevere dei consigli. Grazie.

 

Davy...

scusami ancora per il mio tono. Mi sento marchiato come razzista ed è una cosa per me inconcepibile. Ripeto ancora: non è così. Sono domande che mi faccio io. Tutto ciò non è volto a cambiare la realtà per rendermela più comoda o utile. 

Edited by LDaverio
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Dal quadro che hai tratteggiato, sposo più la tesi di una scarsa accettazione della sua omosessualità, che lo porta a atteggiamenti evitanti e ansiosi. E' come se alternasse momenti in cui sta bene con te e riesce a stare rilassato a momenti in cui fa fatica a gestire la vostra relazione, come se la trovasse "pesante", onerosa, e allora ha il bisogno di staccare. Potrebbe essere anche il sintomo di un innamoramento, ma ho come la sensazione che sia proprio la difficoltà ad affrontare l'omosessualità, perché bene o male la vostra frequentazione, seppur amicale, è comunque un modo che ha avuto di "rompere il ghiaccio" con l'universo gay. Non è ancora in fase di completa accettazione e fa un passo avanti e due indietro, e quindi a tratti il rifiuto della vostra frequentazione corrisponde al rifiuto di un contatto sereno con la sua omosessualità. Un sintomo mi pare il non voler far alcun riferimento a qualcunque "cosa gay", o a sembrare in un certo senso omosessuale.

 

Diciamo che anche tu, sebbene mi sembri più avanti, sei ancora "in percorso", da quanto leggo, e questa cosa non vi aiuta e non lo aiuta ad avere un rapporto "fluido".

 

Il consiglio che chiedi nel titolo del topic? Mi verrebbe da dire che potresti provare a parlargli con franchezza e capire se effettivamente ha questo disagio, ma potrebbe avere una reazione di ulteriore chiusura a riccio. Di certo non è facile combattere con l'irrisolto, suo e anche un po' tuo (non è un giudizio eh, capita ed è normale che capiti).

 

Idem. E' questa la sensazione che ho avuto leggendo il primo post. Ed è la stessa cosa che propongo (parlarne) per comprendere meglio il vostro rapporto.

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