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Lobby?Etichette?Ostentazioni?Una presentatrice spagnola (lesbica) non ci sta ed esorta a parlare di 'persone'.


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La famosa presentatrice lesbica di Telecinco Sandra Barneda ha deciso di esprimere la sua opinione sulla faccenda LGBT nel bel mezzo di un suo programma. A quanto pare la causa scatanenante sembra sia stata la recente notizia del CO di una Miss Spagna lesbica. Cosa ha detto? Delle cose che a quanto pare hanno fatto incazzare parecchio alcune associazioni gay. La presentatrice infatti si dice stanca di etichette, lobby e di dover essere costretti a scegliere solo tra 2 percorsi: lottare e nascondersi. Perché a detta sua di percorsi ce n'è infiniti e ancor prima di parlare di etero, gay, lesbiche o bisex bisogna parlare di persone (un riassunto del riassunto, ma non ho voglia di scrivere :D)

 

Cosa ne penso? Credo di aver capito il suo discorso e l'appoggio, ma non smette di essere ambiguo ed estremamente fraintendibile dallo zoccolo duro della comunità (per cui lei prima dovrebbe essere lesbica e poi può definirsi Sandra). Nel discorso non ha mai fatto cenno diretto al fatto di essere lesbica e l'ha pure buttata su una potenziale bisessualità (Si sentirebbe orgogliosa di chiunque stia al suo fianco, sia uomo o donna). Insomma io sono un fermo sostenitore che uno non debba basare la sua vita su un solo aspetto della sua vita (in questo caso l'orientamento sessuale) e che una persona sia molte più cose prima invece di essere solo lesbica o gay, ma tanta eleganza e giri di parole mi pare nascondino un po' di non-accetazione, o no? Io sono "ilromantico" e tra i tanti aspetti della mia personalità e della mia vita sono anche bisex, qual è il problema di dire apertamente l'orientamento sessuale???

 

 

http://www.telecinco.es/hableconellasentelecinco/presentadoras/sandra-barneda/Barneda-armarios-Existen-caminos-personas_2_1850130020.html

mi sfugge dove sia l'ambiguità del suo discorso, sinceramente:

oltre che condivisibile, mi sembra solo uno speech di buonsenso; volendo essere cattivo, potrei dire che è perfino un po' banale.

Che poi è un po' quello che successe all'epoca del c.o. di Tiziano Ferro, dove in molti si lagnarono dicendo "eh, poteva farlo prima!", oppure "perchè non si mette a far l'uomo immagine delle nostre battaglie?" eccetera.

Ma se uno ha i suoi tempi (per accettarsi, per dirlo eccetera) e vuole farsi la sua vita, a ste anime belle cosa cambia?

Non dovremmo essere noi, che chiediamo di essere rispettati per quel che siamo, i primi a dover rispettare le scelte altrui?

 

Poi vabbè, nelle ass.ni (quelle serie, che fanno VERE lobby) c'è sempre qualche indignato speciale in servizio permanente effettivo che si autonomina capo supremo dell'ortodossia frocia e decide cosa sia "eretico" e cosa no.

Ma fa parte del gioco.

 

per esempio, a Roma ci sono un paio di attivisti a cui sto molto sulle.. scatole (e la cosa è cordialmente reciproca..) e ogni volta che li incrocio gli dico "E fattela na risata, chè domani t'aritrovi all'alberi pizzuti!!". Chissà perchè, non gradiscono il consiglio.. 

[traduzione per fuori raccordo: alberi pizzuti = cimitero, perchè ci sono i cipressi, che sono per l'appunto alberi a punta, o pizzuti]

Edited by freedog

Ma chi è al mondo che si considera prima di tutto gay?

 

Ma cosa avrà mai fatto sta Miss? E' salita in cima alla sagrada familia con un megafono e si è messa a gridare che lei non è un essere umano ma una lesbica e poi è andata a farsi tatuare LESBO sulla fronte?

 

Se non ha fatto questo non capisco la reazione.

 

E' una vecchia storia. Già 50 anni fa quando il movimento gay muoveva i primi passi e il mondo era una fogna di omofobia alcuni gay si lamentavano del fatto che le "lobby" gay fossero dannose e che loro non ne capivano l'utilità visto che si consideravano "esseri umani" e non omosessuali.

 

E' come quando gli etero dicono: "A cosa servono i gay pride e i coming out? Gli etero mica li fanno!"

 

 


ma tanta eleganza e giri di parole mi pare nascondino un po' di non-accetazione, o no? Io sono "ilromantico" e tra i tanti aspetti della mia personalità e della mia vita sono anche bisex, qual è il problema di dire apertamente l'orientamento sessuale???

Condivido le tue perplessità; se fosse una presentatrice italiana a fare un discorso del genere la dovrei schiaffeggiare, perché è un'omofoba che si vergogna a dire di essere lesbica e ricerca il consenso degli omofobi che non vedono l'ora di trovare un appiglio del tipo "ecco sei gay ma non devi dirlo, stai zitto!". Essendo una presentatrice spagnola e vivendo in un paese che bene o male dal punto di vista giuridico ha proceduto alla pressoché totale parificazione fra orientamenti, la dovrei schiaffeggiare lo stesso ma per un motivo differente: vive in un ambiente che è ufficialmente (non so quanto di fatto) gay-friendly, quindi non ha alcun senso rifugiarsi nell'ambiguità snob di una che vuol fare l'alternativa negando l'evidenza dei fatti giusto perché crede che sia figo fare gli hipster confusi alla ricerca di se stessi.

@newmarc veramente c'è un bel numero di gay per cui l'orientamento sessuale prevale sulla persona. In effetti è un po' il valore reale che dò al termine "checca" (quindi non riguarda solo gli effemminati).

 

Per quanto riguarda la reazione alla storia della Miss, penso che la stai vedendo in un'ottica sbagliata. La motivazione credo che sia ben più nobile e semplice. La presentatrice si è scocciata della storia della Miss perché ancora nel 2014 bisogna fare i comunicati stampa per chiarire di chi si è innamorati e poi tocca per essere bollati come la "prima miss lesbica" e sopportare il clamore positivo e lo 'scandalo' per una cosa che alla fine dovrebbe essere normale. Eccoti spiegate le probabili ragioni della presentatrice. Non mi sento di darle torto.

 

@sampei non è questione di "fare gli hipster" o gli ambigui, ma le scoccerà il fatto di dover far comunicati stampa per dire che è lesbica (se tanto poi di fatto lo sanno TUTTI). Lei non l'ha mai nascosto pubblicamente, anche se è vero che in TV mantiene un profilo basso sull'argomento. Ma probabilmente lo fa perché vuole che tutti su concentrino su Sandra Barneda e non su Sandra Barneda "la presentatrice lesbica". Ovviamente nelle sue motivazioni ci sono degli altrettanti logici "se e ma" perché altri presentatori sono apertamente omosessuali in TV e non mi pare ne siano usciti così tanto 'etichettati'. È un tema spinoso...

Ma l'omosessualità non è "normale" e non lo sarà mai. Far parte di una piccolissima minoranza non sarà mai come essere parte di una larghissima maggioranza.

 

Io discorsi come questi non li capisco. Come si fa a stupirsi della necessità del CO? Solo uno che viene da Marte potrebbe stupirsi. E ovviamente questi marziani mica se la prendono con gli omofobi, se la prendono con i "gay di professione."

 

Certo che poi parlare di inutilità dell'identità gay in un forum gay è il massimo. 

Ma cosa c'è di così complicato da capire? Il punto non è quello di omettere di dichiararsi, ma di augurarsi che smetta di essere un CO e una notizia per cui venire etichettati e che causi sorpresa/scandalo. Sono "ilromantico e sono bisessuale" e non "sono il bisessuale ilromantico". La presentatrice credo abbia fatto un discorso "futurista" annoiata dal fatto che una miss debba essere notizia solo perché si è dichiarata lesbica. E come darle torto...

 probabilmente lo fa perché vuole che tutti su concentrino su Sandra Barneda e non su Sandra Barneda "la presentatrice lesbica". Ovviamente nelle sue motivazioni ci sono degli altrettanti logici "se e ma" perché altri presentatori sono apertamente omosessuali in TV e non mi pare ne siano usciti così tanto 'etichettati'. È un tema spinoso...

Naturalmente è un tema spinoso, ma vorrei fare due precisazioni.

 

La futilità, se non il valore controproducente del discorso di questa donna, ai miei occhi, di abitante di un paese in cui tuttora si cerca in maniera organizzata di impedire la visibilità dell'omosessualità, è centuplicata.

Forse per motivi di contesto sociale non sono in grado di apprezzare la raffinatezza di un discorso che aspira ad una normalizzazione così includente e antidentitaria da sembrarmi fantascienza, per il mondo in cui vivo io adesso, non potendo peraltro saggiare a che punto è l'evoluzione del costume della società spagnola sull'argomento.

 

La seconda precisazione riguarda il "livello di spinosità" dell'argomento; mi viene in mente un paragone, ossia quello che potremmo fare con quelle situazioni in cui si sta parlando di una persona e si precisa che è di colore, o asiatica, o sudamericana, o comunque non bianca.

 

Ora io non conosco il modo con cui l'argomento sia stato introiettato nelle società che sono multietniche da molto più tempo dell'Italia, come gli Stati Uniti, ma a rigor di logica e usando il buon senso, nel momento in cui io utilizzo un'aggettivazione per meglio individuare una persona è perfettamente possibile che io non lo stia facendo maliziosamente.

 

Se ho un grado sufficiente di razionalità e spirito egualitario non credo di danneggiare una persona se faccio riferimento ad una sua caratteristica in maniera neutrale, nonostante quella caratteristica potesse essere stata utilizzata in passato, e in un contesto segregazionista, per selezionare ed emarginare la tal persona.

 

Nel momento in cui descrivo una persona con il solo scopo di essere preciso, potrò indicare tutte le caratteristiche della stessa idonee a riflettersi all'esterno che possano in qualche modo fornire informazioni sul suo aspetto e sulla sua personalità, senza che ciò rappresenti forma di discriminazione, ma solo oggetto di constatazione.

 

Insomma è vero che l'orientamento sessuale può essere considerato un "dato sensibile", ma può essere considerato tale solo in una società in cui il fatto di saperlo provoca conseguenze materiali che altrimenti non esisterebbero se ciò non si sapesse.

 

Il discorso potrebbe essere ripetuto con altri "dati sensibili", come quelli inerenti per esempio le condizioni economiche di una persona, la sua religione, il suo stato di salute.

 

Io per semplificare potrei fare riferimento a chi ha i capelli rossi: nessun rosso di capelli si sognerebbe di provare sdegno se viene identificato come "quello che ha i capelli rossi": questo è indice di una totale assimilazione della categoria nella società, a fronte di un passato di discriminazioni ed emarginazione. La classificazione "con i capelli rossi" è diventata totalmente indifferente ai fini del "giudizio" su una persona, e ciò è dimostrato NON dal fatto che NON si parla dei capelli rossi, ma dal fatto che SE NE parla con totale indifferenza.

 

Nel momento in cui qualcuno inizia a dire che di qualcosa NON si deve parlare perché non sta bene parlarne, io mi allarmo, perché il non poter parlare di qualcosa è sempre indice del fatto che... c'è qualcosa che non va. I tabù nascono così, in fin dei conti, no?

Edited by Sampei

@Sampei Ripeto, sicuramente la presentatrice ha fatto un discorso fin troppo 'all'avanguardia', vuoi perché certi CO mediatici sono ancora utili per la visibilità LGBT e vuoi perché ancora l'omosessualità è accettata, ma non pienamente sdoganata da tutti per cui la gente continua a 'stupirsi'. Tuttavia non è certo la prima a cui ho sentito fare un discorso del genere e nell'ambiente girano posizioni simili alle sue (soprattutto da chi NON si rispecchia nella comunità). Non mi stupirebbe se in un futuro si propenda sempre più in una direzione simile, ecco perché trovo il discorso 'futurista', ma come detto prima NON è il tempo giusto per poter reagire realisticamente in questo modo.

 

I capelli rossi sono sdoganati, l'omosessualità no. Capisco la logica dei "dati sensibili", ma l'orientamento sessuale è un dato che etichetta in un modo nettamente maggiore di quanto possano fare altri dati sensibili. E ovviamente ha solo senso paragonare i dati sensibili in relazione ai nostri tempi. Nel 1800 non era il massimo essere nero (altro che 'etichette' gay...), ma oggi essere sudamericano, povero e/o nero non è che stigmatizzi o porti problematiche simili all'essere gay.

 

In ogni caso, non mi concentrerei solo sul fatto della 'visibilità', anche perché la presentatrice non ha mai esortato al 'nascondersi' (al contrario ha detto "basta già di 'armadi' "). Io mi concentrerei sul suo dissociarsi alle lobby e a certi schemi prestabiliti dalla comunità gay.

 

 


Io mi concentrerei sul suo dissociarsi alle lobby e a certi schemi prestabiliti dalla comunità gay

D'accordo, ma allora il discorso si fa ancora più astratto: a cosa potrebbe aver alluso?

 

Per me la stessa idea di "lobby gay" è qualcosa di futuristico ed inverosimile: in Italia di certo un gruppo di potere omosessuale non esiste, lo testimonia la totale assenza di riconoscimento giuridico degli omosessuali, voglio dire siamo l'ultimo paese occidentale ad essere privo di leggi di eguaglianza, non abbiamo nemmeno una legge che introduca aggravanti omofobiche ai reati, non abbiamo assolutamente niente.

 

La "lobby gay" spagnola da chi sarebbe composta, a detta di questa donna?

A che cosa sarebbe stata "costretta" la presentatrice? A fare coming out?

E questa "lobby gay" coincide con la comunità gay?

 

In Italia non si può nemmeno parlare di una comunità gay in senso organizzato e mobilitato unitariamente, perché essa risulta polverizzata in diverse associazioni minori e anche quelle più grandi faticano a tenere una buona coesione nazionale, complice anche la partecipazione piuttosto debole rispetto alle verosimili dimensioni percentuali dell'omosessualità nella popolazione.

Insomma quello che io posso capire rileggendo il discorso melenso della signora è che ha buttato lì le parole "lobbys" e etiquetas" com espediente per depoliticizzare il proprio comizio. Cioè per renderlo totalmente privo di efficacia ideologica al fine di intenerire i detrattori, i conservatori, i cattolici che stavano ascoltando in quel momento.

 

E' un artificio retorico tutto sommato passabile per una tizia che vive in un paese dove la propria parificazione giuridica è perfezionata.

 

Sarebbe invece un artificio retorico stupido, se non disastroso se utilizzato da un omosessuale che si relaziona al contesto italiano.

Ma cosa c'è di così complicato da capire? Il punto non è quello di omettere di dichiararsi, ma di augurarsi che smetta di essere un CO e una notizia per cui venire etichettati e che causi sorpresa/scandalo. Sono "ilromantico e sono bisessuale" e non "sono il bisessuale ilromantico". La presentatrice credo abbia fatto un discorso "futurista" annoiata dal fatto che una miss debba essere notizia solo perché si è dichiarata lesbica. E come darle torto...

 

Ma il CO sarà sempre una notizia. Questa è la prima miss lesbica ed è una notizia. La prossima miss omosessuale statisticamente la vedremo fra 50 anni o più.

 

C'è ancora una quantità di prime volte gay (il primo calciatore gay, il primo astronauta gay, il primo generale ecc. ecc.) E quando arriveranno i "secondi gay" saranno passati decenni e sarà di nuovo una notizia.

 

Essere una piccolissima minoranza è una parte fondamentale dell'essere gay.

@Ilromantico

Questo che dici mi sembra più possibile in un paese dove l'omosessualità è stata già sdoganata, dove gli omosessuali godono degli stessi diritti giuridici di ogni cittadino, dove parlare dell'argomento non è un tabù. Insomma un paese come la Spagna.

 

In Italia invece fare Coming out, evitare di nascondersi è essenziale. Quindi in questo senso per noi sarebbe un vantaggio avere più personaggi televisivi, politici  rivelare la loro omosessualità. 

 

Qui in Italia dire ''sono gay''  non è esattamente come dire ''sono mancino''. Bisogna lavorare ancora tanto sull'argomento. Con la logica di questa produttrice televisiva, non andremo mai avanti.

Edited by Loup-garou
Rimpiazzato quote con @Ilromantico

Mah, in realtà ancora i CO VIP servono anche in realtà come quella spagnola. Certo, è pure vero che ormai molti pezzi grossi hanno fatto senza problemi CO discreti e la cosa non fa più notizia più di tanto (in genere un trafiletto nei quotidiani online). Ma è pure capitato che di alcuni personaggi lo si sa e basta perché non lo nascondono, ma la cosa non ha mai fatto notizia (alcune volte mio marito mi dice "ah si, quel tizio è gay ed è sposato o fidanzato). Comunque è innegabile che la visibilità LGBT di un grande empresario, di un presentatore o di un giudice dia molta forza al movimento ed è a conti fatti essenziale.

 

I miei amici a quanto pare l'hanno giustificata(Oo). Io credo di darle ragione a metà perché comunque poteva anche sprecarsi a dire che è lesbica tra i tanti eleganti giri di parole.

Edited by Ilromantico

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