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Quell'amore sublime che sa d'infinito


Mike

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Esiste un forma d'amore che ha negli occhi l'infinito.

Ha il sapore di un vino pregiato, forse il più pregiato. Molti la bramano, altri la detestano, la scherniscono sotto risi beffardi e malati; misere vittime degli imperativi morali, cani docili che scodinzolano irrequieti sotto l'ali di padroni impauriti: burattini di una società guasta.

Altri invece... coloro che seguono le sinfonie del cuore lasciandosi alle spalle le subdole preclusioni, la desiderano inconsciamente o consciamente come l'amante che arde di una passione sconfinata, la quale sovrasta il dolce e all'apparenza nobile "amore formale".

Sarebbe come paragonare il vino all'acqua: due emisferi lontani come la terra al manto stellato, come il sacro al profano.

Ma cos'è questo drappo purpureo che avvolge l'anima e alimenta il desio?

Questo, che cammina sopra bocche malevole sature d'ipocrisia e conformismo?

Più dolce del miele, più profonda degli abissi marini è la sua indole,

così musicale è la sua forma; esoterica sinfonia dell'amore.

Rara e labile, fuggevole e intensa, si sottrae alla ragione immersa di falsa virtù. Il suo sorriso, il suo sguardo, aprono i portali d'un infinito che amo e ammiro. La bellezza sicuramente non è tra le tue vesti preferite, tu appartieni al regno del sublime; l'empireo ignoto.

Spesso tuttavia sei costretta a celarti... Sotto i dardi della stoltezza comune combatti, ma sopra il vessillo dell'ignoranza spensieratamente danzi!

 

P.S: non è una poesia, è un componimento in prosa, lirico in parte.

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Bella, bravo!

 

Negli intenti anche di più: perché volevi coniugare -come scrivi- quello slancio lirico della pars construens in cui tratteggi con lievi e auliche, ma mai artificiose (eleganti, direi: e questa è arte di pochi) pennellate il sentimento, o meglio il sentire che gli è proprio, con la prosa della destruens in cui operi una satira pungente, quasi beffarda verso l'impossibilità di taluni di cogliere ciò per cui -illuminati- talaltri son disposti a sfidare i pregiudizi del senso comune e del conformismo.

E in suddetta seconda sfera narrativa, forse, il componimento si fa più aspro e meno sincero, evidenziando una rottura (anche tematica perché -e qui siamo nell'ambito della soggettività- io non definirei l'amore puro per "differenza", perché implicherebbe ammettere nel definirlo il sentimento piuttosto antitetico che ci induce a soffermarci rancorosamente sui vizi e giudizi altrui, precludendo a costoro proprio il sentimento decantato, che dovrebbe essere paritetico). Che può anche essere voluta, per -appunto- separare la lirica dalla satira.

 

Comunque davvero bravo, perciò ho voluto dilungarmi nelle analisi: perché di un artista è giusto criticare opera e intenzioni, ma nell'accezione più etimologica del termine, cioè giudicare un atto che ci ha coinvolti, di cui siamo -grazie alla generosità dell'artista- partecipi.

 

Grazie della condivisione!

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Bella, bravo!

 

Negli intenti anche di più: perché volevi coniugare -come scrivi- quello slancio lirico della pars construens in cui tratteggi con lievi e auliche, ma mai artificiose (eleganti, direi: e questa è arte di pochi) pennellate il sentimento, o meglio il sentire che gli è proprio, con la prosa della destruens in cui operi una satira pungente, quasi beffarda verso l'impossibilità di taluni di cogliere ciò per cui -illuminati- talaltri son disposti a sfidare i pregiudizi del senso comune e del conformismo.

E in suddetta seconda sfera narrativa, forse, il componimento si fa più aspro e meno sincero, evidenziando una rottura (anche tematica perché -e qui siamo nell'ambito della soggettività- io non definirei l'amore puro per "differenza", perché implicherebbe ammettere nel definirlo il sentimento piuttosto antitetico che ci induce a soffermarci rancorosamente sui vizi e giudizi altrui, precludendo a costoro proprio il sentimento decantato, che dovrebbe essere paritetico). Che può anche essere voluta, per -appunto- separare la lirica dalla satira.

Sono contento che sia di tuo gradimento, volevo rendere omaggio all'amore omosessuale nello specifico (spero si sia capito, tra le righe appunto).

Questo è spesso è costretto a chinare il capo o a non fiorire, dinnanzi alle  bocche sempre colme di veleno, pregiudizio e preclusione.

Viviamo in una società guasta e deforme, farcita di un moralismo fallace che non ha presupposti ma troppi risvolti.

Un teatro di burattini ipocriti, affannati nel rendere omaggio all'unico e vero amore (quello eterosessuale) <<"amore formale" dall'apparenza nobile.>>

Come asserisci, nella seconda parte cambio intento e conseguentemente registro (potevo anche scrivere in poesia, ma pensavo che rendesse poco pungente l'intento satirico), mi dedico alla descrizione dell'amore omosessuale secondo quello che è il mio puno di vista, e secondo quello che è il mio modus vivendi e che concerne questo tipo di affetto.

Ergo, la descrizione: il fatto che per me non sia semplciemente bello, ma sfoci nel regno sublime ecc...

Purtroppo, spesso è costretto a celarsi e a combattere quell'ignoranza sempre più crescente che riempe gli animi stolti e occhi bendati.

Il registro non è troppo artificioso giacché volevo rendere palese il mio intento.

Sono contentissimo :D :D grazie!

 

 

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Ho compreso, ergo apprezzato.

Nelle intenzioni catartiche, e quindi ideologiche, l'ho trovato illuminante, ma -trattandosi di lirica- sottolineavo solo come io non mi sarei soffermato sì lungamente su azioni che originano da un sentimento opposto.

Ma non è neanche una critica, solo una notazione, essendo mera opinione personale e non appunto retorico-formalistico o dialettico-contenutistico.

 

Di nuovo bravo!

E anche nella prosa argomentativa -come in risposta- ti destreggi particolarmente bene: bravo bis!

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Ho compreso, ergo apprezzato.

Nelle intenzioni catartiche, e quindi ideologiche, l'ho trovato illuminante, ma -trattandosi di lirica- sottolineavo solo come io non mi sarei soffermato sì lungamente su azioni che originano da un sentimento opposto.

Ma non è neanche una critica, solo una notazione, essendo mera opinione personale e non appunto retorico-formalistico o dialettico-contenutistico.

 

Di nuovo bravo!

E anche nella prosa argomentativa -come in risposta- ti destreggi particolarmente bene: bravo bis!

:D :D Questi sono i commenti che mi allungano la vita. (E non solo).

Grazie!

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