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Brutti segnali dalla Corte Suprema USA


NewMarc

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Mario1944

 

 

Cassare una legge perchè incostituzionale è cosa assai diversa dal dire: "Eih, Congresso! La legge è costituzionale ma a noi non piace quindi devi farne un'altra!"

 

Ah certo, diversa, ma cassare (rectius dichiarare l'incostituzionalità d'una legge in tutto od in parte) è chiaramente una lesione più grave della libertà del legislatore di quella che sia una semplice raccomandazione di tener conto legislativamente di certi stati di fatto prima inesistenti o non considerati socialmente rilevanti.

 

Hai usato l'argomento contro le tue stesse affermazioni!

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Mario1944

 

 

NO. Quei quattro stati sono quelli che sono direttamente citati in questa udienza di fronte alla Corte. E' la Corte stessa ad avere scelto quei quattro casi (e quattro stati) sui 22 interessati perchè ritenuti i più rappresentativi. Credo che l'unico stato a non aver mai proibito esplicitamente il matrimonio gay sia il New Mexico (ma che comunque lo celebra solo di recente). Tutti gli altri lo proibivano con emendamenti costituzionali tranne una manciata che lo proibiva solo con leggi ordinarie, di solito perchè in quegli stati la Costituzione era difficilissima da emendare.

 

Mettiti d'accordo con la giornalista della Radio Vaticana.....

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Mario1944

Qui un articolo da http://www.ilpost.it/del 17 Gennaio che mi sembra chiarisca bene le cose anche con riferimento alle caratteristiche del ricorso alla Corte Suprema ed a possibili effetti della decisione sia che respinga sia che accolga il ricorso.

 

La Corte Suprema degli Stati Uniti ha accettato di considerare quattro casi provenienti da altrettanti stati in cui il matrimonio gay è stato vietato da un tribunale federale. La decisione della Corte Suprema, composta da nove giudici, riguarderà però anche il resto degli stati americani: la Corte dovrà infatti decidere se il 14esimo emendamento della Costituzione – quello che protegge la parità di ciascun individuo davanti alla legge – preveda anche che ogni stato debba fornire una licenza matrimoniale alle coppie omosessuali che la richiedano, e se lo stesso emendamento imponga a uno stato di riconoscere un matrimonio la cui licenza è stata concessa altrove (per ora, infatti, il matrimonio gay è riconosciuto “solo” a livello federale: le legislazioni dei singoli stati possono rifiutarsi di considerare una coppia gay sposata). La Corte Suprema dovrebbe tenere le audizioni dei quattro casi in aprile, e decidere entro fine giugno.

È la prima volta che la Corte Suprema decide di intervenire direttamente sulla questione, dopo che nell’ottobre 2013 aveva dichiarato incostituzionale parte del Defense of Marriage Act, che impediva il riconoscimento dei matrimoni gay a livello federale. Nel caso la Corte si esprimesse favorevolmente su entrambi i quesiti, sarebbe una sentenza storica: le coppie omosessuali formate da cittadini statunitensi potrebbero fare richiesta per sposarsi in qualsiasi stato, e si vedrebbero riconosciuti i propri diritti di coppia sposata – oltre che da quella federale – anche dalla legislazione statale.

Ad oggi, 36 stati (più il District of Columbia) permettono a una coppia gay di sposarsi: il loro numero è praticamente quadruplicato nel giro di tre anni. Il 70 per cento dei cittadini statunitensi vive in uno stato che permette alle coppie omosessuali di sposarsi. L’amministrazione di Barack Obama, già dal 2011, è a favore dell’equiparazione fra matrimonio omosessuale ed eterosessuale: ieri, poco dopo la diffusione della notizia che la Corte Suprema avrebbe esaminato i quattro casi in questione, il procuratore generale Eric Holder ha detto che l’amministrazione richiederà ufficialmente alla Corte Suprema che «l’eguaglianza matrimoniale diventi una realtà per tutti gli americani». Secondo un sondaggio di Gallup, dal 1996 al 2014 i cittadini americani favorevoli alla legalizzazione dei matrimoni gay sono passati dal 27 al 55 per cento.

Come ci siamo arrivati
Il Defense of Marriage Act, approvato nel 1996 ma già allora apparso di dubbia costituzionalità, conteneva una definizione di matrimonio limitata a quello eterosessuale e che in generale riguardo il matrimonio gay sospendeva il tradizionale vincolo di reciprocità fra i vari stati. Prima dell’ottobre 2013, infatti, a una coppia omosessuale che si era sposata in Massachusetts (dove il matrimonio gay è legale dal 2004) non venivano riconosciuti i molti benefit fiscali e pensionistici federali – qui la lista di tutti i 1049 benefit – nel caso si fosse trasferita in uno stato in cui non era permesso il matrimonio gay. In seguito a quella decisione moltissime corti federali minori – seguendo la nuova ratio decisa dalla Corte Suprema, che ha obbligato lo stato federale a riconoscere il matrimonio gay – avevano quindi legalizzato il matrimonio gay in diversi nuovi stati (ancora nel 2012, solo 9 stati e il District of Columbia permettevano il matrimonio gay). Un anno dopo, nell’ottobre del 2014, la Corte Suprema ha rifiutato di esaminare gli appelli avanzati contro i matrimoni gay da parte di cinque stati in cui le proprie corti federali minori li avevano legalizzati, esprimendosi di fatto per una loro legittimazione anche a livello statale.

Il 6 novembre del 2014, però, la Corte d’Appello federale del sesto circuito, che ha giurisdizione in Kentucky, Michigan, Tennessee e Ohio, ha deciso di confermare il diritto di vietare il matrimonio gay nei quattro stati, al contrario di quanto deciso da alcune corti minori in ciascuno stato. Si è creata quindi una discrepanza fra quanto deciso da tutte le altre corti federali, che in questi mesi si sono sempre espresse favorevolmente sui matrimoni gay. Questa circostanza – il disaccordo fra le varie corti federali – poteva essere risolta solo da un intervento della Corte Suprema, come aveva già ipotizzato nei mesi scorsi Ruth Bader Ginsburg, una giudice 81enne della Corte.

Cosa può fare la corte
Le ipotesi più probabili sono tre, come spiega Vox. Per prima cosa, la Corte Suprema può decidere che i divieti ai matrimoni gay emessi dagli stati siano incostituzionali, e quindi decidere di fatto per una equiparazione fra matrimonio omosessuale ed eterosessuale. Oppure, può prendere la decisione opposta: e quindi riconoscere che ciascuno stato possa scegliere di non celebrare matrimoni gay e riconoscere un matrimonio contratto in un altro stato. Infine, può lasciare agli stati la possibilità di scegliere se emettere o meno licenze matrimoniali, ma obbligarli a riconoscere quelle emesse in altri stati. Anche questa sarebbe considerata una vittoria dagli attivisti LGBT: una coppia potrebbe sposarsi in uno stato che permette il matrimonio e trasferirsi in uno stato che lo vieta, ottenendo però tutti i diritti sia federali sia statali di una coppia sposata.

In molti ritengono che la Corte dovrebbe esprimersi positivamente su entrambi i quesiti con una maggioranza simile a quella che ha dichiarato incostituzionale il DoMA nel 2013: cioè i quattro giudici a nomina democratica più Anthony Kennedy, nominato giudice nel 1988 da Ronald Reagan ma considerato da anni vicino ai giudici liberal sulle questioni dei diritti LGBT.

 

 

Da notare che non si parla affatto della possibilità che, in caso di respingimento del ricorso, il matrimonio omosex divenga illegale indifferentemente in tutti gli Stati.

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No. Al momento il matrimonio gay è legale in 36 stati su 50. Una sentenza favorevole lo estenderebbe a tutti e 50. Una di senso opposto cancellerebbe il diritto al matrimonio gay in 22 stati.

Rimarrebbe legale in 14.

 

No, in caso di sentenza sfavorevole, negli Stati USA dov'è stato approvato rimarrebbe. Tra l'altro non vedo perché tutti gli Stati dovrebbero abolirlo o si andrebbe nella direzione opposta, perché lo vuoi tu? La società americana ormai ha accettato in buona parte i diritti gay, semmai sarà sempre più difficile sradicarli, un po' come se ritornassero le consuetudini razzistiche in certe zone degli States.

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NewMarc ... a me sembra che tu sia profondamente spaventato dalle questioni che riguardano i diritti omosessuali ... così tanto spaventato che hai bisogno di ottenere rassicurazioni dalle altre persone ... il tuo atteggiamento disfattista e pessimista(almeno questa è l'impressione che dai)serve a te per sfogare la frustrazione che deriva dal pensiero di non poter fare abbastanza e al contempo di beneficiare delle rassicurazioni che inevitabilmente ricavi dal far infervorare le persone che hanno speranza e non si abbattono.

 

Io spero che prima o poi tu possa trovare da solo la forza di contestare le resistenze che la società pone nei confronti dei tuoi diritti e di quelli della comunità LGBT.

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Ah certo, diversa, ma cassare (rectius dichiarare l'incostituzionalità d'una legge in tutto od in parte) è chiaramente una lesione più grave della libertà del legislatore di quella che sia una semplice raccomandazione di tener conto legislativamente di certi stati di fatto prima inesistenti o non considerati socialmente rilevanti.

 

Hai usato l'argomento contro le tue stesse affermazioni!

La corte suprema cassa le leggi e non da raccomandazioni. Punto.

 

 

 

Da notare che non si parla affatto della possibilità che, in caso di respingimento del ricorso, il matrimonio omosex divenga illegale indifferentemente in tutti gli Stati.

Non in tutti gli stati uniti, in quei 22 stati interessati dalla sentenza.

 

 

 

No, in caso di sentenza sfavorevole, negli Stati USA dov'è stato approvato rimarrebbe. Tra l'altro non vedo perché tutti gli Stati dovrebbero abolirlo o si andrebbe nella direzione opposta, perché lo vuoi tu? La società americana ormai ha accettato in buona parte i diritti gay, semmai sarà sempre più difficile sradicarli, un po' come se ritornassero le consuetudini razzistiche in certe zone degli States.

In caso di sentenza sfavorevole e quindi di ribaltamento delle sentenze inferiori verrebbe abolito dove è ora legale per effetto di quelle sentenze oggetto di ricorso. Rimarrebbe legale negli altri 14 stati in cui è stato approvato per referendum, legge ordinaria del parlamento locale, o per intervento della Corte Suprema dello stato.

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Mario1944

 

 

La corte suprema cassa le leggi e non da raccomandazioni. Punto.

 

Il termine corretto dovrebbe essere "dichiara l'incostituzionalità delle leggi" e semmai "cassa le sentenze", ma vabbe'.....

Comunque, ripeto, nell'ambito di un dispositivo di sentenza non vedo perché non ci possano stare raccomandazioni al legislatore, se non c'è un divieto legale e tu stesso hai ammesso che non ti consta ci sia un divieto legale negli Usa.

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Mario1944

 

 

Qui il Washington Post su quello che potrebbe succedere.

 

 

Un passo dell'articolo che hai citato:

 

"Some legal experts say the old laws in those states would snap back into place, immediately shutting the door on future marriages, while others contend that would require another round of litigation. Some believe the thousands of marriages that have taken place in those states would be deemed valid, though others think the matter would need to be settled by the courts — perhaps even the Supreme Court."

 

Evidentemente anche gli esperti legali sono incerti su quel che potrebbe succedere se la Corte accettasse il ricorso di alcuni Stati contro l'apertura del matrimonio alle coppie omo:

molto dipenderà, come ho già detto, anche dal dispositivo della sentenza.

 

Per ora possiamo almanaccare tutto ed il contrario di tutto, ma le precedenti sentenze della stessa Corte, tra cui in particolare quella del 2013 contro il Defense  Marriage Act, fanno pensare che non ci sarà rovesciamento d'indirizzo, ma al massimo una libertà degli Stati di regolarsi in casa propria a proprio arbitrio.

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Mario1944

 

 

Qualche esempio di queste raccomandazioni?

 

Guarda che io non ho detto né che si siano state né che siano giuridicamente possibili negli USA, ma solo che ci sono state, proprio in merito alle coppie gay, e non sono vietate in Italia.

T'ho chiesto se ti risulta che ci sia un divieto legale per la Corte Suprema di dare raccomandazioni al legislatore nel dispositivo delle sue sentenze e tu m'hai risposto che non lo sai.

Quindi, o c'è un divieto legale, ma mi sembrerebbe strano che ci fosse, ed allora dimmi che c'è, oppure non c'è ed allora non vedo che cosa impedisca alla Corte di fare raccomandazioni al legislatore nell'ambito di un dispositivo di sentenza.

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L'incertezza riguarda se in caso di certezza negativa l'abolizione del matrimonio sarà automatica o richiederà un ulteriore passaggio dall'esito scontato.

 

Come ho già detto non è chiaro cosa succederà ai matrimoni già celebrati.

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Da quello che ho capito la Corte Suprema Usa deve esprimersi in merito alla costituzionalità delle leggi emessa da quattro stati diversi circa la possibilità che il matrimonio gay sia vietato.
In caso di dichiarazione di incostituzionalitò, il gaymarriage si estenderà a tutti gli stati, viceversa non cambierà nulla, quindi non capisco dove sia la minaccia qui paventata.

Edited by Iron84
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Da quello che ho capito la Corte Suprema Usa deve esprimersi in merito alla costituzionalità delle leggi emessa da quattro stati diversi circa la possibilità che il matrimonio gay sia vietato.

In caso di dichiarazione di incostituzionalitò, il gaymarriage si estenderà a tutti gli stati, viceversa non cambierà nulla, quindi non capisco dove sia la minaccia qui paventata.

Per la milionesima volta: NO.

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Mario1944

 

 

L'incertezza riguarda se in caso di certezza negativa l'abolizione del matrimonio sarà automatica o richiederà un ulteriore passaggio dall'esito scontato.

 

L'incertezza riguarda il dispositivo della sentenza:

il semplice respingimento del ricorso di cinque Stati avrebbe per sé implicazioni solo in quelli, salvo appunto che la Corte andasse ultra petitum.

 

 

 

 

In caso di dichiarazione di incostituzionalitò,

 

Questo la Corte penso potrebbe farlo, ma sarebbe non solo un palese andare ultra petitum, ma per di più e soprattutto sarebbe in contrasto con le precedenti sue sentenze ed in particolare quella del 2013 contro il Defense  Marriage Act con la quale ha imposto comunque un riconoscimento a livello federale del matrimonio omosessuale, se lecitamente celebrato dov'è permesso.

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L'incertezza riguarda il dispositivo della sentenza:

il semplice respingimento del ricorso di cinque Stati avrebbe per sé implicazioni solo in quelli, salvo appunto che la Corte andasse ultra petitum.

 

Resto a quanto scritto nell'articolo linkato.

 

 

 

Questo la Corte penso potrebbe farlo, ma sarebbe non solo un palese andare ultra petitum, ma per di più e soprattutto sarebbe in contrasto con le precedenti sue sentenze ed in particolare quella del 2013 contro il Defense  Marriage Act con la quale ha imposto comunque un riconoscimento a livello federale del matrimonio omosessuale, se lecitamente celebrato dov'è permesso.

Windsor era una questione di federalismo. Non si applica qua.

Edited by NewMarc
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Mario1944

 

 

Resto a quanto scritto nell'articolo linkato.

 

Che però dice chiaramente che c'è incertezza tra gli esperti legali sui possibili effetti d'una sentenza negati per il matrimonioi omo anche perché, aggiungo io, non c'è ancora la sentenza!

 

 

 

 

Windsor era una questione di federalismo. Non si applica qua.

 

Ma legittimava comunque il matrimonio a livello federale, quindi anche una sentenza negativa sarebbe limitata a quegli Stati che rifiutano il matrimonio omo, altrimenti la Corte dovrebbe smentire sé stessa dopo pochi mesi.

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Che però dice chiaramente che c'è incertezza tra gli esperti legali sui possibili effetti d'una sentenza negati per il matrimonioi omo anche perché, aggiungo io, non c'è ancora la sentenza!

 

 

 

 

 

Ma legittimava comunque il matrimonio a livello federale, quindi anche una sentenza negativa sarebbe limitata a quegli Stati che rifiutano il matrimonio omo, altrimenti la Corte dovrebbe smentire sé stessa dopo pochi mesi.

 

Non sono d'accordo. Aspettiamo e vediamo.

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Sono perplesso della scarsa considerazione degli utenti riguardo la sentenza, che 

è invece una conferma fondamentale negli States e, di riflesso nei paesi filo-statunitensi.

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Ilromantico

Si guarda, roba da non dormirci la notte LOL. Nel peggiore dei casi sarà una nota dolente, ma non certo una roba apocalittica. Lo ripeto, indietro anche volendo non si può tornare. Avete visto qualche Stato che una volta approvati i matrimoni li abbia ritirati?Evidentemente la storia che poi sarebbe troppo complicato tornare indietro è più vera di ciò che si pensi.

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Mario1944

 

 

Lo ripeto, indietro anche volendo non si può tornare. Avete visto qualche Stato che una volta approvati i matrimoni li abbia ritirati?Evidentemente la storia che poi sarebbe troppo complicato tornare indietro è più vera di ciò che si pensi.

 

Credo che la storia dell'uomo dimostri che, invece, indietro si può, se si vuole, tornare!

Quanto alla complicazione nell'abrogare o nel dichiarare incostituzionale una legge, complicazione dovuta agli effetti che questa ha ovviamente nel frattempo avuti, c'è da sperare che nessun giudice conservi mai una norma, benché ingiusta, benché iniqua, solo perché essa abbia già avuto effetti e sarebbe perciò complicato risolverne i problemi connessi.

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  • 1 month later...

Dopo il pessimismo iniziale a pochi giorni dalla sentenza c'è molto più ottimismo sulla possibile estensione del matrimonio gay in tutti gli USA.

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Guest
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