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crescere da soli un bambino!


danny93

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Ho sempre pensato che nel caso in cui non dovessi trovare "l'anima gemella" o comunque una persona con cui costruire e portare avanti assieme un progetto di vita la possibilità di crescere un bambino da solo, perchè il desiderio di diventare padre in me si fa sempre più sentire con l'avanzare del tempo.. Avete mai preso in considerazione questa scelta di vita? Immagino sia difficile crescere un figlio da soli ma alla fine non è quello che fanno anche le mamme single di oggi che sono sempre piùà numerose?

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Anche io ci ho pensato, e il mio desidero di adottare un bambino è davvero forte.

Ora come ora, però, non avendo una stabilità economica in grado di permettermi di provvedere alle esigenze di un figlio, la questione è davvero remota.

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PietroUomoDiPietra

Un bel sogno ma ahimè è un sogno da ricchi. Senza soldi o quasi è solo un disastro programmato (lo so perché mia madre, non per sua scelta, ha dovuto crescre me e mio fratello praticamente da sola - il poco di aiuto che poteva dare mio nonno è appunto quello che poteva dare una persona ultrasessantenne).

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oh my gAd, ma sul serio ne fate prima di tutto un problema di soldi, di solide basi economiche, di sogno da ricchi?

cazzarola, e l'amore?

come si può, a priori, cullarsi nell'idea di crescere un bambino da soli? scusate, ma sembra quasi stiate discutendo se, per una volta, entrare in una boutique piuttosto che tornare al mercato dell'usato sia più ragionevole.

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PietroUomoDiPietra

oh my gAd, ma sul serio ne fate prima di tutto un problema di soldi, di solide basi economiche, di sogno da ricchi?

cazzarola, e l'amore?

come si può, a priori, cullarsi nell'idea di crescere un bambino da soli? scusate, ma sembra quasi stiate discutendo se, per una volta, entrare in una boutique piuttosto che tornare al mercato dell'usato sia più ragionevole.

 

Perché, senza soldi cosa fai? E poi, finché ci si culla in un'idea che male c'è? C'è anche la polizia sulle idee adesso? A quando quella sui sogni?

Edited by PietroUomoDiPietra
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Perché, senza soldi cosa fai? E poi, finché ci si culla in un'idea che male c'è? C'è anche la polizia sulle idee adesso? A quando quella sui sogni?

 

rispetto alla questione, insisto: la faccenda dei soldi mi sembra secondaria, tutto qua.

e non capisco il salto logico tra l'amore, la cui assenza ho nominato, e la polizia, la cui minaccia viene il dubbio di pensare forse aleggi tra le tue idee, certo non tra le mie righe.

quanto ai sogni, sia ad occhi chiusi che ad occhi aperti, leciti o non leciti, sono connaturati all'essere umano: quelli ad occhi aperti, meglio farli magari, a una certa età, sulla base di ciò che l'esperienza ci ha già insegnato del mondo.

mi sembra inoltre, del resto, sia tu, oppure un altro?, a fare, per esempio, della questione di "crescere un bambino" da soli una questione pratica. e non io che, addirittura, oso domandare dell'amore che una scelta del genere, insisto, sia nel caso degli etero sia nel caso degli omo, dovrebbe prima di ogni altra cosa presupporre.

ma forse vivo ancora nel mondo delle favole...

 

(in ogni caso, la mia intenzione non era suscitare il risentimento di chicchessia, né tantomeno offenderlo.

se qualcuno che la pensa diversamente da me mi fa comprendere semplicemente che ho capito fischio per fiasco, io capirò "fischio", anche con tanto di scuse).

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bastian, è brutto da dire, ma pur volendo un sacco di bene ai figli (questo è poco ma sicuro per il 99,99999% dei genitori), non si può negare che oggi come oggi mettere al mondo un figlio richiede anche una buona disponibilità economica: pannolini, alimenti vari, vestiti, asilo, scuola... costa tutto una barbarità!

 

E non so se in Italia un single (gay, tra l'altro) possa adottare... 

 

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Io so di persone che non potendo adottare hanno chiesto a un'amica molto stretta di poter partorire il bambino ma anche in quel caso non penso sia facile la cosa.. ci saranno comunque mille procedure da seguire

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Essenzialmente la genitorialità esclusiva può costituire un problema finanziario e di tempo. Detto ciò, attualmente in Italia non è possibile adottare da single. Esiste tuttavia la possibilità, seppur non ufficialmente normativizzata, della genitorialità condivisa. In questo caso le spese e le vicissitudini sarebbero divise in due o più parti.

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PietroUomoDiPietra

rispetto alla questione, insisto: la faccenda dei soldi mi sembra secondaria, tutto qua.

 

Che ti SEMBRA secondaria è una cosa, che LO SIA è un'altra. E non è affatto secondaria: allevare un bambino ha un costo molto elevato sia in termini di tempo sia in termini di (molti) soldi. E lo è già per una coppia, figurati per una persona sola! Fosse una cosa semplice la gente avrebbe continuato a fare i figli a venti-venticinque anni, non oltre i trenta e sovente anche a quarant'anni come orma in tutti i paesi più industrializzati succede da decenni (al punto che le generazioni più recenti non solo sono spesso generazioni di figli unici ma spesso anche generazioni che i nonni li hanno visti soltanto in fotografia).

 

A parte questo, continuo a non capire cosa ci sia di male nel desiderio di voler crescere un bambino in proprio (tenuto conto soprattutto che è UN LUSSO che pochissimi si possono permettere di concretizzare: per gli altri è e rimane soltanto un sogno, non solo per motivi legali vari ma anche per tutti gli altri impedimenti esistenti di fatto - tutte cose che appunto più che un sogno non ne fanno). Del resto, anche se probabilmente ai gay non interessa avere FIGLI PROPRI, sono più che felici di avere a che fare con figli degli altri: non hai idea di quante volte, magari ospite occasionale di qualcuno, mi hanno fatto vedere le foto dei loro NIPOTI, felicissimi di averne. Forse molti non ci tengono ad essere direttamente padri ma ad essere zii ci tengono eccome! E da qui a desiderare anche di essere padri adottivi il passo non è molto lungo e il desiderio di cui stiamo parlando qui ne è giusto una manifestazione.

Edited by PietroUomoDiPietra
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a scanso di equivoci, ricapitolo perché forse ho frainteso e sono stata fraintesa.

 

danny93 ha aperto il topic "crescere da soli un bambino!": incuriosita, entro nel topic, quando tre utenti mi hanno già preceduta, e tutti e tre scrivendo un post, più o meno, dello stesso tenore: soldi, ci vogliono soldi e, comunque, non ne ho a sufficienza.

 

ora: mi ha abbastanza stupita che, alla domanda di danny: "avete mai preso in considerazione questa scelta di vita?", gli altri fino ad allora "postanti" avessero liquidato la questione guardandola unicamente da un punto di vista economico. quasi come se si trattasse, che ne so?, di andare a far la spesa.

 

ovvio che è, poi, nelle mie possibilità comprendere che mettere al mondo un figlio, così come pure adottarlo o crescerlo da single, comporta quotidianamente da parte di chi o di coloro che ne è/sono genitore/i un aumento considerevole delle proprie spese, senza poter prevedere/pianificare il quale (l'aumento) - sono d'accordo con voi - la scelta di essere padre e/o madre non si potrebbe ritenere altro da un gesto arrischiato (nel caso di genitore/i naturale/i) o impossibilitato comunque dalle leggi che, nel nostro paese, da un lato limitano fortemente a una coppia etero la possibilità di adottare un bambino (perché anche in questo caso, ci vogliono barche di soldi, nonché un certo status sociale, attestante beni, immobili, buste paga e quant'altro possa lasciare prevedere un roseo orizzonte per il futuro del/la bimbo/a) e, dall'altro, nemmeno riconoscono (ancora) le coppie gay, o il genitore single per scelta, come aventi diritto.

 

@kador88: sei sempre così delicato, ammiro il tuo tatto.

 

@PietroUomoDiPietra: non ho nulla contro il desiderio dei padri adottivi.

però penso che sognare di essere padri in coppia venga prima dell'essere padri single.

esprimendo semplicemente il mio (opinabile) disappunto nei confronti di quanti si dicevano rammaricati dal fatto di non poter realizzare il loro sogno di padri single perché non ne avevano o non ne hanno (ancora) i soldi, quei soldi che indubbiamente la realizzazione di un tale sogno invece comporta, cercavo di sollevare un altro modo da cui guardare la questione: ai miei occhi (ripeto: ai "miei" occhi), infatti, l'ostacolo di carattere economico non è né il primo, né il solo da valutare quando si tratta di crescere soli (o in coppia) un figlio.

(ti ringrazio, comunque, per aver lasciato alle tue spalle la "polizia" del post n.7).

 

rileggendo il tutto, mi sono accorta addirittura che la premessa di danny al topic escludeva, infine, la stessa ammissibilità del mio argomento ("ho sempre pensato che nel caso in cui non dovessi trovare "l'anima gemella" o comunque una persona con cui costruire e portare avanti assieme un progetto di vita la possibilità di crescere un bambino da solo, perché il desiderio di diventare padre in me si fa sempre più sentire con l'avanzare del tempo", scrive infatti danny).

il mio, forse, era il disappunto di chi non è arrivata a desiderare di mettere al mondo o di crescere un figlio, se non quando aveva accanto a sé quell'anima gemella qui invece soltanto menzionata. ma la vostra, fortunatamente, è un'esperienza diversa.

 

se sono intervenuta a sproposito, me ne scuso. comunque, avrei desiderato leggerne qualcosa in più di un problema di bilancio, dai diretti interessati, di questo loro "desiderio" di diventare padri single.

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PietroUomoDiPietra

(ti ringrazio, comunque, per aver lasciato alle tue spalle la "polizia" del post n.7).

 

PUDP - Visto che era stato preso un po' troppo alla lettera ho preferito lasciar perdere e amen.

 

il mio, forse, era il disappunto di chi non è arrivata a desiderare di mettere al mondo o di crescere un figlio, se non quando aveva accanto a sé quell'anima gemella qui invece soltanto menzionata. ma la vostra, fortunatamente, è un'esperienza diversa.

 

se sono intervenuta a sproposito, me ne scuso. comunque, avrei desiderato leggerne qualcosa in più di un problema di bilancio, dai diretti interessati, di questo loro "desiderio" di diventare padri single.

 

Il problema è che hai confuso una tua visione (il crescere un figlio solo come possibilità da attuare se e solo se si era formata una coppia, di qualunque tipo essa fosse) con un'altra totalmente diversa basata sul desiderio di poter crescere un bimbo a prescindere da tutto, basandosi sulle sole proprie forze (se ci sono) sia economiche che di altro tipo.

Diciamo, idealizzando un po', che quello a cui pensavamo noi è un po' il sogno ad occhi aperti di ritrovarsi davanti alla porta un cesto di vimini con un bel bimbo dentro... Non l'ha voluto nessuno? Ma me lo cresco io! :D  Del resto la voglia di diventare "mammi" ce l'hanno un sacco di uomini, a prescindere dal loro essere gay o etero al punto che, semmai è esistita una "invidia" di un sesso per qualcosa che aveva solo l'altro sesso, questa non è mai stata l'invidia del pene ma, molto più fondatamente, l'invidia dell'utero. Dal pene escono solo goccine di robetta bianca, da un utero invece esce un bebè strillante... vuoi mettere? :-)

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  Del resto la voglia di diventare "mammi" ce l'hanno un sacco di uomini,

ti prego, esiste la parola "papà", la storpiatura "mammi" è un'offesa ai padri almeno quanto è stereotipizzante per le madri :)

 

Crescere un figlio è senz'altro un impegno anche di natura economica, ma io mi accodo a Bastian, i problemi più importanti, quelli che dovrebbero far pendere la bilancia sono altri.

E certamente adesso si può pensare a un figlio come "progetto" di una persona sola, ma anche in questo io sono dell'idea di bastian, cioè un figlio "figlio" dell'amore, del progetto di vita di una coppia. Fermo restando, appunto, che quello della genitorialità sia spesso un sentimento così forte da prescindere dal resto.

 

Poi  il mondo è pieno di ottimi genitori single, anche con limitate risorse economiche. E' più il motivo che spinge una persona single a essere genitore "comunque", che poi il fatto pratico di crescerlo. Non so se riesco a spiegare la sfumatura. Non è la realizzazione in sè, ma il motivo per cui lo si fa che può semmai creare dei problemi. Ovviamente è un problema che esiste per tutti, il perchè si fa un figlio. Diciamo che come progetto personale assume sfumature ulteriori.

Ma in linea generale il desiderio di genitorialità è una cosa difficilissima da giudicare (sempre che sia ammissibile un giudizio) e che spesso inizia in un modo per poi scontrarsi con la realtà. Forse proprio nella genitorialità, molto più che nella vita di coppia, c'è una distanza molto grande tra idea e realtà. E' alla prova dei fatti che si capisce tutto, per il resto è  un atto sconsiderato e basta :)

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Il problema è che hai confuso una tua visione (il crescere un figlio solo come possibilità da attuare se e solo se si era formata una coppia, di qualunque tipo essa fosse) con un'altra totalmente diversa basata sul desiderio di poter crescere un bimbo a prescindere da tutto, basandosi sulle sole proprie forze (se ci sono) sia economiche che di altro tipo.

Diciamo, idealizzando un po', che quello a cui pensavamo noi è un po' il sogno ad occhi aperti di ritrovarsi davanti alla porta un cesto di vimini con un bel bimbo dentro... Non l'ha voluto nessuno? Ma me lo cresco io! :D  Del resto la voglia di diventare "mammi" ce l'hanno un sacco di uomini, a prescindere dal loro essere gay o etero al punto che, semmai è esistita una "invidia" di un sesso per qualcosa che aveva solo l'altro sesso, questa non è mai stata l'invidia del pene ma, molto più fondatamente, l'invidia dell'utero. Dal pene escono solo goccine di robetta bianca, da un utero invece esce un bebè strillante... vuoi mettere? :-)

 

diciamo pure che è prevalsa istintivamente, nel mio iniziale intervento, la convinzione che il desiderio di poter crescere un bambino da soli sia soltanto un sogno ad occhi aperti. perché la voglia di un uomo di diventare "mamma" non la mettevo in conto.

 

conosco donne che hanno deciso di portare avanti una gravidanza e mettere al mondo un figlio, sole, pur sapendo che il padre, un partner occasionale o il verme vigliacco di turno, se ne sarebbe lavate le mani.

conosco un uomo, ritrovatosi vedovo, che sta crescendo suo figlio da solo.

conosco coppie di donne che vorrebbero avere un figlio e, ovviamente, sanno che fuori dall'italia ce ne sono, di fatto, cui viene loro concesso.

conosco pure coppie di uomini come le coppie di donne, sopra citate.

conosco poi uomini, etero, i quali non avendo una compagna soffrono del fatto di non poter essere ancora padri.

 

che un uomo, come una donna, single, possano desiderare di avere un figlio da soli, è qualcosa che proprio non mi appartiene (ovvio poi che una donna davvero intenzionata a farlo, possa anche riuscirci, al contrario di un uomo).

pensandoci più a fondo, non soltanto, a prescindere dalle mie insufficienti condizioni economiche, mi sento del tutto "inadatta", per dirla con Almadel, a crescere un figlio da sola; ma ammetto di essere contraria all'affidamento di un bambino a un solo individuo (a meno che non si tratti della sola alternativa possibile, per il bambino in questione).

 

anche trovando fuori la porta una creatura appena nata e abbandonata in un cesto di vimini, infatti, a meno di non volere far crescere e vivere questa creatura con tutto l'amore di cui si è capaci, sì, ma tra quattro mura, il mondo è fatto che chiunque deve avere un nome, un cognome, un'identità registrata all'anagrafe.

non è un modo, il mio, per fare ironia sul tuo desiderio, Pietro: è che il desiderio di crescere un bambino da soli, sganciato da un nucleo che sia costituito da una coppia tanto etero quanto omo, ai miei occhi è un desiderio cieco, sconsiderato.

non dubito che a un bambino orfano, maltrattato, senza nessuno al mondo, se ti fosse per esempio affidato, saresti in grado di prestare tutte le cure e tutte le attenzioni di cui ha bisogno; ma mi sembra fare un salto più lungo delle gambe di qualsiasi essere umano, ragionare seriamente sulla considerazione di un'ipotesi del genere.

 

nulla contro il sogno in sé. ma, se parliamo di realtà, il discorso penso debba necessariamente attraversare tutte le "sfumature" di cui parla Viola77: un'impresa, rispetto alla quale non posso fare altro personalmente, per evidenti limiti, che alzare bandiera bianca.

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Sai bastian io non credo nemmeno che ci siano limiti intrinsechi al fatto di essere un genitore single.

 

Poi ci si può sentire inadatti da soli, inadatti in due, non volerli proprio. Per quanto nemmeno io caldeggerei l'adozione per i single, nel primario interesse dei bambini, ho in merito posizioni molto più possibiliste. Negli anni ho riveduto molte delle idee in merito alla genitorialità. Come dico di solito io "ero un'ottima madre prima di avere figli". Avevo idee più chiare, più nette, per alcune cose più severe (per altre sono molto più severe adesso) poi mi sono resa conto dell'infinito di sfumature possibili, e del fatto che alla fine è sempre un fare del nostro meglio. Mi interessa molto il movente, quello si. Per me è il movente che conta. Movente che poi può cambiare lungo la via, si parte a volte per desiderare il cioccobello e ci si rende conto poi in cosa ci siamo imbarcati, si capisce molto di più dopo, si deve riuscire a ricalibrare i nostri desideri, le nostre aspettative

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Un figlio si alleva sempre in due,

perché a qualcuno dovrai pur darlo quando sei al lavoro, no?

Persino le coppie lo affidano spesso e volentieri a nonne o a baby sitter,

figuriamoci una persona single...

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Un figlio si alleva sempre in due,

perché a qualcuno dovrai pur darlo quando sei al lavoro, no?

Persino le coppie lo affidano spesso e volentieri a nonne o a baby sitter,

figuriamoci una persona single...

Però Almadel questo parallelo io non lo condivido.

I nonni, la tata, gli zii non sono i genitori. I genitori sono i genitori, uno o due che siano. Che poi i bambini vivano in un ambiente con più persone che ne hanno cura è un conto (e io sono d'accordo su questo punto) ma non si può confondere i diversi ruoli, i genitori rimangono cmq i responsabili, nel senso più ampio del termine.

 

Diverso semmai è il discorso, ma si apre un discorso a parte, delle coppie omo che crescono i figli in un ambiente ampio e i cui figli quindi non risentono del fatto che i proprio genitori appartengono a uno stesso sesso (il discorso di chi dice che ai figli delle coppie gay manca una figura di genere). Del resto anche nelle coppie etero non sta scritto da nessuna parte che i figli vedano i proprio genitori come punto di riferimento di genere.

 

Ma questo secondo me esula dal discorso. Le altre figure che subentrano nella crescita dei bimbi, al di fuori dei genitori, sono subordinate e non paragonabili. Sicuramente puoi dividere il carico di lavoro, ma la responsabilità è tutta tua. E forse è proprio la responsabilità quella che pesa di più.

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PietroUomoDiPietra

ti prego, esiste la parola "papà", la storpiatura "mammi" è un'offesa ai padri almeno quanto è stereotipizzante per le madri :)

 

Non ho usato "mammo" a caso. Papà è un'altra cosa... Passerò per maschilista ma vedo che qui, contrariamente che tra gli etero, sono più le donne che gli uomini ad essere rigidi... Il che fa pensare anche se, nei week-end, non voglio pensare troppo! :-P

 

@almadel - certo che esiste la possibilità di considerarsi inadatti. In effetti parlando di "sogni ad occhi aperti" intendevo anche accennare a questo... senza rischiare di urtare nessuno.

 

@bastian - perfettamente d'accordo con tutto quello che hai appena detto. D'altra parte i sogni son sogni ma la realtà rimane pur sempre quella che è. Come ULTIMA ISTANZA potrebbe essere praticamente accettabile il crescere un figlio da soli ma chiaramente, se ce n'è una migliore prima, molto meglio quella.

Edited by PietroUomoDiPietra
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Non ho usato "mammo" a caso. Papà è un'altra cosa... Passerò per maschilista ma vedo che qui, contrariamente che tra gli etero, sono più le donne che gli uomini ad essere rigidi... Il che fa pensare anche se, nei week-end, non voglio pensare troppo! :-P

 

 

non è nemmeno un problema di essere maschilista secondo me, è che l'idea del padre rigido che torna a casa la sera dal lavoro, e che delega la cura alla madre, che è dolce e tenera perchè ha le ovaie è triste e superata. Triste per entrambi, ingabbiati in ruoli preconcetti, sottoposti per questo al giudizio della società.

Sul "contrariamente agli etero", io sono etero :)

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PietroUomoDiPietra

non è nemmeno un problema di essere maschilista secondo me, è che l'idea del padre rigido che torna a casa la sera dal lavoro, e che delega la cura alla madre, che è dolce e tenera perchè ha le ovaie è triste e superata. Triste per entrambi, ingabbiati in ruoli preconcetti, sottoposti per questo al giudizio della società.

Sul "contrariamente agli etero", io sono etero :)

 

Non so se è un'idea triste, ai tempi in cui era in vigore sarebbe passato per triste o "anormale" pensarla diversamente. Io penso che in realtà, una volta che in una coppia vi sia un chiaro accordo sulla divisione del lavoro da osservare, sia possibile al suo interno QUALSIASI schema oggettivamente praticabile. Alcuni anni fa si è parlato piuttosto estesamente di "uomini di casa" che, mariti di donne in carriera (addirittura, in un caso, CEO della Hewlett Packard, mica pizza e fichi), si erano non solo adattati ad un'inversione di ruoli "tradizionali" ma vi si erano pure trovati molto bene.

Insomma, alla fine, se ci si dà la pena di andarle a cercare, le situazioni "non tradizionali" sono probabilmente più diffuse di quel che si pensa visto che, in una coppia che funziona, si è in due e le cose che contano si decidono in due, con terzi e consiglieri non richiesti (suoceri compresi) mandati a coglier fiori... fuori dalle palle! :-). - Per "l'etero", freccia a vuoto, la prossima volta mirerò meglio! :-P

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Sul "contrariamente agli etero", io sono etero :)

 

 

(oh no, che colpo al mio misero cuore...)  :grin:

 

- pardon: parentesi incensurabile, anche se off-topic, di una donna cosiddetta lesbica, non madre di fatto, lavoratrice precaria.

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danny93 ha aperto il topic "crescere da soli un bambino!": incuriosita, entro nel topic, quando tre utenti mi hanno già preceduta, e tutti e tre scrivendo un post, più o meno, dello stesso tenore: soldi, ci vogliono soldi e, comunque, non ne ho a sufficienza.

 

ora: mi ha abbastanza stupita che, alla domanda di danny: "avete mai preso in considerazione questa scelta di vita?", gli altri fino ad allora "postanti" avessero liquidato la questione guardandola unicamente da un punto di vista economico. quasi come se si trattasse, che ne so?, di andare a far la spesa.

 

Essendo tra quegli utenti, ti rispondo personalmente.

Non ho liquidato la questione riducendola ad un mero problema economico: ho espresso quale, a mio avviso, risulterebbe l'ostacolo più grande per la crescita di un bambino da solo.

 

Io sarei disposto a crescerlo anche da solo, perché amo i bambini (e fino a pochi anni fa così non era) e adoro l'idea di poterne crescere, educare, e inserire uno nel mondo.

Tuttavia, una delle basi solide che mi mancherebbe, allo stato attuale, per crescere un bambino è una buona dose di reddito.

 

Sono perfettamente consapevole che esistono altre basi a dir poco fondamentali quali l'amore, il rispetto e l'impegno notevole che un bambino obbliga ad assumersi, ma dato che di queste basi son certo di disporne, ho esposto quale tra queste mi vede per ora deficitario: un reddito congruo.

 

Sono innumerevoli le spese che una persona deve affrontare per sostenere la crescita d'un pargolo, e senza un reddito adatto, non s'avrebbe da fare.

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 Io penso che in realtà, una volta che in una coppia vi sia un chiaro accordo sulla divisione del lavoro da osservare, sia possibile al suo interno QUALSIASI schema oggettivamente praticabile.

Esattamente, e i ruoli sono divisi in base alle inclinazioni di ognuno non all'anatomia genitale. E quindi i papà, se lo sentino vicino al proprio essere, possono essere dolci senza che siano "mammi" (e quindi svirilizzati, in qualche modo sminuiti all'occhio della società. Il finto plauso è infatti solo finto...)

E le mamme possono avere una carriera senza essere degeneri.

Ma siamo ot? :)

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Essendo tra quegli utenti, ti rispondo personalmente.

Non ho liquidato la questione riducendola ad un mero problema economico: ho espresso quale, a mio avviso, risulterebbe l'ostacolo più grande per la crescita di un bambino da solo.

 

Io sarei disposto a crescerlo anche da solo, perché amo i bambini (e fino a pochi anni fa così non era) e adoro l'idea di poterne crescere, educare, e inserire uno nel mondo.

Tuttavia, una delle basi solide che mi mancherebbe, allo stato attuale, per crescere un bambino è una buona dose di reddito.

 

Sono perfettamente consapevole che esistono altre basi a dir poco fondamentali quali l'amore, il rispetto e l'impegno notevole che un bambino obbliga ad assumersi, ma dato che di queste basi son certo di disporne, ho esposto quale tra queste mi vede per ora deficitario: un reddito congruo.

 

Sono innumerevoli le spese che una persona deve affrontare per sostenere la crescita d'un pargolo, e senza un reddito adatto, non s'avrebbe da fare.

 

Grazie Laen, per il tuo post.

Rispetto, non soltanto, il tuo punto di vista: lo considero un insegnamento. Dunque già ne ho fatto tesoro.

Non so se e quando verrà riconosciuto socialmente e legalmente l'affidamento di un/a bambino/a a un uomo single: dovesse esserlo in futuro, ti auguro di cuore non sarà il solito vecchio problema della congruità di un reddito a impedirti di diventare padre.

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Esattamente, e i ruoli sono divisi in base alle inclinazioni di ognuno non all'anatomia genitale. E quindi i papà, se lo sentino vicino al proprio essere, possono essere dolci senza che siano "mammi" (e quindi svirilizzati, in qualche modo sminuiti all'occhio della società. Il finto plauso è infatti solo finto...)

E le mamme possono avere una carriera senza essere degeneri.

Ma siamo ot? :)

 

Non del tutto, anche se in teoria ci si aspetterebbe di doverle dire certe

cose ad un etero e non di sentirsele dire

 

Ma questo va a tuo merito

 

Certamente un single dovrebbe poter adottare e certamente la povertà

non può escludere la capacità di adottare né essere l'unico criterio

di valutazione

 

Tuttavia se uno inizia ad essere single ( il che implica un 50% di possibilità

che il bambino perda i genitori in più ) povero e senza un compagno o una

compagna che possa aiutarlo nelle incombenze, magari di salute precaria

e invece di fare l'insegnante fa il fornaio...il complesso dei fattori pesa

 

PS cito il fornaio perchè non potrebbe essere in casa al risveglio del bambino

per un discorso di orari lavorativi

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