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Facciamo un gioco...


w1nter

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la domanda esula dalla mia esperienza, però mi è subito venuta in mente la frase "perchè avremmo perso tempo e anima entrambi senza arrivare a nulla, tu aspettando me e io aspettando qualcuno che non sei tu".

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è sempre più raro oggi ottenere rispetto per i propri sentimenti. In effetti mi sembra (e ribadisco che è solo una impressione) che alcune delle risposte qui siano intrise di un disagio dovuto esclusivamente alla modalità di espressione dei sentimenti, e non invece alla storia pregressa e a altri eventi e comportamenti.

mmhh...

nì.

forse hai saltato una premessa: c'è molto più pudore nel manifestare i propri sentimenti profondi che nel mostrarsi smutandati & a gambe aperte anche col primo che passa.

chè se mi vergogno io per primo a manifestarti quel che provo, ovviamente sarò più *suscettibile* se & quando venissi da te deriso/colpito in the middle of the heart.

 

Ma questa cmq non è certo una novità dei tempi social: specie noi maschi, da sempre abbiamo grosse difficoltà a manifestare le nostre emozioni (hai presente quelle terrificanti frasi fatte tipo "un vero uomo non deve piangere MAI"?? ecco, quelle!)

Edited by freedog
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Io ho solo capito che @w1nter non ha mai avuto una normale storia d'amore...

L'ultimo commento è assolutamente incomprensibile.

forse hai ragione.

anche se non sono mai riuscito a considerare collegabili il concetto di normale (che mi sfugge quasi in assoluto) con quello di storia d'amore:

continuo a pensare che ogni relazione sia a sè, e diffido un po' di chi (dai preti fino alla famigliola del mulino bianco) codifica l'esistenza del modello di coppia standard valido x tutto & tutti.

 

e lo dimostra il fatto che noi stessi viviamo lunghe relazioni completamente diverse, ma credo validissime entrambe allo stesso modo,

perchè sia a noi due che ai nostri partner va benissimo come si sono evolute.

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Per essere un forum gay, ci si scaglia a dare dell'anormale a chiunque con una frequenza preoccupante.

 

Poi be', ci sono commenti incomprensibili, tipo il mio (?), e ci sono commenti che ti chiedi quale sia l'utilità e cosa aggiunga alla discussione in atto, tipo quello di Almadel.

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Nella tua risposta passi da un punto di vista esterno (non ti immedesimi, ma parli di "due" personaggi generici) a un tentativo di immedesimazione. E' quanto meno curioso. Suppongo che a non farti dare una risposta in prima persona sarà stata la mancanza di esperienze a riguardo. Però devo ammettere che alla tua ultima considerazione risponderei "facile parlare per te, che non ti è mai successo". Sempre ammesso, appunto, che non ti sia successo qualcosa del genere. In ogni caso, condivido pienamente la tua considerazione. E rilancio con un'altra riflessione: è sempre più raro oggi ottenere rispetto per i propri sentimenti. In effetti mi sembra (e ribadisco che è solo una impressione) che alcune delle risposte qui siano intrise di un disagio dovuto esclusivamente alla modalità di espressione dei sentimenti, e non invece alla storia pregressa e a altri eventi e comportamenti.

 

No! Non è capitato che un mio ex suonasse alla porta ed esordisse con le parole che hai citato all'inizio.

Nel corso dell'ultima relazione avuta, mi è successo di trovare il mio compagno visibilmente insoddisfatto ed infelice. Di fronte alla richiesta di una risposta sincera, (presupponendo una risposta data con il cuore), mi sono trovato davanti un muro...un silenzio inaspettato. Lo stavo chiedendo al mio compagno, la persona di cui ero innamorato e lui non se la sentiva di condividere il suo stato d'animo con me...la persona con cui condivideva una storia, il letto, gli amici, con cui conviveva da un paio di anni. Ho accettato il suo silenzio ma non la possibilità che fossi io a renderlo infelice. Quando decise di lasciarmi tornai sull'argomento, motivò la sua scelta con un generico "devo ritrovare me stesso". Quando in seguito scoprii il suo tradimento e la storia parallela che da tempo stava vivendo, messo alle strette, mi rispose con queste parole: "ho finalmente trovato la persona di cui mi sono innamorato, con te non stavo bene, non ti amavo". Son passati alcuni mesi ma ancora soffro al ricordo di quelle parole ricevute.

In quell'ipotetico dialogo di fronte alla porta, probabilmente sarei ancora e soltanto io a pronunciarle quelle parole...e se lui ridesse di me lo troverei davvero crudele...

Dal mio punto di vista l'amore altrui non dovrebbe essere mai deriso, ecco il perché della mia considerazione. La derisione provoca un dolore immenso.

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Sì devo notare che pochi sembrano aver preso sul serio il giochino, o almeno spero sia così, perché altrimenti sarebbe davvero preoccupante la totale mancanza di empatia nei confronti di chi si ha di fronte.

 

Però effettivamente l'esplicitazione di sentimenti profondi è spesso percepita come falsa, oppure come stupida e ridicola, o come una violenza psicologica da chi la ascolta. Così come chi la esplicita potrebbe viverla come una specie di umiliazione, di sconfitta, di abdicazione a favore dell'irrazionalità.

 

Nessuno ci insegna a gestire e a conoscere queste cose. Non è contemplato l'insegnamento del rapporto con se stessi e con gli altri, quindi si dà tutto per scontato, ma non essendolo affatto, le persone sono obbligate a basarsi sul sentire comune, sull'opinione dei più, sul generalmente aquisito e praticato. Le aspettative, l'immaginario collettivo ed individuale, il retroterra culturale, le pressioni sociali, il coacervo di credenze, opinioni, pareri, congetture, previsioni, governano questi argomenti mille volte più che il sentire se stessi e il percepire l'altro.

 

Perfino l'esperienza rischia di non essere capace di insegnare nulla se la si lascia macerare senza riuscire a metabolizzarla in maniera costruttiva e significativa.

 

Perfino aver vissuto la medesima esperienza da un lato piuttosto che dall'altro può non essere sufficiente se non si è in grado di trovare quel quid, quella spegazione in grado di far quadrare il cerchio.

Edited by Sampei
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Non aiuta molto, però, presentare la cosa come un ex che si ripresenta

e che chiede quale è "la cosa peggiore che sarebbe potuta capitare se"

 

La frase può sembrare innocente, o prudente, ma non lo è del tutto

 

Se io dico a @freedog di immaginare la peggiore delle conseguenze

per un contrattempo lavorativo che lo preoccupa, gli suggerisco che

la sua preoccupazione non ha un reale fondamento, gli sto dicendo in

modo indiretto che ha una paura infondata ( l'implicita risposta alla domanda

sarebbe che il peggio che si possa immaginare, non è così grave come sembra )

 

Trasposto in campo amoroso suona come se gli dicessi che ha paura di amare

la qual cosa potrebbe funzionare se veramente @freedog fosse "preoccupato"

ma se lui è perfettamente sereno, ma altrettanto disinteressato a me, faccio un

buco nell'acqua ( anzi non essendo preoccupato da niente, smentirà l'ipotesi di

essere un "fifone" )

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La frase può sembrare innocente, o prudente, ma non lo è del tutto

Non lo è affatto! La frase è anzi una feroce e sibillina provocazione del carnefice alla sua vittima. "Ehi vittima, non è che forse non è proprio male male essere vittime?" O magari, chissà, una audace provocazione della vittima al suo carnefice. "Allora carnefice, io sono sopravvissuto alla carneficina, e tu invece?" Cosicchè tutti rispondono feroci ed oltraggiati.

 

In fondo, a ben vedere, chi è il carnefice e chi è la vittima? Chi è il buono e chi il cattivo? Chi ha ragione e chi ha torto? Non si può rispondere a questa domanda.

 

E giustamente alla provocazione si risponde rinfacciando all'immaginario interlocutore tutto ciò che di lui violava l'antica idealizzazione frustrata.

Edited by Sampei
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@Giona: ok, quindi avevo visto giusto, anche tu (come me e altri) pensi di ritrovarti a pronunciare la fatidica domanda piuttosto che rispondervi. Poi quoto tutto il resto, soprattutto la parte sulla derisione.

 

 

 

 

Sì devo notare che pochi sembrano aver preso sul serio il giochino, o almeno spero sia così, perché altrimenti sarebbe davvero preoccupante la totale mancanza di empatia nei confronti di chi si ha di fronte.

Per certi versi, non c'è niente di più serio di un gioco di finzione. Ma non voglio aprire cascate verbali con riflessioni filosofiche sull'atto della finzione e via dicendo, quindi mi fermo qui. In ogni caso, i termini del gioco erano elementari e chiari, poi ognuno si comporta come vuole e si prende le conseguenze del caso.

 

 

 

Però effettivamente l'esplicitazione di sentimenti profondi è spesso percepita come falsa, oppure come stupida e ridicola, o come una violenza psicologica da chi la ascolta. Così come chi la esplicita potrebbe viverla come una specie di umiliazione, di sconfitta, di abdicazione a favore dell'irrazionalità.

Questo è vero, ma nel suo giusto contesto. Capitano effettivamente ostentazioni drammatiche di sentimenti assolutamente non richieste, e penso che siamo tutti d'accordo nel condannare fermamente quelle che capitano al primo appuntamento. Ma, come dicevo, i termini del gioco sono chiari. Non trattandosi di primi appuntamenti ma di amori mancati e/o finiti, il discorso cambia. Presupponendo anni di condivisione intima (o anche mesi di frenetica passione, se si vuole), dovrebbe esser un po' più difficile condannare le manifestazioni emotive.

Poi ci si ritrova a rimbeccare "be', leccarsi il culo va bene, ma dirsi ti voglio bene ti disgusta?".

 

Per finire,

 

 

Trasposto in campo amoroso suona come se gli dicessi che ha paura di amare

Ma è esattamente quello il punto della frase! Poi ovviamente sta a ognuno valutare quanto una frase del genere sia opportuna o fuori luogo, motivata o tirata fuori dal cilindro, nessuno dice che sia una bella frase romantica, anzi...

Ma basta anche vedere quali sono state le risposte date da alcuni utenti: mi sarei ingannato, TI avrei ingannato, non sarei stato felice, etc. Le imputazioni celate dalla frase sono tante, e tante le risposte.

Edited by w1nter
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Non lo è affatto! La frase è anzi una feroce e sibillina provocazione del carnefice alla sua vittima. "Ehi vittima, non è che forse non è proprio male male essere vittime?" O magari, chissà, una audace provocazione della vittima al suo carnefice. "Allora carnefice, io sono sopravvissuto alla carneficina, e tu invece?" Cosicchè tutti rispondono feroci ed oltraggiati.

 

In fondo, a ben vedere, chi è il carnefice e chi è la vittima? Chi è il buono e chi il cattivo? Chi ha ragione e chi ha torto? Non si può rispondere a questa domanda.

 

E giustamente alla provocazione si risponde rinfacciando all'immaginario interlocutore tutto ciò che di lui violava l'antica idealizzazione frustrata.

 

Esattamente, esattamente.

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Capitano effettivamente ostentazioni drammatiche di sentimenti assolutamente non richieste, e penso che siamo tutti d'accordo nel condannare fermamente quelle che capitano al primo appuntamento. Ma, come dicevo, i termini del gioco sono chiari. Non trattandosi di primi appuntamenti ma di amori mancati e/o finiti, il discorso cambia. Presupponendo anni di condivisione intima (o anche mesi di frenetica passione, se si vuole), dovrebbe esser un po' più difficile condannare le manifestazioni emotive.

Poi ci si ritrova a rimbeccare "be', leccarsi il culo va bene, ma dirsi ti voglio bene ti disgusta?".

credo ci siano troppe variabili da considerare, che rendono impossibile trovare una regola generale valida x ogni situazione!

-sinceramente, non mi sembra tu stia considerando qualcuna de ste variabili; forse le dai per scontate, ma mi sa che in questo sbagli!!-

 

la più grossa variabile è sicuramente il come & perchè ci si è lasciati, e in quali rapporti si resta con l'ex una volta finito l'ammore.

La storia è finita perchè uno dei due

  • s'è dovuto trasferire millantamila km lontano per lavoro?
  • s'è stufato di avere più corna di un cesto di lumache?
  • non ne può più di avere a che fare con genitori & famigli vari del suo boy, troppo invadenti?
  • ha alfin capito che l'altro è corto di corteccia (cerebrale)?
  • eccetera

Insomma, considerando tutti sti particolari, arrivo alla conclusione che ogni storia non può che essere a sè ed ho serie perplessità sulla possibilità di arrivare a delle conclusioni general-generiche, oltre a questa che ti ho già fatto sopra, ossia

c'è molto più pudore nel manifestare i propri sentimenti profondi che nel mostrarsi smutandati & a gambe aperte anche col primo che passa.

chè se mi vergogno io per primo a manifestarti quel che provo, ovviamente sarò più *suscettibile* se & quando venissi da te deriso/colpito in the middle of the heart.

 

Ma questa cmq non è certo una novità dei tempi social: specie noi maschi, da sempre abbiamo grosse difficoltà a manifestare le nostre emozioni (hai presente quelle terrificanti frasi fatte tipo "un vero uomo non deve piangere MAI"?? ecco, quelle!)

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Se poi vogliamo x forza fare una riflessione generica, la metterei così:

certe storie, apparentemente banali, finiscono quendo viene fuori la vera natura di tanti ragazzi/uomini, che non sono capaci di usare il cervello se è acceso il pisello.

Ma per quanto già viste, queste storie banali mostrano sempre che gente simile è de coccio, visto che conosce solo la parola "mio" e che la possibilità di portare uno di questi tipi da "io/mio" a pensarla in termini di "noi insieme" é nulla, x quanto tu possa provarci allo sfinimento (tuo);

poi ci sono quelli straconvinti che "tanto a me non può succedere", e quando gli capita danno delle musate monumentali, tanto che faticano tantissimo a rimettere insieme i cocci e si fanno le domande che ti stai facendo tu con questo giochino..

Edited by freedog
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certe storie, apparentemente banali, finiscono quendo viene fuori la vera natura di tanti ragazzi/uomini
questa me la incornicio e me la porto via :santaclaus:
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sinceramente, non mi sembra tu stia considerando qualcuna de ste variabili; forse le dai per scontate, ma mi sa che in questo sbagli!!

No guarda, non ho mai inteso trarre alcuna conclusione generale, e le variabili le ho ben considerate, a cominciare dal post di apertura.

Piuttosto, è il discorso che è stato deviato: io volevo indagare le applicazioni e le possibili conseguenze di un amore che poteva essere e non è stato, NON i millemila motivi per cui ci si lascia.

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be se è lui a chiedermelo io gli risponderei che la cosa peggiore è che se poi alla fine io non mi riesco a innamorare , ci saremmo mollati al primo colpo di vento comunque .

dice il saggio cinese "queste cose si fanno in due" :ciga:

Edited by fabriz
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  • 4 months later...

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