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I pregiudizi degli psicologi


coeranos

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Il problema è quello che fanno poi gli altri psicologi, io lo trovo veramente inquietante, anche da quello che mi è stato detto privatamente. Si rovinano le adolescenze così.

 

Io credo che un minore dovrebbe essere accompagnato da uno psicologo solo in rari casi...

es., quando ha subito abusi, quando perde un genitore, quando è colpito da una malattia grave.

Per il resto...non lo so.

Una persona a me vicina insegna in un istituto tecnico e, tra le righe, m'ha fatto intendere che tra i suoi studenti fioccano quelli che presentano diagnosi come "deficit di attenzione" et similia...in realtà spesso si tratta di ragazzetti che han problemi di disciplina, coi quali occorrerebbe magari una certa fermezza, una certa educazione più che le chiacchiere dallo psicologo...li mandi a fare pugilato o un'arte marziale e si raddrizzano come dei fusi per quel che ne penso io.

 

Nello specifico, a proposito dell'adolescente che si scopre gay, anche lì, forse i genitori del 2013 dovrebbero imparare ad accettare che anzitutto una certa confusione nell'adolescenza non significa che ci si debba già "definire" omosessuali...insomma, ne conosco di ragazzi che hanno vissuto periodi anche lunghi di "interregno".

Quasi tutti poi si sono accettati come gay...ma d'altro canto chi si definisce etero di questi eventuali "episodi" non ne parla...

 

La cultura della tolleranza, anche nelle scuole, dovrebbe iniziare a permettere ai ragazzi gay di conoscersi tra loro, di frequentarsi più di quanto accadeva un tempo...è che un pizzico di omofobia -ahimè- fa quasi sempre parte della "costituzione" dell'orientamento eterosessuale...e di qui il casino.

 

Qualche volta forse conviene anche abbassare i toni a mio avviso, capire che certe difficoltà son non dico inevitabili ma quasi...non si possono pretendere miracoli dal genere umano, ma certo un ragazzetto gay che conosca altri ragazzetti gay della scuola potrà far fronte più facilmente alle angherie del bulletto di turno...

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L'ordine degli psicologi vuole dare linee guida su come trattare correttamente i pazienti omosessuali. Il problema è quello che fanno poi gli altri psicologi, io lo trovo veramente inquietante, anche da quello che mi è stato detto privatamente. Si rovinano le adolescenze così.

Ovviamente non è un attacco nei confronti degli psicologi in generale.

Il punto è semplicemente che piscologi come la dottoressa ELENA SPADA http://psicologi.psy.it/regioni/liguria/S/SPADA_ELENA.html, che, oltretutto, ha a che fare continuamente con la formazione di adolescenti, come si evince da queste pagine

http://nuoviorizzonticomo.blogspot.it/p/formazione-2.html      http://nocomo6.blogspot.it/p/formazione-adolescenti.html

e che descrivono pubblicamentel'omosessualità come una patologia o un "malessere" suscettibile di guarigione, come è sostenuto in questi video

http://www.youtube.com/watch?v=4d8uIfKTd6s

http://www.youtube.com/watch?v=OTJT5PGlDKI

dovrebbero essere posti nella condizione di non esercitare più la professione

 

Edited by prefy
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Io credo che un minore dovrebbe essere accompagnato da uno psicologo solo in rari casi...

 

un oftalmologico da cui sono stato voleva diventare in precedenza psichiatra infantile ma poi si è accorto che in realtà più che i bambini si sarebbero dovuti mandare i loro genitori dallo psichiatra e allora ha scelto l'oftalmologia.

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@prefy

Insomma questo luca di tolve è sempre stato un po' problematico ed è lui il primo a parlare di "compromessi" cui, è il caso di dirlo, si è piegato...ha tutta una vita gay alle spalle e forse si sentiva "vuoto", non credeva alla monogamia etc. perché magari non aveva sta grande personalità, indipendentemente dall'essere omosessuale.

 

La psicologa in questione mi pare semplifichi e ideologizzi quattro scemate da psychology-for-dummies.

Edited by schopy
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@schopy a me pare che quella psicologa faccia molto peggio, propinando teorie fuori dal mondo da almeno 50 anni, mi meraviglio che anche in  questo forum, nessuno abbia preso il post in considerazione mah....

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La chiave di tutto seconod me sta qui:

 

 

«La domanda che, come terapeuti, ci dovremmo porre non è “come mai questa persona è ‘diventata’ omosessuale?”, ma “perché questa persona sente ‘sbagliatà la sua omosessualità?”.

 

E' lecito che un ragazzo o una ragazza si facciano domande sulla propria omosessualita o no?

E' anche lecito che si chiedano se siano sbagliati e ceh vadano da uno/a psicologo/a per chiarirsi le idee

Un/a prorfessionista serio/a non andrà a curare l'omosessualità in sé ma andrà a cercare tutto quello che ci sta sotto.

Se poi questa persona passa dal credere di essere omoessuale ad capire che in reatà è etero che mal c'é?

 

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Se poi questa persona passa dal credere di essere omoessuale ad capire che in reatà è etero che mal c'é?

 

Parlando molto volgarmente non c'è nulla di male, se lo capisce perché gli si rizza vedendo una bella figa e non invece vedendo un bel figo.

C'è tutto di male, se lo capisce (o crede di capirlo) perché uno strizzacervelli lo ha persuaso a caro prezzo che non gli si può rizzare vedendo un bel figo, ma solo vedendo una bella figa.

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Ma quanto astio verso gli psicologi, siete molto superficiali, il fatto che a 14 anni andavate ciucciando uccelli senza farvi troppi problemi non significa che sono tutti come voi!!!

 

Non è un giudizio di valore, magari avessi avuto il coraggio di farlo io, ma ci sono persone che rimangono nel limbo e avrebbero bisogno di qualcuno che gli dia la spinta necessaria.

Giacchè io il rischio l'ho corso e grazie a Dio provengo da una famiglia che può permettersi di spendere qualche centinaio di euro al mese per me, sono riuscito a farmi forza e a trovare quella spinta.

Forse ce l'avrei fatta da solo ma quanti anni ancora avrei perso??

Sinceramente non si vive in eterno, che poi esistano tanti incompetenti su questo concordo ma la terapia resta la migliore amica di un omosessuale.

In questo sito la fate facile, molti di voi sono giovanissimi, altri non hanno avuto di questi problemi e semplificate il discorso dell'accettazione in modo ingiustificabile

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In realtà gli psicologi ci tengono ad essere pagati perché "fa parte della terapia".

 

Questo dipende dai contesti e dal tipo di terapia che si fa.

Se fosse così non esisterebbero gli psicologi dell'Asl.

 

Se un ragazzo di 18/19 o 20 se non più, squattrinato ha di questi problemi chi può aiutarlo?

Magari si può mettere un prezzo simbolico di 10 euro, rispetto ai 45 minimo per seduta sarebbe possibile ma solo a scopo terapeutico.

E poi il discorso "un professionista va pagato" ma non lo so allora i medici che operano in Africa sono degli stronzi?

Mica ho detto di tenerli in cura anni ma dedicare una dozzina di sedute per chiarire alcuni aspetti non può che fare bene, essere gay, in fondo, non è una patologia che va curata, non ha bisogno di terapie, basta semplicemente aiutare la persona a liberarsi.

E poi sto parlando di professionisti iscritti all'arcigay, invece di cazzeggiare a fare battaglie puntualmente fallimentari (non è un giudizio è una costatazione) almeno si dedicano a qualcosa di più concreto.

Poi se vorrà andare a fondo ai suoi problemi continuerà pagando.

Edited by Iron84
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Ma chi li dice questi dati.
Ragazzi i dati sono sempre cazzate bisogna vedere come sono stati posti.

E' compito di un bravo psicologo capire se si trova al cospetto di un gay o se l'omosessualità sia un sintomo di un trauma pregresso.

La terapia dell'accoglienza e dell'accettazione non è in contrasto con il cercare di aiutare a capire la propria vera indole sessuale.

Anche io quando ho fatto terapia ho affrontato il problema, io ero certo della mia sessualità ma giustamente la mia analista volle andare a fondo non ci trovo nulla di scandaloso.

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Dati riportati dall'ordine degli psicologi, è scritto tutto nell'articolo.

Se poi dite che gli stessi psicologi dicono cazzate su loro stessi non mi interessa, lo trovo solo molto contorto come discorso.

So per certo che rappresenta un problema reale dalle conferme che ne ho già avuto.

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Mai sentito nessuno che andando da uno psicologo si è sentito proporre teorie riparative.

Così come esistono scuole di specializzazione che affrontano la questione omosessualità non come un disturbo da curare ma un percorso per aiutare la persona ad accettarsi.

E ne conosco pure di psicologi del genere.

Non metto in dubbio che taluni individui ci siano, ma demonizzare tutta la categoria mi sembra quanto mai solo un modo per fare dell'allarmismo gratuito.

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Mai sentito nessuno che andando da uno psicologo si è sentito proporre teorie riparative.

 

20 anni fa uno psicologo da cui sono stato UNA sola volta mi disse:

 

- l'omosessualità è una perversione

- io lavoro con Freud e la sessualità di una persona si evolve a fasi e l'omosessualità è una di queste prima di arrivare all'eterosessualità (o disse qualcosa di simile il cui senso era questo)

- ho avuto un paziente che non riusciva ad avere una relazione con una donna e il motivo è che era omosessuale ma non lo sapeva, altri pazienti gay non ne ha mai avuto ma era sicuro del fatto che l'omosessualità è una fase dell'individuo secondo la teoria di Freud che lui considera vera.

 

da notare che questo psicologo ha la moglie sessuologa e che non voleva dirmi che pensa sua moglie a proposito dell'omosessualità

 

questo per portare la mia testimonianza su un caso concreto. se questo psicologo proponesse anche teorie riparatrici sinceramente non lo ricordo, credo che con la sua "terapia" lui crede di poter far evolvere gli omosessuali verso l'eterosessualità, ma non ricordo esattamente questo a dire il vero.

Edited by marco7
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Ma quanto astio verso gli psicologi, siete molto superficiali, il fatto che a 14 anni andavate ciucciando uccelli senza farvi troppi problemi non significa che sono tutti come voi!!!

 

Per quanto mi riguarda ho fatto l'amore per la prima volta con un'altra persona, che poi è il solo con cui l'ho sempre fatto e lo faccio ancora cioè il mio ragazzo, quando avevo 45 anni: fino ad allora l'amore lo facevo solo con..... me stesso!

Eppure fin dall'età puberale mi sono sempre piaciuti i bei ragazzi e solo con i bei ragazzi desideravo soddisfare le mie pulsioni sessuali e affettive.

Né d'altronde mi sentivo sbagliato fisicamente o psichicamente o desideravo cambiare sesso o reprimere quei desideri. 

Semplicemente mi rendevo conto che l'etica tradizionale religiosa e laica condannava le mie pulsioni come indecenti e indegne di un uomo e quindi non potevo far altro  che nasconderle non a me stesso (come avrei potuto? e del resto erano così gradevoli!), ma agli altri.

 

Vedendo al nocciolo mi chiedo se sia vero che il problema nasca dall'adolescente che ha pulsioni omosessuali o se invece sia vero che nasca dall'etica tradizionale che condanna come innaturali quelle pulsioni.

La mia risposta, sulla base della mia esperienza personale, è che il problema non nasceva da me, perché a me piaceva moltissimo desiderare i bei ragazzi che conoscevo e mi sarebbe ancor più piaciuto poter soddisfare con loro i miei desideri sessuali ed affettivi, ma purtroppo ero nato in una società che considerava la cosa molto, molto sbagliata e che mi avrebbe punito molto, molto duramente se avessi palesato il mio desiderio.

Il problema quindi non nasceva da me, ma nasceva dall'omofobia della società in cui ero nato e cresciuto.

 

Perciò, se proprio vogliamo dare lavoro agli psicologi, visto che la medicina l'ha tolto agli psichiatri, piuttosto che la testa o i comportamenti degli adolescenti che hanno pulsioni omoerotiche, mandiamo gli psicologi a correggere la testa o almeno i comportamenti di coloro che le considerano sbagliate e maltrattano psicologicamente o addirittura fisicamente gli adolescenti che le hanno, rendendoli infelici!

Edited by Mario1944
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più che fancazzisti, spesso li considero scherzosamente (ma non troppo) individui che hanno intrapreso la carriera per risolvere i propri problemi e basta.

 

il problema è che poi sti problemi non li risolvono e li proiettano sui pazienti!

ecco perchè non sono obiettivi e finiscono solo per fare danni!

 

ovviamente non tutti, alcuni sono anche molto bravi quindi non voglio fare di tutta erba un fascio ma certi, dio santo, perchè non li radiano dall'albo???

 

se volete vi racconto certe chicche vissute in prima persona da mettervi le mani ai capelli.

Edited by Divine
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E' compito di un bravo psicologo capire se si trova al cospetto di un gay o se l'omosessualità sia un sintomo di un trauma pregresso.

Secondo me questo è un concetto errato e potenzialmente pericoloso, a meno che si consideri anche l'eterosessualità un eventuale sintomo di trauma pregresso

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@Mario1944 Come la medicina ha tolto lavoro agli psichiatri? Semmai il contrario visto che ormai appena uno è depresso viene spedito dallo psichiatra e imbottito di farmaci (esperienza personale).

 

Ciò detto, lo psicologo è uno specialista come tanti altri, e si sa benissimo che in un ospedale ci sono più cani che in un canile :uhsi: Avere a che fare con pazienti omosessuali è chiedere allo psicologo un "di più", molti non sono preparati sull'argomento semplicemente perchè siamo una minoranza... Questo non vuol dire che non ci siano psicologi capaci e preparati. In generale comunque il mestiere di psicologo è un po' un caso a parte nel mondo della medicina, nel senso che quello che fa è essenzialmente vendere "aria fritta" e sta al paziente meditarci sopra. ("Aria fritta" con tutti il rispetto del mondo comunque. Intendo dire che gli effetti non sono tangibili.)

 

Anche io ho avuto un'esperienza allucinante con una psicologa, ma sto seriamente pensando di fare un po' di terapia.

 

Oh e comunque se uno psicologo mi dicesse che mi vuole convertire all'eterosessualità, me ne andrei strillando "Oddio mi vuole togliere la mia stella d'oro!!!" :D

Edited by MrPicasso
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@MrPicasso

 

il fatto che i gay siano una minoranza non giustifica l'ignoranza al riguardo da parte di uno specialista ne il fatto che trattano questa minoranza in modo sbagliato proprio per ignoranza. è un aggravante questo comportamento invece.

 

gli effetti di una psicoterapia sono tangibili e misurabili.

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Spesso ho la sensazione che qualche omosessuale abbia la coda di paglia e abbia paura di scoprire qualcosa sulla propria sessualità.

 

Per quanto mi riguarda la mia esperienza è più che positiva, e gli effetti sono tangibili.

Ho iniziato che ero morto dentro adesso ho un'altra percezione del mondo.

 

E' compito del professionista aggiornarsi e sapere anche i propri limiti, è vero infatti che alcuni proiettano se stessi nel paziente e queto causa danni gravissimi.

 

Purtroppo è aumentato l'uso di psicofarmaci anche perché colpa delle persone che non hanno voglia di sbattersi nel migliorare ma pretendono la pillola facile.

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@Mario1944 Come la medicina ha tolto lavoro agli psichiatri?

 

Mi riferivo al fatto che, se ho capito bene, gli psichiatri fanno parte dell'ordine dei medici mentre gli psicologi no.

Quindi, dato che la medicina ufficiale ha tolto l'omosessualità dal novero delle malattie della mente, uno psichiatra non potrebbe deontologicamente parlando curare un omosessuale dall'omosessualità, mentre in teoria potrebbe farlo uno psicologo, non essendo vincolato alla deontologia medica.

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Mi riferivo al fatto che, se ho capito bene, gli psichiatri fanno parte dell'ordine dei medici mentre gli psicologi no.

Quindi, dato che la medicina ufficiale ha tolto l'omosessualità dal novero delle malattie della mente, uno psichiatra non potrebbe deontologicamente parlando curare un omosessuale dall'omosessualità, mentre in teoria potrebbe farlo uno psicologo, non essendo vincolato alla deontologia medica.

La differenza tra uno psicologo e uno psichiatra è che il secondo ha studiato anche medicina e quindi può prescrivere farmaci :)

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@Kobol

 

anche la formazione in psicoterapia è diversa tra psicologi e psichiatri di solito, non solo il fatto che gli psichiatri sono medici e possono prescrivere farmaci li distingue.

 

gli psichiatri che fanno analisi sono pochi ad esempio.

 

http://www.nienteansia.it/elenco-specialisti/informazioni/differenze-tra-psicologo-psicoterapeuta-psicanalista-e-psichiatra/

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La differenza tra uno psicologo e uno psichiatra è che il secondo ha studiato anche medicina e quindi può prescrivere farmaci :)

 

Appunto! quindi ho capito bene: gli psicologi non sono medici, gli psichiatri sì e quindi a rigore i primi non sono tenuti alla deontologia medica in merito alla definizione di malattie o non malattie ed alle terapie ammissibili.

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@Kobol

 

anche la formazione in psicoterapia è diversa tra psicologi e psichiatri di solito, non solo il fatto che gli psichiatri sono medici e possono prescrivere farmaci li distingue.

 

gli psichiatri che fanno analisi sono pochi ad esempio.

 

http://www.nienteansia.it/elenco-specialisti/informazioni/differenze-tra-psicologo-psicoterapeuta-psicanalista-e-psichiatra/

 

Vero, ma di analisti ce ne sono pochi perché è molto datata e ancora legata ad alcune teorie di Freud che sono ormai superate. Immagino infatti che alcune teorie di Nicolosi si basano su di esse.

Da Freud ce ne sono state fatte di scoperte ed è compito del professionista aggiornarsi e imparare anche dai propri pazienti.

 

Appunto! quindi ho capito bene: gli psicologi non sono medici, gli psichiatri sì e quindi a rigore i primi non sono tenuti alla deontologia medica in merito alla definizione di malattie o non malattie ed alle terapie ammissibili.

 

Non sono molto ferrato ma gli psicologi comunque sono dei professionisti che devono essere iscritti all'albo e hanno una loro deontologia.

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@MrPicasso

 

il fatto che i gay siano una minoranza non giustifica l'ignoranza al riguardo da parte di uno specialista ne il fatto che trattano questa minoranza in modo sbagliato proprio per ignoranza. è un aggravante questo comportamento invece.

 

gli effetti di una psicoterapia sono tangibili e misurabili.

 

Si certo ovviamente non è giustificato il loro approccio sbagliato, la cosa corretta da fare sarebbe dire "Mi dispiace ma non sono in grado di affrontare con lei questo discorso, si rivolga a un altro specialista".

E mi sono spiegato male riguardo alla "tangibilità", io intendevo dire che non si può comparare la terapia con... un'appendicectomia toh, se ti fa male qualcosa o tagli, o prendi qualche farmaco e gli effetti sono immediati e tangibili, con la psicoterapia no.

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Non sono molto ferrato ma gli psicologi comunque sono dei professionisti che devono essere iscritti all'albo e hanno una loro deontologia.

 

Ovvio, ma la deontologia del medico implica il rispetto dei dettati della medicina, la deontologia di un non medico no:

quindi se la psicologia come disciplina, ammesso che sia tale, non esclude l'omosessualità dai disturbi curabili, non c'è violazione deontologica se uno li cura.

Edited by Mario1944
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