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innamorarsi per un etero


marcolin94

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É utile come distrazione ma non funziona.

Dev esserci un percorso interiore che porti ad una soluzione

Non ad una deviazione..

 

???

non penso che uno si innamora di un etero invece di un gay per problemi interiori

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Te la sei poi anche cercata! Nel senso, in questo modo hai alimentato tantissimo il tuo impeto d'attrazione nei suoi confronti. Rischioso, rischiosissimo!

 

Ma a me piaceva stare assieme a lui, facevo di tutto per stare con lui anche se sapevo non ci poteva essere niente, è stato il mio primo amore! Poi ci sentivamo tutti i giorni su MSN, giocavamo assieme con un MMORPG, lo aiutavo con la scuola visto che in alcune materie non era bravissimo. Anche sua mamma mi chiedeva se potevo aiutarlo!! xD

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  • 2 weeks later...

Mica voglio scopare una nuvola solo perchè impossibile

O mangiare un crocefisso di ferro perchè non commestibile.

 

Sono altri i motivi per cui ci si innamora, motivi personali..

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PietroUomoDiPietra

ma alla fine uno magari si innamora perchè l'etero è L'impossibile, il desiderio inavvicinabile :D

 

Secondo me è un meccanismo molto meno pulito. Almeno per come la vedo io, la maggior dei gay che si innamorano degli etero (sapendo che sono tali, ovvio) è perché, in sostanza, innamorarsi di qualcuno è ANCHE in larga misura IDENTIFICARSI con questo qualcuno, un "diventare come lui" (o almeno provarci...). Detto in altro modo, i gay si innamorano degli etero perché lo vedono come un "uomo migliore" di sé stessi e sperano, in un modo o nell'altro, di riuscire a farsi "amare" da questo etero nella speranza di venire in qualche modo "riscattati" da quello che vedono come un "vero uomo".

Un meccanismo completamente masochistico e destinato fin da subito dal fallimento visto che, se è (in questa ottica) un "vero uomo" molto probabilmente del gay che perde la testa per lui non gliene importa e non gliene può importare un tubo. Ed è destinato al fallimento anche nel caso che il nostro "vero uomo" cedesse allle lusinghe perché, naturalmente, perderebbe al tempo stesso ogni sua presunta aura di "superiorità" di cui lo va a caricare "l'innamorato" (che in realtà è, in un certo senso, più che un "innamorato" un ladro... nel senso che attraverso l'identificazione con il "vero uomo" spera di riuscire a rubare la sua "virilità" cosa che di fatto lo rende, al di sotto della maschera "dell'innamorato" un vero e proprio cannibale psichico in cui il vero fine è in un certo senso "divorare" la virilità - vera o presunta - del suo "oggetto d'amore" per poter diventare, simbolicamente, "come lui").

 

Questo meccanismo peraltro opera ampiamente anche tra eterosessuali sia pure in forma (quasi sempre) desessualizzata: dopotutto non solo la maggior parte delle persone non è un granché (soprattutto da giovane, visto che nessuno nasce imparato e maturo: la gavetta se la devono fare tutti...) ma è perfettamente cosciente di non esserlo. Da qui la spinta a cercare di diventare "amici a tutti i costi" di chi, in un modo o nell'altro, appare "più in gamba" di quello che si è. Da questo punto di vista ciò che veramente differenzia un giovane gay da un giovane etero "affascinato" da un suo consimile "più in gamba" e "più figo" è soltanto il fatto che il gay cerca di utilizzare la sua sessualità come un mezzo, né più né meno, di "corruzione" del suo idolo - che non funziona perché semplicemente, la "mazzetta" è offerta nella moneta sbagliata.

 

Alla fine di tutto quanto per questo tipo di "innamoramenti" esiste una sola medicina efficace: accettarsi, essere sé stessi e soprattutto fiduciosi nella propria capacità di "farcela" senza l'aiuto di nessuno. E' la sola condizione che consente, al momento buono, di decidere di legarsi a qualcuno perché ti piace e basta e non perché hai bisogno di un qualche tipo di "stampella" per tenere in  piedi la tua autostima.

 

Discorso lungo comunque... Anche perché, attenuato e quasi sommerso dall'inconscio, è il meccanismo fondamentale che alimenta l'insoddisfazione di tanti gay i quali, nonostante un'offferta di partner sì ridotta ma NON inesistente, "non gliene ne va mai veramente bene uno" (nel senso che non trova mai nessuno che gli vada veramente a genio, con la conseguenza di andare avanti per anni a "storielline" senza mai riuscire a ingranare una storia che dia veramente soddisfazione e soprattutto stia in piedi per conto suo senza doverci "perdere la testa" per immaginarsi l'altro per diverso o "migliore" da quello che è, pregi e soprattutto difetti compresi).

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