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Il c.d. femminicidio


Almadel

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@Luce86, non esiste nessuna ondata di femminicidi.

Anzi in Italia - e nei Paesi più maschilisti - le donne vengono uccise meno dei maschi.

Figurati che in Italia su cinque vittime di omicidio, solo una è donna

mentre in Svezia o in Finlandia sono praticamente pari.

 

Il "femminicidio" come espressione di maschilismo non esiste

perché la donna nelle società maschiliste è il "premio" per l'omicidio, non la vittima.

 

Fine OT (magari ne partliamo in un'altra  discussione)

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scusatemi, che le donne vengono uccise non è mica un'opinione.

Come Valentina Pitzalis, addirittura sfigurata.

 

Non vedo come potete negare che esiste una violenza misogina e violenta contro le donne, specialmente nei casi delle donne che lasciano l'uomo. Che poi a New York o città americane (esempio) avvengono più violenze (vedasi i casi mediatici di serial killer che poi entrano nell'immaginario collettivo come delle superstar, fenomeno che da noi non c'è) nessuno lo mette in dubbio, ma sicuramente l'Italia non è un paese per donne. Tra l'altro,  quasi tutte le denunce di violenze famigliari vengono poi ritirate, sia perchè i tempi della giustizia italiana sono enormi, sia perchè "si viene ostacolate".

Io stessa, qualche anno fa, proprio sotto casa mia, sono stata testimone di un tizio che tirava per il braccio, in modo proprio violento, e gridandole dietro parole volgari, una donna bionda, che si è messa a strillare; questo di fatto, ha attirato l'attenzione non solo mia ma anche di altri vicini. Poi mio padre, è intervenuto dicendo che se non avesse smesso di mettere le mani addosso alla ragazza, avrebbe chiamato i carabinieri. Il tizio ci ha pensato un po', e se ne è andato, ma vi assicuro che la scena è tutt'altro che piacevole, e se non ci fosse stato l'intervento di altri, che hanno visto la scena, magari non si arrivava all'omicidio, ma sicuramente a schiaffi o pugni sì.

Edited by Luce86
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@Luce86, non esiste nessuna ondata di femminicidi.

Anzi in Italia - e nei Paesi più maschilisti - le donne vengono uccise meno dei maschi.

Figurati che in Italia su cinque vittime di omicidio, solo una è donna

mentre in Svezia o in Finlandia sono praticamente pari.

 

Il "femminicidio" come espressione di maschilismo non esiste

perché la donna nelle società maschiliste è il "premio" per l'omicidio, non la vittima.

 

Fine OT (magari ne partliamo in un'altra  discussione)

 

non riesco a capire la frase del "premio", cosa volevi dire, se puoi spiegarmela magari per mp

per evitare OT.

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scusatemi, che le donne vengono uccise non è mica un'opinione.

 

Non vedo come potete negare che esiste una violenza misogina e violenta contro le donne, specialmente nei casi delle donne che lasciano l'uomo.

 

per carità, che alcune donne vengano uccise è vero

però anche gli uomini vengono uccisi, e ci sono molte donne omicide, ma nessuno si sognerebbe mai di parlare di "maschicidio"

la violenza femminile non è affatto inferiore a quella maschile, solo che si esprime in modo più subdolo e meno vistoso, pur avendo spesso i medesimi effetti

tra l'altro le donne assassine sono particolarmente efferate, e in genere orientano la propria violenza in ambito domestico agendo in modo subdolo, ad esempio avvelenando

una campagna come quella del femminicidio, che tende a criminalizzare un intero sesso, è intrisecamente idiota e secondo me addirittura incostituzionale, ma questo è un paese talmente rincoglionito che si beve tutto, basta che lo scriva una delle tante firme prezzolate sulla Gazzetta della Verità

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Il femminicidio può essere contestato...magari in modo

un po' più rilassato (!?) i toni non mi paiono congrui.

 

A me risulta che una moglie corre un rischio tre volte

più elevato di un marito, ma un padre tre volte più di

una madre, un nonno più di una nonna, un amante

maschio più di una femmina etc.

 

Di fatto le vittime di omicidi volontari sono in larga maggioranza

maschi, però se nel 1992 la proporzione era 15% femmine 85% maschi

la percentuale di vittime femminili è via via aumentata prima il 20%, poi

il 26% etc.

 

Da qui l'allarme sociale

 

In parte potrebbe essere l'incremento di omicidi in famiglia, in parte

il fatto che le donne lavorano di più esponendosi maggiormente ai

rischi connessi ad una vita non più casalinga ( questo non saprei dirlo )

 

Fine OT

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Potremmo dire che è il termine femminicidio a creare un po' di confusione, come evidentemente un'omicidio a sfondo omofobico.

Vuol dire che se A ammazza B e B e gay allora questo è un omicidio a sfondo omofobo? Non necessariamente, a meno che la causa per cui A abbia agito sia proprio l'omofobia. Ma in questa vicenda ancora nulla è chiaro e perciò mi sembra inappropriato sbilanciarsi.

Il femminicidio contempla la situazione in cui A uomo uccide B donna perché non riesce ad accettare che B possa stare con una terza persona C o comunque non volere stare più con A. E mi sembra evidente che il maschicidio sia un problema molto meno diffuso, non perché ci siano meno uccisioni di uomini (Anzi come dice giustamente Almadel ce sono molti di più, e la maggior parte riguardano uomini che uccidono altri uomini) ma perché ci sono pochissime donne che uccidono il proprio uomo perché non accettano la fine della storia e anche nel caso in cui lo facciano di solito alla base c'è una motivazione più pratica (soldi, eredità etc.) rispetto a quelle che con molta demenza venivano definite "motivazioni d'onore" qualche tempo fa.

 

Dire che non esiste il problema femminicidio perché vengono uccisi più uomini che donne è come dire che non esiste omofobia (anzi magari esiste eterofobia) perché vengono uccisi molti più etero che omo...

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scusatemi, che le donne vengono uccise non è mica un'opinione.

Come Valentina Pitzalis, addirittura sfigurata.

 

Non vedo come potete negare che esiste una violenza misogina e violenta contro le donne, specialmente nei casi delle donne che lasciano l'uomo. Che poi a New York o città americane (esempio) avvengono più violenze (vedasi i casi mediatici di serial killer che poi entrano nell'immaginario collettivo come delle superstar, fenomeno che da noi non c'è) nessuno lo mette in dubbio, ma sicuramente l'Italia non è un paese per donne. Tra l'altro,  quasi tutte le denunce di violenze famigliari vengono poi ritirate, sia perchè i tempi della giustizia italiana sono enormi, sia perchè "si viene ostacolate".

Io stessa, qualche anno fa, proprio sotto casa mia, sono stata testimone di un tizio che tirava per il braccio, in modo proprio violento, e gridandole dietro parole volgari, una donna bionda, che si è messa a strillare; questo di fatto, ha attirato l'attenzione non solo mia ma anche di altri vicini. Poi mio padre, è intervenuto dicendo che se non avesse smesso di mettere le mani addosso alla ragazza, avrebbe chiamato i carabinieri. Il tizio ci ha pensato un po', e se ne è andato, ma vi assicuro che la scena è tutt'altro che piacevole, e se non ci fosse stato l'intervento di altri, che hanno visto la scena, magari non si arrivava all'omicidio, ma sicuramente a schiaffi o pugni sì.

 

E' più facile che una donna venga uccisa perché gli uomini usano la forza ma non ti credere che le donne non uccidano gli uomini a suon di ricatti psicologici o peggio.

Tra i vari poveri che vanno alla caritas ci sono mariti divorziati o ex mariti tornati dai genitori dove la ex moglie usa i figli come ricatto.

Ma gaurdacaso di questo se ne parla poco eh.

 

Io penso che il femminismo di oggi farebbe rivoltare dai conati di vomito le femministe degli anni 60. Siamo arrivati ad un punto che i discriminati sono gli uomini e non le donne.

Qui in Italia le donne hanno potere eccome, a loro basta aprire le gambe anzi nò basta fare qualche occhiolino che hanno un mucchio di sfigatelli che le corrono dietro.

 

E quando salta fuori che un uomo ammazza la sua ex perché lasciato vorrei che si aproffondisse le varie ragioni e non come al solito parlare di femminicidio a vanvera.

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E quando salta fuori che un uomo ammazza la sua ex perché lasciato vorrei che si aproffondisse le varie ragioni e non come al solito parlare di femminicidio a vanvera.

Mi pare giusto. E insomma, che modo è di fare la vittima, se l'ha ammazzata di botte avrà pure avuto le sue ragioni!!

 

 

Siamo arrivati ad un punto che i discriminati sono gli uomini e non le donne.

oddio questa fa il paio con gli etero che dicono che sono loro adesso i discriminati...

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Dire che non esiste il problema femminicidio perché vengono uccisi più uomini che donne è come dire che non esiste omofobia (anzi magari esiste eterofobia) perché vengono uccisi molti più etero che omo...

 

Immagino che tu capirai da solo che si tratta di percentuali:

le donne sono il 50% e muoiono al 20%

quindi è facile dimostrare che muoiono di meno.

Non abbiamo motivo di credere che i gay muoiano sotto il 3% (o quello che è).

 

Quella che io contesto è proprio l'analisi del femminicidio.

Il fatto che dal 1992 a oggi il numero delle donne vittime di omicidio sia raddoppiato

è proprio il sintomo di una maggiore parità dei sessi e non di un aumento del maschilismo.

 

In una società maschilista le donne sono considerate proprietà del maschio

e nessun maschio sarebbe così stupido da distruggere la propria automobile:

al massimo arriva a uccidere l'uomo che gliel'ha rubata.

Per questo più un Paese è maschilista meno donne muoiono in percentuale...

 

Il problema è invece la violenza maschile che non c'entra nulla col "femminicidio".

Su venti assassini solo uno di questi è una donna e anche questo è un dato di fatto.

 

Il problema fondamentale è che molti maschi non sanno gestire il rifiuto.

Cosa fa un maschio quando viene mollato da una donna, se non sa affrontare la cosa?

Il più delle volte si suicida: il tasso dei suicidi maschili dopo una rottura è quattro volte superiore nei maschi,

al punto che ci sono più maschi suicidi per amore che donne uccise da ex violenti.

Se non si suicida ammazza il rivale in amore (nelle società maschiliste) o la donna che lo ha lasciato (nelle società più paritarie).

 

Quindi io non nego affatto che ci sia un problema del Maschile:

dico solo che è diverso da come viene raccontato:

che poi la questione "femminicidio" faccia uscire esternazioni misogine...

beh direi che questo è un secondo orfine di problemi.

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Diciamo  questo: è oggettivo che le vittime femminili sono

meno delle vittime maschili

 

E' oggettivo l'incremento delle vittime femminili che -nel quadro

di un decremento degli omicidi in Italia - si attestano verso il 30%

e ( ho verificato i dati ) è oggettivo che in realtà il 70% circa degli

omicidi in cui è vittima la donna sono familiari

 

E' vero anche che in Germania le vittime femminili di omicidio stanno

al 49% in Francia al 34% in Inghilterra al 33%

 

Non so se anche nel loro caso nel periodo 1992-2012 sia riscontrabile

un salto dal 15% al 30% come è avvenuto in Italia

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Il femminicidio può essere contestato...magari in modo

un po' più rilassato (!?) i toni non mi paiono congrui.

 

.

 

certo, accolgo volentieri questo appunto: e siamo decisamente OT

però non è corretto proprio a livello di comunicazione parlare di femminicidio: si potrebbe parlare di quello che una volta si chiamava "delitto d'onore" e che è tipico del maschio abbandonato, che probabilmente non sa gestire il rifiuto sessuale (e anche questo ha un suo fondamento psicologico e statistico), o lo sa gestire peggio della donna, o si lascia andare in queste determinate circostanze a un comportamento violento più facilmente della donna

però io trovo allarmante che sia stata fatta una campagna informativa così grossolanamente colpevolizzante contro il maschile

ogni tipologia di delitto ha le sue brave percentuali, ad esempio negli infanticidi le donne omicide probabilmente sono attorno al 100%: ma non per questo qualcuno si azzarderebbe a lanciare una campagna stampa sulle "madri assassine"...

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In una società maschilista le donne sono considerate proprietà del maschio

 

e nessun maschio sarebbe così stupido da distruggere la propria automobile:

 

al massimo arriva a uccidere l'uomo che gliel'ha rubata.

 

Per questo più un Paese è maschilista meno donne muoiono in percentuale...

Non condivido questa tua analisi. Qua siamo di fronte ad individui fortemente padronali ed egoisti:

"Se non posso avere il mio giocattolo io allora non lo potrà avere nessun altro, perciò lo spacco."

Che è un comportamento abbastanza irrazionale e maggiormente tipico dell'uomo. Diciamo un mazzarò-tismo...

 

Mentre condivido invece la tua deduzione sul fatto che l'aumentare del numero di omicidi femminili sia in generale un segnale di maggiore parità dei sessi. Anche perché rispetto a vent'anni fa le donne occupano posizioni prima fortemente riservate agli uomini e sono nella situazione di prendere decisioni potenzialmente urticanti per qualcuno.

"ammazzo il mio capo perché mi ha licenziato" (il fatto che sia uomo o donna in questo frangente non è molto rilevante)

 

In definitiva l'allarme femminicidio potrebbe benissimo essere una montatura giornalistica: tenendo puntata l'attenzione costantemente verso i femminicidi si induce la popolazione a pensare che essi stiano aumentando mentre probabilmente prima semplicemente se ne parlava molto meno.

Ciò non toglie che i femminicidi esistano e restino un problema, seppur sperabilmente e credibilmente in decrescita rispetto ai decenni passati.

Così come posso ipotizzare che la percentuale di omosessuali nel 1930 fosse simile a quella attuale eppure moltissime persone non sapevano nemmeno cosa volesse dire 'omosessuale', al massimo si parlava di qualche ed isolato caso di sodomia...

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@Icoldibarin, non ho capito da cosa tu deduca

che il maschio che uccide l'ex compagna sia "padronale ed egoista"

e non "fragile e psicotico" o "narcisista e violento" o altre possibilità.

 

Secondo me compi lo stesso errore di chi crede che le donne che uccidono il compagno

siano delle mantidi crudeli, quando molto spesso erano proprio loro le vittime di abusi familiari.

Frequentemente infatti le donne che uccidono sono vittime di rapporti violenti con "maschi padroni"

e non trovano altro modo che questo per liberarsi;

mentre le donne che vengono uccise di solito hanno la "colpa"

di aver messo in discussione la virilità di un uomo fragile e narcisista.

 

Sarei quindi cauto a tracciare un profilo psicologico del maschio assassino

per renderlo simile a un profilo ideologico che vada bene alle femministe.

Allo stesso modo la femmina assassina non somiglia affatto 

all'idea perversa che di essa ne hanno i maschi misogini.

 

Ne consegue che gli espedienti educativi per contrastare la violenza maschile

a mio avviso stanno andando nella direzione sbagliata.

Per me è assolutamente inutile e forse controproducente

presentare la donna come un tenero fiore calpestato dal rozzo maschio

- in una modalità che viene chiamata "sessismo gentile" - 

 

Quello che dobbiamo invece insegnare ai maschi è che possono vivere bene anche senza una donna al fianco

e che possono sentirsi "veri uomini" anche se non la soddisfano a letto;

insegnare loro a cucinare, a lavare e prendersi cura dei figli

in modo che se vengono "abbandonati" non gli crolli il loro mondo in testa.

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unmondomigliore

@Almadel : non è vero quello che scrivi...

http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/topnews/2013/07/20/Dubai-denuncia-stupro-condannata-lei_9050021.html

 

da dove deduci che nei paesi più maschilisti ci sono meno femminicidi? Lì le violenze sono all'ordine del giorno e sono pure tutelate dallo stato.

Edited by unmondomigliore
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Io più che altro non capisco l'oggetto del contendere

 

Cioè presentare le donne come "un fragile fiore" da

difendere di per sé non è l'esito necessario di un dibattito

sul femminicidio

 

Un esito potrebbe essere il contrasto sistematico agli

stereotipi di genere e non una forma di "sessismo gentile"

o "sessismo debole"

 

Certo in Italia si è arrivati a proporre delle misure molto discutibili

tipo la denuncia "anonima" o la querela "irrevocabile" che fanno

pensare ad una donna "debole" che ha paura di denunciare o

ritira la querela etc.

 

Quindi lo Stato-Poliziotto subentra

 

Ma queste misure discendono da due difetti fondamentali : il primo

la tendenza a "pubblicizzare" gli interessi privati ( cioè lo Stato si

sostituisce ad una Società di cui si diffida ) di rilievo penale. Il secondo

che si approvano norme a costo zero....e cambiare norme penali

come quelle da me citate non costa niente ( salvo travolgere garanzie

fondamentali...perchè l'anonimato implica una irresponsabilità )

 

Laddove invece dopo le dimissioni della Idem non è stato nominato

un nuovo ministro, né si sono finanziate iniziative contro gli stereotipi

di genere etc.

 

Ma questa critica, che condivido, non significa di per sé che non si sarebbe

potuto fare qualcosa di diverso; queste misure non sono l'esito obbligato

di un dibattito sul femminicidio.

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Mi pare giusto. E insomma, che modo è di fare la vittima, se l'ha ammazzata di botte avrà pure avuto le sue ragioni!!

Non ho giustificato la violenza io voglio solo che i stessi media che parlano di femminicidio si cercasse di capire cosa non andava nella coppia non "non accettava il suo rifiuto"

 

oddio questa fa il paio con gli etero che dicono che sono loro adesso i discriminati...

Vai da qualche divorziato che non può vedere i figli mentre la ex si fa stantuffare da uno nuovo.

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Io più che altro non capisco l'oggetto del contendere

 

Cioè presentare le donne come "un fragile fiore" da

difendere di per sé non è l'esito necessario di un dibattito

sul femminicidio

 

Un esito potrebbe essere il contrasto sistematico agli

stereotipi di genere e non una forma di "sessismo gentile"

o "sessismo debole"

 

Certo in Italia si è arrivati a proporre delle misure molto discutibili

tipo la denuncia "anonima" o la querela "irrevocabile" che fanno

pensare ad una donna "debole" che ha paura di denunciare o

ritira la querela etc.

 

Quindi lo Stato-Poliziotto subentra

 

Ma queste misure discendono da due difetti fondamentali : il primo

la tendenza a "pubblicizzare" gli interessi privati ( cioè lo Stato si

sostituisce ad una Società di cui si diffida ) di rilievo penale. Il secondo

che si approvano norme a costo zero....e cambiare norme penali

come quelle da me citate non costa niente ( salvo travolgere garanzie

fondamentali...perchè l'anonimato implica una irresponsabilità )

 

Laddove invece dopo le dimissioni della Idem non è stato nominato

un nuovo ministro, né si sono finanziate iniziative contro gli stereotipi

di genere etc.

 

Ma questa critica, che condivido, non significa di per sé che non si sarebbe

potuto fare qualcosa di diverso; queste misure non sono l'esito obbligato

di un dibattito sul femminicidio.

Nono meglio che ci sia, così qualche ragazza per bene ci pensa due volte prima di denunciare uno strupro solo perché non vuole passare per la zoccola di turno.

 

O qualche ragazza che accusa un barbone che rischia il linciaccio e poi si scopre che si era inventata tutto perché non era andata a scuola.

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@Icoldibarin, non ho capito da cosa tu deduca
che il maschio che uccide l'ex compagna sia "padronale ed egoista"
e non "fragile e psicotico" o "narcisista e violento" o altre possibilità.

Non è che siano antitetici anzi mi pare abbastanza evidente che il profilo tipico sia padronale, egoista, fragile, sicuramente con qualche problema di controllo mentale, tautologicamente violento e probabilmente narcisista.

Come detto in genere sono crimini irrazionali poiché una persona con un minimo di raziocinio anche volesse uccidere qualcuno non lo farebbe certo in quel modo, minacciando più volte la vittima e non preoccupandosi minimamente di nascondere il suo gesto.

Inoltre il maschio non ottiene nessuna utilità dall'omicidio se non, ai suoi occhi, al limite una parziale riappropriazione del suo onore; anzi ottiene evidentemente uno svantaggio perché oltre a perdere la propria donna-oggetto finirà pure inevitabilmente in carcere.

 

 

 


Ne consegue che gli espedienti educativi per contrastare la violenza maschile
a mio avviso stanno andando nella direzione sbagliata.
Per me è assolutamente inutile e forse controproducente
presentare la donna come un tenero fiore calpestato dal rozzo maschio
- in una modalità che viene chiamata "sessismo gentile" -
Quello che dobbiamo invece insegnare ai maschi è che possono vivere bene anche senza una donna al fianco
e che possono sentirsi "veri uomini" anche se non la soddisfano a letto;
insegnare loro a cucinare, a lavare e prendersi cura dei figli
in modo che se vengono "abbandonati" non gli crolli il loro mondo in testa.

Questo mi pare ovvio, ed ovviamente gioverebbe anche alla popolazione LGBT ma non è compito che può essere delegato certo al codice penale...

 

 

 


@Almadel : non è vero quello che scrivi...
http://www.ansa.it/w...ei_9050021.html
da dove deduci che nei paesi più maschilisti ci sono meno femminicidi? Lì le violenze sono all'ordine del giorno e sono pure tutelate dallo stato.

A parte che quello non è un caso di femminicidio ma semmai di stupro, di certo un caso non fa statistica, ancor meno se è avvenuto a Dubai dove lo stupratore sapeva di avere un'alta probabilità di passarsela liscia proprio per via della legge locale...

Non so la situzione dei femminicidi in Norvegia come sia, ma questo articolo non mi da alcuna indicazione in merito.

 

 

 


Certo in Italia si è arrivati a proporre delle misure molto discutibili
tipo la denuncia "anonima" o la querela "irrevocabile" che fanno
pensare ad una donna "debole" che ha paura di denunciare o
ritira la querela etc.

Non condivido la denuncia anonima per i motivi da te citati, sono invece più favorevole alla querela irrevocabile, proprio perchè in molti casi le donne che tu chiami deboli, io direi forse distorcenti la realtà, passata l'emozione della violenza che le può spingere a denunciarla tornano ad illudersi che il proprio uomo le ami e che la violenza sia stata solo un errore.

Però mi pare più appropriata la possibilità di procedere d'ufficio, senza quindi bisogno di un azione della vittima per perseguire gli autori delle violenze domestiche.

 

 

Nono meglio che ci sia, così qualche ragazza per bene ci pensa due volte prima di denunciare uno strupro solo perché non vuole passare per la zoccola di turno.

O qualche ragazza che accusa un barbone che rischia il linciaccio e poi si scopre che si era inventata tutto perché non era andata a scuola.

 

Scusate, mi spiegate cosa centrano questi esempi, che nulla hanno a che fare con i femminicidi e le violenze domestiche?

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proprio perchè in molti casi le donne che tu chiami deboli, io direi forse distorcenti la realtà, passata l'emozione della violenza che le può spingere a denunciarla tornano ad illudersi che il proprio uomo le ami e che la violenza sia stata solo un errore.

 

Si tratta di intendersi

 

Con l'espressione "deboli" io non intendevo qualcosa di diverso da ciò che scrivi

 

Ma secondo me, una donna che si illude che un uomo violento la ami è appunto

"debole", ho usato una espressione sintetica che può ricomprendere il caso che

fai tu ( come lo chiamiamo: dispercezione cognitiva? ) o casi diversi ( debolezza

economica se c'è, paura per i figli ; debolezza emotiva, fisica etc. )

 

In sintesi: debole ( anche perchè già scrivo dei romanzi....) qualunque cosa ci si voglia

vedere

 

Ovviamente ci potrebbero essere dei servizi di aiuto o delle sussistenze economiche

o dei braccialetti elettronici se vogliamo pensare a misure di sicurezza,  o ci può essere

l'irrevocabilità della querela che non costa niente ( ma gli imponiamo allora anche Separazione

e Divorzio? Il quesito mi pare fondato, anche se un po' accademico... )

 

Anche ragionando nell'ottica della debolezza della donna e della insensatezza ( presunta )

di una revoca di querela: € 0 Ma io a questo punto mi fido più del buon senso di una donna

che del buon senso della Repubblica Italiana

 

Altro discorso, chiaramente utopistico in un contesto in cui niente si spende ex post

sarebbe la possibilità di cambiare le cose preventivamente, a scuola, nella TV pubblica

( qualcuno prima o poi ci spiegherà per cosa paghiamo sto benedetto canone ? ) per

fare in modo che questa situazione maschio-femmina sia diversa

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Non è semplicemente questione numerologica, perché i numeri si devono saper leggere.

L'interpretazione dei numeri è arte fine e decisiva nel dirimere certe questioni: non interessa, a tal proposito, quante donne vengano uccise e la proporzione rispetto agli uomini, ma il numero di casi in cui il movente è riconducibile ad una matrice misogina e sessista, che è certamente superiore alla fenomenologia opposta (è molto più difficile anche solo concepire un caso di sessismo violento in cui la parte lesa sia un maschio)!

 

La legge Mancino, infatti, per fare un esempio concreto, agisce innanzitutto con l'inasprimento penale del movente.

Edited by Mina Vagante
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@Mina Vagante, noi possiamo anche decidere che "il movente passionale"

che un tempo era vergognosamente una attenuante da domani diventi un'aggravante.

 

Se però fai il paragone con la legge Mancino dobbiamo chiederci:

"Perché è giusto punire gravemente chi uccide un gay o un nero per omofobia o razzismo?"

La mia risposta a questa domanda è sempre la stessa: 

"Perché i crimini d'odio generano allarme sociale, spaventando anche tutti gli altri gay e neri"

Ovviamente questo non accade se un pazzo ha ucciso per problemi di parcheggio

e - a mio avviso - non ha alcun senso neppure di fronte alla "aggravante passionale".

E secondo me lo dimostrerebbe il fatto che dietro agli omocidi di gay e di neri

è sempre facile riconoscere un movente anche politico e nei "femminicidi" no.

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Per me, gli esempi da te citati, reati razzisti od omofobici, e il femminicidio di cui si parla qui condividono la stessa matrice, molto reconditamente: e non è politica, come dici, bensì sociale e quindi sociologica.

 

Si intravede il diverso come altro da sé e per questo surrogato, perciò soggiogabile alla violenza del più forte.

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Semplicemente non è così.

Gli uomini che uccidono la compagna perché li ha traditi o lasciati

non sono tutti maschilisti, violenti e fascisti 

(mentre sono tutti così quelli che uccidono gay sconosciuti).

Sono di tutti i tipi: da O. J. Simpson, mito della comunità nera

a Oskar Pistorius, mito dei disabili che vogliono fare sport.

 

Ho scritto "uccide moglie" su Google, per capirci qualcosa

quindi ti parlerò dei primi articoli, numerandoli per risultato

per spiegarti quale sia secondo me il profilo del "femminicida"

1) Suicida dopo l'omicidio: depresso, disoccupato, 57enne: "un uomo mite" lo descrivono.

2) "Mia moglie mi picchiava" e la uccide davanti alla figlia negli USA. "Merito la sedia elettrica"

3) Uccide moglie malata in clinica e si toglie la vita

Questi i risultati della prima pagina.

 

Non vedo tracce del marito possessivo, forte e violento 

che ci piacerebbe trattasse le donne come oggetti

e se ne sbarazzasse quando non gli servono più

o quando non lo riconoscono come loro unico padrone.

 

Uomini del genere esistono, ma non uccidono le loro donne.

Gli assassini sono quasi sempre depressi che hanno paura

di deludere le loro famiglie per colpa di licenziamenti o debiti:

alle femministe piace presentarli come orchi, ma casi simili sono rari.

 

Come ho già detto prima anche le donne che uccidono il marito

raramente sono le vedove nere che i maschilisti vorrebbero.

Anche la mia ricerca su "uccide marito" ha dato risultati simili:

1) Dopo 8 giorni di matrimonio, un raptus per un banale litigio

2) Spara al marito: aveva problemi di salute

3) Crisi di pazzia: apre il gas e ammazza il marito a coltellate

 

Nessuno di questi casi si risolve  "insegnando ai maschi il rispetto per le donne" 

né "insegnando alle donne il rispetto per i maschi".

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E' difficile secondo me, porre una analogia fra gay e donne

noi siamo una minoranza, le donne l'altra metà del cielo.

 

Certo, lo abbiamo visto ne caso del povero gay ucciso a Roma

in mancanza di una spiegazione plausibile alla fine sarà omofobia

( l'alternativa precedente d'altronde sarebbe stata: se l'è cercata...)

 

Di per sé, secondo me, il fatto di essere un mito della comunità

nera o dei disabili, non esclude la possibilità di essere dei violenti

maschilisti ( ci dice semmai che non si può ridurre il maschilismo

ad una caricatura sociale e/o politica )

 

Ciò non toglie che può esistere un problema di violenza maschile

non necessariamente ascrivibile a "maschilismo" in senso stretto

 

Un dato con cui oggettivamente ci si deve confrontare è il 30%

di assassini maschi che si suicida dopo l'omicidio ed il 15% che

tenta il suicidio, siamo quasi alla metà.

 

Il suicidio che segue l'omicidio è da sempre considerato un indicatore

di "legame" con la vittima ( un razzista certo non si suicida per aver ucciso

un "diverso", un omofobo dopo aver ucciso un gay etc )

Certamente implica la condivisione di un destino comune

 

Si potrebbe dire: odio te come me

 

Certamente non è una concezione padronale nel senso classico

del termine, anche se ci può essere di mezzo una gelosia, una

separazione in itinere etc.

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@almadel

Chi uccide la moglie spesso ha in passato di gravi violenze domestiche

(regolare nei matrimoni).

É come dici tu nei casi di stalking dove c'é una patologia..

 

Ma la violenza tra le mura domestiche è regolare

E a volte sfocia nell'omicidio.

 

Il vero problema è che in italia se denunci, la polizia ti ride in faccia.

 

 

@hinzelmannnnn

Le ANALogie esistono:

-io uccido un gay perchè mi fa schifo ed è inferiore a me

-io uccido una donna perchè vale meno di me

E se non mi vuole non merita di vivere.

 

Maschilismo e omofobbia spesso sfociano in violenza.

Edited by faby91
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Beh ma è chiaro che questo tuo discorso

non può valere nel caso del 45% di maschi

che poi si suicidano o tentano il suicidio

 

Un omofobo che si suicidi dopo aver ucciso

un gay, non credo esista....semmai può

accadere in una coppia gay

 

Che poi anche il maschilismo possa sfociare

in violenza è indiscutibile, basta pensare agli

stupri

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Si ma il colpevole si suicida se c'era un legame con la vittima

(come nella coppia gay).

 

Quindi è sbagliato dire che l'omofobo non si suicida

Mentre lo stalker si..

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Io invito semplicemente a utilizzare i dati che abbiamo

per costruire un profilo del "femminicida" più aderente alla realtà 

e meno condizionato da una deformazione ideologica.

 

Solo che la comunicazione - soprattutto politica - procede per semplificazioni,

ma se vogliamo evitare di fare analisi pur di fare propaganda

poi verremo accusati di cadere in contraddizione.

 

Se io dico "non parlate di femminicidio" sembra che io chieda

che si smetta di parlare di "violenza maschile" che ne è quasi diventata sinonimo.

Ma non è così: solo che va valutata per quello che è.

 

E la stessa cosa ovviamente vale anche per l'omofobia:

il profilo criminale del picchiatore di gay è quello di un neofascista,

il profilo criminale dell'assassino di gay è quello di un prostituto.

Non che gli immigrati musulmani o i preti cattolici non siano omofobi,

semplicemente non vanno in giro a picchiare i gay o ad ucciderli.

 

Non è che possiamo inventare uno strawman su cui sfogarci

se questo personaggio non esiste o è raro:

altrimenti offriamo il fianco a delle critiche.

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Ho scritto "uccide moglie" su Google, per capirci qualcosa
quindi ti parlerò dei primi articoli, numerandoli per risultato
per spiegarti quale sia secondo me il profilo del "femminicida"

1) Suicida dopo l'omicidio: depresso, disoccupato, 57enne: "un uomo mite" lo descrivono.
2) "Mia moglie mi picchiava" e la uccide davanti alla figlia negli USA. "Merito la sedia elettrica"
3) Uccide moglie malata in clinica e si toglie la vita

 

Secondo me o ci intendiamo su cosa vogliamo intendere con femminicio o non usciamo più dal discorso.

Questi, non sono femminicidi, almeno io non li ho mai intesi tali, e nemmeno Wikipedia ed il Devoto-Oli che adopera la seguente definizione:

"Qualsiasi forma di violenza esercitata sistematicamente sulle donne in nome di una sovrastruttura ideologica di matrice patriarcale, allo scopo di perpetuare la subordinazione e di annientare l'identità attraverso l'assoggettamento fisico o psicologico, fino alla schiavitù o alla morte".

 

Deduco quindi che stiamo parlando di cose diverse.

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