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Francia, scandalo colpisce il Presidente Hollande


Rotwang

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Questo, sempre che sia vero!, è certo un problema, ma è anche vero che, come ho già detto ieri, che:
1) se fosse andato con la scorta e con l'auto presidenziale, gli avrebbero rimproverato, giustamente, di abusare dei soldi pubblici per faccende sue private;
2) scorte e gorilla non hanno mai impedito in tempi recenti a qualcuno ben determinato di uccidere (Sadat), ferire (Reagan, Giovanni Paolo II, Berlusconi), rapire (Moro) ecc. capi di stato o personaggi pubblici;  non parliamo poi dei "fasti" anarchici di un secolo fa;  diciamo pure che scorte e gorilla hanno anzi la capacità di "attirare" l'attenzione forse più che di dissuadere i malintenzionati.

2) Premettendo che spesso le scorte ci sono e non si vedono, che poi non è una questione di incolumità personale, ma ricattabilità del personaggio. Il ragionamento poi non è vedere quello che non bloccano, da considerare, ma quanto sanno prevenire e dissuadere, ed avendo avuto qualche esperienza in termini di sicurezza di cariche pubbliche, ti assicuro che il loro lavoro lo fanno;

1) Oggi ho letto che sembrerebbe che la tizia abbia ottenuto in cambio un posto nella PA francese ( in una commissione di Villa Medici ), quindi ci sarebbe un danno nei confronti del contribuente, cosa che se fosse vera cambierebbe tutta la vicenda, e quindi anche il giudizio su di essa.

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Nomina revocata

 

La notizia della sua presunta relazione con il presidente è intanto già costata alla Gayet il posto di giurato per i borsisti dell’Accademia di Francia a Villa Medici a Roma, , che ha sede a Villa Medici a Trinità dei Monti.La revoca è stata decisa dal ministro della Cultura, Aurelie Filippetti, che ha comunicato la decisione con un certo imbarazzo.

LA REVOCA - La nomina all’incarico, che secondo il sito web di Villa Medici era stata fatta «dal ministro della Cultura», è stata revocata dalla stessa Filippetti. Il suo staff ha spiegato come «il nome (della Gayet) era stato proposto da Eric Chassey, direttore dell’Accademia, ma il ministro ha deciso di non designarla. Il decreto non è stato firmato».
fonte: Corriere della Sera
 
Ovviamente, mera questione di opportunità...perchè il nome del Presidente non compariva
in nessun atto; poi non vedo il danno erariale...semmai il favoritismo, la raccomandazione
venendo naturale sospettare che mai sarebbe stata nominata "se non"
 
Il problema scorta è inesistente....abitava ( non credo per caso ) dietro l'eliseo
e non capisco la ricattabilità...per cosa il Presidente sarebbe stato ricattabile?
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l problema scorta è inesistente....abitava ( non credo per caso ) dietro l'eliseo
e non capisco la ricattabilità...per cosa il Presidente sarebbe stato ricattabile?

Del fatto di avere un'amante? Se ci fossero stati video, audio, trascrizioni...suvvia la strategia di mettere una donna nei letti dei potenti per poi ricattarli è una strategia vecchia quanto il mondo XD

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2) Premettendo che spesso le scorte ci sono e non si vedono, che poi non è una questione di incolumità personale, ma ricattabilità del personaggio.

 

Non vedo il nesso né tra l'essere ricattato ed il non essere scortato né tra il non essere ricattato e l'essere scortato!

Anzi, se c'è qualchecosa che può attirare di più il ricattatore è proprio che l'uomo pubblico usi la scorta per fatti privati, aggiungendosi così un'altra ragione di ricatto.

Inoltre la scorta può attirare un'attenzione che altrimenti non ci sarebbe o sarebbe minore, appunto perché l'avere scorta è indizio di qualcuno d'importante.

 

 

 

Il ragionamento poi non è vedere quello che non bloccano, da considerare, ma quanto sanno prevenire e dissuadere, ed avendo avuto qualche esperienza in termini di sicurezza di cariche pubbliche, ti assicuro che il loro lavoro lo fanno;

 

Non ho detto che siano inutili la scorta o in genere le precauzioni, ma certo non sono sicure al 100%.

Mi dirai: tanto meno andare senza scorta per fatti privati è sicuro.

Forse, ma di fatto la gran parte degli assassinii o ferimenti o rapimenti di uomini pubblici è avvenuta quand'erano scortati e partecipavano a cerimonie pubbliche, non quando non erano scortati e se ne andavano per fatti privati.

Le insegne regali attirano i colpi dei nemici in battaglia:  è una cosa nota!

 

 

 

Oggi ho letto che sembrerebbe che la tizia abbia ottenuto in cambio un posto nella PA francese ( in una commissione di Villa Medici ), quindi ci sarebbe un danno nei confronti del contribuente, cosa che se fosse vera cambierebbe tutta la vicenda, e quindi anche il giudizio su di essa.

 

Certamente!  anche se tutto considerato, sono sempre dell'opinione che il "peso" maggiore nel giudizio d'un uomo politico debba dipendere dall'efficacia e bontà delle sue azioni politiche.

Edited by Mario1944
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Del fatto di avere un'amante? Se ci fossero stati video, audio, trascrizioni...suvvia la strategia di mettere una donna nei letti dei potenti per poi ricattarli è una strategia vecchia quanto il mondo

 

Quando sono sposati...ma Hollande non lo è

 

Inoltre mi pare evidente che questo valga in paesi in cui una

amante ti fa perdere le elezioni, non in Francia dove te le fa

vincere.

 

Gira voce inoltre che sia al 4° mese di gravidanza

 

Nel qual caso....sarebbe il 5° figlio illegittimo di Hollande

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Non vedo il nesso né tra l'essere ricattato ed il non essere scortato né tra il non essere ricattato e l'essere scortato!

Anzi, se c'è qualchecosa che può attirare di più il ricattatore è proprio che l'uomo pubblico usi la scorta per fatti privati, aggiungendosi così un'altra ragione di ricatto.

Inoltre la scorta può attirare un'attenzione che altrimenti non ci sarebbe o sarebbe minore, appunto perché l'avere scorta è indizio di qualcuno d'importante.

Mi sono spiegato male, intendevo che la scorta, che è utile per motivi di sicurezza, poco c'entra quando uno viene ricattato per fatti come il suddetto. Per le alte cariche dello stato, ed immagino sia così anche in Francia, la scorta è perenne, non esiste pubblico o privato: se sei a casa ti piantonano davanti (nel caos poi si parla dell'Eliseo), se ti sposti ti seguono, ecc...

 

 

Certamente!  anche se tutto considerato, sono sempre dell'opinione che il "peso" maggiore nel giudizio d'un uomo politico debba dipendere dall'efficacia e bontà delle sue azioni politiche.

Condivido che il giudizio politico debba essere correlato alle azioni politiche, e che le vicende personali siano semmai un di più; infatti avevo un pessimo giudizio su Hollande prima, così come ora.

 

 

Quando sono sposati...ma Hollande non lo è

Inoltre mi pare evidente che questo valga in paesi in cui una

amante ti fa perdere le elezioni, non in Francia dove te le fa

vincere.

Non conosco così bene l'umore dei francesi, ma per quanto siano non sposati, una vicenda simile, anche per quello che porta dietro (la convivente che adesso farà un po' di scena, l'amante che si mette a denunciare i giornali, le opposizioni che faranno la loro parte), solitamente appanna un po' la figura. Ovvio, così come avevo premesso nel primo post, che Hollande ha una credibilità talmente bassa che è veramente una goccia nel mare. Il problema di fondo, e vale per chiunque abbia cariche politico-istituzionali, è che non ci si dovrebbe trovare in posizioni di possibile ricattabilità, per quanto mi renda conto che a certi livelli diventi quasi impossibile.

Edited by Frollo
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Condivido che il giudizio politico debba essere correlato alle azioni politiche, e che le vicende personali siano semmai un di più; infatti avevo un pessimo giudizio su Hollande prima, così come ora.

 

Il nocciolo è proprio qui: quando un politico politicamente non è più ritenuto (a torto od a ragione) soddisfacente, allora si cercano nella vita privata pretesti per demolirlo.

Nulla di strano, è così da migliaia d'anni (Pericle ebbe problemi simili 2500 anni fa), però appunto sia chiaro che per molte persone sono pretesti e che quelli che sono veramente indignati per le "deviazioni" morali, sarebbero quasi tutti e quasi sempre disposti a chiudere entrambi gli occhi sul fatto, se dell'azione politica del "deviante" fossero completamente soddisfatti!

 

 

 


Il problema di fondo, e vale per chiunque abbia cariche politico-istituzionali, è che non ci si dovrebbe trovare in posizioni di possibile ricattabilità, per quanto mi renda conto che a certi livelli diventi quasi impossibile.

 

Senza dubbio un uomo prudente dovrebbe evitare situazioni pericolose in relazione all'etica del paese in cui vive.

Però in effetti è quasi impossibile essere virtuosi a tal punto.

D'altronde i politici sono umani (quando non sono bestiali.....) e non divini, quindi portano con sè tutti i nostri difetti comuni.

In fondo sarebbe sufficiente che non fossero disastrosamente incapaci ed inefficienti in quelle mansioni per cui sono stati eletti:

meglio avere al governo un ladro o un puttaniere che un coglione!

Purtroppo non raramente, specialmente da noi, questi vizi coesistono.....

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Ma quale posta in gioco, perdinci?!

 

Il tuo discorso, Akinori (non prenderla sul personale, m'ha fatto piacere leggerti ed essendo un fautore e convinto assertore del procedimento dialettico ti ringrazio per avermi dato uno spunto al pensiero), è destituito di fondamento: rischia solo di subodorare di quella "pruderie" moralistica di chi non riesce a/vuole/ha il coraggio di discernere tra casi diversissimi e quindi preferisce accatastarli tutti in una illogica, disomogenea e ipocrita categoria omnicomprensiva, operando un'ingiusta e gigantesca generalizzazione, quella dell'apparenza!

Chi detiene un delicato ruolo istituzionale, soprattutto se sotto mandato del popolo, deve -secondo il tuo ragionamento- rispondere a "certe" prescrizioni morali.

Bene: quali? E secondo quale criterio sceglierle? Il diritto penale? Quello civile? Ma l'adulterio -ti ricordo- non è reato! Mi dirai la morale religiosa: orbene, anche qui l'adulterio è peccato, ma non in tutte le dottrine: quindi come si agisce? E se si fa ricorso a queste prescrizioni non è biasimevole anche essere mendaci...oppure atei? Dunque? Le Sacre Scritture possono indicare l'indirizzo comportamentale del politico, del burocrate, del cittadino, del laico? No, se non fosse già solo per l'inviolabile e primigenia laicità degli Stati Moderni!

Inoltre, si porrebbe il dilemma della conoscenza: è riprovevole solo quanto è portato al nostro giudizio, alla nostra evidenza? Se, dunque, fosse stato adultero senza che noi ne fossimo venuti a conoscenza, come avremmo potuto giudicarlo?

 

Ciò che dici è condivisibile se lo trasli dal piano dell'eletto a quello dell'elettore: che è libero -nella sua coscienza e secondo la sua morale, qualunque essa sia- di cambiare opinione e quindi di esprimere il suo -PERSONALISSIMO- dissenso.

In questo senso, dicevo che il discorso è solo mediatico, e quindi popolare: se il popolo riterrà scandaloso l'atteggiamento di Hollande, agirà di conseguenza. Senza, però, che questo incida sulla valutazione OGGETTIVA del personaggio: l'opinione della maggioranza è funzionale all'elezione in democrazia, ma non può mai essere giudizio universale di condotta altrui, se questa non lede alcuna norma.

Gli unici che possono esprimere un vero giudizio di merito sono gli attori della vicenda, semmai le donne tradite.

Il nostro giudizio -LEGITTIMO, ripeto- può certamente avere valore, MA solo a titolo esemplificativo: è lecito, ad esempio, che le femministe si arrabbino, o che i cattolici si indignino, ma ciò non deve indebolire il mandato politico di una persona che non può essere giudicata per azioni che non attengono né ad azioni di governo né a prescrizioni civili-penali o di semplice -indiscutibile!- morale.

 

Sulla situazione di Berlusconi, si sono espressi meglio di me i ragazzi che m'han preceduto: le accuse sul suo capo sono di concussione, induzione alla prostituzione minorile e falsificazione dei testé. 

E, se volessimo, la morale -cattolica, ma anche più genericamente umana- ha maggior ragion d'essere richiamata quale criterio di giudizio in tal caso perché stiam parlando del leader della coalizione che strenuamente ha difeso (finto di difendere) certi valori tradizionali: per cui, il peso di certe azioni si ripercuote con ben altra forza sull'elettorato!

Infine, parlando di un personaggio su cui pendono ben altre accuse, è logico che certa stampa -purtroppo minoritaria- ne abbia approfittato per dare ulteriore risonanza alle proprie tesi.

 

 

 

Concludo:

anch'io ho un'alta idea dello Stato e dei suoi valori, ma non possono essere tali questioni a determinarne un giudizio inappellabile: è la democrazia, purtroppo e per fortuna!

Anch'io vorrei sempre i migliori rappresentanti possibili, e lotto -davvero! Concretamente e idealisticamente- perché accada, ma mi rendo conto che ci sono delle convinzioni -probabilmente giuste, MA personali- che -proprio perché frutto della singola coscienza- NON possono essere legge: altrimenti starei chiedendo un'oligarchia, se non una dittatura illuminata, come è accaduto, ad esempio, anche in certe fuorvianti interpretazioni del comunismo. 

Edited by Mina Vagante
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E, se volessimo, la morale -cattolica, ma anche più genericamente umana- ha maggior ragion d'essere richiamata quale criterio di giudizio in tal caso perché stiam parlando del leader della coalizione che strenuamente ha difeso (finto di difendere) certi valori tradizionali: per cui, il peso di certe azioni si ripercuote con ben altra forza sull'elettorato!

 

In realtà no.

Hai ragione quando inizialmente dicevi che tale dissenso

lo esprimerà - se vuole - il suo elettore, ma non è un problema dell'eletto.

 

Se io facessi una campagna contro l'alcolismo

e poi mi trovassero ubriaco in conferenza stampa

sarebbe un problema solo tra me e il mio elettorato.

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Se io facessi una campagna contro l'alcolismo

e poi mi trovassero ubriaco in conferenza stampa

sarebbe un problema solo tra me e il mio elettorato.

 

E potrebbe anche non essere un problema, se la tua campagna avesse avuto efficacia e tu ne fossi l'eccezione a conferma!

Semel in anno.....

Edited by Mario1944
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E' esattamente quel che intendevo, Almadel: ho scritto, "si ripercuoterà sull'elettorato". Quindi sulla percezione che l'elettorato ha del suo leader, che potrebbe perdere, eventualmente, voti.

Forse non son stato troppo chiaro in tutti quegli arzigogoli, ma volevo giungere proprio a quella conclusione. non si ripercuote sull'eletto né su tutti gli elettori, ma solo sull'elettorato verso il quale si era rivolto in certi termini. E non necessariamente, come giustamente chiosa Mario.

Spero di essere stato più esaustivo, ora.

Edited by Mina Vagante
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Non m'interessa Paolo Mieli, da come critichi tu le persone sembra che queste debbano baciarti i piedi e adorarti,

 

 

Non mi dispiacerebbe da un punto di vista strettamente erotico. Sono maschio alfa dominante e apprezzo partner sottomessi e ubbidienti :-)

 

 

 

Chi detiene un delicato ruolo istituzionale, soprattutto se sotto mandato del popolo, deve -secondo il tuo ragionamento- rispondere a "certe" prescrizioni morali.

Bene: quali? E secondo quale criterio sceglierle? Il diritto penale? Quello civile? Ma l'adulterio -ti ricordo- non è reato! Mi dirai la morale religiosa

 

Ma perché dovrei mai parlare di morale religiosa? Sono ateo e anti-cattolico, è risaputo.

Però siccome ho una forte visione etica, alcuni, in un patetico tentativo di contrastare le mie cogenti argomentazioni, tirano in ballo la religione, che non c'entra un fico secco!

Il criterio da scegliere, come ho scritto, è un criterio kantiano. In questo caso si applica considerando lo Stato come un fine e non un mezzo.

Poi credo in questo principio: la classe politica deve essere migliore dei cittadini che rappresenta (invece tende ad essere peggio).

Detto questo, i giochi sporchi della politica sono un motivo in più per mantenere un alto profilo, in modo da non offrire alla parte avversa una sponda per attacchi strumentali. In questo caso l'integrità morale dovrebbe essere una necessità, per un politico intelligente. Un'arma di legittima difesa.

L'argomentazione machiavellica per cui "sono i risultati politici che alla fine contano" fa parte della teoria che il fine giustifica i mezzi. Ma seguendo questa sciagurata teoria, si potrebbe giustificare persino un olocausto, sostenendo che il fine sarebbe l'eugenetica, ovvero il miglioramento di tutta la razza umana. Un ragionamento da folli, ma che è stato fatto e realizzato, come ci insegna la Storia.

No, il fine non giustifica i mezzi.

Un politico deve essere irreprensibile, senza se e senza ma. Se vuole saltare la cavallina, si dedichi ad un altro lavoro. Per me un presidente che gira in scooter di notte senza scorta, per recarsi dall'amante che dicono gli sia stata presentata da un delinquente, non è affidabile. Me ne frego dei suoi risultati politici: che si dimetta subito per preservare la dignità della sua carica e salvare un po' la faccia di fronte a chi lo ha eletto.

Basta con questo lassismo e questo buonismo peloso! Ridiamo dignità alla Politica (anche se mi rendo conto che per un italiano sia molto difficile comprendere questo concetto, dato che mediamente la politica è considerata uno strumento per avere potere e per arricchirsi facilmente. Inoltre di fronte al più becero dongiovannismo, si strizza sempre l'occhio: l'etero lo fa per solidarietà maschile, il gay perché pensa che tacciare di immoralità un comportamento abietto sia un giudizio indiretto sulla liceità della sua scelta sessuale).

Edited by akinori
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Comprendo la tua visione, ribadisco di non condividerla.

Innanzitutto per quei tanti pregiudizi morali che rigetti sul tuo interlocutore: certamente non giustifico certi accadimenti per edulcorare giudizi sulla liceità della mia persona; e un'altra mezza dozzina di amenità, quantomeno per quanto concerne il sottoscritto.

 

E' un discorso, il tuo (ma certamente lo sarà stato il mio per te), pregno di stereotipi psicanalitici dai quali desumi -erroneamente- sia in ambito politico-ideologico (mai addotto a giustificazioni machiavelliche) che sociologico, per non parlare delle numerose ellissi deontologiche.

 

Ti ripeto, avrai le tue buonissime ragioni, ma personalmente sono molto più solipsiste delle mie: troppi assunti, troppe ipotesi, troppi giudizi.

Pur partendo dal tuo stesso caposaldo dell'irriducibile eticità dello Stato.

 

Che, poi, la situazione meriti un'attenta disamina politica è ovvio, ma per quei motivi che tu adduci (scarsa accortezza nei movimenti; mancata trasparenza nei rapporti) e non certo per quelli di cui stavo/stavamo parlando (adulterio).

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Ma guarda, dell'"adulterio" (che parolone) in sé non importa niente a nessuno, tanto meno ai Francesi. Nella mia valutazione non sarebbe cambiato nulla, anche se il presidente fosse stato sorpreso a rubare caramelle. Io ho posto semplicemente un problema di sicurezza. E quando parlo di moralità, mi riferisco ad un concetto etico molto profondo, non alla banale scappatella extraconiugale.

Dove sarebbero poi gli "stereotipi psicanalitici" nella mia argomentazione? Boh!

Temo che decenni di malapolitica, giustificata dai Soloni di turno col fatto che i politici rappresentano (soprattutto per i difetti) coloro che governano, abbiano mortificato ogni capacità di autonomo giudizio. E' così scontata la figura del politico onnipotente che fa parte della casta e al quale tutto è concesso, che la si considera come naturale. La società dello spettacolo è uno strumento formidabile di dominio delle masse e Hollande resterà senz'altro nella coscienza collettiva europea più per le amanti che per come ha gestito la cosa pubblica - cosa che non interessa del resto ad un suddito, che deve solo obbedire al suo dominus.

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Indico la luna, continui a soffermarti sul dito.

Io credo di aver compreso quanto dici, tu certamente hai travisato quanto ho scritto.

 

Beh, l'ameno stereotipo psicanalitico enorme e banale della liceità delle sedicenti devianze del comportamento altrui come implicita indulgenza di un somatizzato rifiuto para-sociale della propria omosessualità è ben evidente, e l'hai anche ostentato senza troppi giri di parole. Piuttosto mortificante.

 

Poi, ribadisco -ma l'atteggiamento solipsista è solo tuo, e quindi sarà difficile che tu non risponda nuovamente pan per focaccia- non mi sento assolutamente obnubilato nel giudizio né tantomeno imbonito da quel Quarto Potere che citi e verso il quale provo la tua stessa, se non superiore, repulsione.

Generalizzi le mie argomentazioni che -posso assicurartelo!- non derivano da schematismi inculcati dal gargantuesco cortocircuito mediatico di questo Paese da cui -per fortuna- rifuggo.

 

Io non assolvo Hollande, ma lo rimando a giudizio con formula dubitativa. Perché ad esprimersi insindacabilmente sulla politica può essere solamente l'Etica plasmata Diritto (e il popolo; la cui psicolabilità lo rende, però, scarsamente indicativo del "giusto", ma certamente suggerente un indirizzo di condotta se si è personaggi pubblici in cerca di consenso, indipendentemente dunque da quell'anelito di giustizia): e non avendo contravvenuto ad alcuna legge morale esplicitamente, possiamo muoverci solo dubitativamente.

Lo scetticismo è l'unico padre dell'intellighentia umano, non certamente un inutile e forcaiolo pseudo-giustizialismo (che tra l'altro non trova solide argomentazioni nel Diritto stesso)!

 

Per cui gradirei non ricevere altre altisonanti e perentorie lezioni di morale. E' quell'integralismo delle buone idee -come lo sono, senza piaggerie, le tue: molto buone, e da me condivise- che rischia di deprivarle di mordente pragmatico e farle cadere anche in paradossi logici: per l'appunto, citavo certo comunismo totalitario.

 

Buona giornata anche a te, eh!

 

 

 

 

P.s.:

L'unica legge morale che potrebbe prescrivere le sue azioni, non essendoci -fino a giudizio contrario- contravvenzioni, è la legge morale che è "in lui", avrebbe arguito un pensatore mai così illuminato.

Ma non essendo Hollande, io posso aggiungere -per confutare la traslitterazione ideo-logica con cui sembri accusarci della stessa presunta amoralità di colui di cui avremmo preso le parti- 2 sole altre cose:

-certamente, nella mia vita, mai farei quanto fatto da Hollande, senza volerne esprimere così un giudizio di merito necessariamente censorio;

-e se pure mi "macchiassi di tale onta che tanto ti turba", sarei comunque il primo a fare un passo indietro per la mia -intima- visione della carica pubblica e del ruolo istituzionale.

 

Ma puoi tirare un gran sospiro di sollievo perché non sono Presidente...anche se nel continuo disfacimento del costume degli antichi anche una persona così biasimevole come mi pare di apparire ai tuoi occhi potrebbe diventarlo, prima o poi! 

E pensare che prima della tua insindacabile lavata di capo ero solito considerarmi quanto di più lontano da certe degenerazioni valoriali e storture mediatiche: sarà stato il lavaggio del cervello?

Edited by Mina Vagante
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Ma caro/a @Mina vagante, deve esserci un equivoco: io non ho parlato di " indulgenza di un somatizzato rifiuto para-sociale della propria omosessualità ". Al più la mia fatta sopra sarebbe un'osservazione psicologica, non certo psicoanalitica. Ed anche abbastanza elementare: la tendenza a giustificare un comportamento altrui per legittimare il proprio. Ad ogni modo non mi riferivo a te personalmente, il mio era un discorso generale. Anzi, vedo che la pensiamo fondamentalmente allo stesso modo, quindi non ho nulla da recriminare nei tuoi confronti.

Ho notato però che, come molti etero, anche molti gay sono indulgenti nei confronti delle questioni sessuali che coinvolgano politici (a meno che i politici non siano particolarmente gay friendly, naturalmente; in questo caso, tutti addosso al puttaniere :-). Forse pensano che strizzando l'occhio al politico adulterino, abbiano maggiori possibilità di essere accettati in una società eteronormativa, mettiamola così...

Naturalmente si tratta di una gaia illusione, Questa gaia illusione è inoltre deplorevole, a mio giudizio: il primato della politica sull'etica non porta a nulla di buono.

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