Jump to content

Mangaka Special #2: Rumiko Takahashi


thomas80

Recommended Posts

Scende in campo per la seconda puntata della nostra rubrica sui grandi mangaka la cosiddetta "principessa dei manga", una delle prime autrici ad essere sbarcata con enorme successo in occidente. Già dagli anni Ottanta le sue serie allietano e divertono gli spettatori italiani: Lamù, Cara Dolce Kyoko, InuYasha... Conosciamo un po' meglio questa straordinaria autrice...

 

 

Rumiko Takahashi

La principessa dei manga

 

takahashi.jpg

 

Prima di essere universalmente riconosciuta come "la principessa dei Manga", Rumiko Takahashi ha rappresentato un'eccezione: una mangaka donna che riesce a imporsi nel panorama del fumetto giapponese per ragazzi, teatro in cui protagonisti sono generalmente gli uomini. Tuttavia, quella che sembrava un'avventura improbabile è diventata un percorso costellato di enormi successi, che l'hanno portata ad essere non solo una delle mangaka più conosciute, ma addirittura una delle persone più ricche del Giappone. Nata a Niigata nel 1957, Rumiko segue un normale iter scolastico e solo dopo aver portato a termine l'università decide di seguire i propri sogni iscrivnedosi ad un corso per mangaka diretto da Kazuo Koike (sceneggiatore di Crying Freeman e responsabile della formazione di un gran numero di talenti).

 

Seguendo i consigli del suo mentore, nel 1978 riesce a vincere il premio come "artista emergente" in un concorso indetto dalla casa editrice Shogakukan. Durante lo stesso anno, facendo tesoro delle sue esperienze scolastiche, matura l'idea per Urusei Yatsura - Lamù la ragazza dello spazio, che l'anno successivo debutta sulle pagine del settimanale Shonen Sunday. Sulle prime l'accoglienza del pubblico non è delle migliori, ma basta poco per far esplodere un vero e proprio fenomeno. In Urusei Yatsura l'autrice coglie in pieno il senso delle lezioni di Koike, il quale dava grande importanza alla caratterizzazione dei personaggi. Tutti i protagonisti della sua opera, infatti, dal mitico Ataru Moroboshi (prototipo dello studente liceale sfigato con la fissazione per le belle  ragazze) all'affascinante Lamù (la extraterrestre amabile e capricciosa destinata in sposa ad Ataru); da Shuutaro Mendo (adolescente modello idolo di tutte le liceali dell'Istituto Tomobiki) a Shinobu Miyake (fiamma di Ataru in eterna competizione con Lamù), senza dimenticare tutti gli altri (Ten, Megane, Perm, Sakurambo, Ran) sono caratterizzati esasperando gli aspetti più assurdi e demenziali delle persone comuni. La Takahashi muove queste maschere attraverso trame paradossali, ridicolizzando gil stereotipi che esse rappresentano. Il risultato finale è un teatrino dell'assurdo costruito attorno ai personaggi, ai loro atteggiamenti e alle situazioni estreme che sono in grado di creare. Il tutto con l'obiettivo scoperto di suscitare nel lettore stupore e ilarità. Non mancano però numerose ed esplicite citazioni della tradizione popolare giapponese, passione della mangaka, e qualche spunto riflessivo riguardo il ruolo della donna nella cultura nipponica.

 

Nell'opera della Takahashi a donne forti e intraprendenti si affiancano spesso uomini distratti e insicuri. NElla tenera storia sentimentale descritta in Maison Ikkoku - Cara Dolce Kyoko, come pure negli scoppiettanti rapporti affettuosi di Urusei Yatsura e InuYasha, sono infatti le ragazze a rappresentare il sesso forte, la parte razionale che dirige il destino della coppia. Yusaku Godai, protagonista di Maison Ikkoku, supera ad esempio la propria immaturità studentesca perchè stimolato dalla presenza di Kyoko, la dolce amministratrice del ryokan dove alloggia. Il tenero amore che nasce tra i due si evolve ai ritmi della coscienziosa Kyoko, che svolge un ruolo fondamentale nella crescita di Godai. Rumiko non trascura, però, nemmeno l'aspetto comico della vicenda. La pensione Ikkoku è abitata da strambi inquilini che con le loro stranezze consentono all'autrice non solo di inserire esilaranti gag, ma anche di dare maggiore varietà alla trama. Yotsuya, Kozue e Mitaka sono fannulloni, invadenti, sempre pronti a fare baldoria e a mettere in imbarazzo i due protagonisti.

 

ikkoku.jpg

 

Anche InuYasha, ad una lettura più approfondita, conserva i sottili riferimenti alla visione anticonformista del rapporto uomo-donna. Kagome è una ragazza caparbia che porta avanti le sue convinzioni spronando InuYasha, cocciuto e immaturo mezzodemone, a migliorarsi come individuo e come guerriero. Il nucleo principale dell'opera, però, è rappresentato dalle avventure dei due compagni costretti a collaborare per reccuperare i frammenti della Sfera dei Quattro Spririti, un prezioso artefatto dagli enormi poteri, prima che lo facciano i demoni. ATtingendo alla propria passione per le leggende giapponesi, Rumiko ricostruisce l'era Sengoku popolandola di Oni, mostri e spiriti presi direttamente dall'immaginario popolare. Tra siparietti comici e combattimenti all'ultimo sangue l'autrice è riuscita così a innovare il proprio stile mantenendo intatti quegli attributi che l'hanno resa famosa.

 

Prima di InuYasha la mangaka si era già cimentata con duelli e arti marziali in Ranma 1/2, un classico della sua produzione. La trama racconta le vicende di Ranma Saotome, il quale, durante un allenamento in Cina, cade vittima di una maledizione che lo costringe a cambiare sesso ogni volta che si bagna con acqua fredda. Il fidanzamento con Akane complica la vita del protagonista, che prova in tutti i modi a nascondere il proprio difetto. Personaggi ai limiti dell'assurdo, tecniche di combattimento demenziali e una comicità che richiama la follia di Urusei Yatsura sono gli ingredienti che hanno decretato l'incredibile successo di quest'opera. Ma Ranma e le sue trasformazioni sono anche un altro indizio di quello scambio dei ruoili, maschile e femminile, sempre sottinteso nelle opere di questa autrice.

 

Alla produzione delle serie lunghe come quelle appena descritte Rumiko ha comunque alternato numerose storie brevi pubblicate come raccolte (Rumic World, Rumic Theatre, 1 or W, Il Bouquet Rosso), nelle quali oltre ai temi più ricorrenti ha avuto la possibilità di sperimentare generi diversi, dalle avventure romantiche di 1 Pound Gospel all'horror della cosiddetta "Saga delle Sirene" (Il Bosco della Sirena, La Maschera della Sirena, Il Segno della Sirena). Risposta sorridente al maschilismo del mondo dei manga, Rumiko è riuscita ad imporsi tanto in patria quanto all'estero, dove, nonostante la difficoltà nel cogliere i numerosi riferimenti alla tradizione giapponese, tutti i suoi lavori sono diventati dei veri e propri fenomeni di culto presso i fan e non solo. La semplicità che contraddistingue il suo tratto è anche uno degli elementi distintivi: scenari essenziali e privi di dettagli, personaggi con occhi grandi, naso e bocca piccole e un vasto campionario espressivo in cui il viso, come fosse di plastilina, si deforma in smorfie esagerate. Questa particolare attenzione ai protagonisti più che agli ambienti crea marcate differenze estetiche tra i manga e la loro trasposizione in anime.

 

image2ey5.jpg

 

 

Le edizioni italiane: In Italia è la StarComics ad aver editato tutto quello che si è visto di questa autrice: le tre serie maggiori (Lamù, Ranma 1/2, recentemente rieditato, e InuYasha - ancora in corso di pubblicazione), così come Maison Ikkoku, la saga delle Sirene, 1 Pound Gospel e i volumi unici. Prossimamente verrà pubblicato anche il recente Il Bouquet Rosso.

 

___________________________________________________________________

Scheda riassuntiva:

 

Nome: Rumiko Takahashi

Data e luogo di nascita: Niigata, 10 ottobre 1957

Opera d'esordio: Katena Yatsura (1978)

Opere Principali: Urusei Yatsura (1979), Maison Ikkoku (1982), Ranma 1/2 (1987), 1 Pound Gospel (1989), Rumic World (1995), InuYasha (1997)

Link to comment
Share on other sites

Personalmente non ho acquistato un solo manga di questa autrice..  :asd:

Il fatto e che la trovo un po troppo ripetitiva e alla lunga poco originale.. Per fare un esempio trovo che molti suoi personaggi si assomiglino caratterialmente, e le situazioni sentimentali sembrano riproporsi di opera in opera (lamu-ataru / ranma-akane / kyoko-godai / inuyasha-kagome).

Ovvio che secondo me merita di certo attenzione in quanto è vero anche che ha fatto la storia del manga! Credo sia stata una delle prime a creare il filone "commedia degli equivoci/triangoli amorosi".  :eek:

 

Forse l'unica serie che ho trovato un po più gradevole e originale è stata Maison Ikkoku...  :asd:

Link to comment
Share on other sites

Guest Trisketto87

Io adoro Rumiko takahashi :asd:!!

Credo che la sua creazione migliore sia ranma 1/2 che oltre a possedere una trama originalissima è la sua opera di maggior successo. Credo invece che abbia perso molto con inuyasha...i suoi classici come lamu e ranma fanno oramai parte della storia dei manga!

Link to comment
Share on other sites

Il difetto che riscontro nella Takahashi, più che una ripetitività di situazioni (in fondo è vero, gioca sempre sul rapporto tra i suoi protagonisti, però variando la cornice e le situazioni grottesche/ironiche con cui smorza questi momenti) è una tendenza a tirare troppo per le lunghe le sue serie. Ranma poteva essere concluso molto prima, non dopo che già era diventato pesantino da digerire. Idem InuYasha, che sta diventando un po' troppo allungato... Oltretutto quest'ultima serie ha una pecca nel ruolo più marginale e limitato delle spalle comiche. Maison Ikkoku gode di maggior fascino sia in virtù della sua brevità sia in virtù di un utilizzo perfetto dei personaggi comici di contorno (tolti gli altri inquilini della Maison, la semplice storia d'amore tra Kyoko e Godai perde il 70% del suo fascino).

 

Diverso il discorso per le serie brevi/numeri unici. Precisando che tanto la saga delle sirene che 1 Pound Gospel sono tuttora privi di un finale (da anni), qui il ritmo è notevolmente più maturo e intrigante.

Link to comment
Share on other sites

Si devo ammettere che è vero.. anche a voler iniziare a leggere una sua opera mi viene gia solo male a pensare a quanti caspita di numeri devo acquistare!!  :eek:

 

E' anche vero che non conosco le sue opere "minori" e le storie brevi.. a volte nelle cose secondarie si celano i veri capolavori di un autore eheh  :asd:

Link to comment
Share on other sites

beh... sull'allungato c'è da dire, anche, che le case editrici spesso e volentieri ci mettono del loro, volendo far durare una serie il piu' a lungo possibile.

Io credo che il meglio sia nella saga delle sirene, in one pound no gospel (di cui so stia lavorando ad un nuovo episodio), nelle storie brevi e, ovviamente, in maison ikkoku  :asd:

Link to comment
Share on other sites

vero vero  :asd: la stessa cose è successa anche ad un altra autrice: Yoko Kamio con il suo "Hanayori Dango"! La casa editrice l'ha obbligata praticamente a prolungare la sua serie a fumetti.. il che è davvero un peccato perchè, se all'inizio la storia poteva essere stata presentata con una chiave un po' più originale, alla fine si è ridotta alla classica soap con continui colpi di scena...  :lol:

A volte non capisco però gli autori giapponesi, li vedo troppo spesso poco indipendenti...  :asd: nel senso, posso comprendere che la Kamio si sia abbassata a cio' in quanto "nuova leva", ma credo che la Takahashi, famosa com'è, non abbia bisogno di rispettare questo tipo di compromessi editoriali! Bah :eek:

Link to comment
Share on other sites

ne hanno bisogno tutti, compresa la yazawa con nana...

Credo che il discorso sia non tanto: se lo concludi poi non ti pubblico piu' nulla... semmai: se non lo tiri per le lunghe come dico io non pubblicherai mai nulla, perchè neanche le altre case editrici vorranno avere a che fare con qualcuno che fa solo di testa sua.

Link to comment
Share on other sites

Guest Trisketto87

vero vero  :asd: la stessa cose è successa anche ad un altra autrice: Yoko Kamio con il suo "Hanayori Dango"! La casa editrice l'ha obbligata praticamente a prolungare la sua serie a fumetti.. il che è davvero un peccato perchè, se all'inizio la storia poteva essere stata presentata con una chiave un po' più originale, alla fine si è ridotta alla classica soap con continui colpi di scena...  :eek:

Esatto anchio pensavo proprio ad hanayori dango!A un certo punto ho smesso di comprarlo perchè la storia sembrava interminabile e questi "colpi di scena" iniziavano a risultare triti e ritriti...peccato perchè era davvero carino!Ma chissà poi com'è finito  :asd:

Link to comment
Share on other sites

  • 3 weeks later...

Credo che la Takahashi sia l'autrice di manga che più amo in assoluto. La considero semplicemente un genio dell'umorismo e non nascondo che devo a lei molto del mio successo come autore: ha l'incredibile capacità di riprodurre all'infinito meccanismi e situazioni ormai stereotipati e donare loro vitale freschezza.

 

Trovo che in lei i caratteri siano perfetti, le situazioni stimolanti, gli intrecci coinvolgenti, le gag irresistibili, il montaggio metronomico. Il tutto non per il gusto della risata grassa fine a se stessa, ma con una vocazione satirica spietata. Tutti i suoi personaggi sono esasperazioni teofrastiane di ciò che di più meschino c’è nel comportamento umano, in particolar modo nella società giapponese contemporanea. Peccato che i non nippofoni non possano comprendere i suoi frequentissimi giochi di parole.

 

A me sembra una genialata assoluta l’aver trasformato tutte le creature del folclore giapponese in extraterrestri, come ha fatto in “Lamù”, vetta insuperata di comicità surreale. La delicata poesia di certe scene di “Maison Ikkoku” fuga ogni eventuale dubbio sulla sua capacità di dare spessore umano alle sue creazioni. “Ranma”, in questo senso, mi sembra la più equilibrata delle sue opere e la prediligo: persino il vecchio cliché delle arti marziali vi indossa nuova veste… mentre il potenziale sovversivo non ne risente, anzi. “Inu Yasha” invece è stata purtroppo una solenne delusione: è privo di personaggi accattivanti e la trama visibilmente raffazzonata (per non parlare dell’antipatica impressione di plagio dell’amatissimo “Ushio e Tora”). La saga delle sirene mi ha stupito per alcune idee molto suggestive, a tratti angoscianti. Anche nelle storie minori, le più poco significative, si trova spesso inaspettatamente un violento potenziale sovversivo.

Link to comment
Share on other sites

  • 2 weeks later...
Guest Hunter

io amo la takahashi! non è la mia preferita in assoluto ma adoro alcune sue storie, come ranma e inuyasha, e il suo tratto ha influenzato parecchio il mio stile nel disegno. tuttavia impossibile negare che a volte la tiri troppo per le lunghe facendo palesare che non le è rimasto molto da raccontare ed è un grande peccato perchè rovina l'immagine dell'intera opera! :rotfl:

 

io con inuyasha sono fermo alla seconda serie e chi è più o meno al passo coi numeri mi dice sempre che la storia è scaduta e non se ne può più perchè è troppo lunga! fra le altre che ho letto c'è one pound gospel.. molto carino anche se preferisco temi meno realistici. piuttosto dovrò procurarmi la stirpe della sirena perchè ne sento sempre parlare bene! un'altra "pecca" (se così è definibile) della takahashi e che detesto tutti i suoi personaggi femminili escluse rare eccezioni come kikyo! XD

Link to comment
Share on other sites

Join the conversation

You can post now and register later. If you have an account, sign in now to post with your account.

Guest
Unfortunately, your content contains terms that we do not allow. Please edit your content to remove the highlighted words below.
Reply to this topic...

×   Pasted as rich text.   Paste as plain text instead

  Only 75 emoji are allowed.

×   Your link has been automatically embedded.   Display as a link instead

×   Your previous content has been restored.   Clear editor

×   You cannot paste images directly. Upload or insert images from URL.

×
×
  • Create New...