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Parliamo di..... Università !!


Doctoralf88

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Ciao a tutti ragazzi !!!

Come state ???....eccomi qui di nuovo e stavolta per parlare di..... Università;

Ho deciso finalmente di portare a termine questo percorso, stavolta una volta per tutte, senza prendere altri sbandamenti;

Ho avuto un percorso molto travagliato per quanto riguarda l'università. Passato da lingue e letterature straniere per inseguire il sogno di divenire insegnante di lingue straniere, alla sbandata per medicina dopo essermi ammalato, per poi quasi finire a fare veterinaria, per poi lasciare per dedicarmi a un periodo di lavoro, per poi tornare iscrivendomi a mediazione linguistica e culturale;

Si, lo ammetto, ho avuto un brutto sbando di cervello;comunque, fatto sta che io nella cultura e nel l'avete un titolo accademico ho sempre creduto fino in fondo e voglio arrivarci.

Un mesetto fa, ho chiesto un colloquio di orientamento presso la mia università e il risultato ??.... Beh, a voler dire dalla mia grande passione per le lingue straniere, mi è stato vivamente consigliato di restare in tema "lingue straniere", senza divulgare troppo su altro, altrimenti si finisce (come è stato fino adesso) con il non concludere nulla.

Certo, mi è stato anche detto che se volessi conseguire la carriera da insegnante, lingue e letterature straniere era comunque la strada più adatta anche in confronto a mediazione linguistica.

Ho fatto quindi un ragionamento è mi son detto:

1) per insegnare comunque devo per forza fare la magistrale.

2) per il momento voglio pensare a una laurea triennale. Poi si vedrà.

Alla luce di queste mie considerazioni, ho deciso di restare e di completare la triennale in mediazione linguistica.

Ho quindi rinnovato l'iscrizione e ora sono a tutti gli effetti al secondo anno in corso di mediazione.

Ho qualche esame da recuperare, certo, però per il momento ho deciso di proseguire in questo modo.

Ho scelto anche di restare a mediazione per non star lì a cambiare di nuovo per tornare a lingue e letterature, cosa che tra l'altro avrei potuto fare solo al termine di questo anno accademico. Ma non volevo perdere altro tempo.

Ho pensato poi di sostenere degli esami di letteratura per quanto riguarda i crediti liber, di modo che se poi volessi continuare con una magistrale, posso accedere alla magistrale in lingue e letterature europee ed extraeuropee per poi vedere di proseguire con l'insegnamento.

La domanda è: in questo caso, la laurea magistrale, essendo diversa dalla triennale, è considerata seconda laurea ??

Mentre se volessi rimanere nell'ambito universitario ?? Ovvero insegnare all'università il titolo dovrà essere lo stesso ??

Se qualcuno può darmi delucidazioni.... Grazie.

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La laurea magistrale è una laurea magistrale quindi non è una seconda laurea, c'è il bruttissimo vizio di dire che chi ha conseguito una laurea 5+2 abbia due lauree ma è una cazzata, semplicemente il +2 integra la tua laurea precedente aprendoti più strade.

 

Per quanto riguarda l'insegnamento la strada dipende molto da dove geograficamente vivi, ad ogni modo niente è facile in Italia ma nemmeno impossibile.

Insegnare è bello, finalmente lo sto facendo e se è questo che vuoi fare armati di pazienza ed insisti, è una strada fattibile solo un pò lunga.

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Il topic è molto specifico e sinceramente ti consiglierei di postarlo in luoghi più appropriati, forum universitari, magari del tuo ateneo, così da raccogliere informazioni di prima mano e di chi sta vivendo la tua esatta situazione; qui al massimo avrai un quadro più confuso e variegato.

Ad ogni modo

 

Di per sé vedere qualcuno tornare all'Università, in controtendenza con l'abbandono generale, è bello e fiducioso.

Tuttavia mi sa che mi tocca spegnere qualche entusiasmo che in realtà è più un abbaglio.

Non sei più un neoventenne e sei ancora/di nuovo al secondo anno della triennale, la strada è tutta in salita e sei in ritardo sulla tabella di marcia delle tue prospettive di carriera. Non voglio ripescare la polettiana diatriba su cosa sia meglio, laurearsi con un voto basso ma presto, o con un voto alto ma in ritardo, la verità è che oggi più che mai la laurea è carta straccia e non serve a niente nel mondo del lavoro. Per esperienza viva ti posso dire che quando uno legge il tuo curriculum ignora titolo di studio e voto e si concentra di più sull'età, su quanti anni ci hai messo a laurearti e quanti anni hai invece passato senza studiare o lavorare. In ogni caso, meglio averla che non averla.

 

Sul fronte insegnamento la situazione è complessa e ti posso dare informazioni specifiche perché ci sono dentro.

Per insegnare alla scuola pubblica, il percorso fino a questo esatto momento è il seguente:

 

laurea triennale > laurea magistrale > eventuali crediti in più* > scuola di abilitazione** > concorso pubblico a cattedra

 

* nella stragrande maggioranza se sei laureato in una materia, per assurdo, non hai tutti i crediti richiesti per rientrare in una classe di concorso, ossia le materie che vorresti insegnare, quindi ti tocca iscriverti di nuovo all'università per darti dei corsi liberi.

** questo passaggio è delicato perché subisce variazioni nel tempo. Prima c'erano le SISSIS, che duravano due anni. Poi hanno messo il TFA, che dura un anno. Nel 2016 partirà il terzo ciclo, ma forse sarà l'ultimo, perché Renzi sta cambiando tutto.

 

Io ho preso la magistrale a 23 anni. Ne ho quasi 30, ho l'abilitazione, non ho mai fatto una supplenza, parteciperò al concorso ma ho poche possibilità di vincerlo. Se tutto va bene, entro i 40 riuscirò a entrare in una classe.

Fatti bene i conti. Considerando che ogni tre anni in Italia fanno una (finta) riforma della scuola.

 

Per insegnare all'Università, devi dare il culo a qualche santo.

Il passaggio è:

 

laurea triennale > laurea magistrale > dottorato di ricerca > attività di ricerca e supplenza

 

Ma considera che, per se vuoi diventare docente universitario, devi:

- farti notare il più presto possibile da un docente, e votarti interamente a lui

- fare almeno una pubblicazione durante la laurea magistrale

- ottenere più raccomandazioni possibili per vincere il concorso per il dottorato di ricerca (che è il paradiso delle raccomandazioni)

- prepararti a DECENNI di sfruttamento senza essere mai pagato.

 

Il mio consiglio è: finisci gli studi e consegui questa laurea. Fare quello che piace dà molte soddisfazioni. E una laurea è sempre meglio averla, come dicevo. Poi entrerai nel mondo del lavoro e vedrai che sarà tutto diverso, ma così va il mondo. Prenditi questa laurea, ma per te, unicamente per te, non nella speranza che ti possa aprire porte e portoni.

Edited by w1nter
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IlSuonatoreJones

La laurea magistrale è una laurea magistrale quindi non è una seconda laurea, c'è il bruttissimo vizio di dire che chi ha conseguito una laurea 5+2 abbia due lauree ma è una cazzata, semplicemente il +2 integra la tua laurea precedente aprendoti più strade.

Immagino tu volessi dire 3+2, n'eh?

Comunque, sì, è un bruttissimo vizio.

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Si, quello assolutamente;

A seguito anche di diverse esperienze lavorative, ho deciso di laurearmi non tanto per una questione di..... Trovare un lavoro poi, ma solo ed esclusivamente per una cosa che voglio io e in cui ho sempre creduto.

Per ora, non penso neanche alla magistrale, o per lo meno non così tanto. Adesso mi interessa almeno prendere la triennale. Poi si vedrà.

In ogni caso, concordo anch'io sul fatto che comunque meglio averla una laurea che non averla.

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La magistrale è una "seconda laurea", appunto di specialistica. 

Sarai laureato con la triennale di mediazione e laureato in specialistica extraeuropea.

Fai però attenzione, che solitamente per passare alle magistrali fuori dal corso di studi devi avere un tot di crediti richiesti. 

 

Esempio: Mario si laurea con una triennale in Informatica, ma vuole fare la specialistica in Bioingegneria. Per entrare però sono richiesti almeno 70 CFU in Biologia che lui non ha. Sostenendo il colloquio con il professore per l'entrata in magistrale parleranno di questi CFU richiesti e se non sono importanti entra (magari si recupererà con dei moduli aggiuntivi), ma se senza tali CFU non saprebbe cavarne un ragno dal buco gli faranno sostenere degli esami prima di farlo entrare nel biennio. 

 

Ora, giustamente non hai cambiato facoltà perché erano problemi e documenti in più, ma se scegli poi una magistrale diversa o sempre nell'ambito, ma con una specialità forte (tipo specialistica in letteratura) vedi di riempire i CFU a scelta libera della triennale con esami propedeutici. In modo che la tua candidatura alla magistrale sia ben accetta. 

Purtroppo, una cosa che ti dicono fin dall'incontro con le matricole al primo anno di triennale è: <Ragazzi, scegliete già la magistrale ora che non facciamo entrare cani e porci, mi raccomando.> Fa salire l'ansia, ma per lo meno se poi vuoi continuare hai le propedeutiche giuste, se poi vuoi smettere, oh, almeno hai fatto un curriculum triennale ben fatto. 

Edited by Yukio_
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Concordo appieno;

Infatti, se poi volessi fare veramente la magistrale in lingue e letterature europee ed extraeuropee serviranno 36 crediti di letteratura che nel mio normale corso di laurea triennale in mediazione linguistica non sono previsti. Dunque, dovrò recuperarli sostenendo tali esami con i crediti liberi.

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Ne approfitto per correggere il tiro di w1nter sulla questione docenza universitaria.

 

La difficoltà principale negli ultimi anni per ottenere una posizione all'interno di una qualunque università è che non ci sono posizioni accessibili. In tempi di spending review si è tagliato totalmente il reclutamento di personale.

 

Sfatiamo anche il mito che serva una raccomandazione. Molti saranno riusciti anche ad entrare per una raccomandazione ma non ne farei un discorso generalizzato. Prima di lamentarci del sistema sarebbe il caso di conoscerlo approfonditamente e soprattutto dovremmo avere tutti i titoli per farne parte. Questo vuol dire che la prima cosa di cui bisogna preoccuparsi è di saper fare il proprio lavoro e di dimostrare con pubblicazioni la qualità del proprio lavoro.

 

Procediamo poi per ordine. Il concorso per il dottorato di ricerca non è una lotta selvaggia e se si hanno le qualità si può emergere. Parlo per esperienza personale, ho vinto due posizioni con borsa in due università che non erano la mia e nelle quali non conoscevo nessuno. Non sono un figlio di docenti universitari (i miei non erano neanche laureati) né figlio di politici o imprenditori.

 

Sfatiamo anche il mito che si lavora solo gratuitamente. La maggior parte dei precari riesce a lavorare pagato; non guadagnerà cifre alte e non avrà ammortizzatori sociali né un trattamento pensionistico degno di questo nome ma non si lavora tendenzialmente gratis. Chi accetta di lavorare gratis dovrebbe spiegare bene i motivi per cui lo fa. A volte si accetta di non guadagnare nulla pur di non fare le valigie e andare in altre città e nazioni; si è liberi di farlo ma non ci si può lamentare.

 

Concludo che si dovrebbe anche avere vedute molto più ampie. Non ci si può limitare a guardare il proprio ateneo o al più la propria nazione. Il mondo della ricerca è globale e dovrebbe essere molto più aperto ai cambiamenti. In quasi tutte le nazioni di questo mondo non ci si dottora nello stesso ateneo in cui si è studiato e non si inizia a lavorare nell'ateneo in cui ci si è dottorati. Questa è un'anomalia tipicamente italiana.

 

Aggiungo che si è dimenticato di citare un altro step necessario per ottenere una posizione a tempo indeterminato nelle università. Si tratta dell'ASN (abilitiazione scientifica nazionale) che si ottiene semplicemente in base alla qualità delle proprie pubblicazioni. E posso assicurare che la maggior parte di quelli che reclamano una posizione all'interno degli atenei non ha i requisiti minimi per ottenerla.

 

Spero di aver fatto un po' di chiarezza.

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Allora, farò un po' di chiarezza a mia volta.

 

Va da sé che ho volutamente dato alla mia esposizione del quadro tinte fosche e grottesche con l'intento di buttare sul topic starter una doccia fredda di realtà, mostrandogli il peggio possibile del sistema, a fronte delle più rosee aspirazioni e idealizzazioni. Va da sé che le generalizzazioni sono convenzioni che lasciano il tempo che trovano e che dunque se anche avessi scritto "i dottori di ricerca sono tutti raccomandati tranne uno", tu saresti venuto comunque a scrivere quanto hai scritto.

 

Detto questo, primo punto fondamentale da chiarire. Ho volutamente giocato con le sfumature del termine "raccomandazione". La raccomandazione nel contesto universitario può essere tanto la spintarella ricevuta in quanto figlio/nipote/etc del pezzo grosso di turno, quanto la semplice referenza del docente che ti sponsorizza. Giocando con le sfumature, non è sbagliato dire che il dottorato è il paradiso delle raccomandazioni, perché ogni concorrente è legittimamente sponsorizzato da uno o più docenti. Niente di brutto: chi giunge al concorso di dottorato fa parte della creme della creme, è un gioco tra giganti della materia. E' tuttavia un requisito indispensabile nella maggior parte dei casi, ci sono concorsi in cui se non presenti una o addirittura almeno due lettere di referenza non puoi legalmente partecipare.

Dunque, nessuna grillina lotta al sistema, ma semplicemente la constatazione che per procedere nella scalata universitaria servono doti relazioni che nulla hanno a che vedere con la conoscenza della materia. Devi farti notare, per le tue doti, ma anche saperti vendere, altrimenti resti indietro. E', comunque la si veda, un sistema chiuso.

Quanto alla voce "sfruttamento", dipende da ateneo ad ateneo, da docente a docente. Ma tendenzialmente ho sentito di pagamenti in ritardo di tre, quattro, cinque anni, oppure mai giunti. Ma a parte questo, sono più le attività che svolgi a mo' di servizio civile che quelle retribuite. Per non parlare del ruolo portaborse. Conosco una ragazza che per anni era costretta a tenere il cellulare acceso anche la notte. Praticamente faceva da assistente e da badante. E non era l'ultimo dei baroni in quel di Catanzaro, ma un porporato decrepito della Corte Costituzionale.

 

Piccolo appunto sull'abilitazione scientifica nazionale. Non l'ho inserita nel mio quadretto perché non volevo allargarmi troppo, ma anche perché la conosco poco, e dal quel che so è sospesa, bloccata, chiusa e/o in via di smantellamento. Non so quanto le voci che ho raccolto corrispondano al vero, onestamente.

 

Nelle sue meravigliose cinquanta sfumature di grigio, il quadro è questo. Cinquanta meravigliose sfumature di grigio, perché ogni volta la polemica si esaurisce nella seguente amara constatazione: a difendere il sistema è sempre e solo chi ci sta dentro, a criticarlo sempre e solo chi ne è rimasto fuori.

 

E dato che io ne sono rimasto fuori, ecco cosa ho raccolto negli ultimi cinque anni di esperienza (premessa: ho frequentato tre atenei italiani, provato quattro concorsi di dottorato, conosco ricercatori, assegnisti borsisti e portaborse sparsi un po' per l'Italia, quindi il quadro che segue non ha vizio di localismo):

- I baroni dell'Università? Ecco cosa è successo a un ragazzo che conosco:

Fa domanda per un concorso di dottorato. Riceve la telefonata di un docente: "ma sei impazzito? Ti presenti in quell'ateneo lì? Ma non lo sa che è il Feudo personale di XXX? Dai, lascia stare. Devi ritirarti, faccio una figura di merda se ti sponsorizzo. Ritirati e boh, ti faccio fare un modulo nel mio corso l'anno prossimo". (la promessa è stata mantenuta)

-Do ut des.

Una ragazza che si sentiva in tasca il dottorato, l'ha perso con estrema meraviglia di tutti gli astanti. Pare che le abbiano rivelato i magheggi avvenuti, in cambio del silenzio le hanno fatto un bando per una borsa di perfezionamento all'estero solo per lei, in gran segreto e di nascosto, unica partecipante e vincitrice.

-Questione di politica.

Altro caso. Candidato plurititolato si presenta al concorso aspettando di trovarsi, come annunciato, il docente relatore in commissione. Colpo di scena: un cambio ai vertici del Dipartimento, Corso di laurea e Facoltà, fa sì che l'ago politico si sposti dalla parte opposta. Risultato: docente silurato, e con lui tutti i suoi accoliti.

-Destino già scritto

Il mio caso. Il giorno prima della prova scritta sapevo già quanto avrei preso allo scritto, quanto all'orale, quale sarebbe stato il mio punteggio totale, la mia posizione in graduatoria, e chi sarebbero stati i vincitori.

-Fantasmi

Questo è il più incredibile, ma è tutto vero. SI classifica al primo posto di un concorso una concorrente che non si è mai presentata alle prove.

 

Certo, sono tutti casi estremi. Sono poche, le più scure tra le cinquanta sfumature di grigio. Ma anche nelle altre non siamo messi tanto bene.

Tra i vari dottorati, ne ho provato uno particolarissimo: a San Marino! Ebbene, prima scrematura fatta sui titoli. Mando tutto a mezzo posta. Poco dopo ricevo una scarna e-mail "ci dispiace ma bla bla bla". Quanti punti ho ottenuto in questa valutazione? Nessuna risposta. Posso vedere una griglia di valutazione? Nessuna risposta. Ma la graduatoria di chi è passato alle prove successive? Nessuna risposta. Chi l'ha vinto alla fine questo concorso? Ma c'è mai stato un "concorso"?

C'è troppo poca trasparenza, troppa abitudine al malaffare, perché io possa dire che sì, alla fine la mia è solo invidia, ne parlo male perché ne son rimasto fuori.

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Allora, farò un po' di chiarezza a mia volta.

 

Va da sé che ho volutamente dato alla mia esposizione del quadro tinte fosche e grottesche con l'intento di buttare sul topic starter una doccia fredda di realtà, mostrandogli il peggio possibile del sistema, a fronte delle più rosee aspirazioni e idealizzazioni. Va da sé che le generalizzazioni sono convenzioni che lasciano il tempo che trovano e che dunque se anche avessi scritto "i dottori di ricerca sono tutti raccomandati tranne uno", tu saresti venuto comunque a scrivere quanto hai scritto.

 

Perchè? Sempre meglio spegnerlo l'entusiasmo delle persone, meglio vederle depresse...giusto giusto

 

Io in tutta sincerità penso che una critica negativa, anche per scoraggiare vada bene però deve essere anche costruttiva, sapessi quanta gente mi ha fatto i tuoi discorsi e alla richiesta di cosa cazzo fare mi rispondeva "vai all'estero". Manco se varcato i confini non aspettassero che me.

 

Ad ogni modo con il tfa si lavora, certo non a Caltanissetta o a Salerno a si lavora, io ad esempio sto lavorando e lavorerò fino a giugno e mi sono abilitato questa estate.

Per quale motivo bisogna sempre scoraggiare le persone?

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No, guarda, non volevo rendere depresso nessuno, solo, come detto, un richiamo duro e crudo alla realtà. Penso sia più utile dire "guarda che alla tua età sei già indietro, dovrai fare il triplo della fatica per recuperare, fatti i tuoi calcoli", piuttosto che lanciarmi in un gioioso "insegui i tuoi sogni e vedrai che si realizzeranno <3". Tanto più che il mio commento non è stato del genere "lascia perdere perché fa tutto schifo", ma "vai avanti, ma solo per te stesso, per fare qualcosa che ti dà soddisfazione, non sperare di guadagnarci altro". Che è quanto doctoralf stesso ha ammesso di voler fare.

 

Per il resto, che dire, ormai mi parte l'embolo facile quando sento certi discorsi. E stai lì tre ore a spiegare come stanno le cose, che no, non vuoi fare l'insegnante per avere tre mesi di ferie, che no, ci vogliono tanti concorsi per diventare docente quanto per diventare primario. Ma tanto è inutile, finché uno non ci sta dentro non ha idea di cosa vogliano dire certe cose.

 

Per me il TFA è stata un'esperienza bruttissima, gestita alla cazzo di cane, nell'improvvisazione totale. Una roba all'italiana, insomma. Ma è senz'altro vero che dipende dal luogo. L'avessi fatto a Milano sarei stato un po' più soddisfatto. Purtroppo son rimasto al sud, e di supplenze nemmeno l'ombra. Nel passare dalla terza alla seconda fascia l'unica differenza è che prima non mi convocavano proprio, adesso mi convoncano, ma con la cazzata dell'inserimento in coda e non a pettine mi vedo sfilare supplenze da gente che ha un terzo dei miei punti, eppure sta sopra di me. Per dire la meritocrazia.

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davydenkovic90

w1nter non hai neanche detto in cosa sei laureato. Mi sembra un dettaglio da non trascurare, date tutte le altre cose che hai detto.

In ogni caso secondo me non è del tutto opportuna la tua serie di risposte. Non tanto perché cerchi di essere realista, quanto perché sembra più che altro che tu voglia egoisticamente sfogare tutte le tue frustrazioni...

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Vabbè, ma in tutto ciò, ho saputo di un amico che si è laureato poco tempo fa in infermieristica (laurea triennale) con neanche un votone così alto e a quanto pare, il suo relatore di tesi, gli ha proposto di fargli da assistente. Quindi, partendo sempre dal presupposto che devi farti notare ovviamente, però volendo uno bene o male nel mondo universitario potrebbe riuscire ad entrare anche senza dottorati o master o chissà dio cosa.....

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w1nter non hai neanche detto in cosa sei laureato. Mi sembra un dettaglio da non trascurare, date tutte le altre cose che hai detto.

In ogni caso secondo me non è del tutto opportuna la tua serie di risposte. Non tanto perché cerchi di essere realista, quanto perché sembra più che altro che tu voglia egoisticamente sfogare tutte le tue frustrazioni...

E la opinione qui e opportuna? Se sono inopportuno io, che descrivo con dettagli una situazione che conosco bene e di cui si sta discutendo, tu che arrivi qui e ti lanci in giudizi personali cosa saresti?

A parte che non vedo cosa c'entri il mio settore di studi (ma è quello di doctoralf, quindi siamo in tema), che ti devo dire? Se mi limito a dire che il sistema fa schifo dite che parlo a vanvera senza conoscere la situazione. Se allora sciorino tutti i dettagli per dimostrare che so di cosa sto parlando, mi date del frustrato che cerca uno sfogo.

Va bene, mi sto zitto, continuate pure a raccontarvi che va tutto bene.

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un amico che si è laureato poco tempo fa in infermieristica (laurea triennale) con neanche un votone così alto e a quanto pare, il suo relatore di tesi, gli ha proposto di fargli da assistente.
 

E questo cosa ti suggerisce? La vedi come una cosa positiva? Io penso che la si possa vedere come una cosa positiva solo accompagnandola dal pensiero che "hmm, se ce l'ha fatto lui, di certo ce la faccio io". Altrimenti mi sembra una conferma del malcostume che dipingevo prima.

P.S. cominciare a fare l'assistente è solo il primo passo. Il dottorato di ricerca, se vuoi restare all'università per fare qualcosa di più del portaborse, è comunque necessario, perché devi avere quel titolo legale per poter fare ricerca e poi insegnare. 

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Io ho preso la magistrale a 23 anni. Ne ho quasi 30, ho l'abilitazione, non ho mai fatto una supplenza, parteciperò al concorso ma ho poche possibilità di vincerlo. Se tutto va bene, entro i 40 riuscirò a entrare in una classe. Fatti bene i conti. Considerando che ogni tre anni in Italia fanno una (finta) riforma della scuola.

 w1nter, in che classe di concorso sei abilitato?

 

 

 

Certo, mi è stato anche detto che se volessi conseguire la carriera da insegnante, lingue e letterature straniere era comunque la strada più adatta anche in confronto a mediazione linguistica. Ho fatto quindi un ragionamento è mi son detto:
 

 

Se hai intenzione di insegnare lingue, stante la normativa attuale, devi aver conseguito almeno 12 crediti nei settori scientifico disciplinari L-LIN 01 o L-LIN 02 e corso di durata triennale della lingua (36 crediti) e corso di durata biennale della relativa letteratura (24 crediti) 

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Dunque, c'è la buona notizia che ho fatto istanza all'università in cui ho chiesto che mi siano convalidati gli esami che avevo dato a lingue e letterature straniere, tra i quali c'era anche un bel 26 in letteratura francese, che ovviamente farò comparire come esame dato per i crediti a scelta; detto questo, impronterò il mio percorso in mediazione linguistica anche con una parte scientifico-letteraria sostenendo quindi altri 3 esami di letteratura;

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  • 2 weeks later...

Io inserirei anche quell'esame che si chiama "Didattica della lingua italiana come lingua straniera", almeno, da noi a Torino c'è. 

Un esame in cui ti insegnano come correggere lessico e grammatica degli stranieri, solitamente scelto da chi vuole poi insegnare. 

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  • 2 weeks later...

Ti capisco bene.

Io uscita dal liceo nel 2009 mi sono iscritta subito a giurisprudenza per accorgermi poi che non mi piaceva.. me ne sono andata ( nel mentre lavoricchiavo a nero).

L'anno dopo mi iscrissi ad archeologia e anche da li me ne andai..

Ora sto facendo l'anno di servizio civile ma il prossimo anno vorrei iscrivermi perché mi è rimasto proprio sullo stomaco ma non riesco a capire a cosa..

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  • 5 weeks later...

Io dopo 8 anni alla facoltà di matematica e 13 esami dati ho deciso di seguire la mia vera passione e farò il passaggio ad ingegneria civile a settembre e poi specialistica ai trasporti, nel passaggio mi convalidano quasi tutte le materie

 

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