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Referendum sul matrimonio gay in Irlanda


Rotwang

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Secondo i sondaggi, il fronte del no e quello del sì sono testa a testa.

 

negli ultimi sondaggi il fronte del sì ha perso punti: tra il 53 e il 69%. Il no sarebbe invece al 25%.
 

 

Io il testa a testa "dai sondaggi" non lo vedo, semmai è un testa a cu*o. I sondaggi dicono 53/25%, il "no, anche ipotizzando tutti gli indecisi come contrari, sarebbe sotto di 11 punti. Che poi solo un certo "pubblico" risponda ai sondaggi è un'altra storia.

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sì, questo diceva rainews un paio d'ore fa.

Grazie, chissà se ci saranno almeno exit polls.

Edited by NewMarc
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La cattolica Irlanda ha votato sulle nozze gay. Per l'occasione sono tornati in massa anche dall'estero: migliaia di giovani residenti fuori dal'isola sono rientrati in patria per partecipare allo storico referendum. Lo spoglio è in corso e a Dublino stravincono i sì.

Edited by Rotwang
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AndrejMolov89

 

 

A quanto pare si inizia a temere una sconfitta. Molti giovani non parteciperanno al voto e sul campo si respira un'aria diversa da quella presentata dai sondaggi.

 

 

 

La cattolica Irlanda ha votato sulle nozze gay. Per l'occasione sono tornati in massa anche dall'estero: migliaia di giovani residenti fuori dal'isola sono rientrati in patria per partecipare allo storico referendum. Lo spoglio è in corso e a Dublino stravincono i sì.


Diciamo che era un'opportunità che non volevo farmi scappare. (Grazie Rotwang <3)
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È un giorno storico per la Repubblica d'Irlanda, paese dalle solide fondamenta cattoliche, che ha detto sì al matrimonio gay, un risultato inimmaginabile decenni fa quando neanche era legale il divorzio. Per ora non si conoscono con precisione i risultati, si sa però che i Sì in molte zone si aggirano tra il 60-75% dei voti.

 

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Cartina europea dei diritti gay aggiornata con Irlanda e Slovenia.

Edited by Rotwang
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Ma l'Ulster? Che problemi ha?

 

L'Ulster protestante alias Irlanda del Nord (Regno Unito) ha solo le unioni civili e non credo avrà a breve il matrimonio gay dato l'estremo conservatorismo dei suoi abitanti.

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Ma l'Ulster? Che problemi ha?

 

Il problema è che esiste un meccanismo che prevede la possibilità di veti incrociati in parlamento e che blocca la possibilità di far approvare il matrimonio gay anche con la maggioranza di favorevoli (attualmente una maggioranza non esiste ma ci va molto vicino).

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MrDadinski

Felicissimo per l'Irlanda! Ovviamente sorge spontaneo pensare all'Italia e a quanto indietro siamo invece qui...

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La mia stima per il popolo irlandese non può che crescere, il popolo ha scelto non i palazzi o una curia piegata su se stessa. Il cielo d'Irlanda oggi è arcobaleno!!!!

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Ilromantico

È andata benone, ma penso sempre che i diritti di una minoranza non debbano stare in balia di un referendum. La trovo una cosa MOLTO pericolosa... Fortunatamente gongoliamo con il sì, ma se fosse stato un No? E ancora, e se in Italia copiassero sta meccanica del referendum?

Edited by Ilromantico
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Freewheeler

Con 1.201.607 a favore (su 3.221.681 aventi diritto) l'Irlanda ha fatto storia sul tema dei diritti civili. L'ha fatta in modo nettissimo e senza precedenti.

La visibilità che la vittoria sta avendo è un altro segnale molto importante che ne evidenzia la portata (che da noi è solo simbolica).

In Italia il referendum è solo abrogativo, quindi semmai una questione simile si aprirà quando avremo una legislazione in merito

alle coppie composte da persone dello stesso sesso.

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Anche io sono ovviamente contento del risultato ma non mi entusiasma il fatto di lasciare la decisione sui diritti delle minoranze al voto popolare.

 

Tipo anche in Italia i grullini hanno tenuto una consultazione online per decidere se votare o meno in parlamento una legge sulle unioni civili, allora se avesse vinto il no avrebbero votato contro e gli omosessuali sarebbero dovuti restare senza diritti? secondo me una proposta sulle unioni civili dovrebbe essere sostenuta senza necessità di una consultazione popolare, queste materie non andrebbero lasciate agli umori della rete.

http://www.beppegrillo.it/2014/10/consultazione_online_su_unioni_civili_e_convivenze.html

Edited by Sbuffo
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sulla vittoria irlandese farei una considerazione più ampia

in quello che dirò non esprimo alcun giudizio di merito, vorrei tentare di fare un'analisi fredda, distaccata, per capire cosa si prepara

il referendum irlandese, in un paese dalla fortissima tradizione cattolica, mi sembra un episodio di un percorso tutto interno all'occidente, che parte da una progressiva marginalizzazione del cristianesimo, sia nella versione cattolica che in quella protestante, e arriva a un abbandono della religione monolitica come  "culto condiviso" a favore di una frammentazione come esito di una molteplicità di scelte che vengono fatte e rivendicate a livello personale

le forze che in occidente lottano e spingono in questo senso sono in attività da almeno un cinquantennio, e hanno oggettivamente indebolito la forza religiosa e la coesione della società sia europea che americana; in Europa però l'esito è ancora più evidente, perché qui non esiste il collante patriottico americano

 

parallelamente c'è stato il rifiorire di spinte integraliste che affiorano in un medio oriente sempre più lanciato verso un'opzione militare, con atteggiamenti espansionistici e totalitari inaccettabili, che proprio in queste ore si stanno mostrando nella loro veste più feroce nei confronti di memorie storiche che dovrebbero essere patrimonio di tutti, e che invece vengono offese, calpestate e addirittura distrutte

si tratta chiaramente di un orrido nazismo di stampo mediorientale che non ha nulla a che vedere con il vero Islam, ma che sembra attecchire e rinascere dopo essere stato sconfitto nella sua forma "europea" settant'anni fa (e da questo punto di vista è interessante riconoscere che certi ambienti dell'Islam furono filo-tedeschi e filo-nazisti fin dalla prima ora)

 

ora la domanda che sorge è molto semplice: come si può tenere insieme un mondo così? è abbastanza evidente che sta maturando un conflitto di dimensioni molto vaste e non siamo in grado di valutare tutte le forze in campo

non trascurerei la possibilità che forze "integraliste" in occidente si saldino con il fronte mediorientale contro le manifestazioni liberiste che si sono (ad esempio) espresse nel referendum irlandese, e che dunque il conflitto non sia banalmente tra l'occidente e chi oggi occupa un lembo di deserto tra la Siria e l'Iraq, ma tenderà ad attraversare la società occidentale stessa scavando un fossato tra due diverse concezioni della convivenza civile

 

insomma il rischio che pavento seriamente, e non scherzo, è che un bel giorno gli spezzoni anti-liberisti d'occidente, minoritari quasi ovunque, trovino naturale abbandonare la tradizione cattolica "dialogante" per approdare alla conversione in massa al nazi-Islam militante

in alcuni ambienti di destra questo in realtà è già avvenuto: cito il caso di Pietrangelo Buttafuoco, noto giornalista e intelettuale di destra che si è convertito allo Sciismo

chiediamoci se l'integralismo cattolico come oggi lo conosciamo (Opus Dei, CL, etc.) starebbe più a suo agio in una società che si apre a certe istanze, come sta accadendo in Irlanda, o piuttosto non preferirà schierarsi con chi è percepito come "portatore di valori tradizionali", ovvero l'Islam che ormai soppianta l'imbelle cristianesimo edulcorato proponendo la vera alternativa "dura e pura" alle mollezze della democrazia occidentale

 

io in tutto questo vedo un rischio "politico" oggettivo, che andrebbe disinnescato, soprattutto in Italia

Edited by conrad65
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sulla vittoria irlandese farei una considerazione più ampia

in quello che dirò non esprimo alcun giudizio di merito, vorrei tentare di fare un'analisi fredda, distaccata, per capire cosa si prepara

il referendum irlandese, in un paese dalla fortissima tradizione cattolica, mi sembra un episodio di un percorso tutto interno all'occidente, che parte da una progressiva marginalizzazione del cristianesimo, sia nella versione cattolica che in quella protestante, e arriva a un abbandono della religione monolitica come "culto condiviso" a favore di una frammentazione come esito di una molteplicità di scelte che vengono fatte e rivendicate a livello personale

le forze che in occidente lottano e spingono in questo senso sono in attività da almeno un cinquantennio, e hanno oggettivamente indebolito la forza religiosa e la coesione della società sia europea che americana; in Europa però l'esito è ancora più evidente, perché qui non esiste il collante patriottico americano

 

parallelamente c'è stato il rifiorire di spinte integraliste spaventose che affiorano in un medio oriente sempre più lanciato verso un'opzione militare, con atteggiamenti espansionistici e totalitari inaccettabili, che proprio in queste ore si stanno mostrando nella loro veste più feroce nei confronti di memorie storiche che dovrebbero essere patrimonio di tutti, e che invece vengono offese, calpestate e addirittura distrutte

si tratta chiaramente di un orrido nazismo di stampo mediorientale che non ha nulla a che vedere con il vero Islam, ma che sembra attecchire e rinascere dopo essere stato sconfitto nella sua forma "europea" settant'anni fa (e da questo punto di vista è interessante riconoscere che certi ambienti dell'Islam furono filo-tedeschi e filo-nazisti fin dalla prima ora)

 

ora la domanda che sorge è molto semplice: come si può tenere insieme un mondo così? è abbastanza evidente che sta maturando un conflitto di dimensioni molto vaste del quale non siamo in grado di valutare tutte le forze in campo

non trascurerei la possibilità che forze "integraliste" in occidente si saldino con il fronte mediorientale contro le manifestazioni liberiste che si sono (ad esempio) espresse nel referendum irlandese, e che dunque il conflitto non sia banalmente tra l'occidente e chi oggi occupa un lembo di deserto tra la Siria e l'Iraq, ma tenderà ad attraversare la società occidentale stessa scavando un fossato tra due diverse concezioni della convivenza civile

 

insomma il rischio che pavento seriamente, e non scherzo, è che un bel giorno gli spezzoni anti-liberisti d'occidente, minoritari quasi ovunque, trovino naturale abbandonare la tradizione cattolica "dialogante" per approdare alla conversione in massa al nazi-Islam militante

in alcuni ambienti di destra questo in realtà è già avvenuto: cito il caso di PIetrangelo Buttafuoco, noto giornalista di destra che si è convertito allo Sciismo

chiediamoci se l'integralismo cattolico come oggi lo conosciamo starebbe più a suo agio in una società che si apre a certe istanze, come sta accadendo in Irlanda, o piuttosto non preferisca schierarsi con chi è percepito come "portatore di valori tradizionali", ovvero l'Islam che ormai soppianta l'imbelle cristianesimo edulcorato alla papa Francesco proponendo la vera alternativa "dura e pura" alle mollezze della democrazia occidentale

 

io in tutto questo vedo un rischio "politico" oggettivo, che andrebbe disinnescato

Conrad credo che tu abbia assolutamente ragione nel tuo ragionamento. Conosco tre ragazzi nella mia università che sono neo fascisti di Casa Pound che si stanno convertendo all'Islam perché più vicino ad alcuni valori in cui credono e al loro bisogno di spiritualità che un cristianesimo annacquato non riesce a soddisfare...

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Freewheeler

Immaginare orde di integralisti cristiani che si convertono alla religione islamica mi sembra profondamente remoto. Non scordiamo che i così detti "reazionari", nel senso più puro del termine, sono sempre esistiti in ogni contesto di cambiamento, sia a scala locale (il KKK negli USA) che mondiale (l'ISIS e affiliati nel Medio Oriente e nelle altre nazioni). Più il cambiamento diventa radicale e rapido, più una franga si estremizza (spesso raccattando una visibilità che li rende maggiormente percepiti dalla comunità di quanto siano effettivamente). Questo è quello che sta accadendo ora.

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